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martedì 28 giugno 2005

- 2025

Tu dirai: Andrò contro una terra indifesa,
assalirò genti tranquille che si tengono sicure,
che abitano tutte in luoghi senza mura,
che non hanno né sbarre né porte,
per depredare, saccheggiare,
metter la mano su rovine ora ripopolate
e sopra un popolo che si è riunito dalle nazioni,
dedito agli armenti e ai propri affari,
che abita al centro della terra.

(Ezechiele 38,11-12)


Arriva Gog

Caro Leonardo,
certe volte Taddei mi fa veram innervosire. Voglio dire, dormire per vent'anni potrà anche essere stata un'esperienza spiacevole; ma non ti dà automaticam il permesso di giudicare il mondo e dividerlo in buoni e cattivi. Anzi, in colpevoli (noi) e innocenti (lui, perché dormiva). Secondo lui dovremmo passare il tempo a provare vergogna per qsti anni disastrosi. Come se viverli da svegli non fosse già stato abbastanza avvilente.

Per esempio, la Palestina. Non fa che chiedermi della Palestina (e so che chiede anche in Facoltà: prima o poi scoppia un casino); ma non appena tento una spiegazione, lui perde la calma.
"Ma come fai a parlarne così, con tanto distacco…"
"…"
"Si vede che non te ne fotte niente, eh? Come a tutti del resto. E allora vedi che ho ragione: peggio dei nazisti. Siete stati peggio dei fottuti nazisti. Sei milioni…"
"Dodici".
"Dodici milioni di persone, e tu me ne parli così, come se fosse una battaglia navale del Settecento. Hai assistito alla più grande tragedia dell'umanità e fai finte di niente".
"Non faccio finta di niente, ma cerca di capire. È passato del tempo, sono successe tante cose…"
"Tante cose? Che cazzo vuol dire Sono successe tante cose? Dodici milioni di persone sterminate nello spazio di un mattino!"
"È terribile, lo so":
"E ne parli come se fosse un incidente in autostrada. Ma non provi nessuna vergogna? Non ti senti in qualche modo responsabile?"
"No, onestam no. Se mi sentissi anche per una minima percentuale responsabile, credo che impazzirei. È una cosa troppo grande per essere condivisa".
"È un meccanismo di rimozione".
"No, è proprio che non sono colpevole".
"Perché sono stati gli iraniani – Ma io dico che è proprio grazie a gente come te che regimi come l'Iran hanno potuto…"
"Alt. Chi ti ha detto che è stato l'Iran?"
"L'ho letto sul Supernet".
"Aspetta un attimo. È vero che gli iraniani avevano in programma un attacco nucleare preventivo. Ma non sapremo mai come sono andate veram le cose".
"Perfetto, li difendi pure. La sera prima programmano un attacco nucleare, la mattina dopo Israele è distrutto. E secondo te può trattarsi di una coincidenza. Dodici milioni di israeliani assassinati, e tu…"
"Non dodici: sei".
"Lo hai detto tu che erano dodici!"
"Dodici milioni di morti: sei milioni di israeliani, sei milioni di palestinesi. Ti dimentichi sempre di loro. Ma quel mattino anche la Palestina è diventata un lago d'acqua morta. E la terza città santa dell'Islam è radioattiva. È improbabile che l'Iran mirasse a qsto".
"Perché no? Un governo di pazzi integralisti sospinti dall'odio… Desiderosi di aumentare la tensione con l'Occidente…"
"…E così spazzano via la Palestina dalle cartine. No, è più sensata la tesi dell'errore umano. La vera cazzata fu permettere a un Paese a elevato rischio sismico come l'Iran di metter su impianti nucleari. A un certo punto un microsisma nel Caspio fa scattare un allarme radioattivo: un generale fesso crede che sia un attacco israeliano e va in panico; scatta il contrattacco nucleare, che secondo i piani doveva centrare solo gli obiettivi militari, con precisione chirurgica".
"Come no".
"Ma i missili iraniani sono roba sovietica di terza mano, sballano le traiettorie e colpiscono la Palestina a casaccio. Qsta è una prima teoria".
"Mi meraviglia che tu non abbia dato colpa agli americani, già che c'eri".
"Ecco, qsta è una seconda teoria. Gli usastri".
"Non ci credo. Esiste anche una teoria del genere?"
"Sì, ed è molto interessante. Si basa sul principio secondo cui le profezie tendono nei tempi lunghi a realizzarsi, non in quanto autentiche rivelazioni divine, ma perché stimolano gli uomini a comportarsi in modo da avverarle…E abbiamo allora le cosiddette «profezie che si autoavverano»…"
"Self-fulfilling prophecies. E allora?"
"Ora, come sai, in seguito alla storica Rapture – le misteriose sparizioni avvenute su suolo usastro – una setta di cristiani protestanti che predicava la prossima fine dei tempi aveva ottenuto la maggioranza al Congresso. Qsta setta era convinta che l'Apocalisse sarebbe stata annunciata da una serie di segni, tra cui l'invasione di Israele da parte di un misterioso Og, re di Magog. È un passo del libro di Ezechiele, nella Bibbia. Lo conosco bene perché se ne parla nel libro che sto spiegando a lezione".
"Ne ho sentito parlare. Ma cosa…"
"In realtà era da decenni che qsta setta protestante si adoperava affinché la profezia si avverasse. Per prima cosa, i protestanti erano diventati i migliori amici dello Stato d'Israele, sostenendolo politicam ed economicam – perché senza Israele, non si sarebbe mai avverata nessuna profezia, mi segui? Niente Israele, niente profezia, niente Apocalisse, niente Gerusalemme celeste, niente di niente".
"Sì, ma…"
"Non solo, ma inconsapevolm gli usastri – appoggiando uno Stato di etnia e religione ebraica nel centro del Medio Oriente – avevano creato anche le premesse perché si formasse una robusta alleanza anti-israeliana nella regione. Che guarda caso è proprio qllo previsto dal profeta Ezechiele. "La Persia, l'Etiopia e Put, con scudi ed elmi…" sto citando a memoria. La Persia sarebbe l'Iran, l'Etiopia in realtà il Sudan, un altro cosiddetto «Stato Canaglia»… e Put indicherebbe il despota russo, che si chiamava Putin, non so se te lo ricordi…"
"Come se fosse ieri".
"Già, dimenticavo. Anche se nella realtà russi e sudanesi hanno respinto ogni addebito: la guerra l'hanno fatta gli iraniani, più o meno da soli, e non si è trattata di un'invasione, ma di un bombardamento – e soprattutto, Dio si è ben guardato dal fermare Gog all'ultimo momento, come aveva promesso al profeta Ezechiele. La responsabilità degli usastri sarebbe quella di aver messo Israele in una situazione in cui avrebbe avuto bisogno di un intervento divino, che alla fine però non c'è stato. E qsta è una seconda teoria".
"Ripugnante".
"Ah, ma c'è di peggio. C'è chi sostiene che Dio non abbia affatto mentito al profeta, e che abbia realizzato tutto ciò che gli aveva promesso. I sostenitori di qsta tesi sottolineano l'attacco del capitolo 39… Aspetta un attimo… qui:

