Berciami ancora(*)
In questa immagine potete vedere un vaso. Oppure due volti di profilo. O ancora l'ultimo film di Muccino, che per buona metà è impaginato così: faccia a sinistra, faccia a destra, e in mezzo una coppa nera di frustrazione che può comunque sparire da un momento all'altro stritolata in un bacio che non è mai, accidenti, l'ultimo.
Ma il più delle volte le bocche sono spalancate, i volti sono rossi, e tutti si stanno urlando addosso. Nei minimi termini il film è questo: un rosario di scene madri tra due personaggi che dopo un po' si gridano in faccia le peggio cose. Che i personaggi dei film italiani contemporanei tendessero al melodramma urlato si sapeva, ma qui sembra veramente che non ci siano alternative: ogni dialogo è uno scontro, e gli scontri si risolvono così: faccia contro faccia, chi urla più forte vince (analogie tra gli italiani e gli ippopotami del Kenya). Qualcuno dirà che è liberatorio. Secondo me no. Secondo me il mimetismo vince su tutto, secondo me il 40% di chi è andato a vederlo ha sentito l'esigenza di mangiare la faccia del partner nel tragitto verso casa.
“Non vedo l'ora di mettermi a letto”.
“Io invece mi scongelo una pizza”.
“Certo, così mi sporchi tutta la cucina”.
“Senti, ma se ho fame... e poi PERCHE' MI DEVI PRENDERE COME UN IDIOTA MALEDETTA STRONZA TI AMMAZZO! TI AMMAAAAAZZZZOOOOOOOO!”
Metà del film così. L'altra metà propone la variante: invece di fissarsi come ippopotami allupati, i due volti guardano in camera, grazie all'invenzione più importante dell'ultimo secolo: l'Automobile. Essa ha rivoluzionato i nostri costumi e forse sì, vabbè, può aver contribuito a intossicare l'atmosfera, ma in compenso ha permesso ai nostri valenti film-maker qualcosa che altrimenti sarebbe irrealistico: far discutere i personaggi mentre guardano dritto verso di noi. Si capisce la convenienza, perché nelle scene di profilo butti via un 50% di faccia che comunque devi pagare lo stesso intera (e con quel che può costare al giorno d'oggi la faccia di un Accorsi o di un Favino...) E soprattutto, l'avrete sperimentato nella vostra realtà vera, certe scenate si possono fare solo in una macchina pressurizzata ai cento all'ora – a casa no, c'è rischio che i vicini s'appassionino.
Lo so cosa state pensando. Stronca Muccino, che coraggio, domani mitraglierà la croce rossa... no. Sette anni fa, quando stroncare GM era già sport nazionale, io resistevo. Una possibilità a GM l'ho sempre voluta dare, perché fra tutti i registi di film bruttini gli riconoscevo almeno una cosa che faceva la differenza: il ritmo. Per quanto potesse apparire simile a tutti quei registi romani persuasi di ritrarre una generazione attraverso i complementi d'arredo dei salotti, Muccino aveva qualcosa che parzialmente lo riscattava, ed era proprio la spudoratezza: i salotti rimanevano salotti, ma vuoi mettere, col carrello circolare! La grammatica dell'action movie applicata agli amorazzi dei trentenni, l'handycam che ti segue nel corridoio stretto verso il bagno in fondo a destra. Le isteriche che piangono hanno fatto il loro tempo? Ok, proviamo con le isteriche che urlano in mezzo alla strada! Le isteriche sotto la pioggia! E se dobbiamo ritrarre borghesi inutili, almeno ficchiamocene dentro un centinaio in due ore: sovraccarichiamo il sistema finché non si rompe qualcosa.
