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mercoledì 27 luglio 2005
- 2025
Il buon pastore
Caro Leonardo,
una volta Arci mi disse una cazzata. Tra tante. Ma sul Vangelo.
Si parlava della pecorella smarrita, che dà più gioia (ritrovata) di 99 pecorelle beghine.
"Hai mai provato a riflettere sulla moralità della cosa? Voglio dire, hai la responsabilità di 99 anime, e le molli per una sola. Qual è il senso?"
"Arci, è solo un paradosso".
"Sì, certo, Gesù parlava per parabole, per paradossi, inoltre era paramedico…"
"Arci, io sarei credente".
"Ma sì, ma sì, ma infatti ti volevo solo indurre a riflettere: qsto Buon Pastore paradossale, che si annoia delle 99 pecorelle che ha, e mette a soqquadro la Galilea finché non trova la sola che non ha, a chi assomiglia? Se fosse un uomo del secolo Ventunesimo, che genere d'uomo sarebbe?"
"E che ne so?"
"Un dongiovanni".
Ogni uomo conta le sue donne, ogni uomo è Buon Pastore del suo harem di ricordi, ma c'è chi le conta dal capo, e chi dalla coda.
C'è chi le conta dal primo incontro, o dal primo bacio, o coito, o anellino. Ed è tutta gente sana. E poi ci sono i malati, come me, che le contano dalla coda. Dall'ultima parola. Dall'ultimo insulto. Dall'ultimo freddo arrivederci. E sai che gran soddisfazione, pascere il tuo gregge di 99 freddi arrivederci.
C'è gente che accumula titoli, esperienze, amori. Gente appassionata, metodica, soddisfatta. Hanno schedari ordinati, con tutte le loro esperienze in ordine cronologico. Li invidio molto.
Io non ho mai imparato a riordinare un cassetto, ma non è sciatteria, o perlomeno: non confondiamo l'effetto con la causa. La causa è che le cose nei cassetti non mi interessano più. È che col tempo i ricordi felici si annebbiano, e le figure di merda invece assumono una singolare lucentezza, dimodoché se guardo al passato vedo solo un'interrotta teoria di smaglianti figure di merda, dal primo giorno delle elementari fino al mio 52esimo compleanno: e questa è un'autentica malattia per cui io dovrei essere curato, perché non sono normale, la gente normale vede sparire il suo passato in nuvole rosee di dolce rimpianto, mentre il mio passato è una piaga purulenta e vergognosa che puzza. Vi sembra normale? No, non rispondete, lasciate stare, non esistete nemmeno.
Ma insomma, per me si tratta solo di vagare nottetempo in cerca dell'ultima pecorella che ancora non mi conosce. Le 99 non contano più, mi hanno visto piangere ed eiaculare a sproposito, se solo ci penso ci sto male. E qsta cosa, il mio Dio, la capisce?
Lui ha detto di tagliarsi la parte del corpo che ti dà scandalo, ma ha anche detto che per peccare basta il cuore. Singolare contraddizione. Potrò cavarmi un occhio, ma resterà il mio cuore, ed il cuore mi è sufficiente per essere infelice e peccare. Peraltro ha detto anche "chi non ha peccato scagli la prima pietra", dunque solo io posso mutilare me stesso. E se ci fosse una differenza tra "peccato" e "scandalo"? F'nql, perché non ho studiato il greco al liceo (invece di ql tedesco inutile).
C'è sempre la possibilità che sia uno dei suoi famosi paradossi. Provo a immaginarmi: Gesù fa la vita del predicatore, si muove in un demi-monde di pubblicani, centurioni e prostitute (e malati, infermi, lebbrosi…) Gente bisognosa di perdono e guarigione. In pratica, gente che ha bisogno di essere toccata, guarita, compresa. Un soffio, un tocco, anche solo una parola di salvezza.
E poi ci sono i farisei che sono rimasti al Levitico, e vivono in un mondo di prescrizioni e tentazioni. Tutto un roteare d'occhi per evitare di guardare l'impuro, il malato, il diverso, la donna. E Gesù: senti, perché non te lo cavi, quell'occhio? Se ci vedi tante tentazioni, cavatelo: starai meglio tu e staremo meglio noi. E qlla mano che tocca o ha paura di toccare: per quanto ancora ci seccherai con le tue turbe postpuberali? Tagliatela, se ti scandalizza tanto. Se non hai ancora capito che il problema è nel cuore, taglia pure, taglia tutto. Taglia a te stesso, però, non agli altri. Per punire gli altri devi prima essere senza peccato: ma per essere senza peccato devi tagliarti, e una volta tagliato non portai far male a nessuno.
Ecco, qsta è la mia interpretazione preferita. Un Dio che frega i bacchettoni con le loro stesse mani. Non male.
Dovrei parlarne con qlcuno.
martedì 26 luglio 2005
- 2025
Not under discussion
Caro Leonardo,
un blecaut di sei giorni non s'era ancora visto, ma siamo al mondo per questo, no? Per vedere cose nuove.
Un fulmine in Svizzera, dicono. Io penso e non dico che qualche riccone abbia insistito troppo con l'aria condizionata, qlla vera. La spiegazione ufficiale, comunq è: terrorismo. Non spiegano neanche dove e perché, ormai. Terrorismo e basta.
"Ma fai così fatica a crederci?"
"E insomma, Concetta, i libici… ma chi li ha visti tutti 'sti libici in giro? Non capisci che è solo Teo-Prop?"
"Ssst! Che ci sentono!"
"Ma chi vuoi che ci senta, la microspia è scarica da due mesi!"
"E perché non me l'hai detto, vado a comprare le pile".
"Siamo a qsto punto? Che dobbiamo andare noi a comprare le pile per le microspie che il governo ci tiene in casa? Ma ti sembra una cosa normale? No, dico. Ti sembra un regime serio?"
"Ma se si accorgono che non funziona si insospettiscono…"
"Conci, io li conosco qlli del Teo-prop. Praticam ci lavoro. A qst'ora stanno ancora cercando di avviare il loro server dopo il blecaut dei diabolici libici".
Interviene Sunta, la donna di mondo. "Magari non sono libici, magari è gente di qui".
