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martedì 19 giugno 2007

"da poveri eravate più allegri"

Not so gay anymore

Io sono convinto che per gli omosessuali italiani, negli anni Ottanta, ci fosse poco da stare allegri. Una buona parte di provincia, tanto per cominciare, non era ancora ben uscita dal medioevo. I brutti scherzi erano più brutti, le violenze più violente, i silenzi erano veramente silenzi. E poi c’era ancora il servizio di leva – oppure venti mesi di civile. Non solo, ma a un certo punto i tuoi amici cominciavano a morire come mosche, e i preti a suggerire che te l’eri meritato. A pensarci, dieci anni d’inferno.

Eppure sono stati gli anni in cui abbiamo davvero cominciato a chiamarli gay. Che in italiano voleva proprio dire gai, felici, spensierati. Cosa avessero da ridere, in effetti non si sa. Però me li ricordo così.
Mi ricordo la musica, che per molti anni è stato l’unico mio approccio alla cultura gay. Quella di metà anni 80 sembrava in mano a un cartello di gay – per carità non tutta, soltanto quella divertente. Quel pop di plastica che sembrava non dover durare e invece oggi riempie le piste di gente nata in seguito, quei pezzi sciocchi e irriverenti che adeguavano il punk alla festa delle medie. E poi la moda. Anche quella a suo modo irriverente, innovativa – gay.

È un luogo comune, anzi un sistema di luoghi comuni. I gay e gli anni Ottanta – gli spensierati anni Ottanta – la spensieratezza dei gay. Mi rendo conto che tutto questo è illusorio, che molti omosessuali nello stesso periodo non ballavano Baltimora né indossavano Versace, ma stavano nascosti e soffrivano molto. Ma da qualche parte nel mio cervello si è annodato questo concetto: Gay=Felice. Tom Robinson ai concerti cantava Sing, if you’re glad to be gay. Sing if you’re happy that way. Sembrava allegro e sardonico. A rileggerla, la canzone è una sequela di violenze, censure, repressioni poliziesche. Ma Tom sembrava ancora allegro di ballare sulle rovine.

Oggi le cose vanno un po’ meglio. Non tanto, lo so: appena un po’ meglio. C’è persino una quota di personaggi gay nelle fiction Rai. A scuola si fanno ancora brutti scherzi; la differenza è che se ne parla, che esistono le parole per parlarne. Non c’è più il sevizio di leva. E non si muore più così tanto. E i gay non sono più così gai. Sono tristi. Musoni e incazzati.

A loro discolpa, non sono i soli. Se gli 80 sono stati gli ultimi anni della Maggioranza Silenziosa, che aveva bisogno di minoranze strane come un’enorme massa di pastasciutta insipida che implora almeno una spezia piccante, gli anni Zero sono quelli delle Minoranze Petulanti. Apparteniamo tutti almeno a una di queste minoranze oppresse, senza diritti, senza futuro. Abbiamo tutti un motivo per marciare su Roma. Ci sono i padani e gli stranieri. I giovani precari e i giovani industriali – poveri giovani industriali! I no-tav, i no-nato, i no-monnezza, e hanno tutti la loro parte di ragione. Ci sono i cattolici, fino all’altro ieri zoccolo duro della Maggioranza Silenziosa, oggi felicemente riciclati in minoranza ringhiosa pro-famiglia e anti-aborto. Perché non dovrebbero fare lo stesso i gay? Peraltro, loro sono davvero discriminati: le loro battaglie sono sacrosante.

A volte mi chiedo dove ho vissuto tutti questi anni. Per buona parte della mia vita non mi sono nemmeno reso conto che i gay lottassero per i loro diritti civili. Il gay pride del Giubileo mi era sembrata soprattutto una grande festa identitaria. Probabilmente non capisco nulla. Ma ho una sensazione.
C’è stato un momento, ed è stato recente, in cui i gay hanno definitivamente smesso i panni allegri e festaioli e la questione dei diritti civili è diventata prioritaria.
Secondo me il processo è andato di pari passo con la formazione del Partito Democratico. Lento, per molti anni sotterraneo, proprio come il PD. Voi dite: ma che c’entrano esattamente i diritti degli omosessuali con il PD? Nulla, appunto. Di tante questioni sul tavolo, quella dei diritti civili dei gay sembra fatta apposta per rendere impossibile la nascita del PD. Basta prendere due elettori-tipo della Margherita e dei DS, e fargli un po’ di domande: che ne pensi del mercato? Che ne pensi della guerra al terrore? Che ne pensi dei migranti? Le risposte saranno indistinguibili. C’è solo una domanda che permette di discriminare: pensi che i gay abbiano diritto a crescere dei figli?

Non voglio entrare nel merito della questione, che è spinosa. Voglio solo chiedere: chi l’ha detto che questa domanda sia prioritaria? Che debba venire prima delle domande sull’economia, sulla guerra, sui migranti? Davvero due persone che sono d’accordo su tutto tranne che su questo non possono militare nello stesso partito? Io posso anche sostenere che i gay siano discriminati: ma i migranti lo sono anche di più. Oggi si discute di voto agli stranieri un decimo di quanto non si chiacchieri di DiCo e laicità. A chi conviene? Chi è che continua a riaprire la questione? A chi giova continuare a parlarne?
Giova ai vescovi. Giova alle sinistre. Giova, in pratica, a tutti quelli che non hanno interesse alla nascita del PD. E agli omosessuali giova? Direi di no. La soluzione al problema non è in calendario. In calendari si sono soltanto estenuanti discussioni pro e contro, proposte di legge soffertissime destinate all’impallinamento parlamentare, cortei e controcortei, piazze e contropiazze. La questione “gay vs famiglia naturale” è semplicemente il punto scelto dai nemici del PD per farlo a pezzi. Perché proprio quel punto? Perché era il più fragile.

Dopodiché pazienza: io non so nemmeno se l’avrei votato, questo PD. Ma mi spiace vedere tante persone scegliere (in buona fede) il fronte sbagliato per combattere. Se vi dico che la battaglia per il riconoscimento di alcuni diritti elementari va spostata ancora di una generazione, non prendetemela con me. Non dipende certo da me. Io scrivo solo quel che vedo: e vedo che nessuno è in grado di risolvere la questione. La questione è sul tavolo soltanto perché serve a far saltare il tavolo. E allora?

Per una volta che riesco a non cambiare idea per qualche mese, permettetemi di citarmi addosso: “io non credo che i DiCo siano una priorità. La priorità è la cultura. In Italia non ce n’è ancora abbastanza per tutti. Ce ne deve essere di più […] D’accordo che bisogna tutelare le minoranze, ma ricordiamoci che sotto il pelo dell’acqua c’è una quantità enorme di persone che potrebbe essere gay ma non lo sa, o non lo dice, o non lo ammette, perché non ha avuto a disposizione gli strumenti per capirlo, o per accettarlo. Questi strumenti sono culturali”.

