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sabato 29 marzo 2014

Capitan America prende a pugni i droni della NSA ma Scarlett è solo un'amica

Captain America - The Winter Soldier (Anthony e Joe Russo, 2014)

"E allora com'era il film?"
"Eh? Non male".
"Non male?"
"Ma sì, dai, salva il mondo come al solito, però in modo non banale, sono abbastanza soddisf..."
"Berlinguer?"
"Eh?"
"Non sei andato a vedere Berlinguer?"
"Ma certo, sì, naturalmente, sono andato a vedere Berlinguer".
“Non ti lascerò andare stavolta, Bucky.
Stavolta ci salveremo, o cadremo insieme”.
"E salva il mondo in un modo non banale?"
"Beh, in un certo senso..."
"Ma è morto, Berlinguer".
"Non del tutto, no... in realtà è solo congelato, vedi... ogni tanto lo riattivano e gli fanno fare delle missioni speciali".
"Berlinguer".
"Ma nel suo cuore resta il ricordo struggente del suo amico che non seppe salvare, come si chiama..."
"Aldo Moro".
"E insomma il mondo ha ancora bisogno di eroi come lui, perché i nuovi politici hanno una visione semplificata dei problemi e minacciano di far decollare piattaforme sociali che distruggeranno..."
"Sei andato a vedere Scarlett".
"Ma che c'entra, scusa".
"Me lo puoi dire. Hai preferito Scarlett Johansson a un documentario su Enrico Berlinguer, per favore, ammettilo".
"Ma non è Scarlett... cioè c'è anche Scarlett, ma un film di Capitan America, ambientato al tempo dell'NSA, dei droni, presenta svariati motivi di interesse che..."
"Si spoglia in automobile anche stavolta?"
"No, maledizione".
"Tu lo sai, vero, che ti stanno prendendo in giro da... quanti film? Tre".
"Sono bei film se ti piace il genere. La Marvel sa veramente il fatto suo".
"Te la piazzano lì in tre scene e ti staccano un biglietto da dieci".
"Non l'ho visto in 3d. Anche se le traiettorie dello scudo magari meritavano".
"Lo scudo?"
Adesso, onestamente, perché non può avere un film tutto per sé?
Le vedo solo io le potenzialità? Ma io le vedo molto bene.

"Capitan America ha uno scudo, è la sua arma e il suo simbolo, nonché una metafora dell'America tutta".

