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mercoledì 12 maggio 2004

Ciao, astensionista.

Sì, dico proprio a te. Ricordi?
No, probabilmente no. È passato così tanto tempo, e abbiamo avuto così tante cose da fare. Tante proteste, tante marce, tanti scioperi, tante riunioni. Così magari stasera sei stanco, stressato (è un brutto periodo), vai su Internet, e c'è uno che ti dà dell'astensionista. Ma come. Ma perché. Ma in che senso.
Scusa, hai ragione. È che io sono un po' malato. Come... hai presente il protagonista del Signore degli Anelli, quello che ha una ferita che gli duole una volta all'anno? Ecco. Così, per 364 giorni all'anno io sto relativamente bene. Mi vedi anche in giro, ai cortei, alle assemblee, ci salutiamo.

Tutto regolare, insomma. Ma poi c'è quel giorno in cui mi duole la ferita, e il mondo mi sembra informe e grigio. Quel giorno non vedo più volti amici, e neanche il tuo mi sembra amico. In quel giorno tu sei, e resti, l'astensionista.

Quel giorno è il 13 maggio, da tre anni in qua.
Tre anni fa - non te lo ricordi - si votava il futuro di questo Paese. Tu ti sei astenuto, e hai mandato Berlusconi al governo. Sì. Sei stato tu. Provami il contrario, se ci riesci.
Sei stato tu, e il bello è che lo sapevi. Conoscevi perfettamente Berlusconi e il berlusconismo, eri un vero esperto. Sapevi chi era e cos'avrebbe fatto. Magari potevano sfuggirti i dettagli, il digitale terrestre piuttosto che la Cirami, ma il quadro d'insieme ti era chiaro. E lo hai accettato. Perché? È da tre anni che mi chiedo il perché.

La risposta che di solito mi davo è: perché sei un duro, tu. Perché non cedi ai compromessi, tu. E non ti turi mai il naso: guai. E t'invidiavo anche un po'. Tutta questa forza, questa dirittura morale, com'è che tu l'avevi e io no? Com'è che io avevo paura per le scuole, la giustizia, la sanità, l'informazione, e tu no? Com'è che io avevo paura per il futuro (anche nel senso del mio futuro piccolo piccolo), e tu no?

Poi è passato il tempo: Berlusconi si è impegnato a confermare tutte le peggio ipotesi su di lui. Ci ha anche aggiunto una sequela di gaffes incredibili, un tocco di surrealismo non del tutto prevedibile (e che ci ha aiutato a convivere con lui, in fondo). E intanto, tu, cosa facevi?

Mi riempivi la mail di invettive indignate contro la Cirami, la Gasparri, la Moratti. M'invitavi alla manifestazione, al corteo, allo sciopero. In fondo, lo devo anche a te se mi sono dato un po' da fare, in questi anni. Se non fosse stato per la tua forza d'animo, il tuo coraggio, la tua coerenza, mi sarei impantofolato del tutto. Invece sono qui, povero ma bello, nervoso, scattante. Che dire: grazie.
Tu continui a trovare nuove pietre di scandalo. Ma lo sapete che la Moratti voleva abolire Darwin dalle scuole medie? Ma lo sapete che volevano abolire l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori? Ma lo sapete che per loro il peer to peer è peggio della tortura? Ma lo sapete che la legge sulla fecondazione assistita è il ritorno al Medioevo? Ma lo sapete che il digitale terrestre è una truffa? Eccetera, in ordine sparso. Se non ci fossi tu che tieni il conto. Davvero, bisogna solo ringraziarti per la tua energia, e qualsiasi altro giorno lo farei.

Ma domani è il tredici maggio, e il tredici maggio io vedo solo grigio e nero, e il nero sei tu. Sei tu che hai votato Berlusconi. Sei tu che hai voluto la Cirami, la Gasparri, la Moratti. Sei tu che mi hai messo in questa merda.

