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venerdì 27 ottobre 2023

Perché non riusciamo a odiare i palestinesi?


C'è una discussione che sarebbe saggio rimandare a tempi più tranquilli, ma non è detto che ce ne saranno più, così comincio adesso. Parto da una domanda meno retorica di quanto potrebbe sembrare: perché non odiamo i palestinesi? Noi italiani, intendo. Persino in un momento come questo, in cui la pubblicistica di sinistra è ormai ridotta al lumicino, e i quotidiani del fu ceto moderato e riflessivo sono tutti a disposizione di Israele – certo, non li legge più nessuno, ma in parte proprio perché ormai se la cantano e se la suonano, senza preoccuparsi troppo di intercettare le opinioni di un pubblico così meno filoisraeliano di loro. 

(Il direttore di uno dei principali quotidiani italiani smentito dallo sgangherato strumento di fact-checking affidato alla peggiore comunità virtuale nella storia di Internet) pic.twitter.com/2TNTrDsze6


Poi c'è la stampa più becera, storicamente barcamenantesi tra antisemitismo e antislamismo, che dal 7 ottobre sembra decisamente aver optato per quest'ultimo. Almeno per quanto mi è dato di vedere (non è che mi soffermi molto). Ma quindi a questo punto chi potrebbe più intercedere per i palestinesi presso il pubblico italiano? Giusto qualche influencer che però se insiste rischia di essere malmenato. Eppure guardatevi intorno: abbiamo una stampa più filoisraeliana della stampa israeliana, opinionisti tv in servizio permanente che possono permettersi di accusare in serenità il segretario generale Onu di fiancheggiare Hamas, e malgrado tutto questo sforzo – che sarà anche costato parecchio denaro – gli italiani non odiano ancora i palestinesi: e parliamo di uno dei popoli più sfigati del mondo. Arabi di lingua, perlopiù musulmani di religione, insomma quel tipo di gente di cui siamo allenati da secoli a diffidare: ma ancora non li odiamo. Perché? 

Non hanno calciatori famosi, né ballerine o attrici disponibili a sposare i nostri; in effetti non hanno più niente, e quando avevano qualcosa erano limoni e olive e un po' di luoghi santi, insomma se avessero uno Stato e un minimo di economia dovremmo persino temere la loro concorrenza: e invece di ringraziare chi quotidianamente si adopera per evitare questa possibilità, noi ci ostiniamo a parlare di pace, di Due Popoli Due Eccetera, a tentare di capire le ragioni di chi non ha più un soldo per permettersele. Così empatici, noi, è possibile? Perché diciamolo, di altri popoli ci frega poco o nulla. Qualcuno ha la minima idea ad esempio di cosa stia succedendo in Libia? È una terra più vicina a noi, geograficamente e storicamente. C'è la guerra anche lì, in teoria, ma non ci scalda un decimo di quanto ci attizzi la causa palestinese, la più persa di tutte. Da cui un sospetto: forse non è tanto la simpatia per i palestinesi, che alla fine chi li conosce, quanto la diffidenza per la retorica filoisraeliana, che più martella più ci lascia diffidenti. Può essere il motivo, mutatis mutandis, per cui di putinisti ce n'è più qui che altrove. 

