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lunedì 18 aprile 2011

L'Inquisizione è bipartisan

Come sapete, noi insegnanti siamo di nuovo nel mirino. I politici continuano ad accusarci di inculcare gli studenti, a mettere in dubbio la nostra professionalità, a delegittimarci nei confronti dei genitori... no, beh, scusate, sto generalizzando anch'io. Non tutti i politici. Solo alcuni. Per esempio:

Ops.
Anche il PD si dà alla caccia al prof? Scopritelo sull'Unita.it e commentatelo laggiù.

Ma voi ci credete che gli insegnanti statali, invece di svolgere i programmi, passino le ore di lezione a indottrinare gli studenti? Silvio Berlusconi ci crede, ma questa non mi sembra una gran notizia. Il problema è che sembra crederci anche Roberto Della Seta, senatore del Partito Democratico.

Qualche giorno fa il senatore Della Seta ha letto su "Repubblica" che in un Liceo di Milano insegnava una prof “autrice di un blog dai contenuti chiaramente antisemiti e negazionisti”. Una di quelle insomma che negano che i nazisti abbiano sterminato gli ebrei. Della Seta ci tiene a ricordare che lui comunque è contrario all'introduzione del reato di negazionismo. Però che i negazionisti insegnino nei licei, eh beh, questo è troppo anche per lui, così ha scritto alla Gelmini “di adottare tutte le misure disciplinari possibili per evitare che gli alunni siano costretti ad apprendere la storia e la filosofia da una persona di tal genere”.

Per la verità di questa letterina (e di una, analoga, da parte di esponenti di Sinistra e Libertà) non ci sarebbe stato bisogno: la Gelmini aveva letto lo stesso giornale e aveva già deciso di mandare gli ispettori a verificare il negazionismo dell'insegnante in questione. Però, insomma, la Gelmini la conosciamo, e il suo comportamento non ci stupisce più di tanto. Ma il senatore Della Seta? Gli è bastato leggere un articolo per muovere accuse gravissime nei confronti di un impiegato statale. Non poteva documentarsi un po' di più? Una breve ricerca su internet lo avrebbe portato nel blog incriminato, Agoràdicloro, dove almeno avrebbe potuto ascoltare l'altra campana. L'autrice del blog, Cloro, sostiene di non essere antisemita, di non avere mai negato lo sterminio degli ebrei, e di essere vittima di un vero e proprio stalkingda parte di un giornalista (il cui articolo è stato ampiamente ripreso dal Tg5, il che non sorprende). Ha ragione lei? O ha ragione il giornalista di Repubblica che mettendo insieme un po' di citazioni ha prodotto lo scoop della “prof negazionista”? Penso che possiate tutti farvene un'idea risalendo alle fonti – io tra una prof filopalestinese che scrive su un blog e un giornalista che la accusa virgolettando qua e là non posso che parteggiare per la prima, ma la mia opinione conta quanto la vostra.

Vorrei però sottolineare una cosa: né il giornalista di Repubblica, né Della Seta, arrivano ad affermare che Cloro abbia portato il suo supposto negazionismo in classe. Il giornalista, sibillino, scriveva: “Chissà se alcuni di questi concetti riescano a insinuarsi nelle sue lezioni”. Chissà? A dire il vero sarebbe stato sufficiente fare qualche intervista a studenti o colleghi: se un'insegnante nega la Shoah in una lezione di liceo, qualche testimone lo si dovrebbe pur trovare. Altrimenti resta un'illazione – più che sufficiente per rovinarti una reputazione e una carriera, ma pur sempre un'illazione.

Comunque a Della Seta non servono prove. Per ritenere una prof non idonea all'insegnamento, gli basta che questa prof sia negazionista sul blog che scrive nel suo tempo libero, per un pubblico di qualche centinaio di lettori. Eppure per Della Seta il negazionismo non è un reato. Quindi – anche qualora il suo supposto negazionismo fosse provato (secondo me non lo è) – questa insegnante non sarebbe colpevole di niente. Però non dovrebbe insegnare la Storia e la filosofia. Perché?

Spero di sbagliarmi, ma credo che Della Seta (proprio come Berlusconi) sia convinto che insegnare Storia e filosofia significhi inculcare, propagandare le proprie idee; quindi quello che in casa propria e sul proprio blog non corrisponde a reato diventa inammissibile in un'aula di liceo. Ma allora perché prendersela con Berlusconi? Lui non fa che porsi lo stesso problema. Certo, a Berlusconi danno fastidio i prof rossi, a Della Seta quelli negazionisti, ma entrambi sono convinti che i prof non siano capaci di lasciare le proprie convinzioni politiche a casa. Le porteranno sicuramente a scuola, per cui... bisogna prevenire il problema. Mandando i figli alle private, propone Berlusconi (coi buoni scuola che paghiamo noi, ma vabbe'). Della Seta invece è di sinistra, così preferisce espellere il funzionario colpevole di non ortodossia. Voi chi preferite? Io, davvero, oggi sono un po' più incerto del solito.

Daccapo. Voi ci credete che gli insegnanti – rossi o negazionisti che siano – passino il tempo a propagandare le loro idee agli studenti? Io no. Per un semplice motivo: non gli conviene. La maggior parte dei prof non ha nessuna ideologia da propagandare. Chi ce l'ha, di solito se la tiene ben stretta: il prof italiano è costantemente sotto osservazione. Studenti e genitori lo giudicano molto prima che lui abbia il diritto di giudicare loro. Inoltre, spesso non c'è niente di meglio di un maestro fascista per ottenere un allievo antifascista (e viceversa, purtroppo). In fondo la generazione che ha fatto la Resistenza e ci ha lasciato la Costituzione era quasi tutta passata attraverso l'asfissiante scuola del Ventennio.

Insomma, la scuola italiana – con tutti i suoi difetti, che sono tantissimi – mi sembra per sua natura refrattaria alla propaganda, perlomeno a quella dell'insegnante, che non è mai stato presentato come un maestro di vita da imitare. Questo anche grazie ai nostri politici, di sinistra o di destra, che una scusa per metterci in discussione lo trovano sempre. Se necessario, sono disposti anche a leggerci i blog (attenti a quel che scrivete...) http://leonardo.blogspot.com