Io però non ce l'ho con te. Dico, non si può tenere il broncio per tre anni. È andata così, inutile recriminare. E insomma, astensionista, come stai?
La famiglia, bene?
E il lavoro?
Io? Beh, lo sai, un lavoro l'ho perso, ma pazienza. Io un lavoro lo trovo quando voglio. La famiglia è un po' in ritardo, naturalmente. Ma ci arriveremo. Tanto ormai il peggio è passato, no? Si vede la luce in fondo al tunnel. Ora un primo scossone con europei e amministrative. E poi, tra due anni, si vota compatti, vero? Massì, lo sai anche tu che voteremo compatti. Mica perché te lo ha ordinare un Bertinotti. Mica perché ti ha supplicato un Fassino. No. Tu resti un uomo tutto d'un pezzo, non ti fai ordinare ne supplicare da nessuno. Ma voterai compatto. Perché?

Era tutto previsto. Era previsto che ti astenessi nel 2001, perché eri stanco dell'Ulivo al governo. Ed è prevedibile che andrai a votare nel 2006, perché anche l'indignazione permanente ti ha stancato.
Nel frattempo, il tuo omologo speculare - l'astensionista di destra - si sta già preparando a cambiare le sorti del Paese, non andando a votare per Berlusconi (o Fini) nel 2006. Perché malgrado tutte le promesse, Berlusconi dopo un po' stanca. Anche se abbassasse davvero le tasse, stancherebbe ugualmente, come stanca qualsiasi prodotto, anche il detersivo che lava più bianco: bisogna provare qualcos'altro.

Così, comincio a pensare questa cosa di voi astensionisti: che lo stimolo che vi permette di cambiare il futuro dell'Italia (compresa il mio) non sia la vostra indiscutibile integrità morale, ma una più borghese propensione ad annoiarsi in fretta. L'alternanza è questa: la possibilità di cambiare canale, anche solo per vedere cosa c'è. Peccato che si possa cambiare solo ogni cinque anni. Ma se si votasse tutti gli anni, probabilmente ogni anno avremmo una maggioranza diversa. Sarebbe divertente, no?

Questa è l'alternanza. Questa è la democrazia. Un'enorme intelligenza collettiva che non sa che strada prendere ma deve pur stare in piedi, e si sostiene basculando sulle solite posizioni: dest', sinist', dest', sinist'. Perché improvvisamente nel maggio 2004 si sono scoperte le torture ad Abu Ghraib? Perché le informazioni sono fuggite proprio oggi? Perché il pachiderma, dopo essersi spinto un po' troppo a dest', sente il bisogno istintivo di riequilibrarsi a sinist'. Ancora un colpetto, fuori Blair, fuori Bush, viva l'Onu, e poi ricomincerà il movimento verso dest'. Uno, due. Uno, due.

Tutto questo, a prescindere dalle ideologie. A prescindere dalla Ragion di Stato. A prescindere dal fatto che la guerra sia stata una cosa buona o una porcata. Molto più semplicemente, Bush ha stancato. Berlusconi ha stancato. Non per i danni che hanno fatto, ma perché li hanno già fatti, e adesso vorremmo vedere qualcosa d'altro. Qualcosa di completamente diverso, se c'è. (Se non c'è, ci accontentiamo di Kerry e Prodi, l'importante è cambiar canale).

Ecco, sarà perché vedo grigio, ma secondo me tu sei un po' così, astensionista. Ce l'hai tanto col padrone delle Tv, ma alla fine in politica ti comporti da telespettatore. Tutta la tua famosa forza morale, la eserciti solo pigiando il telecomando. E il bello è che puoi pigiarlo una volta sola ogni cinque anni.

Tre anni fa io ti chiedevo per pietà di non far vincere Berlusconi. Ti chiedevo di pensare anche al mio futuro, ma non al sole dell'avvenire: al futuro quotidiano della gente come me. Un pensiero molto egoistico, prepolitico, forse. Io avevo paura di piccole cose private, tu avevi paura di ritrovarti per altri cinque anni davanti alle repliche di Prodi e D'Alema. No, non ce l'ho con te. Tanto più che dobbiamo essere uniti, ora.
Ma per un giorno, un solo giorno all'anno, quando il cielo si fa grigio e questi tre anni sembrano solo un incubo assurdo, questa cosa te la devo dire, astensionista. Devo dire quel che penso di te. Devo dirti che sono d'accordo, quando dici che Berlusconi non è il vero problema. Hai perfettamente ragione, come al solito.
Il vero problema sei tu.

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