Solo per distrazione ho accettato quest'invito
Ma io, ma voi, quando avevamo 17 anni e suonavamo in un garage, con tanta voglia di sfondare nel glamuroso mondo del rock (che ai miei tempi era impersonato da biondi striduli in stivali di pelle) ma anche molta integrità artistica (impersonata qualche mese dopo da depressi in camicie di flanella); ma io, ma voi, ci saremmo andati ai provini di X-factor? Se avete i miei trent'anni-e-rotti la risposta è no, perdio, no.
E questo è interessante. Cosa sta succedendo ai ragazzini? No, non ai tamarri e vari gangstarappa, cosa sta succedendo al nerbo morale di ogni generazione, ovvero i ragazzini che suonano nei garage? Ai miei tempi l'ipotesi provino televisivo era impensabile. Era anche impossibile, non esistendo i talent show; ma se fossero esistiti li avremmo incendiati, a causa di quella rigida compartimentazione socio-generazionale per cui da una parte esisteva il mondo dei vecchi, con il loro Sanremo, poi esisteva il mondo dei giovani stronzi, con le loro radio gommose e impasticcate; e infine il mondo vero, quello della musica vera, perlopiù d'importazione; e in Italia era rappresentato da pochi gruppi che in tv ci potevano finire soltanto in un attimo di distrazione dei produttori, come i GazNevada al Festivalbar.
Ma basta parlare di noi, generazione insulsa. Parliamo dei ragazzini. I Bastards Sons Of Dioniso. Non sono la cosa migliore che sia capitata alla tv di Stato negli ultimi, non so, tre, cinque, dieci anni? E com'è potuto succedere? Dev'essere stato un attimo di distrazione, anche stavolta.
Il format del programma non lo prevedeva. Tutto sommato Xfactor aveva tutte le premesse per diventare il solito carrozzone. Se si è rivelato un bel programma, è stato per una serie di (s)fortunate circostanze.
La prima circostanza è la decisione (suicida) di lanciarlo contro il Grande Fratello, nella speranza che il timido successo dell'anno scorso segnasse l'inizio di un nuovo trend, l'alba del talent-show di qualità nel tramonto dei reality tamarri. Errore. Come se la gente si fosse stancata di Berlusconi semplicemente perché fa lo stesso personaggio da 15 anni. Macché, chi guarda GF ha continuato a guardare GF. Ma questo ha fatto sì che intorno al programma concorrente si creasse un pubblico un po' diverso da quello che all'inizio ci si aspettava; uno zoccoletto duro di gente non proprio giovane (35 in media), non proprio meridionale (Veneto e Trentino), non proprio defilippizzata. Uno zoccoletto che ha perso quasi tutte le sfide auditel, ma che ha ottenuto un piccolo successo: è riuscito a rendere migliore il programma che guardava.
Raramente in tv questo succede: di solito da una parte del video c'è chi prepara la sbobba, dall'altra chi la mangia e zitto. Stavolta il solito carrozzone è diventato nel tempo uno spettacolo del tutto dignitoso. Merito (mi costa parecchio dirlo) del televoto, che ha impallinato deliberatamente i concorrenti che il pubblico di Maria o del GF avrebbe portato in finale; e ha prolungato la permanenza davanti ai riflettori di personaggi che in tv potevano finirci solo per un incidente di percorso: un quartetto di artisti dalla Patagonia, un trentottenne con due figli, un trio, boh, diciamo garage-prog-punk della Valsugana.
A un certo punto persino i membri fissi del carrozzone hanno iniziato a rilassarsi senza perdere la concentrazione, come succede quando hai la rara esperienza nella vita di lavorare in un gruppo che funziona. Non è che siano diventati improvvisamente migliori. Non è che Morgan abbia perso di vista il suo ego, che la Ventura abbia imparato di colpo l'educazione, che in Facchinetti sia maturato un presentatore professionista. Ma a un certo punto tutti i difetti hanno quagliato: le digressioni di Morgan avevano un senso (era l'unico giudice a prendere il suo ruolo un po' sul serio), Facchinetti ha preso un ritmo che Maria se lo sogna, persino la Ventura si riusciva a seguire. Questo è interessante. Significa che la tv italiana potrebbe diventare migliore in qualsiasi momento; basterebbe saper mescolare meglio ingredienti che nella sbobba ci sono già, non valorizzati, o in dosi sbagliate. E fare entrare nella scatola artisti veri, non pescati dalle file di tele-maniaci che bivaccano davanti ai cancelli dei provini; guardare appena appena qualche metro più in là, dove c'è gente meno omogeneizzata, come i Bastardi. Ma sarebbe tutto inutile se i Bastardi non si fossero fatti trovare. E questo ci fa tornare al punto di partenza: che ci fa un gruppo rock a Xfactor?
