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domenica 18 novembre 2012

Striscia, il futuro

La verità è che siamo pigri. Non è nemmeno colpa nostra. Siamo cresciuti in un mondo in espansione, tutto stava andando per il meglio e nessuno sentiva l'esigenza di frustarci se sbagliavamo le coniugazioni. L'importante era essere felici, trovare la nostra strada, la nostra creatività, e poi c'era posto per tutti e saremmo tutti diventati artisti scienziati ballerini in tv. Così siamo cresciuti effettivamente molto espansivi e pieni di idee, di intuizioni e altre cazzatine, ma come dire, ci manca un po' il mordente.

Anche quando arrivò la globalizzazione, i nostri genitori non si spaventarono più di tanto, all'inizio la consideravano soprattutto come una globalizzazione di manovali colf badanti e puttane, tutti mestieri che intendevano evitare ai figli, e tanto meglio se il prezzo di quel tipo di prestazioni crollava. Che dall'altra parte del mondo ci fosse gente disposta a sanguinare nelle fabbriche e sui libri per fotterci la competitività; che dall'altra parte del mondo ci fosse un altro mondo intero più giovane e disposto a tutto; che nel 2012 persino gli operatori dei call center cominciassero a tradire un accento bengalese: questo proprio non lo potevano immaginare, e invece.

Ora vallo a spiegare alla Seconda Erre, che se non imparano sul serio gli irregolari della seconda coniugazione, da qualche parte del delta del Gange c'è un tizio in uno scantinato che li sta studiando meglio di loro, e che tra dieci anni gli fregherà il telelavoro. È un discorso che non capiscono, anche perché per farglielo è inevitabile usare qualche irregolare della seconda coniugazione. Sono piccoli, non pensano al futuro, o meglio ci pensano perché fanno tanti disegnini, sono tutti piccoli Matt Groening che a scuola disegnava solo coniglietti e poi ha inventato i Simpson ed è diventato ricco e questo è un grosso argomento contro il divieto di fare disegnini in classe. Quanto a reintrodurre il frustino, il consiglio d'istituto non capirebbe. Quindi che si fa.

Una volta si facevano le guerre, più o meno una generazione sì una no aveva la sua bella guerra, bella per modo di dire, in realtà quasi sempre orrenda: una generazione la faceva, quella successiva se la faceva raccontare, e per quaranta cinquant'anni avevi risolto un po' di problemi occupazionali, formativi, per tacere delle enormi opportunità industriali e urbanistiche. Non è mica un deficiente l'essere umano, parlo in generale: se ha sempre fatto delle guerre si vede che ci si trovava bene. Meglio che i lemming con quella storia delle estinzioni di massa, che tra parentesi è una leggenda urbana. Ma a un certo punto questa cosa di fare guerre sempre più tecnologicamente avanzate ci è un po' scappata di mano, sono state scoperte reazioni a catena che potrebbero estinguere la specie, così adesso almeno in Europa non si può più, e te ne accorgi dalla gioventù che dopo sessant'anni ti ritrovi tra i piedi. Per carità quasi tutti simpatici, e poi che bei denti, e che guance paffute, quanti progressi nell'alimentazione e nell'igiene. Soltanto un po', come dire, smidollati. Ma non è mica colpa nostra. Cosa ne sapevamo.

Tutto questo per dire che se siete venuti qua cercando un un pezzo che stigmatizzasse gli scontri nelle manifestazioni, le guerriglie più o meno giovanili, ormai rituali, sganciate da qualsiasi percorso di causa-effetto... ripassate magari tra qualche anno, non sono ancora così rincoglionito (anche se prometto bene). Mi dispiace certo che vada a finire sempre così, ma questo istinto a giocare alla guerra lo capisco. È evidente che in Italia - ma in Europa in generale - è sfruttato ancora male, canalizzato in eventi calcistici o sindacali che in fondo non c'entrano nulla. Altrove hanno capito come fare, altrove sono stati più furbi. Forse è genetica, ma secondo me è soprattutto necessità.