I gay della scorsa generazione avevano una vita più difficile. Ma scrivevano, disegnavano, cantavano, offrivano cultura a tutti. È stato grazie a loro che milioni di italiani hanno imparato che gli omosessuali non erano maniaci pederasti, ma persone normali, dotate e sensibili. Ed erano anni difficili. Peggiori di questi. Io credo che il loro esempio vada seguito – non solo dalla minoranza dei gay. Mi sembra una buona lezione per tutte le minoranze. Cantare, stare allegri, invitare tutti alla propria festa. Per quanti problemi noi possiamo avere, siamo ancora al mondo e siamo felici così. Non orgogliosi: felici. Com'è che si diceva una volta? Gay.

58 commenti:

  1. Max Planck diceva, a proposito della scienza:
    «Un'importante innovazione scientifica si fa strada raramente vincendo man mano e convertendo gli oppositori: capita di rado che Saulo diventi Paolo. Quello che capita è che i suoi opponenti man mano muoiono, e che la nuova generazione è familiare con quelle idee fin dall'inizio.»

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  2. Scusa se mi permetto, ma il legame col PD mi sembra un po' fantasioso.
    La mia impressione è che sono stati i passi avanti fatti in altri paesi vicini a stimolare la richiesta di reali e tangibili diritti civili per i gay. O è troppo banale?

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  3. Non so come dirlo altrimenti: o stai scherzando (come già un'altra volta), o questo post mi lascia indignata (e non uso la parola spesso).

    Negli anni '80 a Milano era normale chiamare "negretto" chiunque fosse di colore (o "terrone" chiunque venisse da sotto Firenze), considerarlo un po' un poveretto che sicuramente faceva la fame, con il ritmo nel sangue e nessun problema con le rappresentazioni da minstrel show. Ma quelli che ora si chiamano "migranti" (parola da signore gauche-caviar, diciamola tutta - diciamola sbadigliando) non rompevano le scatole. Adesso il mio amico Stefan, ingegnere, rompe le scatole se non trova lavoro sopra lo spazzino perché nero.

    E vogliamo parlare di questi non-cattolici? Negli anni '80 l'ora di religione a scuola era ob-bli-ga-to-ria! E ora rompono le scatole perché la usano per riconoscere un credito alla maturità! E mettono in pericolo il PD, ma non si vergognano? Si convertano un po' o almeno facciano finta, che sono minoranza e forse non del tutto cittadini italiani!

    E non farmi iniziare sulle donne, 'ste scemette che vogliono abortire come pare e piace a loro...

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  4. C'è un'altra possibilità: hai capito male. In tutto il pezzo si legge che negli '80 si stava peggio di adesso.

    Migranti non è gauche-caviar, è la parola esatta da un punto di vista tecnico ("negretti", per esempio, non lo è).

    Betta: in certi Paesi sono stati fatti dei passi, in altri no. Di solito si guarda alla Francia e alla Spagna. Se però noi non abbiamo governi solidi di sinistra non possiamo far passare leggi simili. Pestare i piedi non è che risolva la situazione, anche se può servire a farci stare meglio.

    Io invece guardo agli USA, dove come in Italia la sinistra è meno forte, e dove i repubblicani, per vincere nel 2004, abbinarono in alcuni Stati del Midwest l'elezione presidenziale al referendum sul matrimonio gay. Giusto per ri-citarmi addosso, una scheda elettorale più o meno così: "Volete Presidente Bush o Kerry? E, a proposito, vi sta bene che i gay si sposino e abbiano bambini?"

    Dovrebbero essere i gay i primi a trovare irritanti queste strumentalizzazioni.

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  5. Leonardo, non sono d'accordo su nulla di ciò che dici. a cominciare dalla fine, dove sostieni che i gay della scorsa generazione "disegnavano, cantavano ecc ecc."

    I gay della scorsa generazione, come li chiami tu, non esistono e non sono mai esistiti: erano finocchi, froci o pederasti. Si accontentavano di scopare con i militari all'uscita dalle caserme (non lo sai, ma molti froci rimpiangono il militare altroché); andavano in giro la sera a scopare con i signori borghesi sposati o con i giovanotti di borgata a caccia di una mancia.

    E non chiedevano diritti, non li rivendicavano per il semplice motivo che non immaginavano neppure di avere diritti. Erano contenti di rimanere com'erano: se poi erano alto borghesi o intellettuali o scenografi della Rai meglio ancora. Ma pensa ai finocchi di periferia che pure tu citi ma di cui non parli.

    Erano froci comodi, da salotto, da esposizione. Non davano fastidio, non sporcavano, non protestavano, non pretendevano di essere cittadini.

    Ecco, è questo il punto. Abbiamo deciso di essere cittadini.
    E se tu fossi davvero di sinistra diresti "siamo tutti gay".

    PS: credi davvero che sul mercato e sulle pensioni e sulle basi Usa due dei Ds e due della Margherita la pensino allo stesso modo? Sei un illuso o sei in malafede.

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  6. c'era ancor minore disponibilità, negli ambienti cattolici, a parlare di divorzio e aborto.
    non sarà che c'è anche minore disponibilità alle battaglie civili da parte dei moderati?

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  7. A me sembra di aver detto varie volte che continuare a tirar fuori il divorzio e l'aborto come esempi di campagne vinte è pericoloso. Su questa china i radicali continuano a perdere referendum da anni, e il risultato lo paghiamo tutti (gay inclusi). Il referendum sulle staminali mi sembra un buon esempio di come la via all'inferno si possa lastricare di buone intenzioni.

    Aelred, può darsi che le cose siano come dici tu: i gay negli anni '80 non c'erano. Non scrivevano libri, non mandavano dischi in hit parade, non disegnavano né alta moda né pret à porter, non hanno influenzato il costume in nessun modo. Però io ho ricordi diversi: può anche darsi che me li sia fabbricati.

    Se fossi di sinistra direi: "siamo tutti gay", sì. Il bello è che praticamente l'ho detto. Ho anche messo su la canzone. Ma non basta, evidentemente la sinistra è sorda e fa fatica a leggere. Allora facciamo così: GAY=BUOOOOOONI! PRETI=CATTTTTTIVONI!

    E' un messaggio abbastanza chiaro per la sinistra? Mah. Forse in neretto? Di siti internet pieni di slogan ce n'è, comunque, senza bisogno di venire qui dove spesso si fanno discorsi lunghi noiosi e magari perfino antipatici.

    Se fossi di sinistra, intesa come partitino di sinistra ostile al progetto del PD per ovvi motivi di concorrenza, naturalmente cavalcherei la battaglia dei gay, quella anti-tav e milioni di altre. Ma non perché sono realmente interessato a risolverle. Mi serve per mostrarmi più duro e più puro. Nel frattempo magari il grosso della società va dall'altra parte: tanto peggio e tanto meglio. E' chiaro che dal mio punto di vista (di professionista dell'estremismo politico) preferisco mantenere i gay in una riserva indiana di portatori di voti.

