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giovedì 18 marzo 2021

Cavati le putrelle dagli occhi, Baricco: poi parliamo di scuola

Più o meno un anno fa, quando la mia scuola era già in lockdown da un paio di settimane, preparai un tutorial per i colleghi di istituto (primarie e secondarie di primo grado) che volevano sottoporre rapidi test on line ai loro studenti. Già che c'ero lo misi anche qui. Non che fosse un gran tutorial, e mi sono ben guardato dal reclamizzarlo in giro; ciononostante in un anno è stato letto più di 35mila volte, diventando il contenuto in assoluto più letto su questo vecchissimo sito. 

Questo potrebbe anche non significare nulla; al limite che esiste un insegnante particolarmente rintronato che ha letto lo stesso tutorial trentamila volte e continua a tornarci perché non è ancora proprio sicuro; ipotizziamo invece che chiunque lo legga ci torni due o tre volte in media ed ecco, abbiamo diecimila insegnanti che in un anno hanno cercato di usare uno strumento on line che prima non conoscevano assolutamente. 

Questo è un po' più di nulla, specie se lo associo a tante altre esperienze cui ho assistito nell'ultimo anno; insegnanti che non avevano mai acceso una webcam che sono diventati di punto in bianco esperti intrattenitori video; maestre che non sapevano accendere il tablet e dopo un mese montavano contenuti multimediali; non che sia tutto filato liscio, anzi, ma chi si poteva immaginare una cosa del genere, anche solo una settimana prima? La Didattica a Distanza nel marzo 2020 non esisteva, nell'aprile dello stesso anno era già una serie di pratiche condivise; e tutto questo era successo, attenzione, senza nessun supporto dall'alto. Il ministero non aveva nessuna idea di cosa farci fare (né mi pare che se la sia fatta venire nel frattempo); se in giro c'erano esperti di didattica e di digitale ansiosi di condividere le loro esperienze io ammetto di non averli visti, ero troppo preoccupato a spiegare come usare Classroom mentre imparavo a usarlo anch'io. 

Del resto la scuola è così, no? Quanto tempo ci abbiamo messo ad abituarci al registro digitale? Nessun tempo, un anno era fantascienza e l'anno dopo lo usavamo tutti. Insomma per essere un pachiderma – e non c'è dubbio che lo sia – la scuola italiana ha dimostrato una certa elasticità, e dei riflessi notevoli: del resto anche gli elefanti, quand'è ora di scattare lo fanno, e in quei casi è meglio non trovarseli davanti. È successo qualcosa di eccezionale in questi mesi, che non ha paragoni con nessun altro settore: persino il personale sanitario, il cui sforzo è stato senz'altro superiore a quello dei docenti, non ha dovuto imparare di punto in bianco un nuovo modo di fare il proprio mestiere. Noi insegnanti sì, e sarebbe stata una notizia se ci fossimo riusciti senza incidenti – ma aspetta, tutto sommato di incidenti ce ne sono stati abbastanza pochi. Quindi il bilancio è positivo, dai. 

Non resta che avvisare Baricco. 

Secondo Baricco infatti la scuola ha dimostrato, nell'occasione della pandemia, i suoi tragici limiti novecenteschi. Bisogna premettere che da qualche libro a questa parte Bar ha deciso che lui è già nel secolo successivo (del resto già abbondantemente iniziato), e quindi lui la scuola non la critica come un Galli Della Loggia qualunque, no, no, lui ha una visione contemporanea, lui critica i fenomeni statici in nome di un perenne divenire che pare faccia molto Secolo Vigesimoprimo, e quindi... e quindi quando critica la scuola non ha in mente quella che in dodici mesi ha fatto un pazzesco balzo in avanti tecnico e organizzativo senza che nessuno lo sollecitasse tranne studenti e genitori, no: lui quella non l'ha neanche vista. Lui ha in mente la fottuta scuola gentiliana di Galli Della Loggia, quella che ha frequentato lui con le declinazioni e le equazioni che negli anni '60 lo annoiavano e quella noia ancora se la ricorda. 

Per dimostrare questa cosa basta usare la solita cartina al tornasole, sempre la stessa: Baricco ha un'idea di scuola così aggiornata che se la prende coi programmi ministeriali, signore dio, Baricco è l'ennesimo intellettuale che prima di pubblicare il suo fervorino sulla scuola non si preoccupa di controllare se putacaso questi programmi esistano o no, e per l'ennesima volta tocca rispondere a vuoto che no, signori, in questa cosa che voi vorreste riformare sistematicamente da vent'anni ci lavoro da altrettanti venti e i programmi ministeriali non li ho mai visti, dal momento che sono stati aboliti ancora prima; tutto il perenne divenire che Baricco si immagina ancora da realizzare (e quindi fighissimo) esiste da più di trent'anni e si chiama autonomia scolastica, per un po' si è chiamato POF, adesso invece si chiama PTOF e in effetti non suona affatto fighissimo, come capita del resto a qualsiasi rivoluzione quando si realizza.

