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giovedì 5 luglio 2007

nato ieri

I misteri di Daniele C.
(Scusi, lei dov'era negli anni Novanta?)

Quest’uomo lo conoscete tutti, o meglio credete di conoscerlo.
Fa politica e fa tv, è stato opinionista nel partito di Chiambretti e segretario politico nel palinsesto di Pannella. Con quest’ultimo di recente ha litigato, ne avrete sentito parlare. Perciò ieri (4 luglio) ha fondato un nuovo partitino Network neoliberale, con poche idee ma molto chiare. È pragmatico, è giovane, sa comunicare, e si guarda in giro, senza preconcetti: centro-sinistra, centro-destra, centro-quel-che-c’è, centro-basta-che-respiri. Quest’uomo è Daniele Capezzone. Voi pensate di conoscerlo, e invece no.

Quest’uomo è un mistero.

Voi sapete quanto sia ricco d’informazioni d’ogni tipo il web 2.0. E forse sapete anche come in questa foresta d’informazioni e comunicazioni più o meno pervasive e spesso inutili, i radicali italiani costituiscano un cespuglietto non grande, ma inestricabile. Nelle italiche boscaglie essi sono riconoscibili da lontano per il fitto intrecciarsi di link e blogroll, per la tendenza a scriversi addosso all’infinito, quasi che temessero di perdersi o scomparire appena mettono punto. Un’ansia che capisco fin troppo bene, ma qui non si parla di me.

Si parla di Capezzone. Anche lui scrive e comunica molto. Ma quasi mai di sé stesso.
In questo non c'è nulla di male, anzi, il saper sfoggiare altri argomenti a parte sé stesso, in generale, è un bene: tuttavia è piuttosto singolare il caso di un uomo politico, pubblico, con un buco di almeno dieci anni nella propria biografia. La sua storia sembra veramente sintetizzabile in questa riga della sua scheda nel sito della Camera dei Deputati: “Liceo classico; segretario del partito radicali italiani”. Di lui si sa con certezza che ha fatto il Liceo – con le suore. Si tramanda anche una battuta ad effetto: “Il problema è che vi sono uscito con il massimo dei voti ed il minimo della fede”. (Sarà per questo che il suo nuovo Network propone di scaricare le rette delle scuole dei preti dalle tasse: non fa una grinza, se i preti insegnanti formano i migliori studenti laici, tanto vale pagare direttamente i preti e chiudere le scuole laiche).
E dopo il Liceo? Nulla: ha incontrato Pannella e tre anni dopo è stato nominato segretario dei Radicali italiani, il più giovane in Italia. Bravo, complimenti, eppure… tutto qui? Possibile che non si trovi nient’altro?

Se Capezzone è del ’72, deve essersi diplomato nel ’91, bombardieri su Bagdad. La sua nomina a segretario dei Radicali è del 2001. Nel mezzo c’è appunto un buco di dieci anni. Dove è stato Capezzone per tutti gli anni ’90? A Roma, probabilmente, ma a fare cosa? A parte presentarsi a Pannella nel 1998, episodio sicuramente importante e decisivo – ma che non deve avergli preso più di una mezza giornata. Ha frequentato Giurisprudenza alla Luiss – senza laurearsi, vabbè. Questo non significa nulla, nemmeno Veltroni è laureato. Nemmeno D’Alema (Berlusconi sì). Ma è possibile che un giovane così dinamico, così pieno di voglia di fare, sempre in giro a rilasciare dichiarazioni, abbia passato dieci anni ad ascoltare Radio Radicale e a studiacchiare legge?

Voglio essere più esplicito: prima di diventare attivista politico e – con uno sprint impressionante – segretario politico nazionale, Capezzone ha mai lavorato in vita sua? Come ha fatto a campare? Non era mica semplice. Non per tutti, almeno.