    Forse non sono di sinistra, perché insisto sul fatto che prima dei diritti viene la cultura, e invece di pestare i piedi perché non ci sono numeri in questo parlamento occorrerebbe convincere gli italiani (tutti gli italiani), puntando all'egemonia culturale. Un po' come facevano quei gay degli anni 80 che però forse sono esistiti solo nella mia testa.

    Fa poi lo stesso, io voglio essere simpatico a tutti. Viva i gay e abbasso i preti, viva i gay e abbasso i preti. Chi lo sa, forse se tutti lo scrivono mille volte sui loro siti, forse dopo i gay potranno sposarsi. Perché non apriamo un comitato, una campagna. E già che ci siamo: abbasso i pedofili, che sono cattivissimi a fare quel che fanno ai bambini.

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  8. ottimo post Leonardo. Come al solito cogli nel segno.

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  9. fare dei diritti civili un clivage, un discrimine, è una conditio sine qua non, perhcé a dire che il paese non è maturo non si va da nessuna parte (credi che le gerarchie cattoliche non sarebbero contente di sospendere la questione per una generazione? è proprio quelo che stanno cercando fare, se col chiasso o con il silenzio a loro sta bene uguale) e perché iniziative politiche in merito Creano cultura (il tuo concetto di cultura mi pare o generico, o sprovvisto di un elemento essenziale: questo), ricordano, tengono viva o fanno scoprire l'esistenza di quei diritti civili che non sono affatto scontato
    hai la linea del PCI dei '70 sulla riforma del diritto di famiglia; e se Berlinguer non avesse cambiato rotta nell'ultima settimana prima dei referendum temendo di esserne travolti saremmo stati vent'anni senza a andar bene

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  10. è tranquillizzante trovarmi, per una volta, in disaccordo con te. per i motivi che hanno già detto restodelm e aelred, e per una cosa semplice semplice: sarà vero che attizzare la questione giova solo ai nemici del pd; il guaio è che un PD che non sa affrontare la questione non giova a me. e a questo paese.

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  11. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  12. A dir la verità, la scienza non ha mica risolto la questione omosessualità = predestinazione o scelta, mentre ha risolto elegantemente il problema "malattia" stralciandola ufficialmente dalle devianze sessuali anni fa. Il dibattito sulla natura dell'omosessualità attualmente è puramente ideologico.

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  13. Di devianza, di terzo sesso, di omosessualità come malattia non parla più nessuno psicologo o psichiatra degno di far parte della categoria. Lo dice solo più la Binetti (che usa il cilicio), e sorprendentemente tu. Non è questione di essere politically correct: semplicemente di riconoscere che la società è cambiata negli anni (e la psicologia anche, visto che parla di orientamento e non più di devianza da decenni). Forse riguardo ai gay sei rimasto un po' indietro nel tempo. Mi spiace contraddirti, ma nessuno si è mai sognato di pensare che gli omosessuali andassero chiamati gay perché vuol dire felice: il termine ha preso piede anche in Italia semplicemente perché è molto più breve di omosessuale, ed è più comodo da usare anche sui titoli dei gornali. Quanto al PD, vedi quello che chiedono quelli di GayLeft (puoi leggerlo si Repubblica oggi, a pg 7): basta silenzi imbarazzanti. È questo che vogliamo: gli stessi diritti ormai riconosciuti anche ai cittadini omosessuali nella maggior parte dei Paesi europei e non solo. L'Italia è ormai un'anomalia europea quanto a questo, e principalmente per l'influenza della Chiesa cattolica sulla nostra classe dirigente.
    Fino a quando il centrosinistra non farà qualcosa di concreto anche per i diritti delle persone GLBT non ce ne staremo più zitti e buoni, e continueremo a protestare anche se gli etero ci sopportano e spendono qualche parola buona per noi solo quando siamo inoffensivi, carini e taciturni ("è un così bravo ragazzo, non lo diresti mai che è ricchione"). Quanto al PD, personalmente me ne importerà qualcosa solo QUANDO e SE dimostreranno di avere a cuore la laicità dell'Italia e i diritti delle coppie di fatto. Fino ad allora, per me non esiste.

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  14. ehh sempre allegri bisogna stare,

    ché il nostro piangere fa male al re,

    fa male al ricco e al cardinale,

    diventan tristi se noi piangiam.

    Ah beh!

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  15. leonardo, con il tuo ultimo commento inizio a pensare che con questo post ci stai prendendo tutti per culo.

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  16. cragno: mi unisco al coro! (Dovrei sapere ancora a memoria tutte le cose portate via al contadino. Pover pursell.)
    nin-com-pop: Penso anche io. Leonardo che non sa cosa sia il DSM-IV? Naaaa.

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  17. sì, chiedo scusa. me ne sono accorta dopo. sarà che mi pareva poco "leonardo" anche il post.

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  18. e' questo leonardo
    http://lglisselss.wordpress.com/
    mario

    ps

    mamma mia

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  19. caro Leonardo,
    la cultura si fa scendendo in piazza, rivendicando i diritti, sostenendo e fiancheggiando chi chiede diritti.
    Non come fanno i Ds - il mio ex partito - i quali hanno ormai paura anche della loro stessa ombra e di infastidire o scorrucciare ora l'uno ora l'altro.

    Pensi davvero che senza il Gay Pride del 2000 e senza il Pride di sabato la percezione dell'omosessualità sarebbe la stessa in Italia?

    I gay negli anni Ottanta non c'erano - e cmq non erano quelli che dici tu - perché la parola gay ha una valenza politica che va al di là dell'essere omosessuali.

    Zeffirelli per esempio non è gay, non lo è Arbasino e men che meno lo era Pasolini. figuriamoci Renato Zero o altri protagonisti della canzonetta, che cavalcavano la trasgressione ma solo per rassicurare i borghesi.

    Forse hai ragione tu: per questa generazione non c'è speranza per i diritti civili di gay e lesbiche. Neanche nell'America degli anni Sessanta c'era spazio per i diritti civili di Rosa Parks e della comunità nera. E in molti stati del Sud non c'è spazio neppure adesso nella mente della maggioranza della popolazione eppure loro i diritti se li presero lo stesso

    la tua soluzione non è fare cultura ma nascondere i problemi sotto al tappeto. sennò gli amici cattolici si offendono e non fanno più il partito con noi

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  20. Fammi capire: e tu Leonardo saresti di sinistra?

    Chi non ha ancora afferrato, all'alba del XXI secolo, l'importanza del concetto "tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge" che viene dritto dritto dalla Rivoluzione francese, e dal quale discende anche il principio liberale "uguali tasse, uguali diritti", nonché gli artt. 2 e 3 della Costituzione italiana, oltre alla Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e a un'altra dozzina di carte fondamentali, non solo non è di sinistra, ma non è nemmeno capace di un pensiero politico moderno.

