Il giorno che aprì il Mattatoio, 22 giugno 2007, io misi persino un annuncio qui (troppo tardi per attirare qualcuno). Quel giorno ricordo che faceva un caldo da fine del mondo, e un mal di denti come mai più ne ho provati in vita mia. Entrando mi salutò un tipo tutto tatuato che poi scoprii Pernazza degli Ex Otago, ma lui invece per chi mi aveva preso? O salutava semplicemente tutti quelli che entravano? Il concerto era all'interno, ma non si riusciva a entrare dal caldo: i mattatoi di una volta li coibentavano per bene. In ogni caso il cocktail di aperitivi e antidolorifici mi stese alle nove di sera. Ogni tanto scanalando la notte tardi lo ritrovo, Pernazza, da Chiambretti, e ogni volta mi chiedo: ma per chi mi avevi preso? O ci salutavi proprio tutti?
Il Mattatoio è un dono di Dio che quando mi vide incidere un po' stanco nel mezzo del cammin di nostra vita decise che no, io avrei continuato a vedere concerti interessanti, a costo di apparire in sogno a dei pazzi e convincerli ad aprire un circolo arci indiepop che potessi raggiungere a piedi. In cinque minuti. Anche in bicicletta è comodissimo, ma l'unico posto dove mi hanno fregato una bicicletta è la rastrelliera di fianco al Mattatoio. Ci ho visto i Fanfarlo e alla fine sono andato a chiedere se avessero un cd, mi dissero che ormai non si facevano più cd, bisognava andare sul loro myspace o una cosa del genere. Due anni dopo hanno suonato da Letterman. Ci ho visto Il Genio la sera della domenica in cui avevano suonato Pop Porno a Quelli che il calcio, passando da perfetti sconosciuti a potenziale tormentone del 2009: li ho visti proprio quella sera lì (forse l'unica sera in cui valesse la pena vedere Il Genio). A volte abbiamo visto un po' e poi ce ne siamo andati, tanto non si pagava: come quando Le Luci Della Centrale Elettrica fecero il pieno e già le ragazze in prima fila sapevano i testi a memoria, o quella notte in cui resistemmo per poche canzone alla visione dei Krisma, appena appena scongelati, giusto il tempo di prenderci l'influenza a capodanno.
Invece Pelle Carlberg meritava. Gli abbiamo chiesto un bis, e lui ha cantato Grace Kelly di Mika. Ho visto gente che non mi ricordo più come si chiama, svedesi intonatissimi con organetti ukulele e poco altro. Ho rivisto Soda Fountain Rag che non aveva capito cosa avessi scritto su di lei (e non credo di averglielo spiegato). Ho persino comprato un cd dei Pip Carter Lighter Maker, non so come sia stato possibile, ma quella sera avevano reso San Francisco un concetto plausibile a Carpi.
Ho visto i Lomas, e cantato che Carpi è Un Posto Come Tutti Gli Altri: E Sei Tu Che Hai Problemi, Non Loro. Ho visto i Leggins, gli Heike Has The Giggles (mi allungarono un cd grezzo, senza nemmeno i nomi dei pezzi) e i Trabant, bravissimi questi ultimi, ma prima del concerto una ragazzina al bancone mi aveva spalancato la porta della crisi di mezza età chiedendomi:
Era la tastierista dei Trabant. Decisi che tanto valeva prendere la vecchiaia di petto, quindi non avrei mai più ballato in pubblico in vita mia, mai più, fine, solo di nascosto il piedino, no, neanche quello, finché una sera non vennero gli Still Flyin' e quella sera veramente il piedino non riusciva a tenerlo nessuno, e guardate che non è mai stato un posto facile per ballare il Mattatoio, e invece quella sera andammo avanti fino all'alba con Max che ci fece la storia del ballabile da Phil Spector ai MGMT.
Ma i più bravi di tutti, posso dirlo? Restano Le Man Avec Les Lunettes. Sarà che ormai ci si sentivano a casa, ma un gruppo dal tocco così delicato, dal vivo, non l'ho sentito mai. La gente arriva senza averne mai sentito parlare e dopo tre canzoni tira fuori paragoni coi Beatles, senza pudore, perché questo ti fanno i LMALL. Ti vien voglia di rompere il violoncello in testa a qualsiasi altra violoncellista di gruppo pop, sciocca, perché non suoni bene come i Le Man Avec Les Lunettes?
Al Mattatoio ho trovato un solo ex alunno, per ora. In generale ci andavamo a comprare cd di artisti sconosciuti, come ci piace pensare di essere anche noi del resto. Ancora di recente i Record's e i Gloria Cycles: dovevano venirci davvero in casa perché ci accorgessimo di loro. Al Mattatoio stavo quasi per leggere un racconto sulla Resistenza la sera di Schegge di Liberazione, poi Many giustamente mi sostituì con quelli che si erano fatti centinaia di chilometri per leggere il loro racconto sulla Resistenza. Io ero venuto a piedi, nei soliti cinque minuti.
E adesso le centinaia di chilometri toccheranno a me. Il Mattatoio chiude. Mi dispiace. Immagino che avrei potuto fare qualcosa di più, bere più birre, invitare più gente, non lo so. Arrivo sempre troppo tardi, anche con questo pezzo. Quanti bei concerti mi son visto, quanta musica necessaria mi son portato a casa. Quanta fortuna non mi stavo meritando.
E' da queste cose che si capisce che il nostro paese sta andando affanculo.