"E si fingono libici?"
"Non si fingono libici, qlla è Teo-prop. In ogni buon depistaggio c'è un po' di vero e un po' di falso".
"Sì, ma allora chi sono? Padani delle paludi?"
"Magari è gente di qua che è stufa di come vanno le cose".
"Sì, ma perché di tutte le forme di dissenso proprio qlla che…"
"Perché magari sono ragazzini che non si perdono una puntata del nostro programma, e noi guardacaso in qsto periodo non facciamo che parlare di terrorismo e di attentati di vent'anni fa".
"La storia che si ripete in farsa".
"È il nostro mestiere".
"Non lo so. Non mi sembra il caso. Noi mostriamo treni e alberghi esplosi. Qsti qui se la prendono solo con le centraline energetiche. Non vedo il nesso".
"Magari sono solo più furbi. Fa più panico un video spento che un vicino di casa morto".
"Dovrebbero davvero essere troppo furbi. I rivoluzionari non sono così furbi".
"Parla per la tua generazione".
In qsti giorni avevo molte cose da scriverti; ho provato sulla tastiera meccanica, ma è inutile. Non riesco ad avere pensieri coerenti con l'inchiostro.
In particolare, mi è rimasta da terminare una meditazione sul peccato secondo il vangelo e secondo me. La metto domani (terrorismo permettendo).
Caro Leonardo,
un blecaut di sei giorni non s'era ancora visto, ma siamo al mondo per questo, no? Per vedere cose nuove.
Un fulmine in Svizzera, dicono. Io penso e non dico che qualche riccone abbia insistito troppo con l'aria condizionata, qlla vera. La spiegazione ufficiale, comunq è: terrorismo. Non spiegano neanche dove e perché, ormai. Terrorismo e basta.
"Ma fai così fatica a crederci?"
"E insomma, Concetta, i libici… ma chi li ha visti tutti 'sti libici in giro? Non capisci che è solo Teo-Prop?"
"Ssst! Che ci sentono!"
"Ma chi vuoi che ci senta, la microspia è scarica da due mesi!"
"E perché non me l'hai detto, vado a comprare le pile".
"Siamo a qsto punto? Che dobbiamo andare noi a comprare le pile per le microspie che il governo ci tiene in casa? Ma ti sembra una cosa normale? No, dico. Ti sembra un regime serio?"
"Ma se si accorgono che non funziona si insospettiscono…"
"Conci, io li conosco qlli del Teo-prop. Praticam ci lavoro. A qst'ora stanno ancora cercando di avviare il loro server dopo il blecaut dei diabolici libici".
Interviene Sunta, la donna di mondo. "Magari non sono libici, magari è gente di qui".
"E si fingono libici?"
"Non si fingono libici, qlla è Teo-prop. In ogni buon depistaggio c'è un po' di vero e un po' di falso".
"Sì, ma allora chi sono? Padani delle paludi?"
"Magari è gente di qua che è stufa di come vanno le cose".
"Sì, ma perché di tutte le forme di dissenso proprio qlla che…"
"Perché magari sono ragazzini che non si perdono una puntata del nostro programma, e noi guardacaso in qsto periodo non facciamo che parlare di terrorismo e di attentati di vent'anni fa".
"La storia che si ripete in farsa".
"È il nostro mestiere".
"Non lo so. Non mi sembra il caso. Noi mostriamo treni e alberghi esplosi. Qsti qui se la prendono solo con le centraline energetiche. Non vedo il nesso".
"Magari sono solo più furbi. Fa più panico un video spento che un vicino di casa morto".
"Dovrebbero davvero essere troppo furbi. I rivoluzionari non sono così furbi".
"Parla per la tua generazione".
In qsti giorni avevo molte cose da scriverti; ho provato sulla tastiera meccanica, ma è inutile. Non riesco ad avere pensieri coerenti con l'inchiostro.
In particolare, mi è rimasta da terminare una meditazione sul peccato secondo il vangelo e secondo me. La metto domani (terrorismo permettendo).
lunedì 18 luglio 2005
- 2025
Il vangelo, secondo me
Caro Leonardo,
a volte mi sorprendo a domandarmi se sono un bravo cristiano. È l'età, probabilm.
E mi restano dei dubbi.
Eppure ricordo d'aver letto da qualche parte che il nostro Superego, col passare degli anni, cala dimolto le sue aspettative. Il Dio tremendo che ti avrebbe bruciato nella geenna per via della caramella sottratta con destrezza al fratellino, col tempo si addolcisce, non si scompone neanche quando dichiari i redditi e racconti menzogne ai tuoi studenti, se la scusa è buona è disposto a chiudere un occhio, e anche due, e anche tre (chi lo sa quanti occhi ha Dio?)
Gli imperativi si fanno sempre meno categorici, dopo un po' non sono neanche più imperativi, al massimo condizionali: non dovresti tradire le tue mogli, Mac.
(Dio per fortuna se li ricorda ancora, i condizionali).
E tuttavia rimane sempre questo grosso scoglio del Vangelo. Il mio Dio, a differenza d'altri, ha pensato bene di lasciar scritte le sue volontà nere su bianco, e questo rende più difficile addolcirle. Non impossibile: soltanto più difficile. Si tratta di lavorare d'interpretazione, e fabbricarsi il proprio Vangelo secondo sé stessi. Nell'impresa ti aiuta il fatto che a Dio, facendosi uomo, capitava come ad ogni uomo di contraddirsi, o magari non riusciva a farsi capire degli apostoli (che notoriam non capivano mai nulla, vedi Luca Diciotto.34).
Io, tutto sommato, dopo una vita di lavoro, credo di essermi fatto un Vangelo secondo Me abbastanza conforme al mio stile di vita. Do a Cesare quel che è di Cesare, non nascondo i miei talenti, la mia destra molto spesso non ha la minima idea di quel che fa la mia sinistra, eccetera. Pian piano sono riuscito a mettere in fila quasi tutti i versetti. Mi rimane un paio di grossi scogli. Uno è Matteo Cinque.28:
In questo versetto c'è la superiorità della mia religione su tutte le altre: noi cristiani virtualm possiamo andare all'inferno senza muovere un solo muscolo, ci basta semplicemente un movimento delle pupille: l'ho vista! Tac! Adulterio.