    Molti auguri, ne hai bisogno. Magari prova a leggere qualche saggio che parli del tema. Sono di parte e ti consiglio quello che ho scritto io: "Gay: diritti e pregiudizi". Ma trovi, in inglese, francese, spagnolo e tedesco, saggi di autori anche molto più famosi.

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  21. Scusate, ma uno che nei commenti a un post di un certo Leonardo si firma Leonardo ci è o ci fa? Meno male, però: quella della devianza non me l'aspettavo proprio dal Leo proprietario di questo blog.
    L'altro Leonardo non potrebbe almeno modificare parzialmente il suo nick nei commenti, per evitare spiacevoli confusioni? Altrimenti è difficile seguire una discussione, e personalmente sono troppo pigro per andare a controllare i link di tutti quanti. Grazie.

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  22. In un commento hai scritto:
    "Il fatto non e' tanto nel riconoscimento dei figli, quanto nell'accettazione che di persone normali non si tratta: gli omosessuali sono malati, e' una devianza sessuale ben nota a qualsiasi medico o psichiatra. Il fatto che la cultura moderna abbia nascosto sotto il tappeto questo dato non toglie il problema di torno anzi lo peggiora. "

    Sì, la cultura moderna ha estirpato i pregiudizi con il potere della logica. Una malattia, per definizione, se non curata porta alla morte.
    L'omosessualità non mi risulta che uccida. Forse l'omofobia.

    Vergognati per chiamarci malati!

    Sul PD:
    sono d'accordo con te che il Paese sconti priorità più urgenti dei diritti LGBT (ciò non toglie però che i diritti civili possano trasformarsi in merce di scambio politica).
    Il PD però nasce con buone intenzioni, ma scarsi contenuti.

    Le grandi emergenze (o "anomalie") della nostra Italia (giustizia, sud, istruzione) non mi sembra trovino una risposta dalla dirigenza PD.

    Mi dispiace se la lotta LGBT danneggia il PD. Se il partito ne soffre, però, forse non è colpa dell'agente patogeno LGBT. Forse gli manca il sistema immunitario.

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  23. Sono arrivato a casa adesso, e trovo un tale che scrive, a nome mio, che l'omosessualità è una malattia. Vabbè.

    Il suo commento l'ho cancellato, per una questione di correttezza nei miei confronti.

    La parola "devianza" non mi sembra di averla scritta io, ma Elvetico.

    In generale mi sembrate un po' nervosi, però è facile giudicarvi adesso col fresco.

    Cerchiamo di mettere un po' di paletti:
    - io non ho mai scritto che i gay siano malati (lo ha fatto un altro, firmandosi maldestramente col mio nick, e l'ho cancellato).
    - In questo pezzo io ho scritto, a chiare lettere, che i gay "sono davvero discriminati: le loro battaglie sono sacrosante". Più chiaro di così non ce la faccio.
    - Non mi sembra francamente che sia un pezzo contro il gay pride o contro qualunque manifestazione di piazza.

    E allora?
    Il problema non è scendere in piazza: il problema è considerare la questione dei matrimoni gay come prioritaria rispetto a tutto il resto.
    Non solo non lo ritengo giusto (credo che ci siano alcune minoranze messe peggio dei gay: loro per esempio votano, i migranti no), ma ritengo che sia una strategia perdente: non solo per il PD (capirai) ma anche per i gay. Come sempre, se ho torto ne sarò felice.

    Ma è inutile prendersela con me: non basta scrivere che gli uomini sono tutti uguali su un pezzo di carta perché diventi vero. Non basta portare in piazza un milione di persone più uno (e se i preti la prossima volta ne portano un milione più due?) Non basta vincere elezioni con uno scarto ridicolo, come mi sembra che i fatti dimostrino. Occorre costruire un ampio consenso che oggi non c'è.

    Altre cose magari dopo cena.

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  24. Leo, forse non è una priorità per te, ma come fai a pensare che non lo sia per chi gay lo è? Ti sei accorto che quello che chiediamo in molti altri Paesi della UE c'è già e da tanto tempo? Quanto alla piazza, cosa proponi in alternativa a quella che consideri una strategia perdente? Silenzio e rassegnazione?

    Siamo stufi di promesse non mantenute da parte della sinistra italiana, siamo stufi del fatto che parlino a vanvera di laicità e poi si genuflettano davanti ai dogmi del Vaticano, siamo stufi di prendere atto del fatto che tengano di più a non perdere gente come la Binetti e Mastella (e chi vota per quest'ultimo) piuttosto che riconoscere dei diritti.

    Ripeto: ora come ora non me ne importa nulla del PD. Se la sinistra ci tiene al voto di quei 500.000 o più in piazza sabato scorso (ma anche di quelli che sono rimasti a casa, che non sono pochi) è ora che che ce lo dimostri. I DDL non ci bastano più, se tanto poi vengono scopati sotto il tappeto. Se i signori che costituiranno il PD faranno qualcosa di concreto per la comunità GLBT allora forse prenderò in considerazione l'ipotesi di votarli. Ma non prima. Non più.

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  25. Ciao!
    Penso che la questione gay non sia nè prioritaria, nè secondaria, penso che sia semplicemente una delle questioni sull'agenda politica di tutti i partiti, questione che è stata posta all'attenzione del Politico dal movimento omosessuale italiano ed europeo, questione su cui tutti i partiti devono dire la loro e proporre una "soluzione", semplicemente perchè è una questione che chiede soluzione. Come è successo in Europa, anche in Italia questo è stato fatto (i partiti hanno proposto soluzioni) ma, quello che qui invece non succede, le soluzioni proposte non sono state MESSE IN PRATICA - tutti sappiamo il perchè.
    I gay (almeno quelli che conosco) non stanno tutto il giorno a pensare al loro futuro matrimonio o quanto loro siano prioritari rispetto agli immigrati o alle puttane, ma tutto il giorno si trovano di fronte possibili situazioni discriminanti.
    Diciamocelo, l'omosessualità non è tema prioritario, ma sarà, a parer mio, il tema che renderà il futuro PD un partito non all'altezza delle aspettative di chi si considera di centro-sinistra.
    Ciao!

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  26. mi permetto solo di fare un'osservazione. Io non so se l'omosessualità sia una malattia o meno, ma questa definizione data da "f" mi sembra un po' riduttiva..."Sì, la cultura moderna ha estirpato i pregiudizi con il potere della logica. Una malattia, per definizione, se non curata porta alla morte."
    Ora, se la definizione di malattia si esaurisce così, c'è da stare allegri, perchè le malattie sono molte meno di quanto pensassi. Mi sembra una cosa un po'strana definire come malattia solo ciò che porta alla morte. Anche il raffreddore è una malattia, anche la gotta è una malattia, ma nn credo che ne sia morta molta gente.
    Detto questo, io non so se l'essere gay sia una scelta di vita, anzi, onestamente penso di no. Se uno compie una scelta di questo tipo, in ogni caso vuol dire che ha desideri sessuali diversi dal normale, quindi sono convinto che possa essere considerato come una sorta di disturbo.

