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lunedì 1 giugno 2009

Ortocrazia

"PURA FALSITA! Vorrei tanto QUERELARE..."

Sarà una mia ossessione privata e professionale, ma l'unica cosa che mi sembra degna d'interesse nella lettera di Gino Flaminio al Corriere è l'ortografia.

Chiarisco subito: non trovo niente di scandaloso negli errori di Flaminio. Anzi, per essere un operaio non se la cava nemmeno troppo male: basta confrontare la sua punteggiatura con quella del "ragazzo Giuseppe" che due anni fa scrisse a Repubblica per lamentarsi degli articoli sensazionalisti sulla scuola. Giuseppe in quell'occasione rappresentava la scuola "buona", quella degli studenti che studiano e si danno da fare; ebbene, azzeccava meno virgole di Flaminio, operaio appassionato di kickboxing con precedenti penali. Questo per dire che l'ortografia è un'emergenza interclassista, ormai.

Il punto è un altro. I giornali esistono da secoli. Da secoli ricevono lettere sgrammaticate dai loro lettori. E da secoli le ripubblicano corrette, in segno di rispetto per chi ha scritto e per chi rileggerà. Finché un giorno il Corriere non decide di pubblicare "nella forma originale nella quale ci è stata consegnata", la lettera dell'ex di Noemi Letizia. Perché? È abbastanza ovvio: perché se l'avessero corretta non sarebbe più sembrata vera. L'ortografia corretta minacciava la credibilità della fonte.

Se ci riflettete, è una situazione paradossale. Flaminio avrà senz'altro qualcuno che cura i suoi interessi (quel minimo da mettergli a posto virgole e accenti); ma è costretto a scrivere sgrammaticato perché altrimenti potremmo credere che non è lui, ma qualcuno che lo imbecca.

Credo che il paradosso dipenda tutto dalla decisione di affidare alla stampa un messaggio concepito e prodotto per un pubblico audiovisivo. Se Flaminio avesse mandato un video, tutti avrebbero accettato la sua parlata napoletana come testimonianza di genuinità. Ma scrivere significa ridurre quel che sei a una catena di parole nere su fondo bianco. Non si sentirà più l'accento tipico, né la timidezza di chi si vorrebbe tirare fuori da una trappola troppo grande. Se gli avessero corretto perfino l'ortografia, sarebbe sembrato un normale lettore del Corriere - e questo rischio non potevano assolutamente correrlo.

Quando da bambino cominciai a leggere giornali (tutti i giornali, Gazzetta dello sport per prima), notai subito una cosa curiosa: i personaggi intervistati sembravano tutti più intelligenti, compresi i ciclisti. Non c'era paragone tra Moser intervistato su un quotidiano e uno aggredito da un microfono in tv. Il primo avrebbe potuto dare lezioni d'italiano al secondo.

Ho sempre apprezzato molto questa cosa. Nella vita capita a tutti di sbagliare i congiuntivi, ma i giornalisti che riportano le nostre idee fanno bene a correggerli. Ci mettono in giacca e cravatta, ci trattano da pari. La democrazia è essenzialmente questo: nessuno pretende che tu operaio sappia mettere le virgole, ma se hai qualcosa d'interessante scrivimelo, e io redattore lo rimetterò a posto. A ognuno il suo mestiere.

Il Gino Flaminio che abbiamo conosciuto ai tempi dell'intervista di Repubblica aveva subito un intervento del genere: si capiva che i suoi pensieri erano stati rimessi a posto, e ciononostante rimanevano i suoi.
Il Flaminio di oggi, che non sa dove mettere l'accento e urla pestando il caps lock, sembrerà a molti più genuino. Soprattutto a chi da anni ha deciso che noi non siamo la nostra foto migliore, ma il filmatino goliardico che abbiamo messo su youtube; a chi vuole le nostre ragazze con l'ombelico in fuori; a chi ci ha insegnato ad applaudire ai funerali. La plebe deve stare al suo posto: si pubblichi senza correggere.

28 commenti:

  1. In realtà è il Corriere che si è posto al livello del signor Flaminio, come si può notare qua.

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  2. Ho pensato subito la stessa cosa quando l'ho letto ("ma perché non l'hanno corretta?"). A me però è sembrato un colpo basso e una mancanza di riguardo.

