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mercoledì 25 febbraio 2015

Il referendum che Renzi può perdere

Cosa fare con(tro) Renzi. 

Non prenderei nemmeno la parola, se non avessi maturato l'opinione che la politica sia un'arte molto meno raffinata di quel che vorrebbe essere. Viviamo in un complesso labirinto, vero: ma alla fine le scelte che ci arrivano davanti si presentano sempre in forma di bivi o trivi. Tutta la complessità che ci portiamo dentro alla fine la dobbiamo sacrificare di fronte a scelte secche: di qua o di là? Sinistra o destra? Restiamo fermi, proseguiamo, torniamo indietro? Chi tira una monetina può avere più successo di chi si carica sulle spalle vissuti o ideologie. E quindi anch'io dico la mia: prendetela come la monetina lanciata da un deficiente di passaggio.

Come ho scritto sopra, la prospettiva di un referendum abrogativo non mi esalta. Non ho mai creduto molto nel mezzo referendario - il più delle volte è un boomerang - e non mi piace andare alla carica contro l'artiglieria, mi pare che l'eroismo non riscatti la stupidità. Anche a me piacerebbe abrogare il Jobs Act - e la legge elettorale - e le riforme istituzionali - la buona scuola - insomma, anche a me piacerebbe deporre Renzi e i suoi manipoli, ma non disponendo di un numero di coorti sufficiente anche solo a impensierirlo, non mi resta che la ritirata e la guerriglia. Devo assicurarmi la complicità con le altre tribù che controllano il territorio, anche se non mi piacciono per niente. Devo tendere al nemico un'imboscata nel punto più difficile del percorso. Ci penso da parecchio e un punto del genere mi sembra d'averlo trovato.

Ci vorranno ancora mesi e forse più di un anno, ma prima o poi le riforme costituzionali Renzi-Boschi saranno sottoposte al vaglio dei cittadini, mediante un referendum (a meno che Renzi non si stufi e decida di tornare al voto senza la nuova legge elettorale, ma sarebbe una figuraccia). Attenzione però: non un referendum abrogativo. Confermativo. Che differenza c'è?

Tutta la differenza del mondo. Il referendum confermativo non prevede il quorum del 50%+1. Il referendum confermativo non è una giocata del Sì contro il Banco che vince sempre. Nel referendum confermativo, il Sì e il No se la giocano alla pari. Chi porta più elettori alle urne vince. E che ci vuole, direte voi, Renzi ha la maggioranza...

No. I sondaggi (che sbagliano sempre) lo danno sempre sotto il 40%. Parliamo sempre di dieci milioni di elettori, ma non andranno tutti a votare a un referendum in cui non serve nemmeno il quorum. Da questi inoltre vanno sottratti i suffragi di chi ha votato Renzi alle europee, e forse lo rivoterebbe anche a un ballottaggio contro Salvini o Di Battista, ma non ha nessuna intenzione di votare per le sue riforme. Quelli come me, insomma. Quanti siamo? Impossibile dirlo, ma potremmo essere decisivi.

E poi c'è tutto il composito arco costituzionale antirenziano. C'è Grillo, c'è Berlusconi che quelle riforme le ha scritte ma a questo punto non ha molta convenienza a farle passare. C'è anche Salvini, a cui in realtà un superballottaggio farebbe comodo, ma se il referendum confermativo diventa un referendum su Renzi, non potrà tirarsi indietro. C'è la sinistra-sinistra, c'è Sel, ci sono tutti. Tutti tranne lui e chi crede in lui. Sarà un referendum su di lui, e lui non ha dalla sua il 50% degli italiani: non lo ha mai avuto. Non ha neanche quell'appoggio televisivo che crede di avere: perlomeno se crede di poter litigare sia con Berlusconi sia con l'Usigrai, forse avrà la sorpresa di scoprire che certe ospitate domenicali non sono un atto dovuto. Per non parlare dell'enorme serbatoio dell'astensione, che per qualche irrazionale motivo mi pare più facile recuperare al No che al Sì.

Un referendum abrogativo non lo vinceremo mai, ma un referendum confermativo del genere è alla nostra portata. Non si tratta di andare a letto con Salvini o Grillo o Berlusconi, o perlomeno non si tratta di andarci per sempre: solo per qualche mese, e poi ognuno per la propria strada. Umiliare Renzi sulle riforme non significa cassare il Job Act, né i decreti sulla scuola eccetera eccetera. Ma a quel punto Renzi si troverebbe da solo, e senza quella legge elettorale che avrebbe premiato la sua solitudine. Dovrà venire a patti con qualcuno - qualcuno che esiste davvero, non il Ncd. Berlusconi? Difficile immaginarlo. Ma anche se fosse, a quel punto a sinistra si aprirebbe una prateria. Più plausibilmente, Renzi dovrà cercare alleati a sinistra. Non li troverà gratis. Dovrà concedere cose.