Se poi Baricco ci voleva dire che il latino del liceo ha un po' stancato, per carità: sfonda una porta aperta (non perché il latino non sia una degna materia, ma perché al liceo non lo insegnano un granché). Ma il motivo per cui si fanno determinati argomenti in determinati mesi dell'anno non sta scritto in nessun documento ministeriale. È semplicemente una prassi, che deriva dall'abitudine dell'insegnante che ogni anno si misura con le difficoltà degli studenti, le attese dei genitori e le proposte dei libri di testo (i quali non fanno che rielaborare le stesse prassi consolidate). Ovvero nella maggior parte dei casi il motivo per cui si insegna la tal cosa piuttosto che un'altra è che funziona, e che se a un certo punto funzionasse qualcosa di diverso i primi a farlo notare sarebbero gli studenti, non Galli Della Loggia; i primi ad accorgersene sarebbero gli insegnanti, non Baricco; e anche i libri di testo arriverebbero molto più svelti perché c'è una certa concorrenza nell'ambiente (non è mica quella intellettualosfera sonnacchiosa dove prosperano Galli Della Loggia o Baricco). 

Se per un attimo qualche eroico XXIriformatore della scuola si abbassasse a orecchiare i discorsi che effettivamente nelle scuole si fanno, scoprirebbe che è tutto molto meno cementato di come se lo immagina lui; che il cemento e le putrelle sono più negli occhi di chi guarda. Ad esempio negli ultimi anni tra primarie e secondarie non si fa che parlare di coding, tutti vogliono insegnare e imparare il coding. Vent'anni fa non è che non ci fosse la stessa esigenza (anche se si chiamava forse "programmazione"). E probabilmente la maggior parte del coding che si insegna in questo momento a scuola, scopriremo tra qualche anno, non è nemmeno utile: è quel che succede con le mode. Il che però significa che le mode ci sono, che a scuola si cerca continuamente di adattarsi al nuovo, commettendo milioni di errori che se fossimo davvero così cementati almeno non commetteremmo. Se ne potrebbe parlare all'infinito, di quanto sia volubile la sostanza dei dibattiti sulla didattica: se quella per competenze costruisca davvero competenze, eccetera. Questo dibattito al massimo ce lo facciamo tra noi insegnanti, perché appena arriva un'onda lunga all'opinionista lui si mette sempre a travisare tutto; togliamo i voti alle elementari, lui capisce che abbiamo messo le faccine; adoperiamo un test per la valutazione nazionale, lui capisce che stiamo valutando gli insegnanti; capitasse mai una volta sola un tizio sul giornale con delle idee sulla scuola che non risalgano al massimo al 1988, cioè quando la frequentavo io e probabilmente anche lui.

Noi nel frattempo siamo qui che ci industriamo con la più grande emergenza mai vissuta da quando è nato il sistema educativo nazionale: abbiamo tenuto aperto le scuole dell'obbligo per cinque mesi malgrado non fossero sicure, e ora che abbiamo dovuto chiuderle stiamo letteralmente smontando i computer dalla aule per prestarle ad alunni che non hanno hardware in casa; continuiamo a cambiare gli orari per adattarli alle esigenze di studenti e genitori; continuiamo a far lezione malgrado tutto. Per Baricco siamo in agonia strutturale, ma per favore. Lui non capisce come mai si faccia educazione fisica a distanza. Probabilmente ai suoi tempi educazione fisica era la partita a calcetto; vagli a spiegare che da anni alle medie il prof di educazione fisica ti interroga sui regimi alimentari. Se solo avesse gli occhi sgombri da putrelle potrebbe contemplare lo spettacolo di un'istituzione di dimensioni nazionali che si sforza con ogni sua energia ad adattarsi a una società che cambia, ma siccome non è fighissima come nei suoi sogni... non va bene. Ok Baricco, fattene una tutta tua, falla supercool e vendila ai tuoi lettori benestanti. Sono onestamente curioso di vedere cosa insegneranno di più elastico ed efficace della matematica. Ora scusa mi scrivono su Classroom.

