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venerdì 24 febbraio 2023

Un anno di guerra e non stiamo vincendo


Per una diabolica coincidenza, il giorno in cui la guerra ha compiuto un anno è lo stesso in cui mi è arrivata la bolletta del gas di dicembre e gennaio; che straordinaria occasione per scrivere un pezzo in cui dettagliavo quanto era costata a me, proprio a me in quanto consumatore, la sciagurata invasione russa dell'Ucraina. Ebbene salta fuori che rispetto a un anno fa ho risparmiato più di cento euro. L'invasione non diventa meno sciagurata ma insomma, se da qualche parte su un social qualcuno vi attacca un pippone sul fatto che l'Europa stia sbagliando tutto, e che il suo appoggio all'Ucraina gli costerà salatissimo in gas, ebbene, è probabilmente vecchio materiale riciclato da gente che non ha molto interesse a scrivere cose nuove, magari non gliele pagano più. 

Un anno e qualche giorno fa, non dico che rimpianga quel periodo, ma l'idea di una guerra in Europa con più di trecentomila morti mi sarebbe sembrata un brutto film distopico. Da allora, come tutti, mi sono assuefatto all'idea e sono tra quelli che ormai sulle notizie dall'Ucraina non cliccano nemmeno. È sempre stato abbastanza difficile trovare notizie oggettive su una guerra, e stavolta mi pare lo sia ancora di più. Probabilmente è anche una questione di percezione; trent'anni fa mi sembrava di poter isolare con più precisione fatti e opinioni, ma trent'anni fa mi bevevo anche quello che scriveva Zucconi. Internet da una parte mi ha reso più critico ed esigente; dall'altra ha compresso lo spazio per un'informazione di qualità: ormai non mi fido più nemmeno dei Pulitzer e nel frattempo i giornali italiani sono un bivacco di stagisti analfabeti. 

Questo può essere uno dei motivi per cui un sacco di gente si rifugia nel complottismo: trova un tizio tipo Giorgio Bianchi che almeno sembra saper scrivere (e crede a quel che scrive) e magari gli sfugge il dettaglio che si tratta di un cronista embedded dell'esercito russo. Il complottismo è anche il risultato di una deriva ideologica che indubbiamente conduce in un mondo di matti, ma se uno vuole conservare un minimo di atteggiamento critico nei confronti della Nato, quanti altri mondi gli restano? Ti ritrovi in una strana terra di nessuno dove Berlusconi dice più o meno le cose di Travaglio, qualcuno è ancora in para dura per il green pass o perché nel marzo 2020 gli è stato interdetto un transito nel parchetto, e questo sembra veramente tormentarlo più di una possibile escalation nucleare a mille km da qui. Sono anche terrorizzati dagli hamburger di grilli, dio sa il perché. Probabilmente qualche content factory ha deciso che quest'anno il malcontento di una determinata fascia sociale si deve sfogare contro gli hamburger di insetti, Greta Thunberg dev'essere passata di moda e un po' mi dispiace.  

Ma insomma in mezzo a questi matti mi ritrovo anch'io e non posso dire di trovarmi bene – per dirne una: vado ancora in giro con la mascherina. Berlusconi non lo sopporto dal 1984; Travaglio, se ci pensate, non mi è mai stato molto congeniale; insomma cosa ci faccio qui? Banalmente, sono un pacifista. So bene che certe guerre sono inevitabili, ma ho una forte diffidenza verso chiunque le trova giuste, e le fa combattere agli altri. Detesto sinceramente l'imperialismo russo, ma non ho simpatia per quello atlantico; posso provare ammirazione per la resistenza patriottica degli ucraini, ma l'ammirazione non m'impedisce di vedere gli interessi occidentali in ballo. 


