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venerdì 20 ottobre 2017

Una serie di sogni (rari e irrealizzati)

The Bootleg Series Vol. 1-3 (Rare and Unreleased) (pubblicato nel 1991)


(L'album precedente: Traveling Wilburys Vol. 3
L'album successivo: Good As I Been to You).


Disco Uno

1. Hard Times in New York Town. Registrato il 22 dicembre del 1961 da Tommy Glover, Hard Times descrive con qualche guizzo in meno la stessa situazione di Talkin' New York, e non è dunque la registrazione più antica di Rare and Unreleased. Ma anche stavolta è il punto esatto da cui Dylan vuole cominciare la sua storia: un vagabondo senza un soldo che prende forma sui marciapiedi di New York, in un inverno in cui chi non si adatta muore. There’s a-mighty many people all millin’ all around / They’ll kick you when you’re up and knock you when you’re down.

2. Il brano più antico invece è He Was a Friend of Mine. Non solo perché è stato registrato un mese prima, durante le sessioni del primo album, ma perché la canzone a quel punto circolava già da decenni: era stata registrata per la prima volta nel 1939. È il più generico lamento per un amico caduto (i Byrds lo useranno per piangere J. F. Kennedy). Quando lo incide (1961), Dylan non ne aveva ancora perso uno. Quando lo pubblica, trent'anni dopo, la lista dei compagni caduti lungo la strada è impressionante. Chi non si adatta muore, appunto: Dylan sa adattarsi. Nel '91 cominciamo a renderci conto che è questo che lo rende unico: il più grande superstite della storia della musica popolare.

3. "Canterò una canzone non molto lunga, su un uomo che di male non fece mai nulla. Di cosa sia morto nessuno lo sa: lo trovarono morto un mattino in città". A differenza che nei Witmark Demos, stavolta Dylan si ricorda tutte le parole. Man on the Street è uno schizzo hillybilly che non avrebbe affatto sfigurato in Bob Dylan - ma appunto a quei tempi non voleva sembrare troppo hillybilly ("we want folksingers here!" I tre brani scartati dal disco d'esordio parlano di morte - Bob Dylan avrebbe potuto essere un disco perfino più lugubre di quanto non sia.

4. No More Auction Block. (Registrato nell'ottobre 1962 al Gaslight cafe). Quando uscì, nel 1991, il primo triplo volume della Bootleg Series, Dylan era convinto che non avrebbe mai più inciso un disco inedito. Non avrebbe più pubblicato una canzone. Ne aveva scritte fin troppe. Avrebbe continuato a suonare concerti in giro per il mondo, ma la sua carriera di compositore era conclusa. Adesso poteva finalmente ammettere che era nata da un equivoco, una mezza truffa: la sua canzone più fortunata, quella che aveva attirato i riflettori su di lui al momento giusto, non era farina del suo sacco. Dylan aveva preso la melodia di Blowin' in the Wind da un vecchio canto di schiavi (l'"auction block" era il masso su cui venivano esposti gli schiavi durante le vendite). Riproposta trent'anni dopo, sembra una vendetta postuma nei confronti di quel giovane folksinger che sembrava non sbagliare un colpo: credete che sia così migliore di me, chiede il vecchio zio? Guardate che non era quel genio che sembrava, anzi, copiava senza ritegno. Rubava melodie agli schiavi.

5. House Carpenter. Un uomo misterioso torna da un lungo viaggio per proporsi a una ragazza che nel frattempo ha sposato un carpentiere ("house carpenter"). L'Uomo insiste, la donna lascia i tre figli e salpa con lui, ma la nave è diretta all'inferno, l'Uomo è il demonio. The Demon Lover è una ballata scozzese che risale almeno al Seicento - forse in principio il Demone era l'ex primo marito, marinaio. Ho letto che in tedesco "house carpenter" suona "Zimmerman". Nel 1991 Dylan era appena tornato sull'argomento, con The Man in the Long Black Coat. Nel 1993 inciderà un intero disco di antiche ballate. Ci stava prendendo gusto.