Eccomi contro di te, Gog, principe capo di Mesech e di Tubal.
Io ti sospingerò e ti condurrò
e dagli estremi confini del settentrione ti farò salire
e ti condurrò sui monti d'Israele.
Spezzerò l'arco nella tua mano sinistra
e farò cadere le frecce dalla tua mano destra.
Tu cadrai sui monti d'Israele
con tutte le tue schiere e i popoli che sono con te:
ti ho destinato in pasto agli uccelli rapaci
d'ogni specie e alle bestie selvatiche.
Tu sarai abbattuto in aperta campagna, perché io l'ho detto.
Oracolo del Signore Dio.
Manderò un fuoco su Magòg
e sopra quelli che abitano tranquilli le isole:
sapranno che io sono il Signore".
.

"E questo cosa vorrebbe dire?"
"Non è chiaro, ma secondo alcuni in realtà Gog rappresenta proprio il moderno Stato d'Israele: Dio ha permesso che si riformasse grazie a gente venuta "dagli estremi confini del settentrione"… sai, la massiccia immigrazione russa… poi, quando Israele si accinge ad attaccare preventivam l'Iran, è sempre Dio a «spezzare il suo arco»".
"Ma non è stato l'Iran a colpire per primo?"
"Forse. E secondo altri, è stato Dio a fare esplodere le testate israeliane a terra".
"E perché lo avrebbe fatto?"
"E che ne so. Dio è Dio, e soprattutto qllo dell'Antico Testamento, non va molto per il sottile"
"Sono stronzate, Mac. La verità è che un regime islamofascista ha compiuto un atto senza precedenti contro Israele…"
"E la Palestina. Ti scordi sempre la Palestina".
"…e la colpa è anche di quelli come te, che con la loro indifferenza hanno permesso che l'unica democrazia del Medio Oriente rimanesse isolata e…"
"No, aspetta. Io sarò anche indifferente, ma gli israeliani non avevano bisogno del mio aiuto. Si sono isolati da soli".
"Lo vedi. Lo vedi. La gente come te non cambia mai. Dopo vent'anni ragioni ancora in quel modo. E allora dillo. Dillo che secondo te se la sono cercata".
"Non lo dico".
"Ma lo pensi!"

Qnto mi fa incazzare.
Tanto più che magari ha ragione.

venerdì 24 giugno 2005

- 2025

L'ultimo duemilaecinquista

Caro Leonardo:
È successo qlcosa, in facoltà. E temo che mi riguardi.
Dopo l'incidente della scorsa settimana, pensavo di avere chiuso un bel cerchio di odio e livore nei miei confronti: studenti defargisti a sinistra, fallaciani a destra, tutti uniti contro di me. Mi aspettavo di fare il vuoto a lezione (un po', lo ammetto, ci speravo: Left behind è veram una palla).
E invece, sorpresa! Ieri ho fatto il pieno. In prima fila tutti i fallaciani, nel cui sguardo catatonico intravedo ora una strana sfumatura riverenziale. Qsto deve avere a che fare con Taddei: ma è strano. Chi è Taddei per loro? Un fuoricorso fuorisede? Un tipo strano che si aggira per i corridoi e impreca mentre tenta di usare una normalissima consolle universitaria? Un supereroe? Chi è?
Sul fondo dell'aula, poi, si sono rifatti vivi quelli che nello scorso trimestre avevo identificato come defargisti (e che ero riuscito con qualche sforzo ad allontanare). Persino l'amico di Aureliana, il quattrocchi col nome buffo, quello che avevo mandato nella stanza 68 per punizione (lui, a dire il vero, è il più catatonico di tutti: temo non abbia retto al supplizio). Perché sono tornati? Credo c'entri Aureliana.
Aureliana, infine, è stata la sorpresa più grande. Mi ha teso un agguato. Alle spalle. Ieri. Davanti alla macchinetta della cicoria.