Il paragone mi viene facile, essendo quasi un suo coetaneo. Io in effetti in quegli anni non sono stato fermo un attimo. Mi sono laureato. Ho fatto il mediatore culturale in Francia col servizio volontario europeo. Poi sono tornato a casa e avevo bisogno di soldi. Ho fatto cose di cui mi vergogno, per esempio intervistavo la gente per strada sui romanzi di rosa (e non biasimo Capezzone se non mette miserie del genere nel suo curriculum). Ho fatto dei corsi, ho lavorato in una specie di dotCom, ho tradotto dei libri. Ho fatto un mega-Concorso statale al termine del quale sono stato assunto dallo Stato, con quasi una trentina di contratti precari in cinque anni. Ho incontrato una ragazza, che ha sciaguratamente accettato di venire a vivere con me, malgrado non avessimo nessuna agevolazione sull’affitto; anzi, lei licenziandosi dal suo lavoro a tempo indeterminato ha perso il suo diritto al sussidio di disoccupazione, in virtù della Legge 30. Anzi, della Legge Biagi. O della Legge-perla, per dirla con Capezzone. L’ha chiamata proprio così: l’unica perla del Governo Berlusconi. La legge 30.

Scusate se per un attimo mi sono paragonato a Capezzone. È chiaro che lui è più bravo di me. Ma quel che provo per lui è un po’ quello che provo per tutti i giovani in politica. Ho la sensazione che abbiano più nozioni di me, ma meno esperienze. Colti, ma nati ieri. Nessuna persona con un po’ di vita vissuta chiamerebbe la legge 30 una “perla”. Nessuno che abbia almeno un cugino, o un amico cocoprò, si permetterebbe. Dicci che è una legge severa, ammortizzabile, dicci quel che vuoi: sei un politico, hai studiato, le parole giuste dovresti conoscerle. Ma non scherzare sui nostri problemi. Non saranno i problemi dei rifugiati in Darfour, ma son problemi.

Lo so che non è giusto prendersela con Capezzone per questo. È vero che l’Italia è piena di politici dal curriculum esclusivamente politico. Rutelli che altro ha fatto in tutta la sua vita? E Fini, e Fassino?
Ma il caso di Capezzone è più curioso, essendo lui un convinto liberale. Non uno alle vongole; lui su questo è serio: vuole tagliare tasse subito, e dare agli imprenditori tutte le ricchezze che si meritano. E se questo significa chiudere il rubinetto al ceto politico, pazienza. In Italia è abbastanza raro vedere queste idee difese da un politico: in effetti di solito gli imprenditori preferiscono difenderle da soli, scendendo direttamente nell’agone politico, come Berlusconi o Montezemolo. Oppure mandare avanti fantocci illetterati, come Bossi o Maroni.

Negli USA è diverso. Laggiù c’è un rispetto tutto particolare per l’intellettuale, e persino gli ultraliberali non vedono nulla di male nel finanziare lobbies di uomini in occhiali e bretelle che passano le giornate a bere caffè in uffici climatizzati, mentre scrivono editoriali su quanto sia prioritario tagliare le tasse ai ricchi. Capezzone è precisamente questo; il problema è che non sta a New York o Washington, ma su un terrazzo di Roma bella. Somiglia a una piccola enclave statunitense in Italia, qualcosa di ancora poco comprensibile.

E allo stesso tempo terribilmente familiare. Capezzone è cresciuto a pane e politica; Pannella lo ha cacciato fuori, e lui che vuoi che faccia? Che altro saprebbe fare? Che altro potrebbe fare, che gli frutti almeno seimila euro al mese? Manco una laurea c’ha, manco il pezzo di carta. Farà un partitino, pardon, un Network. Andrà in tv, pagato da noi, a spiegare che i nostri canali tv vanno svenduti a qualche investitore straniero. Che continuerà a invitarlo in prima serata, si capisce. I miei migliori auguri. Nato appena ieri, e già così tanto più furbo di me.

24 commenti:

  1. sono tutto verde invidia con striature giallo livore

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  2. gran bel post. devo dire che tutto sommato sei stato pieno di carinerie per capezzone. in questa vicenda all'inizio ho pensato che fosse un problema di demenza senile di pannella, ma ora mi arrendo all'evidenza del superego capezzoniano che ha bisogno di essere costantemente nutrito....