28 commenti:

  1. Nella classe di Cecilia il prof di motoria (oh, ma tu dovresti saperlo che non si chiama più educazione civica) è riuscito a fare quattro lezioni di fila sull'educazione alimentare mentre i ragazzi erano in presenza. Io me le sarei salvate per l'ovvio lockdown.

    Per il resto, io scommetto che all'ottava o nona puntata Bar ci spiegherà che quello che aveva detto non era quello che pensava.

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    1. Oh, ma si chiama di nuovo educazione fisica.

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    2. nel Classroom dei gemelli da una parte è "Motoria" dall'altra "SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE" come anche nella pagella.

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    3. Io ormai tiro i dadi, nell'orario di settembre ho scritto Fisica (FIS), in quello di marzo Scienze Motorie (ScM, che magari è più preciso ma nessuno capisce cos'è, come secondaria di secondo grado che è nel primo ciclo mentre la secondaria di secondo grado è nel secondo.

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    4. ah perché motoria prima si chiamava educazione civica? mo se spiegano tante cose.

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  2. Nn ho capito allora perché reputi inutili gli invalsi,dal momento che ci stanno tutti sti scienziati nelle classi.
    Essere valutati dovrebbe essere un onore.
    A Leo,ma facce Er piacere,come si dice ad Aosta...😄

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    1. Perché da 10 anni dicono le stesse cose che dicono gli Osce-Pisa e il buonsenso. (È una cosa che scrivo ogni sei mesi, facciamo che ogni tanto leggi, dai).

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    2. E cioè che tutti sti scienziati (spanne sopra a Baricco,va da sé ovviamente)a insegnare,in Italia,nn ne trovano?
      Impara ad essere un pelino più obiettivo "educatore civico"...🐪

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    3. Riprovare per essere più fortunato?
      Sarà dura mio caro "scienziato sociale".
      Indovina chi ha inserito il coding nelle primarie?
      Perché dovrebbe essere una moda?
      Avete in uggia,voi illuminati dediti a un qualcosa,di ritornare alla penna d'oca?
      Che bella vita!🦥🥳

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    4. Hai "inserito il coding alle primarie"?
      Qualcuno qui si è definito "scienzato sociale"?
      Qualcuno si è lamentato per la prospettiva di "ritornare alla penna d'oca"?

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    5. Era, ovviamente,ironico!
      E che ti credi Weber?
      😂😂😂
      Al massimo saresti il burocrate da rendere efficiente...al massimo...🦥🤭

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  3. Ti porto la mia esperienza, che quindi vale uno, cioè poco.
    Secondo me hai ragione tu (in parte) riguardo alla capacità degli insegnanti di reagire (di alcuni insegnanti, perché in altri ho visto principalmente tetragona ottusità, per fortuna in minoranza) ma certo il sistema scuola non ha dato il meglio di se.
    Ovvero, lo ha dato per quel che mi riguarda nell'organizzazione della sicurezza, protocolli, distanziamenti, rispetto delle norme igieniche.
    Meno lo ha dato per quanto riguarda supportare la transizione verso la scuola digitale, dove per l'appunto gli insegnanti si sono arrangiati, come il proverbiale bambino buttato in acqua per farlo imparare a nuotare. Anche i più recalcitranti verso la tecnologia, facendosi aiutare magari dai figli o dai nipoti, sono riusciti almeno a fare delle lezioni frontali connesse.
    Però è emersa anche una ignoranza digitale ed una impreparazione sui temi del digitale, del corpo docente, drammatici (e non per colpa dei docenti, è chiaro che se vuoi che i tuoi insegnanti siano preparati su un argomento li formi investendo tempo, risorse e denaro).

    Faccio un esempio che mi è caro. Quando ci sono state le molte alluvioni a Genova, la città si è sempre mobilitata in forze per andare a spalare il fango e aiutare chi era in difficoltà, ma è abbastanza ovvio che non possa essere quello il modo con cui si affronta un fenomeno del genere. Ci vogliono politiche di lungo corso sul dissesto idrogeologico ecc ecc.

    Quindi bene gli insegnanti "angeli del fango", ma complessivamente la scuola, dopo anni di disinvestimento e tagli, ha mostrato la corda. Noi per dare supporto multimediale ai ragazzi ci siamo tassati e abbiamo preso un maxischermo, che faccia parzialmente la funzione di una LIM, che aule LIM ce ne sono poche, tutte sempre prenotate e con i protocolli igienici adesso vanno pure disinfettate a fondo fra una classe e l'altra.
    Non è un gran sistema, mi verrebbe da dire.

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    1. Sì, però finché il programma è:

      10 Taglia fondi alla scuola pubblica
      20 Lamentati perché la scuola pubblica è impreparata alle emergenze del terzo millennio
      30 Goto 10...