La seconda circostanza fortuita che ha determinato il loro successo è l'annoso problema dei gruppi vocali. In Italia non funzionano, pare (ma perché, nel resto del mondo sì? I Manhattan Transfert riempivano gli stadi? Boh). Il format di Xfactor prevede che una delle tre squadre sia composta esclusivamente di gruppi vocali: gente per lo più brava, che in tv fa anche la sua porca figura, ma difficilmente vende dischi qui da noi. Com'è successo a quelli che hanno vinto Xfactor l'anno scorso (no, non ha vinto la Ferreri, no).
Quest'anno la selezionatrice dei gruppi vocali era la rappresentante del malmostoso mondo discografico, Mara Maionchi, che piuttosto di mandare al macello altri gradevoli Quartetti Cetra ha deciso (anche lei sorpresa in un momento di grazia) di puntare sui gruppi normali. Quelli che a Xfactor in teoria non avrebbero potuto partecipare, perché nel carrozzone è vietato l'uso di strumenti, si canta sulle basi e punto.
E così dal Trentino ti spuntano questi tre ragazzini ancora imberbi, un power trio con una caratteristica curiosa: cantano tutti e tre, armonizzando. Oddio, ci provano. Stonano anche, ma in birreria ci sta. Hanno un nome impossibile che la Maionchi, orgogliosamente anglofoba, non riuscirà a pronunciare per tutto il corso del programma. Questi al primo provino non sapevano neanche perché ci fossero andati. Nella possibilità di arrivare in tv ci credevano così tanto che, una volta promossi al secondo livello, di fronte alla Maionchi allibita che aveva chiesto qualcosa d'italiano, sfoderarono un testo medievale. Lei smadonnò un po' ma poi li prese lo stesso. L'episodio secondo me è sintomatico. I giovani stanno cambiando. Anche la tv.
La tv più per disperazione che per altro. Chi ha lanciato i reality truzzi può anche turarsi il naso e proseguire, ma gli altri ormai sono costretti a cercare qualcosa di diverso. Qualsiasi cosa. Anche un trio rock della Valsugana che fa roba medievale, chi lo sa ormai cosa piaccia alla gente. Si aprono prospettive interessanti.
E i giovani. Beh, i giovani chi li capisce. Anche quelli che suonano nel garage; il rock è più o meno sempre rock, i garage non saranno molto diversi dai nostri, ma i giovani sì. Io alla loro età rifuggevo la tv, e il mainstream, come la mosca sociopatica rifugge la zuccherosa carta moschicida. Ai miei idoli di allora bastava poco, un contratto con una major, un video troppo programmato, per trasformarsi in odiosissimi “venduti”. Per i Bastards questo discorso non vale più, non sembra neanche mai esistito: hanno preso tutto con una leggerezza e un'allegria che ha contagiato tutti.
Si sono sottomessi senza fiatare alle coreografie più umilianti; siccome nel cervello della discografica l'operazione “Rock”+”Italia” dava immancabilmente come risultato “45 giri evergreen degli anni Sessanta” questi nati a fine Novecento si sono dovuti mettere indosso i pezzi di Rokes e Dik Dik, altro che musica medievale: come se al giovane Vasco qualcuno avesse chiesto facci Nilla Pizzi. E loro, senza una piega, si sono lasciati fare tutto, senza sembrare nemmeno puttane. Omnia munda mundis, chi lo sa. Ma è quasi miracoloso il modo in cui sono passati attraverso l'ingranaggio televisivo senza farsi stritolare, schiacciando a rete tutte le polemiche che gli autori gli lanciavano, i siparietti con le fidanzatine e tutto il resto. L'unica volta in cui hanno alzato la testa è per chiedere ai giudici qualche critica in più. Si era in effetti capovolto il rapporto di forze: i giudici, ligi al principio per cui ciò che piace al pubblico è buono e giusto, si erano messi a lodare qualsiasi stecca dei Bastards, che non sono nati cantanti e lo sapevano. A riequilibrare il tutto ci hanno dovuto pensare i ragazzini.
