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venerdì 22 agosto 2025

XI. Non desiderare la fotografia degli altri

What really happened to Michael Rockefeller?
(The Smithsonian Institute)

– Io la famosa pagina FB sulle mogli non l'ho vista (e quindi non dovrei parlarne). Non per un sussulto di moralismo; è proprio che non mi andava di vederla. Ci sono posti su internet dove vado molto volentieri: una pagina del genere non è tra i primi mille. Non ho il fetish per le foto rubate, non ho il fetish per i mariti arrapati, o per i cuck (che mi intristiscono), non ho il fetish per le pagine trash, ho abbastanza autostima da non avere bisogno di titillarla con lo spettacolo di chi sta peggio; non ho il fetish per il moralismo che potrei esprimere per l'occasione, insomma è tutto un insieme di cose che non mi attira quanto la Bibliotheca Sanctorum o i video dei cani che saltano nei corridoi. Ma vi garantisco che sono comunque una persona orribile, adesso per esempio scriverò un pippone ispirato a una pagina fb che non ho nemmeno visto, perché? Evidentemente ho questo specifico fetish.

– Senza averla vista, sono disposto a scommettere che il 95% dei contenuti non fossero immagini di mogli rubate alla loro insaputa, bensì foto saccheggiate qua e là, un po' di AI per i grulli che ci cascano, meme idioti ecc. Perché ne sono abbastanza sicuro? Perché è un gruppo di Facebook, e su Facebook tutto è così – se apri una pagina di barzellette, il 95% le copierà, ora, è più facile fregare un video alla congiunta o inventarsi una barzelletta? Io gestisco una pagina di santi del calendario, e il 95% vi garantisco è copiato ma mica da adesso, gli agiografi hanno iniziato a copiarsi nel III secolo.

– In particolare fatico a credere che un algoritmo addestrato a riconoscere i capezzoli femminili (non maschili!) anche sul vassoio di Sant'Agata abbia lasciato filtrare immagini particolarmente compromettenti, ma consentiamo che ci fossero. Il revenge porn in Italia è un reato, se incappate in roba del genere dovreste segnalarla all'istante sia ai gestori del network, sia alla polizia postale. Se invece decidete di diffondere indiscriminatamente la notizia che esiste questo tipo di pagina, non state realmente aiutando le vittime di revenge porn. State diffondendo un allarme sociale, che è un'altra cosa. Forse avete un po' il fetish dell'indignazione, e chi sono io per giudicarvi; ma se davvero pensate che lì dentro stiano avvenendo delle 'violenze a distanza' (ho letto questa espressione), chiamare altra gente ad assistere a questo tipo di violenze non è esattamente la cosa più rispettosa delle vittime. 

– Anche stavolta mi capita di notare questa cosa, che c'è gente convinta di poter essere violentata in effigie. A me sembra assurdo, insomma per quanto possa essere fastidioso scoprire che qualcuno concupisce le nostre immagini, una violenza sessuale mi sembra infinitamente più invasiva e dolorosa – ma non ho più la pretesa di convincere chi ci crede. Tutto sommato è una reazione istintiva che ci accomuna ai famosi indigeni che non volevano essere fotografati (in certe situazioni si è poi scoperto che non volevano essere fotografati gratis, cioè se vuoi la mia anima almeno fammi un prezzo). Non posso non notare che questo tipo di ragionamento (o di istinto), una volta elevato a sistema non potrebbe che condurci al divieto assoluto di riprodurre forme umane, e magari a un tipo di abbigliamento molto prudente che in effetti dall'Afganistan sta tornando di moda. Questa cosa che si potrebbe arrivare a un regime proibizionista e oscurantista per via matriarcale e non patriarcale un po' mi attizza, ma solo perché ho un fetish per i paradossi (e chissà se in passato non ci siano state civiltà completamente fasciate e sessualmente segregate, che abbiamo prese per patriarcati mentre invece...)