È abbastanza singolare che in un contesto sempre più globalizzato, dove ormai la gente in tutto il mondo guarda gli stessi programmi coi sottotitoli, l'italosfera dimostri una sua identità, o almeno un'immunità a messaggi costruiti appositamente per essere ripresi e amplificati da qualsiasi pubblico – e invece no, in Italia non passano. Così come ascoltiamo sempre meno musica in altre lingue (Kanye West l'avrebbe riempito sul serio Campovolo?), capiamo sempre meno certi discorsi, pure semplicissimi. Un anno e più fa gli ucraini cominciarono a spiegarci che non potevano assolutamente negoziare con Putin perché questo avrebbe comportato cessioni territoriali: chi mai cederebbe terreno in cambio di pace? A dire il vero è successo tante volte a tante nazioni, ma agli ucraini sembrava scandalosa la sola idea. Ricordo una serie di messaggi, ripresi anche da qualche volonteroso megafono italiano, tutte variazioni sul concetto: voi che regione del vostro Paese cedereste? È chiaro che una domanda così, se la fai a un americano, è retorica; ma noi italiani abbiamo una storia diversa, regioni ne abbiamo già cedute parecchie (ringraziando di non doverne cedere di più), e soprattutto passiamo il tempo a sfotterci da regione a regione, da provincia a provincia, ognuno a una domanda così ha già pronta una risposta scherzosa, ma fino a un certo punto. Non puoi convincerci con messaggi così, non devi neanche provarci se non vuoi dimostrarci di non conoscere né la nostra storia né la nostra psicologia. D'altro canto gli ucraini sono una nazione giovane, l'inesperienza va messa in conto. 

Una regione sola? Non possiamo darne un paio?

Gli israeliani viceversa queste battaglie mediatiche le combattono da sempre, con un'indiscussa professionalità, e sin dall'inizio hanno deciso di impostare la campagna autunno-inverno sull'equivalenza tra Hamas e l'Isis. Opzione assolutamente comprensibile, quasi obbligata, che negli USA e in molti Paesi europei farà senz'altro breccia. In Italia c'è questo problema, che dell'Isis non frega quasi più nulla a nessuno. Vagamente ricordiamo che si trattava di una specie di califfato che per un po' ha controllato certe zone desertiche poi riconquistate da potentati non molto più rispettabili, e non siamo del tutto sicuri (come in Libia) di non essere stati anche occasionalmente dalla stessa parte della barricata contro altri nemici, che in Medio Oriente si sa come vanno a finire tutte le guerre di civiltà (come vanno a finire? in guerriglie per il controllo di oasi e pozzi). 

Ai tempi "Isis" fu anche l'etichetta che si scelse di appioppare all'ultima storica ondata di attentati di matrice islamica in Europa, che a riguardare i pezzi scritti al tempo ci terrorizzarono parecchio: ma sono passati anni, abbiamo avuto altri problemi, e a differenza che in Francia o in Belgio nessun processo ha mantenuto un po' di attenzione mediatica sugli attentatori perché, anche stavolta, nessun terrorista ha scelto l'Italia. Non è chiaro il perché, forse si tratta solo di fortuna, ma in questo caso è una fortuna incredibile, che dura da più di vent'anni: né Al Qaeda né l'Isis hanno mai considerato l'Italia come un campo di battaglia. Magari è tutto merito della nostra intelligence, ma consentitemi di diffidarne. Comunque sia, registro questo fenomeno: che all'ennesimo agit-prop filoisraeliano (non sempre consapevole di esserlo) che ti ripete che Hamas va trattato come l'Isis, l'italiano medio risponde: ok, ma come l'abbiamo trattato l'Isis? No, sul serio: lo abbiamo pagato? e nel caso, quanto? Perché da noi c'è questa idea, che un prezzo ci sia sempre. Non è un'idea giusta, ma neanche storicamente sbagliata. È senz'altro un'idea cinica, ma ormai si è capito che non siamo quel tipo di popolo che combatte fino all'ultimo uomo per un'idea. Meglio così, vista la nostra inclinazione per le idee sbagliate e perdenti.  

Può darsi che questa nostra riluttanza a odiare i palestinesi sia soltanto una resistenza del passato, come quando non volevamo andare nei fast-food perché era la fine della cucina italiana. Può darsi che dipenda da una serie di circostanze che stanno per sfumare: nei prossimi giorni, se il blocco di luce e acqua proseguirà, moriranno veramente molte persone e l'unico modo di resistere a questa informazione sarà autoconvincersi che non si tratta esattamente di persone, bensì "inhuman animals" o qualcosa del genere, in altri Paesi probabilmente sta già funzionando. Aggiungi che dicembre si sta avvicinando, e presto i nostri giornalisti scopriranno che nelle scuole di Gaza non fanno il presepe. Questo potrebbe essere il dettaglio cruciale. 