E questa è una buona notizia, secondo me. Una delle migliori dell'anno fin qui (pensate come siam messi). Le generazioni vanno avanti. Non importa quanto egotici e cialtroni siam venuti su noialtri, non dureremo sempre: verrà gente dopo di noi, gente migliore di noi, perché no. Sicuramente più allegra. Ci spero parecchio, grazie Bastardi.
Fà un favore alle nuove generazioni Leonardo: non parlare mai di musica a lezione!
RispondiEliminaHai fatto un'analisi sociale prendendo come bussola i tuoi gusti: siamo caduti in basso.
Sarebbe stato curioso sentire quali erano questi tuoi gruppi preferiti per capire se non erano venduti.
Spieghiamo il successo di sto cesso di programma? C'è del rock... Ora hai la formuletta.
Visto come l'hai presa dovresti ripescarti tanto trash passato per Mtv...ti ci rifaresti le orecchie...
"Hai fatto un'analisi sociale prendendo come bussola i tuoi gusti"
RispondiEliminaDove?
Cioè, ne ho fatte anche di peggio, eh, ma qui non mi pare.
(A lezione un professionista non parla mica dei gusti suoi; io ho un programma).
Vedi, questo è il punto di vista di chi pensava che i Nirvana fossero contro. E invece erano pop tanto quanto i Duran Duran. Chi partiva da Daydream Nation e Hype!, è rotolato dall'altro lato della montagna, dalla parte di quelli che tengono la tele accesa solo per vedere blob e la spengono appena parte un qualsiasi jingle. (OK, sto esagerando; ma se non conosci Daydream Nation non ti rivolgo più la parola).
RispondiEliminaRivolgimi una parola svagata ogni tanto perché non sono mai riuscito a sentirlo intero, ero già un po' troppo vecchio. (Nato vecchio)
RispondiEliminaSai perché i Bastardi sono andati a quel provino?
RispondiEliminaProprio per la loro "candida leggerezza". Si devono esser detti, magari ce la facciamo, però poi cantiamo quello che diciamo noi oppure mandiamo tutti affa e torniamo in birreria.
Ed è andata proprio così: pezzi anni '60 ma riarrangiati da loro, e un inedito che su RaiUno non sarebbe mai passato, manco su ordine di Berlusca in persona.
L'ha spuntata proprio il non volersi svendere, per una volta. Una bella lezione a tanti pronti a zerbinarsi pur di "sfondare"...
Ma non potrebbe andarci anche la figlia 15enne di quelli del primo piano, che suona la batteria (in un condominio vi rendete conto?) cantando You shook me all night long...
RispondiEliminal'ultima volta che la tv si è trovata spiazzata colla gioventù c'erano Modugno e il Molleggiato. Poi sono venuti gli anni 60-70 in tutta la loro gloria. Che sia di nuovo la volta buona?
Il nostro prenderci eccessivamente sul serio, tra l'altro, era proprio un lascito dei due decenni prima, quando i cantautori che facevano la rima fiore/amore e non padrone/rivoluzione erano tutti venduti a prescindere. Ora sono tutti più rilassati, persino nei centri sociali autogestiti c'è spazio per la(il) varietà.
Forse non è un miracolo, è che ormai si è più smaliziati...anche nei confronti dei media e delle loro lusinghe...(non ingenui, attenzione: smaliziati).
RispondiEliminaAnche i Bastard avevano delle perplessità a partecipare a X Factor. Ma l'hanno fatto, per fortuna.
Ho conosciuto i loro genitori, sono stato un paio di volte con loro in trasmissione. Qualcuno è un ex-musicista, gli ha passato i Led Zeppelin e C.S.N.& Y. Ne ho ricavato la conferma di quello che penso da un pezzo (anche osservando il mio rapporto con la mia figlia maggiore): non esiste più la "gioventù", l'età dell'immaturità, o della formazione, come contrapposta a quella della maturità (vista come un traguardo che raggiungi una volta per tutte). Non esistono più le fratture generazionali. Questo per qualcuno è un male perché significa che viviamo in un mondo di adulti ragazzi (e, forse, di ragazzi adulti). Sicuramente pone degli interrogativi a un educatore. Per me invece è una cosa positiva.
mah... sarà...