"Lo scudo".
"L'America è un bel ragazzo biondo che in qualsiasi parte tu ti trovi al mondo ha il diritto di ammazzarti, però con uno scudo".
"Perché gli americani si stanno soltanto difendendo".
"In realtà no, è più complesso di così. La vera minaccia è sempre interna. In tutti questi film ci sono due cattivi. Possiamo chiamarli il Burattinaio e il Burattino. Per esempio..."
"In Scarlett Johansson si infila un costume nero in macchina aka Iron Man 2 c'era Mickey Rourke".
"Ecco, Mickey Rourke in Scarlett Johansson si cambia in macchina ftg Iron Man faceva il Burattino. Parlava russo, sembrava matto. Anche Ben Kingsley in Iron Man 3. I Burattini sono sempre personaggi esotici con accenti strani".
"Stavolta chi lo fa il Burattino?"
"Un attore rumeno. Interpreta il Soldato d'Inverno, un'ex super-spia sovietica, come Scarlett del resto".
"Si baciano?"
"No. Nel film, cioè. Nel canone ufficiale succede".
"Nel cosa?"
"Nella continuity, insomma, nei fumetti".
"Hai quarant'anni, ti rendi conto".
"I Burattini all'inizio sembrano la vera minaccia, e in un certo senso danno il sapore al film: per esempio questo è il film in cui Capitan America combatte contro il Soldato d'Inverno. Ma i Burattini non sono mai il vero nemico".
"Il vero nemico è il Burattinaio".
"Ovviamente. E il Burattinaio è sempre un Wasp, un americano bianco e biondo. Sempre".
"Vabbe', è la politically correctness".
"No, è più complicato di così. L'idea che nelle stesse radici della libertà americana si annidi il seme del male, il germe del nazismo..."
"Vabbe' ma se i cattivi sono tutti biondi dopo cinque minuti li scopri comunque".
"Magari i ragazzini ci mettono un po' di più".
"Ho visto che nel cast c'è Robert Redford, niente niente che..."
"SSsssst! Spoiler!"
"Hai quarant'anni. Quarant'anni".
"Capitan America ne ha novantacinque".
"E va in giro con la tutina rossa e blu".
"Blu molto scuro, kevlar, una cosa abbastanza realistica".
"Realistica".
"Il film si ispira ai classici politici della Nuova Hollywood, Tutti gli uomini del Presidente, I giorni del Condor..."
"Quanti elicotteri vengono abbattuti?"
"Eh, tre..."
"Solo tre?"
"Tre PORTA-ELICOTTERI DA CENTO ELICOTTERI L'UNA SI PRENDONO A CANNONATE SOPRA IL FIUME POTOMAC, FIGATA PAZZESCA".
"Mentre Capitan America e Scarlett si baciano".
"No. Capitan America ritrova il suo amico perduto".
"E si baciano".
"No ma quasi - diciamo che non ci si può aspettare un sottotesto omoerotico più evidente di così da un blockbuster".
"E Scarlett?"
"Un bacetto a un certo punto, solo per depistare i pedinatori".
"Mamma mia che roba banale".
"No, è fatta molto bene, con molta cura, da autori sensibili che rispettano il materiale di partenza e..."
"Il materiale di partenza? Un coglione in tutina rossa e blu che ammazza i cattivi con lo scudo?"
"Capitan America non era così. Cioè. Poteva diventare così. Ma proprio perché il rischio di sembrare un coglione in tutina a stelle e strisce era altissimo, è sempre stato un personaggio che ha stimolato i suoi autori, che li ha spinti a scrivere storie meno banali di quanto avrebbero potuto essere, capisci? Capitan America è stato il primo fumetto con un supereroe nero".
"È diventato nero?"
"No, è sempre stato biondo, ma negli anni Settanta ha avuto un amico nero, Falcon".
"Molto avanti".
"È un fumetto che ha raccontato lo scandalo Watergate, ha preso le distanze dal Maccartismo... pensa che le storie in cui picchiava i comunisti, negli anni Cinquanta, sono state rifiutate dal canone: in seguito si è scoperto che il Capitano che scopriva spie rosse dappertutto in quegli anni non era il vero Capitano, ma un impostore paranoico, capisci?"
"Hai quarant'anni".
"Pensa solo a come nasce... lo sai cosa c'era sul primo numero di Capitan America nel 1940?"
"Tiro a indovinare... Capitan America".
C'è scritto March, ma uscì quattro mesi prima.
Un milione di copie. Ma anche centinaia
di lettere indignate, non si tratta così
un capo di Stato.
"Che prende a pugni Adolf Hitler".
"Uh, hai ragione, molto meno banale di come avrebbe potuto essere".
"Riflettici bene, esce un anno prima di Pearl Harbor, mezzi Stati Uniti erano ancora isolazionisti, un sacco di bravi biondi ragazzi americani pensavano che Adolf Hitler non avesse tutti i torti. E invece a New York c'era gente che diceva: ehi ragazzi, questo è un nemico, questo va contro tutto quello in cui crediamo, questo va preso a pugni".
"E ci disegnano un fumetto".
"Erano fumettisti, che altro dovevano fare. Chaplin faceva il Grande Dittatore, loro facevano fumetti. Ma avrebbero potuto fare l'ennesimo eroe in calzamaglia che salva la cassaforte dagli scassinatori, invece no. Si impegnano. Una volta si chiamava engagement".
"Si chiama  propaganda politica".
"Anche il primo film... una mezza cazzata, però c'era questa idea geniale, di un Capitano che viene arruolato nel settore propaganda, fa gli spettacoli con le ballerine in cui prende a pugni Hitler... però poi diventa un eroe vero e elimina i pericolosi nazisti. E però alla fine i più pericolosi sono simili a lui... dopotutto è il risultato di un esperimento che doveva creare il super-soldato... i nemici che combatte gli sono sinistramente famigliari, capisci? Il germe del male..."
"...alligna nelle stesse radici della libertà bla bla".
"Pensa solo a questo. Il nemico è la NSA. In un futuro prossimo la NSA si dota di droni orbitanti e usa le informazioni in suo possesso (tutte le mail che ci siamo scritti, le foto che ci siamo scattati, ecc.) per decidere chi eliminare. Per la pace nel mondo. Per la stabilità".
"Siamo spacciati".
"Ma Capitan America combatte".
"E Scarlett?".
"Lo aiuta, ovviamente".
"Ma non si baciano".
"Solo un istante, per depistare".
"E Berlinguer?"
"Magari la settimana prossima".
"La settimana prossima esce Charlotte Gainsbourg fa sesso con chiunque per quattro ore, Parte prima".
"Non so, ci devo pensare".
"Con Scarlett non sei stato molto a pensarci".
"No, è più complicato".
"Hai quarant'anni".
"È più complicato".