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  27. "Se uno compie una scelta di questo tipo, in ogni caso vuol dire che ha desideri sessuali diversi dal normale, quindi sono convinto che possa essere considerato come una sorta di disturbo."
    Complimenti, la Binetti e Taormina sarebbero orgogliosi di te.
    Vabbè, qui siamo fermi a due secoli fa. Possiamo archiviare questo incidente di cui Leonardo non ha colpa, e tornare all'argomento del post, per favore?

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  28. Che cosa ti fa pensare che invece la nascita del Pd sia una questione prioritaria per noi omosessuali?

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  29. Riguardo alle riserve indiane Leonardo ha centrato il punto. Il punto è che finché saranno una minoranza compatta nel rivendicare diritti che NON ci sono, gli elettori omosessuali saranno elettori del PD, se non altro perché sono abituati a pensare che un'apertura potrà arrivare solo da sinistra, anche se la sinistra dovesse continuare a deluderli per le prossime ventisei tornate elettorali. I gay di destra sono pochi, sono i D&G, gli "ozpetechi" (per citare lo stesso Leonardo). I grandi movimenti per i diritti civili hanno questa caratteristica: di sfaldarsi appena tali diritti vengono concessi. E non è necessariamente un male: ecco perché i DiCo sono importantissimi. Non perché siano una buona legge (non lo sono) ma perché finalmente permetterebbero ai gay di tornare a essere PERSONE gay: avvocati, baristi, sindacalisti, di destra o di sinistra, pro o contro l'eutanasia la ricerca sulle staminali o la pena di morte, favorevoli o meno all'adozione da parte di coppie lgbt, insomma persone con delle opinioni personali. Forse finalmente "gay".

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  30. Caro blogger LEONARDO: sei finito in nomination di diritto per il premio "Maria Antonietta"????
    Si, mi ricordi tanto lei quando il popolo francese manifestava per chiedere il pane e lei esclamò:
    "Che noia! Che barba! Non hanno il pane? bhhè... che mangino le brioche!"

    Troppo facile sparare commenti con la pancia piena (di diritti)!

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  31. Conflake, direi che il tuo lapsus sia illuminante. Mi hai scambiato per la sovrana Maria Antonietta, cioè quella che ti dovrebbe i diritti che non hai. Ma io quei diritti non te li posso dare: non ho il potere per farlo. E' anche possibile che io sia una persona con dei diritti non riconosciuti, esattamente come te; anche se tu hai deciso che i diritti che mancano a te sono più importanti di tutti gli altri.

    E' inutile che ve la prendiate con me come si fa con un politico. Fossi a Palazzo Chigi con una maggioranza solida, la questione dei diritti civili ai gay la risolverei in una settimana. Siccome non ci sono io, ma un cattolico di sinistra con una maggioranza molto, molto risicata, la questione rimane aperta: ed è inutile che ve la prendiate con me. (Non ha nemmeno molto senso prendersela con Prodi, visti i numeri).

    Marco, Paolo, cerchiamo di sdrammatizzare: il Pd è semplicemente una strategia per creare una maggioranza solida di centrosinistra in questo Paese, che adesso non c'è. Non è una vostra priorità? Pazienza. Io stesso sono molto scettico sulla strategia, anche se devo ammettere che non trovo alternative.

    Voi le alternative le vedete? Vale a dire: se la vostra priorità sono i Pacs (o il matrimonio gay), qual è la vostra strategia per difendere la vostra proposta presso l'opinione pubblica italiana e presso il Parlamento? A parte le manifestazioni, che sono legittime; a parte le minacce di non votare il Pd; a parte la constatazione che in altri Paesi d'Europa le cose vanno meglio (le cose vanno meglio se c'è una maggioranza stabile di sinistra) la vostra proposta operativa qual è?

    Non la dovete spiegare a me, ma alla gente che tra un po' si stancherà di seguirvi alle marce.

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  32. caro leo, eccolo qua il lapsus: "in altri Paesi d'Europa le cose vanno meglio (le cose vanno meglio se c'è una maggioranza stabile di sinistra)". Il punto è che negli altri paesi d'Europa (tranne, credo, la benemerita Polonia) le cose vanno meglio CON QUALSIASI MAGGIORANZA. Devo fare la solita litania? Aznar che è stato il primo a fare i pacs in Francia? Sarkozy che non si sognerebbe mai di metterli in discussione? È esattamente questo che ci fa incazzare e che ci fa mettere questo tema in primo piano, gay o non gay che siamo.

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  33. Aznar non è stato "il primo a fare i pacs", né in Francia (?) né in Ispagna.

    Sarkozy non si sognerebbe... andiamoci piano con quello che sogna Sarkozy. In ogni caso la battaglia per i Pacs in Francia fu durissima, e combattuta sotto il governo Jospin. A quel tempo Sarkozy stava nel RPR di Chirac e non credo fosse sensibile all'argomento (se penso che la classica onorevole anti-pacs che portava la Bibbia in tv era rappresentante di un partito centrista e "laico" come l'UDF...)

    A me sembra che in generale in Europa (e negli USA) le cose vadano meglio quando la sinistra è al potere. Se poi torna la destra, è molto più difficile smontare un diritto che ormai è stato concesso. Ma prima deve esserci stata una sinistra forte. Se non c'è, non c'è.

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  34. Leo, il GayPride non ce lo siamo inventati lo scorso sabato a Roma (o questo sabato a Milano). È il Family Day, quello che prima non c'era.

    Visto il numero dei partecipanti, mi pare che molti omosessuali italiani abbiano deciso che è importante partecipare soprattutto ora, più che in passato. E non c'erano solo gay in piazza sabato scorso, guarda un po'. Avevi letto il pezzo di Serra sul GP? Il rischio della stanchezza per le marce per ora non lo vedo proprio, quindi.

    Quanto all'alternativa: a parte che contrariamente a quanto sostiene Berlusconi non è vero che tutti i gay votano a sinistra, per quanto mi riguarda già alle scorse politiche non avevo votato per i DS ma per la Rosa nel Pugno, che se non altro è un partito laico per davvero. Non escludo nemmeno a priori di non votare per il PD in futuro: dovranno convincermi, però, questo sì.

    A parte il mio voto personale, comunque, forse non è poi così remota l'ipotesi di un eventuale "partito gay" se leggi questa riflessione di Mancuso, attuale presidente di Arcigay. Vedremo.

    Intanto però, zitti e buoni per il bene del PD non stiamo di certo.

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  35. ok, ok, ho fatto un refuso e ho ostentato ignoranza. (le unioni civili nella Spagna aznariana erano competenza delle autonomie locali, se ho capito bene). resto comunque del parere che avere un ritardo di una generazione rispetto agli altri paesi europei non è una prospettiva esaltante.
    (in bocca al lupo per le primarie, comunque. se fossi candidato dalle mie parti, ti voterei subito, non c'è bisogno di dirlo).