Prima del nostro Dio era impossibile andare all'inferno per un semplice desiderio. In effetti, non esisteva nemmeno il concetto di desiderio (e forse neanche l'inferno). L'uomo era ciò che faceva, il bene e il male erano le semplici conseguenze delle sue azioni. Mangi maiale, pratichi l'incesto? Sei cattivo. Sgozzi un montone, paghi la decima? Bravo. Ma con Matteo Cinque.28 il nostro Dio ha inventato l'Interiorità (lui la chiamava "cuore"), una nuova dimensione dell'esistenza in cui le persone possono compiere buone e cattive azioni senza nemmeno alzarsi dalla sedia. (È la dimensione in cui io passo la maggior parte del mio tempo, peraltro).
Comunq, non è nulla di grave. Sì, tecnicam, per Dio io ho già commesso adulterio con Aureliana diverse volte. Almeno una trentina di volte. In ogni caso posso pentirmi e ottenere il perdono, è un procedimento abbastanza standard. Ma c'è uno scoglio ulteriore, e cioè Marco Nove.23-48:
[continua domani, o posd.]
Caro Leonardo,
a volte mi sorprendo a domandarmi se sono un bravo cristiano. È l'età, probabilm.
E mi restano dei dubbi.
Eppure ricordo d'aver letto da qualche parte che il nostro Superego, col passare degli anni, cala dimolto le sue aspettative. Il Dio tremendo che ti avrebbe bruciato nella geenna per via della caramella sottratta con destrezza al fratellino, col tempo si addolcisce, non si scompone neanche quando dichiari i redditi e racconti menzogne ai tuoi studenti, se la scusa è buona è disposto a chiudere un occhio, e anche due, e anche tre (chi lo sa quanti occhi ha Dio?)
Gli imperativi si fanno sempre meno categorici, dopo un po' non sono neanche più imperativi, al massimo condizionali: non dovresti tradire le tue mogli, Mac.
(Dio per fortuna se li ricorda ancora, i condizionali).
E tuttavia rimane sempre questo grosso scoglio del Vangelo. Il mio Dio, a differenza d'altri, ha pensato bene di lasciar scritte le sue volontà nere su bianco, e questo rende più difficile addolcirle. Non impossibile: soltanto più difficile. Si tratta di lavorare d'interpretazione, e fabbricarsi il proprio Vangelo secondo sé stessi. Nell'impresa ti aiuta il fatto che a Dio, facendosi uomo, capitava come ad ogni uomo di contraddirsi, o magari non riusciva a farsi capire degli apostoli (che notoriam non capivano mai nulla, vedi Luca Diciotto.34).
Io, tutto sommato, dopo una vita di lavoro, credo di essermi fatto un Vangelo secondo Me abbastanza conforme al mio stile di vita. Do a Cesare quel che è di Cesare, non nascondo i miei talenti, la mia destra molto spesso non ha la minima idea di quel che fa la mia sinistra, eccetera. Pian piano sono riuscito a mettere in fila quasi tutti i versetti. Mi rimane un paio di grossi scogli. Uno è Matteo Cinque.28:
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
In questo versetto c'è la superiorità della mia religione su tutte le altre: noi cristiani virtualm possiamo andare all'inferno senza muovere un solo muscolo, ci basta semplicemente un movimento delle pupille: l'ho vista! Tac! Adulterio.
Prima del nostro Dio era impossibile andare all'inferno per un semplice desiderio. In effetti, non esisteva nemmeno il concetto di desiderio (e forse neanche l'inferno). L'uomo era ciò che faceva, il bene e il male erano le semplici conseguenze delle sue azioni. Mangi maiale, pratichi l'incesto? Sei cattivo. Sgozzi un montone, paghi la decima? Bravo. Ma con Matteo Cinque.28 il nostro Dio ha inventato l'Interiorità (lui la chiamava "cuore"), una nuova dimensione dell'esistenza in cui le persone possono compiere buone e cattive azioni senza nemmeno alzarsi dalla sedia. (È la dimensione in cui io passo la maggior parte del mio tempo, peraltro).
Comunq, non è nulla di grave. Sì, tecnicam, per Dio io ho già commesso adulterio con Aureliana diverse volte. Almeno una trentina di volte. In ogni caso posso pentirmi e ottenere il perdono, è un procedimento abbastanza standard. Ma c'è uno scoglio ulteriore, e cioè Marco Nove.23-48:
Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.Questa cosa di doversi tagliare mani e piedi, e cavarsi gli occhi, per un nonnulla, un pensiero, una sbirciatina, è una cosa molto difficile da addolcire. E ogni volta che la rileggo ci resto male. Possibile che il mio Dio abbia detto una cosa così dura? Il Dio delle prostitute e dei pubblicani, il Dio che se lo inviti a un matrimonio alla buona lui viene con sua mamma e ti cambia pure l'acqua in vino, renditi conto! Un Dio che beve vino e se la prende col perbenismo dei Farisei; uno che per una parola gentile ti perdona un brigante assassino in punto di morte; un Dio così, come può essere lo stesso Dio che propone la legge del taglione per ogni tuo desiderio? Si sono confusi? Hanno mescolato due vangeli di due Dei diversi? Oppure è lo stesso Dio che all'inizio era puritano e poi col tempo e gli affanni si è addolcito? Ma non potrebbe essere il contrario: che all'inizio era un mollaccione e poi si è indurito? È difficile capirlo. Nel frattempo, io mi sono già meritato la Geenna una trentina di volte, negli ultimi tre mesi. Devo assolutam trovare un modo di addolcire i versetti di Marco, o finisce che faccio una pazzia.
[continua domani, o posd.]
lunedì 11 luglio 2005
- 2025
Satellite d'amor
Caro Leonardo,
sempre su Taddei:
come sai, quell'uomo è in perenne agitazione, non riesce a star fermo in un posto per più di qualche minuto. Per molto tempo ho pensato che si trattasse della reazione standard di una persona che si sveglia dopo vent'anni di congelamento: come una foga di voler recuperare il tempo perduto, eccetera. Pensavo anche che col tempo si sarebbe attenuata. Ma passano i mesi, e lui resta indiavolato come il primo giorno. Di più: sta contagiando l'ambiente circostante. Quando vado in facoltà sento come un'agitazione che monta, echi di assemblee autogestite, cose da cui cerco di tenermi lontano.
