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martedì 13 marzo 2007

c'era tanto tempo fa un'antica civiltà

Morire per gli Ozpetechi?
Una storia originale e bellissima di amore e amicizia, che si svolge in una famiglia allargata, in cui convivono coppie etero e omosessuali, ex amanti e futuri amanti. (Onemoreblog)

Il peggio del cinema italiano. E non lo si dice esagerando: Saturno Contro ha tutti i difetti possibili immaginabili, tutte le mancanze che tengono ancorato il nostro cinema ad un livello bassissimo, incapace di raccontare altro che "crisi tra quarantenni" e tutte quello che ne consegue.
(Secondavisione)

Sono in mezzo a noi. Sono come noi. Soltanto un po’ più ricchi.
Siccome sono un po’ più ricchi, colti e raffinati, gli Ozpetechi non hanno così tanto bisogno di Pacs o DiCo o QuelCheSia. Già c’è l’amore; poi c’è qualche soldino da parte; se ti muore il partner vedrai che suo padre, legittimo erede, sarà sensibile e recettivo. Anche se era omofobo fino a un istante prima. “Volevo seppellirlo con sua madre, ma lei dice che preferiva essere cremato …” Massì, volemose bbene, no? Tra gente d’un certo livello, vuoi che non ci si metta d’accordo?

(Ma chi l’ha poi detto, che ogni film italiano debba riflettere per forza il dibattito contemporaneo. Uno va al cinema a Una va al cinema a svagarsi con le amiche, per il dibattito contemporaneo c’è Vespa, e Mentana in sovrappiù. Non è che se tutti parlano di DiCo Ozpetek debba per forza dire la sua. E se avesse voluto soltanto fare un film sugli amici suoi? Qualcosa in contrario? In fondo ci sono due attori maschi che si baciano, per il pubblico italiano è già abbastanza forte).

La coppia di gay benestanti. Uno stereotipo oppure no? Esistono in Italia coppie di gay non benestanti? Se ci penso bene, altroché. Per esempio, gli studenti. Esiste gente che a venti, trent’anni convive, e non è benestante per forza. Insomma, questa idea che si possa essere gay consapevoli solo a partire da un certo scalino di reddito, è uno stereotipo e anche pericoloso. Lo scalino c’è, ma non è economico.

Probabilmente è culturale. Dati in mano non ne ho, ma potrei scommetterci qualcosa: si è gay consapevoli solo a partire da un certo titolo di studio. I soldi insomma c’entrano, ma indirettamente. In fondo anche gli Ozpetechi, per quanto benestanti, sono abbastanza sobri nei gusti e nei consumi. Non voglio dire che bisogna essere colti per essere gay. Ma senz’altro la cultura aiuta a capire che si è gay, e che si può esserlo in modo relativamente sereno.

Il problema è che in Italia – solo in Italia? – la cultura è un lusso. Di conseguenza è un lusso anche la possibilità di farsi una serena esistenza gay. E qui arriviamo al punto: per quanto possa essere irritante la campagna anti-DiCo dei cattolici, io non credo che i DiCo siano una priorità. La priorità è la cultura. In Italia non ce n’è ancora abbastanza per tutti. Ce ne deve essere di più.
In Italia non esistono solo rodate coppie di ozpetechi che leggono buoni libri e si guardano un film tutte le sere. Oso dire che gli ozpetechi non sono che la punta di un iceberg. D’accordo che bisogna tutelare le minoranze, ma ricordiamoci che sotto il pelo dell’acqua c’è una quantità enorme di persone che potrebbe essere gay ma non lo sa, o non lo dice, o non lo ammette, perché non ha avuto a disposizione gli strumenti per capirlo, o per accettarlo. Questi strumenti sono culturali.

Io non so se l’orientamento sessuale sia un destino o una scelta, ma sono abbastanza convinto che la cultura sia lo sbarramento fondamentale, e non solo in materia di sesso. Da una parte c’è chi ha i mezzi per capire gli altri e capire sé stesso: dall’altra c’è chi deve attenersi a una serie di moduli stereotipati di comportamento: maschio vs culattone, in questo caso. Detto questo, siete liberi di combattere per i propri diritti di qua o di là. Io continuo a pensare che vada abbattuto lo sbarramento. Tutti dobbiamo avere libero accesso alla cultura; tutti dobbiamo essere liberi di indirizzare la nostra preferenza sessuale, o almeno di riconoscerla. Un’Italia un po’ più democratica, un po’ più scolarizzata, un po’ più colta, sarebbe anche un po’ più gay. E un Italia un po’ più gay non avrebbe bisogno di tanti cortei e chiacchiere per vedere riconosciuti i propri diritti in Parlamento, Vaticano o non Vaticano.

