18 agosto: Sant'Elena (248-329), madre di Costantino.
Una versione ringiovanita di Sant'Elena sogna la Santa Croce prima di svegliarsi e andare in Terrasanta a recuperarla (Veronese). |
Nel 326 Costantino, ormai incontrastato Augusto di tutto l'impero, condanna a morte il figlio di primo letto (Crispo), colpevole di avergli insidiato la seconda moglie, Fausta. Poi se ne pente, forse si rende conto della sua innocenza, e fa uccidere anche Fausta. Il senso di colpa derivato da queste esecuzioni, secondo il successore Giuliano, avrebbe portato Costantino ad avvicinarsi al cristianesimo: l'unica religione che avrebbe potuto perdonargli un simile peccato. Non possiamo fidarci di Giuliano (che irrideva il perdonismo dei cristiani), né degli altri cronisti, tutti di estrazione cristiana e generalmente teneri con l'imperatore che aveva posto fine alle persecuzioni. Però è sintomatico che la svolta religiosa di Costantino porti sotto i riflettori un personaggio femminile, forse l'unico spendibile dopo che l'imperatore aveva fatto fuori la seconda moglie: Flavia Giulia Elena, sua madre.
Su di lei le fonti dicono poche cose e tutte contraddittorie: ad esempio per Eusebio da Cesarea fu il figlio Costantino a convertirla, mentre Ambrogio, forse riflettendo sul fatto che Costantino si fece battezzare solo sul letto di morte, era propenso a immaginare il contrario: una di quelle mamme che lottano tutta la vita per convertire il figlio, come Monica, madre di Agostino. In generale viene presentata come un modello per le future regine o imperatrici: non si immischia nella politica, ma spende danaro e tempo in beneficienza, soccorrendo gli afflitti anche travestendosi da donna del popolo. Del resto era una donna del popolo: quando il generale Costanzo Cloro l'aveva trovata e messa incinta, da qualche parte in Bitinia, era una stabularia. Così almeno la definisce Ambrogio: bona stabularia. Che potrebbe significare: una brava locandiera. Ma anche: una brava figlia di un locandiere. In ogni caso non una nobildonna.
Elena aveva seguito il padre di suo figlio nella sua lunga trafila per diventare Cesare e poi Augusto, mettendosi da parte quando a Costanzo era stato imposto un matrimonio di rango: solo dopo il trionfo del figlio era arrivata a Roma come moglie di un Augusto, e quindi Augusta: anche se nessuno è mai stato in grado di stabilire se i due fossero regolarmente sposati (almeno in un passo Girolamo osa definirla concubina).
La fama di Elena è legata al ritrovamento di alcune importantissime reliquie, avvenuto durante un viaggio in Terrasanta intrapreso in tarda età (secondo Eusebio aveva 80 anni quando tornò) che forse serviva a ribadire l'unità dell'Impero mentre Costantino era impegnato in Occidente. Elena avrebbe recuperato la sacra Croce, insieme a quelle dei ladroni (quella Sacra fu riconosciuta perché faceva i miracoli), i Santi chiodi (uno dei quali sarebbe stato fuso nella Corona Aurea) e altri tesori subito portati a Roma. Anche Elena ovviamente, alla sua morte, sarebbe diventata una reliquia preziosa: sepolta prima in un sontuoso mausoleo fuori Roma, poi traslata a Costantinopoli, almeno finché non arrivano i crociati nel XIII secolo, dopodiché le voci si moltiplicano, chi la vuole a Parigi, chi a Venezia. A Roma è rimasto il mausoleo, la cui facciata, franando, ha rivelato una grande quantità di anfore che però nel frattempo i romani si erano messi a chiamare pignatte; così il mausoleo è diventato Tor Pignattara.
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