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venerdì 30 dicembre 2005

- 2005

A questo punto credo di dovervi una spiegazione

Era la fine del 2004, e secondo me era tempo di cambiare.
Il momento sembrava propizio: finita l’era eroica del mezzo, ognuno cominciava a usarlo senza più tanti metadiscorsi, per discutere di sé e degli amici davanti a sé e agli amici. Tutto ampiamente pronosticato – e anche piuttosto noioso.
Quindi era tempo di cambiare. Prima degli altri (perché è solo così che funziona), e senza troppo preoccuparsi di come sarebbe andata a finire. Si sa come vanno a finire i progetti lungamente ponderati: accartocciati nel cestino. Allora si fa così: si prende un’idea semplice e si tira avanti alla giornata (perché il senso di un blog rimane questo: alla giornata). Poi, verso l’estate, si fa una pausa, si tirano le somme, e si conclude. Facile, no?
No?

L’idea
Allora, vediamo, prendiamo il blog, e vediamo come può evolvere in qualcosa di diverso. Non stiamo parlando di rifare il template, la carrozzeria. A quello son capaci tutti. No, è tempo di modifiche strutturali.
Si fa presto a dire. Cos’è la struttura di un blog? Il calendario. Possiamo modificare il calendario: per esempio, mandarlo avanti. Quanto tempo in avanti? Parecchio, altrimenti che senso ha? Ma devo ancora essere vivo e pensante. Vent’anni, ottimo, così mi becco l’ovvio revival sugli anni ’00.
Se è un futuro prossimo, sarà naturalmente una distopia – e qui pensavo di andare sul sicuro, ormai è un genere più codificato del western. Anzi, meglio non esagerare. Mantenere un respiro crepuscolare: niente topi cupi, un grigio indistinto. Una società dove tutto è permesso ma tutto è noioso. Il grande Echelon ti guarda, ma nessuno ha voglia di mettersi lì a guardare tutti i nastri del grande Echelon, sicché alla fine tutto questo gran controllo va in vacca. E non è tutta colpa di Berlusconi o Bush, ovvero: sì, in parte è colpa loro, ma anche mia, perché è un futuro che ho immaginato io, e ci ho messo molti difetti che sono miei prima di essere di Berlusconi e Bush. In pratica, cosa accadrebbe se io e Berlusconi avessimo la possibilità di governare insieme per vent’anni? Leggete 2025 e lo saprete. Beh, sembrava una buona idea. Se avessi avuto più tempo per svilupparla, senza dubbio l’avrei appallottolata e indirizzata nel cestino, ma così, di primo acchito, una sera di nebbia, sulla nazionale per Carpi…

Postmoderno è chi il postmoderno fa
"Ma dove trovi le idee?" Di solito, le copio agli altri. Fanno tutti così. Genius is 1% inspiration and 99% perspiration. Parlare di genius, in questo caso, mi sembra inopportuno; garantisco in ogni modo che la mia formula è 100% traspirazione (e il risultato si vede, direte voi).
Però bisogna chiarirci su cosa intendiamo per citazione. La citazione in sé e per sé non m'interessava. Non m'interessa far sapere a chicchessia che ho letto Orwell, Bradbury (in realtà ho visto solo il film), l'Apocalisse, i profeti Ezechiele e Daniele, il primo romanzo del ciclo Left Behind (una noia infernale), qualcosa di Dick (non saprei neanche cosa), niente del cyberpunk (ma penso di averlo respirato), Infinite Jest, Marco Polo… il gioco all'"indovina chi sto citando adesso" non m'interessava minimamente.
Quello che m'interessava era ragionare sopra questo mio immaginario distopico. Prendiamo ad esempio Fahrenheit 451: cosa mi ha lasciato? Qual è la mia posizione, oggi, nei confronti della letteratura apocalittica? Credo che sia un genere interessante, e che valga la pena contribuirvi? Il dibattito era aperto – naturalmente in classe sbadigliavano.
Il senso finale (qualcuno potrebbe esserselo perso) è: no. In fin dei conti (anche se considero a tutt'oggi 1984 uno dei più poderosi oggetti letterari mai scritti) penso che gran parte della letteratura apocalittica sia il frutto di un egotismo malato ("dopo di me il diluvio", ecc.) e che, a furia di immaginare apocalissi, rischiamo prima o poi di avverarle, come di solito si avverano le profezie. Il caso di Left Behind mi sembra eloquente – ma anche Matrix, coi suoi fumi gnostici, non è il prodotto dello stesso brodo di cultura di Al Quaeda? Dimentica tutto quello che vedi e che senti, sono solo idiozie, la tua vera vita è altrove, e devi combattere per tornarci… tutto questo, non è terribilmente pericoloso?

Ma se è terribilmente pericoloso – se è roba che scotta, come i libri di Montag – allora perché ho voluto provarci anch'io?
Non lo so. Forse perché poteva essere divertente. Scottarsi. Ogni tanto.
Non lo farò più.

Questa è letteratura, (stronzi!)
Una cosa che mi era rimasta sul gozzo, adesso posso dirlo, è il non essere mai stato considerato un blog narrativo. In parte è colpa mia, naturalmente. Forse bastava mettere fuori un cartello: Ehi, sono anch’io un blog narrativo. Sembra politica, ma è letteratura. Sembra filosofia, ma sono solo storielle. Sembra diario, ma è narrazione...
Forse bastava partecipare a qualche discussione. E’ paradossale questo signore che pretende di farsi leggere sull’internet ma non ama le discussioni. Un cuoco che non ama i fornelli. In ogni caso, se avessi mai fatto qualcosa di diverso, era inteso che sarebbe stato a carattere scopertamente narrativo. Così se ne sarebbero accorti, quelli…

Scusate, come non detto
Un anno dopo, sono più che mai contento che non se ne siano mai accorti, quelli. Visto com’è andato l’esperimento. A un certo punto del 2025, ho ricominciato a consultare febbrilmente il contatore, ma con un atteggiamento nuovo: non più “vediamo quanti visitatori abituali riesco a conquistare questo mese”, ma “vediamo quanti riesco a perderne”. Passare da una media di quattrocento giornalieri (con picchi di 450) a centoottanta (con picchi di 200) mi ha regalato una sorta di perversa gratificazione. Visto che tutto sommato le cose andavano male, era molto meglio che nessuno se ne accorgesse.

Però, devo dire, sono un poco stupito che non se ne sia accorto davvero nessuno. In una s-comunità estesa di persone che non fanno che scriversi addosso, dove ci sono siti fatti apposta per parlare male di altri siti fatti apposta – e sono i più consultati – e a ragione, perché spesso sono quelli scritti con più talento e partecipazione – non c’è stato nessuno, ti giuro, nessuno che si sia alzato a dire: Leonardo è scoppiato. Possibile che nessuno abbia voluto infierire? Facevo così pena? No, il fatto è che i più non se ne sono accorti. Mi hanno lasciato perdere e basta. Per stroncarmi bisognava leggermi e leggermi stava diventando sempre più faticoso. Ecco come mi sono salvato dai critici: li ho ammazzati sotto quintali di narrativa scadente. Per altro, qualche critica mi avrebbe fatto bene. Ma… no, non mi sentivo ancora pronto.