L'invasione russa, un anno fa, mi ha sorpreso; ma poi ho fatto i compiti e ho scoperto che era un'evoluzione non così imprevedibile di un braccio di ferro più che decennale. A chi mi spiega che le cose sono molto semplici, e che per spiegarle basta una lavagnetta con i Buoni e i Cattivi (anzi gli Invasori e gli Invasi), rispondo che sì, in effetti possiamo accontentarci di questa narrazione, se siamo persone semplici; non è un modo del tutto sbagliato di descrivere la cosa e forse è quello che userei con un bambino di otto anni; già a nove sarebbe lui a non accontentarsi più. Sarei tentato di aggiungere che nulla mi spaventa più di questa gente che a cinquant'anni improvvisamente decide che vuole di nuovo pensarla come a otto, vuole i cattivi che invadono e i buoni che si difendono e soprattutto che vincono, a prezzo di enormi sacrifici (loro): ma non è vero, mi spaventa molto di più l'incidente nucleare, che più passa il tempo più diventa probabile. Anche solo un'altra Chernobyl, ma con mezza Italia impazzita perché se gli dici che non possono più mangiare verdure a foglia larga come nel 1986 loro si metterebbero a divorare lattuga a colazione, nessuno può dirgli cosa devono fare! Oggi niente lattuga e domani i grilli, vi rendete conto? I grilli!

Sono pacifista, dicevo: lo sono sempre stato. Ogni volta che scoppiava una guerra la trovavo ingiusta e prevedevo che non sarebbe finita bene, e non c'è previsione più facile: nessuna guerra finisce bene. Ho anche avuto la fortuna di poter studiare, e questo spiega alcune mie idiosincrasie – ad esempio, ogni volta che sentivo dire che la Russia poteva essere sconfitta rapidamente, sentivo salirmi un brivido dietro la schiena, sarà che mi hanno fatto leggere Rigoni Stern? Tolstoj? Littel? Maledetta scuola gentiliana. Ma insomma la Russia è piena di fosse e le fosse sono piene di gente a cui qualcuno aveva raccontato che si può fare, è un gigante dai piedi d'argilla, una bella offensiva in primavera e via che si va. Bisogna anche ammettere che nessuno si immagina più di entrare a Mosca con la cavalleria: il sogno che va per la maggiore è la fuga di Putin, una rivoluzione colorata, dopodiché tutti amici come prima, salvo che prima non eravamo amici e da un punto di vista economico e geopolitico non ci sono le condizioni perché lo diventiamo. È per questo che si combatte? Il Regime change? Lo ribadisco: se funzionasse sarei il primo a essere contento. Per quanto sia un'idea profondamente neocon; per quanto non abbia funzionato dall'Iraq in poi; per quanto abbia riso in faccia per vent'anni a chi lo propugnava, se stavolta funzionasse non avrei pudore a festeggiare. Non posso fare a meno di notare che fin qui non ha funzionato e viceversa, potrebbe aver contribuito a cementare un regime che comunque non coincide con la permanenza al potere di un singolo uomo (caduto Putin potrebbe arrivarne uno peggiore, e meno esperto).

Sono pacifista ma so benissimo che a questo punto la pace è molto complicata. Sta arrivando la primavera ed entrambi gli eserciti hanno controffensive lungamente programmate. I giornali poi ci diranno che la controffensiva russa ha deluso le aspettative dei generali mentre quella ucraina è stata rapida e sorprendente – non dico che non sarà vero, ma in ogni caso ci diranno così, perché è quello che dicono i giornali italiani in questi casi, nel 2023 come nel 1942. In ogni caso la guerra potrebbe durare ancora a lungo, come tutte le guerre che passano in quella zona. Uno dei motivi per cui i negoziati vanno a rilento è che un cessate il fuoco, a questo punto, sembrerebbe una sconfitta per entrambi. Che i russi stiano perdendo lo avete sentito dire da più parti e non credo sia necessario ripetere il perché: all'inizio Putin pensava di arrivare a Kiev, persino da Kherson ha dovuto sgomberare, ecc. Molto più difficile risulta ammettere che anche gli ucraini non stanno vincendo: che malgrado gli sforzi e il prezzo pagato in vite umane (un prezzo che nessuno quantifica con precisione, ma supera senz'altro i centomila) il territorio difeso dall'esercito ucraino è oggi meno esteso che un anno fa. A Mariupol ci sono i russi: è vero, non è quello che si aspettavano; inoltre per prenderla hanno dovuto ridurla in un deserto di macerie. Ma la regione chiave dell'industria estrattiva ucraina è occupata dai russi, che la difendono più saldamente oggi che un anno fa – magari tra un mese sarà tutto diverso, ma oggi per quanto ci è dato vedere la situazione è questa. Abbiamo sostenuto gli ucraini con armi e aiuti; abbiamo ospitato i loro profughi e li abbiamo incitati a combattere: hanno combattuto e hanno perso terreno, e non siamo sicuri che lo recupereranno mai. Dopodiché bando al disfattismo, poteva andarci peggio, le bollette non sono così salate, ai produttori di armi si starà svuotando qualche magazzino, forza Ucraina. 