Qualcosa si ruppe davvero. L'ultimo bacio e Ricordami di me sono stati l'esplosione, in tutti i sensi, di un genere di cui Ozpetek e colleghi hanno faticosamente raccattato i pezzi per ribollirci il solito passato sciapo di buoni sentimenti. Ma il Muccino di dieci anni fa se li friggeva, i buoni sentimenti. Non aveva pietà di nonne o di ragazzini, disprezzava tutti e non lo mandava a dire. Probabilmente quei due sono gli unici film-italiani-bruttini che reggono ancora la prova televisiva in seconda serata. Vanno giù come piloti di serie americane, ed è il complimento migliore che si possa fare a GM. Il quale, scheggia impazzita detonata coi suoi film, si era ritrovato catapultato ad Hollywood. Tifavo per lui. La tecnica l'aveva, il coraggio pure: quello che gli mancava erano le storie originali, proprio quelle che gli americani sanno trovare. Hollywood gli avrebbe tolto di mano i soliti triti canovacci generazional-amorosi, gli avrebbe presentato qualche soggettista degno di questo nome e... un film in effetti funzionò, l'altro meno, così l'avventura sembra già finita. Però almeno hai avuto un'avventura, Gabriele Muccino. Hai fatto film con Will Smith, sei stato per due stagioni alla catena nell'autentica fabbrica dei sogni. Adesso non è che puoi tornare a rifriggere le solite storielline amorose per il pubblico bue italiano. Sarebbe come dire che hai perso l'unica cosa buona che avevi, il coraggio. E un Muccino senza coraggio cosa mi diventa. Un Ozpetek eterosessuale, un soprammobile inutile e per giunta in serie, ce l'hanno uguale i vicini, buttare via.
Baciami ancora non è nemmeno un film generazionale: non sappiamo niente sulla vita dei personaggi, sui loro gusti o le loro idee (ce n'è uno che vota Fini, il che può voler dire qualsiasi cosa ormai). Fanno cose che avrebbero potuto fare dieci o vent'anni fa: i grandi spot pubblicitari, i bambini disegni di dinosauri. E tutti corrono nel grano. Dire qualcosa sugli anni Zero era troppo rischioso: facciamoli piuttosto reinnamorare disperatamente, che funziona sempre. Magari in questi dieci anni hanno avuto una vita interessante (droga, pazzia, carcere), ma appena torna Muccino col suo teleobiettivo tutto sprofonda di nuovo nell'ossessività dei rapporti amorosi banali, fedeli alla regola per cui la vita dei personaggi del cinema italiano bruttino dev'essere meno interessante di quella della media degli spettatori (sul serio, io ho giornate molto più interessanti di quelle dei personaggi di Muccino).
Baciami ancora è un chiodo sulla bara dell'industria cinematografica italiana, gestita da personaggi che sembrano terrorizzati dall'idea di poter dire qualcosa di nuovo, qualcosa d'intelligente, o persino di stupido, insomma qualcosa. Ma L'ultimo bacio qualcosa lo diceva. Era un film che si permetteva del cinismo, aveva un finale spiazzante che è rimasto in testa a tutti. Il sequel si guarda bene da spiazzare alcunché. Se c'è un suicidio non preoccupatevi, ve lo facciamo capire un'ora prima. Nel derby della scena-madre-in-camera-ardente Muccino le prende persino dall'Ozpetek di Saturno contro, come dire perdere con l'Albinoleffe in casa, rivogliamo il prezzo del biglietto. Quando dopo un paio d'ore risenti la voce fuori campo di Accorsi, capisci che è la classica voce off che tira le somme, e ti rendi conto di quanto poco ha voluto dirti questo film: Dicono che i quarant'anni siano l'età della maturità. Ma forse la vita comincia a cinquant'anni. O a Sessanta. O chi lo sa. Buio in sala, Giro di do jovannottesco, titoli. Due ore e venti per sentirsi dire che la vita va vissuta... Nostalgia dei carrelli circolari. Non che dicessero nulla di più, ma almeno ti facevi un giro in giostra. Muccino sembra aver paura di dire persino: ehi, sono sempre io, Muccino. Un regista con un determinato stile. Ma se poi ti scambiano per un Autore, di quelli che fanno i film d'Autore? C'è il rischio che il pubblico dei cinepanettoni non ti caghi più! Poi si accendono le luci, e il pubblico dei cinepanettoni corre a casa a guardarsi una puntata di Desperate Housewives che con personaggi da fumetto e una trama totalmente surreale ti dice più cose della tua vita che due ore di quarantenni che si urlano in faccia. Prima o poi a Roma bisogna che si mettano in testa una semplice cosa.