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  3. Si corregge in segno di rispetto per chi ha scritto, come dici tu. Poi aggiungi tutto il resto, che condivido quasi completamente. Ma è proprio quel rispetto che mi ha fatto pensare: non ne ho trovato nella volontà del Corriere di pubblicare la lettera "nella forma originale nella quale ci è stata consegnata". Anzi, ci ho trovato dello sfregio, dell'irrisione implicita, quasi un'umiliazione. Perché davvero l'ortografia di Gino Flaminio è troppo uno sfacelo perché non se ne accorgessero in tanti, tantissimi, troppi. E c'è dunque qualcosa di perfido in quella scelta, una volontà di squalificare il parlante senza nemmeno prendersi la briga di farlo con un commento o una risposta. E' come se si dicesse: "Ecco, questo scrive così, figurarsi che attendibilità può avere..."
    Bene: la virgola tra soggetto e verbo del loro titolo è una nemesi straordinaria; non avrei saputo inventare di meglio. Se lameritano; e un po' se la merita anche Gino Flaminio A cui non mi lega alcuna simpatia, intendiamoci.

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  4. Chiaro, il giovine doveva essere intimidito (o intimidAto?) fino in fondo, chi osa alzare la testa deve pagarla tutta, non gli deve restare il benché minimo refolo di dignità. Altro che gossip, questa storiaccia è un'azione mafiosa da manuale dall'inizio alla fine.

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  5. già, è come quando emilio fede mette le foto di prodi o franceschini, si cerca l'inquadratura peggiore. la tecnica è ormai consolidata: togliere credibilità alla persona, non a quel che dice.

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  6. è la stessa cosa che ha fatto Belpietro a Ballarò, la stessa cosa che fa Libero con Veronica Lario: è un pregiudicato, non sa scrivere, mostrò le poppe in gioventù, non pensa con la sua testa ma è stata imbeccata da qualcuno, non ha valore quel che dice.

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  7. Beh, parliamo di cose serie: ho una mamma grafologa, è arrivata l'ora di usufruirne. Datemi la calligrafia di Noemi, Silvio, Flaminio e vi scopro il perchè, il percome, il perquando delle loro ultime vicende.

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  8. Sì, sono d'accordo: pubblicare senza correggere mi sembra sleale, e in questo caso sleale con uno scopo.
    Del resto, ogni volta che Berlusconi apre bocca commette delitti verso la grammatica e la sintassi di una portata tale che poi nemmeno i giornali più ostili osano riportare alla lettera, confidando forse sull'orrore dei concetti che pare già esagerato. Spiego (alla Brunetta): la forma originale potrebbe far dubitare della sua veridicità, perché un uomo laureato alla guida dei destini di un paese non può davvero esprimersi così. Ergo, la citazione sembrerebbe mendace.
    Quindi pubblicare una lettera piena di strafalcioni può anche tradire la volontà di spostare l'attenzione del lettore alla forma più che al contenuto (soprattutto per il lettore medio del Corriere che si crede tanto moderno, post-ideologico e mitteleuropeo). Detto questo, la vicenda restituisce bene l'humus culturale in cui è nata e al quale Berlusconi in fondo sente di appartenere: che si senta a disagio in mezzo a chi ha più della terza elementare e non è sul suo libro paga è cosa ormai evidente, e si sa che un nano (in senso figurato) può esaltarsi solo in mezzo a chi è inginocchiato.

    Preciso che prima di pubblicare il commento ho divagato nei collegamenti del post e ho letto con terrore la correzione che Leonardo ha fatto della lettera del giovane amante della scuola. Il terrore derivava dai segni rossi sui punti a fine frase, e mi sono scervellato minuti buoni per capire in quale punto della mia vita il ricordo delle sberle del mio prof. gesuita avesse smesso di attivarsi neurologicamente all'atto della scrittura e e della lettura. Ok, va bene, ho ancora qualche problema con gli accenti gravi e quelli acuti (ahi!), mi piace mettere una virgola prima di una congiunzione (che poi dicono che siamo tirati) (ahi!) , ma almeno i punti... Poi ho letto la lettera originale e ho visto che i punti non c'erano proprio. Meno male.
    A Leonardo però chiedo un po' di indulgenza: per noi che manchiamo dalle aule di scuola da trent'anni, che non abbiamo più professori a correggerci ma nemmeno negri a scrivere per noi, correttori, portaborse, direttori compiacenti; per noi che leggiamo poco, che vediamo tanta TV e tanti film doppiati male, che a Roma invece degli autobus prendiamo "gli auti", che sentiamo al TG dei disordini in "Polacchia" (sic!) e via dicendo, è tutto molto più difficile. L'analfabetismo di ritorno è sempre in agguato. Forse avremmo bisogno di un richiamo periodico come quello che gli Svizzeri fanno per il servizio militare.
    Ma sarà anche che la recente generale avversione alle regole etiche, morali, giuridiche, che è tanto libertaria, populista e magari anche un po' futurista, ha fatto passare con sé (grazie, correttore automatico, ti odio) anche il pressappochismo grammaticale? O viceversa quest'ultimo è il primo sintomo di un nostro lassismo incipiente che ci prepara a molto peggio?
    Ci vado a dormire su.

