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venerdì 29 novembre 2013

Capitani balbettanti

Se posso, vorrei dire - a seguito di qualche malevolo commento - che tutto ciò che ho dato ha pagato le tasse. Poi, che altre donazioni possono aver luogo, senza passare per il notaio: Ricerca sul Cancro, Vidas, Bambini nefropatici, Shoah, San Raffaele, scusa mi fermo, sono stati i miei preferiti. Infine un chiarimento su tutta questa gazzarra. Qui dentro c’è stato un terribile schifo, una congiura... (Bernardo Caprotti, 26/11/13, Corriere della Sera)

Qualche giorno fa - Berlusconi non era ancora decaduto, sembrano secoli - sul Corriere è comparsa una letterina del presidente della catena Esselunga, Bernardo Caprotti. Trattandosi della replica a un articolo che lo riguardava, la pubblicazione era un atto dovuto; a sorprendere (ma neanche più di tanto, ormai), è la decisione di pubblicare il testo del biglietto così come è probabilmente arrivato, stile Celentano. Probabilmente in redazione avranno preferito non innervosire ulteriormente il personaggio, e così gli hanno dato spazio esattamente come in un talk show si "passa la linea" a un ospite telefonico, magari un tizio inviperito che ha chiamato perché stanno parlando male di lui.

Risultato: abbiamo assistito in diretta allo sfogo di un capitano d'industria ottantottenne, senza capire molto dei dettagli, ma afferrando la sostanza: il tizio non si può più fidare di nessuno. Gli fanno la guerra i figli; gli fa la guerra la vecchia segretaria e braccio destro; probabilmente gli hanno alzato una trincea persino in ufficio stampa, così è ridotto a scriversi i biglietti da solo. Con qualche effetto perversamente comico: Caprotti afferma di aver fatto cospicue donazioni alla "Shoah": probabilmente non allude a un inverosimile sostegno ai genocidi nazifascisti, ma alla meritoria associazione "Figli della Shoah"; aveva fretta e ha abbreviato, e al Corriere han stampato così.

Di fronte a un episodio del genere - valutate voi quanto buffo o patetico o triste - spunta la solita domanda (spunta sull'Unità, H1t#206)ma succede così anche altrove? O siamo l’unico Paese in cui i capitani d’industria non riescono a padroneggiare la propria lingua madre, né a munirsi di collaboratori che li sappiano assistere? Quando Caprotti definisce il Corriere il “Times del proprio Paese”, mette a fuoco il problema: è immaginabile un testo così involuto sul Times o su qualsiasi altra prestigiosa testata occidentale? Non è una domanda retorica, onestamente non lo so: se qualcuno ha in mente episodi paragonabili me li segnali pure qua sotto. Ma nel frattempo rimane il dubbio di ritrovarsi nel Paese con la classe dirigente e industriale meno colta d’Europa. Altrove almeno una letterina la sanno scrivere – se non lo sanno fare, sanno procurarsi qualcuno che lo faccia per loro; da noi no, non è richiesto, non è necessario.
Nell’era della comunicazione, i nostri capitani balbettano. Chi li rimprovera di non conoscere l’inglese forse non ha afferrato l’entità del problema: neanche in italiano sanno spiegarsi. Sono stupidi? Tutt’altro: intelligenza e cultura sono variabili non correlate, ed evidentemente Caprotti non ha avuto bisogno di particolari competenze linguistiche per mettere in piedi un impero nel ramo distribuzione. Forse davvero quando sei in ascesa la cultura più di tanto non serve. Ma ti assiste nei giorni difficili, quando devi imparare a mollare, e l’istinto non vuole saperne. Ha l’aria di essere la situazione di Caprotti, ed è sicuramente quella di Silvio Berlusconi, che pure può contare su un lessico un po’ più ricco, da piazzista quale è sempre stato. In qualsiasi altro Paese un Berlusconi avrebbe mollato da mesi, senza arrivare all’umiliazione del voto di mercoledì. Non glielo avrebbero consigliato soltanto i collaboratori più fidati: ci sarebbe arrivato da solo, riflettendo sugli esempi che la cultura personale gli avrebbe fornito, su Nixon, su Leone e su tanti altri. Berlusconi invece conosce solo Berlusconi, e magari la Storia gli darà ragione: dopo lo scisma del PdL e la manifestazione autocommiserativa di mercoledì i sondaggi lo vedono in risalita. Si vede che in Italia l’istinto premia ancora. http://leonardo.blogspot.com