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  3. Un anno (credo l'ultimo prima dell'agnizione col Pannella) ha fatto il servizio civile a Legambiente. Mettiamo che i primi due o tre anni a Legge sia stato in pari con gli esami, il buco nella sua biografia si riduce a tre o quattro anni, che fuori corso volano (e in quegli anni mettici pure una qualche depressione - senza la quale qualsiasi CV esistenziale, da qualche secolo a questa parte, non è nemmeno considerabile). Di lavorare non credo abbia avuto mai bisogno, visto che i suoi - se ho capito bene - hanno una avviatissima boutique in pieno centro a Roma; e coi suoi, d'altronde, ancora vive. Mi ricordo che Bordin, a proposito degli entusiasmi capezzoniani sulla Thatcher, diceva roba tipo: Quando sento uno studente della Luiss esaltare la disfatta dei minatori, metto mano al piccone. Ma quanto ai 6000 euro al mese, sono anni che giornali e tv corteggiano il Capez con compensi anche di parecchio più alti; no, non ha bisogno per forza di fare politica per guadagnare quelle cifre. Ormai.

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  4. son d'accordo: ma se non facesse politica, in tv di cosa parlerebbe?

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  5. Beh, non mi risulta che in Italia il politico sia un'attività di milizia, bensì una vera e propria professione. Quindi uno decide di fare una carriera in politica come in magistratura o in banca, tanto per dire. Ovviamente il curriculum inizia a riempirsi solo quando si accede a qualche carica o funzione.

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  6. se non la facesse, appunto, ne parlerebbe (tanto per citare qualche fuoriuscito radicale che ha fatto un percorso del genere: panebianco, teodori...; e lui lo pagherebbero dipiù)

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  7. Io ho aderito al network. Spero rimanga indipendente dalla sinistra e dalla destra, come avrebbe dovuto fare il partito radicale sempre.
    Capezzone, per quanto sia nessuno e nato ieri, mi piace. Mi fido della scelta che fece Pannella. Ecco, mi fido perché Pannella non ce lo vedo a scegliere per aiutare una rete di supermercati, certe banche, tantomeno a fare leggi per salvarsi il culo dai processi. Si, senza esperienza ma con idee che mi vanno bene a partire da quelle sociali radicali fino a quelle economiche. Per questo ho sottoscritto. Speriamo bene.

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  8. Paolo, scusa, ma secondo me stai sperando male.

    Al di là delle idee buone e sbagliate, Capezzone non ha esplicitamente escluso alleanze a sinistra o a destra. La stessa scelta della parola "network" la dice lunga. Le reti si fanno per intrecciare, mica per restare slegati.

    L'enfasi sul neoliberismo a scapito del laicismo suggerisce che per ora il ragazzo guardi a destra, dove la defezione di un onorevole sarebbe molto apprezzata.

    Se comunque ti piacciono le sue idee, ti chiedo di spiegarmi questa cosa: come fa un super-laico in Italia (Capezzone fino a due giorni lo era) a proporre "Credito d'imposta per le spese sanitarie e di istruzione (scuola e università)"? Non è un enorme regalo ai preti?

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  9. Beh, ma per fortuna è arrivato Leo Bixio con iMille, a portare una ventata d'aria fresca nelle aule sorde e grigie della politica italiana, no?
    Un Caffè Letterario oggi, un “aperitivo democratico e repubblicano” domani
    http://www.imille.org/2007/07/le_cose_cambiano.html
    et voilà, avrai già il curriculum più lungo di Capezzone.

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  10. ciao a tutti.

    Premetto che Capezzone mi é, umanamente, simpatico e per questo il mio giudizio sarà sicuramente fazioso.

    Ritengo che il vero male della politica italiana, dal quale capezzone non é certo esente, sia la "distanza" dalla gente comune.

    I politici (di tutti i partiti) sembra non vedano, capiscano, percepiscano come vive, soffre, ama e muore il proprio elettorato.

    Questa difficoltà comunicativa e percettiva (figlia della di una società comunque molto complessa bisogna ammetterlo) fa dire ad una persona, come daniele capezzone (che io ritengo per bene), cavolate simili.

    Ma temo il problema sia generalizzato a tutta la classe politica.

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  11. Leonardo, io non ce lo vedo questo grande regalo ai preti. Il vantaggio è solo per i cittadini che si scelgono la scuola che vogliono, comunque. Cioè, non è che siccome ho il credito d'imposta allora mando i miei figli dalle orsoline. La gente che manda i figli dalle orsoline ce li avrebbe mandati lo stesso. Non riempiranno le scuole cattoliche (o islamiche) grazie al credito di imposta. E poi, scusa, sia io che Moana Pozzi, siamo stati dalle orsoline, ed è per quello che siamo venuti bene. Sono pronto a scommettere, attendo conferma, che ci sia stato anche Malvino.

