21 agosto: Beata Vittoria Rasoamanarivo (1848-1894), principessa del Madagascar?
Ho cercato un po' ovunque, tra biografie che si assomigliano tutte tra loro e che probabilmente derivano dalla stessa fonte, ma a quanto pare l'unica che assegna a Vittoria Rasoamanarivo il titolo di "principessa" è la wiki italiana, e a questo punto forte sarebbe la curiosità di capire il perché – ma non così forte, dopotutto è agosto, fa caldo, probabilmente qualcuno avrà copiato da una pagina che nel frattempo ha rettificato. Noi italiani in particolare di araldica capiamo poco: i titoli nobiliari li abbiamo aboliti, e persino chi li rimpiange non ha fatto i compiti, non sa come funzionano; altrove c'è più rigore, anche per queste sciocchezze. Si può notare come sul calendario questi siano giorni generosi di regalità; l'altro giorno era Sant'Elena Imperatrice, mentre il 22 si celebra la Beata Vergine Regina, e così qualcuno avrà pensato che in mezzo a tante teste coronate la povera Vittoria, senza un titolo, rischiava di sembrare, come certe signore ai ricevimenti, una serva che si sia appena liberata del vassoio. Vittoria era senza dubbio di nobile lignaggio, nipotina di un primo ministro e in seguito sposa del Capo di Stato maggiore, ma principessa? Bisognerebbe vedere il titolo in malgascio.Quel che è interessante è che in effetti la biografia della beata Rasoamanarivo si attiene al millimetro ai modelli delle sante principesse e regine altomedievali: conoscono la fede cristiana grazie a dei missionari (nel suo caso gli insegnanti gesuiti francesi), la diffondono a corte e nel popolo con opere di beneficenza e vincendo la diffidenza di mariti rudi, pagani e violenti (il marito era rude, ubriacone e protestante) che dai e dai si convertono alla buona novella; nel caso di Vittoria, probabilmente il marito non aveva più scelta, era caduto dal balcone di una giovane amante e ne aveva riportato ferite fatali; invece di lasciarlo in un pozzo di sangue Vittoria accettò di accudirlo fino alla fine ma in cambio il poveretto dovette lasciarsi battezzare, era il minimo. Questo tipo di principesse o regine non esercita mai il potere politico – e questo malgrado il Regno del Madagascar avesse una certa connotazione matriarcale, nell'Ottocento sul trono sedettero perlopiù regine – la loro sfera rimane quella religiosa; vegliano sul Regno e intercedono per i sudditi, un po' come è previsto faccia la Madonna alla corte di Cristo Re. Le biografie spiegano che la Rasoamanarivo giocò un ruolo importante a corte, difendendo la minoranza cattolica anche in quel paio d'anni in cui il cattolicesimo fu messo fuori legge; a riportare i gesuiti sull'isola, più che le sue preghiere, fu il congresso di Berlino del 1878 che aveva destinato la grande isola all'impero coloniale francese.
Fino a quel momento la dialettica tra cattolici e protestanti aveva avuto un significato anche nazionalista: dopo il regno di Ranavalona I la Crudele (1828-1861), che succedendo al marito aveva espulso i missionari e proibito il cristianesimo, i francesi si erano fatti avanti sventolando delle concessioni che Radama II, figlio di Ranavalona, aveva firmato nella speranza di ottenere un aiuto europeo per spodestare la madre. A dire il vero Napoleone III non fece un granché, nemmeno quando alla morte di Ranavalona, il figlio era salito al trono, attuando una politica di tolleranza religiosa e avvicinamento alle potenze europee così poco apprezzato dalla gerarchia al potere, che nel giro di due anni era già stato fatto strangolare dal primo ministro Rainilaiarivony. Quest'ultimo avrebbe prontamente sposato la vedova di Radama, che saliva al trono col nome di Rahoserina, nonché le due regine che le succedettero, le quali perseguirono generalmente una politica filobritannica che probabilmente era vista come l'unica in grado di tenere l'isola al riparo dagli interessi francesi. Questa politica si traduceva in un'adesione alla religione protestante e, nei periodi di maggior tensione, all'espulsione di gesuiti e altri cattolici. Non servì a nulla: a Berlino si era deciso altrimenti, anche se i francesi ci misero comunque molti anni ad arrivare. L'invasione vera e propria, con la rivolta sanguinosissima che ne seguì, sarebbe cominciata soltanto nel 1895; a quel punto Vittoria era già morta, di malattia, ad appena 46 anni. Nel 1989 è stata proclamata beata da Giovanni Paolo II, che non lasciava mai una tappa di un suo viaggio senza avervi riconosciuto un attestato di santità, o almeno di beatitudine. Credo sia la prima Beata del Madagascar, e in quanto tale che bisogno ha di essere chiamata principessa? I titoli, che valgono così poco già in terra, in cielo non hanno più senso.
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