24 commenti:

  1. Ma davvero non hai mai sentito parlare un industriale americano medio, uno che con la sua fabbrichetta—che so, di tubi, di chiodi, di laminati plastici—ha sfondato, senza per questo essere costretto a imparare la sua lingua, la letteratura del Paese (o di altri), o qualsiasi altra cosa non strettamente legata al suo business o ai suoi interessi?
    Beh, se non l'hai fatto fallo, ti curerà da quest'attacco di severgninismo.

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    1. Beh, in effetti no, non ho tutta questa esperienza di industriali americani medi. Però di solito si fanno aiutare dai pr, dai.

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    2. Sottovaluti l'arroganza dell'industriale (americano e non) medio.

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  2. Se questo pezzo non vince il premio Pulitzer la domanda sorge spontanea.
    Chi assegna il prestigioso premio riesce a padroneggiare le lingua straniere? Munirsi di collaboratori che li sappiano assistere?

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  3. quel che fa impressione è che il tizio potrebbe non fare 'ste figure, avrebbe la possibilità di farsi aiutare/assistere nella stesura di una lettera a un grande quotidiano (anche se ora ospita fabio volo sulle pagine culturali... mi dicono)
    sono l'ultimo a poter criticare la scrittura di chiunque altro, l'ignoranza non sempre è una colpa (oltretutto esistono diversi ambiti e tipi di ignoranza/disabilità, la colpa è avere la possibilità e non provare a porvi rimedio
    cioè, voglio dire: devo andare alla notte degli oscar e non so annodarmi il papillon? mi faccio aiutare, mica vado in giro col nodo fatto male! piuttosto vado sul red carpet senza papillon
    per il mio carattere se fossi stato un "capitano d'industria" e avessi avuto la possibilità di farmi assistere da una segretaria, un ufficio stampa o robe così, avrei senz'altro imparato a scrivermi le lettere
    ma sono un grafico: semianalfabeta ero e tale sono rimasto, ma continuo a scandalizzarmi quando, per esempio, il direttore del personale manda delle comunicazioni in un italiano imbarazzante

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  4. Davvero un articolo bello e utile se ne sentiva la necessità.
    Grazie Leonardo!
    Se mi posso permettere, ci manca giusto un paragone tra i capitani balbettanti e i nostri capitani coraggiosi. Avresti avuto così l'opportunità di enfatizzarne le differenze imbarazzanti basate sulla proprietà di linguaggio e di scrittura senza ovviamente fare il minimo cenno sulle storie personali e imprenditoriali.
    Ultima considerazione: ci dobbiamo sempre fare riconoscere, solo in Italia vengono accettate donazioni fatte da capitani balbettanti. Se io fossi stato a capo di una delle suddette associazioni avrei rifiutato immediatamente un qualsiasi assegno proveniente dal capitano balbettante.
    Mi scuso anche io per il mio italiano zoppicante e ringrazio Leonardo che mi pubblica nonostante la mia zoppia.

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  5. Credo non sia un'impressione: in quasi tutte le classifiche internazionali che riguardino l'istruzione, l'Italia si trova in posizioni imbarazzanti. Ad esempio, secondo l'OCSE - http://www.oecdbetterlifeindex.org/topics/education/ - in Italia solo il 55% degli adulti tra i 25 e i 64 anni ha hatto almeno le scuole superiori - cioé, quasi metà ha la terza media o peggio, e di certo più di metà tra i più anziani del gruppo, diciamo i 45-64enni. Forse la "classe dirigente" (che ha quell'età) se la cava meglio della media, ma non ci spererei troppo.