35 commenti:

  1. Fare esercitazioni e mettere i carri armati lungo il confine da parte della Nato non è stata una idea brillante

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  2. Le guerre tendono ad essere tutte più o meno stupide; questa però sembra esserlo più di altre.
    Facciamo un esempio, anche se sono passati quasi 21 secoli: la Guerra Gallica è stata una guerra stupida. Vogliamo parlare del massacro di Alesia e di tutto il resto?
    Però, dopo cinque anni, a prezzo di immani sofferenze, tutta la Gallia è occupata (tutta?) e non ci sono dubbi circa chi abbia vinto e chi abbia perso: i Romani hano fondato colonie, occupato territori, espanso i propri traffici, ecc, mentre i Galli hanno subito un genocidio culturale tanto che oggi da quelle parti lì si parla una lingua neolatina e non neogallica.

    Veniamo adesso alla guerra attuale, che è doppiamente stupida, e non solo col seno di poi; copioincollo un mio commento su questo blog del 26.02.2022

    "Io non mi aspettavo un attacco, per una questione di costi/ benefici.
    Putin ha scatenato in Ucraina una guerra preventiva simile a quella che Bush jr scatenò in Iraq e non ho dubbio alcuno che al pari di Bush riuscirà in breve tempo a conquistare tutto.
    Ma poi?
    Poi inizierà un etterno ed estenuante logoramento ad opera della resistenza locale, in Russia il malcontento per questa guerra du logoramento aumenterà, con sempre più famiglie che avranno un familiare morto in Ucraina.
    E questo al netto delle sanzioni, che Putin cercherà di aggirare commerciando con Cina e India, ma che comunque qualcosa faranno.
    Insomma: conquistare l'Ucraina in due settimane e poi rimanere impantanato per 5 anni.
    Per questo non mi aspettavo un invasione, che però è avvenuta.
    Avverrà anche l'impantanamento?"

    Bene, direi che l'impantanamento non solo c'è stato, ma è stato anche maggiore di quanto da me previsto in quanto Putin NON è riuscito a conquistare tutto e gli ucraini NON si sono ridotti ad una guerra di resistenza in un territorio occupato.

    Analizziamo i risultati ottenuti sinadora.
    Agli ucraini sta andando malissimo: paese devastato, trasformata dell'economia in economia di guerra, milioni di profughi, stragi, saccheggi, fame, freddo, miseria.
    Ai russi sta andando altrettando male: allargamento della NATO ai paesi nordici, perdita di uno storico e consolidato mercato per il gas, trasformazione dell'economia in economia di guerra, rischio di diventare uno stato vassallo della Cina, un po' di morti.

    L'impressione che ho, è che la guerra sia stata scatenata in quanto Putin ha creduto alla propria stessa propaganda: una trionfante marcia su Kyev accolti da una popolazione in festa, lieta di essere alfine liberata dal giogo nazista, poi la pace, tutti uniti sotto il glorioso stendardo delle radici comuni.

    Ma se uno scatena una guerra credendo alla propria stessa propaganda, allora tale guerra è non solo stupida, bensì stupida tre volte.

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  3. Leonardo, sicuro che non sia su consumi stimati invece che reali? Se è così ti arriva la mazzta in aprile col conguaglio, a me è capitato ano scorso

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    1. nah, sono calati proprio i consumi (ho fatto fuori un paio di elettrodomestici, l'Ucraina si sostiene anche così)

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  4. E invece ti devi allineare, vedi come Bing fa il riassunto di questo post:

    "Sure, I can summarize the article for you. It is a blog post by Leonardo, a journalist who has been covering the war in Ukraine for a year. He writes about his personal experiences and reflections on the conflict, which he calls a “senseless and sacrilegious war” that has killed thousands of people and displaced millions more. He criticizes the international community for its indifference and hypocrisy, and urges people to support the Ukrainian people who are fighting for their freedom and dignity. He also expresses his hope that peace will prevail soon."