41 commenti:

  1. Mi ero fatto anch'io domande simili, ma non riguardo l'Italia. Mi sembra che in tutto il mondo ci siano manifestazioni pro Palestina in una circostanza dove sarebbe stato assolutamente comprensibile cedere alla semplificazione mediatica visto che questa volta "hanno iniziato loro", in un momento in cui non si parlava tanto della questione. Forse le campagne mediatiche pro-Israele sono efficaci a togliere cittadinanza ad altri punti di vista nella sfera mediatica, ma non riescono a generare simpatia per la causa.

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    1. beh in tutto il mondo ci sono musulmani, e per loro è una questione fortissimamente identitaria. Ma appunto, la simpatia per i palestinesi è l'unico argomento che in Italia può mettere d'accordo musulmani e sostenitori della destra più retriva. E questo malgrado gli organi di stampa della destra più retriva si siano rapidissimamente riposizionati.

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  2. Lasciando perdere la sconcia ironia che fai sul non voler cedere degli ucraini (non è che sono tutti popoli servi come noi, lo sai?), sul resto, beh, che non riusciamo a odiare i palestinesi mi sembra anche giusto. Mi sembra meno giusto non riuscire a odiare Hamas. Ma una cosa è certa: tu riesci benissimo a odiare gli israeliani.

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    1. Lo sai vero che il tuo commento è abbastanza antisemita?

      Israele è uno stato complesso, con persone di vario e complesso orientamento politico.
      Per te però ogni critica a Netanyahu è odio verso gli israeliani tutti.
      In pratica, per te gli israeliani non sono persone, bensì tante macchinette tutte uguali, incapaci di molteplicità di vedute: ne critichi uno, li critichi tutti visto che per te sono tutti uguali.

      Sì, questa tua visione piatta è stereotipata degli israeliani è decisamente antisemita.

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    2. Io ovviamente non "odio Israele", che non solo è una cosa straordinariamente sciocca da scrivere, ma non c'entra nulla col pezzo.

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    3. Sì, il pezzo è sul perché non siamo così atterriti da... il tentativo di Israele di convincerci che Hamas (ma loro intendono tutti i palestinesi, suvvia) è come l'Isis. Che subdoli. Poi il pezzo dice anche che i nostri maggiori organi di informazione "sono a disposizione " di Israele. Eh, le puttane vanno con quelli coi soldi, si sa. Del resto, prosegue con la stessa eleganza il pezzo, lo sforzo "sarà anche costato parecchio denaro". Ops.. ma no, per l'amor di dio, ogni riferimento a certi pregiudizi è puramente casuale. Viene anche in mente che sul pogrom del 7 ottobre l'autore del pezzo non è che abbia scritto molto. O forse nulla. E insomma alla fine il sospetto che ci sia, diciamo così, una certa antipatia verso gli israeliani, e chiamiamola così, allora, antipatia, può anche venire.

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    4. Ma figurati Enrico, ti possono venire tutti i dubbi che vuoi, e puoi manifestarli con l'atteggiamento più inquisitorio che ti riesce: del resto è da più vent'anni che su internet la gente scrive così, probabilmente ci sei cresciuto in mezzo e non sospetti nemmeno quanto suoni falso e scorretto tutto questo.
      Non sono soltanto le sex worker a offrire prestazioni in cambio di denaro: anch'io lo faccio tutti i giorni, non c'è niente di male (oddio a volte le mie prestazioni sono abbastanza scarse, del resto anche il denaro è quel che è), si chiama economia, è un modo che abbiamo inventato tanto tempo fa per vivere assieme in società, evidentemente non funziona del tutto. Quando si arriva al conflitto israelo-palestinese, che è da sempre combattuto anche sul piano mediatico, non si può che rimarcare l'enorme divario di risorse tra israeliani – i cui tentativi di migliorare la propria immagine e giustificare le proprie azioni sono davanti agli occhi di tutti – e i palestinesi. Eppure, malgrado questo enorme divario, ancora i primi non ci hanno convinto a odiare i secondi, il pezzo s'interroga su questo e tu, devo dirlo, fin qui non hai portato nessun contributo, stai solo sventolando una bandierina in mezzo a degli adulti, forse su fb ti rende interessante ma non devi dedurne che.