Nel frattempo, comincio a pensare che non ci sia nulla di eccezionale nella sua agitazione. È semplicem il modo di fare standard di un trentenne-e-qualcosa nel 2004. A quel tempo, si viveva a una certa velocità, a un certo ritmo. Col tempo, e con le varie crisi economiche, questo ritmo si è via via rallentato, in modo troppo graduale perché noi riuscissimo ad accorgercene. Ma se potessimo tornare a vent'anni fa, probabilm ci accorgessimo che tutti a quel tempo schizzavano di qua e di là a velocità oggi impensabili.
"Ah, sei qua. Ma dove cazzo…"
"Taddei, insomma!"
"…sei stato, ti ho cercato tutto il giorno".
"Sono dovuto venire a piedi perché il filobus non passava, c'è stato una specie di attentato a una centralina energetica e…"
"Maledetti terroristi!"
"Sì, sì, certo. Comunq sono in ritardo solo di sei ore".
"Sei ore? Ti sembra una cosa normale? Dovevi fare degli esami oggi! I tuoi studenti saranno esasperati"
"I miei studenti sono in ritardo come me, non c'è nulla di eccezionale".
"Ma ti rendo conto che per sei ore sei stato irreperibile? Nessuno poteva sapere dove stavi. Magari eri rimasto vittima di un attentato e…"
"Taddei, ti vuoi calmare? Sono qui. Sono arrivato. Adesso, se c'è qualcuno da interrogare, lo interrogo e amen. Non stiamo a fare un duemilaesedici".
"Un che?"
"Niente. Taddei, devi abituarti ad aspettare le persone. Tutti qui passiamo ore ad aspettare le persone. E finché non arrivano, non possiamo sapere con certezza dove si trovano".
"È intollerabile".
"Sul serio? Ma perché?"
Flash! Come la classica lampadina nei fumetti.
"Aspetta, Taddei. Forse ho capito il tuo problema. Ora ti faccio una domanda: qual è la tecnologia di vent'anni fa che oggi rimpiangi di più?"
"Non so, forse la moka".
"Quella esiste ancora, manca il combustibile. Ma sei sicuro di non avere un profondo e sottaciuto rimpianto per la telefonia cellulare?"
"Ah, sì, beh, non è che io fossi un appassionato di telefoni, ma…"
"Ma ti manca la reperibilità. Sapere dov'è la gente in tempo reale".
"Ah, sì, quello era importante. Ma che fine hanno fatto i cellulari?"
"Nessuna fine. Sono invecchiati e si sono rotti. Siccome nel Bel Paese nessuno li produceva più, quando c'è stato l'embargo anti-bizantino…"
"Non è possibile. Qualcuno funzionerebbe ancora. Almeno di contrabbando".
"Ah, ma comunq non ci sono più i satelliti".
"Ce li hanno tolti a causa della guerra, vero?"
"No, perché? Anche in guerra non c'è motivo per non fare buoni affari, e far telefonare gli italiani è sempre stato un buon affare per i bizantini e tutti gli altri. Ma a un certo punto ci hanno impedito di trasmettere perché facevamo troppi guai".
"Guai?"
"È una storia un poco imbarazzante. Fu durante gli attentati del 2011… o del …13? Non mi ricordo".
"Attentati? Chi attentava chi?"
"Guarda, non mi ricordo con precisione, comunq tutte le capitali bizantine furono prese di mira. A quel tempo c'erano ancora molti cittadini del Bel Paese in giro per il mondo, per studiare o lavorare per farsi i fatti altrui, sai".
"Per turismo".
"Ecco. Insomma, a un certo punto ci fu un attentato più grosso degli altri, in una grande capitale… Londra o Parigi o Vilnius, non mi ricordo… e la copertura satellite andò in tilt. Andò talm in tilt che un paio di satelliti artificiali esplose, disseminando cocci su un'orbita ellittica che interseca pericolosam l'atmosfera ogni tredici novembre. Peccato che da noi sia sempre nuvolo, perché lo spettacolo di stelle cadenti dicono sia notevole".
"Un sovraccarico di informazione. Tutti volevano sapere dov'erano tutti".
"Magari. In realtà le indagini appurarono che il sovraccarico era stato causato da un solo messaggino di testo, hai presente? Quelli che si digitavano coi tasti numerici…"
"Gli sms"
"Esse-emme-esse, già, li chiamavamo così".
"Un solo sms?"
"Sì, che proveniva dall'unità di crisi della Farnesina, insomma, dal nostro ministro degli esteri del tempo".
"E cosa c'era di così distruttivo in questo sms?"
"Nulla, era un semplice messaggio di testo. Ma il ministero aveva pensato bene di spedirlo a tutti gli italiani all'estero. Siccome l'Italia era nello spazio Schengen, era impossibile capire quali italiani fossero all'estero e quali no, così una cima dell'unità di crisi pensò bene di tagliar la testa al toro spedendo l'sms a tutti gli italiani".
"Cinquantasette milioni".
"No, no, almeno centoottanta".
"Centoottanta milioni di italiani?"
"Centoottanta milioni di cellulari, ogni italiano ne aveva a testa tre. Così questo semplice sms di testo fece esplodere i satelliti".
"Ma cosa c'era di così importante da comunicare a tutti gli italiani?"
"Beh, sai, in un'emergenza del genere… le solite cose: PER FAVORE, CHIAMA A CASA PAPA' E MAMMA, LORO MOLTO IN PENSIERO, eccetera eccetera".
"Stai scherzando?"
"No, era un modo per accelerare il lavoro dell'unità di crisi, sai… reperire tutti gli italiani all'estero, chiamare i papà e le mamme".
"Vuoi dire che nel momento in cui un ignobile attentato paralizzava una capitale d'Europa, e i soccorsi avevano bisogno di comunicare tra loro, la Farnesina sovraccaricò il satellite per una cazzata del genere?"