(Per correttezza, bisogna aggiungere che non ho semplicemente perso accessi: ne ho anche guadagnati. C’è gente che ha iniziato a leggere questa roba senza conoscere quello che facevo prima, e che mi apprezza proprio per questa roba. Sono un po’ imbarazzato nei loro confronti. Per fortuna sono pochi).

Ma che braaaaaaahung…
Poi ci sono quelli che in generale apprezzavano, ma col tempo hanno iniziato a sbadigliare sempre più di frequente, e hanno concluso che non era colpa mia, ma del mezzo: la narrazione a lungo respiro non si adatterebbe al ritmo quotidiano del blog. Per cui hanno lasciato perdere le puntate settimanali e si sono ripromessi di leggersi il malloppo finale, magari raccolto in volume, o al limite in pdf.
Io ringrazio per la fiducia, ma purtroppo non sono d’accordo. Continuo a pensare che ci sia spazio, sull’internet, per il caro vecchio feuilleton a puntate (scritto magari da uno bravo). In ogni caso provateci pure, adesso, a rileggere il tutto come se fosse un’opera conclusa. Provateci, su. E poi ditemi se funziona.

Funziona?
No.
La trama è al tempo stesso esile e astrusa. I personaggi sono pure macchiette, alcune sembrano prese di pacca dagli stereotipi della letteratura di consumo (con tanto di cappello a chi questa roba riesce anche a renderla consumabile). Alcuni – prevedendo forse il flop – si levano dai piedi diversi mesi prima del finale. E questo era l’esperimento che avrebbe dovuto dimostrare a tutti le potenzialità narrative di Leonardo? Come la mettiamo?

Di fronte a queste critiche ovvie, che nessuno mi ha fatto ma che ero in grado benissimo di farmi da solo, la mia linea di difesa è: non è un romanzo. Voi pensavate che fosse un romanzo, ma io non mai detto che volevo fare un romanzo. Quando vorrò fare un romanzo, ve lo dirò, e voi vedrete che se m’impegno so fare un romanzo bellissimo, ma stavolta no. Volevo fare un’altra cosa. L’intreccio era solo un pretesto, l’ho voluto apposta esile e astruso, in modo da attaccarci qualunque cosa mi venisse in mente. Anche i personaggi erano un pretesto, alcuni li ho lasciati appunto al livello di macchiette proprio perché un approfondimento psicologico non m’interessava punto, quella è roba da romanzi e io non volevo farne. Al momento. Questa è la mia linea di difesa.

Il 2025
Ma se davvero non volevo fare un romanzo, cosa stavo facendo, esattamente? Se non m’interessavano i personaggi, né la trama, qual era il punto?
Tutto sommato il punto restava il buon vecchio blog. Chi ha smesso di leggerlo pensando di non riuscire più a capire cosa stava succedendo, secondo me si è sbagliato. Non stava succedendo niente di particolarmente nuovo. I post continuavano a parlare di quello che accadeva nel 2005 – da una prospettiva distorta, certo, ma nemmeno tanto. Si parla del Live 8 e degli uragani, del referendum e della morte del Papa. Con l’idea che molto spesso gli avvenimenti possano cambiare di significato in vent’anni: ricordare l’attentato in Inghilterra solo per la tempesta di messaggini che la Farnesina mandò a tutti i cittadini italiani residenti a Londra, o l’11 settembre perché la cessazione improvvisa di tutti i voli sul continente nordamericano rese possibile calcolare l’influenza delle scie dei jet sul riscaldamento globale. Ecco. Si trattava di smuovere un po’ di polvere di ovvietà dai fatti di cronaca. Purtroppo oggi il blog molto spesso funziona da catalizzatore di ovvietà. Se c’è un incidente devi dire “oh, quanto mi dispiace”. Se il tuo avversario politico fa una cazzata devi scrivere “yahoo, sono contento”. Cacofonia, inutile, pura funzione fatica – che fatìca. Volevo anche prendermi una vacanza da tutto questo.

In realtà, senza dialoghi e senza flame, mi sono sentito piuttosto solo. Ben mi sta.

Il 2005
Tutto questo, in realtà, non è molto importante. È possibilissimo che si sia trattato, alla fine, di un fallimento. Un passo più lungo della gamba. Qualche anno fa mi avrebbe steso, adesso no. Durante l’anno la preoccupazione dover terminare una storia ambientata nel 2025 è scivolata piuttosto sul fondo della lista delle mie priorità.
E' stato un anno discretamente difficile, il 2005; non sto a spiegare il perché. Ma soprattutto è stato un anno molto offline. Certe sere l’idea di mettersi a tavolino a continuare la storia di un cinquantenne che vivacchia nel 2025 mi suonava assurda. Il fatto è che man mano che vado avanti nella mia vita, il blog funziona sempre meno come fonte ausiliaria di gratificazioni. Questo è buono per me. Per i lettori, non so. Non credo.

E nel 2006?
Per il primo semestre, almeno, pensavo a una cosa molto politica. Perché mi fa rabbia questa cosa, che molti non si siano resi conto quanto questo blog sia un oggetto politico. Anche quando sembra narrativa, in realtà è politica al 100%. Quest’anno poi abbiamo le elezioni, e non vorrei ripetere la figura di cinque anni fa, quando iniziai a preoccuparmene solo a frittata fatta. In realtà vorrei essere più serio e costante in quello che faccio. Più attendibile. Se poi le elezioni le perdiamo anche stavolta…

…nel secondo semestre si vedrà. Secondo me con un po’ di sforzo il feuilleton può funzionare. Insistendo di più sui personaggi, variando i punti di vista. (Uno dei limiti, nella prima parte, era doversi inventare tutto alla prima persona. Quando ci ho rinunciato mi è sembrato di cominciare ad ingranare, non so se qualcuno ha provato la stessa sensazione). Ecco, più protagonisti, più storie, intrecciate tra loro – in pratica, una soap. Ma non credo di esserne capace - vediamo cosa ci riserva il futuro.
Non posso che concludere con le parole che Tim Burton mette in bocca al mio eroe, E. D. Wood Jr, al telefono col suo primo produttore: se mi rendo conto di aver realizzato il peggior film di fantascienza di tutti i tempi? Beh, il prossimo sarà migliore.

venerdì 23 dicembre 2005

- 2005

La fine ????

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La fine ?????

Sono felice di informarvi che Leonardo adesso sta meglio, dopo un lungo periodo confusionale in cui ha perso molti dei suoi abituali lettori (a un certo punto anche sua mamma non ce l'ha fatta più a continuare).

Anzi, colgo l'occasione per ringraziare tutti i lettori che hanno tenuto duro e sono venuti a leggerlo in questa lunga parentesi di follia. A un certo punto avremmo voluto staccargli la spina (del modem, intendo), ma gli specialisti ci hanno detto di no, che il blog poteva essere un'ottima terapia (tra una seduta di cyclette e l'altra), e che le visite e i commenti dei lettori potevano aiutare a sbloccarlo, anche se lui all'apparenza non riusciva a sentire né a leggere niente.