"Il latte no, professore".
"Eh?"
"Non la prenda al latte, la polvere dev'essere scaduta. C'è stata una specie di epidemia di dissenteria tra gli studenti".
"Ah, ma io ti conosco. Ti chiami…"
(Seguono sei secondi di silenzio imbarazzato in cui io, che non voglio ammettere di ricordare il suo nome, attendo che lei, pietosa, stia al gioco):
"Mi chiamo Aureliana, e mi conosce perché frequento il suo corso di Ucronica".
"Ma certo, Ucronica, come no". (È l'unico corso che faccio).
"Mi scusi se l'ho chiamata professore, so che lei ha qsto pallino di non volersi chiamare così".
"Non è un pallino, è… ecco, io… potrei incorrere in sanzioni".
(Altri cinque secondi in cui il non-professore, mordendosi la lingua, evita di iniziare un lungo discorso sulla sua posizione di docente a progetto, che porterebbe a tutta una serie di considerazioni sulla sua vita da eterno precario, e altre chiacchiere da cinquantenne a cui le laureande carine son fin troppo aduse).
"Lo sa, stavo riflettendo a qllo che è stato detto in classe l'altro giorno".
"Ti prego, se hai considerazioni su Left behind, salvale per la lezione. Sono stufo di parlare solo io, e inoltre…"
"No, non ho niente da dire su quel libro merdico".
"Ah".
"Stavo invece riflettendo sull'intervento di alcuni dei miei compagni… colleghi di corso. Mi ha molto incuriosito".
"Oh".
"Così ho controllato, ed è vero! Lei è un duemilaecinquista".
"Un che?"
"Uno di quelli che hanno preso parte ai primi raduni segreti del 2005, in pratica i fondatori del Teopop".
"Beh, beh, no, il Teopop è venuto dopo".
"Certo, e tra i fondatori c'erano in pratica tutti i duemilaecinquisti. Compreso lei".
"Davvero?"
"Non mi dica che non ci aveva mai pensato".
"No, perché sai, poi, i casi della vita, con molti mi sono perso di vista, e…"
"Qsto è patente".
"?"
"Pardon. Volevo dire: è chiaro che lei li ha persi di vista. Tutti li abbiamo persi di vista. In effetti lei è l'unico ancora in circolazione".
"Ah sì?"
"Anche a qsto, non aveva mai pensato?"
"Ma no, scusa… posso essere franco con te, come ti chiami? Anastasia?"
"Aureliana".
"Aureliana, mi sembri una ragazza sveglia. In cosa ti laurei? Storia Moderna?"
"Contemporaneistica".
"Ecco, allora non sto a farti la storia della mia generazione, penso che tu la conosca già abbastanza bene. Tu sai che due terzi degli italiani della mia età dopo la Catastrofe hanno smammato, no? E il più era gente sveglia, come te, che sapeva le lingue e non riteneva giusto rimanere in Valpadana se diventava una palude".
"Ma con qsto cosa…"
"Il che significa, se ci pensi, che due terzi delle persone che conoscevo le ho perse di vista. Compresi i miei amici, i compagni, la mia fidanzata, eccetera. E probabilmente anche tutti qlli che erano all'incontro di Firenze nel giugno 2005. Che, tra parentesi, non fu nemmeno una gran riunione. Faceva caldo e io stavo alla fotocopiatrice. E adesso ci chiamano duemilaecinquisti?"
"Sul sito ufficiale di contemporaneistica, sì".
"E c'è un elenco di nomi? Ma a quel tempo ci chiamavamo tutti con un nome diverso".
"Sul sito ufficiale comparite coi nomi di bisbattesimo. Tranne, ovviam, Defarge".

È solo a prezzo di un indicibile sforzo interiore che riesco a tossir fuori il caffè non sulla camicetta bianca di Aureliana, ma sul fondoschiena del professore che fuma accanto, affacciato alla finestra. Mi aspetto di essere mandato al diavolo almeno da lui: macché. Si volta, si accorge che sono io, bisbiglia un 'faccia più attenzione' e fugge via. Mi temono anche i professori, adesso. Non mi piace.

"Tutto bene?"
"Sì, non è niente, diceva?".
"Lei ha conosciuto Defarge".
"Ah, beh, certo. Voglio dire, chi della mia generazione non ha conosciuto…"
"Ma anche Arci. Ecco, qsta cosa non sono riuscita a controllarla. È vero quel che hanno detto i miei compagni? Lei era il suo assistente?"
"Di nuovo con qsta storia. Sì. No".
"Sì o no, scusi".
"In un certo senso lo assistevo, ma chiamarmi assistente… Sarebbe come dire che il cane era l'assistente di Pavlov".
"Pardon?"
"Ero piuttosto la sua cavia. Mi somministrava delle cose… mi faceva indossare dei caschi… roba del genere. Quando voleva sperimentare qlcosa, veniva da me".
"Dev'essere stato molto interessante. Ma qndo Arci e Defarge ruppero, lei da che parte stava?"
"Da che parte? Da nessuna parte, forse al buffet, ah-ah".
"Davvero, è molto curioso. Lei ha partecipato ad alcuni momenti cruciali della nostra storia, e sembra non ricordarsi niente".
"Non è così curioso, magari è triste, ma non è curioso. L'età, sa, col tempo si seleziona…"
"Si cristallizza, vorrà dire".
"Ah, certo, sì".
"Quindi tra qualche anno avrà ricordi più definiti di quel periodo".
"Penso di sì".
"Ma saranno probabilm falsi".
"Perché dici una cosa del genere, scusa?"
"È una sensazione. Mi sembra che lei stia facendo del suo meglio per riscrivere il suo passato. Il modo in cui ne parla… nel 2005 è addetto alle fotocopie, quando Defarge scappa è al buffet… possibile che lei sia passato indenne attraverso tutto qsto?"
"Perché no? Il cane di Pavlov è morto di vecchiaia".
"Sì, certo. Posso farle un'ultima domanda?"
"Sì. No. Dipende".
"Secondo lei chi ha tradito Defarge?"
"Non lo so".
"Certo. Grazie, comunq. È un onore poter frequentare il corso dell'ultimo dei duemilaecinquisti".
"Bah".
"Non le piace qsto nome, vero?"
"È molto brutto. E poi mi ricorda i diciannovisti".
"Chi?"
"Un gruppo di rivoluzionari che nel 1919 fecero un'adunata per fondare un movimento antimonarchico, anticlericale, libertario…"
"E come lo chiamarono?"
"Decisero di chiamarlo Fascio, perché dava un'idea di compattezza e unità, e poi evocava il simbolo della Roma repubblicana".
"Non ebbero molto successo, vero?"
"No. Sì. Dipende dai punti di vista".

martedì 21 giugno 2005

- 2025

Kamikaze d'Occidente

Quando è giugno inoltrato, e al Progetto Duemila si guasta l'ultimo condizionatore, restiamo soli io e la mia Bismoglie al rezzo dei ventilatori, senz'altra alternativa che socializzare.

"Mac, qsto spot però spiegamelo".
"Qsta? È uno campagna Coop del giugno di vent'anni fa: una cliente raccatta un camice e si spaccia per inserviente del supermercato. Lo spirito del 2005".
"Lo spirito del 2005 era spacciarsi per inservienti? Eravate messi così male?"
"Ci sentivamo impoveriti ed avevamo un bisogno disperato di appartenere a una qualsiasi istituzione".
"Un supermercato?".
"L'incarnazione più bonaria del Potere. Niente politica, niente esercito, solo un Marchio. Garanzia, però, di qualità. Come sai il motto del Teopop…"
"…Fu preso da quello della Coop, lo so. «Il Teopop sei tu / chi può darti di più». Non so se valga la pena ricordarlo agli utenti".
"Perché no? Lo spot mostra già quella concezione bonaria del potere, quella retorica partecipativa che lanciò il Teopop come rivoluzione su misura per pensionate e commessi. Poche ciance, mettiti un camice e datti da fare, che ce n'è di lavoro qui! La vecchina col camice fu il nostro Zio Sam".
"Chi è Zio Sam?"
"Lascia perdere, va".