Non è che al cinema ci si va per specchiarsi – oddio, sì, può capitare anche di specchiarsi in qualcuno, ma è sempre qualcuno migliore di noi. Come minimo è più bello. Probabilmente veste meglio, ha la risposta pronta che a noi verrebbe in mente mezz'ora dopo. Perché al cinema ci si va per cercare dei modelli. Nessuno sano di mente crede di specchiarsi in George Clooney. Le persone vanno a vedere George Clooney perché vorrebbero diventare un po' come lui, risolvere un problema come lo risolve lui alla fine del film. Migliorare, perché persino lui ci prova. Questo è il segreto del cinema americano: modelli, non specchi. Strategie per risolvere un problema, non persone che si urlano in faccia i loro problemi irrisolti e magari uguali ai tuoi. A me non interessa se i quarantenni romani passano le giornate a gridarsi Ti-Amo-Ancora-Non-Ti-Amo-Più. Se davvero fanno così, bisogna convincerli a cambiare, a migliorare un po'. A coltivare altri interessi che non siano quelli di portarsi a letto qualcuno, restare incinta di qualcuno, riconquistare qualcuno. A gestire gli scazzi in un modo meno mediterraneo, perché sul serio, non possiamo continuare a urlare tutti quanti così. Dopo due ore ti ritrovi l'Impacciatore sul tombino che sembra una prefica del Seicento, stiamo regredendo a vista d'occhio. Ci sono altri modi di discutere che non prevedono necessariamente l'Urlo Preventivo, la Minaccia di Morte (“Giuro che t'ammazzoooooo!”), lo Specchio Riflesso (“Fottiti!” “Fottiti te!”. Era la clip che hanno portato domenica da Baudo). Non stupisce che dopo un po' comincino a urlare anche i bambini. Di colpo, dallo stand-by silenzioso (“Vuoi che ti presentiamo tuo padre?” “...”) allo stadio isterico (“Dai, se vuoi ti presentiamo tuo p...” “Ho detto di NO MALEDETTI STRONZIIIIIII!”)
Anche qui, guarda gli americani. Dialogano anche loro, di amore e di altre cose. Eppure non urlano, o magari sì, ma una volta su dieci. Hanno altri sistemi per scambiarsi i pareri: per esempio, l'ironia. Nell'ultimo bacio ce n'era un po', di ironia. Qui no, niente, il pubblico potrebbe non capire. Per ridacchiare dobbiamo aspettare che Favino incocci un muro: comicità fisica, perché chi ha rivisto la sceneggiatura temeva che una battuta di troppo possa essere fraintesa dallo spettatore di Neri Parenti. Poi lo spettatore di Neri Parenti torna a casa e si guarda le repliche del dottor House che fa ironia con le proteine e le malattie infettive.
Questo è un cinema sbagliato. Un cinema che col pretesto del realismo peggiora la realtà, ci ruba due ore e venti e ci lascia tramortiti come un vecchio amico che non senti da dieci anni e poi ti tiene un pomeriggio al telefono, urlando i suoi problemi senza che tu possa offrirgli una soluzione. Se si calma, alla fine, è per stanchezza: quella che prende tutti quanti alla fine del film. I due tizi si rimetteranno assieme, continueranno a scambiarsi baci e soprattutto urla, perché non sono mai cresciuti, la vita di coppia per loro è ancora quella di due quindicenni isterici, e non ci sono alternative: la vita è così. No, maledizione, noi possiamo essere migliori di così. A nessuno piace essere sé stesso, neanche al dottor House. Vogliamo tutti avere una chance di migliorare, e abbiamo bisogno di scrittori, di registi che ce la mostrino. Di attori che ce la impersonino. E di critici che ti mandino seriamente a quel Paese, GM: torna in America, fatti restituire quel coraggio e quel cinismo che erano le uniche cose interessanti che avevi.