6. Talkin' Bear Mountain Picnic Massacre Blues. Registrata il 25/4/1962 durante le sessioni di The Freewhelin'. Dylan le preferì un altro talkin' blues, Third World War. Questo è il primo talkin' che ha composto, ed è già sardonico al punto giusto. Da quanto tempo non ascoltavamo un talkin'? O in generale, una canzone di Dylan che facesse un po' ridere? C'è stato un momento terribile in cui Dylan ha smesso del tutto di fare il buffone - tra Blonde On Blonde e l'incidente, direi. In seguito, anche quando ci ha provato (con Self Portrait?), mancava sempre qualcosa; come se avesse perso i tempi comici.

7. Let Me Die in My Footsteps è una delle prime canzoni composte da Dylan, scartata da The Freewheelin' quando il disco era già in stampa: forse per renderlo un po' meno politico dopo che gli avvocati avevano chiesto la rimozione di John Birch. Secondo me è una delle canzoni più importanti del primo Dylan, all'intersezione dei suoi due grandi argomenti sociali: la bomba atomica e i contadini del Midwest. Qui appunto c'è un contadino del Midwest che non vuole entrare in un rifugio antiatomico - un eroe di poche parole che vuole morire sui suoi piedi. I don’t know if I’m smart but I think I can see / When someone is pullin’ the wool over me. And if this war comes and death’s all around... let me die on this land ’fore I die underground (mi fa piangere). (Se nei 40 anni successivi il Midwest avesse avuto un Bob Dylan in più e un telepredicatore in meno, oggi Trump sarebbe un palazzinaro qualsiasi).

8. Rambling, Gambling Willie è un altro dei pezzi scartati all'ultimo momento da The Freewheelin' (si sente anche nei Witmark Demos). Ma mentre Let Me Die nel 1991 sembrava la preistoria di Dylan, Rambling Gambling offre uno sguardo sul suo futuro: un tizio che gira il mondo a bluffare, suscitando incredulità e ammirazione, macinando soldi per i bambini e le ex che a casa hanno smesso di aspettarlo. Un giorno qualcuno lo farà secco al tavolo, ma nel frattempo dimmi se non è una bella vita. And it’s ride, Willie, ride, roll, Willie, roll; wherever you are a-gamblin’ now, nobody really knows.

9. Talkin' Hava Negeilah Blues. Risale forse al periodo pre-Oswald in cui aveva amici che andavano a Cuba di nascosto e la cosa gli sembrava ancora divertente. L'invocazione blasfema "Havana" si trasforma nell'inno ebraico Hava Nagila, orrendamente storpiato da un hipster che dice di averlo "imparato in Utah". Forse sta prendendo in giro i sionisti, forse gli hipster, forse è ubriaco, forse tutte e tre le cose, ma nel frattempo su wiki ho imparato che Hava Negila è stato composto su un'antica melodia ucraina. Anche la famiglia Zimmerman, non veniva da quelle parti? Dylan ha cancellato la vecchia melodia e l'ha rimpiazzata col talkin' blues. Incredibile che si possa raccontare la storia della propria vita anche quando si canticchiano sillabe a caso.

10. Quit Your Low Down Ways. Già sentita nei Witmark Demos. Roba forte, delta blues senza vergogna. Dylan scende all'inferno e s'informa sul prezzo dell'anima di Robert Johnson. Troppo cara.

11. Worried Blues. Brano tradizionale (non è un vero blues) inciso durante le sessioni di The Freewheelin' (9/7/1962). The Bootleg Series 1-3 è la prima antologia di Dylan a rispettare l'ordine cronologico - così bellamente ignorato in Biograph. Quando uscì, sembrava davvero la conclusione di un percorso. Fine della storia, inizio dell'archeologia.