Viceversa in questa Italia, con la scuola e l’università un po’ allo sfascio, sembra che il governo debba cadere perché non riconosce qualche diritto in più a una minoranza di fighetti con appartamento di proprietà in centro. Sul serio, questo è il messaggio che rischia di passare. Attenzione. Con tutte le minoranze da tutelare che ci sono in giro, a me non va di morire proprio per gli Ozpetechi. C’è gente che sta peggio (anch’io, forse, per esempio).

16 commenti:

  1. IMHO
    La cultura non e' un lusso; semplicemente, interessa a pochi.
    Che sono in ogni caso di piu' che, x dire, negli anni cinquanta. L'ignoranza "imperante" e' appunto "imperante" non perche' ci sono piu' ignoranti, ma perche' sono piu' visibili e calcolabili e chiassosi. Per tornare al lusso, l'istruzione e' pubblica e un libro costa 1/100 di un cellulare. Solo che non interessa. Il libero accesso alle universita' nel ns paese genera gli studenti a vita, altro che abolire i numeri chiusi.
    A me pare che ai gay "del popolo" interessino + Madonna e i vestiti di H&M piuttosto che la consapevolezza.
    Bene, ho fatto un discorso che non sta in piedi, peraltro col continuo terrore di sbagliare la punteggiatura.

    Ice

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  2. sono d'accordo, la cultura è fondamentale.
    in italia si registra, rispetto agli altri paesi europei, il più alto tasso di analfabetismo di ritorno.
    in questo paese, mi pare, c'è un po' l'andazzo per cui è preferibile essere ignoranti epperò *furbi*, piuttosto che meno ignoranti ma *sfigati*. mi sembra tanto un cane che si morde la coda.

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  3. No, stavolta devo proprio protestare. Non so se tu abbia forzato per ottenere un finale provocatorio, ma mentre il discorso sulla cultura come prima cosa é condivisibile, il "sembra che il governo debba cadere perché non riconosce qualche diritto in più a una minoranza di fighetti con appartamento di proprietà in centro" proprio non mi va giù.
    Sabato scorso a Roma (per inciso, non si trattava di corteo, nonostante ciò che ha scritto l'informatissimo Osservatore Romano) di Ozpetechi ne ho visti pochi, mentre ne ho visto tanti di gente presumo simile a te (che fosse gay, etero o boh).
    Ecco, più che le porcate che di volta in volta escono dalla bocca delle varie Bindi e Binetti, a me preoccupa che una parte del paese che stimo pensi queste cose. E' il segno che davvero ci sono poche speranze.

    Io invece penso che quello dei diritti civili, anche per una piccola minoranza, sarebbe un ottimo motivo per la caduta del governo, in confronto al motivo futile per cui magari cadrà (perchè tanto, che cadrà ben prima della fine della legislatura é sicuro: e non sarà su uno scontro di valori ma su uno scontro di potere e poltrone)

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  4. Bene, oltre che dai nemici dobbiamo guardarci dai (presunti?) amici. La tua omofobia in bella prosa è quasi peggio delle farneticazioni clericali: "... sembra che il governo debba cadere perché non riconosce qualche diritto in più a una minoranza di fighetti con appartamento di proprietà in centro". Allora sono a posto: l'appartamento in centro non ce l'ho (anche se sono ricco di tanta, bella, salvifica cultura), quindi i Dico non mi riguardano. E io che mi sbatto tanto e vado alle manifestazioni...
    Partire da un brutto film per arrivare a certe affermazioni è un esercizio di stile che non ti fa onore.

    Un gay incazzato

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  5. Se posso permettermi di difendere l'autore, guardate che dopo la frase che citate ce n'è un'altra che fa: "Sul serio, questo è il messaggio che rischia di passare. Attenzione."
    Quindi dubito che Leonardo consideri letteralmente la comunità gay "una minoranza di fighetti".

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  6. Ci sono un paio di punti che non mi convincono.
    Il primo è il giudizio sul film di Ozpetek e l'idea che il regista abbia fatto un film sulla crisi dei quarantenni benestanti, un film banalmente intimista sugli amici suoi.
    La crisi dei quarantenni c'è, sicuro, ma c'è anche un'idea di come la società stia affrontando la crisi. Non è né un film compiaciuto come "L'ultimo bacio", in cui i protagonisti sono dei bambinoni in capelli bianchi che sguazzano nella propria immaturità, né un film (inconsapevolmente?) reazionario come "Ricordati di me" in cui i protagonisti vivono drammaticamente la crisi e non sanno che pesci prendere per uscirne.
    In Ozpetek non si parla solo di fine della vecchia famiglia, si assiste alla nascita della nuova.

    Il secondo punto è l'idea che la cultura sia la salvezza. La cultura da sola non basta, di omofobi acculturati ce n'è quanti ne vuoi.

    Invece: senza cultura non puoi difenderti da chi tira fuori dotte argomentazioni per dimostrare che sei in errore. La cultura è la spada con cui si affrontano laici e teocon .

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  7. Se la cultura è un'arma, dipenderà sempre dalla persona cui la metti in mano; la metafora non è proprio la migliore, dato che io quest'arma vorrei darla a tutti (e tuttavia noto bene che molti ci si tagliano le mani come prima cosa).