* Il titolo l'ho scopiazzato da qui, grazie a M. Elena.
Tutto assolutamente condivisibile: il poeta della nostra generazione e' indiscutibilmente Virzi'. E basta vedere "tutta la vita davanti" per capire che tipo di persone sono quelli che scrivono i film di Muccino&co: quelli che si trovano sull'attico romano a lamentarsi del fatto che devono scrivere i testi per "il grande fratello".
RispondiEliminaNon è del tutto vero che dei due film girati a Hollywood da Muccino il primo ha funzionato e il secondo no. Il primo ha ricevuto delle buone critiche e il secondo no, ma entrambi sono stati successi di pubblico.
RispondiEliminaNon è neanche vero che l'avventura di Muccino a Hollywood è finita, anzi, il Nostro è già stato opzionato per un nuovo film, pare di fantascienza. Non è chiaro se con Will Smith o con Keanu Reeves.
Daniele G.
perfetta, ineccepibile in ogni passaggio. ma al di là degli aspetti cinematografici, va sottolineato con forza che chi ha la pretesa di essere specchio di una generazione finisce col rifilarci solo un concentrato per niente rappresentativo di pazzi isterici ficcati su uno schermo. io non so se la mia vita è più interessante di quella dei personaggi, sicuramente è meno teatrale, altrettanto sicuramente è più varia: ma si può a 40 anni pensare solo all'amore che nasce finisce ferisce? altro che specchio! qui non è questione di peter pan, è voler soffiare a tutti i costi sulla brace delle grandi emozioni per trovare un amo per lo spettatore. ma chi di noi, se può condividere in parte quei problemi, li affronterà mai in quel modo risibile? ti prego muccino, basta con questi baci.
RispondiEliminae speriamo che ci resti a hollywood.
RispondiEliminase quello di muccino dieci anni fa era cinismo allora mentre mi masturbo davanti alla webcam io sono una pornostar.
leonardo, è il due febbraio. non è piuttosto l'ora di smontare bersani e rimetterlo nel cellophane?
elmyr
Maledizione, c'è chi tiene il conto.
RispondiEliminaAAGHHH .... e pensare che avevo una mezza intenzione di andare a vederlo:-)
RispondiEliminaLeonardo, vai a vedere L'UOMO CHE VERRA è grande! Altro che Muccino. E' un film che vale il passaparola: un misto di Olmi e Loach e Malick. Ca-po-la-vo-ro! Davvero.
kriss
Graaaaande Leonardo! Grazie per una risata (amara) e il sollievo di capire che non sono l'unico che non ne puo' piu' ... Poi "Baciami ancora è un chiodo sulla bara dell'industria cinematografica italiana, gestita da personaggi che sembrano terrorizzati dall'idea di poter dire qualcosa...." Quello si', quello metto su un post-it davanti al computer.
RispondiEliminaNon glieli dare più 7 euro a quella merda
RispondiEliminaLuca
Allora quella sensazione di solliveo e ritrovato silenzio dopo Ricordati di me non era solo mia... Grazie della recensione, eviterò sicuramente.
RispondiEliminaNon sono così severo verso il film di Muccino, il suo limite è che oramai è un film di genere visto e rivisto: un gruppo di amici si ritrova a 40 anni dopo aver accantonato tutti i sogni della gioventù e si trova alle prese con i fallimenti della propria esitenza. Mi vengono una seire di domande: Ma perché i maschi italiani in questo tipo di film vengono dipinti tutti come dei falliti? Sono veramente così? O è una visione letteraria dela realtà oggi di moda? Nei nostri film il maschio italiano adulto è un personaggio credibile solo se è uno sciagurato irresponsabile? E' impensabile un italiano maschio eterosessuale che in un film rivesta i panni del personaggio positivo, del modello o adirittura dell'eroe come avviene in un film americano? Se fosse così si potrebbero tirare conclusioni interessanti.
