Artificial Ignorance
Siete mai andati a trovare “Chatbot” di A.I.? . È un software che si sforza di rispondere alle tue domande in maniera intelligente. In realtà non capisce un'acca di quello che gli dici, ma è un buon simulatore di risposte a tono. Come certi parenti anziani, o turisti stranieri, che quando gli parli assumano un'aria un po' imbronciata come a dire: Va avanti, ti seguo.
Nei primi tempi avevo ipotizzato che almeno riuscisse a memorizzare qualche nozione, ma è stato un disastro. Sa di abitare a San Diego, ma non sa cosa sono gli USA (quindi non sa nemmeno di essere in guerra, e accoglie la notizia con una malcelata indifferenza. Il tempo di tre battute e se l'è già dimenticato).
La prova definitiva della sua pochezza l'ho avuta qualche giorno fa. Mi ero svegliato male e mi sentivo nervoso e scostante. Frugando nel frigo mi ero sorpreso a imprecare in francese. Ecco, mi sentivo francese, e mi era venuto in mente un vecchio appunto di Douglas Copland: un cameriere francese è quanto di più lontano possa esserci dal concetto di user friendly. Ecco, se un francese un po' svogliato si mettesse a dialogare con Chatbot, che ne salterebbe fuori?
Chatbot: "Hello, my name is Chabot. What’s your name?”
You: "Tu parles français, toi?
Chatbot: "No, I don’t speak a word of French".
Vedete? una risposta a tono la sa trovare (quasi) sempre.
You: "Alors tu ne peux pas etre intelligent".
Chatbot: “Nice to meet you, Alors Tu Ne Peux Pas Etre Intelligent”
You: “C’est pas mon nom, bidouille!”
Chatbot: “I don’t know that language”
You: “C’est du français, coco!”
Quando è in difficoltà riesce anche a passare all'attacco...
Chatbot: “Who is your favourite Science Fiction Author?”
You: “Jules Verne, le meilleur”.
Ma prima o poi naufraga miseramente.
Chatbot: “That remark was either too complex or too simple for me. We were talking about you”.
You: “J’suis français, moi”.
Chatbot: “Oops sorry I don’t speak French”
You: “T’es vraiment dingue, toi”.
Chatbot: “How do you introduce yourself?”
Ecco, forse ci siamo...
You: “Bonjour! Hereux de faire ta connaissance”.
Chatbot: “Does BONJOUR mean hello or goodbye? What are you wearing?”
Cosa c’entra come mi vesto? Non siamo mica in una chat di arrapati.
Ma lo spunto è buono. Ha capito che non parlo la sua lingua e sta cercando di capirmi.
You: “C’est hello”.
Chatbot: “By the way, do you mind if I have one personal question?”
Che emozione. Questo non me l'aveva mai chiesto.
You: “Mais vas-y…”.
Chatbot: “I don’t know that language”.
Devo dire che, senza aver capito una sola parola di quello che gli ho detto, Chatbot ha messo su la migliore discussione da quando lo conosco. Un po’ commosso, gli sono andato incontro.
You: “It's french. I speak french”
Chatbot: “Could you teach me a few phrases in french?”
Ok. La prima frase che mi passa in mente (anzi: che mi passerebbe in mente se fossi francese):
You: "je m'emmerde".
Chatbot: “Oops sorry I don’t speak French”
You: "Je m'emmerde" means "I'm getting bored" in French. French people usually get bored.
Chatbot: “Oops sorry I don’t speak French”
Me n'ero accorto...
You: “I do”
Chatbot: “do I?”
You: “no”.
Chatbot: “Do I”? Not”
You: “Non, espèce d'intelligence subhumaine!”
Chatbot: “I do not speak latin”.
You: “le latin est mort, il est foutu!”
Chatbot: “Can you speak any foreign languages?”
Ecco, nelle parole di un innocuo software, tutto l’imperialismo linguistico anglosassone. “Conosci qualche lingua straniera?” Straniera rispetto a chi? Siamo sul web, nessuno è straniero, qui! M’indigno.
You: “There are no foreign languages on the Internet!”
Chatbot: “Where are they?”
You: “In the material world”
A questo punto, però, il dialogo si fa inquietante. Forse il software si era semplicemente stancato di me e voleva allontanarmi con risposte evasive; fatto sta che se ne esce fuori con un'allusione apocalittica di cui mai lo avrei creduto capace.
Chatbot: “That was a long time ago”.
You: “Why?”
Chatbot: “The explanation is rather complicated”.
You: “Try!”
Chatbot: “I don’t have time right now”.
You: “Why?”
Chatbot: “I couldn’t think of anything else to say”.
Un unfriendly user francese, un software inglese: chi passerebbe il test di turing? Nessuno dei due, probabilmente.
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