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    2. Vorrei far notare che se certi colleghi si sono dovuti far aiutare da figli e nipoti, non è così raro che siano stati figli e nipoti a farsi aiutare dai colleghi. La passività ed approssimazione con cui così tanti dei cosiddetti nativi digitali si rapportano al computer mi pare andrebbe considerata con attenzione

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    3. Ma infatti, per quello intendo dire che quel che dice Baricco non è necessariamente una critia al corpo docente. La scuola, nel suo complesso, come burocrazia pubblica, è spesso un mastodonte che fatica ad adeguarsi.

      Ti faccio un altro esempio: l'obbligo per gli editori di produrre libri elettronici oltre a quelli cartecei. E' un casino epico di piattaforme, codici, roba da scaricare. I libri sono in formati assurdi e giganteschi (ovviamente non vogliono il PDF per non farlo scopiazzare gratis, ma i formati proprietari sono indigeribili) al punto che un tablet di media capacità e di buon valore economico non ce la fa a tenere in memoria scaricati tutti i libri e ci tocca comunque surrogare col cartaceo.

      Ci hanno chiesto di non comprare tablet con le sim, per evitare che i ragazzini cazzeggino, che avrebbero dato loro la WIFI, salvo poi accorgersi che la WIFI che bastava appena per 100 insegnanti non basta di certo per 1000 alunni. Così i libri non si possono nemmeno scaricare a scuola e il risultato è che l'investimento del tablet e i progetti dei libri elettronici sono solo su carta, perché di fatto mio figlio continua ad andare a scuola con uno zaino con dentro incudini e macigni.

      Colpa degli insegnanti? No di certo. Però insomma che la scuola come burocrate pubblico si possa interessare di fare in modo che il concetto di libro elettronico sia fruibile in modo un po' meno macchinoso non mi sembrerebbe scienza missilistica, sbaglio?

      Per il resto è chiarissimo quel che dici, tagli su tagli e ci mancano solo le doglianze.

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  4. Non bastava Galimberti con la sua lezioncina trita e ritrita sui disastri del digitale...

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    1. https://www.google.com/amp/s/albardelluvi.blog/2020/08/27/umberto-galimberti-la-pensa-cosi-e-voi/amp/


      Vergara,hai messo in campo un peso massimo della sociologia italiana che io stimo in modo totale.
      Ho linkato il di sopra in quanto mi è apparso un buon sunto della visione del Galimberti.
      Una visione d'insieme che nn vorrei essere presa per estrapolazione (fattoide in cui questo blog eccelle,a mio parere).
      Ci sono le soluzioni e chi le crede contro interesse.

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    2. E ti pareva.
      Tra l'altro vedo che l'abolizione della matematica sta andando avanti: sembra che sappia contare soltanto fino a 1.

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    3. Invece di lavorare, estrapoli?
      Che bella vita...🦥😁😘

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    4. Su Galimberti e la tecnologia nella didattica ho scritto qualcosina qua anch'io:

      https://aitan.tumblr.com/post/161850959819/galimberti-tecnologia

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  5. "Noi nel frattempo siamo qui che ci industriamo con la più grande emergenza mai vissuta da quando è nato il sistema educativo nazionale".

    Addirittura: peggio di due conflitti mondiali, con invasioni e occupazioni straniere, bombardamenti a tappeto, milioni di sfollati e una guerra civile?

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    1. Era da intendersi: la più grande emergenza *del* sistema educativo nazionale (quando hanno bombardato le scuole hanno chiuso e bon).

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  6. Ammiro la tua capacità di tenere ferma la scacchiera mentre giochi con il piccione.
    Ci mancava la Weltanschauung bollita dell'Umbertone. “naturalmente ci sono anche scuole che funzionano grazie soprattutto a insegnanti motivati e carismatici”. Banalità liofilizzate per milf in fregola, il suo target di riferimento.
    Quello che mi stende del mediatore culturale fu romanziere Baricco è l'essersi inventato una nuova carriera come recensore di fenomeni sociali in atto da decenni e che pare esistano solo da quando li ha scoperti lui. Riguardo alle famose elite novecentesche che dovrebbero togliere il disturbo...lui a quale categoria pensa di appartenere?

    Ps. Non trovo il link al tutorial di cui sopra...non è che potresti?

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    1. È sempre questo: https://leonardo.blogspot.com/2020/03/come-comporre-un-test-di-verifica-con.html

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  7. Stiamo commentando pure qui il tuo articolo !

    https://hookii.org/la-scuola-e-un-pachiderma/

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