Come forse qualcuno ricorderà, io (Arci) sono il responsabile dell'incidente che ha proiettato Leonardo nel… nel delirante futuro della sua immaginazione. L'anno scorso usai il mio amico come cavia per una mia invenzione. È tutto documentato qui.
Si trattava di uno strumento dalla concezione rivoluzionaria che doveva aiutarci a immaginare proiezioni della realtà più realistiche; perché noi, intesi come genere umano, siamo fatti male, sbilanciati sul passato: abbiamo troppa poca memoria e poca immaginazione. Così quando immaginiamo un futuro, non riusciamo mai a trovare le tonalità intermedie: tendiamo a vederlo tutto nero, oppure tutto rosa e azzurro, insomma, mai nella tonalità giusta, che è il grigio. la mia invenzione doveva servire a immaginare futuri un po' più grigi e praticabili. Sarebbe stato un passo decente per l'umanità.

All'inizio l'esperimento sembrò un fiasco. Leonardo ha continuato a scrivere una manciata di post come se nulla fosse. Le cose hanno iniziato a complicarsi a gennaio, forse in seguito agli stravizi natalizi. A un certo punto, L. si è proiettato vent'anni in avanti, ritrovandosi cinquantenne in un mondo di sua invenzione, in cui tutti i suoi aneliti alla libertà e alla pace universale erano stati virati in grigio. Grazie al mio apparecchio è riuscito a trasformare anche una rivoluzionaria teoria della liberazione sessuale in qualcosa di fastidioso: a cinquant'anni, L. si immaginava sposato con due mogli senza desiderarne nessuna delle due. Ma c'è di più: a un certo punto, se ho ben capito, L. è arrivato a teorizzare un sistema per ottenere la vita eterna sulla terra – a patto di renderla eternamente grigia e noiosa. Insomma, il mio apparecchio funzionava fin troppo bene.
Così l'ho distrutto.

Nelle ultime settimane l'attività onirica del paziente si era intensificata – un buon segno, a quanto pare. Io non posso fare a meno di sospettare che da diverso tempo fosse già tornato in sé, e continuasse a fare il matto solo per non perdere la faccia, stile Enrico IV di Pirandello. In ogni caso, ieri ha aperto gli occhi, ha chiesto di sapere la data, ed è corso a dare un'occhiata al frigorifero. Direi che sta tornando in sé.

Non dico che sia un bene, tornare. Anzi, se fosse per me abolirei quel verbo dal dizionario ("tornare"). Invece i condizionali li terrei. Nel suo 2025, Leonardo li aveva aboliti. Non è una grande idea, io trovo. Tra tante cose brutte e inutili che ha la lingua italiana, il condizionale mi sembra che abbia un suo perché. Non vedo l'ora di parlarne con lui, di questa e d'altre cose. E intanto vi auguro un buon Natale e un buon 2026, bambini.
Ovunque voi siate.

Arci

mercoledì 21 dicembre 2005

- 2025 aC

La fine???

E proprio quando il romanzo sembrava finito, senza nessuna soddisfazione per l'eroe, ecco che fuori tempo massimo mi sveglio e ho davanti la donna dei miei sogni, e nel fondo dei suoi occhi verdazzurri che mi scrutano con apprensione mi sembra di leggere ke i miei sogni sono anke i suoi.

È tutto bianco intorno. Apro la bocca per esclamare il più classico dei "dove sono", ma mi fa male tutto. I denti. Le tonsille. La lingua mi sega il palato. Mi sembra di non aver mai parlato in vita mia.

"Abbi pazienza. Le ghiandole inizieranno a produrre saliva, tra un sekondo".

È molto strano. Riesco a sentire le sue kappa. Ma come…

"So quel ke vuoi sapere. Vuoi kapire se anke questo è un sogno, o se finalm è la realtà. Mi dispiace non avere una risposta facile. In realtà posso dirti ke in questo momento ci troviamo in 1 sogno reale. Mi kapisci??? Hai fatto un passo avanti, xché prima kredevi d essere sveglio - e invece sognavi. Stavolta invece sei sikuro ke stai sognando. Hai kapito??? Ne sei sikuro. Questo è un s o g n o v e r o. Non c sono dubbi in riguardo. Io nn sono reale. Però t sto dicendo la verità. Non trovi ke sia 1 passo avanti??? Io trovo ke sia 1 passo avanti!!!".

Io no, ma non riesco a obiettare niente.

"C'è un'altra kosa difficile da mandare giù. Tu non sei esattamente tu. L'originale, intendo. 6 un klone. Preciso identico all'originale. Kon gli stessi rikordi, le stesse sinapsi cerebrali, gli stessi vizi kardiaci. Fai un po' fatika a parlare xché 6 un klone e 6 appena nato, nn ai mai parlato in vita tua. T dovrebbero anke bruciare gli okki".

Ora che ci penso, mi bruciano.

"Se vuoi 1 konsiglio, questa kosa della klonazione prendila kon filosofia!!! Se 6 al 100% = all'originale, tu 6 l'originale. Lui non ha nulla ke tu nn abbia. Anzi, tu hai un'opportunità in +: xché t ho preso io…"

Mi hai preso, sì. E non ti mollo più.

"…invece di quell'idiota SuperCon, Bar Taddei. C'era 1 patto preciso tra noi 2: il primo ke ti trovava poteva tenerti. T ha trovato lui (ke lavora per la CIA, se nn l'hai kapito), X cui l'originale è suo. Ma io ho fatto in tempo a kopiarti nei miei appunti".

Lasciami capire. Hai fatto un…

"Ho fatto 1 kopia-incolla, sì. In questo sogno le persone sono komposte di dati. Cifre binarie. Triliardi di cifre binarie. Ma io ho una clipboard abbastanza grande, miliardi e miliardi di terabyte, così se devo kopiare una persona, mi basta fare ctrl+C, ctrl+V, e il gioko è fatto. M dispiace solo ke sia 1 po' doloroso x te".

Tanto è un sogno e tra un po' mi sveglio.

"Io nn ne sarei kosì sicura. Nn si è ancora capito dove t sveglierai. Magari in 1 posto dove il genere umano si è estinto X una stupidissima guerra nucleare, o X un asteroide, ke ne sai??? Oppure in realtà 6 all'inferno e devi pedalare X l'eternità. Se vuoi 1 consiglio, koncentrati su qsto sogno. È la realtà migliore ke puoi trovare in circolazione. È una simulazione Xfetta, molto + logica dell'originale. È stata programmata dalle + professionali Intelligenze ARtifiCiali del settore. Ed ha vinto il premio "best strategy computer game ever"!!!