RispondiEliminaHai centrato 'in pienissimo'. Non ho visto il film ma si adatta perfettamente a 'ricordati di me'. Persone che si urlano in faccia per tutto il film. Ritmo e urla. Esci dal cinema o dalla tv (per mia fortuna) e resti frastornato. Non puoi dire di aver visto un brutto film, perchè G.M. ci sa fare con la mdp, però c'è qualcosa che non quadra. Anzi molto, 2 ore di carrellate schizofreniche non rappresentano nulla.
RispondiEliminaSe mi posso permettere di consigliarti un film, che sicuramente ti piacerà, quello è 'tra le nuvole' di J. Reitman. Cinico e tagliente esattamente come te.
Ciao
Paolo
"Ricordami di me" è un refuso bellissimo, penso che Muccino lo userà per un sequel con protagonisti ottantenni.
RispondiEliminaciao leonardo, bel blog, ti lurko da un pò. La domanda che mi sorge spontanea non è: perchè il cinema di muccino e in generale quello italiano è tanto scarso? la vera domanda è: perchè hai permesso a muccino di rubarti due ore della tua preziosa vita? Abbellire i ricordi è bello e fa bene per affrontare il grigiore invernale ma va riconosciuto e ricordato che anche l'ultimo bacio era un film bollito e fuori tempo massimo con qualche simpatica trovata buttata dentro. Non fa bene al cinema italiano andarlo a vedere nè tanto meno parlarne con la serietà che utilizzi, il rischio è che così facendo si convinca di essere una cosa seria.
RispondiEliminanon mi piacciono i film di muccino: troppa violenza.
RispondiEliminainclusa la sua regia.
Dei film di Muccino a me non piacciono le continue sparatorie
RispondiEliminaL'ultimo bacio mi era piaciuto, pure i Blonde Redhead ci aveva messo. Questo però me lo perdo, allora. Di registi seriali, sempri stessi temi - città - attori, tollero (o meglio tolleravo) solo W. Allen. L'ultimo Virzì non è male: ha fatto film riusciti e meno riusciti, come tutti. Un pò ci ho trovato "Segreti e bugie" un pò "Matrimonio all'Italiana", commoventi, anche questo lo è. Certo 10 Sandrelli e 100 Ramazzotti non fanno quella Loren.
RispondiEliminaNon ho visto il film, ma penso che la faccenda degli attori che urlano per due ore sia una costante (triste e infausta) del nostro cinema. Condivido anche Rotundo, con una precisazione: non è che quei maschi di 40 e passa anni disillusi e irrisolti vadano di moda solo adesso, andavano di moda anche negli anni '80 (sulla scia del Grande freddo, solo che lì almeno la questione generazionale era un po' più motivata, c'era il '68 alle spalle...) e '90...
RispondiEliminaInsomma, sempre così deve andare a finire? Possibile? Cazzo, quarantenni di tutto il mondo unitevi, e fategli il culo!
L'ho visto solo due giorni fa in dvd, ma anche Caos calmo è una palla mostruosa, un'altra fiction televisiva come La meglio gioventù, i film di Muccino, Ozpetek etc. Che spreco di attori e di risorse (pure la conzone di Fossati era noiosetta, e fuori luogo). Se questo è il cinema italiano, mi viene da citare Moretti: «D'estate a Roma i cinema sono tutti chiusi (...) Quelli aperti danno film tipo Sesso amore e pastorizia, Biancaneve e i sette negri (...) oppure film italiani»
RispondiEliminaEcco. Era il 1993. Ma perché la gente va ancora a vedere 'sta roba? Forse perché guarda la tv...?