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  36. Il partito gay, benissimo. Quanti voti prenderà?
    Prendiamo per buona la famosa stima kinseyana del 5%. Togliamo i gay che (inspiegabilmente, secondo me) votano Berlusconi; togliamo anche quelli che non considerano immediatamente prioritario il riconoscimento dei loro diritti; aggiungiamo gli etero simpatetici come Serra (che non credo voterebbe il Pgay, ma facciamo finta). Ora il problema è: ci arrivate al 2,5%? Perché la Rosa nel Pugno non ci è arrivata. E il 2,5% è lo sbarramento al Senato.

    Il motivo per cui l'attuale maggioranza è molto più dipendente da Mastella che dalla Bonino, è precisamente il fatto che Mastella (e Di Pietro) al 2,5 ci arrivano: la Rosa nel Pugno, no.

    Se ci volete provare col PGay, prego. Se ce la farete potrete dettare condizioni a una coalizione di centrosinistra che ha bisogno di voi per ottenere la maggioranza.

    Faccio presente che è esattamente quello che fa Mastella, personaggio molto criticato. Salvo che lui ci riesce bene, la Bonino no.

    Secondo me trincerarsi in una minoranza o riserva indiana è una strategia sbagliata: non è senz'altro quella che ha portato ai pacs in Francia o alle unioni in Ispagna. Ma siete liberi di provare.

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  37. non capisco perché per te i diritti dei migranti e i diritti dei gay stiano su piani di importanza diversi
    sono sullo stesso piano
    è infatti non è solo sui diritti lgbt che questa sinistra va in frantumi... anche sulla gestione dei cpt e dei diritti ai migranti
    a entrambe le "categorie" si chiede di dimostrare un surplus di lealtà/fedeltà per avere accesso alla cittadinanza
    la legge sui Di.Co in questo senso è una legge "razzista": devi convivere un tot di anni per poterti dire, devi esserti detto un altro tot di anni per poter avere accesso all'eredità del tuo compagno o compagna che sia... due minkia eterosessuali qualsiasi possono sposarsi dopo una settimana che si sono conosciuti, mentre ai gay e alle lesbiche, persone un po' immature in fondo si chiede di essere proprio ma proprio sicuri...
    e così si farà con i migranti, bestioline colorate e un po' ignoranti a cui bisogna insegnare il vivere civile prima di concedere loro qualche scampolo di diritto
    vive la gauche italienne!

    ps. il gay party (il partito nn la festa) mi sembra na boiata pazzesca

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  38. Puntualizzo in quanto chiamato in causa: ho parlato di "devianza" nel contesto di "stralciando ufficialmente [l'omosessualità] dalle devianze sessuali". Decisione che approvo al cento per cento, sia chiaro.

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  39. Il partito gay è solo un ipotesi di cui si parla in Arcigay, per quel poco che so.

    A parte questo, personalmente sarò all'antica, ma tendo a votare per un partito che difende i miei diritti, e non per la percentuale dei voti che penso prenderà. Tu Leo ti senti ben rappresentato dal PD? Buon per te, ti invidio. Io per il momento no.

    A che pro votare per un gruppo politico in cui pur di accontentare qualche teodem i diritti delle coppie di fatto vengono accantonati?

    Dovrei fare come suggerisci tu, e votare per il PD tanto per sentirmi "di sinistra", starmene buono e non fiatare (per carità, basta con 'sti Dico che non se ne può più, e poi la maggioranza perde consenso per 4 poveri froci in croce)?

    Dovrei accontentarmi di invidiare gli spagnoli, gli inglesi, o gli olandesi che già godono dei diritti che auspico, perché qui in Italia la sinistra ha deciso che per noi non c'è trippa per gatti fino alla prossima generazione? O forse dovrei trasferirmi all'estero se non ho voglia di aspettare? Dovrei farlo per il bene del Partito Democratico? E quanto ci tengono loro, al voto dell'elettorato gay? Ed esattamente, che cosa ha fatto (FATTO, non proposto) la sinistra italiana per noi da quando è al governo?

    Dovremmo pensare prima di tutto alla cultura, dici tu. Suona bene, ma che vuol dire esattamente? Che noi gay dovremmo scrivere, disegnare, cantare come facevamo una volta (!), prima di rompere le scatole e scendere in piazza per ricordare agli etero che ci siamo anche noi? Perché in fondo eravamo più felici? Ma ne sei così sicuro?

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  40. certo che i froci che fanno cultura (e sono anche un po' più sensibili) sembrano un po' i negri che ballano meglio
    ce l'hanno nel sangue
    brrrrrrrrrrrrrrr
    e il gay idraulico che vuole vivere con il suo compagno panettiere che fa? scrive poesie? magari a lui interessa vivere meglio secondo i suoi desideri non leggere di più...

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  41. Leo, io non faccio politica, non elaboro strategie, io voto. Votero' il partito che mettera' la questione dei diritti in cima alla propria lista di priorita', o da quelle parti. Non mi sembra difficile. Evidentemente non sara' il Pd. Magari sara' la Rnp o il PGay, vedremo.

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  42. Siccome voti senza elaborare strategie, c'è il grosso rischio che tu disperda il tuo voto in una lista che non avrà potere contrattuale, come la RnP (che si è già sciolta, che io sappia).

    E' inutile che insisti sulle tue priorità: le conosciamo. Il problema è che rischiano di essere soltanto le tue.

    Bisogna allargare il consenso: bisogna anche lavorare sulla cultura, perché a oggi molti idraulici o panettieri non solo non lottano per i loro diritti, ma nemmeno riconoscono di essere gay.
    Che vuol dire "pensare alla cultura"? Per esempio, curare di più il percorso educativo degli adolescenti, soprattutto attraverso la scuola.

    Paolo, negli anni Ottanta i gay non erano affatto più felici di adesso, anzi: se leggi bene l'inizio del post si afferma il contrario (ma mi spiego davvero in modo così difficile?) La differenza è tutta tra una minoranza che conquistava una vera e propria egemonia in alcuni settori della cultura (ad esempio la moda) e la minoranza molto più nutrita di adesso, che casca nel tranello di tutte le minoranze: alzare uno steccatino identitario (le sue lotte, i suoi diritti, i suoi linguaggi, e tra un po' magari il suo partito). Naturalmente è la semplicazione di un percorso molto più complesso.

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  43. Mettiamola cosi': disperdere e' gia' un passo avanti rispetto a buttare.

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  44. Leo,
    io ho capito benissimo il tuo post, ma penso che tu abbia preso una cantonata.
    quelli che tu chiami gay degli anni Ottanta non hanno affatto portato avanti una strategia di egemonia culturale (MAGARI), innanzitutto perché non si riconoscevano e non si riconoscono nell'etichetta "gay".
    Erano omosessuali e praticavano l'omosessualità, ma non lo erano politicamente.