Vuoi dire k... che ci troviamo in…

"Si kiama Civilization XIII. Tu conosci già la versione VII: questa è molto, molto + sofisticata. Noi nn sappiamo esattam ki ci sta giocando: forse l'uniko uomo sopravvissuto sulla terra, naskosto al Polo Sud. O forse è il passatempo preferito in una stazione orbitante intorno al Sole, dove il genere umano si sta estinguendo X noia. L'unica cosa ke sappiamo X certo è d essere pedine in 1 gioko + grande d noi. Tu dirai: kome facciamo a essere kosì sicuri???"

Già, sentiamo, come.

"Qsta verità è stata rivelata in sogno ad alkuni d noi (noi li kiamiamo "gli illuminati"), ke dopo anni e anni d meditazione hanno visto davanti a sé, X poki istanti, il Grande Kodice Sorgente. E hanno kapito. Qsta realtà in cui viviamo, ci riproduciamo e moriamo, è solo un match di Civilization XIII, livello "principiante"', e noi stiamo perdendo!!!"

Noi chi?

"Noi saremmo l'Impero Bizantino (kapitale Istanbul), ke si estende dalla Spagna alla Siria. Fino al 2000 eravamo konosciuti kome Unione Europea, ed eravamo ankora la prima ekonomia del mondo. Poi siamo dekaduti, dekaduti orribilm. E nn riusciamo a kapire il xché. Quand'è ke le kose sono iniziate ad andare male? Qual è l'errore fatale ke abbiamo kommesso? Se riuscissimo a risalire a quell'errore fatale, potremmo fare Ctrl+Z fino ad allora, e ripartire kol piede giusto e vincere!!!"

Probabilmente commetterete un altro errore nel turno successivo.

"E allora faremo Ctrl+Z di nuovo, e d nuovo e d nuovo, finké nn vinceremo!!!"

Ci tenete così tanto, a vincere?

"I nostri Illuminati hanno sviluppato una Fede nella Vittoria. Secondo loro, le pedine del vincitore del Match successivo nn muoiono, ma vengono klonate al livello successivo, "capotribù".

La metempsicosi nei videogiochi. Ci sta. Voglio dire, in mancanza di un altro motivo per vivere o morire.
Ma io che c'entro, scusa.

"Allora abbiamo mobilitato tutte le pedine X cerkare di capire qual era stato l'Errore Fatale nella nostra storia + recente. E alla fine i nostri esperti hanno scoperto una katena di causalità ke risale fino al novembre 2004 (anno del match, nn anno reale)".

E cosa è successo nel novembre 2004?

"Hai lasciato il frigorifero aperto".

Embè?

"Il giorno dopo, la bistekka ke volevi cucinarti nn era freskissima".

Beh, quando succede, d solito ci metto del…

"Pepe verde. Hai un po' esagerato kol pepe verde. La settimana successiva hai avuto un'infiammazione alle emorroidi".

Ma come fate a saperlo?
"È tutto nel backup, i nostri Illuminati hanno accesso ai file di backup. Con le emorroidi infiammate, tu nn potevi + sederti sul sellino della tua bicicletta quando andavi a prendere il treno".

Ah, sì, ricordo. È quella volta che ho rotto un pedale.

"Con il tuo peso hai rotto 1 pedale e perso il treno, ti sei molto arrabbiato con te stesso, e hai deciso ke dovevi dare una svolta alla tua vita, dimagrire e sospendere il blog, ke ti faceva perdere troppe ore seduto davanti al PC".

Ma continuo a non capire cosa c'entra.

"Una settimana dopo hai incontrato Defarge al Bar Taddei, e vi siete messi a discutere. Di chiudere i blog, di scendere in campo, di darsi da fare... Da quella discussione è nato il germe del Teopop".

Ma no… il Teopop sarebbe nato anche senza d noi.

"Forse. Ma almeno in qsto match è nato grazie a voi. Una dozzina d'anni dopo l'Italia, allagata e Teopopizzata, si è stakkata dall'Unione Europea, ke è risultata squilibrata verso est. La scissione tra Europa e Italia c ha fatto perdere i nostri punti d vantaggio sui gialli e gli azzurri!!!"

I gialli sono i cinesi e gli azzurri…

"Gli amerikani, esatto. Xciò i miei Illuminati Principali mi hanno mandato in qsta palude padana del kakkio. Lo skopo della mia missione era clonarti, istruirti, e rispedirti nel backup del novembre 2004, in tempo xché tu possa kiudere il frigorifero e nn condire con il pepe la bistekka fatale. Nn soffrirai + d emorroidi, nn chiuderai il Blog nel gennaio 2005, tu e Defarge nn darete vita al Teopop, e Bisanzio vincerà il match!!!"

E di me k… che sarà?

"Verrai kon noi nel livello «capotribù»".

Con te?

"Kon noi".

Non sono sicuro di volerlo fare. Voglio dire, a che pro vivere, riprodursi, morire, rinascere per l'eternità? È davvero Civilizzazione questa? Forse non è il gioco che fa per me.

"Rikordati ke 6 solo 1 klone. Io ti ho fatto e posso cancellarti e rifarti d nuovo".

Fa così: cancellami e rifammi. Vedrai che ti dirò la stessa cosa.

"Ok, hai ragione, è il sesto klone ke mi ripete 'sta stronzata. Mi arrendo. Kosa devo fare X convincerti?"

Beh…

"Nn posso crederci. Davvero. T ho appena detto ke questo è 1 sogno, una simulazione, un videogioco di strategia. Sul serio vuoi una prestazione sessuale dalla pedina d un gioko d strategia??? 6 MESSO COSÌ MALEEEEE???"

No, non è la prestazione sessuale.

"Noooo???"

Non la prestazione sessuale in sé, perlomeno. Io voglio vivere con te, Aureliana. Una vita intera, nel livello "Capotribù". Due cuori e una capanna - areremo le terre verdi e costruiremo granai e biblioteche. Faremo tanti figli biondi e…
"E tu mi tradirai kon tante skiave more, kredi ke nn ti konoska??? Lo sai ke 6 fondamentalm poligamo??? LO SAI??? Ti rendi konto ke hai fatto un'intera rivoluzione soltanto X sposarti 2 mogli invece ke 1??? E ke se nn c'era quel puritano d Defarge a frenarti, probabilm avresti imposto X legge il quadrimonio, il pentamonio, l'esamonio, l'enne-monio???"

Ma questo è successo nel livello "principiante", Aureliana… sono cresciuto.

"Vabbè, tanto nn ho scelta. E sia, prometto d sposarti, nel 2026. Ma ora t devo mandare nel 2004. Ricordati d kiudere il frigo".

Come, non facciamo sesso prima?
"Pensavo ke la prestazione sessuale in sé non t'interessasse".

Ma no… si faceva per dire… in realtà io…
"C rivediamo tra 21 anni. E mi rakkomando, LO SPORTELLO DEL FRIGO. È MOLTO IMPORTANTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

lunedì 19 dicembre 2005

- 2025

La fine??