RispondiEliminaLeonardo, perchè non vieni all'Estragon, sabato sera? Che c'è un gruppetto che merita, secondo me hanno un futuro...
RispondiEliminahttp://www.savethedate.it/eventi/bologna/butthole-surfers-in-concerto-all-estragon-di-bologna.html
oh, ragazzini ancora imberbi una mazza tanta, questi hanno 23 anni che non sono pochissimi, se ci pensi.
RispondiEliminati sei fatto infinocchiare dalle frottole sui quarantenni tanto ggiovani di Sofri jr, ammettilo.
comunque, come direbbe Maramaionchi, "mi sei piaciuto". ;-)
Come dice caporale, i Bastard hanno 22-23 anni: di sicuro a 17 non avrebbero nemmeno pensato a x factor. Nelle prime settimane del programma li ho sentiti preoccuparsi più volte delle reazioni degli amici, perché pare che molti non avessero perdonato la scelta 'commerciale'. A me sembrano bravi e popolari perché sono figli prediletti della provincia (si dicono cresciuti a 'pane e AC/DC') ed in più dotati di una 'integrità' musciale che permette loro di giocare: vogliono fare quello nella vita, sono parecchio sicuri di quello che fanno e per questo si concedono di divertirsi. Dimostrano la serenità dei forti, che a 17 anni uno si sogna: vivere di musica val bene un x factor (anche perché, come dici tu, é pure un bel programma).
RispondiEliminajacopo
Maledetto! Questa non te la perdono.
RispondiEliminaHai dato a mia moglie una lunga serie di argomenti per le liti sul telecomando.
Non porò sopportare l'ipse dixit "..ma come sosteneva anche leonardo"..
Mi toccherà sabotare il cavo antenna.
Un bel programma il ca##o. Vi siete venduti tutti. I vostri gusti sono ormai completamente plagiati da 10 anni di reality show di ogni tipo. Credevo di leggere un post del tipo "6 anni fa non avrei mai pensato che roba del genere mi sarebbe piaciuta", invece "i giovani di oggi son questi, sono allegri e ci provano senza nemmeno sapere cosa fanno".
RispondiEliminaDa quanto hai scritto e si dice in giro sembrava fossero un gruppo di talento. Ma nei video ci sono solo tre ragazzi con le facce da minaccia fasulla che non suonano alcun strumento, si sbattono su un palco vuoto e cantano alla ca##o di cane. Tiro in mezzo anche il solito fastidioso schema di riprese di programmi di questo tipo: inizia il brano, controcampo su un giurato con la faccia scettica-impietrita, inquadrature sul cantante, controcampo del giurato che fa la faccia "però mica male"/"quando mi imbarazza sto schifo", la ventura che agita le braccia, il pubblico passivo che presenzia, i voti con le frasette compiacenti. Pressappoco questo.
Ed è quello che fa la De Filippi con Amici da anni. Ora cambia il tipo di esibizione e vi piace.
polas
Non-possono-suonare perché il regolamento glielo impedisce. E il "fastidioso schema", la seconda volta che lo vedi e conosci i tipi, ti fa ghignare.
RispondiEliminaComunque sì, è quello che fa la De Filippi con Amici da anni: senza autori, senza artisti, senza idee, senza conduzione, senza ritmo. Togli la De Filippi e aggiungi un po', appena un po', di tutte queste cose, e il programma diventa passabile. Niente di più, una cosa da seguire mentre stiri o metti a posto i compiti o sei qui a scrivere le solite stronzate. Però funziona, non è un sottofondo fastidioso.
Poi è buffa questa idea che mi sarei venduto. Per vendersi occorrono due persone (quello che si vende e quello che compra) e, soprattutto, il compenso. Dimmi che sono imborghesito perché lascio la tv accesa di sera, ma a darmi del venduto aspetta un po', dai.
Beppesevergninizzo un po':
RispondiEliminaL'Italia cambierà davvero quando supererà la dialettico venduto/non venduto, genuino/pompato, integrità artistica/commerciale etc.
Sono tre ragazzi che cantano, Cristo santo, e a me non dispiacciono.
La migliore analisi del fenomeno-Bastard che abbia trovato in giro. Complimenti.