12. Kingsport Town. Un altro brano di riscaldamento dalle sessioni di The Freewheelin', le pene d'amore di un cowboy braccato dalla legge. Sono canzoni semplici, suonate con cura e attenzione: non ci posso fare niente, le trovo più ascoltabili di qualsiasi cosa Dylan abbia tentato negli anni Ottanta. Anche lui forse riascoltandosi potrebbe essere giunto alla medesima conclusione: ma se mi rimettessi a registrare canzoni altrui con chitarra e armonica?

13. Walkin' Down the Line. Demo per i trascrittori della Witmark - mi piacerebbe poterli vedere, mentre cercano di trascrivere "My money comes and goes and rolls and flows and rolls and flows through the holes in the pockets in my clothes".

14. Walls of Red Wing. La descrizione iperbolica di un riformatorio giovanile, su una melodia clonata dal folklore scozzese. Registrata nell'aprile del 1963, scartata da The Freewheelin', rispuntò fuori durante le session di The Times They Are A-Changin'. Ma a quel punto Dylan non aveva più bisogno di esagerare.

15. Paths of Victory. Le note dicono che è già una prova per The Times..., ma è accompagnata col pianoforte (e l'armonica), sembra più materiale da Witmark. In questo caso stava cercando un inno che si potesse cantare durante una lunga marcia - senza trovarlo, forse.

16. "Questa si chiama Talkin' John Birch Blues. E non c'è niente che non va in questa canzone". È la versione del concerto di ottobre al Carnegie Hall - la più divertente, quella in cui se la prende col postino.

17. Who Killed Davey Moore? Tratta dallo stesso concerto al Carnegie Hall (l'abbiamo ascoltata in una versione più tarda, al Philharmonic Hall). Continua a sembrarmi un pezzo straordinario, che mostra quanto fosse lucido il Dylan impegnato del 1963, prima di decidere di cambiare completamente strada. Pezzi come Hattie Carroll e Davey Moore sono dispositivi impeccabili - Dylan aveva capito come fare retorica senza mostrarne troppa.

18. Only a Hobo. Un altro barbone che non canterà più. Scartato anche dalla scaletta di  The Times They Are A-Changin'.

20. Moonshiner. Una delle cose più oscure e toccanti del Dylan acustico, la confessione spietata di un alcolista ("Moonshine" è il liquore fatto in casa). Il brano - non originale - lo avevamo già ascoltato tra i nastri del Gaslight. A quanto pare era ancora in lizza per entrare nel terzo disco, dove sarebbe sembrata  troppo pessimistica.

20. When the Ship Comes In. La non fondamentale versione al pianoforte, registrata per la Witmark. È il brano che Dylan ha suonato alla marcia su Washington e, più di vent'anni dopo, al Live Aid. In entrambi i casi non si capisce bene cos'avesse in mente. Forse è una di quelle profezie che capisci solo quando si avverano.

21. The Times They Are A-Changin'. Versione al pianoforte per i trascrittori della Witmark (in effetti tirare giù gli accordi di chitarra di Dylan doveva essere uno sbattimento).

22. Last Thoughts on Woody Guthrie. Quando si gioca a "chi ha inventato il rap", qualcuno tira mai fuori questa cosa? Sette minuti di versi a mitraglia, senza interruzioni - non si capisce onestamente come faccia a respirare. Il testo di un inno a Woody Guthrie che Dylan non sarebbe riuscito a cantare (né a imparare a memoria), letto al pubblico del New York City's Town Hall il 12 aprile 1963. La dimostrazione di un talento che sembrava incontenibile: servivano nuovi strumenti, nuovi modi per cantare che sarebbero arrivati molti anni più tardi. Dylan cercò di inserirlo nel disco live che la Columbia voleva pubblicare - poi non ne fece niente e i Last Thoughts diventarono una curiosità per collezionisti. E il rap lo inventò qualcun altro (Continua sul Post...)

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