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    5. La pratica di attribuire ogni opposizone a uno psicoreato infamante ha già distrutto il dibattito pubblico, vedremo cosa succederà alle libertà civili, mi sembra sia sempre più difficile tutelarle.

      Usare l'argomento dell'antisemitismo contro i critici di Israele è scorretto e ingiusto, ma - in genere - chi in questo caso è vittima dell'intolleranza, quando può, procede allo stesso modo.

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    6. @Davide Buttazzoni.
      Ovviamente non ti sarà sfuggito che io ho dato dell'antisemita a @Enrico, non a @Leonardo T 😉

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    7. @Nadia da Lucca, se tu mi dai dell'antisemita, io mi sento perfettamente in diritto di darti della stronza. Non ti permettere.

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    8. E hai ragione.
      Una persona che fa notare le contraddizioni è sicuramente una stronza.

      Adesso però devi risolvere i tuoi problemi con Israele, magari approfondendo la complessità di questo paese.

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    9. Far notare le contraddizioni (che non ci sono, ma pazienza) non è dare dell'antisemita. Hai pestato una merda, te ne sei accorta, e ora nella tua risposta stai fischiettando "chi, io?". Va bene, me lo faccio bastare. I problemi con Israele mi sa che ce li ha l'autore del pezzo, e neanche piccoli.

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    10. Non ci saranno contraddizioni, ma non c'è neanche nulla di interessante o di intelligente. Questo non è un asilo, Internet è tanto grande, non potresti andare ad accusare a vanvera qualcun altro?

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    11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    12. Guarda, caro Enrico, io penso che dovremo fare tutti un passo indietro e ripartire da quanto hai scritto.

      Tu hai trovato sconcia l'ironia sugli ucraini, poi hai agevolmente glissato sull'argomento del pezzo (come mai gli italiani solidarizzano coi Palestinesi?), subito dicendo che occorre odiare Hamas (in effetti si possono odiare le BR senza odiare gli Italiani) per concludere che l'autore odia Israele.

      In pratica, hai suggerito che chiunque distingua i Palestinesi da Hamas sia antiisraeliano, ma siccome è strapieno di israeliani che distinguono queste due entità (sai com'è: vivono lì), di fatto tu stai attaccando gli israeliani senza motivo alcuno. Da qui, l'accusa di antisemitismo è quasi automatica, direi, o no?

      Se io non fossi stronza, ti darei il consiglio che se non vuoi passare per antisemita potresti provare ad essere meno qualunquista, ma siccome lo sono... che me frega a me? È un problema tuo, non mio 😜

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    13. @Enrico Ora che ho finito il trasloco, che Nadia sia un po' stronza te lo confermo pure io che la conosco da un po' ;)
      A sua discolpa posso dire che la gente come noi o sviluppa gli artigli, oppure viene sbranata.

      D'altronde il tuo commento qualunquista su Hamas sembrava scritto apposta per stuzzicare le altrui stronzaggini: chi la fa, l'aspetti.

      @Nadia Dai, forse dargli dell'antisemita è un po' esagerato, è solo uno di quei poveri di spirito che procedono per stereotipi: Hamas sono i palestinesi, gli israeliani sono tutti ebrei integralisti, i belgi mangiano solo cioccolato, i tedeschi si ubriacano ruttando, gli italiani sono tutti mafiosi, eccetera.
      Forse non vale nemmeno la pena stare a discutere con un tipo simile...

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    14. Frequento questo blog da parecchi anni, e Nadia e Ballerina, con la loro arguzia, con la loro sagacia riescono sempre ad avere ragione. Bravissime!