Caro Leonardo,
bentornato tra noi. Scusa se in questo momento non siamo vicino a te, come vorremmo. Dobbiamo lavorare, lavorare tenacemente, e questo ci ha impedito di essere presenti al momento del tuo risveglio. Inoltre, la Medicina Umana prevede che il paziente si risvegli da solo, e in solitudine prenda coscienza della realtà. Per questo motivo ora tu leggi queste parole proiettate sulla parete. Se le metti a fuoco correttamente, significa che sei sveglio e hai recuperato del tutto il senso della vista. Questo è molto positivo. La tua madre – l'Umanità – ha bisogno anche dei tuoi occhi.

Alcuni di noi – che ti hanno conosciuto prima dell'incidente – hanno pensato di farti cosa gradita dando a questa proiezione l'aspetto del tuo vecchio blog. Sostengono che questo avrà un effetto rassicurante su di te. Non c'è motivo nel dubitarne. Ma se questa forma grafica non ti piace, non hai che da premere il pulsante blu del tuo telecomando.

Se i tuoi occhi mettono a fuoco correttamente, ora avrai fatto una piccola pausa, e i tuoi occhi saranno tornati sulla data, che prima avevi scorso sbrigativamente. Non è sbagliata: oggi è il 19 dicembre del 2025.
Questo significa che per vent'anni sei stato in animazione sospesa – in seguito a un incidente frontale con un'autocisterna sulla Strada Statale Goitese, nel gennaio del 2005. Perdonaci, ma non c'è un modo più gentile per dirtelo. La Medicina Umana rifugge l'eccessiva indulgenza nei confronti dei pazienti e non ha tempo per i percorsi graduali di autocoscienza. Può darsi che questa rivelazione ti renda pazzo – noi ci auguriamo di no e, pur partecipando al tuo comprensibile dolore per gli anni di fiero lavoro che ti sono stati sottratti – speriamo che tu superi presto questa fase di autocommiserazione e possa al più presto unirti a noi nel lavoro tenace. A cinquant'anni hai ancora molta energia da donare alla tua madre – l'Umanità. E hai molti figli da nutrire e da salvare.

Il mondo in cui rinasci oggi, Leonardo, è molto più giovane di quando l'hai lasciato. Più della metà dei suoi abitanti sono nati in questi vent'anni: sono tutti tuoi figli, e tu hai concreti doveri nei loro confronti. Se decidi di non impazzire e di unirti a noi nel lavoro tenace, dovrai accettare i nostri quattro principi.
Il primo principio è: dimentica il passato. Tu provieni da un'epoca che noi, volenti o nolenti, ci siamo dovuti lasciare alle spalle. Un'era di ingiustizia e soprusi, disordine morale e miseria materiale, in cui gli uomini erano divisi in Nazioni e in Classi, in perenne lotta cruenta tra loro.
Sappiamo che, per quanto terribile ed ingiusta, quell'epoca ti era cara, perché è l'unica che hai vissuto. Sappiamo che tutto sommato allora le cose non andavano troppo male per te, membro di una classe media in una nazione parassita del Nord del mondo. Ma chi è nato in questi ultimi vent'anni, Leonardo, ha un'idea molto diversa in proposito.

Dimenticare il passato, significa rinunciare a gran parte di quello che eri. Da oggi non sei più membro di nessuna classe media. Non hai più nessuna nazionalità, che comunque non ti servirebbe più. Non hai più nessuna religione – perlomeno, nessuna pratica religiosa giustificherà le tue eventuali astensioni dal lavoro tenace. Non sei nemmeno più un "uomo bianco" – nessuno ti considererà come tale. Potresti chiederti, allora: se non sono più tutte queste cose, chi sono?
Questo è il secondo Principio, la legge dell'Umanità. Essa dice: Tu sei umano. Niente di più, niente di meno.
Ogni cosa che è umana ti riguarda. Ogni umano è tuo figlio o tuo padre, ogni umana è tua figlia o tua madre. Ogni umano che muore, tu l'hai ucciso. Ogni umano che vive, tu l'hai generato. Questa è la legge dell'Umanità. Sei libero di accettarlo; ma sappi che se non lo accetti, non potremo più nutrirti. Altre bocche hanno bisogno del tuo cibo.

Il terzo principio che devi seguire, è la legge del Lavoro. In questi vent'anni, mentre dormivi, altri lavoravano per te. Ora è tempo di restituire ciò che ti è stato offerto, lavorando tenacemente. L'Umanità ha bisogno delle tue mani, dei tuoi occhi, della tua voce, della tua mente. L'Umanità è spiacente di non poterti chiedere il lavoro delle tue gambe, che hai perso nell'incidente (sappiamo che spesso, nel sonno, sei convinto di agitarle; purtroppo non pedalerai più. Ma forse sognerai per sempre di pedalare).

A questo punto hai diritto a una rapida spiegazione. Dai tempi in cui l'hai conosciuta, tua madre – l'Umanità – è radicalmente cambiata, e non in peggio.
Gran parte del cambiamento non è dovuto a qualche guerra o rivoluzione – come forse già immagini – ma a un asteroide. Si chiama Apophis, è stato scoperto nel Giugno del 2004, ha un diametro di 390 metri, e tra undici anni entrerà in collisione con il nostro Pianeta. L'impatto scatenerà un'energia pari a centomila Hiroshima; la polvere oscurerà la terra per qualche decina d'anni, causando l'estinzione di tutte le forme di vita pluricellulari sul pianeta (eccezion fatta per qualche cocciuto scarafaggio).
Preveniamo la tua prima obiezione: no, non si può bombardare l'asteroide, come nei film catastrofici della tua epoca corrotta. I detriti del bombardamento potrebbero causare una distruzione anche peggiore – è un rischio che non possiamo correre.
La realtà è che l'Umanità non ha possibilità concrete di sopravvivere a una catastrofe del genere sulla Terra. Nessun bunker sotterraneo sopravvivrà alle scosse telluriche che seguiranno all'impatto. Col genere umano, perirà tutta la sua cultura: millenni di arte, letteratura, indagine sui segreti dell'Universo, sparirà nel nulla. L'unica possibilità di sopravvivere, è trasferirsi su stazioni orbitanti intorno al Sole (l'orbita della Terra verrà probabilmente sconvolta dall'impatto con l'asteroide).

L'Umanità ha preso coscienza del problema sedici anni fa (2009), relativamente tardi. Da allora, tuttavia, tutti i membri delle Nazioni Unite hanno fatto un concreto passo indietro e hanno deciso di fondersi in un entità sola, con l'unico scopo di perseguire con ogni mezzo la sopravvivenza dell'Umanità. Uno staff di filosofi e teologi di ogni fede laica e religiosa ha messo a punto un Umanesimo Provvisorio, che dal 2011 è legge marziale per tutti i sette miliardi di abitanti. (Sì, siamo solo sette miliardi. La procreazione è stata rigidamente limitata). L'economia capitalistica è stata momentaneamente sospesa, dal momento che nessuna libera concorrenza ci permetterà di schivare l'asteroide con più precisione o più in fretta. Gran parte dell'industria bellica mondiale è stata riconvertita, al fine di produrre le stazioni orbitanti che a partire dal 2020 stanno disperdendo l'Umanità sotto ai 35 anni in un'ellittica intorno al Sole. Siccome sappiamo che le possibilità di sopravvivenza di queste stazioni non sono altissime, abbiamo deliberato di inviarne il più possibile, nella speranza che l'equipaggio di una su dieci sopravviva e possa tornare sulla Terra quando sarà nuovamente abitabile.