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  9. Flaminio sarà un operaio e un rapinatore, ma fino a prova contraria pure lui ha frequentato la scuola dell'obbligo. Il numero di errori messi in fila da Flaminio in poche righe sono decisamente troppi per considerarli analfabetismo di ritorno. Chi ha passato la quinta elementare non può dimenticare, nemmeno a 60 anni, certe nozioni basilari. Al di là della punteggiatura.

    Comunque lo scopo della lettera era ben altro, ed è stato raggiunto. Tutti i tg hanno riferito il contenuto della seconda parte (le scuse a Noemi e a Berlusconi), omettendo la prima. Nella quale Flaminio conferma la veridicità delle dichiarazioni rese a Repubblica, e di non aver ricevuto compensi per quell'intervista.
    Ma al pubblico televisivo è stato fatto credere che Flaminio con le scuse intendesse ritrattare l'ormai celebre intervista

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  10. Ma di Mills non se ne parla più? Berlusconi aveva detto "riferirò in Parlamento.." se qualcuno questa cosa riesce a dirla a Polito de "Il Riformista" che si vanta di non parlare di Noemi. Oddio, poi lo stesso Polito ad Omnibus su La7 l' 08/07/08 se non ricordo male disse "Ma a noi, cosa cambia se processano Berlusconi e lo condannano? A noi cosa ne viene?"

    Fate voi.

    Aloha

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  11. essere messi in mezzo in una storia più grande di te può spaventare chiunque.Una volta persino Della Valle si dichiarò intimorito sentendo Berlusconi ringhiargli contro.Credo invece che al corrierino abbiano preferito mantenere la forma originale per evitare che qualcuno in eventuali strascichi giudiziari possa sollevare eccezioni

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  12. Vale anche per i ministri?
    http://www.corriere.it/politica/09_maggio_29/in_aula_c_e_di_tutto_fb000c58-4c0f-11de-b7be-00144f02aabc.shtml

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  13. mah... sarà che io faccio millanta errori (dall'ufficio di più: vado di fretta) tendo a essere indulgente. scrivere bene è bello, come essere snello e muscoloso, saper annodarsi la cravatta, avere i capelli puliti, ecc.
    ognuno tende a ritenere essenziali o raccapriccianti taluni aspetti del savoir vivre. lavoro in una casa editrice (all'ufficio pubblicità però) e frequento per lavoro tante persone colte e intelligenti. alcune di queste sono trascurate nel vestire e (chissà?) a giudicare dalla forfora sulle spalle... 'sti cavoli, mi si dirà: cosa importa la forfora nello scrivere bene? appunto.
    per un operaio (ma anche per un grafico) non è gravissimo sbagliare un congiuntivo o un accento. come immagino che sia (poniamo) per un insegnante d'italiano sbagliare l'abbinamento camicia-cravatta o l'andare in giro con la macchina impolverata o graffiata.
    è sempre una questione di forma-sostanza, considerando che talvolta la forma è sostanza

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  14. Argh, Stefano!
    Va bene la fretta.. Però, nello stigmatizzare gli errori grammaticali, una frase come "Il numero degli errori [..] sono decisamente troppi" è un colpo mortale.
    O di genio :)
    (ma, tanto, "la gente non capiscono..")

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  15. prima di parlare bisognerebbe conoscere quali scuole abbia frequentato il ragazzo...
    e magari andare ad intervistare i suoi insegnanti...

