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venerdì 7 ottobre 2005
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L'uomo d'acciaio
Bene, Leonardo.
Fin qui, la storia delle tue disgrazie non disvela nessun Complotto Planetario. Nessun Grande Vecchio, niente Stand Behind, terzo o quarto livello, eccetera. Solo un immane caos provocato da gruppi dirigenti mal selezionati che cercano goffam di mettere pezze a guai più grandi di loro. Questo è il succo della Storia. E quando dico Storia sto pronunciando la S maiuscola, si sente la S maiuscola?
A questo punto però bisogna cominciare a stringere. Banalmente, ti serve un nemico. A chi non serve. Un catalizzatore per la tua troppo giusta rabbia. Un faccino da appendere al bersaglio delle freccette. Qlcuno da maledire la mattina presto. Bene, siamo qui apposta.
Chiamiamolo Tom. Classe '62, nato sulla East Coast, famiglia di remoto ceppo celtico che trottola per tutto il Nordamerica durante la sua infanzia: Canada, Kentucky, New Jersey. Il bambino è ambidestro, un po' dislessico (un disordine bilaterale?) e cerca Dio: a 14 anni entra in un seminario francescano. Ci resta un anno, poi ha un ripensamento: diventerà attore. Una buona idea. Di lì a poco un suo mediocre collega s'insedia alla Casa Bianca, eloquente segno dei tempi.
Tom non è certo il migliore talento maturato col metodo Stanislawskij, ma ha un faccino da schiaffi estremamente plastico, che gli porta una gran fortuna: ruoli da bulletto-che-diventa-una-persona-seria, nominations, soldi a palate. Nel frattempo è entrato in una setta teo-tecnologica che lo ha guarito, sostiene, dalla dislessia; e soprattutto lo tiene lontano dall'uso smodato di stupefacenti, che è un po' la tassa sullo star-system. Così, dalla fine degli anni Ottanta in poi, Tom è un ometto ricchissimo e libero di fare e pensare ciò che vuole, senza dipendenze da nessuna sostanza tossica e con una tecno-setta di fanatici a sua disposizione. Una posizione del genere è più rara di quanto non si pensi.
Siccome nei vent'anni successivi continua a mietere successi commerciali a palate; siccome nel frattempo riesce a divorziare dall'attrice più bella del mondo e a imbarazzare i benpensanti coi suoi interventi in difesa dei tecno-fanatici, a nessuno viene da sospettare che Tom sia in realtà un'intelligenza del tutto fuori dal comune. È un segreto, quello del suo IQ, perfettamente custodito dietro l'inossidabile faccia da schiaffi, che 25 anni d'onorata carriera riescono appena a scalfire.
In realtà, mentre viaggia da un set all'altro, da una sparatoria in motocicletta a una guerra si samurai a un'invasione marziana, Tom sta maturando una profonda ansietà per le sorti del pianeta. Sta andando tutto a puttane e sembra che non interessi niente nessuno. Washington è in mano a buffoni che a Hollywood non passerebbero un casting da figuranti. Il mondo si surriscalda, si sovrappopola – sei miliardi di persone che si stringono le spalle e si considerano troppo piccole per contare qualcosa. Tom non la pensa così.
Tom non è piccolo: è ricco ed è potente. Una piccola curiosità: ti ricordi il Grande Revival dei Supereroi? A cavallo del secolo l'inaridimento della creatività collettiva aveva fatto sì che i soggettisti di Hollywood cominciassero a ripescare qualsiasi vecchio personaggio dei fumetti, meglio se totalm improbabile. L'Uomo Ragno, i Fantastici 4, il terribile Hulk… Tom non aveva voluto partecipare a nessuno di questi progetti strampalati. Ma per molti anni aveva chiesto per sé il ruolo di Iron Man.
Iron Man, te lo ricordi? E adesso spiegami: per quale motivo un attore dovrebbe avere una passione per un personaggio assolutam secondario come Iron Man – che oltretutto, nelle scene d'azione, è totalmente nascosto in una maschera di ferro? Che senso ha? Come si fa ad amare un personaggio così?
