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giovedì 22 dicembre 2016

Scrivere Hard Rain a vent'anni (e sopravvivere altri 50)

Live at the Gaslight 1962 (2005).

(L'album precedente: Bob Dylan
L'album successivo: The Freewhelin' Bob Dylan)

Come sapete Dylan non è andato a Stoccolma, pare avesse un impegno. Come avete forse sentito ha mandato una discepola, Patti Smith - una tra quel migliaio di artisti importanti che senza l'esempio di Dylan sarebbero cresciuti in un modo molto diverso, o non sarebbero cresciuti. Magari avete anche visto la clip in cui Patti Smith canta A Hard Rain's A-Gonna Fall ma a un certo punto si blocca per l'emozione. Patti Smith che avrà fatto più di un migliaio di concerti in vita sua - ma è pur sempre all'Accademia di Svezia, e Hard Rain è veramente un testo difficile. È pieno zeppo di numeri, di simboli, di immagini apocalittiche - un giorno Dylan disse che l'aveva scritto durante la crisi dei missili di Cuba, nell'imminenza della terza guerra mondiale e delle piogge radioattive che ne sarebbero seguite, e che in ogni verso era condensato l'argomento di una canzone che non credeva avrebbe più avuto tempo per scrivere.

C'è un problema: la crisi scoppiò nell'ottobre del '62 (quando un aereo spia U2 americano scoprì una base missilistica a Cuba), e noi sappiamo che Dylan la stava già cantando nel settembre di quell'anno, quando partecipò a una specie di festival folk alla Carnegie Hall. Presentava il leggendario cantautore Pete Seeger, che prima di cominciare avvisò gli artisti: solo tre pezzi a testa, non più di dieci minuti. Al che il giovane Bob alzò la mano: ehi, ma io come faccio? Una delle mie canzoni ne dura proprio dieci. Seeger non fu l'unico a innamorarsi di Hard Rain al primo colpo. Quando Allen Ginsberg la ascoltò, appena tornato dall'India, racconta di essersi messo a piangere: di colpo la sua generazione sembrava superata. Insomma se devi scegliere quale canzone portare alla cerimonia del Nobel, Hard Rain sembra una scelta da intenditori. Non è famosa come Blowin' in the Wind, non è acclamata come Like a Rolling Stone, perfino Hurricane è più ascoltata su Spotify, però tutte queste canzoni Dylan le avrebbe potute scrivere soltanto in un determinato periodo della sua carriera. Invece canzoni apocalittiche e immaginose come Hard Rain ne ha sempre scritte, e ne scriverà finché campa.

Resta una terribile evidenza, a cui nessuno fa molto caso (ma forse Dylan sì): di tutte le canzoni apocalittiche e immaginose, quella che merita di essere scelta per il Nobel l'ha scritta a ventun anni. Pensateci. Non è così strano che un ventunenne scriva grandi poesie - Shelley, Rimbaud, eccetera. Sì, ma Shelley è annegato a trent'anni, e Rimbaud ha smesso di scrivere a venti. Dylan ne ha 75 e scrive ancora, ma quando si tratta di mandare una canzone a Stoccolma, ce ne manda una del 1961. Voi che rapporto avete con le cose che scrivevate a vent'anni? Se avete vent'anni adesso non potete capire (ma tanto non state nemmeno leggendo). Io di solito comincio ad avere problemi dopo undici anni: attualmente mi sto dissociando dalle cose che ho scritto nel 2005. Non significa che le trovi disgustose - ok, sono disgustose - ma ogni tanto c'è persino roba buona, però è come se l'avesse scritta qualcun altro, un parente, un tizio con cui ho avuto una relazione che m'imbarazza un po'. Non riesco nemmeno più a correggere, a cambiare qualcosa, sarebbe come produrre un falso. In sostanza non sono più quella persona: persino le cellule delle ossa credo che nel frattempo si siano rigenerate. Quel che voglio dire è che sì, forse Dylan davvero quella sera aveva un impegno. O forse non è voluto andare a Stoccolma perché sapeva che il premio era per il sé stesso di cinquant'anni prima, e lui semplicemente non si sente più quel Dylan lì. Sarebbe come mentire - non che a Dylan ripugni mentire, ma forse non gli andava (continua sul Post)

7 commenti:

  1. Io sono un grande appassionato di Bob (tipo che dibatto se fosse meglio la versione di Tangled up in blue del concerto di Granada 2004 o quella di Gothenburg 1999), e sono molto felice che tu ti sia lanciato in questa impresa (e che abbia abbandonato i pipponi sulle riforme costituzionali 😛).
    Ho qualche dubbio sul fatto che tu riesca ad arrivare almeno agli anni 90, ma mi auguro che tenga botta.
    Da appassionato è molto raro che trovi interessanti le cose che scrivono di Dylan quelli che non lo riconoscono come profeta, ma devo riconoscere che questi due primi post sono competenti. Bravo

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    1. Ecco, i concerti mi danno da fare, e anche Tangled Up ho il sospetto di non averla mai capita. Comunque si tratta soltanto di essere più veloce a recensirli di lui a registrarli, verso il 2035 dovrei affiancarlo.

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  2. ...se arrivi in fondo daranno il nobel anche a te. coraggio.

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    1. (contrordine x i babbioni di Stoccolma:

      ...guardate cos'era capace di scrivere daggggiovane questoqqua:

      "leonardo domenica 15 aprile 2007 21:10:00 CEST
      Ma dopo scopato si è ancora più caustici e insofferenti, come tua sorella d'altronde ben sa. Salutamela.

      Rispondi"

      nujoodate er nobbe. piuttosto abbrunetta.)

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  3. guarda, io 'sti post li leggo con molto interesse e quindi, niente, continua così.
    oddio, sembri un po' maniaco, però (cacchio!), almeno l'hai finita di parlate di costituzione.
    cioè, volevo dire: vai avanti più veloce che puoi perché - secondo me - come si entrerà nel vivo del dibattito sulla legge elettorale non riuscirai a trattenerti

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  4. guarda, è meglio che lasci perdere, ci sono almeno 3 imprecisioni e lacune gravi in questo pezzo, non ti ci mettere, ce n'è già troppa di gente che scrive strafalcioni e pensieri sommari su Bob, ti prego, non ti ci mettere anche tu...

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