"Parlando d'altro, non mi hai ancora spiegato come ne sei venuto fuori, l'altro giorno".
"No?"
"Eravamo rimasti a quando hai scoperto di avere la classe piena di fallaciani…"
"…che ce l'avevano con me perché pensavano che l'Apocalisse fosse solo un libro della Fallaci, così praticam io stavo abusando di un sacro nome che…"
"Mac?"
"Assunta?"
"Ti-faccio-una-domanda-e-non-devi-alzar-la-voce, ok? Siamo sul luogo di lavoro"
"Non sai cos'è l'Apocalisse".
"Certo che lo so, è un libro della Bibbia. Qllo che parla di quel che succede adesso, gli usastri che fuggono su Marte e tutto il resto".
"Marte è solo una teoria. Ma allora cos'è che non sai?"
"Insomma, qsta Fallaci…"
"Non conosci la Fallaci?"
"Ti avevo chiesto di non alzar la voce!"
"Ah, ma… Fallaci è l'ispiratrice dei fallaciani, no?"
"Sì, tante grazie".
"Si tratta di una famosa giornalista italiana che, quando seppe di essere afflitta da un morbo incurabile, decise che avrebbe messo a profitto il poco tempo a disposizione, e si adoperò in tutti i modi per farsi lanciare una fatwa internazionale. Stile Rushdie, hai presente".
"Lo scrittore indiano perseguitato dagli islamici perché aveva scritto…".
"Una manciata di paragrafi irrispettosi sul Profeta. Per essere sicura, qsta giornalista scrisse ben più di una manciata di lenzuoli editoriali in cui offendeva il Profeta, la sua barba, l'Islam e chiunq le capitasse a tiro. Era appena stato l'undici settembre, ed eravamo tutti molto sensibili su qsti argomenti… in pratica, voleva morire col botto e diventare un martire dell'Occidente. Ché è meglio di farsi venire le piaghe da decubito in una clinica privata, se ci pensi".
"E la gente come reagì?"
"Ah, fu un grande successo mondiale. Ristampe, traduzioni, aggiornamenti…"
"Ma la fatwa?"
"Ecco, qllo resta un mistero. Nessun Imam o Mullah si decise a promulgarla. Passavano gli anni, lei continuava a berciare, e loro niente. Da chiedersi cos'è che avesse fatto di male, per esser snobbata così. Ormai aveva esaurito gli insulti, ma la fatwa ancora non arrivava".
"E poi? Com'è finita?"
"Non si sa bene. Secondo alcuni è volata su Marte… o comunq in cielo… durante la Rapture. Perché viveva a Manhattan, sai, e da lì sono decollati in parecchi. Secondo altri è stata effettivam martirizzata da un Commando islamico. In ogni caso, i suoi testi hanno dato vita a una setta, qlla dei fallaciani, appunto".
"Ma tu, alla fine, come l'hai spuntata?"
"Non te l'ho ancora detto? Mi ha salvato Taddei, sai, il tipo congelato".
"Il clandestino di San Lazzaro? Era lì?"
"Viene lì tutti i giorni, a farsi un corso accelerato di Supernet… è entrato pensando che la lezione fosse finita, proprio nel momento in cui stavano per saltarmi al collo".
"Non ti sarebbero saltati al collo, è solo un'impressione".
"Senti, ne avevo almeno quattro che mi abbaiavano intorno, voglio proprio vedere tu, se…"
"E lui cosa ha fatto? Ha sollevato la cattedra e gliel'ha scagliata addosso? O altre cose da supereroe?"
"Macché, ha cacciato un urlo e lanciato un'occhiataccia, tutto qui".
"Tutto qui. E loro si sono placati. Una cosa molto istintiva. È come se riconoscessero un loro superiore".
"Ci sa fare coi ragazzini".
"Ho scoperto che è un mezzo idolo della facoltà. C'è chi sostiene che abbia già sventato due attentati libici in piazza".
"Attentati libici in facoltà?"
"La gente è pazza, sai".
"Mac, io vorrei che mi spiegassi una volta per tutte chi è Taddei e perché è così importante per te. E per Damaso":
"Ecco, era da un po' che non mi saltavi fuori con Damaso. Te l'ho già detto, Damaso mi aveva assunto per fargli un corso aggiornato di civiltà, poi lui è scappato… ora l'ho ritrovato, non mi resta che ritrovare anche Damaso, e intascare…"
"Trovarlo? Quindi non sai che lo hanno trasferito?"
"Sì? Dove".
"Non lo so di preciso, ho solo sentito… Appennino reggiano, credo".
"Brrr. Ospedale di Bismantova?"
"No, niente ospedale. Hanno scoperto che non aveva una laurea vera in psicologia".
"Qsto si sapeva già. È solo caduto in disgrazia".
"Ma neanche una laurea in medicina. Salta fuori che è un veterinario".
"Tipico".
"Come sarebbe a dire tipico?"
"Tipico Teopop: se c'è un camice in giro che non sta usando nessuno, mettitelo tu. Che c'è un sacco di lavoro da fare".
"Certe volte, sai non ti capisco".
"È perché sono vecchio, Sunta".
"No, secondo me eri fuori già ai vecchi tempi".
"E tu che ne sai, dei vecchi tempi?"
"Me li faccio raccontare".

venerdì 17 giugno 2005

- 2025

Antichrist for dummies

Caro Leonardo,
va bene, a me piace scherzare sullo stato catatonico dei miei studenti: però in qsto trimestre francam si esagera.
Posso capire tutto: l'aria condizionata, che ha non va, anzi peggio, fa finta: in teoria il solo frastuono della ventola dovrebbe, per autosuggestione, arrecare sollievo agli alunni nell'ora meridiana. Sì, col cacchio (Taddei mi sta contagiando con le sue scurrilità). E il libro, anche il libro è indubbiam una palla. Quando leggi i born again, rivaluti la Bibbia vera. Ma riabiliti anche la Tamaro. Riabiliti tutto. Non si capisce mai se abbiano deliberatam scritto un libro per bambini, o lo abbiano fatto scrivere ai bambini direttam.