    A titolo di paragone, facciamo leggemente meglio della Spagna (53%) e del Portogallo (32%), che ha valori sudamericani, ma peggio della Grecia (65%). La Francia ha il 71%, il Regno Unito il 75%, la Corea del sud 80% (nonostante abbiano una storia recente di paese sottosviluppato: hanno uno stock di anziani male istruiti, e fanno bene ugualmente), Germania 86%, USA 89%, Giappone 92%. In generale anche i paesi dell'Europa dell'Est se la cavano bene: Russia 91%, rep. Ceca 92%.

    Da questo punto di vista siamo a metà strada tra la Francia e il Brasile.

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  6. "Rarely is the question asked: is our children learning?"
    "For every fatal shooting, there were roughly three non-fatal shootings. And, folks, this is unacceptable in America. It's just unacceptable. And we're going to do something about it."
    "Our enemies are innovative and resourceful, and so are we. They never stop thinking about new ways to harm our country and our people, and neither do we."
    "They misunderestimated me."

    Lo so, non era un capitano d'industria, ma capitano (anzi comandante in capo) lo era, e sul Times ci finiva eccome.

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    1. Ma in effetti George 2 è un caso particolare (figlio dislessico di famiglia importante) che lo rendeva in un qualche modo "italiano", e ricordo di averlo detestato in un modo tutto particolare, come nessun altro presidente straniero: in un qualche modo mi era familiare.

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    2. Eh, va beh, ma così sembri proprio Stanis La Rochelle!

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    3. Sei tornato dopo anni su dubyaspeak.com per copiarle? :)

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    4. In realtà ho scelto più o meno a caso dalla voce specifica su en.wiki.

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  7. Siamo l’unico Paese in cui i capitani d’industria sono ancora sul ponte di comando a 88 anni. E che ha un capo dello Stato nato nel 1925.

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  8. Ma veramente la sintassi di questo sfogo colpisce così tanto da lasciare in secondo piano i motivi stessi per cui è stata scritta questa lettera?
    A me pare che sia più sconvolgente pensare che un ottantenne sia ancora in prima linea a causa dell'incapacità (o presunta tale dei suoi successori). Vedi anche famiglia Berlusconi, vedi tante altre situazioni simili nel nostro Paese.
    Una lettera poi che sembra quasi personale, il fatto che poi sia stata utilizzata esattamente come ricevuta non vuol dire che sia nata con intenti di comunicazione istituzionale. Tra l'altro quella frase con l'accostamento al Times sa molto di ironico...

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    1. Silvia la risposta alla tua prima domanda è no.
      Ora ti faccio io un paio di domande.
      Che orientamento politico ha questo blog?
      Chi è e cosa ha fatto il capitano balbettante?

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    2. Ho capito: è un COMBLOTTO DELLA COOP!

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    3. Beh non ci vuole un genio per capire che il signor Leonardo ha in simpatia una parte politica e quindi la difende a costo di cadere nel ridicolo. (Cancellieri? Vendola?)
      E' il suo mestiere e viene pagato per questo.
      Se Caprotti fosse l'a.d. della coop qualcuno crede che il signor Leonardo avrebbe scritto un pezzo del genere? Certamente no. Anzi avrebbe elogiato un vero self made man con le scarpe grosse e col cervello fino...e chissenefrega se non conosce l'italiano alla perfezione...ecc.

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    4. In effetti non ci vuole un genio, ma un paranoico.

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    5. Caro anonimo (non sei un genio, ti confermo), il mio "mestiere", quello per cui vengo pagato anche da te, è insegnare un po' di grammatica di base ai preadolescenti. Questo mi rende forse un po' ipersensibile all'esibizione degli errori di punteggiatura e di sintassi su un quotidiano nazionale.