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  16. Francamente pareva genuino anche nell'intervista a Repubblica. Conosco un operaio esperto di storia medievale per niente fanatico dei nomi comuni con l'iniziale maiuscola.

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  17. Io mi son fatto quest'idee:
    1)Il ragazzo è terrorizzato e va da un avvocato per consigli.
    2)Costui gli ha consigliato di scrivere una lettera di scuse che possa essere presentata come una ritrattazione.
    3)Non ritrattare però esplicitamente nulla, altrimenti può essere accusato di diffamazione.
    4)Di scriverla senza preoccuparsi della grammatica, più è sgrammaticata più sembrerà sincera e accorata.
    5)Giacchè c'è, l'avvocato gliela scrive lui, come s'immagina scrivano i napoletani del popolo.
    6)Al "Corriere" l'hanno capito benissimo e sono stati al gioco o hanno avuto il "consiglio" di pubblicarla così.

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  18. Ah, ecco, se n'è accorto anche Bordone.
    L'avessi letto prima, avrei risparmiato un commento inutile.
    Interessante però questa frase del Flaminio:
    "Boss, Bugiardo, Leader di Sinistra, Falso, Diffamatore...insomma una schifezza di uomo"
    "Leader di Sinistra" in mezzo a "boss, bugiardo, falso, diffamatore, schifezza di uomo"...
    Questa lettera è molto più rimessa a posto dell'intervista a Repubblica.

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  19. non deve meravigliare il paragone "leader di sinistra = schifezza d'uomo" perché in quelle zone del Sud dove l'illegalità è quotidianità Il Corruttore è un modello di riferimento: per il suo atteggiamento verso la magistratura, per l'uso disinvolto della Cosa Pubblica a fini privati e personali e per vari altri motivi. C'è feeling, insomma, tra il piccolo boss che vorrebbe diventare grande e quella schifezza d'uomo che ci governa, mentre tutto ciò che la Sinistra rappresenta (o dovrebbe) è in perfetta antitesi col pensiero camorrista.

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  20. eNZO il magnifico aveva scritto qualcosa di simile:
    http://www.freddynietzsche.com/2009/05/31/noio-volevon-savuar-listuar/

    tu ed eNZO siete i miei personali supereroi del UEB.
    ciao, carlotta

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  21. Quando ho letto le parole di Piero Calamandrei del 1950 sulla scuola pubblica ti ho pensato. Mi hanno talmente colpito e spaventato per la loro attualità che le ho messe sul blog.

    http://dailystefstm.blog.com/5136754/

    Aloha

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  22. Che povertà , che tristezza , che infamia tutta questa storia e vedere le menti più brillanti (o almeno le meno offuscate) perdersi dietro a questa "esca" populista indegna per un popolo che bene o male ha avuto meriti culturali e sociali senza pari al mondo , come l'Italia.
    Tempo fa sul blog "casalogic" gli autori (ora emigrati credo) dicevano che ormail l'Italia "non è un paese per nessuno" giocando sul "Paese non per vecchi" del famoso scrittore...

    Ci siamo. La congiuntura del Nulla è arrivata. Chi potrebbe intellettualmente tenere la posizione si mette a parlare e riparlare di gossip , di cazzate , di puttane e di magnaccia.
    Ma vivete , incazzatevi , uscite di casa e spaccate la faccia al primo vecchiardo in Mercedes che si tinge i capelli e mette le t-shirt rosa.
    Fate qualcosa porca troia!

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  23. @Igino Licinio
    se pensi che l'interesse di questa storia stia nel gossip, nel "piccante" come dice Il Corruttore, non hai capito, così come il punto dello scandalo londinese non sta nelle poche migliaia di sterline sgraffignate da qualche parlamentare.

    Il punto è che una democrazia non consiste (soltanto) nell'andare ad infilare un foglietto in una scatola ogni 4/5 anni, ma (soprattutto) nel fatto che il Potere deve rendere conto costantemente di ciò che fa all'opinione pubblica, che l'esercizio del potere non può diventare abuso, come telefonare ad un'adolescente sul suo cellulare e proporle di diventare prima ballerina e poi, chissà, parlamentare o ministro, tanto è tutta roba Sua, che gestisce Lui, non pubblica, nostra...

    vabbè, lasciamo perdere, è desolante doverlo spiegare.

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  24. @Licinio: insomma siamo sempre all' "armiamoci e partite...": che noia!

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  25. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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