Certo, ci vorranno mesi, forse più di un anno, e intanto il Jobs Act cosa farà? Farà strame dei diritti cosiddetti acquisiti dei lavoratori, se quello era il suo obiettivo. E' da vent'anni che Ichino e co. ce ne cantano le magnifiche sorti e progressive: ora finalmente vedremo se è possibile diventare la Danimarca in tempi brevi. Se non succederà, sarà molto più facile smantellarlo. Se invece avrà creato occupazione, beh, dovremmo essere i primi a rallegrarcene: sarà segno che la crisi è finita. Un sacco di giovani troverà lavoro e rapidamente scoprirà che ha bisogno di più diritti, dopotutto: credo che il demansionamento non piacerà anche a loro. Insomma: ci stracciano lo Statuto dei lavoratori? Ne scriveremo un altro. E' chiaro che nel frattempo avremo perso qualcosa. Ma l'abbiamo già persa, non è che possiamo intestardirci sul promontorio del referendum abrogativo. Una buona ritirata strategica è meglio di mille nobili battaglie perse e Bakalave.

Io perlomeno la penso così.

Ma a questo punto sento fischiarmi le orecchie - sto per essere investito dall'onda d'urto di un'enorme obiezione. Lo so, lo so (continua...)

22 commenti:

  1. ochei, hai attirato la nostra (?) attenzione, vai avanti...
    oh, via son curioso

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  2. Mi sembra una grossa (e grossolana) sovrastima del peso di "certa" sinistra nei confronti di una grossa fetta di popolazione, sempre più Salviniana. Davvero sei convinto che "a sinistra di Renzi" ci sia davvero un rilevante peso statistico?
    E, se non ne sei convinto, pure peggio: perché in quel caso suona tanto come l'ennesimo piano di chi - contando poco numericamente - vuol semplicemente cercare di buttare quanti più palloni possibile in tribuna.

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    1. Se conti quelli che preferiscono comunque Renzi a Salvini, no: a sinistra non c'è quasi più niente.

      Se conti quelli che delle riforme non sono convinti, il peso aumenta di certo. Quindi per me la seconda opzione è preferibile.

      Del resto credo che lo stesso Renzi lo sappia, e sia tentato di andare alle elezioni direttamente: per ora i sondaggi gli dicono male, evidentemente. (Peccato che sbaglino sempre).

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    2. No Leonardo, non è che i sondaggi gli dicano male, il problema è che senza riforma del Senato e Italicum si voterebbe col proporzionale puro a Renzi non avrebbe la maggioranza in nessun caso e si troverebbe costretto ad un nuovo governo di larghe intese, con FI al posto di NCD.

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  3. Scusa Leonardo, non sono un grande esperto di politica ma mi chiedevo, nel jobs act così come nelle riforme costituzionali e nella nuova legge elettorale non c’è proprio nulla di migliorativo rispetto allo status quo?

    il mio dubbio è questo: se azzeriamo tutte le riforme di renzi, quanti anni dovrò attendere prima che una forza politica, eletta con il mattarellum, abbia la forza per riformare costituzione o mercato del lavoro meglio di quanto stia facendo renzi oggi? Non sarebbe più opportuno intervenire sul lavoro di renzi, correggendo ciò che va corretto e mantenendo quel poco, o tanto, di buono che cha prodotto, piuttosto che ripartire da zero?

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    1. L'unico modo per intervenire sul lavoro di Renzi è costringerlo a venire a patti con qualcuno. Mi sembra che l'unico modo per convincerlo a venire a patti sia dimostrargli che da solo non ce la può fare e altri interlocutori non sono preferibili. L'unico modo per dimostrarglielo in tempi brevi è far saltare la riforma. Altre opzioni all'orizzonte non ne vedo - se qualcuno ne ha, ascolto volentieri.

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    2. Scusate, ma il referendum confermativo non dovrebbe riguardare solo le riforme costituzionali? Nell'ipotesi che in tale referendum vinca il NO, il job act rimarrebbe comunque, ma avremo un Renzi indebolito e quindi (si spera) obbligato a trattare e magari a emendare il job act in alcuni punti.

      A quel punto come al solito ci saranno due candidati alle trattative: la sinistra e la destra. Sarà nostro compito far sì che per Renzi sia più conveniente trattare con la sinistra, migliorando il job act, piuttosto che con la destra, peggiorandolo ulteriormente.

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    3. Per quel che riguarda la riforma del lavoro, considerato che non si può più pretendere un contratto a tempo indeterminato, credo che sia più equo rendere precari tutti gli statali.

