Eppure Berlusconi non è sempre stato il vecchio porco degli ultimi anni. Al punto che viene il sospetto che questo parossismo sessuale sia anche un po' colpa nostra, che non abbiamo creduto in lui, che non abbiamo realizzato il Miracolo Italiano che ci aveva promesso nel '94, ci siamo fatti contagiare dal pessimismo globale, siamo cascati nella trappola della crisi come dei pirla qualsiasi... e allora a un certo punto lui ha capito che non lo meritavamo, si è rinchiuso come un personaggio di Sade nel suo castello di fanciulle e ci ha lasciato lì, appesi alla corda, pronti a essere spolpati dai marchionne di turno.
Una volta non era così. Dieci anni fa, per esempio, era già un corruttore e un gaffeur di fama mondiale. Ma nulla lasciava trapelare una simile dipendenza dal sesso. La finzione matrimoniale teneva abbastanza bene. Quand'è che ha mostrato le prime crepe?
In occasione del decennale, questo blog sta ripubblicando fondi di magazzino invenduti. Questo pezzo, rinvenuto su uno scaffale dell'aprile 2006, racconta di un episodio che col senno del poi appare rivelatore: durante la campagna elettorale di quella primavera (quella del pareggio con Prodi), fu Berlusconi stesso a raccontarlo. Una sera, rincasando stanco da un comizio, aveva acceso la tv e trovato uno show di pornomodelle che "invitavano a telefonare". E lui telefonò. Per chiedere (testuale, da Libero): "Mi consenta, signorina, ma lei il 9 e 10 aprile per chi voterà? Sette su nove hanno detto Berlusconi". Dunque ne aveva chiamate almeno nove, prima dell'alba. La liquidammo come la solita berlusconata, una di quelle uscite assurde che distolgono l'attenzione da argomenti più seri. E invece era un grido d'allarme. Nel culmine della campagna elettorale, proprio quando avrebbe dovuto essere concentrato e circondato da amici e sodali, l'uomo passava le notti a chiamare le hotline. Lo stavamo perdendo. Io forse me n'ero reso conto. Ma a parte scrivere questo inutile pezzo, non ho fatto nulla di concreto per aiutarlo. Insomma, è anche colpa mia.
Post+coitum
"Pronto?"
"Ciao, sono io, l'avresti detto mai?
Nel bel mezzo del tuo lavoro squallido.
E sì che sono io, insomma non ti fidi?
Mi hai preso per un comico? Macché:
nessuno sa imitarmi come me.
E dunque eccitami, su,
è il tuo mestiere, o no?
Dimmi che vuoi votare solo me.
Non devi fare finta
(con me non puoi far finta),
Io me ne accorgo, e poi ti pago bene:
dimmi che vuoi votare solo me.
Non è come tu pensi, io non mi sento solo:
stasera ero a un comizio, la gente mi invocava,
la cena, e poi gli autografi... non riuscivo ad andar via.
(La gente non lo vuole, tu questo lo capisci,
la gente mi ama troppo, la gente non vorrebbe
vedermi mai andar via).
Così si è fatto tardi, il sonno mi è passato,
in tv film di merda, nessun sondaggio fresco
(tu puoi capirlo – essendo nel settore:
c'è un'ora della notte, un'ora sola, e lunga,
in cui non c'è nessuno a dirti: Sì).
Ma tu me lo puoi dire – soltanto, non-far-finta.
Non sono uno di quelli, con me non puoi far finta.
Inoltre pago bene, per cui avanti, dillo,
che vuoi votare solamente me.
E no che non mi annoio, io non mi annoio mai.
Lavoro sedici ore al giorno, non lo sai?
E tu?
Lo vedi, solo dieci, lo vedi come va:
per questo io faccio il leader, tu la centralinista.
E in più io sono figlio di un professionista
Mentre tuo padre era operaio, vero?
Eppure, quante cose in comune, io e te:
noi arrapiamo il popolo, questo è il nostro mestiere.
E quante cose io potrei insegnarti
sull'essere gentile, disposta, sempre allegra
e mai sincera, mai! – Sennò ti vien da ridere,
e non si deve ridere! S'ammoscia se tu ridi.
Sorridere bisogna, a denti stretti, sempre
sorridere e sudare, è questo il mio mestiere
(e il tuo, naturalmente).
Ma stanotte è diverso.