"E così, nei giorni successivi alla Sparizione (Rapture) dei Giusti, mentre il pilota Rayford si converte alla vera fede e s'informa sulla Grande Tribolazione a venire, assistiamo all'ascesa al potere di Nicolae Carpathia, l'anticristo in pectore. Qui ci troviamo di fronte a una libera reinterpretazione di un personaggio dell'Apocalisse biblica, declinata secondo i gusti dominanti del Midwest usastro della fine del secolo scorso. Qlcuno mi sa definire i tratti caratteristici del personaggio?"

Niente, mi sembra di parlare un'altra lingua. Straniero in terra straniera. Sutherland in Animal House. Quasi rimpiango il branco di defargisti del trimestre scorso. Solo Aureliana è rimasta, e mi tiene il broncio. È ancora arrabbiata con me per quando mandai il suo amico nella stanza 68. Da allora niente più defargisti alle mie lezioni. Solo zombie.

"Va bene, li dico io. Carpathia, per prima cosa, è europeo. Per giunta rumeno, quindi connazionale di Vlad l'Impalatore detto Dracula; ma in alcuni passi si insiste sulla remota origine italiana: Carpathia, infatti, è ecumenico, favorevole alla creazione di una sola religione mondiale; purché la sede sia a Roma. Insomma, sotto sotto è anche cattolico e papista… e qsto spiega in parte il deterioramento dei nostri rapporti con gli usastri, quando i born again ebbero la maggioranza del Congresso, dopo la Rapture. Mi riferisco alla Rapture storica, non qlla immaginata dagli autori del libro vent'anni prima.
Essendo tuttavia l'impersonificazione del Male Assoluto, Carpathia deve essere tante altre cose. È un ambiguo amico degli ebrei; ammette di essere una pedina delle "Banche Mondiali", anche se sta per prendere in mano le redini del gioco ammazzando a bruciapelo i suoi potenti amici londinesi. Ma è, soprattutto, un grande diplomatico, fautore della Pace mondiale e del disarmo multilaterale. Il suo programma prevede la distruzione del 90% degli arsenali militari di tutti i Paesi del mondo: il restante 10% sarà amministrato dall'Onu, cioè da lui. Carpathia è il Multilateralismo fatto uomo: ha studiato per anni la storia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, sicché, quando giunge a New York, gli basta tenere una lezione di Storia dell'Onu per infiammare il Palazzo di Vetro. Pag. 201: "Per essere uno che non aveva mai messo piede sul suolo usastro, mostrava di possedere congnizioni stupefacenti sui meccanismi più reconditi dell'Onu". I "meccanismi più reconditi" sarebbero poi qlli del Consiglio di Sicurezza, che Carpathia estende a otto membri. Ora voi potreste chiedermi come fa, un signor Nessuno venuto dalla nazione letterariam più sfigata d'Europa ad arrivare come ospite all'assemblea Onu e a farsi proclamare dopo 48 ore Segretario Generale, a riformare il Consiglio di Sicurezza e a spostare, già che c'è, tutto il carrozzone onusiano a Babilonia…

(Vdrong, vdrong, fa la ventola. A. si mangia le unghie con ostentato metodismo)

…ma un'altra caratteristica di Carpathia è il suo ipnotico carisma, del resto non sarebbe Anticristo se la sua parola non facesse innamorare chi gli sta davanti. "People" lo nomina "Uomo sexy dell'anno", anche se è ancora febbraio; le donnine poco serie – perché non stanno a casa o in chiesa – cinguettano estasiate. Per qlcuno è la prima volta in trent'anni che un politico ha qlcosa da dire. "Carpathia poteva essere un altro Lincoln, un Roosevelt, o l'incarnazione di Camelot come a suo tempo lo era stato il clan dei Kennedy?" Domanda retorica, visto che siamo a pag. 291, e a qsto punto anche un bambino avrebbe capito che Carpathia è l'Anticristo, vale a dire il degno successore, se non di Lincoln, certo di Delano Roosevelt e Robert Kennedy. Ricco, democratico, diplomatico, idealista, multilateralista, sexy: in una parola, liberal. Ecco l'Anticristo per il Midwest.
Ora, malgrado le tesi di alcuni critici, che hanno tentato di identificarlo con Clinton, io credo che Carpathia tradisca un poco la difficoltà dei born again di visualizzare un nemico: nessun leader europeo o del Terzo Mondo, nessun candidato democratico alla Casa Bianca, poteva assomigliare realm a Carpathia. Si trattava di un modello già vecchio ai tempi della pubblicazione del libro. Voi che ne pensate?"

(Tanto ormai è finita l'ora…)

"Io lo trovo molto simile ad Arci".
"Eh?"
"Sì, anche lui ipnotizzava i suoi uditori".
"Ma…"
"E aveva un sacco di idee innovative, e riusciva a farle approvare tutte. Non trova, professore?"
"No professore. Io…"
"Sì, lo sappiamo, lei è appena un assistente didattico".
"E prima di essere assistente didattico…"
"Era l'assistente di Arci".

Uh-oh.

"Va bene, la lezione è finita. Per lunedì…"
"Professore, ci spieghi una cosa. Lei è un rivoluzionario, un patriota…"
"Un teopoppista della prima ora, uno di quelli che era passato in clandestinità fin dal 2005".
"Giugno ’05, il raduno segreto a San Firenze, si ricorda? E come mai oggi non è nemmeno Professore?"

"Mah, sapete, per molti anni mi sono disinteressato alla letteratura, ho fatto altro, e poi…"
"Certo, se uno pensa ai suoi compagni, non le è andata male".
"È vero, di qlli del 2005 è l'unico ancora in circolazione. Gli altri o sono caduti…"
"O sono scomparsi, come Arci".
"O come Defarge".
"E invece lei è ancora qua, a spiegarci l'Apocalisse. Che strano. Che strano".
"Bella, però, l'Apocalisse".
"La parola è molto bella, ma in bocca a lui…si sporca un po', non trovate?"
"È vero, c'è una sola Apocalisse, e non è qsta qui".
"Meriterebbe una punizione, professore".
"Pardon, assistente".