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    4. Il ragionamento dell'Anonimo è "Visto che non possiamo abolire la schiavitù, è molto più equo rendere schiavi tutti i lavoratori".
      Io avrei ragionato in maniera differente, ossia: "Visto che ormai il lavoro a tempo determinato è un tratto caratteristico della nostra società, estendiamo le garanzie in modo che essere a tempo determinato non voglia dire esser precari".
      Son punti di vista.

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    5. Non mi sembra così peregrina l'idea.
      La concorrenza vera (ad esempio: rinnovo di anno in anno per tutti in base ai risultati) aumenterebbe la qualità del lavoro: dalle scuole agli uffici ecc.

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    6. Infatti come è noto le aziende italiane basate sull'estrema precarietà sono molto più competitive di quelle tedesco, dove esistono garanzie e addirittura in alcune aziende i dipendenti siedono nel CdA: lacci e lacciuoli che fanno della Germania un paese da terzo mondo ormai incapace di reggere la nostra concorrenza.
      Tenere i lavoratori continuamente sotto ricatto incrementa la produttività in maniera così elevata che molte aziende stanno chiudendo le proprie sedi d'oltralpe, dove i dipendenti non hanno l'ansia del contratto in scadenza, per venirnead aprire qui in Italia, culla della deregulation e come tale della competitività.

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    7. Leonardo, è la prima volta che scrivo e sarò un poveretto come dici tu.
      Io a 47 anni sono precario dico solo che sarebbe bello che anche tutti gli statali facessero dei sacrifici come noi precari.
      Riusciremmo così a pagare prima il debito che l'europa ci chiede.
      Si chiama solidarietà

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    8. @ Anonimo delle 23:42
      Secondo me hai un'idea molto sbagliata dell'Europa e confondi le politiche aggressivo-nazionalistiche di Schäuble & co. con le politiche europee.
      Noi abbiamo eletto dei nostri rappresentanti al parlamento europeo e costoro hanno dato la fiducia ad una commissione. Dove è che uno di questi enti ha chiesto di precarizzare in massa la società italiana? L'Italia non è un protettorato e i regolamenti europei sono gli stessi in Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania, Finlandia, ecc... sono poi le leggi nazionali che vanno in una direzione o in un'altra.
      Poi l''idea che precarizzando in massa la società, comprimendo quindi il potere d'acquisto e i progetti a lungo termine, si riesca a ridurre il debito pubblico più rapidamente non l'avevo sentita formulare nemmeno a Tremonti.

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    9. Aggiungerei poi che hai un concetto molto bizzarro della solidarietà: siccome sei precario non domandi di uscire dalla precarietà, ma di precarizzare tutti.
      Un po' come dire: siccome mi sono rotto una gamba, adesso per solidarietà anche voi vi farete spezzare le vostre.
      A casa mia la solidarietà è aiutare chi si è rotto una gamba ad uscire dalla situazione difficile, ma probabilmente son punti di vista ;)

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  4. Leo, hai fatto bene a liberalizzare i commenti...altrimenti c'era un mortorio in sto blog che neanche in quello delle pompe funebri :)

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  5. Io penso e spero che i tempi del berlusca non tornino mai più. Certo, come popolo rimaniamo degli adolescenti un po' problematici, ma ci auguriamo che la maturità prima o poi arrivi anche per noi...

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  6. io non sono così sicuro che renzi perderebbe un referndum sulle riforme costituzionali , se è furbo ( e lo è) imposterà la campagna referendaria sul tema: volete continuare a pagare i senatori alla scilipoti/razzi o volete mandarli a casa ? volete abolire le province o vi va bene lo status quo ?
    MatteoZ

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  7. [ultimo rigo prima del turnaround: Balaklava?, se sì: nel senso di battaglia (eventualmente sanguinosa?, perchè mi sa che Balaklava non lo fu, non più di tanto) che non porta a nulla?, se no: dal punto di vista dei russi o dei britanni?]

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  8. Leo io ti stimo, ma è meglio se torni sul Pianeta Terra: se si arriverà al ballottaggio i SI vinceranno col 70%.
    TI rendi conto che fare propaganda per il NO significherà dire teniamoci il Senato così com'è e il nostro meraviglioso bicameralismo che tanto bene ha fatto in questi sessant'anni ?
    Voteranno SI pure i grillini.

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  9. "L'unico modo per intervenire sul lavoro di Renzi è costringerlo a venire a patti con qualcuno"
    Si,peccato che con il quadro attuale l'unico con cui lo costringeremmo a venire a patti è B. Se si andasse a votare con il proporzionale puro( che è quello che passa il convento) l'unica maggioranza di governo possibile sarebbe PD-FI. Questo perchè i 5s non si alleano con nessuno, Salvini idem e a sinistra del PD c'è uno zero virgola.
    E quindi rimane il vecchio bacucco, che sarebbe felicissimo di tornare ad essere determinante.

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