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lunedì 29 ottobre 2001


Conoscete il test di Turing? Servono tre stanze: in una ci sei tu, nelle altre due una persona e un computer. Puoi comunicare con entrambi (attraverso chat, o mail, o quant'altro), ma non li puoi vedere. Se non riesci a distinguere il computer dall'uomo, significa che il computer è intelligente. Ma nessun computer ha mai passato il test.

Ho sempre trovato piuttosto curioso che un ingegnere informatico, come Alan Turing, di fronte al problema di dover definire 'cos'è l'intelligenza', suggerisse che la differenza tra intelligenza e non-intelligenza sta tutta nel saper conversare. Una risposta molto pragmatica (ma per nulla matematica) a un problema piuttosto filosofico. Il test di Turing è stato poi variamente criticato, ma in cinquant’anni nessuno è stato in grado di suggerire una prova altrettanto convincente.

Con tutta la loro incredibile rapidità calcolatoria, i computer sono dei pessimi conversatori, ed è precisamente per questo che li consideriamo stupidi, mentre noi (gli umani), siamo “intelligenti”…
Qui, per la verità, ci sarebbe da discutere. Non tutti gli umani forse passerebbero il test di Turing: io, per esempio, potrei anche non farcela, e chi mi telefona certi venerdì sera ne sa qualcosa.

Il test di Turing mi è venuto in mente per due motivi. La scorsa settimana parlavamo di traduzioni automatiche: sono impossibili, e lo saranno finché un software-traduttore non passerà il test di Turing. Tradurre non significa sostituire una parola in una lingua con una in un’altra lingua: significa creare un testo nuovo, e questo nessun software è in grado di farlo. La tristezza è che lo staff di Google non se ne rende conto. I loro argomenti sono di un’ingenuità disarmante:

The translation you are seeing was produced automatically by state-of-the-art technology. Unfortunately, today's most sophisticated software doesn't approach the fluency of a native speaker or possess the skill of a professional translator. Automatic translation is very difficult, as the meaning of words depends upon the context in which they are used. Because of this, accurate translation requires an understanding of context, as well as an understanding of the structure and rules of a language. While many engineers and linguists are working on the problem, it will be some time before anyone can offer a quick and seamless translation experience. In the interim, we hope the service we provide is useful for most purposes.

Diciamo la verità: il “today's most sophisticated software” è una vera fetenzìa. Tremo al pensiero che qualche anglosassone possa condurre ricerche su testi tradotti in questo modo. D’altro canto dovrebbe saltare ai loro stessi occhi che i risultati sono ben lontani dall’appartenere alla lingua inglese. (Il problema non è certo “approach the fluency of a native speaker”…)

L’altro motivo per parlare di test di Turing è che in questi giorni mi trovo spesso a discutere con Chatbot, il ‘conversatore automatico’ del sito di A.I.… di questo ne parliamo domani.

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