      Se Caprotti fosse l'ad della Coop? È sempre la solita domanda che gli anonimi fanno qui ultimamente. Se x fosse Berlusconi? Se io fossi Padre Pio? Se tua nonna avesse le rotelle? Questioni importanti, alle quali è difficile rispondere. Nei fatti l'ad della Coop non ha mai scritto letterine sgrammaticate al Corriere; forse ci tiene alla sua immagine, forse non gliene si è mai presentata l'occasione: non lo conosco, non lo so. Ti posso dire che una letterina del genere mi disturberebbe ugualmente - del resto vado a far la spesa sia alla coop che all'esselunga a seconda della convenienza - perché più che per loro tifo per la lingua italiana. E forse scriverei un pezzo più o meno uguale a questo, visto che l'ho scritto anche quando è stato inflitto un trattamento del genere a Celentano, o al fidanzatino di Noemi (http://leonardo.blogspot.it/2009/05/ortocrazia.html) o a uno studente (http://leonardo.blogspot.it/2007/03/la-scrittura-uninvenzione-senza-futuro.html).

      Ti prego notare che in tutti questi casi io ritengo che a Caprotti, o a Celentano, o a Flaminio sia stato fatto un torto, perché davvero, "chissenefrega se non conoscono l'italiano alla perfezione": avranno altre qualità. Ma i giornalisti che ricevono queste lettere l'italiano lo conoscono: non mettono in berlina gli autori delle lettere per sciatteria, ma per dare la stessa impressione di genuinità che si ha davanti allo sfogo di un tizio al telefono o in diretta. Mentre la scrittura dovrebbe essere uno strumento accessibile a tutti. Io la penso così, e tu hai già smesso di leggere.

      "Il Flaminio di oggi, che non sa dove mettere l'accento e urla pestando il caps lock, sembrerà a molti più genuino. Soprattutto a chi da anni ha deciso che noi non siamo la nostra foto migliore, ma il filmatino goliardico che abbiamo messo su youtube; a chi vuole le nostre ragazze con l'ombelico in fuori; a chi ci ha insegnato ad applaudire ai funerali. La plebe deve stare al suo posto: si pubblichi senza correggere."

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    6. Perdonami Leonardo, lungi da me voler fare polemiche ma tu oltre ad insegnare grammatica scrivi anche per l'Unità. Io non credo che scrivi così perchè ti pagano ma sono sicuro che scriveresti queste stesse cose anche senza compenso. Tu come me credi in certi ideali e in certi valori che giustamente difendi e propali.
      Non credo che sia offensivo rilevare che guardi alle cose della politica e del mondo in generale con gli "occhiali" della sinistra.
      Cordialmente
      Antonello

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    7. Ma ci mancherebbe anche che tu volessi fare polemiche: hai solo lasciato scritto in giro che mi pagano per attaccare Caprotti.
      Non è offensivo, è soltanto sciocco: se mi sentissi offeso da tutte le sciocchezze che si scrivono, passerei giornate molto tristi.

      Fa' pur senza il "cordialmente".

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    8. Veramente io mi sono solo permesso di scrivere che penso che lei creda nelle cose che scrive al contrario di tante altre persone che prima ascoltano ordini dall'alto. Credevo fosse un complimento, invece è una offesa per Lei?
      Ho poi aggiunto che non credo sia offensivo rilevare che guarda alle cose della politica e del mondo in generale con gli "occhiali" della sinistra (come del resto faccio io e credo capiti a molti lettori di questo blog). Mi sbaglio?
      Antonello

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    9. Antonello bravo hai scoperto l'acqua calda. E' come dire che fede ha gli occhiali della destra, è ovvio che ognuno tira l'acqua al suo mulino!

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  9. Leggi bene. In realtà l'ex segretaria Germana Chiodi sta dalla sua parte ;)

    Al

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