Queste decisioni, prese in uno stato di emergenza e disperazione, hanno provocato in capo a qualche un fenomeno inatteso. La pianificazione mondiale ha ridotto sensibilmente le differenze tra Nord e Sud. Lo sforzo dell'industria bellica riconvertita ha provocato una sorta di boom economico nei Paesi del Sud dove la manodopera era comunque a buon mercato. La razionalizzazione ha ridotto gli sprechi e ha eliminato tanti rami secchi e marci dell'economia mondiale – sono stati liquidati i signori della guerra, i consulenti finanziari, gran parte degli avvocati e dei pubblicitari (uno su dieci è stato riassorbito negli uffici di Propaganda Umana).

Per farla breve: l'Umanità ha finalmente trovato il prodotto ideale: la sopravvivenza. Tutti la vogliono, e sono disposti a lavorare tenacemente per averla. La sopravvivenza non ha bisogno di molto marketing. Nelle scuole tutti la imparano volentieri, sin dalla più giovane età. I preti di ogni religione non hanno altra scelta che includerla nei loro sermoni. Nel mondo che troverai qua fuori, ogni gesto quotidiano è giudicato secondo un solo parametro: aiuta o no i miei figli a sopravvivere? Questa è la domanda che ogni Umano si fa, ventiquattro ore al giorno. E non c'è molto tempo per decidere, perché – questo è il quarto principio che devi accettare – abbiamo una fretta dannata, Leonardo. Non c'è tempo per fare tutte le cose bene.

Sappiamo che nel tuo passato amavi scrivere storie sul futuro – e che spesso lo immaginavi grigio, freddo: una proiezione delle tue delusioni. Il mondo qui fuori non è così. Forse è un po' troppo spigoloso per i tuoi gusti. Ma è un mondo pieno di speranza. La speranza è giovinezza, la speranza è fede. La speranza ci ricompensa da tutti gli errori che facciamo – sappiamo di non essere infallibili. Tutto sommato il nostro mondo non è così diverso da quello in cui tu avresti sperato di vivere, se avessi avuto mai la fantasia per immaginarti un futuro ideale. Ma tu preferivi sognare futuri deludenti, eroi infelici, illusioni frustrate. Noi non tolleriamo questo tipo di fantasie, è bene che tu lo sappia. Viviamo proiettati verso lo Spazio, e non abbiamo bisogno di grilli parlanti. La Morte è sempre nei nostri pensieri, e si avvicina a una velocità di Xmila chilometri all'ora.

Bene. Se sei arrivato fino a questo punto, la situazione dovrebbe esserti sufficientemente chiara (e se non lo è, ciccia, non abbiamo così tanto tempo). Ora tu devi decidere, in breve, se decidi aderire all'Umanesimo Provvisorio o no. Te lo riassumiamo in breve.

I PRINCIPI DELL'UMANESIMO PROVVISORIO:
1. (OBLIO) Lascia perdere il passato
2. (UMANITA') Tu sei umano. Ogni umano è tuo figlio o tuo padre, ogni umana è tua figlia o tua madre.
3. (LAVORO) Lavorerai tenacemente, perché i tuoi figli sopravvivano.
4. (FRETTA) Abbiamo una fretta dannata, non possiamo fare tutte le cose bene

Se ora premi il tasto verde, tu decidi di accettare questi quattro principi, e diventare uno di noi. Un Umano. Avrai un miliardo di genitori, un miliardo di fratelli, cinque miliardi di figli, sette miliardi di amici. Lavorerai tenacemente per salvare ognuno di loro.
Se invece il dolore per la tua mutilazione è troppo forte, e il ricordo del passato troppo dolce, puoi ancora premere il tasto rosso. Tornerai al coma, continuerai a pedalare a vuoto nei tuoi sogni, ancora per qualche tempo. A te potrà sembrare un'eternità – il coma gioca questi scherzi.
In realtà – ci duole dirtelo – in capo a qualche giorno sospenderemo del tutto la somministrazione di cibo. Altre bocche ne hanno bisogno. Bocche di lavoratori. Perciò morirai di fame. Ma, per quanto ci è possibile saperlo, non te ne accorgerai e non ne soffrirai. I tuoi sogni, i tuoi mondi grigi e deludenti, sbiadiranno a poco a poco nel niente.
A te la scelta.

L'UMANITA' – rappresentata dalle infermiere del tuo reparto – ASSUNTA & CONCETTA.

PS
Ti vogliamo bene.

venerdì 16 dicembre 2005

- 2025

La fine?

Caro Leonardo,
Ciao. Hai fatto bene a venire a leggere qui.
Ora, per favore, inspira ed espira. Forte.

Fatto?

Fallo di nuovo. Inspira ed espira. Bene.

Fallo ancora.

E ancora.

E ancora.

Di solito cinque respiri forti bastano, ma se ti senti ancora il cuore sul gozzo, per favore, modifica il post, aggiungi un altro "e ancora" per la prossima volta. Sai benissimo come si fa. Protocollo www, interfaccia blogger… è tutto come ai vecchi tempi. Proprio come piace a te. Perché è giusto farti sentire a casa.

Naturalmente, sei ancora molto nervoso, e stai pensando: "Non sono affatto a casa! Dove sono? Sto sognando? Sono in uno di quei paradisi e inferni a pedali che sogno in continuazione?"

In linea di massima, no. Sei nel mondo reale. Solo nel mondo reale c'è questo buio e questo vecchio monitor catodico MS1570P. Per favore, controlla la sigla. Se la sigla corrisponde, quasi sicuramente non stai sognando.

Purtroppo, ultimamente la tua capacità di costruire sogni sempre più intricati e realistici rende tutto più difficile. Per cui non è sicuro al 100% che tu sia davvero sveglio. Potrebbe anche trattarsi di un sogno dove ricordi di esserti svegliato e aver letto questo post sul tuo monitor M51S70P.

In ogni caso, se stai sognando, stai facendo uno dei sogni più realistici da molti mesi in qua. Ti consiglio di prenderlo per buono, come se fosse la realtà. Nella tua situazione non vale la pena di essere molto schizzinosi, nei confronti della realtà. Prendila per buona.

Non innervosirti. Ora ti spiego tutto. Questo post serve appunto a spiegarti tutto. È giusto che tu sappia, ma non devi innervosirti, perché la tua situazione è molto delicata. Bisogna andare per gradi.