Alessandro, Montreal
Innanzitutto Muccino non dovrebbe più scriversi soggetto e sceneggiatura perchè è terribilmente scarso, poi non dovrebbe dirigere gli attori in quel modo perchè, a parte che risultano decisamente molesti e sgradevoli , sono pure tutti maledettamente uguali, si muovono uguale, urlano uguale, ansimano uguale, parlano uguale: praticamente è come vedere lo stesso personaggio moltiplicato per 10-20 volte. Rimane la notevole perizia tecnica ma comincio a dubitare che Muccino sia capace di sfruttarla in maniera sensibilmente migliore di quanto abbia fatto finora. Boh non so, l'impressione è che sia ottuso
RispondiEliminacaro leonardo,
RispondiEliminaio il film non l'ho visto e prima di andare vorrei sapere: ma c'è una scena con silvio muccino che cade dallo scooter e prosegue a corsa lasciando lì il motociclo? no, perché se non c'è allora forse non è un film di gm...
a muccino preferisco pieraccioni!
RispondiEliminaochei non vedo un film di pieraccioni da dieci anni se li danno in tivvù li scanso.
ma muccino è proprio scarso: se uno non ha niente da raccontare mica è obbligato a fare film, si può sempre lavorare. se poi non è capace a scrivere sceneggiature (ma temo lui non sia di questo parere, almeno a leggere certe interviste) può farle scrivere a un altro. ma se poi lui insiste per quale c@#%£ di motivo io devo contribuire alla sua illusione pagando il biglietto del cinema?
la sua eventuale abilità tecnica se la può mettere in quel posto se il risultato sono 'sti film, io non l'andrò mai a vedere però adoro parlarne male
d'altra parte non vado a vedere nessun film dove c'è la mezzogiorno (ma che c@#%£ ha da urlare sempre?), dove c'è scamarcio, la morante, castellitto (e se non era per almodovar aggiungevo pure penelope cruz) e un sacco di altri attori italiani... praticamente (per esclusione) il mio attore preferito (il più serio) mi sa che è ceccherini
Madonna, io il film non l'ho visto, ma fa così schifo?
RispondiEliminaVa be', ma povero Muccino, mica è Godard. Insomma, se vado a vedere Ozpetek so che vedrò un film con tanti amici, amori silenziosi, dei gay molto profondi, una turca rotondetta e una lettera finale. Avati fa sussurrare tutti come se fossero in chiesa e mi snerva e non lo guardo più. Moretti, con l'ansia che ha di "togliere", negli ultimi film mi pare faccia recitare tutti come in un film nippo-iraniano.
E' la maledetta fissa dei registi italiani: quella di fare del cinema "personale", altrimenti sei un mestierante (e per mestierante io intendo Billy Wilder).
Muccino è il prodotto di una alta borghesia romana, l'ha saputa raccontare, ma quella generazione oggi è ancora più lontana dalla realtà perché non ha problemi a comprarsi il SUV mentre mezzo paese è sul lastrico. E i loro problemi sono effettivamente quelli di chi non ha altri problemi: non hanno possibilità di crescita, se non forse in tragedie personali o collettive. Non so, forse Muccino voleva raccontare questo?
Magari invece non ha smesso in tempo di farne la propria musa (diciamo) cedendo alla tentazione narcisistica di una rentreè trionfale in Italia, riprendendo però esattamente da dove aveva lasciato, senza aggiornare l'orologio: dieci anni di jet lag sono tanti da recuperare.
Comunque sia tanto veleno mi sembra esagerato. Io mi sono rotto i coglioni anche con "il Divo".
Propongo "L'uomo che verrà" per riconciliarsi con il cinema italiano. Ciao,
RispondiEliminaBarbottina
io credo che sparare a zero sia molto più facile che fare un'analisi di senso compiuto. E' vero il cinema italiano è in forte declino, ci sono rimasti soltanto i più noti film cinepanettone.
RispondiEliminaIl film baciami ancora descrive a meraviglia una condizione dell'uomo italiano sui 40 con specifici e particolari problemi. Il film, nel suo piccolo, consente a molti di ritrovarsi, tra indecisioni, tradimenti, paure, difficoltà di una generazione, alla quale nessuno può sottrarsi!