Ecco, ho capito adesso chi sono questi. Fallaciani.
Mi hanno teso un agguato. Inutile provare a scappare.
Inutile - soprattutto - tentare di ragionarci.

mercoledì 15 giugno 2005

- 2025

Democrazia abrogativa

Caro Leonardo,
un altro giorno, un altro duro colpo per Taddei.
Sembra quasi che faccio apposta, a demolire tutte le sue certezze. Lui, in fondo, vorrebbe solo essere sicuro di vivere in un film, una specie di 1984 cattocomunista con Papa Silvio al posto del grande fratello. Un incubo, certo, ma un incubo rassicurante, con i cattivi da una parte e i buoni dall'altra, e lui supereroe in felpa e cappuccio. Ma poi si guarda intorno – dov'è la repressione? I carabinieri hanno le stesse panze di vent'anni fa. E i passanti, guardali in faccia: ti sembra abbiano paura? Guarda la vecchietta in fila per la soia: sgrana un rosario, spende il tempo in avemarie: il miglior investimento, alla sua età. E il signore alla fermata filobus, il colletto ingiallito dal sudore: ha paura? Sì, di fare tardi, proprio come ai tempi tuoi. E i due bambini a un angolo della piazza: vendono floppy disc in una cassetta di frutta. Ti sembra una scena da regime?
"Ma li usate ancora, i floppy?"
"Tornano di moda".
"Ma va".
"Di necessità virtù. C'è gente che passa i giorni nelle discariche a disseppellire schede di vecchi 486".
"Good grief. Ma perché sei in ritardo".
"Scusa, mi ero scordato di avvertirti. Sono andato a votare".
"Eh?"
"Pensavo di fare in dieci minuti, ma avevano preparato una cabina sola, così c'era una fila che…"
"Ma voi votate?"
"Certo, perché? Non dovremmo?".
"Per la salute di Cristo, no! Pensavo che qsto fosse un fottuto regime!"
"Ancora con qsta storia, Taddei, dai…"
"Aspetta. Sarà la solita montatura. Chi ha il diritto di voto?"
"Tutti".
"Tutti gli uomini, ma le donne…"
"Tutti e tutte, dai quindici anni in su. Fai la cresima e vai a votare".
"Ah vedi, serve il consenso del prete".
"Tanto il voto è segreto".
"Seh, segreto…"
"Matita copiativa, seggio, scheda in quattro parti. Come ai tempi tuoi".
"Sarà tutto ripreso, m'immagino".
"Senti, guardati intorno. Hai mai visto una telecamera a circuito chiuso in giro?"
"Sì, quella lì sopra, per esempio".
"È un giocattolo. Non ci sono i soldi per riprendere il corpo elettorale. È assurdo".
"E ogni quanto votate? Un plebiscito ogni dieci anni?"
"Una volta al mese".
"Una volta al mese? E che c'è da votare una volta al mese?"
"Un sacco di cose, c'è. Noi abbiamo un parlamento, sai. È eletto dal concistoro dei cardinali, ma è pur sempre un parlamento".
"E voi eleggete il concistoro?"
"No, i cardinali li nomina il Papa".
"E il Papa lo nomina lo Spirito Santo".
"Naturalm".
"E allora che c'è da votare una volta al mese, me lo spieghi?"
"Ah, scusa, vedo che non hai ancora chiaro un principio basilare del Teopop. Vedi, lo Spirito Santo, che è Dio, non spira solo sui Vescovi e sui Cardinali. Esso è libero di ispirare ogni cittadino bisbattezzato. Perciò, quando andiamo alle urne, noi eleggiamo Papa, Concistoro e Parlamento".
"Una volta al mese".
"Certo".
"E se da un mese all'altro smettete di votare Silvio…"
"Lui si dimette da Papa".
"Lo può fare?"
"Se glielo dice lo Spirito Santo, lo deve fare".
"E allora scusa, perché non lo avete ancora buttato giù? È il candidato unico, o sbaglio?"
"Non funziona così. Il voto è un referendum. Vuoi sollevare il Papa attuale dall'incarico, sì o no? Se vince sì, il Papa si dimette. Vuoi votare la sfiducia al Concistoro, sì o no? Se vince il sì, i Cardinali si dimettono. Vuoi sciogliere le camere, sì o no? Eccetera".
"E questo tutti i mesi".
"Ah, ma non è mica finita qua. Noi votiamo anche per abrogare le leggi del parlamento".
"Quali leggi?"
"Tutte, tutte le leggi votate dal parlamento durante il mese. Oggi ho votato, nell'ordine: NO all'abrogazione del divieto di fumo nelle classi scolastiche, SI' all'abrogazione di all'enciclica De anima illa quam spermata quoque habent che sancisce che gli spermatozoi hanno un'anima, SI' alla rimozione di un condono edilizio per le case costruite sulla spiaggia di Torino; SCHEDA BIANCA al bilancio agricolo del mese scorso; NO…"
"La mente vacilla".
"Non te l'aspettavi, eh? Ma è uno dei vanti del Teopop: la partecipazione abrogativa. Se una legge ti fa cagare, il 15 del mese vai nel seggio e la stralci. È una gran soddisfazione. Riduce i tumulti di piazza del 25%. Anch'io, guarda, oggi mi sento tanto più leggero".
"Non lo so. Io… io, guarda, ero un convinto assertore dei referendum".
"Ah sì?"
"Però questo mi sembra, come dire, un po' esagerato… e la percentuale ai seggi in media quant'è?"
"Mah, intorno al novanta, novantacinque…"
"Novantacinque per cento?"
"Ma no, sciocchino, per mille. Non si usa più, il per cento. Siamo moderni, noi".
"E il quorum? Non ditemi che non avete il quorum!"
"All'inizio, in effetti, non c'era. Si puntava molto sullo spirito di partecipazione. Poi però il sistema è diventato ingestibile, c'erano pericolosi capipopolo che riuscivano ad abrogare qualsiasi cosa… a un certo punto li hanno perseguiti e imprigionati con scuse qualunq, calunnie estorte ai loro collaboratori dietro minacce di torture… sono vecchie storie, preferirei parlare d'altro".
"Ed è stato introdotto il quorum".
"Sì".
"Cinquanta per cento più uno".
"Non proprio. Cinquecento per mille più uno".
"Ed è mai stato raggiunto?"
"Una volta… tre quattro anni fa, mi ricordo, era febbraio…"
"E cosa è stato abrogato?"
"Il vincitore di Sanremo".
"Fottuto Teopop".
"Sssst. Non dire così. Il Teopop sei tu. Chi può darti…"
"Lo so io cosa darti, altroché".
"Taddei!"
A volte il ragazzo m'impressiona. Un attimo prima c'era, e poi – puf! Giù il cappuccio, e via nella notte. Evaporato. Ma tornerà. Torna sempre.