"Non era una cazzata, si trattava di calmare il legittimo cardiopalma di tutte le mamme italiane, e dei papà!"
"Non posso credere che sia successo".
"Ma in realtà era già successo altre volte, e la comunità internazionale aveva portato pazienza, perché si sa come siamo noi, siamo dei simpatici cazzoni e…"
"Dei simpatici cazzoni? Noi siamo i figli di mamma che alla prima bomba frignano e telefonano ai fottuti parenti. Noi siamo la vergogna del continente, noi. Peggio degli albanesi, siamo! Dei fottutissimi…"
"Sssst, Taddei, per favore! Qua di fianco c'è il dipartimento di studi schipetari, e i madrilinguisti sono molto sensibili".
Se n'è andato, in una nuvola di livore. A volte mi chiedo se non esploderà, un giorno.
Proprio come i satelliti.
Caro Leonardo,
sempre su Taddei:
come sai, quell'uomo è in perenne agitazione, non riesce a star fermo in un posto per più di qualche minuto. Per molto tempo ho pensato che si trattasse della reazione standard di una persona che si sveglia dopo vent'anni di congelamento: come una foga di voler recuperare il tempo perduto, eccetera. Pensavo anche che col tempo si sarebbe attenuata. Ma passano i mesi, e lui resta indiavolato come il primo giorno. Di più: sta contagiando l'ambiente circostante. Quando vado in facoltà sento come un'agitazione che monta, echi di assemblee autogestite, cose da cui cerco di tenermi lontano.
Nel frattempo, comincio a pensare che non ci sia nulla di eccezionale nella sua agitazione. È semplicem il modo di fare standard di un trentenne-e-qualcosa nel 2004. A quel tempo, si viveva a una certa velocità, a un certo ritmo. Col tempo, e con le varie crisi economiche, questo ritmo si è via via rallentato, in modo troppo graduale perché noi riuscissimo ad accorgercene. Ma se potessimo tornare a vent'anni fa, probabilm ci accorgessimo che tutti a quel tempo schizzavano di qua e di là a velocità oggi impensabili.
"Ah, sei qua. Ma dove cazzo…"
"Taddei, insomma!"
"…sei stato, ti ho cercato tutto il giorno".
"Sono dovuto venire a piedi perché il filobus non passava, c'è stato una specie di attentato a una centralina energetica e…"
"Maledetti terroristi!"
"Sì, sì, certo. Comunq sono in ritardo solo di sei ore".
"Sei ore? Ti sembra una cosa normale? Dovevi fare degli esami oggi! I tuoi studenti saranno esasperati"
"I miei studenti sono in ritardo come me, non c'è nulla di eccezionale".
"Ma ti rendo conto che per sei ore sei stato irreperibile? Nessuno poteva sapere dove stavi. Magari eri rimasto vittima di un attentato e…"
"Taddei, ti vuoi calmare? Sono qui. Sono arrivato. Adesso, se c'è qualcuno da interrogare, lo interrogo e amen. Non stiamo a fare un duemilaesedici".
"Un che?"
"Niente. Taddei, devi abituarti ad aspettare le persone. Tutti qui passiamo ore ad aspettare le persone. E finché non arrivano, non possiamo sapere con certezza dove si trovano".
"È intollerabile".
"Sul serio? Ma perché?"
Flash! Come la classica lampadina nei fumetti.
"Aspetta, Taddei. Forse ho capito il tuo problema. Ora ti faccio una domanda: qual è la tecnologia di vent'anni fa che oggi rimpiangi di più?"
"Non so, forse la moka".
"Quella esiste ancora, manca il combustibile. Ma sei sicuro di non avere un profondo e sottaciuto rimpianto per la telefonia cellulare?"
"Ah, sì, beh, non è che io fossi un appassionato di telefoni, ma…"
"Ma ti manca la reperibilità. Sapere dov'è la gente in tempo reale".
"Ah, sì, quello era importante. Ma che fine hanno fatto i cellulari?"
"Nessuna fine. Sono invecchiati e si sono rotti. Siccome nel Bel Paese nessuno li produceva più, quando c'è stato l'embargo anti-bizantino…"
"Non è possibile. Qualcuno funzionerebbe ancora. Almeno di contrabbando".
"Ah, ma comunq non ci sono più i satelliti".
"Ce li hanno tolti a causa della guerra, vero?"
"No, perché? Anche in guerra non c'è motivo per non fare buoni affari, e far telefonare gli italiani è sempre stato un buon affare per i bizantini e tutti gli altri. Ma a un certo punto ci hanno impedito di trasmettere perché facevamo troppi guai".
"Guai?"
"È una storia un poco imbarazzante. Fu durante gli attentati del 2011… o del …13? Non mi ricordo".
"Attentati? Chi attentava chi?"
"Guarda, non mi ricordo con precisione, comunq tutte le capitali bizantine furono prese di mira. A quel tempo c'erano ancora molti cittadini del Bel Paese in giro per il mondo, per studiare o lavorare per farsi i fatti altrui, sai".
"Per turismo".
"Ecco. Insomma, a un certo punto ci fu un attentato più grosso degli altri, in una grande capitale… Londra o Parigi o Vilnius, non mi ricordo… e la copertura satellite andò in tilt. Andò talm in tilt che un paio di satelliti artificiali esplose, disseminando cocci su un'orbita ellittica che interseca pericolosam l'atmosfera ogni tredici novembre. Peccato che da noi sia sempre nuvolo, perché lo spettacolo di stelle cadenti dicono sia notevole".
"Un sovraccarico di informazione. Tutti volevano sapere dov'erano tutti".
"Magari. In realtà le indagini appurarono che il sovraccarico era stato causato da un solo messaggino di testo, hai presente? Quelli che si digitavano coi tasti numerici…"
"Gli sms"
"Esse-emme-esse, già, li chiamavamo così".
"Un solo sms?"
"Sì, che proveniva dall'unità di crisi della Farnesina, insomma, dal nostro ministro degli esteri del tempo".
"E cosa c'era di così distruttivo in questo sms?"