E allora forse dovremmo smetterla di chiedere la pace in Medio Oriente come se noi avessimo qualcosa da insegnare al Medio Oriente - quando forse a questo punto è il contrario: è il Medio Oriente che ci mostra la via, è il litigioso Medio Oriente il futuro dell'Europa e magari, dai, del mondo. Forse nel futuro avremo tutti diritto a una nostra Striscia di Gaza a quaranta-cinquanta km dalle nostre case: un recinto pieno di uomini cattivi che ci tirano i razzi e ci distruggono pollai o asili nido. Lo si alleva con molta attenzione, isolandolo il più possibile da qualsiasi contatto con la realtà, e poi ogni quattro anni si organizza una guerra, ma mica una cosa tragica stile Novecento, una cosa molto più tranquilla, una spedizione punitiva, si va nel pollaio e si rompono le uova, e arrivederci al prossimo bisestile: olimpiadi, elezioni americane, bombardamento nella striscia. Tenersi una Striscia sotto casa presenta tutta una serie di vantaggi da non sottovalutare: certo, sporca un po', ma è relativamente piccola, e soprattutto, per quanto sia cattiva, alla fine vinci sempre tu (vincere è importante). E ai giovani altro che SCO, ai giovani puoi far fare il servizio militare come ai vecchi tempi, e vedrai che anche la scuola la prenderanno meno sottogamba, coi cattivoni alle porte di casa. Studiate ragazzi, e studiate cose utili, e studiatele sul serio. Non vorrete mica diventare la Striscia di qualcun altro?

25 commenti:

  1. Pensa che lo stesso discorso, quasi verbatim, sull'assenza di guerre come causa del disagio-deboscio giovanile, lo sentii fare a Montanelli in un'intervista, decine di anni fa, quando Montanelli non era ancora un'icona della Restistenza antiberlusconiana ma solo uno di destra che non si vergognava di essere di destra.
    Tu invece eri quello che diceva 'armati e parti' a me, ai tempi dell'Iraq; e l'altro ieri a Renzi 'mandaci tuo figlio' (al SCO), manco fosse l'Afghanistan.

    tibi

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    1. E toglierti l'onore di dare l'esempio virile a questa generazione di mammolette imbelli? Giammai.

      tibi

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  2. Giusto per ricordare che in Siria vengono scannate un centinaio di persone al giorno.
    Ma Leonardo parla di Gaza.

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  3. impressionante, tu e Haramlik avete espresso gli stessi concetti, pur parlando di cose diverse, vi siete telefonati?
    Mari

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  4. Haramlik in realt' e' puro surrealismo

    Gli arabi che non possono essere cinici, perche' ci hanno la cultura, loro. E gli israeliani che devono fare la guerra per tenere in piedi la loro malata ideologia, nata solo l'altro ieri.

    Perche' le guerre perse spengono certi fuochi ideologici. Infatti, mai visto gente meno ideologicamente accesa dei palestinesi, che di guerre ne perdono da decenni.

    E lei lo sa, che lo ha letto su un giornale in bar di Gerusalemme, anche se non si ricorda bene l'articolo.

    E lo scrive senza ridere.

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  5. Questo è un pezzo post-futurista, pessimista e apocalittico.
    E quelli che sognavano le meravigliose sorti e progressive? E quelli che ritenevano che la guerra dovesse essere bandita dalla storia umana? E quelli che dicevano che la democrazia ha i suoi limiti, ma che è sicuramente migliore di tutte le altre forme di governo? E quelli che hanno difeso la scuola pubblica con tutte le proprie forze contro la grigia dismissione? E quelli che si impegnavano per costruire un altro mondo possibile, basato sulla cooperazione e sullo sviluppo sostenibile? E chi crede ancora nella Repubblica Federale Europea?
    Mi hai messo tristezza, in questa uggiosa domenica piena di pioggia fra la Mosa e il Reno... :(

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  6. E' un brutto post, e lo dico con dispiacere perché di norma quello scrivi mi piace moltissimo.
    E' brutto perché parte da un problema vero, su cui bisognerebbe riflettere sul serio se non si vuole credere davvero che la guerra sia l'unico modo per evitare un innegabile declino, però finisce per scopiazzare malamente il post di Lia, andando a finire nel nulla.

