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martedì 20 settembre 2005

- 2025


Il pericolo Giallo

Caro Leonardo

Come ti stavo dicendo: trovandosi a scegliere tra una catastrofe planetaria immediata e una nel medio-lungo termine, gli usastri fecero la scelta più ragionevole, cartesiana, occidentale: spassiamocela finché possiamo, e amen. Cercando di limitare le disgrazie, e magari di profittarne. Per esempio: le città sulla linea costiera si potevano trasferire nell'entroterra nordamericano, che è ben spazioso; agli uragani occorreva fare il callo, magari modificando un po' l'edilizia popolare, passando finalmente (secondo l'esempio europeo) dalla baracca in legno alla baracca in cemento. (E qui, pensa che pacchia per costruttori e immobiliaristi! Che meraviglioso fioccare di opportunità, un po' come dopo in Europa dopo qualche bombardamento a tappeto…) Altro cemento occorreva poi per imbrigliare in robuste dighe il Mississippi, nemico interno, che rischiava di invadere di acquitrini proprio il centro del Paese: dopodiché, tutto sommato, lo scenario non era dei peggiori. Il riscaldamento non avrebbe avuto troppi danni sull'agricoltura, il che era ottimo, perché nel giro di pochi anni il prezzo dei cereali sarebbe salito alle stelle negli altri Paesi allagati. Insomma, non tutti i mali venivano per nuocere…

Ma quando ti dico, Leonardo, che "gli usastri fecero la scelta più ragionevole", non vorrei che tu iniziassi a fantasticare paranoicam a un pomeriggio in cui un uomo, o più uomini (e magari anche qualche donna), bianchi e protestanti (ma anche un po' neri e cattolici) si riuniscono in una stanza (magari Ovale) a confrontare costi e benefici e concludere: "Ok, continuiamo pure a riscaldare l'atmosfera". No, decisioni di qsto tipo sono troppo importanti per essere prese in modo consapevole. In generale, l'idea di prendere decisioni ad alto livello in modo consapevole e razionale era considerata sorpassata in quei giorni. Come si diceva in quei tempi, in una lingua morta: laissez faire. Come il Debito Pubblico, anche il Riscaldamento Globale era diventato abbastanza grande per badare a sé(*).

La scelta degli usastri (o meglio, la loro non-scelta) poggiava però su un difettoso postulato: che ciò che andava bene per gli Usa sarebbe andato bene anche a tutti gli altri, volenti o no. Ma pur essendo di gran lunga i più potenti, e i maggiori responsabili dell'emissioni di Co2, gli usastri non erano l'unico impero sulla faccia della terra. Ce n'erano altri. I gialli, soprattutto. O cinesi, come preferivamo chiamarli, in quei tempi più gentili.
(O anche rossi, per via della loro religione).

A proposito di religione: è proprio vero che nessuno è profeta in patria. Lo disse per primo un nazareno che fece poi fortuna a Roma, a Mosca, finanche a San Francisco, ma è tuttora assai poco popolare a Nazareth. Come Buddha, che trovò la sua India in Tibet e in Giappone; Mosè stesso era un rinnegato egiziano. Ma l'esempio clamoroso è probabilm quello di Marx e Lenin. Si sarebbero mai immaginati, il filosofo tedesco e il rivoluzionario russo, che il loro destino era quello di fondare una quarta grande religione monoteista con capitale Pechino? Domanda stupida: un pescatore ebreo-palestinese chiamato Pietro poteva immaginarsi il cupolone di Michelangelo? E poi se la menano con le radici: ma cosa c'è di più contorto di una radice? Il marx-leninismo cinese è una tra le mille assurdità della storia. Tutto ciò che irrazionale è reale: ogni impossibilità è tale finché non si realizza. Eccetera eccetera.

La Repubblica Popolare Cinese è tuttora un robusto Stato teocratico; il potere è in mano a una casta sacerdotale che stila piani quinquennali e fucila gli eretici. E dire che a un certo punto sembrava quasi sul punto di occidentalizzarsi... Quando la Cina entrò nell'Organizzazione Mondiale del Commercio, i guru festeggiarono: l'opinione corrente è che attraverso i buchi praticati per il commercio, le libertà occidentali sarebbero filtrate all'interno. Laissez faire. Laissez transpirer. Cazzate.

Si vide presto che la libertà non passava – ostruita da tonnellate di merci a prezzi stracciati, destinate a far saltare il banco mondiale dei diritti dei lavoratori. Dai fori uscì piuttosto una gelida brezza che trasportava perniciosi germi teocratici. Fu l'Occidente a orientalizzarsi, piano piano. Per contrastare la manodopera a prezzo irrisorio occorrevano Stati forti e gelosi delle proprie merci. Per avere Stati forti servivano ideologie forti. Siccome il comunismo in occidente era ormai irrecuperabile, non si trovò niente di meglio dei cari vecchi monoteismi tradizionali. E si videro così certe vecchie cariatidi ultraliberali, reduci da decenni di sermoni sulla fine delle Ideologie, accodarsi improvvisam sulla via di Damasco, riscoprire in un botto la Fede in Dio e nei suoi comandamenti, battezzarsi e bisbattezzarsi, ungersi e consacrarsi… troppo tardi, forse.

Anche i gialli avevano comunq i loro bravi problemi. Due, principalm: il riso e il petrolio. Due fonti energetiche indispensabili. Peccato che l'una escludesse l'altra.
Per alimentare il proprio sviluppo, la propria rivoluzione permanente, ogni anno la Cina importava dosi sempre più massicce di greggio. (Qsto, per inciso, stava già facendo lievitare i prezzi in tutto il mondo, e soprattutto in quei Paesi sciocchissimi in cui le merci viaggiavano principalm su gomma). Nessuno glielo impediva. Tutti riconoscevano il diritto dei gialli a liberare dosi sempre crescenti di diossido. Persino quel famoso Protocollo che comunq nessuno rispettava.
Intanto però i raccolti di riso calavano. E calavano a causa delle piene, dei tifoni, degli uragani. Cioè, in pratica, del Riscaldamento Globale.

Ora, mentre gli usastri avevano 'lasciato fare' alle lobbies, e le lobbies avevano mandato in vacca il consenso scientifico a furia di finanziamenti, i gialli, nella loro loro rigidità monoteista e vagam razionalista, continuavano ad avere per la Scienza un certo deferente rispetto. Se la maggior parte degli scienziati nel mondo continuava a collegare l'effetto serra alle carestia di riso, il Partito Comunista Cinese ci credeva. E prendeva le misure. Per questo era stato creato, no? per pianificare.

Per i mandarini del Celeste Impero Comunista si trattava di scegliere tra due opzioni: o comprare cereali dagli usastri, o trovare fonti di energia alternative per lo sviluppo industriale di un miliardo e mezzo di persone. E sì, possiamo anche fantasticare su cosa sarebbe successo se qualcuno di quei mandarini avesse avuto una passione per i popcorn. La Storia ci dice però che il Partito optò per la seconda soluzione: sostituire il petrolio con qualcosa di più pulito, possibilm made in China. Ma cosa?


(*)Qui c'è un probabile riferimento a un motto celebre di un Presidente usastro: "Il debito pubblico è abbastanza grande per badare a sé stesso", o qlcosa del genere.

3 commenti:

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