Ma Iron Man, se ti ricordi, ha una doppia identità. Nella vita di tutti i giorni è un multimiliardario. Nessuno sa che i suoi soldi sono tutti impegnati nello sforzo di aiutare gli Uomini. Hai capito l'immedesimazione? Tom si sente l'Iron Man. Da anni sta lavorando di nascosto per salvare il genere umano da sé stesso. Proprio come in quel fumetto assurdo che leggeva da ragazzino.
Naturalmente, nella realtà Tom non va in giro in un'armatura di ferro a combattere il male. I suoi metodi sono molto più sottili. Chi sorride del suo impegno nel difendere la setta tecnoreligiosa non può sospettare nemmeno della posizione di potere assunta da Tom nella setta medesima. Di lì a poco ci sarà una scissione – al termine della quale Tom avrà praticam un culto tutto suo, con un sistema ramificato di chiese e comunità di adepti in tutto il mondo – senza che nessuno riesca nemmeno a immaginare che il Pontefice Massimo è lui, Tom, quella simpatica faccia da schiaffi. Nel frattempo lui fa un po' di politica a tempo perso, per uno dei due grandi partiti americani. Uno qualsiasi, tanto ormai.
La comparsa delle 19 piramidi d'Antartide – e il relativo crollo di sfiducia nei confronti dei culti tradizionali – segna il trionfo di Tom: per i suoi mistici non è poi così difficile riscrivere i testi tecno-sacri in modo da dare una spiegazione *ragionevole* al ritrovamento archeologico: molti born again delusi passano al suo culto..
Tom ha vinto, ma non vuole stravincere. Sottrarre adepti a un altro culto non rientra nelle sue priorità: lui vuole salvare il mondo da sé stesso: ne più ne meno. È lui – o perlomeno, una task force di soggettisti e sceneggiatori pagati da lui – a proporre a una Commissione segreta del Congresso il progetto Rapture: rapire nottetempo una discreta percentuale di uomini giusti e trasferirli in un paradiso artificiale a basso consumo energetico. Prego di notare la differenza: i Born Again si limitavano ad aspettare la Rapture: Tom decide di attuarla. Si sostituisce a Dio. Pensa di averne il diritto, o meglio: il dovere. "Il tempo è fuori squadra! o maligno destino che a me sia toccato di nascere per rimetterlo in sesto!", come diceva il collega Mel Gibson in un film di Zeffirelli.
Tom ci pensa da anni. Se sono Dio, se esserlo è mio preciso dovere, per il bene della collettività, come posso garantire all'uomo il suo agognato paradiso? Questo è stato il rovello di Tom per diversi anni. L'illuminazione decisiva fu un classico caso di serendipità – era andato in un multisala a guardarsi ma aveva sbagliato sala, ed era rimasto invischiato in una piccola produzione spagnola, assurda.
Il film aveva dei tempi tutti sbagliati – come ogni film europeo che si rispetti – e cominciava con il solito figaccione faccia-da-schiaffi, un ruolo in cui Tom non poteva non immedesimarsi. A un certo punto, però aveva iniziato a sentirsi molto inquieto, perché il figaccione veniva coinvolto da una ragazza gelosa in un terribile incidente in cui la sua bella faccia veniva orrendam mutilata.
Il film proseguiva poi in un modo veram insolito. Tom rimase ipnotizzato, lo vide quattro volte di seguito. Vuoi per i ritmi europei tutti sbagliati, vuoi per la protagonista, una chica niente male, vuoi per la storia assurda. Sulle prime prese questa fascinazione per istinto artistico: acquistò i diritti del film e cercò di rifarlo in maniera decente. Chiamò a Hollywood la chica perché reinterpretasse la parte; ci andò d'accordo, ci andò a letto, forse alla fine era solo amore? Il film andò così così, gli fruttò appena venti milioni di $. Ma tutti lo presero per un capriccio da attore-produttore. La storia di un figaccione che perde la faccia in un incidente; si mette una orribile maschera (di nuovo la maschera!); ma poi forse non è successo niente, forse è tutta un'immaginazione, forse vive in un universo tutto suo che aspetta solo un suo cenno per scomparire; forse è stato ibernato un secolo prima e vive le sue fantasie d'onnipotenza in uno stato di sospensione animata. Forse può aprire gli occhi alla fine del film. Forse no.
Che razza di storia, eh?
Ma tu, che c'entri?
Pedala, ora ti spiego.
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