    L'unico cantante a fare coming out fu Umberto Bindi, che non lavorò mai più e morì qualche anno fa in miseria.

    Per il resto: hai ragione a dire che ci vuole più cultura (nel mio piccolo mi ci impegno con i miei studenti e nella mia scuola), ma solo i grandi partiti della sinistra (e qui sono d'accordo con te) possono condurre questa battaglia.

    lo hanno fatto i socialisti francesi con Jospin ai tempi dei timidi Pacs; lo ha fatto il Psoe spagnolo portando i favorevoli al matrimonio per tutti (quindi anche per i gay) dal 38 al 60% della popolazione.

    In Italia perà il più grande partito della sinistra si sta trasformando nella Dc e governa con Mastella e la Binetti

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  45. Parliamo solo di consenso elettorale per il Partito Democratico: la strategia di Fassino e Rutelli, di attenzione ad una piazza di gente che non li ha votati e non li voterà mai (il Family Day, perchè non mi si venga a dire che CL o i neocatecumeni voteranno PD) e di disattenzione verso una piazza che li ha votati ma non li voterà più (il Gay Pride, con il popolo lgbt e i laici di sinistra), porta voti?
    Credo proprio di no e gli ultimi sondaggi nonchè amministrative lo dimostrano. Quindi mi si spiega per favore qual è la strategia che c'è dietro le politiche che DS e DL stanno facendo?
    E non si tratta solo di diritti civili: in politica estera si resta in Afganistan (scontentando gli elettori di sinistra) ma ci si resta senza combattere (scontentando quelli di destra), si fa la base di Vicenza (scontentando la sinistra) ma magari si tergiversa e si perde tempo (scontentando la destra), in economia si applicano gli studi di settore (scontentando la destra) ma non si riforma la legge Biagi (scontentando la sinistra), si aumenta la quantità di droga per uso personale e poi si propone la polizia nelle scuole, si fa l'indulto (è vero l'hanno votata anche Forza Italia e UDC ma al Governo c'era Prodi e il messaggio che passa e questo) ma poi gli ex detenuti li si lascia soli in mezzo alla strada, e così via.
    E non mi si venga a dire che la colpa è solo della sinistra radicale: se l'Unione, con decisione, si fosse ritirata dall'Afganistan, avesse detto no alla base di Vicenza, avesse approvato in Parlamento almeno i Dico, avesse abolito la legge Biagi (tutte cose poco Ulivo e molto comuniste), siete sicuri che oggi sarebbe messa elettoralmente così male?

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  46. Leo, scusa, dici che la Francia e la Spagna hanno fatto certe conquiste perché hanno avuto solidi governi di sinistra. Ma i governi di sinistra li hanno vinti alla tombola o li hanno avuti perché in quei paesi c'è una coscienza civile che forse si potrebbe far crescere anche qui? (per esempio andando in piazza a manifestare).
    E secondo te se noi stiamo zitti per un'intera generazione ad ascoltare monsignor Maggiolini con aria compunta, senza interrompere se no Rutelli si turba e il PD si smonta come un soufflé, finiamo con un solido governo di sinistra o con l'equivalente cattolico di Amadinejad?
    Cultura si fa anche affermando risolutamente delle idee nelle proprie piattaforme politiche.

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  47. ma scusate allora non è vero che i negri hanno il ballo nel sangue?

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  48. quello che mi dispiace è che gli omosessuali – al fine ultimo di ritrovarsi perduti nell’idiozia della vita esattamente come chiunque altro, magari anche sposati, per fare l’en plain – debbano prima purtroppo fare un percorso che li obbliga a sentirsi profondamente gay, definirsi attraverso l’essere gay, portare in primo piano l’essere gay, politicizzare l’essere gay, essere orgogliosi (pride) di essere gay, gridare ai quattro venti di essere gay: e questo solo perché a uno piace il sesso con persona dello stesso sesso!!!
    cioè, solo una piccola parte di quello che è esser uomo.
    per evitare fraintendimenti, mi dispiace per loro, mi spiace che debbano fare tutta ‘sta fatica solo per questo.
    a me personalmente piace leccare i tacchi a spillo
    sto già pensando a un high heels pride

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  49. Ma io ho scritto che ve ne dovete stare zitti e buoni? Non direi.

    Se vi studiate i casi francese e spagnolo, scoprirete che la campagna sui diritti civili è stata lunga e portata avanti da tutta la sinistra, senza partitini identitari: e che le stesse manifestazioni identitarie (che nessuno qui vi domanda di non fare, per carità) hanno avuto un peso relativo.

    In Italia ci sono difficoltà supplementari: c'è il Papa, lo sappiamo; e siamo in una fase di recessione economica, ma anche culturale che la Francia e la Spagna per ora non conoscono.

    In questa situazione, con una maggioranza che vien giù a ogni colpo di vento, opporre i propri diktat a Prodi è abbastanza ridicolo. Cosa ha fatto Prodi per voi? Pensate che attualmente sia in grado di fare qualcosa?

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  50. a proposito di partito democratico
    il divo walter dice (credo sul corriere on line di oggi) che il pd dovrebbe essere come kadima il partito "nuovo" messo su da quel criminale di guerra di ariel sharon
    responsabile tra l'altro della colonizzazione della cisgiordania, di quel bel muretto alto 9 metri che ritaglia la cisgiordania come un bantustan e che è uno dei principali responsabili della entusiasmante avanzata di hamas a gaza
    se quest sono le premesse che ispirano il nuovo lìder maximo della sinistra italiana...
    lo so che nn c'entra niente coi diritti dei gay... ma sporgersi pltre il proprio giardino ogni tanto nn fa male...

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  51. Caro Leonardo,
    mi inserisco tardi in questa discussione giungendo a te dal blog di Aelred, e quindi sai già come la penso.
    Non sono gay né lesbica, dunque la gente pensa che io non viva questa discriminazione sulla mia pelle.
    In realtà ho tanti amici gay (l'80% delle frequentazioni, temo!), e oltre a dire che sono "persone molto sensibili", commento sembra dover obbligatoriamente seguire alla locuzione "ho tanti amici gay", posso dire che mi sento colpita in prima persona quando qualcuno sembra non capire il perché del loro scontento. Questo perché, come tutti, voglio molto bene ai miei amici e vorrei fossero sempre felici.

