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venerdì 26 luglio 2002

Giorni vezzosi, inenarrabili

Stavo osservando che non succede al mondo quel che succede al nostro asilo d'infanzia:
il quale – se vi capita di tornarci – si restringe ogni anno un po' di più: i soffitti si abbassano, lo scivolo rattrappisce, e di quel giardino così grande rimane soltanto uno spiazzo di verde. Al mondo accade l'inverso: ogni anno ingrandisce un po' di più. Ovvero, noi diventiamo sempre più piccoli, man mano che cresciamo.
Ci è dato nel corso della nostra vita di aumentare le nostre dimensioni per svariati centimetri, e a questa mutazione diamo una grande importanza. Ma non ci accorgiamo di come nel frattempo le nostre aspirazioni si restringano: a otto anni siamo degli Dei, a sedici ancora ancora rivoluzionari, riformisti a trentadue, rassegnati a sessantaquattro. Che ci succede?

Il fatto è che più cresciamo, più viaggiamo e conosciamo luoghi e persone, più saggiamo la complessità del mondo, che da bambini abbracciavamo in pochi essenziali ragionamenti. Man mano le moltitudini diventano liste d'individui, con nomi, cognomi e convinzioni, spesso più forti e radicali delle nostre. È incredibile quanti individui si aggirino per le strade oggigiorno. Gente complessa, irriducibile ai sondaggi. Date un'occhiata ai blog: una moltitudine di liberi pensatori, chi se l'aspettava? Non erano gli anni della piatta omologazione? Tra un po' li rimpiangeremo.

Così, se penso a questo anno di Movimento, vedo che l'unico progresso apprezzabile è la quantità di persone che ho conosciuto. E questa città che pensavo di conoscere, ora la capisco forse dieci volte meglio. Ma so anche di essere dieci volte meno importante di quello che credevo un anno fa.
E se un anno fa speravo di avere una folla dalla mia parte, ora mi rendo conto di come sia un'impresa anche soltanto convincere una persona, e mi chiedo se mi sia mai successo veramente, se io abbia mai davvero convinto qualcuno di qualcosa. Direi di no.
Dedicato a Madame – che condivide i miei centimetri (e poco altro?)

a gara intorno
Ogni cosa sorride; invidia tace,
Non desta ancora ovver benigna; e quasi
(Inusitata maraviglia!) il mondo
La destra soccorrevole gli porge,
Scusa gli errori suoi, festeggia il novo
Suo venir nella vita, ed inchinando
Mostra che per signor l'accolga e chiami?
Fugaci giorni!
...

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