Captain America secondo me si può vedere tranquillamente in 2d, per esempio al Fiamma di Cuneo (21:15), al Cine4 di Alba (21:00), al Cinelandia di Borgo S. Dalmazzo (20:05, 22:45), all'Italia di Saluzzo (21:30), al Cinecittà di Savigliano (21:30). Ma se ci tenete a vedere lo scudo della libertà che vi arriva adosso, troverete la versione 3d al Cinelandia di Borgo S. Dalmazzo (20:00, 22:40) e all'Impero di Bra (20:10, 22:30).

5 commenti:

  1. Mi piace il discorso sulle origini fumettistiche di Cap. Steve Rogers è nato fumettisticamente con l'idea di realizzare un condottiero, più che un superfratellone.Negli anni Quaranta guidava ragazzetti all'assalto dei nemici della democrazia. Molti ragazzi al fronte leggevano i suoi fumetti prima di essere mandati a morire, magari col sorrisetto alla Bucky Barnes impresso in testa. Era una rappresentazione del sacrificio di una generazione. Dietro c'era l'idea della crescita: il ragazzetto gracile ha il cuore e la mente di chi vuole una società più giusta e gli viene concessa la forza per realizzare tutto questo. L'apporto della Marvel è stato vitale per trasformare la goffa idea di base, che sarebbe stata presto dimenticata nel dopoguerra, in qualcosa di magico ed essenziale, come i miti di Re Artù che aspetta di rinascere per guidare l'Inghilterra, gli Americani hanno risvegliato dai ghiacci il loro Artù.Venne sottolineato maggiormente che quando Cap ottiene questa forza non la utilizza per trasmettere un'idea di sopraffazione, la usa per incarnare gli ideali più "liberal" della politica americana e nella sua storia è stata la voce più critica in assoluto sul sistema. Lo scudo è realmente un'arma di difesa, non l'ha mai lanciato per tagliare la gente. Se proprio vogliamo trovarci una metafora, lo scudo è realizzato con una combinazione unica e non replicabile di metalli speciali, è come Cap, unico. E' come dire "si protegge coi suoi stessi ideali".
    Si protegge principalmente da un'America che dimenticando quegli ideali lascia indietro i deboli, gli stessi che il gracile Rogers incarnava e premiava divenendo il loro rappresentante.
    Il problema è che personaggi come Cap funzionano benissimo nei periodi in cui ci sono presidenti destrorsi e antipatici. Mentre nel mondo reale impera la visione prevaricatrice dei repubblicani, nei fumetti c'è il capitano che incarna valori liberal ed è vicino alla voce del popolo. Adesso siamo nell'era Obama, Cap deve fare realmente il "capo" e i problemi nascono da qui, perché per motivare gli altri Cap è perfetto, ma per dare ordini no.

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  2. purtroppo a me mancano proprio le basi, non ho fatto il liceo, perciò quello dello scemo in outfit biancoblù che ammazza la gente con lo scudo (mica come tremonti, che agli evadori, con lo scudo, gli ridava la vita) mi torna meglio
    ma sarà l'età e l'ignoranza, ma aspetto con ansia la recensione di charlotte gainsbourg tromba per quattro ore con chiunque

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  3. Beh, l'idea consolatoria che una superdemocrazia come gli USA venga regolarmente salvata da una qualche deriva fascista, grazie ad un supereroe od un giornalista o chissà chi altri, non è certo nuova… Scommetto che qualche complottista ci dirà che anche queste pellicole servono per darci l'illusione che 'i buoni' sappiano autocontrollarsi… (ma del pensiero di chi pensa siamo dominati dai rettiliani mi interessa poco). Ok, i supereroi fanno parte del mio retroterra più antico, e li ho sempre trovati fondamentalmente divertenti… Non sono mai riuscito a prenderli sul serio e così è per questo film. Divertimento decisamente meno stupido di tanti altri.
    Per Berlinguer andrà bene anche la televisione: mi darà più tempo per pensare.

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  4. Berlinguer, testa - Cap, croce.... come andrà a finire? ;-)

    Sei sempre un passo avanti, Leo.

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    1. Sul documento di Zagrebelsky - Leo mi sembra un passo indietro :)

      Madama la marchesa....

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