"Nulla, era un semplice messaggio di testo. Ma il ministero aveva pensato bene di spedirlo a tutti gli italiani all'estero. Siccome l'Italia era nello spazio Schengen, era impossibile capire quali italiani fossero all'estero e quali no, così una cima dell'unità di crisi pensò bene di tagliar la testa al toro spedendo l'sms a tutti gli italiani".
"Cinquantasette milioni".
"No, no, almeno centoottanta".
"Centoottanta milioni di italiani?"
"Centoottanta milioni di cellulari, ogni italiano ne aveva a testa tre. Così questo semplice sms di testo fece esplodere i satelliti".
"Ma cosa c'era di così importante da comunicare a tutti gli italiani?"
"Beh, sai, in un'emergenza del genere… le solite cose: PER FAVORE, CHIAMA A CASA PAPA' E MAMMA, LORO MOLTO IN PENSIERO, eccetera eccetera".
"Stai scherzando?"
"No, era un modo per accelerare il lavoro dell'unità di crisi, sai… reperire tutti gli italiani all'estero, chiamare i papà e le mamme".
"Vuoi dire che nel momento in cui un ignobile attentato paralizzava una capitale d'Europa, e i soccorsi avevano bisogno di comunicare tra loro, la Farnesina sovraccaricò il satellite per una cazzata del genere?"
"Non era una cazzata, si trattava di calmare il legittimo cardiopalma di tutte le mamme italiane, e dei papà!"
"Non posso credere che sia successo".
"Ma in realtà era già successo altre volte, e la comunità internazionale aveva portato pazienza, perché si sa come siamo noi, siamo dei simpatici cazzoni e…"
"Dei simpatici cazzoni? Noi siamo i figli di mamma che alla prima bomba frignano e telefonano ai fottuti parenti. Noi siamo la vergogna del continente, noi. Peggio degli albanesi, siamo! Dei fottutissimi…"
"Sssst, Taddei, per favore! Qua di fianco c'è il dipartimento di studi schipetari, e i madrilinguisti sono molto sensibili".
Se n'è andato, in una nuvola di livore. A volte mi chiedo se non esploderà, un giorno.
Proprio come i satelliti.
martedì 5 luglio 2005
- 2025
It was twenty years ago, today
Sgt. Pepper taught his band to play
They've been going in and out of style…
A-aid, 2025
Caro Leonardo,
Ieri finalmente Taddei è riuscito ad accedere da solo a qualche contenuto Supernet. E ha avuto una brutta sorpresa, ovviam.
"Non chiedevo molto. È il Quattro Luglio e volevo vedere una parata. Ma in quel corridoio fottuto…"
"Ssst! Siamo in Facoltà, Taddei".
"Scusa. Dicevo che sono finito in una specie di corridoio digitale e sentivo che gli altri utenti fottuti mi spingevano in una direzione diversa".
"Te l'ho detto, è quasi impossibile connettersi con gli usastri. Vanno troppo veloci per noi. Mentre provavi sei stato assorbito da una corrente di utenti della zona mediterranea".
"Ma se io volevo andare da un'altra parte…"
"Te l'ho spiegato varie volte. È come una strada supertrafficata, te le ricordi le strade supertrafficate?"
"Sì, bei tempi".
"Ecco. Fa conto di essere nei vecchi tempi, all'ora di punta, e di dover svoltare a sinistra senza semaforo. Non ci riesci. Devi seguire la corrente".
"Su Internet non era così".
Su Internet qua, su Internet là… che palle, Taddei. "Internet non c'è più, va bene? Devi imparare a guidare nel vero traffico, adesso".
"Ma insomma, guarda dove sono andato a sbattere. Un concerto benefico in Africa. Voglio dire, è possibile che stiano andando tutti a un fottuto concerto?"
"Direi di sì. È l'A-Aid di Dakar, l'evento musicale del ventennio".
"Allora lasciatelo dire, è stato un ventennio di merda. Valeva proprio la pena di svegliarsi per vedere gli U2 coi capelli bianchi che leccano il culo sul palco al tirannello africano di turno…"
"No. No. Ti stai sbagliando. Gli U2 si sono sciolti una dozzina di anni fa, per motivi di salute, e…"
"Ok, chiedo scusa, c'è solo Bono sul palco con una buzzica da un quintale, che stringe le mani a un dittatore".
"Da capo. Reset. Controlzèta. Intanto quello non è un dittatore, è il grande Baaba Maal".
"Un santone?"
"No, un mito della musica africana…"
"E allora perché sta discutendo con Bono da dieci minuti? Non possono iniziare il loro fottuto duetto e amen?"
"…e non ci sarà nessun duetto, perché quello non è Bono, ma Paul Hewson, il Presidente dell'Unione Bizantina".
"Ah".
"… e prima che me lo chiedi, sì, Paul Hewson una volta si faceva chiamare Bono e cantava negli U2; adesso invece non canta più".
"Perché si è dato alla politica?"
"No, piuttosto viceversa: si è dato alla politica perché in seguito a un'overdose di aerosol ha perso l'ultimo residuo di corde vocali. Anche adesso è solo in grado di bisbigliare grazie a un laringofono digitale. Immagino che stia cercando di ringraziare Maal per aver organizzato questo bel concerto, vent'anni dopo il Live Aid".
"Vent'anni? Non credo. Al massimo quaranta".
"Hai ragione anche tu. Ce n'è stato uno nel 1985 e uno nel 2005, ma probabilm tu eri già in coma".
"Mi sono risparmiato almeno una fiera dell'ipocrisia. Io mi chiedo con che faccia continuino a chiedere soldi alla gente. Non sono bastati quarant'anni per capire che la beneficenza non serve?"
"Taddei, per favore…"
"Possibile? Non hanno occhi per vedere che più li aiutiamo peggio è?"
"Taddei, abbassa la voce".
"Cos'è, hai paura? Guarda che qui intorno gli studenti mi rispettano, non te ne sei accorto? Finalmente qualcuno che parla politically uncorrect, senza troncare tutti i fottuti avverbi. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire che se vogliamo realmente aiutare l'Africa…"
"Taddei, non è un concerto per aiutare l'Africa".
"E allora perché lo fanno a Dakar?"