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  7. Uhm... a me invece non sembra che il pezzo *suggerisca* la guerra come soluzione al disagio-deboscio giovanile. Più che altro nota che queste derive violente si possono classificare non solo come estremo disagio, ma anche come uno sfogo di pulsioni che hanno sempre fatto parte del nostro equilibrio sociale.

    L'invito alla guerra sotto casa è ironico, lo leggerei così: non sentitevi tanto superiori se quando le cose vanno bene avete bisogno di giocare a fare i soldatini per strada.

    Ma forse sbaglio.

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  8. post strano... strano per leonardo, voglio dire. diamo per scontato che non sia abuso di sostanze strane: ce ne saremmo accorti prima, se le avesse usate
    ha mischiato (in modo sarcasticamente amaro) temi complessi e reali
    il bamboccionismo, ma anche il surplus di testosterone che si esprime (anche) con gli scontri di piazza e l'escalation del conflitto israelo-palestinese
    è un accostamento creativo. non poteva fa' il "solito" pezzo sul conflitto... una parte di noi gli darebbe dell'antisemita di fatto e l'altra del venduto a bersani, e poi i troll, che palle
    ma secondo me un post non basta: dovresti scriverci un libro. tanti esempi, link, fotografie...
    però dal post non sembri in forma, un po' demoralizzato? il solito pessimisto dell'intelligenza?

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    1. Leonardo è sempre sconsolatamente pessimista.
      Per questo mi piace.

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    1. Chi invece posta insulti in maniera anonima dimostra una raffinata capacità di ragionamento.
      Oppure è solo un simpatico burlone.

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  10. Questo blog va dritto verso Spengler. Peccato.

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  11. Quel "forse è genetica", si presta a diverse interpretazioni, per cui: potresti dare una spiegazione?, cosa vuol dire?

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    1. Vuol dire che un tipo di intelligenza collettiva potrebbe anche essere congenita, anche se io non ci credo molto.

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    2. ...ok, ma il punto per me è: a chi ti riferivi?, al soggetto che viene introdotto subito dopo (gli israeliani che giocano furbamente a bombardare la striscia ogni presidenziale americana - questa volta però Obama resta in sella!)?, o a popoli non meglio precisati - ma geneticamente omogenei - che han capito che "la guerra è la levatrice della storia" (Marx, credo)?

      Personalmente penso - nulla di originale, peraltro - che il ritiro unilaterale da Gaza era volto a spaccare in due i palestinesi, a sollevare un gran numero di contraddizioni; però non andrei troppo oltre, altre cose mi pajono piuttosto dinamiche tipiche dello scontro asimmetrico; la differenza vera è forse che per molto tempo Israele ha spesso provato a sottrarsi a quelle dinamiche; Piombo Fuso - ricordo ancora Barak, che a suo tempo mi illusi avrebbe firmato la pace con Arafat, che faceva a gara coi colleghi per pigliarsi quanti più meriti possibile dell'operazione - ha marcato un netto cambio di "strategia", allineando almeno in parte Israele a quell'"idea" americana della guerra a zero perdite (nostre) che effettivamente prefigura l'""idea"" che la vita umana non abbia sempre lo stesso valore.

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    3. Non bombardano a ogni presidenziale, bombardano dopo. Prima verificano chi sarà l'inquilino, e si comportano di conseguenza. Non mi pare sia dietrologia.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    5. [correggo gli errori di ortografia e battitura, il resto è praticamente inalterato]

      Beh, l'altra volta bombardarono prima dell'insediamento di Obama, nell'interregno tra due diverse amministrazioni, dunque durante una sorta di vuoto di potere. Obama poi poteva sembrare, specie in quel frangente, l'uomo della provvidenza che il pianeta attendeva da duemila anni; quantomeno si poteva avere il dubbio che una roba come Piombo Fuso non l'avrebbe permessa.
      Questa volta è molto diverso: Israele sta operando con Obama saldamente in sella, e che anzi dalla sella benedice. E questo può voler dire solo una cosa, che Israele sa che dagli USA di Obama non ha nulla da temere [e, collateralmente, che - se c'è ancora qualcuno non tifoso e che in proposito ha ancora qualche dubbio onesto (non gli amici del Post, per intenderci) - Obama è il solito misterpresident, solo con una faccia più simpatica della media delle edizioni precedenti].
      Nessuna dietrologia su questo.