– Una tentazione proibizionista è sempre serpeggiata tra i movimenti femministi. Negli USA, appena le donne riuscirono a votare e a mandare qualcuno in parlamento, inaugurarono il proibizionismo (non funzionò molto); in Italia chiusero le case chiuse (a qualcosa è servito, se ne potrebbe parlare a lungo, comunque la prostituzione esiste ancora). Gira che ti gira, il desiderio maschile è un problema, a qualcuna risulterà IL problema, che può ispirare opzioni repressive. Il meme ormai frusto del "Not all men", alla fine allude a questo: un uomo fa presente (di solito in modo scomposto) che almeno lui può convivere con le proprie pulsioni senza essere un criminale, qualcuna le risponde che non è vero, sarà comunque un criminale in potenza e questo è già un rischio intollerabile.

 – Non credendo nel prossimo avvento di una dittatura matriarcale oscurantista, non mi sento tuttavia di escludere che prima o poi un'ondata femminista non si ritrovi a suo agio nel golfo di qualche comunità reazionaria, irresistibilmente attratta da una comune ostilità verso le pulsioni – almeno quelle maschili. Quella che chiamiamo cultura occidentale, una crosta molto sottile su un'irrazionalità in perenne tumulto, da qualche decennio sta sperimentando una proposta freudiana: proviamo a gestire i nostri desideri senza reprimerli troppo. Dove c'è tutto questo Id, proviamo a metterci più Ego: chissà che discutendone tutti assieme, sin dalla scuola dell'obbligo, e moltiplicando l'attenzione dei presidi medici e delle forze dell'ordine, chissà che non si possa vivere la sessualità in un modo più libero dei nostri bisnonni... No, ci dicono i talebani: non possiamo farcela. I desideri sono troppo distruttivi, serve più disciplina, servono steccati, proibizioni. No, ribadiscono le femministe: non sta funzionando, i femminicidi non calano – in realtà un po' calano – sì, ma non è abbastanza, e là fuori c'è ancora gente che si masturba guardando foto di persone che non hanno dato il loro consenso – oddio, se è tutto quello che fanno non mi sembra poi così grave – non ti sembra così grave? Sei un mostro.  

– Nel 5% di immagini realmente 'rubate' ci sarà pure una lieve percentuale di immagini che una donna si è lasciata scattare perché si fidava del partner. Immagino che molti, quando si scandalizzano della pagina, si scandalizzano di questa cosa, che effettivamente è la versione social dell'adulterio. Ora, il senso di certi comportamenti (non solo erotici) sta nei rischi che comportano: così come nessuno si allenerebbe a fare capriole in bicicletta se non ci fosse il serio rischio di paralizzarsi o morire, così il senso di lasciarsi fotografare in pose discinte da un partner sta proprio nel rischio che quest'ultimo si riveli uno stronzo. In una società in cui metà dei matrimoni si interrompono abbastanza presto, i video discinti sono prove di fedeltà molto più impegnative degli anelli di platino: 'fotografami pure' significa "puoi gestire la mia immagine, farne quello che vorrai, anche se so che non ne farai nulla di male perché mi fido di te, così come tu puoi fidarti di me perché ora possiedi la cosa più socialmente preziosa, e nel caso impossibile, assurdo in cui io ti tradissi, tu potresti disonorarla in pubblico, rendendomi per sempre reietta ai miei simili". Contro questa cosa, noi sul piano legislativo abbiamo varato misure precise anti-revenge-porn; sul piano educativo stiamo spiegando a tutti gli adolescenti che concedere immagini è sbagliatissimo, così come in generale fidarsi dei propri coetanei e (ahinoi) dei propri sentimenti nei loro confronti. Possiamo fare di più, senza sciogliere bromuro negli acquedotti, senza imporre burqa alle passanti, senza vietare l'internet? Probabilmente sì: possiamo sempre fare qualcosa di più, ma non credo che questo "di più" abbia a che vedere con gli allarmi sociali estivi. 

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