Al cinema non siete costretti ad andare, ma quando uscirà in tv un occhio buttatecelo.
per chi volesse ho trovato il trailer: http://tv.city.it/?v=805
@Rob: quando dici "per mestierante intendo Billy Wilder" spero tu voglia dire uno dei più grandi registi della storia del cine: per me quello di Billy Wilder è il Cinema. Comunque sia concordo con quello che dici e il Divo non aveva particolarmente entusiasmato neanche me.
RispondiEliminadei film di muccino si può dire tutto il male che si vuole, e io posso anche accodarmi (gran parte delle critiche di leonardo le condivido).
RispondiEliminae tuttavia, muccino è stato chiamato a lavorare a holliwood, da produttori americani, e non mi risulta che l'industria cinematografica americana si sia interessata ad altri registi italiani contemporanei. ora uno può anche rispondere "e chissenefrega", però una riflessione su questo varrà la pena farla no?
a holliwood il cinema è un industria seria, dove si bada al sodo, non credo quindi che si siano rivolti a muccino per qualche "favore" dovuto, o qualche raccomandazione, o chissà quale altro inghippo (può anche essere eh, ma non credo), penso invece che l'abbiano chiamato perché hanno visto in muccino delle qualità. delle qualità come regista, intendo.
e pare che abbiano in qualche modo visto giusto visto che i suoi due film americani sono andati bene, e ora gliene faranno fare un altro.
non voglio dire che muccino sia il nuovo frank capra, però invece di sparargli addosso in continuazione faremmo bene a riflettere questi fatti.
sarò malizioso, ma a me viene sempre il sospetto che quello che in fondo dà fastidio di muccino è che non è abbastanza "intellettuale", non corrisponde alla figura del regista compreso di se stesso, non è politicamente schierato come ogni regista impegnato che si rispetti, non fa esplicite allusioni alla situazione politica italiana odierna, eccetera.
è un bravo regista, che fa dei buoni prodotti di cassetta, in stile blockbuster americano, sul genere dei tantissimi film di cassetta americani che tutti vanno a vedere senza fiatare e senza troppi sussulti di coscienza.
però signori miei, questo modo di fare cinema a un regista italiano mica glielo possiamo perdonare. eh no!
mai stata piu' d'accordo! mi sanguinavano el orecchie alla fine dell'ultimo bacio.
RispondiEliminatra l'altro con quell'orrida canzone come colonna sonora...
Leonardo
RispondiEliminaIl film in questione non l’ho visto né credo lo vedrò ho visto però l’ultimo bacio molto tempo fa
Dopo averne sentito l’elogio di tante persone e come saprai le cose tanto decantate lasciano l’asciutto in bocca o nella memoria ricordo che alla fine nella scena cult il mio pensiero fu:embè?tutto qui?non mi piace il cinema italiano io sto con i vecchi Mostri del cinema dove le storie avevano un loro senso e una loro tragedia,credo che il cinema italiano di oggi rispecchi la mancanza di idee sennò non si spiegherebbe perche il cinema faccio un esempio Totò de curtis ,
era di una genialità ma non tanto fisica ma gestuale e le sue frasi chi è che non le ricorda,erano un gioco di parole al controsenso forse a noi sembra banale perche crediamo di essere cambiati in meglio invece io credo esattamente l’incontrario che la scontatezza delle cose vedi film americani,vedi tv ,vedi tantissime cose,ci abbia invaso abbiamo ultracorpi di nulla vedi neri parenti,
la donna sta ritornando al suo ruolo di oggetto e non mi sento di applaudire a certe battute di massa?
Si può scrivere,no?
Come credo che i giovani d’oggi avranno come mito Boldi e altri ,la risata di un secondo,la memoria di uno squillo,niente che resti tutto passa tutto corre e tutto svuota. Naturalmente bisognerebbe essere degli esperti di cinema per poter giudicare nel senso di averne visti moltissimi ,
non credo di essere in grado di fare liste ma l’unico film che ricordo con affetto non so forse perche era una storia di tenerezza e forza è stato .Il toro – con protagonista Abatantuono, e altri film pochi METTIAMOCI BENIGNI,per la genialità,
non perche ha vinto un Oscar per la forza della storia,
(naturalmente non mi piace il generalizzare ci sono storie che lasciano delle cose e storie niente,tutte meritano di essere raccontate a parte di non finire nel già visto.)