1. Dove sono?

Sei in Antartide, la terra delle opportunità. Più precisamente nella Terra della Regina Maud. È un vero peccato che tu non possa uscire dalla tua tenda canadese a goderti il panorama, che è meraviglioso. In Antartide la vita ha attecchito solo da alcuni anni, eppure sembra già millenaria. È incredibile vedere certe forme di vita che arrivano qui ancora praticamente monocellulari, e nel giro di pochi mesi riescono a metter su un guscio, una casa, una palazzina. Sarà per via delle radiazioni: in ogni caso è fantastico.

2. Che anno è? Che giorno è?

Questo lo hai già capito leggendo la data sul blog – il post si pubblica in automatico ogni volta che ti svegli.
Per cui sai di trovarti davvero nel 2025. Di solito riesci sempre a conservare la nozione del tempo, malgrado i dodici mesi di sonno. Sei abituato a svegliarti brevemente verso a Natale, quando qui ci sono ventiquattr'ore di sole. Nota che la tua canadese è schermata contro ogni tipo di radiazione, luce compresa. Eppure ti svegli lo stesso.

3. Radiazioni? Che cazzo è successo?

In pratica, la fine del mondo. Respira ed Espira.
Ti ricordi di Og e Magog? L'alleanza russo-persiana che attaccava Israele, secondo il Libro del Profeta Ezechiele? Ecco. Il mondo è finito nel 2013.
Si è trattato di un errore umano. Pare che un tecnico iraniano, mentre si inginocchiava per le preghiere, abbia urtato un bottone rosso. I dispositivi di sicurezza iraniani lasciavano molto a desiderare – in breve, una testata nucleare è esplosa sulle alture del Golan, Siria.
A quel punto il presidente iraniano, per una questione di prestigio internazionale, decide di proclamare l'attacco nucleare finale contro Israele; così in mezzo a tante testate nessuno avrebbe fatto caso alla prima caduta per accidente nel posto sbagliato. Naturalmente gli israeliani – che erano già sul chi vive – non restano lì ad aspettare. Lanciano un attacco mirato a tutte le basi missilistiche iraniane, nella speranza di prevenire l'attacco nucleare.
Purtroppo – questa è la cosa più stupefacente – anche i dispositivi di controllo dell'arsenale nucleare israeliano lasciano a desiderare. Per una mezza dozzina che centrano gli obiettivi, uno finsce nella periferia di Teheran, uno nel deserto, e uno… nel Mar Caspio, nominalmente ancora territorio russo.
Beh, a questo punto, indovina un po': si scopre che l'ordigno "fine del mondo", quello immaginato nel Dottor Stranamore, hai presente? Quello per cui non appena una bomba nucleare scoppiava nel territorio della vecchia Unione Sovietica, quest'ultima avrebbe automaticamente spedito tutto il suo arsenale negli USA… beh, non era una barzelletta! Era esistita! Progettata da scienziati staliniani, poi krusceviani, che Breznev aveva purgato senza prima chiedergli se per caso non custodissero qualche segreto importantissimo! Per cui per 40 anni i sovietici avevano avuto questa favolosa arma di dissuasione, e non lo sapevano! E il meccanismo automatico aveva continuato a funzionare anche dopo la fine dell'URSS – anche se molte rampe di missili erano state smantellate, cosicché quando il missile israeliano esplode nel Mar Caspio, sono appena una ventina i missili vetero-sovietici arrugginiti che si alzano in volo e vanno a esplodere su altrettante centrali nucleari americane!
Gli americani non ci credono. Pensano a un'astuta mossa nordcoreana. Così spediscono la Corea del Nord nell'orbita di Saturno. La Repubblica Popolare Cinese se ne risente, e riduce gli Stati Uniti al territorio intorno alla tangenziale di Kansas City. Nel frattempo India e Pakistan hanno preso anche loro a palleggiarsi bombe N a raffica, giusto per non restare indietro. Finché tutti non smettono, perché il gioco non è poi così divertente, e i sopravvissuti non iniziano a morire a causa del fallout, il buon vecchio fallout dei film in technicolor, te lo ricordi? È pazzesco, no? Che il mondo sia finito come in un vecchio film degli anni Cinquanta. Che sciocchezza. Che banalità. Eppure.

4. Io solo sono scampato a raccontarla?

Non è detto. In ogni caso, gli ultimi esseri umani che hai visto in vita erano i tuoi 19 compagni di spedizione. Siete fuggiti in Antartide dove l'aria è buona, la temperatura non è rigidissima (c'è stato un discreto riscaldamento globale, in questi anni), e soprattutto nessuno vi rompe le scatole – a parte le bande armate di Pinguini Radioattivi, che avete dovuto sterminare. Dopo aver arrostito l'ultimo Pinguino, avete iniziato a litigare tra voi a un punto tale da decidere che, dal 2019 in poi, ognuno faceva una civiltà a sé. Da allora in poi vi siete isolati sempre più nelle vostre tende. Fino a un paio di anni fa vi mandavate ancora e-mail (eravate cablati), ma da allora in poi Internet ha smesso di funzionare. Forse perché i Pinguini sono tornati. O forse perché il fallout è arrivato fin qui. In ogni caso, è prudente non uscire più dalla tenda. Anche perché dovresti staccarti dalla flebo e dalla bombola ad ossigeno, e non vale la pena.

5. Perché dormo sempre?

Valium nella flebo.

6. Ho abbastanza nutrimento, ossigeno e medicinali per sopravvivere fino a quando?

Non saprei. Dormendo 364 giorni all'anno stai razionando le provviste nel modo ottimale. D'altro canto, che senso ha chiedersi "fino a quando"? Questa non è una fase, questa è la fine. Non stai aspettando nessun salvatore. Un giorno un pinguino assassino troverà la tenda e il genere umano, per quanto ti riguarda, sarà finito. Altre prospettive, a essere onesti, non ce ne sono. Devi inspirare ed espirare, essere calmo e pensare di vivere al meglio anche questa esperienza, che è l'ultima.

7. E l'energia? Da dove la tiro fuori l'energia?

Ma che domande. Pedalando. Mentre dormi, pedali: così ti tieni in forma e intanto produci l'energia che ti tiene al caldo d'inverno e fa andare questo computer. Ci hai messo un bel po' a imparare a pedalare in sonno, ma adesso non ti fermi più.

8. Mi sembra di avere già sognato tutto questo.

Già. Non fai che sognare tutto questo, in milioni di varianti diverse. A volte t'immagini interi popoli di sopravvissuti a una catastrofe che pedalano ignari. A volte sogni di svegliarti e scoprire che stai pedalando, ma in realtà stai ancora dormendo. Poi mescoli ricordi e desideri: infili i tuoi amici, i tuoi sensi di colpa nei loro confronti; i tuoi desideri (di solito ti immagini un piccolo harem personale, due o tre donne tutte per te); la politica, la guerra, eccetera. A volte ti sdoppi in personaggi diversi, con opinioni opposte: così potete perdervi e ritrovarvi e litigare tutto il tempo. Molto spesso c'è una grande rivoluzione e tu partecipi, anche se dopo un po' ti chiami fuori. A volte ti capita anche di essere torturato. Una cosa curiosa è che ogni anno tendono a ritornare i ricordi di venti anni prima. Hai costruito anche una teoria su questa osservazione – in effetti, le teorie che concepisci mentre sogni sono molto affascinanti, se esistesse ancora un genere umano da affascinare.

