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lunedì 28 ottobre 2024

L'altro Giuda

28 ottobre: San Giuda apostolo (I secolo), (non quel Giuda, l'altro).

Antoon Van Dyck, 1616
Oggi è San Giuda, auguri a tutti i Giuda, ma immagino non ce ne siano molti a festeggiare. È abbastanza comprensibile che il nome del traditore di Gesù non abbia avuto molto successo tra i cristiani, mentre era con ogni probabilità il nome più diffuso tra gli ebrei al tempo di Gesù – che del resto più che ebrei venivano chiamati Giudei. Giudea era la provincia governata da Ponzio Pilato: gli abitanti si consideravano israeliti perché discendenti di Giacobbe detto Israele, ma quest'ultimo aveva avuto dodici figli, progenitori delle omonime dodici tribù. La tribù di Giuda, nella quale sarebbe confluita quella di Beniamino, era l'unica – se si eccettua la casta sacerdotale dei leviti – ad avere conservato la propria identità dopo l'esilio in Babilonia: le altre tribù non si sapeva bene dove fossero, e vengono tuttora chiamate le "dieci tribù perdute". Insomma Giuda era il nome più giudeo in assoluto, e non è affatto strano che fosse condiviso da ben due dei dodici apostoli – del resto anche Simone e Giacomo erano doppioni. In Marco e Matteo però la lista conta solo un Giuda, l'Iscariota. È Luca il primo a menzionare un altro Giuda, detto "di Giacomo" – il che non ci aiuta certo a identificarlo, vista la quantità di Giacomi intorno a Gesù. 

Giuda potrebbe essere fratello o figlio di uno dei due apostoli, e/o del Giacomo che negli Atti è chiamato "fratello del Signore" e che sembra aver retto la chiesa di Gerusalemme dopo la partenza di Pietro. Giuda insomma potrebbe essere fratellastro o cugino di Gesù, ma nessun evangelista sembra voler calcare troppo su questo dettaglio: per Gesù i legami di sangue non erano così importanti. Gli altri due evangelisti sinottici, in luogo di questo Giuda di Giacomo, inseriscono un Taddeo ("Di gran cuore"), per cui spesso San Giuda viene chiamato San Giuda Taddeo o semplicemente Taddeo. L'ultimo evangelista, Giovanni, ricorda tra i commensali dell'ultima cena un Giuda "non Iscariota", ed è l'unico a dargli voce, soltanto per chiedere al Signore: "Come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?" Un'ottima domanda, a cui il Signore risponde in modo abbastanza elusivo ("Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui"). 

Giuda è menzionato di nuovo da Luca negli Atti degli Apostoli, tra i Dodici che ricevono lo Spirito Santo durante la Pentecoste: dopodiché perdiamo le sue tracce. L'imbarazzante omonimia col traditore di Gesù gli ha impedito di diventare un santo veramente popolare, al punto che nessuna Chiesa sembra reclamare il possesso delle sue reliquie. Qualche leggenda lo vuole missionario e martire in Armenia, insieme a un altro apostolo di secondo piano, Simone detto lo Zelota. A lui è attribuita anche una breve lettera verso la fine del Nuovo Testamento, in cui si mette in guardia una comunità della presenza di individui empi e dissoluti che vogliono spingere i credenti a rinnegare Gesù Cristo. Ha tutta l'aria di una polemica eresiologica, il che ci fa sospettare che la lettera sia stata scritta già nel secondo secolo, e quindi non da uno degli apostoli di Gesù. La cosa paradossale è che l'autore, mentre cerca di difendere un'ortodossia, svela una cultura molto sospetta, e la conoscenza di testi che la Chiesa aveva già rigettato come apocrifi, ad esempio il Libro di Enoch. In effetti è l'unico testo della Bibbia in cui si faccia esplicita menzione di quella famosa ribellione angelica che sarebbe terminata con la condanna inappellabile per gli angeli ribelli. C'è chi ha accusato l'autore di essersi firmato Giuda per millantare la propria vicinanza al cerchio più ristretto dei seguaci di Gesù, però bisogna anche dire che Giuda era ancora un nome molto diffuso nel I secolo: non c'è motivo di pensare che non si tratti di un banale caso di omonimia.

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