      La dietrologia al massimo può annidarsi altrove, e provo a spiegarmi.
      La lettera del tuo pezzo, sempre se capisco bene, è: ma vuoi vedere che per non rammollirci ci vuole la buona vecchia guerra?, e infatti guarda quelli là! ne fanno una ogni quattro anni...
      Ora, può pure essere che qualcuno pensi davvero che la guerra sia un/il rimedio contro la fine dell'impero; però in questi termini rimaniamo nel campo del vago, o del generico, o dell'indimostrabile, per cui non c'è problema.
      Però mettendola in termini un po' più sottili la questione può facilmente diventare problematica (eccome!); ad esempio se si volesse sostenere che, in base ad un suo opportuno tornaconto, Israele avrebbe sgomberato Gaza pianificandone ab origine sia la ghettizzazione, sia le conseguenti periodiche insurrezioni, prevedendo di trattarle in maniera radicale ma non troppo, in modo da creare un loop: li esasperiamo finchè non ci tirano qualche missilotto, a quel punto li puniamo, ma lasciando loro la possibilità di essere riesasperati e di ritirare in futuro altri missilotti, alchè noi li ripuniamo e via così.
      Ecco, io non so se tu pensi questo; che singoli uomini o anche gruppi di pochi uomini, magari nella stanza dei bottoni, possano arrivare a concepire una cosa del genere non è affatto escludibile; diverso è, però, se un'intenzione di tal sorta la si vuole attribuire ad un popolo (o "popolo", se lo si preferisce; qui il punto non è l'etnico, ma il numerico).

      Io personalmente credo - come molti altri - che il ritiro unilaterale da Gaza avesse uno scopo ben preciso, quello di rompere il fronte nemico.

      È sotto gli occhi di tutti come nella striscia Israele imponga delle condizioni di vita ignobili, effettivamente da ghetto. Ma credere che possa essere esistito un piano di quel genere è un po' troppo, almeno per me - e questo è ciò che provavo a dire nel mio intervento precedente.

      Rimango col dubbio su quel "genetica"; non ho capito a chi si riferisce ed ho tuttora il timore che possa esser stato uno "scivolone". Tuttavia non mi va di insistere; alla fine sulla questione sei stato perseguitato fin troppo (una volta, per giunta, anche per colpa mia - sebbene non fosse mia intenzione...); e son giorni tristi per tutti, di qualunque cosa c'è bisogno tranne che di mettersi a far baccano.

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  12. Leo, ma noi ce l'abbiamo già la nostra striscia di Gaza. Ti ricordi gli anni 90, l'operazione "Vespri Siciliani" con gli alpini in Sicilia? E poi Scampia, Secondigliano, zone fuori dal controllo dello Stato, con arsenali che Hezbollah si sogna...

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  13. L'Italia è già la Striscia d'Europa. C'ha pufe la forma di striscia

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    1. Gli abitanti dell'Europa Centro-Occidentale di tanto in tanto vengono in vacanza in Italia e nei supermercati della Renania si trova la pasta De Cecco.
      Gli israeliani non vanno in vacanza a Gaza e non sono sicuro che Gaza esporti qualcosa verso Israele.

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  14. Buonasera dal 2023, 11 anni dopo, il futuro.

    La Striscia di Gaza ha continuato a produrre ciclici attentati contro Israele, ognuno dei quali ha generato un peggioramento delle condizioni di vita nella Striscia, conducendo a nuovi attentati.

    In questi giorni i Gazaiti hanno però fatto il salto di qualità, uccidendo un migliaio di israeliani (che nel frattempo erano occupati con il proprio governo più di destra di sempre).
    S'attendono dunque almeno 10 000 morti fra i Palestinesi nei prossimi giorni.

    Cosa accadrà poi non lo so (scrivo dal futuro, ma ignoro il futuro un po' più in là); noto però come già nel 2012 Atlantropa facesse lunghi discorsi volti a contestare ogni cosa e a non arrivare mai da nessuna parte.

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