RispondiEliminaIo ho opinioni divergenti (tra di loro) verso il Mattatoio. Grande cosa per la bassa e grande cose in generale. Ottimi concerti e bellissimo ambiente. Nel contempo mi ricordo la serata degli Albano power con i baristi che ci spiegano che c'era poca gente perché "a Carpi la gente non capisce, Modena Carpi... another dimension". In certi casi, per quello che le mie orecchie pensano, c'è stata addirittura la spocchia di voler far sentire cose lontane ed estere per fare i fighi quando invece qualitativamente non erano niente di che. Tra gli italiani ricordo anche io con il cuore che si spezza LMALL, Trabant, la serata Dente + Le Luci della Centrale Elettrica la prima sera in cui mi son preso una scarpa di Pernazza in faccia durante lo stage diving. Insomma, scusatemi i pensieri sparsi non troppo lineari; ottima proposta, voglia astrarsi dalla proposta abituale, voglia di astrarsi che si è protratta forse un po' troppo. [un PS inutile: Schegge di liberazione è stato una figata] -Antonio-
RispondiEliminaSi ma nessuno ci ha spiegato perchè chiude.
RispondiEliminaTu lo sai???
grazie delle belle parole.
RispondiEliminasilvia
chiude semplicemente perchè -come direbbe un allenatore di calcio- è finito un ciclo.
RispondiEliminaLeo, i tuoi "annunci" non sono mai in ritardo...anzi!
Gianni
qualcuno mi disse che il matta è il posto dove i giovani fanno i vecchi e i vecchi i giovani. la realtà è che era un circolo forse troppo esclusivo, se entrava uno sconosciuto, veniva squadrato dall alto basso e gli veniva data una posizione nella scala dell'indietudine. un ghetti più che un locale.forse servirà solo a farvi sentire più esclusivi di quanto non siete e non sarete mai
RispondiEliminaPer carità, esclusivo. C'era qualcuno che non ti faceva passare? Un buttafuori con la lista? Era un circolo arci, facevi la tessera una volta l'anno ed entravi quando ti pareva.
RispondiEliminaQualcuno ti squadrava? Mi vien da ridere, non so se hai presente l'attitudine a squadrare del carpigiano medio. Io ci andavo in maniche di camicia e non mi sono mai sentito squadrato, qualcuno mi avrà preso per un suonatore progressive ma a una certa età son cose che capitano.
''se entrava uno sconosciuto, veniva squadrato dall alto basso e gli veniva data una posizione nella scala dell'indietudine''
RispondiEliminama no, questo no... io ci capitavo suppergiù una volta al mese, non mi sono mai data pena di familiarizzare con qualcuno, lì mi trovavo con 3 gatti in croce, sono una grande estimatrice dello stile ''vanga'' e ciononostante mi ci sono sempre trovata bene
i gestori erano cordiali senza sembrare piacioni e l'atteggiamento generale era sul ''vivi e lascia vivere''
forse Anonimo attribuisce un suo limite al locale, perché davvero, fosse stato un locale come lo dipinge io certo non ci avrei messo piede :-P
ciauz *
be' trovo nelle vs parole, tutti discorsi veri. sia dalla parte di chi lo elogia e sia da chi lo critica.
RispondiEliminaio con le parole non sono bravo, a fare discorsi me la cavo ancora peggio, pero' una cosa, anche se molto e banale, la voglio dire: il Matta rappresentava un'alternativa e a Carpi, di alternative, NON ce ne sono mai state tante. Adesso ce n'e' una di meno.
quindi, che potesse piacere o meno, il Matta c'era. ti piaceva: potevi andarci. non ti piaceva: fa niente, potevi andare in altri locali (anche se il termine locale, per certi posti, e' veramente sprecato! qs lasciatemelo dire).
ecco perche', nel bene o nel male, questo locale rappresentava un' alternativa, un qlcs in piu' su cui ci si poteva contare. ora anche qs possibilita' di scegliere e' "volata via". tra non molto, x ascoltare un po' di bella musica e fare due chiacchere, ognuno di noi dovra' mettere su un cd sul proprio stereo e accendere skype. L'ALLEGRIA CARPIGIANA E' SERVITA! CocoPips
diciamo che il primo impatto di quest'ultima gestione del Mattatoio con i clienti non è stato del tutto facile. il tempo ha fatto in modo che entrambi prendessimo le misure e capissimo qualche cosa in più.
RispondiEliminaricordo che reclutai gli ex-otago un paio di settimane prima dell'apertura, quasi di sfuggita, tra una chiacchiera e l'altra al miami, ricordo vasco brondi che mi telefona e mi dice che si, gli va bene posticipare il concerto di un mese e suonare insieme a dente, figata!, ricordo che scoprimmo a nostre spese che la ryan air aveva introdotto il check-in online sennò o multa o non parti (che ci costò gli Scum), ricordo che in bagno poco tempo fa ho incontrato la tipa dei broadcast.
Ricordo che non ci si è voluti bene subito, ma dopo, almeno per me che a carpi prima di 3 anni fa non ci ero (quasi) mai venuta, è stato grande amore e lì dentro ci lascio una parte di me.
ma il motivo della chiusura?
RispondiEliminaConoscendo l'ambiente e la burocrazia forse dovremmo chiederci il motivo per cui sono riusciti a tenerlo aperto tre anni.
RispondiEliminabel post, ricorda un po' l'omonimo
RispondiEliminachelidon
il motivo della chiusura (o meglio del cambio di gestione, perchè non è che proprio 'chiude', ma andrà in chissà quali mani...) è un misto tra investimenti elevati, leggi comunali e questioni interne...
RispondiEliminaChe peccato! un altra piccola grande perdita nel panorama della musica dal vivo in italia...
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