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lunedì 26 agosto 2024

Sbatti le ali, muovi le antenne

(Sto ascoltando l'album delle Solite Stronze in compagnia di due di loro, in teoria dovrei intervistarle ma non si stanno molto prestando).


Alla fine di Ti amo ti odio mi lasci indifferente c'è un altro omaggio a Mina... o forse è una parodia?

Non chiedere a me, io già tanto se so chi è Mina.

Sei grande grande grande, con te dovrò combattere...

È una pezza che abbiamo messo per coprire il finale di Ti amo, che era abbastanza pasticciato.

Ecco, uno degli aspetti che mi hanno colpito di più del vostro album è questo horror vacui che si manifesta tra una traccia e l'altra...

Eh?

Mi riferivo alla paura del vuoto. Ogni canzone comincia immediatamente dopo l'altra, non c'è silenzio e a volte nemmeno introduzioni strumentali, il che forse funzionerebbe sui vecchi supporti analogici, ma su bandcamp...

Sì, in effetti il master era una traccia sola di mezz'ora, ma bancamp non le consente.

Non è che abbiamo paura del vuoto, noi non abbiamo paura di niente. Non ci piace perdere tempo in convenevoli. Le introduzioni, i finali, sono solo perdite di tempo. Le canzoni vanno cagate in tempo reale.

Verso la fine è come se il vostro album cominciasse a sfilacciarsi, compaiono abbozzi di canzoni che sembrano abbandonate a sé stesse, ad esempio c'è questa Canzone della felicità, il cui testo evidentemente non è vostro...

Adesso lo è. 

È un brano che mi tormenta sin da quando andavo all'asilo, non ho mai smesso di sentire una voce in testa che lo cantava. 

Quindi stravolgerlo in questo modo è un modo di confessare questa ossessione, o di superarla...

Diciamo che adesso la canzone è mia, se mi canta in testa è comunque roba mia.

C'erano altri motivi per inserire nel disco un minuto di Canzone della felicità cantata su una musica lenta e straniante?

Ci stai accusando di allungare il brodo?

In questo caso avremmo potuto allungarlo di più, cioè, dura un minuto. Ed è uno dei minuti più importanti dell'album, secondo me.

Addirittura.

È un momento non tanto di felicità, ma di abbandono dopo la felicità. È come una finestra che si apre improvvisamente su un'età dell'oro, e subito si richiude.

E suppongo si richiuda sulle note di Una canzone impegnata, un altro brano di quel filone che potremmo definire cringe.

Vedi che ce la fai a dire cringe.

Mi costa un certo sforzo.

La cosa buffa di questo pezzo è che all'inizio aveva davvero un testo impegnato, poi ci siamo resi conto che in mezzo alle altre sarebbe suonata ridicola.

...e paracula.

Quindi avete tolto un testo che parlava di "temi importanti" per sostituirlo con...

Una metariflessione sull'impegno politico, che ci pone davanti al primo problema di chiunque scelga l'impegno: perché lo sto scegliendo? Voglio migliorare il mondo o voglio portarmi a letto qualcuno che lo vuole migliorare?

Se lo chiedi a me, io voglio tutto.

Naturalmente. Tutti desideriamo tutto. Si tratta di unire il desiderio alla consapevolezza.

La protagonista della canzone però non otterrà tutto.

La protagonista non otterrà niente, perché non ha raggiunto questa consapevolezza. Era indecisa tra gratificazione affettiva e impegno, e non ha avuto entrambe le cose. Non ha neanche capito qual è il problema. E va bene così. L'importante è che lo capisca il pubblico.

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