Stanotte non puoi fingere, ti parlo da collega,
se fingi lo capisco, se fingi non ci riesco.
Ti prego, sii te stessa
E dimmi che vuoi votare solo me.
È solo un mio capriccio, sondaggi io ne ho,
e guardacaso dicono quello che voglio io
(del resto è matematico, più paghi più hai ragione
non devi dirlo a me).
Io sono nel settore da trent'anni, si può dire
che i trucchi del mestiere te li ho inventati io
È un gioco troppo facile: più paghi più hai ragione.
Io forse pago troppo, ma questo non vuol dire
che tu ora possa fingere, io me ne accorgo subito,
perciò ora sii sincera, prova a essere sincera
nel dirmi che tu voterai per me.
Non ridere, non ridere,
non c'è niente da ridere:
è quell'ora della notte,
e io ti pago, sai.
Cerca di rilassarti, sii te stessa,
parlami un po' di te, ce l'hai un ragazzo?
Cosa? Hai una bimba? Ottimo! E si chiama?
Silvia! Ma pensa! Che bel nome! Silvia!
E il padre? E perché non vi sposate, voi ragazzi?
Io me lo chiedo sempre, perché non vi sposate?
La famiglia è importante, il mettere su casa,
e io posso anche aiutarvi.
L'assegno famigliare, vi toglierò le tasse,
vi comprerò la macchina – se tu sarai sincera
devi essere sincera,
e dire che tu voterai per me.
Non può essere altrimenti,
non sei una cogliona.
Sei una che lavora,
non stai coi comunisti.
Mi sembri un tipo ammodo
Senz'altro intelligente
Bella presenza, immagino
– e io non sbaglio mai.
Perché non vieni su
a Cologno, un giorno o l'altro?
Un talento come te
è sprecato per le hotline.
Tu hai tutto quel che serve per sfondare.
Ti basta essere te stessa
– avanti, sii te stessa –
quando dici che mi vuoi
votare, che tu vuoi
votare solo me.
Adesso
Vuoi votare solo me
Dimmelo
Dimmelo
Non Fini, non Casini
Con Prodi non ci godi
Tu vuoi votare solamente me
Dimmelo
Dimmelo
Ma devi essere sincera
Io non ci riesco, se non sei sincera
Non ce la faccio se non sei te stessa
E se poi scoppi a ridere io non…
Clic
Ma cribbio, cos'hanno tutte stanotte? Fanno le preziose, fanno.
Con quel che costano.
Proviamone un'altra, va'."
Il dramma per lui non è solo constatare che la percentuale di quelle che gliela danno è inversamente proporzionale a quella di quelle che lo amano, ma è anche dovuto al sospetto che la percentuale di pornomodelle che lo voterebbero ora è in calo rispetto al 2006; forse il consenso tra i telespettatori dei promo delle chatline erotiche ancora tiene, ma è semplice stima...
RispondiElimina"la gente ti segue a teatro finchè ti ritiene un gran fottitore. Tu sei un simbolo fallico lassù, su quel palcoscenico.per le donne e per gli uomini. Finito questo, tutt'al più resta la stima...la gente non va più a teatro..."
Carmelo Bene
ma anche prima. quella del capodanno 86, per esempio.
RispondiEliminahttp://www.ilriformista.it/stories/Italia/68152/
e anche questa , tutto sommato
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/02_Febbraio/22/ciccio.shtml
davide
dimenticavo di farti i complimenti per il tuo blog! er mejo fico der bigoncio
RispondiEliminadav
Caro Leo,
RispondiEliminain genere non condivido molto le tue teorie, ma devo ammettere che il post di qualche tempo fa "Lo smaltimento della gnocca" è stato il pezzo più semplice, esaustivo, chiaro e rivelatore del periodo che stiamo vivendo.
Probabilmente tra mille anni quando i posteri si chiederanno "ma come cazzo fece l'italia in soli 50 anni a passare da quasi potenza mondiale alla bancarotta, tanto che fu comprata in saldo dai cinesi?" il tuo post sarà l'unico a consentirgli di capirci qualcosa.
Marco
E comunque occorrono immediatamente degli psichiatri, legioni di psichiatri. Un paese di malati di mente, di arrapati mentali, di schizzatori schizzati, di fotografi di peli pubici, di divorziati devoti... roba da psichiatria, ma non quella democratica, quella della camicia di forza
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