giovedì 9 giugno 2005

- 2025

Come sapete

Caro Leonardo,

ogni docente ha il suo intercalare preferito, che sarà senza dubbio rivelatore di qlcosa. Chi dice "è vero" ogni tre frasi ha paura di mentire (o di farsi scoprire?); chi dice: "se non vi dispiace" ha un gran bisogno di piacere a qlcuno.
Io credo di aver capito ql è il mio intercalare: "Come sapete". Simpatico modo di esorcizzare il fatto che i miei studenti non sanno un c.

"Come sapete, questo trimestre è dedicato a una delle opere di narrativa scritta più importanti del secolo scorso, Left Behind di Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins. Solo di recente l'opera è entrata nei programmi didattici del Teopop, in parte a causa del lungo periodo di ostilità tra il nostro Sistema e gli usastri. Perdurava inoltre la secolare, cattiva abitudine di studiare soltanto le opere narrative lette e divulgate dalle élites culturali, con qualche concessione ai generi che le élites stesse amavano consumare nel dopocena divertimento: il pulp, la space opera di Lucas… Oggi il nostro approccio è molto cambiato, come sapete".

(Due sbadigliano, uno già dorme. La coppia sul fondo è interdetta, pensava che si proiettasse un video. Adesso non sanno se uscire o limonarmi davanti).

"Oggi, dopo le varie rivoluzioni perlopiù religiose che hanno profondam mutato le società sulle due sponde dell'atlantico, il ruolo di qste famose élites è stato molto ridimensionato, e gli studiosi preferiscono occuparsi delle opere che hanno maggiorm segnato l'immaginario popolare: il codice Da Vinci, la profezia di Celestino, l'Alchimista, eccetera. E Left Behind ovviam. Non per il loro intrinseco valore letterario (che in certi casi, come il nostro, è irrisorio), ma per l'importanza che hanno avuto nel modificare il comportamento di vaste moltitudini di persone. Un libro può essere bello o no: ma quando riesce a riformare una religione, provocare una rivoluzione e svariate guerre, è senza dubbio importante, e meritevole di essere studiato. Siete d'accordo?"

Silenzio-assenso. "Left Behind descrive – e in parte provoca – il radicale mutam religioso della fede protestante usastra a cavallo tra i sec. XX e XXI. Sapete come in quel periodo molte vecchie comunità protestanti chiudano i battenti, sostituite da chiese di concezione nuova. Ora, se voi due in fondo mi date una mano ad abbassare le tende, proietterò il mio visore a pag. 104:

Per anni aveva sopportato la chiesa. Ne frequentavano una che chiedeva poco e offriva molto. Avevano allacciato diverse amicizie; avevano trovato il loro medico, il loro dentista, il loro assicuratore e persino avuto accesso al circolo sportivo grazie a quella chiesa. Rayford era riverito, presentato con orgoglio come il comandante di un 747 ai neofiti e agli ospiti; aveva prestato persino servizio nel consigli pastorale per diversi anni.


Ecco, direi che qui si descrive in sintesi il senso di un'appartenenza religiosa di fine secolo. La parrocchia come mini-lobby: in una società che sta smantellando il welfare, la Chiesa consente ai nuovi arrivati in un quartiere di inserirsi in un proficuo circuito di conoscenze e di scambio dei saperi. Una chiesa di qsto tipo "chiede poco e offre molto": non in termini di vita ultraterrena, ma di benessere quotidiano. A un certo punto, però qsto modello entra in crisi ed è soppiantato da qlcosa di nuovo, che all'inizio è solo "una stazione radio".

Dopo la scoperta della stazione radio cristiana e di ciò che definiva "la vera predicazione, la vera dottrina, Irene si era definitivam disillusa nei riguardi della loro chiesa e aveva preso a cercarne un'altra. Rayford allora aveva colto l'opportunità per abbandonare del tutto le sue frequentazioni, assicurando la moglie che quando lei avrebbe trovaro una nuova chiesa che davvero le piacesse, lui l'avrebbe seguita. Irene ne trovò una e Rayford occasionalm si provò a seguirla; ma prendevano le cose troppo alla lettera da qlle parti, scendevano troppo sul piano personale; il che era troppo gravoso per lui. Non era riverito, aveva come la sensazione d'essere parte di un progetto e quindi prese a tenersene più o meno alla larga.

Si tratta evidentem di una chiesa born again. La prima reazione di Ray è tipica: alla larga, quelli fanno sul serio. Dopo qualche tempo inizia a temere per le "manie religiose" della moglie. Pag. 9:

La più grande paura di Rayford era che le manie religiose di Irene non si sarebbero dissolte nel nulla come il suo entusiasmo di venditrice porta a porta per la Amway o di propagandista per la Tupperware, e come la sua passione per la ginnastica aerobica. Se l'immaginava tutta intenta a suonare campanelli e a chiedere alla gente se poteva leggere un paio di versetti.

Amway, tupperware, aerobica: il triangolo usastro delle Casalinghe. È questo il primitivo brodo di coltura delle chiese Born Again. Il libro insiste su qsto punto: è la Casalinga che deve pregare per il Marito, e tentare di evangelizzarlo. Anche se c'è il concreto rischio di allontanarlo da sé, come succede nel caso di Ray. Domande?

"Che vuol dire born again?"
"Significa «rinati». Per i born again occorre rinascere alla fede, buttar via la vecchia religione e rinascere alla nuova. Non a caso in qsto periodo viene esaltato il bambino appena nato, come individuo perfetto perché senza peccato".
"E il peccato originale?"
"Non è più così importante. Tanto che, come sapete, si arriva all'esaltazione del super-bambino: l'embrione, il feto. Sono senza dubbio meritevoli della vita eterna. Durante la Rapture spariscono bambini appena nati, come a pag. 41:

La CNN ritrasmise il video al ralenti mostrando il ventre ingrossato della donna che diventava quasi piatto, come se avesse partorito in quello stesso istante. […] La sequenza si bloccà nel momento in cui il ventre della donna si afflosciava. «Il camice dell'infermiera sembra ancora gonfio, come se lo indossasse una persona invisibile. È sparita! Lì, lo vedete?