    Hai ragione, ci sono questioni importanti da risolvere nel nostro paese. Parli di guerre, di migranti, nel mio piccolo ho un contratto co.co.co. che mi rende la vita scomoda per le continue battaglie per sapere se mi arriverà o meno lo stipendio, quindi ripeto, problemi ce ne sono tanti.
    Ma come dice Aelred in un suo post, i problemi dei diritti dei gay sono risolvibili senza troppe spese e troppi scontri.
    Un esempio? Vivo a Sesto San Giovanni, quella che negli anni '80 qui tanto citati si chiamava la "Leningrado d'Italia".
    Qui le coppie di fatto esistono già. Come? Un esempio molto banale, ma che aiuta. Due conviventi hanno diritto allo sconto sull'iscrizione a corsi civici, qualsiasi sia il loro sesso. Nonostante la clausula dica "sconto al secondo famigliare iscritto". Questo perché chi convive, che siano uomo-donna, donna-donna o uomo-uomo, ha gli stessi diritti di chi ha deciso di andare in comune a registrare la propria unione.
    E pensi che la gente sia sconvolta? No, la gente non lo sa nemmeno. Quindi non ha motivo di temere nulla.
    Insomma, come si dice "basta poco, che ce vo?"

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  52. Chi lo ha detto che le battaglie, le rivendicazioni di una minoranza non riguardino la maggioranza ? Non solo, ma esse siano la cartina tornasole dello stato di una società ? Più su è stato ricordato l’articolo di Serra, uno dei più belli di questi anni, riporto una sola frase: “Se oggi potessi essere a Roma andrei al Gay Pride. E non per solidarietà "da esterno" a una categoria in lotta. Ci andrei perché, da cittadino italiano, riconosco nei diritti degli omosessuali i miei stessi diritti, e nell'isolamento politico degli omosessuali il mio stesso isolamento politico”.
    È un fatto di tenuta complessiva di una società. Si scatenano le energie migliori e più positive di un’organizzazione se i suoi membri ne sono parte integrante. Né tollerati, né accolti (dalla maggioranza). Ma parte integrante di essa, non a caso si parla di corpo sociale.
    Io sono profondamente convinto – e i dati lo dimostrano -che ci sia anche questo nella crescita economica di un paese, stare bene assieme dà energia e creatività. L’architettura spagnola ci sta bagnando il naso e lo stesso vale per il design, e noi stiamo diventando un’enorme caserma.
    I diritti civili incidono sul PIL più di quanto si creda, ecco perché i diritti di una minoranza sono una priorità, anche economica.
    E poi quando ci sono i diritti i primi ad approfittarne sono la maggioranza che se ne stava comoda e silenziosa per poi subito dimenticarsi, fino a che ci sarà qualche altra minoranza che a forza di farsi il culo nelle retrovie (con uno sforzo disumano per creare senso riflessione filosofica sullo stato di diritto)gli porterà qualche altro diritto bello e confezionato.
    Asobi

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  53. Mi ritrovo in pieno nell'ultimo commento di FdA, ossia Fidanzato di Aelred.

    Per aggiungere qualcosa alla discussione: ho sempre creduto che i partiti vertenziali (tipo: Partito Gay) siano sbagliati, perché in politica occorre avere una visione generale per affrontare i problemi della collettività intera, non solo un aspetto di essa. Perfino i Verdi li trovo oggi superflui, perché finalmente l'argomento "salvaguardia dell'ambiente" è entrato nel programma di tutti i partiti. Ma riconosco che i Verdi ebbero un senso, a livello europeo, negli anni Ottanta, quando furono gli unici a portare certi temi all'attenzione di tutti.

    Oggi nel 2007, in Italia, noi gay siamo messi come i Verdi negli anni Novanta. Si comincia a parlare dei nostri diritti civili un po' dapperutto, ma solo perché noi siamo riusciti a imporre la questione, che aveva e ha una sua forza valoriale molto alta in sè, facile da comunicare e da spiegare a tutti. E infatti suscita passioni fortissime, sia pro che contro.

    Un PD che non capisce questo, dimostra miopia politica. In America il Democratic Party è in grado di raccogliere dall'89 al 94% del voto gay, grazie alle politiche che persegue nei fatti e alle parole d'ordine che offrono tutti i suoi leader.

    In Italia, il PD al momento ottiene probabilmente il 5% del voto gay, avendo appena subito la scissione dell'Arcigay.

    Il problema, più che dei gay, è del Partito Democratico.

    Sulla RnP: ottenere da zero il 2,5% non è un brutto risultato. Oggi la RnP continua (Sdi e Pr sono sempre uniti in federazione) ma si va verso un nuovo nome, che pare sarà Psi. Vediamo se riescono a tirare dentro anche la SD di Mussi e Angius. ci riuscissero, comincerebbero a volare anche nei voti, oltre che nei programmi e negli ideali.

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  54. Infine, per precisione: Mastella ha ottenuto l'1,5% dei voti, la RnP il 2,5%.

    Il motivo per cui Mastella ha degli eletti al Senato e la RnP no è:

    1) Ci sono state delle irregolarità nel calcolo di assegnazione dei seggi al Senato, cosa che ha riconosciuto anche il ministro degli Interni, Amato, ma ha anche aggiunto che la soluzione è in mano alla Commissione sulle elezioni. Naturalmente, è stata formata anche da senatori che se certificassero l'irregolarità, sarebbero proprio quelli che dovrebbero dimettersi. Viva l'Italia.

    2) Mastella ha potuto eleggere alcuni suoi uomini perché è come una Lega del Sud, e anche in un sistema proporzionale conta molto l'ottenere la maggioranza relativa in un collegio o due o tre, anziché avere un 2,5% equamente sparso in tutti i collegi elettorali.

    In questo senso, un ipotetico PGay avrebbe le sue roccaforti a Milano, Bologna, Roma, Firenze e Pisa, e potrebbe puntare all'elezione di alcuni suoi esponenti (diciamo da uno a quattro) per ciascuna Camera.

    Ci tengo a precisare che seppure io sia contrario ai partiti vertenzialisti, forse oggi un PGay avrebbe un senso in Italia, purché abbia l'obiettivo di... sciogliersi presto, ossia di raggiungere l'unico tema a cui tiene e poi non presentarsi più alle elezioni. Penso anche che quanto ho appena detto sia un segnale della debole situazione politica italiana.

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  55. La RnP non ha ottenuto il 2,5% "da zero": è l'ennesimo esempio di somma elettorale di partiti (Radicali+SDI) che risulta inferiore alla somma algebrica dei partiti stessi.

    Se pensi che un PGay possa andare meglio della RnP, vai, accomodati: ma non allearti con Boselli. Lottare per i propri diritti è giusto, ma allearsi con Boselli (che storicamente ha sempre tolto voti a tutti quelli con cui si è alleato) è stupido. Il fatto che Pannella e Bonino siano stati stupidi non giustifica i gay a esserlo.

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  56. ...e comunque il tuo stesso discorso porta a una certa conclusione: c'è una priorità più importante dei diritti ai gay ed è una legge elettorale seria.
    Per fare una legge elettorale seria occorre prolungare la legislatura, e quindi non ha senso esasperare la maggioranza con richieste che non è in grado di soddisfare.

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  57. Ho citato questo tuo post nel mio: http://querelles.blogspot.com/2007/06/i-cazzomuniti-e-i-loro-traditori.html

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