RispondiEliminaAnna
Nonostante avessi iniziato a guardarlo per passare il tempo al lunedì sera, dopo otto ore di lavoro in una gabbia di matti e due a dar lezioni di matematica a ragazzini per nulla portati, mi sono ritrovata ad andare a vedere la finale di X-factor a casa dei miei, visto che il mio fidanzato mi ha vietato di guardarlo a casa nostra, e quasi solo per tifare i Bastard.
RispondiEliminaTra tanti programmi che fanno passare la voglia di accendere il televisore, questo a me almeno non fa venir voglia di spegnerlo, e per quanto mi riguarda è abbastanza.
a polas:
RispondiEliminase li sentissi suonare dal vivo cambieresti opinione,in tv non suonano per regolamente ma sono gli unici che le basi dell cover se le preparavavo e arrangiavano loro...altro che amici
Non vorrei togliere anche le ultime illusioni, ma raga', il successo "originale" di xfactor non e' tanto il frutto di (s)fortunate circostanze quanto una precisa stategia di Marano (uomo che viene da Sipra, concessionaria della pubblicita' RAI) che ha puntato decisamente a riavvicinare alla tv il pubblico del nord.
RispondiEliminaArticolo dal Corriere della sera del 22 aprile autore Franco Renato:
"Come si fa a catturare il pubblico del Nord? «È questione di humus, di territorio. Devi produrre a Milano. Se produci a Roma non è la stessa cosa: è questione di teste, di autori, di tutto quello che gira attorno. La nostra mission era questa. Tra Milano e Torino abbiamo portato la produzione dal 4 al 75 per cento, gli investimenti sono saliti da 3 milioni a oltre 50 sui 70 totali». Una strategia mirata, così Raidue è diventata la «rete del Nord», «che non vuol dire dimenticarsi di una parte del Paese», precisa Marano. Anche gli inserzionisti chiedono un certo tipo di approccio, vogliono piazzare i loro prodotti davanti a un pubblico su misura."
Va bene, Anonimo: sarà pure frutto di una precisa strategia di Marano, ma implementata attraverso delle poderose dosi di culo. Prendi Morgan, ad esempio: il fatto che questo qui (sconosciuto alla folla) sia stato scelto come pedina per una casella del format e da dentro l'abbia rivoltato come un calzino ad immagine e somiglianza del suo ego, non é stato previsto da Marano, né forse era prevedibile. Questa e altre (s)fortunate circostanze hanno reso x factor qualcosa di leggermente diverso da un operazione trionfo qualsiasi, a mio parere. Jacopo
RispondiEliminaCioè, la grande idea di Marano sarebbe che per piacere a nord devi produrre a Milano? Un genio.
RispondiEliminaQuanto lo paghiamo? No, che importa, raddoppiamogli subito lo stipendio lo stesso.
Mi vengono in mente altri programmi fatti a Milano che non sono andati bene, ma non è questo il punto. Neanche Xfactor è andato così bene, in numeri assoluti. Il tipo di "successo" di cui parliamo qui è un'altra cosa, e non so fino a che punto interessi agli inserzionisti.
lA TELEVISIONE è MORTA COME QUELLI CHE LA SEGUONO, LE BANDS, QUELLE VERE HANNO L'IMMENSO PALCO DEL WEB DOVE PROPORSI, SENZA SOTTOSTARE AI GIOCHINI DELLA GIURIA CHE STABILISCE CHI CE LA FARA' E CHI NO, QUESTE CAZZATE LASCIAMOLE A SAN REMO, MARIA DE FILIPPI, QUELL'IMEBICILLE DI MORGAN..........
RispondiEliminaSe quando eri adolescente, mentre suonavi nel garage polveroso, ti avessero detto che saresti diventato un professore, ci avresti creduto?
RispondiEliminaSì, era già per qualche verso probabile (il vecchio discorso dei "piani B", ecc..
RispondiEliminaAll'anonimo che non trova più il tasto caps lock: nell'"immenso palco del web", se provi a scrivere così, ti spernacchiano immediatamente. Cosa ti porta a scrivere maiuscolo quando non ti costa nulla farlo in minuscolo?
Secondo me la gente come te interpreta il flusso dei commenti come un luogo dove, a un certo punto, irrompi tu URLANDO le tue VERITà.
Questo modo di fare, tientelo per detto, non ha molto a che vedere con "l'immenso palco del web", ma è una dinamica del tutto televisiva. E' la TV che ci ha insegnato a pigliare un microfono e urlare, e tu, premendo capslock, cerchi istintivamente di fare la stessa cosa. Questa è la lezione di De Filippi, mica i concorsi canori (quelli esistevano anche parecchio prima).