"Altre domande?"
"Cos'è Amway?"

lunedì 6 giugno 2005

- 2025

Gran turismo

Caro Leonardo, e Taddei?

Potrebbe stare meglio. Continua a nascondersi nel Cimitero di Guerra, dice che si trova al posto suo. Non so bene, non voglio sapere come si nutre: spero che le razzie nei pollai di San Lazzaro siano terminate. Oh, beh, frugherà nei cestini da pic-nic dei bagnanti, fatti suoi. Io posso offrirgli un panino ogni tanto, ma mica posso fargli la spesa.
Nei giorni convenuti passa a trovarmi in facoltà, dove l'apparizione di un trentenne imbacuccato in una felpa col cappuccio ante-guerra non è del tutto incongrua. Sto cercando di imparargli la consolle Supernet, ma è un caso disperato.
"Accelera adesso".
"Cosa?"
"Accelera, dai gas!"
"Ma con cosa?"
"Il triangolino a destra, oppure la leva a sinistra".
"Questa?"
"Sì, ma in avanti, altrimenti è in retromarcia".
"Ma vaf…"

A volte penso che sia come insegnare la motocicletta a un paraplegico. Che però non abbia nemmeno mai visto una motocicletta in vita sua. Un aborigeno. Un paraplegico aborigeno.
Poi rifletto meglio. Anch'io all'inizio ero un paraplegico del genere. Ho solo avuto più tempo a disposizione (continuo a essere una schiappa, del resto. Media oraria 120 km/h).
"Senti, devi rilassarti. In fondo è una simulazione di guida, no? Non avevi la patente?"
"Ma se è una fottuta simulazione di guida, perché non usare un fottuto volante con marcia e pendali, no? Invece di questo fottutissimo giochino per decerebrati giapponesi…"
"Te l'ho già detto. Esistono anche interfacce utenti a forma di volante e pedali. Ma costano troppo, e ormai la gente si è abituata a riutilizzare le vecchie consolle da videogiochi che aveva in casa. Costano meno e funzionano uguale, quindi…"
"E porcaputtana, il mouse e la tastiera? Costavano troppo anche quelli?"
"La tastiera (te l'ho già detto) è quasi del tutto inutile sul Supernet, visto che i testi scritti sono pochissimi, e quasi tutto il contenuto è sotto forma di files multimediali. Quanto al mouse, ti rendi conto? È come se nel bel mezzo di una guerra termonucleare tu chiedessi in dotazione una pistola. Quando entri nel Supernet devi inviare migliaia di impulsi diversi al minuto, e non puoi farlo semplicemente con un affarino con un tasto o due. Non esiste. Ti servono una dozzina di tasti e un paio di leve. Visto che non abbiamo i caschi".
"Non riesco a capire".
"Cosa non riesci a capire, adesso?"
"Io pensavo che la tecnologia andasse verso la semplificazione. Ai tempi miei ogni anno uscivano prodotti sempre più facili da usare".
"La consolle è facilissima da usare, Taddei. La gente che ha trent'anni nel 2025 ha imparato a usarla prima di imparare a leggere e scrivere. Tu eri bravo a usare il mouse perché eri cresciuto con Space Invaders o Pacman. Non so in quanti modi posso ancora spiegartelo".
"È una fregatura. Qsta roba non è paragonabile a Internet. Non importa se gira a tot giga al secondo. Non c'è nessuna condivisione dei saperi. È solo un fottutissimo videogioco".
"E allora te lo ripeto di nuovo: tu non sei sul Supernet. Lo stai solo caricando. Per accedere al Supernet dobbiamo fare una specie di anticamera – dovuta al fatto che i server stanno a Bisanzio, e noi siamo solo attaccati con una connessione di fortuna che passa sotto l'Adriatico, e i molti giga al secondo diventano mega".
"Ma se è solo un fottuto programma di caricamento, perché devo guidare una macchinina? Non basterebbe la scritta loading e un fottuto orologio, o una clessidra? Perché devo dare gas e sentirmi vibrare le mani quando esco dalla fottutissima strada?"
"Per tanti motivi. Primo: ci si abitua all'interno di Supernet, dove dovrai guidare in mezzo ai contenuti. Secondo: serve a scremare gli utenti, visto che la banda che passa sotto l'Adriatico non è poi molta: così quelli che sono troppo lenti nel caricamento non possono accedere. Terzo: la simulazione di guida è divertente. Visto che la gran parte di noi non guida più, abbiamo trasferito questa passione nazionale nella nostra interfaccia Supernet. So che ci sono posti dove la gente usa le cloche e fa simulazioni di volo. Ma il caricamento più diffuso è quello della simulazione di guida, così se impari a guidare abbastanza velocem riesci a connetterti dove vuoi".
"E i caschi?"
"Quelli scordateli. Ce li hanno soltanto gli Usastri".
"E cosa fanno? Guidano? Volano?"
"No. Non hanno bisogno di visualizzare immagini, hanno tutta la banda che vogliono. Fluttuano in mezzo ai concetti. Tutto qui".
"Che significa?"
"Non ne ho idea, è una cosa che non nemmeno immaginare finché non ci sei dentro. Si mettono i caschi e lasciano che lavori il cervello. Mandano milioni di impulsi cerebrali al secondo, senza nessuna fatica. Non hanno bisogno di spingere tasti. Pensano e trovano quello che cercano".
"Ma è possibile comunicare con loro?"
"In teoria. In pratica in un secondo tu puoi spingere tre tasti – se sei bravo – mentre loro possono pensare centomila pensieri. È come se una tartaruga tentasse di comunicare con Einstein".
"E la tartaruga siamo noi".
"Decisam, sì".
"È terribile".
"Una volta tutto il mondo usava le stesse interfacce, ma quando le Civiltà si differenziano è sempre più difficile trovare una base comune di comunicazione. È qllo che noi abbiamo chiamato Divario Digitale".
"Sì chiamava così anche vent'anni fa".
"Ah sì?"

Me n'ero dimenticato.