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    15. Leonardo evidentemente quello che scrivo ti fa sempre incazzare, visto il tono saccente e un filo isterico che usi di solito per rispondere. Diventi il prof che bacchetta l'alunno irrispettoso, il che è abbastanza buffo. Anche perché ti assicuro che il mio intento è solo, a volte, criticare nel merito quanto scrivi. Non provocarti, che di provocarti non me ne frega niente. Secondo me hai scritto un post in cui la tua avversione per gli israeliani, ricorrendo anche a certi vecchi e tristi stereotipi, era evidente. Tu hai risposto che la mia critica non c'entrava con quanto avevi scritto, il che è oggettivamente non vero. Va bene, fermiamoci qui. Se non ti spiace continuerò a leggere e commentare quanto scrivi. Se invece ti spiace e vuoi solo quei due gatti, sempre quelli, che ti applaudono, bloccami pure. Non c'è problema. Quanto a loro, da quanto scrivono temo non sappiano leggere. E sono arroganti quasi quanto te.

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    16. Enrico, sii esplicito. Ti riferisci a Nadia e a Ballerina ?

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    17. Così come non basta insinuare che qualcuno è antisemita per dimostrare che quel qualcuno è antisemita,
      allo stesso modo non basta scrivere che critichi nel merito per... criticare nel merito;
      non basta scrivere "oggettivamente" per essere oggettivi.
      Sei venuto a provocare, hai provocato, puoi essere soddisfatto. Non ho però ancora letto niente "nel merito" da parte tua e per carità, non mi aspetto nemmeno che ci provi.

      @Bokassa: è inutile che fai il carino adesso che non puoi più postare da anonimo, il tuo Ip rimane spregevole.

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    18. Ti ringrazio per Ip spregevole. Rinnovo stima a Nadia e Ballerina, che hanno la rara qualità di scrivere dopo essersi ben documentate. Sarebbe poi bello ogni tanto azzeccassi qualche congiuntivo...

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    19. Leo, sono le prime tre righe ..dai..non si possono leggere, correggile..

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    20. no no, son curiosissimo, magari sei più bravo in sintassi che in trollismo

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    21. Leo, fermati, non stai facendo una bella figura...magari legge un tuo alunno...dai...

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    22. Ma io di errori ne faccio tanti, coraggio, correggimi

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    23. Beh, allora, perdonami, non vorrei essere nei panni dei tuoi alunni...

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    24. Scrivi così: "pensavo che tu avessi fatto un errore, ma poi ho controllato e mi ero sbagliato io, ti chiedo scusa e smetterò di instupidire i tuoi commenti con queste sciocchezze, addio".

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    25. Così come non basta insinuare che qualcuno SIA antisemita per dimostrare che quel qualcuno SIA davvero antisemita...
      Perdonami, non prenderla sul personale, ma è più forte di me quando qualcuno fa scempio della lingua italiana..

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    26. Non ti perdono, perché il congiuntivo non è obbligatorio nelle subordinate oggettive. Pensavi che io avessi fatto un errore, ma avevi dubbi; però non hai controllato e non hai resistito a instupidire questo thread con una sciocchezza in più.

      Come troll hai fallito: come insegnante di grammatica avevi veramente poche speranze, ma cercare di correggere me è stato veramente temerario, potrei quasi apprezzarlo. Addio.

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    27. Ora che è stato discusso del congiuntivo (e senza nemmeno citare Lorenzo Baglioni), posso raccontarvi un sogno che ho fatto di recente?

      Magari è di aiuto alla discussione 😜

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    28. @Leonardo Il mondo è andato avanti, un pochino, pure il tuo blog. Nel frattempo hai scritto che però capisci anche gli israeliani.. ma io intanto ritorno qui. Solo per chiederti: ti spiace dirmi in che modo, precisamente, avrei insinuato che sei antisemita? Poiché NON l'ho fatto (in effetti non penso tu lo sia). Israeliani ed ebrei non sono la stessa cosa, giusto? In effetti no. Oggettivamente. E quindi. Non basta dire a qualcuno che ha insinuato che sei antisemita perché sia vero che ha insinuato che sei antisemita. A differenza di altri non lancio certe accuse a cuor leggero; a nessuno.