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  5. Non la stiamo vincendo perché non la stiamo nemmeno combattendo, questa guerra. E non credo neppure che le alte sfere sperino in un regime change. Stiamo semplicemente supportando l'Ucraina perché si difenda - loro sì che sono in guerra, non noi. So che sembra troppo semplice, ma per una volta effettivamente lo è.

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    1. Ah ..poi è interessante, per approfondire argomento e uscire dal topos puerile "c'è un aggredito e c'è un aggressore" Donbass - La guerra fantasma di Sara Reginella

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    2. Sarà stata anche fantasma, però è uno dei tanti conflitti congelati (Donbass Transnistria, Abkhazia...) dove il regime russo ha sfruttato una minoranza russa presente sul territorio di una repubblica ex sovietica per bloccare lo sviluppo indipendente di tale stato costringendolo in un conflitto perpetuo.

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  6. Se posso azzardare un paragone, è giusto e sacrosanto vietare ai cittadini comuni di possedere armi. Se però dovessimo estendere tale divieto a tutti, anche alle forze dell'ordine, le organizzazioni criminali non potrebbero che esserne contente.
    Disarmo non significa però accogliere Totò Riina con un bacio in bocca.

    Ho interpretato bene?

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  7. Nadia, bacio in bocca ti riferisci al Divo?

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  8. Non sono scesa nella zona inguinale onde non apparire scurrile.

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  9. Ecco, a me se c'era una cosa che non mancava erano i tuoi commenti sulla guerra. Come osano questi ucraini a farsi aiutare dagli americani? Non potevano farsi aiutare, che so, dagli argentini? Dai messicani? Dai birmani? Ma dagli americani, santodio! E meno male che non li aiutano gli israeliani.. giusto?
    Buona marcia di Assisi (mi raccomando la chitarra portata a mo' di zaino) e saluti. C'è più antifascismo nel primo Azov che passa che in pacifista italiano di oggi, comunque.

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    1. Perdonami, ma non riesco a capire quanto ci fai o quanti ci sei. Anche gli israeliani aiutano gli ucraini, e in generale questi ultimi ricevono aiuti da molte nazioni: ne ricevono in una quantità talmente vasta da portare qualsiasi osservatore ragionevole a concludere che senza aiuti l'Ucraina avrebbe già perso. E anche così, non sta vincendo. A quel punto occorre chiedersi quanto la guerra dipenda anche dalla nostra volontà di proseguirla, perché se muoiono gli ucraini con le nostre armi, la responsabilità è anche nostra.
      I tizi che marciano ad Assisi con la chitarra o senza queste cose le sanno, e mi rendo conto che prendere lezioni dai pacifisti con la chitarra possa essere umiliante: allora magari leggi qui: https://www.newyorker.com/news/the-new-yorker-interview/how-the-war-in-ukraine-ends?fbclid=IwAR1LqFGR8zzzYYadxJM45HUCf9BIoSxBfaC8dOn6aUvyv3HycUSQ5cWjnps

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    2. Chomsky , questo sconosciuto....

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    3. Ti sei incazzato per la chitarra, eh? Ma sei tu, proprio tu, a braccetto con Elli sotto la Basilica. Ti vedo. Ah, comunque l'aiuto di Israele all'Ucraina lo hai visto solo tu..

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    4. Magari l'ho visto solo io, ma su una piattaforma di condivisione delle conoscenze che si chiama Internet, forse dovresti darci un'occhiata prima di scrivere cose
      https://kyivindependent.com/news-feed/israeli-pm-says-hell-consider-sending-military-aid-including-iron-dome-to-ukraine
      Non solo Netanyahu sta considerando l'invio di tecnologie di guerra, ma già da mesi fornisce aiuti umanitari.