Credo di essermi dilungata molto.
Finirei col dire Muccino?non pervenuto.
Un pò come Moccia lo scrittore .
Dai….
Il pezzo è bellissimo…anche il titolo.
A presto.
Amelie Anna
Guardate che nessuno pretende che Muccino sia Godard. Nessuno gli chiede di fare l'"intellettuale". Basta leggere: questo è un film che non regge Ricordati di me e L'ultimo bacio. E' deludente proprio quanto blockbuster all'italiana.
RispondiEliminaecco vedi? lo si poteva dire in due righe, senza bisogno di fare l'esegesi di muccino. il fatto è che invece almeno 20 blogger hanno sentito il bisogno di dedicarsi all'esegesi di muccino, il che mi fa venire il sospetto di cui sopra.
RispondiEliminaCosa c'è di male nell'esegesi. E poi, scusa, visto che è un autore di 'blockbuster' se uno ne parla male dev'essere per forza snobismo? In pratica significa che si possono criticare soltanto i film d'autore. Muccino è un regista di un determinato genere, con un determinato stile e un determinato pubblico: e all'interno di quel genere questo film è deludente. Ho fatto il confronto tra una sequenza sua e una di Ozpetek (tutte e due in una camera ardente), mica di Fassbinder. Non possono esistere blockbuster deludenti? Secondo me questo è il caso.
RispondiEliminaMa il blockbuster sa di essere blockbuster
RispondiEliminao si crede altro?magari che ne so un capolavoro?
secondo me questo è un altro caso:)
ciao a tutti-
Amelie Anna
@marco ed altri: il film di Muccino è un film di genere o un blockbuster, che dir si voglia, sui 40enni che hanno tradito i sogni della giovinezza non mi ha entusiasmato perché è pieno di stereotipi. E' vero, come dice Marco, che tutto è cominciato con "il grande freddo" ("baciami ancora" lo ricorda con l'episodio del suicidio, la sequenza delle telefonate agli amici, gli incroci amorosi fra i protagonisti, la speranza rappresentata dalle gravidanze finali) ma lì vi erano dei personaggi positivi come la coppia Kevine Kline-Glenn Close, non dimentichiamo che "il grande freddo" è nel mondo esterno e l'amicizia fra di loro è un valore positivo. A proposito dei personaggi maschili rappresentati nei film italiani di questo tipo mi ha sempre divertito la battuta di Moretti sulla Vespa in "Caro diario" che suonava più o meno così: "Ma cosa dite, le persone non sono come voi, io ad esempio mi sento uno splendido quarantenne!".
RispondiEliminaPezzo impeccabile,ma mi chiedo: potendo intuire dalla pubblicità, nonché dalle trasmissioni televisive in cui la pellicola è stata ospitata, che razza di polpettone fosse, non riuscivi proprio a evitare di vederlo?
RispondiEliminaIo ho ormai acquisito un certo intuito per i film sentimentali che non sanno parlare di sentimenti: sono quelli che le mie amiche si precipitano a vedere.
Qui poi ad aiutare nello scarto c'è anche l'aggravante Jovanotti santificato a De Gregori dei poveri.
Roberta
C'è pure Jovanotti?
RispondiEliminaallora ho capito tutto -grazie Roberta
non credo di andarci neanche se mi ospitasse lui in persona..
scusa Leonardo del post di oggi--mac
non ci ho capito niente
non tanto del post
delle risposte-
ritorno dopo quando ritornerete sul pianeta terra-
mi state facendo girare la testa
scusa eh?
ciao a presto.
Amelie Anna
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RispondiEliminaCancello il penultimo commento, più per eccesso di caps lock che per altro.
RispondiEliminaconsiglio a tutti di vedere Agorà e The Road, quando/se usciranno in Italia.
RispondiEliminacomplimenti per il blog da Parigi!