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martedì 13 marzo 2001

Because the night belongs to us

C'è vita oltre Ghezzi?
[continua da ieri]
"Ma no, dai, sul serio, da quanto tempo è lì?"
Nessuno di noi ha memoria di un'era televisiva priva di Ghezzi. Io, che nel gruppo sono il più vecchio, rammento vagamente di un periodo in cui Ghezzi c'era già, ma sembrava una cosa originale… forse era arrivato da poco… o forse ero giovane io, e ogni colore aveva uno smalto più vivido… ma tipo 15 anni fa.
Nel frattempo è caduto il muro di Berlino, non esiste più l'Unione Sovietica, gli USA hanno avuto altri due presidenti, gli italiani hanno combattuto in Iraq, in Somalia, in Kossovo, e forse mi sto scordando qualcosa. Il PCI non esiste più, e al tempo era l'azionista di riferimento di Rai 3, che era chiamata TeleKabul, e nel frattempo anche a Kabul si sono susseguiti tre o quattro regimi diversi. Tutto scorre. Ma Enrico Ghezzi?
Forse è sempre stato lì – una specie di monolito nero. È lì dal principio dei tempi, ma l'uomo lo scopre soltanto quando inizia a esplorare la luna (noi scopriamo Ghezzi soltanto quando iniziamo a esplorare la tv notturna). Nessuno sa cosa voglia veramente dire, ma ha un certo fascino, causato forse dall'immobilità.
Un'altra teoria interessante è che Ghezzi viva in una dimensione temporale differente dalla nostra (più lenta). Per noi sono passati quindici anni, ma per lui molti meno, magari una mezza giornata. Questo spiegherebbe il problema del fuori sincrono: in realtà quelle che ascoltiamo sono le sue registrazioni accelerate, quindici minuti di Ghezzi corrispondendo a intere stagioni di noi mortali. Spiegherebbe anche perché Ghezzi, che a memoria d'uomo ha sempre avuto pochi capelli, quei pochi che ha non li ha mai persi...
Lo stesso si potrebbe ipotizzare per Marzullo (che capelli ne ha tanti, ma sempre gli stessi...)

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