      La chitarra è un grande strumento, ti consente di lavorare sulla coordinazione e può portare sollievo in condizione di stress. Potrebbe servirti quando ti viene voglia di partecipare a conversazioni per le quali non sei equipaggiato.

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    5. Ha parlato il genio della lampada che è talmente equipaggiato che dava per certissima vittoria bonaccini😂😂😂😂😂

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    6. Nella guerra mondiale che ahimè si va preparando, l'Iran ha rifornito la Russia di droni da mandare a schiantare sulle città ucraine.
      Bizzarramente, Israele non è per nulla soddisfatto che i droni iraniani vengano di fatto testati in Ucraina.
      Chissà da dove viene tutto questo sospetto verso l'Iran... non erano amiconi? 😉

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  10. Niente, 'sta chitarra non l'hai digerita. Ah, aiuti umanitari... neanche quelli si possono mandare? Avevo capito che tra un accordo e l'altro tu fossi contrario solo agli aiuti MILITARI..Ma è Israele, giusto: lo vedi anche sotto il letto, ormai.

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    1. Avevi capito una cosa che non ho scritto, ma è normale. Si può aiutare un Paese in tanti modi, non devono essere armi per forza: se mandi aiuti di altro tipo, si determina comunque un risparmio che il Paese può usare per produrre o acquistare altre armi. Ora lo sai.

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    2. Quindi confermi che sei contrario anche agli aiuti umanitari. Chiaro, grazie.

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    3. non è scritto da nessuna parte (non sono neanche contrario all'invio di armi), ma se vuoi sembrare sciocco non posso impedirtelo

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    4. Quindi quali sarebbero gli aiuti di altro tipo?

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    5. Il blogger si è accartocciato su se stesso e ci sta a quaglionare...

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    6. Le cose che ho scritto stanno sopra, tutto sommato mi sembrano abbastanza chiare a chi vuole capire.

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  11. Mah. In fondo quella minigonna poteva anche evitarla, sapendo che in quella zona ci bazzicano dei tipacci. E poi tutto 'sto casino di processo per una sco*ata che sarà durata pochi minuti. Facciamo così, quel che è stato è stato e chiudiamola qua.

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    1. La metafora della minigonna è talmente frusta e banale che andrebbe evitata sempre, ma in questo caso non riesco neanche a capire come si applicherebbe.

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    2. La metafora è trita e banalissima (come minigonna possiamo usare il Donbass o le provocazioni della Nato, per dire). E il mio pensierino sarà da terza elementare. Ma a volte, magari di rado, la realtà può essere semplice (che non vuol dire semplice da risolvere).
      Non c'è nessuna complessità, solo malafede o... poca saggezza, nel negare il cambiamento climatico o l'utilità delle vaccinazioni.
      Parimenti non capisco come si possa giustificare anche solo parzialmente l'invasione russa, dopo tutto quello che abbiamo visto tutti, non solo dal 2022, non solo dal 2014, non solo in Ucraina.

      Voglio dire, Hitler (eccaallà, la reductio ad Hitlerum ci mancava) avrà anche fatto cose buone, e gli Alleati cose terribili, ma non credo sia così da ottenne scrivere Adolf sulla parte "Cattivi" della lavagna.
      La storia ci darà un giudizio un po' più preciso su Vladimir e il suo entourage tra qualche anno - o decennio, però bisogna prendere posizione adesso, con le informazioni che abbiamo ora. E veramente non vedo molte alternative.
      L'appeasement ha sempre funzionato alla perfezione. /s

      Poi, magari potremmo discutere perché non estendere il discorso a Palestina, Kurdistan, Marocco occidentale, etc.; ma anche qui si sa abbastanza bene perché non accade.

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    3. – Nessuno giustifica "anche solo parzialmente" l'invasione russa.
      – L'appeasement, se lo chiamiamo distensione, ci ha evitato tipo una terza guerra mondiale. Invece trattare ogni situazione diplomatica come "X è il nuovo Hitler", bollare ogni riflessione come "spirito di Monaco" ci ha portato in Afghanistan e in Iraq, ecc.
      – No, la realtà non mai semplice, mi dispiace.

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