    In Ozpetek si assiste alla nascita della nuova famiglia? Mah, appena nata scassa già i coglioni come quella vecchia: simpaticissimi borghesi che quando non si incrociano le corna devono per forza farsi i cazzacci tuoi.

    Mi dispiace aver fatto incazzare un gay, ma credo che si sarebbe incazzato comunque. Specie se è tornato da una manifestazione piena di gay normalissimi (né ozpetechi né party-monsters come li ha presentati Santoro l'altra sera) e ha scoperto che in tv, e al cinema, i modelli restano gli stessi: Ozpetechi e travestiti. Incazzarsi è sacrosanto.

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  8. I miei 2 centesimi, solo per dire che se la gente preferisce spendere 100 per il cellulare invece che 1 per un libro... è un problema culturale.
    La cultura non sono solo i libri, questo dovremmo ricordarcelo tutti. Cultura è anche (soprattutto) il rispetto di determinati valori.

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  9. allora hidegger era ignorante perche' non rispettava quei "determinati" (da chi poi...?) valori?

    rumenta, sembra che tu abbia la fiducia nel genere umano che a me manca; non credo (ma sarei felice di sbagliarmi) che sia un problema culturale, un problema...terzo. cosi' sarebbe in parte consolante in quanto rimediabile. a me sembra invece che la cultura (nel senso lato quanto si vuole) alla maggior parte degli uomini non interessi.

    Ice

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  10. Alla fine una parafrasi della nota barzelletta:

    -Papa', sono gay.
    -Cosa sei?
    -Sono gay, papa'
    -Ma tu hai l'attico?
    -No
    -Hai la fuoriserie?
    -No
    -Hai la barca?
    -No
    -Tu non sei gay, tu sei un ricchione

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  11. Mah, a me il film è piaciuto molto.
    Per me Davide e Lorenzo erano una coppia come le altre, cioè avrebbero potuto essere un maschio e una femmina e il messaggio non sarebbe cambiato (è chiaro che volutamente Ozpetek non ha messo un maschio e una femmina, perché intanto ha veicolato un altro messaggio, ma non credo che fosse quello principale).
    Perché il fil si chiama "Saturno contro"? Contro chi? ... Per me il film parlava del rapporto tra le scelte e, chiamiamolo così, il destino.
    Certo la cultura incide sulle prime, e indirettamente sul secondo, ma non c'è pezza: se crepi, non te ne fai nulla della cultura.
    E questo è uno dei motivi per cui la cultura non interessa più di tanto. (Anche se... ce ne vorrebbe proprio tanta di più e per tutti)
    Anna_taglia46

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  12. E se i DICO fossero una priorità culturale?
    Finchè è sul pianerottolo del palazzo in centro che si affacciano convivenze di varia natura, gli ozpetechi rimarranno uno stereotipo lontano confinato e rassicurante, roba da ricchi. Lo scalino c'è, è economico e quindi culturale (o viceversa se si preferisce) e lo sbarramento rimane.

    Questa penna non pare la solita penna.

    guido

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  13. non posso che essere d'accordo, manca la cultura per far si che le persone siano veramente libere di essere...
    ma con quello che vedo attorno...
    si domandano perchè i ragazzini (nostro futuro) sono tanto peggiorati...ma sarà perchè crescono in questa società che fa acqua da tutte le parti?
    e di chi saranno mai figli ,fratelli, nipoti.....
    mah

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  14. sono l'anonimo di prima:
    dimenticavo,
    ho spostato tutto sul tema generale "ragazzini", solo rispetto alla questione "cultura e contorno" .
    sui gay sei stato un po' duro, ok essere contro gli stereotipi e i brutti film tutti uguali di ozpetek.
    il problema è che i Dico non passano perchè la maggioranza italiana non è culturalmente pronta per capire perchè sarebbe ora di passarli!

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  15. Sinceramente il film non l'ho neanche sentito nominare. Appoggio il punto di vista che la cultura abbia a che vedere con l'apertura mentale, tuttavia non dimenticando l'importanza dell'intelligenza (vedi non so, sgarbi, che ha tanta cultura da vendere quanta ignoranza). Ma finchè si parla tutto è bene, finchè si vedono coppie omosessuali nei film, nella realtà, in Tv, tutto va bene, la gente deve aprire gli occhi e scoprire da sola che tutto questo non è male. Certo finchè ascoltano B16 e ruini..

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  16. Non mi pronuncio sulla questione sollevata dal post però approfitto per una critica ai film di Ozpetek(quelli che ho visto, almeno). Che palle!!! Sempre 'sta gente che brancola nelle tenebre della etero-ignoranza finchè non ha l'incontro fatale con alcuni gay temprati dalle difficoltà della vita che gli donano, finalmente, la Conoscenza e l'Illuminazione.
    Ma che è, una nuova religione?

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