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  12. Ecco, Paolo, a me viene il sospetto che i preti semplicemente siano più furbi di voi.

    E fammi l'esempio di Malvino. Uno che scrive cartelle torrenziali contro Ratzinger senza perdonargli nemmeno gli accusativi nelle encicliche. Ma se c'è un modo liberale di foraggiare il clero, lui non si tira indietro. Poi fate la predica ai cattocomunisti.

    Giustiziere, questo pezzo è un tentativo di razionalizzare l'estrema antipatia che provo per Capezzone, e che viene molto prima di qualsiasi idea che lui possa avere o comunicare.

    Si potrebbe semplificare così: ha l'aria di un figlio di papà che ha studiacchiato teorie liberali senza lavorare un solo giorno in vita sua; promette leggi per aprire imprese in una settimana ma vive ancora coi genitori. Poi magari non è affatto così: il problema è appunto che ne ha l'aria. E' una questione di comunicazione.

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  13. Comunque Capezzone sposta un voto alla Camera, dove non conta niente.

    Dieci minuti di applausi per il passaggio sulla "perla" della legge 30. Io spero sempre che questi signori si trovino a doverla spiegare a quelli della mia generazione che non evadono le tasse....

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  14. Splendido post, complimenti, lo inoltrerò a Daniele che, ne sono certo, ci mediterà sopra a dovere. Anch'io glielo dico sempre, ma a modo mio: "Danie', sei legnoso e perfettino. E fàlla 'na scoreggina, ogni tanto. Tocca il culo alle ragazze, eventualmente la patta ai giovanotti. 'Nsomma, non dico il "troppo umano", ma almeno l'"umano"!" E lui? E lui, 'sti cazzi. Mi guarda da sopra le lenti degli occhiali manco fossi una birba, serra le labbra, scrolla la testa e ripiglia a scrivere, a scrivere, a scrivere... Comunque, sulla faccenda della furbizia, dei cazzi propri, del gesuitismo, ecc., io gliel'ho messa su limpida più d'una lastra di marmo - gli ho detto: "Danie', compòrtati male con me e ti butto l'acido in faccia. Con la faccia ridotta come una scultura di Burri voglio vede' 'ndo' vai!".
    E tant'è.

    [Malvino]

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  15. Dimenticavo: m'ha risposto "non ce prova'!".

    [Malvino]

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  16. Infatti, Leo, il problema è che alla fine la questione si riduce a questo: non la scelta tra diventare l'ala destra di Mussi o il bargiglio sinistro di Veltroni, ma dimostrare che tu ce l'hai più lungo di Capezzone (perché tu non sei un politico politicante ma vieni dal mondo del lavoro, cribbio), di Citati, etc.
    Non sono dei post, è penis enlargement (con la stessa efficacia, presumo, ma sono - appunto - cazzi tuoi).

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  17. Se sei un fallito, perchè te la prendi con Capezzone? Lui in qualche maniera ce l'ha fatta e tanti tuoi coetanei "credono" in lui. Lascia in pace la gente, trasferisciti all'estero oppure suicidati.
    Io sto optando per il suicidio.

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  18. per capire quanto è cretino Capezzone basta osservarlo nel contraddittorio con Travaglio ... ove viene correttamente definito replicante di Sgarbi ... è un arrogantello asservito al padrone del momento .. niente di più niente di meno ...

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  19. ... scusa medo che sputi merda su Leonardo .... sostenendo che capezzone in qualche modo ce l'ha fatta .... ma per te il criterio di giudizio sulla bontà di un elemento è " se in qualche modo ce l'ha fatta " ... anche Riina in qualche modo ce l'ha fatta per 40 anni ha comandato un organizzazione che costituiva il 7-8% del pil italiano ... se per te il criterio generico è 'in qualche modo ce l'ha fatta ' allora è sostenibile anche che Riina è un grande .... un suggerimento .. cerca di essere meno approssimativo..

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  20. Capezzone ha capito tutto su come funziona in italia. E' un genio!
    L'importante è che non abbia ucciso nessuno, per dire, per ricoprire tali importanti ruoli oggi. Se non è un criminale e "ce l'ha fatta" lo stesso, allora è da ammirare per la furbizia. Si sa, però, che ci vuole anche fortuna nella vita, se no non vai da nessuna parte...

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