Pages - Menu

giovedì 3 novembre 2016

C'è qualcuno stupido sull'internet: che fare? (Appunti di ecologia dell'informazione disintermediata)

Premessa cretina: molto prima che entrasse internet nelle nostre già stupide vite, avevo avuto occasione di notare come l'umanità si potesse dividere in due davanti a una buccia di banana: quelli che ridono se il passante cade e picchia la testa, e quelli che si spaventano perché magari si è fatto male. Non è una questione di intelligenza, di cultura e forse nemmeno di empatia: è una questione di pochi decimi di secondo, c'è chi si mette a ridere e chi no.

Ieri cercavo di spiegare che, se da una parte capisco la necessità di sbugiardare immediatamente chi inquina la rete con notizie false, come la senatrice Blundo, dall'altra credo che un certo tipo di reazione tipica dei social - lo screenshot, la gogna, la proliferazione di parodie - finisce per essere ancora più inquinante. Quindi che fare?

Quando leggo qualcosa di falso o di stupido su internet (ad es. Renzi trucca i sismografi per non rimborsare i terremotati), io per quanto posso non reagisco ricopiando il contenuto o parodiandolo. Ricopiare una bugia o una sciocchezza è pericoloso; quanto alle parodie, rimando alla legge di Poe: non posso escludere che qualcuno ci caschi.

Del resto, cosa voglio davvero ottenere rispondendo a chi mi manda contenuti del genere? Se penso che si tratti di un cretino senza speranza, fargli il verso è come ridere di un disabile. Se invece credo che la speranza ci sia, che il tizio in questione possa cambiare idea, ottimo: ma di sicuro non gliela cambierò ridendogli in faccia o facendogli il verso. E dunque?

Dunque mi limito a reagire pubblicando quella che, in coscienza, credo che sia la verità: sismografi diversi danno risultati diversi, ogni misurazione di un terremoto presenta un inevitabile margine di errore, la stessa magnitudo che alla fine l'INGV assegna a una determinata scossa è un'astrazione, una media ponderata di misurazioni diverse; e non c'è nessuna legge che lega i rimborsi alla magnitudo delle scosse. Se cerco di spiegare tutte queste cose, nel modo più chiaro possibile (citando fonti degne di fede), forse non convincerò nessuno, ma almeno avrò evitato che qualcuno fraintenda quel che scrivo e capisca il contrario. Certo, sembrerò più noioso di chi incolla uno screenshot e lo addita agli amici in cerca di obiettivi per lo sberleffo quotidiano: è quello che ti succede quando diventi adulto e cerchi di vivere in modo responsabile, anche in questo posto particolare, la Rete. O forse non c'entra nemmeno l'età adulta, forse sei sempre stato uno di quelli che non si mette a ridere quando il prossimo tuo scivola sulla buccia di banana.

Scrivere su internet è un'operazione tutta particolare su cui non si è ancora ragionato abbastanza (e dire che ormai è abitudine quotidiana di milioni di persone). Non è come scrivere agli amici, non è come scrivere agli sconosciuti; è un po' l'una e l'altra cosa insieme nello stesso momento. Quando scriviamo pensiamo sempre a un determinato pubblico. Nel caso di un social network è facile che si tratti di amici o conoscenti; un blog ha i suoi lettori abituali. Allo stesso tempo, quando scriviamo speriamo di attirare lettori nuovi, lettori diversi (io, almeno, lo spero sempre). Questo mi impedisce di sviluppare un linguaggio per iniziati; di proseguire una narrazione senza riassumere, sempre, i precedenti; di dare per scontato qualsiasi contesto, qualsiasi premessa; e mi impedisce anche di scrivere parodie o, come si dice adesso, fake. Per quanto possano essere divertenti (ma il più delle volte non lo sono), le parodie sono rischiose. Le meglio riuscite sono proprio quelle che maggiormente rischiano di ingannare il lettore occasionale.

Ma io - questo è il punto - non voglio ingannarlo, non voglio prenderlo in giro, non voglio tenerlo fuori da quel che scrivo. Voglio attirarlo, voglio che si senta a casa sua anche se non è quasi mai d'accordo con gli altri (come in ogni casa che si rispetti). Voglio provare a convincerlo. E persino se fosse un cretino senza speranza, non mi divertirei a prenderlo in giro. Sul serio, non è che faccio finta. Sono proprio così noioso, non mi fanno ridere le barzellette sui disabili e potreste scivolare su una buccia di banana davanti a me, non ci troverei niente di buffo. Quando qualcuno cade vicino a me ho sempre paura che si sia fratturato qualcosa.

5 commenti:

  1. Mah in genere non capisco perché l'opzione di ridere in faccia a qualcuno non dovrebbe fargli cambiare idea. Di solito se si viene sbertucciati in pubblico dovrebbe intervenire la vergogna e la riconsiderazione delle proprie azioni e parole.

    A me d'altronde è sempre capitato così : se una cosa che facevo o dicevo causava il pubblico ludibrio (e si sappia che erano tante queste cose) le mettevo in dubbio, le riconsideravo, insomma era abbastanza efficace.

    Come mai questo non funziona con gli altri?

    Kimboz

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dipende dal valore che dai alla persona che ti contesta.
      Un testimone di Geova è immune alle critiche dei "non iniziati" ma non riuscirebbe a vivere senza il sostegno della propria comunità.
      Un adolescente è immune al rimprovero di un insegnante ma da di matto se i suo amici gli dicono che le scarpe che ha sono da sfigato.
      Un violinista di fama considera buzzurri il pubblico che lo fischia, ma la stroncatura di qualche critico di fama è una coltellata.
      Allo stesso modo anche tu sei immune alle critiche di persone che non ritieni "all'altezza" in generale o anche solo a proposito dell'argomento che ti contestano, mentre subisci le contestazioni di persone a cui senti di assomigliare, di cui vuoi il riconoscimento.

      Elimina
    2. In molti casi avviene un arroccamento, e mi sembra anche quello che è successo con la Blundo.

      Elimina
  2. Infatti, mi chiedo spesso perche' non ci facciano delle trasmissioni televisive, con un taglio di informazione/approfondimento. In ogni puntata, smascherare una bufala. Sarebbe utile, no? Chissa` perche' nessuno ci pensa...

    RispondiElimina
  3. C'è già una trasmissione così!











    Scusami, non ho resistito: è una bufala! ;)

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.