Leonardo, è per questo genere di osservazioni, originali, che ti stimo
RispondiEliminaÈ perchè non accettano strumenti sul palco? Se vuoi esser bravo devi anche mostrarmi come sai suonare. L'esibizione deve essere completa. Sarà solo per fare qualcosa di diverso, immagino. Funziona dici? Funziona ancora la faccia dei giurati che assistono un pò impassibili e un pò coinvolti recitando la parte del personaggio? Si sorride.. tanto sono bizzarri e appunto recitano la loro parte..
RispondiEliminaA me l'esibizionismo di banalità e retorica compiaciuta della tv, soprattutto dei reality, non è mai riuscita a conquistarmi, continua a infastidirmi.
Perchè, piuttosto, non mettono su un programma con della musica ben presentata, valorizzata: dobbiamo sempre passare per la favola del tizio del tutto sconosciuto che acquista improvvisa notorietà dal nulla. Fatemi sentire chi già canta e suona e sgomita con produzioni che ha già messo in giro. Proponetemi della musica che non ascolto.
@thomas morton: non tirarmi fuori severgnini che già fa due maronchi così con la sua inter in ogni dove. L'Italia è già cambiata da un pezzo.
polas
anche a me m'è toccato vede' xfactor (e me ne sono sempre andato a dormire prima della fine: ci s'alza alle 5.45!)... non è il massimo, però meglio dell'anno scorso. e poi nessuno balla (a parte quelli con le x pitturate addosso), non c'è la mariadefilippi e hanno usato poco il m'arriva-non m'arriva...
RispondiEliminae ogni tanto c'era pure qualche canzone decente. certo cocciante & renatozero... io li odio dall'anni settanta. però (vuoi mettere) non s'è visto giggid'alessio...
insomma secondo me c'entra marano col suo discorso nordista e c'entrano le scelte strane-obbligate: hanno cercato di vincere la gara dell'odienz e hanno rischiato di più, hanno guardato poco più in là. che xfactor non sia umbriajazz s'era capito, ma insomma la media è più alta della media dei programmi tivvù, però sempre musica leggera è... (a parte le tendenze dei bastards)
sarebbe molto bello se più ragazzini somigliassero a loro. che poi tanto ragazzini non sarebbero: all'età loro avevo già una figlia, ero uscito da casa già da qualche anno.
tuttavia sentire un ragazzino che prova a convincermi della bellezza dei testi di giggid'alessio o renatozero è un'esperienza devastante...
Ho letto il post.
RispondiEliminaLa considerazione che mi è venuta spontanea è: "Ah, sì? Embé??"
Domani leggo i commenti, vediamo se mi suggeriscono qualche considerazione più profonda.
P.s.: I am an antichrist, I am an anarchist...
Anche a me è capitato di seguire questo programma.
RispondiEliminaL' anno scorso, l' ho snobbato.
Poichè quest' anno lo seguiva la mia donna, l' ho dovuto seguire anche io. E, devo dire, che mi sono divertito.
I bastardi, non riesco comunque ad apprezzarli musicalmente parlando.
Si: sono spontanei, veri, e anche bene affiatati.
Ma per qualche arcano motivo, non mi hanno emozionato..cosa che invece, mi è capitata ascoltando (nell' ultima compilation di X Factor) la performance di Noemi ne "la costruzione di un amore" di Fossati.
Nel riuscire a trasmettere questa emozione da parte di questa interprete, c'è stato un lavoro di Morgan, che, piaccia o no come persona ( può anche stare anche sui "cosiddetti"), musicalmente parlando, credo sia stato l' unico in quel programma, che parlava con cognizione di causa ( basta leggere la sua biografia su wikipedia ).
Vabbè..è mezzanotte e mezza e, finito questo delirio, vado a dormire.
Notte :)
Kro
Concordo a grandi linee con il post ma non dimentichiamo che xfactor è anche questo:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=w3DgReeoep4&feature=fvsr
Io avrei lasciato fuori dal programma gli incontri con le fidanzate e i famigliari: è "mercancia" di sentimenti privati
Leonardo, il prog nei Bastard, dov'è?