"Lo fanno là perché là c'è una borghesia giovane e rampante che può permettersi di pagare il biglietto. Il concerto serve ad aiutare le popolazioni europee colpite dalla carestia di questo inverno".
"Gli europei?"
"Sì, e non è escluso che una parte dei proventi non finisca anche nelle casse del Teopop, per cui te ne prego, non essere troppo uncorrect in pubblico, se non ti spiace".
"E quindi in Africa se la passano bene?"
"Sì, ma non ti preoccupare, non è stato grazie a Bono o Geldof. Su quello hai ragione: la beneficenza non ha portato a grossi mutamenti strutturali. È stato il libero mercato".
"Il Libero Mercato!"
"Già!"
"Lo vedi che avevamo ragione!"
"Voi chi?"
"Noi che… noi che difendevamo il Libero Mercato!"
"Sssst!"
"E allora perché sssst?"
"Perché il libero mercato, dopo aver sospinto tutte i popoli del mondo allo sfruttamento indiscriminato delle risorse, ha provocato l'erosione dei poli, che ha trasformato l'Europa in una palude e ha messo in ginocchio il settore più protetto dell'economia occidentale".
"L'agricoltura".
"Già. Perché l'Europa agricola era una grande pianura, mentre l'Africa…"
"È il continente degli altipiani".
"Gli africani producevano già molto più del loro fabbisogno. Ma finché l'Europa sosteneva i suoi contadini e i suoi consumatori, gli africani erano condannati a fare la fame in mezzo alle piantagioni di caffè e di banane. Finché il Libero Mercato non ha distrutto il nostro ecosistema. Adesso sono liberi di coltivare quello che gli piace, commerciarlo tra loro e arricchirsi. E poi ci sono i metalli preziosi, gli idrocarburi…"
"Il continente più ricco del mondo".
"Potenzialm, sì. Se i cinesi e gli indiani non lo invadono prima. È per qsto che organizzano concerti benefici per gli amici europei. Sperano di rilevare l'arsenale militare bizantino, che è ancora il più forte del mondo. E magari riescono anche a infilare qualche aiuto per noi".
"Ma noi non abbiamo avuto la carestia".
"Dipende dai punti di vista".
"Senti, io mi sto facendo una cultura, qui. E so che tutti qsti studenti lavorano nel riso part-time. Da Bologna in su è tutta una risaia. Abbiamo riso da vendere".
"Non ce lo compra nessuno. E non si vive di solo riso, Taddei".
"E vendiamolo agli africani, no? Scambiamolo con la frutta, col caffè! O costa troppo per loro?"
"Costa troppo poco. Loro devono proteggere il loro prodotto interno".
"Ma che razza di stronzi… fanno i concertini benefici e non ci comprano il riso?"
"Taddei, lo so che è uno choc culturale, ma prima o poi devi accettarlo: gli africani sono intelligenti come noi".
"Qsto lo so, ma…"
"E quindi altrettanto stronzi. Hanno tutto l'interesse a lasciarci nel nostro sottosviluppo. Possono farci la carità ogni tanto, foraggiare i nostri dirigenti più o meno corrotti, qsto sì. Ma se volessero incentivare davvero la nostra economia, finirebbero per mettere in crisi la propria. E qsto va contro le leggi del Libero Mercato".
"Il Libero Mercato".
"Sempre lui. E adesso, per favore, zitto. C'è Youssou N'Dour sul palco. E qllo… qllo dev'essere El Hadji Faye!"
"E allora?"
"E allora? E allora vuol dire che sono riusciti a riunire la formazione originale dell'Étoile de Dakar, qlla del 1977! Dopo 45 anni! Pensa!"
"Ma cantano in inglese".
"Ah, sì, la canzone è un tributo ai Beatles. È commovente, no?"
"Commovente? Cosa?"
"Che un gruppo di senegalesi si ricordi ancora dei Beatles, nel 2025. Non lo trovi commovente?"
"No".
So may I introduce to you,
the act you've know for all these years,
Sgt. Pepper's Lonely Heart's Club Band
"Non vorrei mai venire ad abitare in una casa più piccola della mia".
(Paul Hewson, negli anni Novanta, a chi gli proponeva di candidarsi alla Casa Bianca).
Sgt. Pepper taught his band to play
They've been going in and out of style…
A-aid, 2025
Caro Leonardo,
Ieri finalmente Taddei è riuscito ad accedere da solo a qualche contenuto Supernet. E ha avuto una brutta sorpresa, ovviam.
"Non chiedevo molto. È il Quattro Luglio e volevo vedere una parata. Ma in quel corridoio fottuto…"
"Ssst! Siamo in Facoltà, Taddei".
"Scusa. Dicevo che sono finito in una specie di corridoio digitale e sentivo che gli altri utenti fottuti mi spingevano in una direzione diversa".
"Te l'ho detto, è quasi impossibile connettersi con gli usastri. Vanno troppo veloci per noi. Mentre provavi sei stato assorbito da una corrente di utenti della zona mediterranea".
"Ma se io volevo andare da un'altra parte…"
"Te l'ho spiegato varie volte. È come una strada supertrafficata, te le ricordi le strade supertrafficate?"
"Sì, bei tempi".
"Ecco. Fa conto di essere nei vecchi tempi, all'ora di punta, e di dover svoltare a sinistra senza semaforo. Non ci riesci. Devi seguire la corrente".
"Su Internet non era così".
Su Internet qua, su Internet là… che palle, Taddei. "Internet non c'è più, va bene? Devi imparare a guidare nel vero traffico, adesso".
"Ma insomma, guarda dove sono andato a sbattere. Un concerto benefico in Africa. Voglio dire, è possibile che stiano andando tutti a un fottuto concerto?"
"Direi di sì. È l'A-Aid di Dakar, l'evento musicale del ventennio".
"Allora lasciatelo dire, è stato un ventennio di merda. Valeva proprio la pena di svegliarsi per vedere gli U2 coi capelli bianchi che leccano il culo sul palco al tirannello africano di turno…"
"No. No. Ti stai sbagliando. Gli U2 si sono sciolti una dozzina di anni fa, per motivi di salute, e…"
"Ok, chiedo scusa, c'è solo Bono sul palco con una buzzica da un quintale, che stringe le mani a un dittatore".