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    29. Ok, ho insinuato che tu insinuassi. Ma era poco interessante già all'inizio, questa discussione.

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  3. Ma perchè ti sembra strano?, alla fine pure il pentapartito era al più "in quota" araba — ed erano arabi che ci dirottavano le navi. La cosa strana sono le dichiarazioni di simpatia per Israele, peraltro moltiplicatesi in concomitanza col progressivo disfacimento della società israeliana — che spesso mi sembra esser marcita peggio della nostra, e non era banale.

    Le masse sono manipolabili solo a certe condizioni e fino a un certo punto. Mia madre crede che le decapitazioni dei bebè ci siano state (chè mica la stampa libera mente, e se non ci sono immagini è solo per rispetto della profonda sensibilità dei telespettatori), ma, di fronte al con noi o contro di noi, penso che starebbe con i palestinesi. Troppe immagini di massacri per stare con quello che non ti ha mostrato nulla.
    Del resto, persino nel caso russo-ucraino, dove bene e male sono assoluti (curiosamente un po' come propaganda e censura), il grosso dalla popolazione è sempre stato contrario a inviare le armi, almeno finchè qualcuno ha continuato a commissionare sondaggi sul tema. E il consenso per i bombardamenti suli serbi era sì importante, ma non assoluto, nonostante il "genocidio" in corso.

    Per me è un fenomeno che non riguarda solo Gaza, ma una pletora di "temi sensibili", su cui la posizione che si addice alla vera liberaldemocrazia™ è unica, checchè ne dicano le masse informi, e vi convergono tutti gli apparati, dal fascio al tecnocrate, da libero al post. Ciò detto, i tuit di giubilo del fesso qualunque per i bombardamenti ci sono eccome; di italici non ne ho visti, ma non ne ho manco cercati, e comunque non so se dando tempo al tempo…

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  4. Forse può dipendere dal fatto che l'antisemitismo non è affatto morto, e che più che la simpatia verso i Palestinesi (più che legittima tra l'altro) ha un ruolo l'antipatia e l'odio represso o meno nei confronti degli Ebrei, che non smettono di essere gli assassini di Cristo.
    p.s.: l'interpretazione di Enrico circa il tuo pezzo non mi pare affatto campata in aria, ma io sono un guerrafondaio filoucraino e filoisraeliano.

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    1. Ma infatti ho proprio letto dappertutto accuse di teocidio nelle manifestazioni di questi giorni (sono ironico).

      Se anche fosse, l'antisemitismo è un fenomeno da studiare, non un thoughtcrime da segnalare. Domandarsi perché si sviluppa, come si evolve, in che modo si può contrastare: non usarlo per puntare il ditino a un interlocutore quando non abbiamo altri argomenti.

      Altrimenti va a finire che proprio chi se ne riempie la bocca non lo riconosce quando funziona, e Open pubblica un pezzo in cui il miliardario George Soros diventa l'occulto finanziatore di tutti i filopalestinesi, in sostanza il complotto ebraico contro Israele. Che è l'unico vero rigurgito di antisemitismo che ho notato in questi giorni alle nostre latitudini.

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  5. Nel frattempo segnalerei la sonora ignoranza di Francesco Merlo che oggi su Repubblica accusa Zerocalcare di fiancheggiare il terrorismo islamico.

    Zerocalcare, quello che mentre altri discuteva è andato in prima persona a Kobane, rischiando la pelle per documentare i crimini perpetrati dall'Isis/Daesh nonché le vite di chi contro l'Isis andava combattendo davvero.

    Fintantoché Francesco Merlo si dedica a lagnarsi della decadenza del liceo classico ci possiamo fare una risata sopra, ma quando dà del terrorista ad una persona che il terrorismo lo ha combattuto direi che il ridicolo sconfina nell'analfabetismo funzionale.

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    1. Non è analfabetismo funzionale, è totale disinteresse ed assenza di rispetto verso quello che gli altri dicono e pensano. Una caratteristica che accomuna Merlo a tanti suoi critici.

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