RispondiEliminaseguo il programma dall'anno scorso, il contenitore è andato: dura troppo, si straparla, Facchinetti è sempre più insopportabile e urla come un ossesso.
I contenuti migliorano: i cantanti sono più bravi, lo riconosco.
Detto questo, nemmeno quest'anno ci sono inediti che mi colpiscono.
Un minimo di arte oggi come oggi la trovo in Bugo, nei fratelli Calafuria, non certo nei Bastardi o in Giuseppa Ferreri.
Il prog c'era un po' prima; in tv non l'hanno portato.
RispondiEliminail miglior post sui bastard che ho letto finora!
RispondiEliminaIn questi giorni si stanno scrivendo tonnellate di c***te su di loro, ma è il prezzo del successo a quanto pare.
Io ho il piacere di conoscerli da quando erano veramente degli sbarbatelli, e non più tardi di un anno fa mi sarei aspettato che esplodessero. Da tre anni suonano ininterrottamente, dai palchi più sgangherati ai palazzetti, sempre con la stessa autentica passione per la Musica. Questo è il loro segreto del successo, oltre al fatto, non indifferente, che NON guardano la televisione, non hanno mai avuto alcuna brama di popolarità. Hanno professionalmente sopportato 14 puntate sottostando alle leggi del format, con l'immensa soddisfazione di poter duettare con gli elii cantando nel proprio autoctono dialetto.
Adesso spero solo che possano svincolarsi al più presto l'etichetta di fenomeno pop giovanile e che possano dare il meglio su palchi sempre più grandi (magari fuori dall'italia..)
Leonardo, devo dire che ci hai azzeccato con questa tua analisi del fenomeno bastard.
RispondiEliminaEssendo di Trento è per me facile spiegarti come mai tre giovani rockers da garage si siano "venduti" alla televisione: in provincia di Trento qualunque evento divero dalla sagra della luganega che finisce dopo la mezzanotte, viene regolarmente interrotto dall'arrivo della polizia, probabilmente chiamata dagli stessi telefoni che in questi giorni hanno televotato i bastardi. Che futuro può avere un musicista rock in una terra così avversa alle manifestazioni musicali?
I bastard si sono fatti da soli, con le loro 200 date, non di certo grazie a mamma provincia, come l'assessore panizza vuole fare credere. L'unica via per vivere di musica era la televisione.
@marcell_o: "la media è più alta della media dei programmi tivvù". Non è che ci voglia tanto, eh.
RispondiEliminaAnzi.
Non posso non ammettere che questi tre ragazzi trentini stanno catalizzando l'attenzione, anche la mia. Sento, come ben ha descritto Leonardo di far parte di quei post trenta cresciuti a pane ed esistenza tendenzialmente alternativa, quindi no televisione e nulla che fosse assimilabile con ciò che veniva definito filo borghese, reazionario, vecchio. Quindi, figuratevi Xfactor.
RispondiEliminaDall'alto dei miei giovani anni l'omologazione era interpretata così, ma forse oggi il pensiero binario non funziona più per interpretare la realtà, anche quella di chi vuole fare musica, come i Bastard (e un infinità di gruppi musicali). A modo loro,con sana leggerezza hanno colto un opportunità, con quella beatitudine sfacciata, e una certa integrità, sapendo dove andar a parare ma senza prendersi troppo sul serio, divertendosi, usando i mezzi, mescolandosi, senza sentirsi parte di un contesto ideologico o di uno schema di pensiero.
In questa terra trentina, da dove scrivo, che va un po'anch'essa interpretata, per capire un po' i bastard, sono nata, sono fuggita a 20 anni perchè non ci stavo dentro e non mi riconoscevo in quel mondo fermo e uguale a se stesso da sempre. Questi tre invece ci stanno bene, ci vogliono tornare, non erano mai stati a Milano a 23 anni. Pare inverosimile. Ora a 35 anni,godo del vivere in montagna ed è un bel godere molte volte. Il resto lo cerco altrove.
Ma rimane ferma la consapevolezza (e Montesqieu mica sbagliava tanto quando ragionava del carattere dei popoli e della morfologia dei luoghi) che una terra come il trentino, ricca provincia autonoma nel cuore delle alpi, sia un ottimo punto di partenza dove nascere ma poi, il suo essere culturalmente volta al mantenimento di se stessa, legata a doppia mandata ad un fare parsimonioso ed attento al territorio lascia poco spazio a flussi creativi ed energie magmatiche di chi vuole fare musica o altro.