"Da capo. Reset. Controlzèta. Intanto quello non è un dittatore, è il grande Baaba Maal".
"Un santone?"
"No, un mito della musica africana…"
"E allora perché sta discutendo con Bono da dieci minuti? Non possono iniziare il loro fottuto duetto e amen?"
"…e non ci sarà nessun duetto, perché quello non è Bono, ma Paul Hewson, il Presidente dell'Unione Bizantina".
"Ah".
"… e prima che me lo chiedi, sì, Paul Hewson una volta si faceva chiamare Bono e cantava negli U2; adesso invece non canta più".
"Perché si è dato alla politica?"
"No, piuttosto viceversa: si è dato alla politica perché in seguito a un'overdose di aerosol ha perso l'ultimo residuo di corde vocali. Anche adesso è solo in grado di bisbigliare grazie a un laringofono digitale. Immagino che stia cercando di ringraziare Maal per aver organizzato questo bel concerto, vent'anni dopo il Live Aid".
"Vent'anni? Non credo. Al massimo quaranta".
"Hai ragione anche tu. Ce n'è stato uno nel 1985 e uno nel 2005, ma probabilm tu eri già in coma".
"Mi sono risparmiato almeno una fiera dell'ipocrisia. Io mi chiedo con che faccia continuino a chiedere soldi alla gente. Non sono bastati quarant'anni per capire che la beneficenza non serve?"
"Taddei, per favore…"
"Possibile? Non hanno occhi per vedere che più li aiutiamo peggio è?"
"Taddei, abbassa la voce".
"Cos'è, hai paura? Guarda che qui intorno gli studenti mi rispettano, non te ne sei accorto? Finalmente qualcuno che parla politically uncorrect, senza troncare tutti i fottuti avverbi. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire che se vogliamo realmente aiutare l'Africa…"
"Taddei, non è un concerto per aiutare l'Africa".
"E allora perché lo fanno a Dakar?"
"Lo fanno là perché là c'è una borghesia giovane e rampante che può permettersi di pagare il biglietto. Il concerto serve ad aiutare le popolazioni europee colpite dalla carestia di questo inverno".
"Gli europei?"
"Sì, e non è escluso che una parte dei proventi non finisca anche nelle casse del Teopop, per cui te ne prego, non essere troppo uncorrect in pubblico, se non ti spiace".
"E quindi in Africa se la passano bene?"
"Sì, ma non ti preoccupare, non è stato grazie a Bono o Geldof. Su quello hai ragione: la beneficenza non ha portato a grossi mutamenti strutturali. È stato il libero mercato".
"Il Libero Mercato!"
"Già!"
"Lo vedi che avevamo ragione!"
"Voi chi?"
"Noi che… noi che difendevamo il Libero Mercato!"
"Sssst!"
"E allora perché sssst?"
"Perché il libero mercato, dopo aver sospinto tutte i popoli del mondo allo sfruttamento indiscriminato delle risorse, ha provocato l'erosione dei poli, che ha trasformato l'Europa in una palude e ha messo in ginocchio il settore più protetto dell'economia occidentale".
"L'agricoltura".
"Già. Perché l'Europa agricola era una grande pianura, mentre l'Africa…"
"È il continente degli altipiani".
"Gli africani producevano già molto più del loro fabbisogno. Ma finché l'Europa sosteneva i suoi contadini e i suoi consumatori, gli africani erano condannati a fare la fame in mezzo alle piantagioni di caffè e di banane. Finché il Libero Mercato non ha distrutto il nostro ecosistema. Adesso sono liberi di coltivare quello che gli piace, commerciarlo tra loro e arricchirsi. E poi ci sono i metalli preziosi, gli idrocarburi…"
"Il continente più ricco del mondo".
"Potenzialm, sì. Se i cinesi e gli indiani non lo invadono prima. È per qsto che organizzano concerti benefici per gli amici europei. Sperano di rilevare l'arsenale militare bizantino, che è ancora il più forte del mondo. E magari riescono anche a infilare qualche aiuto per noi".
"Ma noi non abbiamo avuto la carestia".
"Dipende dai punti di vista".
"Senti, io mi sto facendo una cultura, qui. E so che tutti qsti studenti lavorano nel riso part-time. Da Bologna in su è tutta una risaia. Abbiamo riso da vendere".
"Non ce lo compra nessuno. E non si vive di solo riso, Taddei".
"E vendiamolo agli africani, no? Scambiamolo con la frutta, col caffè! O costa troppo per loro?"
"Costa troppo poco. Loro devono proteggere il loro prodotto interno".
"Ma che razza di stronzi… fanno i concertini benefici e non ci comprano il riso?"
"Taddei, lo so che è uno choc culturale, ma prima o poi devi accettarlo: gli africani sono intelligenti come noi".
"Qsto lo so, ma…"
"E quindi altrettanto stronzi. Hanno tutto l'interesse a lasciarci nel nostro sottosviluppo. Possono farci la carità ogni tanto, foraggiare i nostri dirigenti più o meno corrotti, qsto sì. Ma se volessero incentivare davvero la nostra economia, finirebbero per mettere in crisi la propria. E qsto va contro le leggi del Libero Mercato".
"Il Libero Mercato".
"Sempre lui. E adesso, per favore, zitto. C'è Youssou N'Dour sul palco. E qllo… qllo dev'essere El Hadji Faye!"
"E allora?"
"E allora? E allora vuol dire che sono riusciti a riunire la formazione originale dell'Étoile de Dakar, qlla del 1977! Dopo 45 anni! Pensa!"
"Ma cantano in inglese".
"Ah, sì, la canzone è un tributo ai Beatles. È commovente, no?"
"Commovente? Cosa?"
"Che un gruppo di senegalesi si ricordi ancora dei Beatles, nel 2025. Non lo trovi commovente?"
"No".
So may I introduce to you,
the act you've know for all these years,
Sgt. Pepper's Lonely Heart's Club Band
"Non vorrei mai venire ad abitare in una casa più piccola della mia".
(Paul Hewson, negli anni Novanta, a chi gli proponeva di candidarsi alla Casa Bianca).