Senza troppe intolleranze cerebrali, di fatto, questo Trentino, paradisiaco e verde, dove la qualità della vita è decisamente buona è lo stesso che può anche essere tremendamente piccolo e involuto. Tutto bene ma non perdiamo di vista il corto circuito.
Ecco che la televisione, sovrapponendomi al post di "assessore panizza è meglio che stia zitto” diventa, senza tante retrostrategie una strada per uscire da una bella terra ma al contempo ferma, incantata e troppo sicura che sovente disdegna il moto e il desiderio di fare dell'altro rispetto alla tradizione. Tutto qua, molto semplicemente e senza tanti giri di parole.
Che siano fenomeno o no, i bastard hanno seminato un’ allegra incoscienza e questo fa un gran bene.
A me piaceva Noemi, ecco.
RispondiEliminaNon solo in senso artistico, ecco.
Il post era troppo lungo, ecco perche non scrivo niente sui BSOD, ecco.
Come "cacciatore" di parole intellegibili e intelligenti, posso solo dire: analisi, per forma e contenuto, che merita 10 e lode! Ciao!
RispondiEliminaP.s.: L'articolo è stato segnalato nella comunità-web dei Bastards (e molti dei suoi partecipanti l'hanno apprezzato positivamente).
Molto bello, il post!
RispondiEliminaNon guardo molto la tv (preferisco perdere il mio tempo cliccheggiando in internet, non è un discorso snobistico), ma X-factor lo aspettavo quasi con ansia. Quando la mattina successiva ne parlavo in sala prof con una collega che lo seguiva, quella di tecnica commentava: Ma tu guarda, non ti facevo il tipo che guarda 'sti reality. Mi pare interessante: ne evinco che x-factor viene percepito come il programma che secondo me non è, e credo anche io che sia uscito dai binari che volevano imporgli.
E i Bastard mi piacciono tantissimo, per i motivi ben espressi da te. Sebbene la voce di Matteo mi abbia conquistata (e qui rientro più negli schemi :)), la forza dei "buggerati dalla loro baldanza" è molto più notevole e dà un'allegria ignota alla landa desolata, realityficata della tv italiana.
Una parola alla Trentina in fuga: a chi viene dalla grande città - nel mio caso Roma - il Trentino non pare poi così chiuso. Forse aspetta non ci sono le possibilità di consumo del consumabile sulla porta di casa come le abbiamo a Roma (dove vivo), musica inclusa, nel senso che lì vai in un locale, paghi - se puoi - e consumi il genere che preferisci, appunto; però le possibilità che danno i vostri servizi, non solo in generale, ma a livello di formazione, di servizi culturali (penso alle biblioteche, all'efficienza dell'università, alle scuole ecc.) qui da noi neanche le concepiscono. A me il Trentino pare certo terra in cui se parli di qualcosa di troppo metroplitano e lontano ti guardano con solida diffidenza e lontananza, ma a chi vuole avventurarsi nel vasto mondo danno le basi per conoscere, se vuole, e mentre qui ancora ci si chiede, perplessi, se certi servizi vale la pena solo di pensarli, lassù li hanno già fatti. Paradossalmente mi sembra la parte più europea dell'Italia (e so benissimo che non è tutto oro quel che luccica, lassù). Sono d'accordo peraltro che l'esperienza della grande città vada fatta, grosso modo tra i quindici e i trentacinque anni, ma poi vale la pena di ripensarci a mente fredda...
RispondiEliminaLa dama del lago
Io dico solo una cosa, se volevano mettersi un nome in inglese potevano almeno scriverlo bene (oppure hanno pensato che "Dionysos" fosse troppo difficile per gli italioti? boh). Più libri e meno birra, ragazzi...
RispondiEliminaBellissimo questo articolo. E "X Factor" rimane una pedana di lancio validissima, anche se la Sony non ha fatto nulla per valorizzare i Farias, gli Aram Quartet (intanto scioltisi), Matteo, Chiarastella, ecc. I "Bastard" hanno fatto la scelta piu´intelligente, rimettendosi al solo proprio talento, sia musicale sia... imprenditoriale, concentrandosi soprattutto nella loro propria regione. Se speri che sia una major label a portarti in alto, puoi aspettare in eterno!
RispondiElimina