9. E allora che mi resta da fare?

Devi aggiornare il blog. Il blog serve a rassicurarti quando ti svegli, a fine anno: perché non c'è nulla di più tranquillizzante per te del buon vecchio blog di quando eri giovane. Così, se c'è qualcosa che vuoi aggiungere a questo post (ogni anno più o meno ci aggiungi qualcosa), scrivilo pure: ti aiuterà, l'anno prossimo, a tornare in te stesso più tranquillamente.
Come al solito, mentre premi il pulsante "Publish", inizierai a sentirti le palpebre pesanti. Non hai che da tornare sulla poltrona a pedali e chiudere gli occhi. Il resto verrà da sé, non preoccuparti. Hai organizzato tutto alla perfezione cinque anni fa.

10. Allora, Buon Natale.

E felice 2026! Ciao!

(Continua…)

mercoledì 14 dicembre 2005

- 2025


Giù in Antartide
Ci stan venti piramidi
Giù in Antartide
Ci stan venti piramidi


Il Veglio Reloaded

"E questo è quanto, Signore".
"Non ti sei scordato nulla, Agente CoPro?"
"Beh, dettagli. Una volta identificato Leonardo davanti all'obiettivo, ho provveduto a immobilizzarlo…"
"Lo hai steso con un pugno".
"Per carità di Dio, no. Una fiala di anestetico – ne avevo una scorta con me".
"Dalle comunicazioni riservate dei bizantini – stiamo intercettando i loro messaggini, sai – risulta che hai raccontato alla loro agente di averlo steso con un pugno".
"Ho preferito non divulgare… sa, la prudenza non è mai…"
"Lasciamo perdere. E poi?"
"E poi? E poi ho requisito un mezzo, ho caricato Leonardo nel bagagliaio, ho salutato Aureliana che era accorsa ad aiutarmi, e sono partito in direzione dell'ambasciata americana. Rozzo ma efficace".
"Già. Naturalmente il cancello dell'ambasciata che hai sfondato con la Nuova Topolino ti verrà detratto dal compenso finale. E poi?"
"E poi, Signore? E poi… eccomi qui".
"E il Veglio della Montagna?"
"Goddamn, Signore, stavo dimenticandomi il Veglio! Sì, dunque. Nell'ambasciata ho avuto una serie di colloqui molto franchi con Leonardo, che, stimolato adeguatamente, mi ha raccontato senza indugio la sua esperienza".
"Questo è il tipo di cose, Agente, che non andrebbero fatte negli scantinati delle nostre ambasciate".
"Signore, ma sul serio, non è stato niente! È bastato mostrargli un gancio e uno spinotto e…"
"Andiamo avanti".
"Dunque, lui mi ha raccontato come la sua fuga dalla stanza 68 sia stata organizzata da un gruppo di defargisti – una corrente eretica in seno al Teopop che…"
"Lo so cosa sono i defargisti. Su. Voglio essere a casa entro Natale".
"A un certo punto è stato prelevato da due uomini dall'apparenza vagamente artificiale, vestiti di nero con occhiali scuri. Le ricordano niente, Signore?".
"I Blues Brothers. Hey… Baby don't you wanna go…".
"No, Signore, no, anche se apprezzo molto la canzone. I due uomini lo hanno condotto in un cunicolo scavato sotto a una grande montagna – il Rocciamelone".
"Dunque la montagna c'è. C'è anche il Vecchio?"
"Pare di sì, Signore. All'interno di questa montagna, Leonardo ha perso i sensi. Quando li ha recuperati, aveva la sensazione di trovarsi all'inferno. La sua definizione di inferno è: un luogo sotterraneo dove c'è gente che pedala dappertutto, senza andare da nessuna parte".
"Un enorme fitness center".
"Possiamo anche chiamarlo così. E mentre pedalava, per un tempo che gli è sembrato infinito (almeno un paio di mesi), un vecchio che gli stava alle spalle gli raccontava come stavano realmente le cose: che il petrolio era finito, i cinesi avevano brevettato l'unico generatore di energia a idrogeno davvero economico, cosicché agli occidentali non era restato altro che ritirarsi nel sottosuolo a pedalare, per produrre l'energia necessaria: e che quello in pratica era l'inferno".
"E lui si beveva queste stronzate?"
"Probabilmente dopo due mesi di condizionamento non aveva altra scelta che ritenerle probabili. Il vecchio alle spalle gli spiegava che tutti gli abitanti dell'inferno passano la vita a pedalare senza saperlo, perché il loro cervello in realtà si trova in una proiezione virtuale chiamata Paradiso a Pedali".
"Un Paradiso a Pedali".
"Sì, in pratica i pedali creano l'energia sufficiente per far vivere il cervello in questa proiezione virtuale, che però non è così paradisiaca come uno crede, anzi: la proiezione è stata deliberatamente resa un po' noiosa e ripetitiva nel tentativo di rallentare la percezione del tempo, fin quasi a fermarla".
"Dunque, fammi capire. Nella leggenda di quel tale, il Vecchio convinceva il giovane di essere appena uscito dal paradiso".
"Qui la leggenda di Marco Polo è ibridata con quella diffusa da un film molto popolare verso la fine degli anni Novanta, Signore. Un Giovane vive una vita piatta e monotona. Un bel giorno viene contattato da persone misteriose con occhiali scuri che gli spiegano che il suo paradiso piatto e monotono è solo una simulazione, che nella realtà lui è solo un ingranaggio di un complicato sistema di produzione di energia, una specie di batteria tascabile, in questo caso una sorta di dinamo a pedali… naturalmente il Giovane è scelto, anzi, pre-scelto, per ribellarsi e porre fine al paradiso simulato".
"E per ribellarsi…"
"Il Vecchio ha persuaso Leonardo a farsi esplodere".
"Ma si è capito chi è davvero il Vecchio?"
"Impossibile. Lui sostiene di aver riconosciuto, verso la fine, la voce di Defarge – ma c'è da fidarsi di un cinquantenne che pedala per due mesi di fila in un sotterraneo? Io rimango dell'idea che Leonardo si trovasse in una proiezione virtuale. Magari gli hanno messo un casco – proprio come quelli che usava quando si faceva chiamare Arci – gli hanno fatto vedere moltitudini di persone che pedalavano al suo fianco, e gli hanno detto: questa è la realtà, la tua vita a San Petronio con le tue due mogli è solo una simulazione. E tu devi distruggere la simulazione. Ogni terrorista in fondo viene condizionato in questo modo: la tua vita quotidiana è un sogno, distruggila. È buffo che un film americano abbia anticipato il training del fondamentalista-kamikaze tipo, non trova?"
"Non ci sto capendo niente, Agente. Mi sembra tutto talmente sconclusionato. Un paradiso a pedali. Che razza di idea è? Chi è stato tanto malato da concepirla?"
"Forse non lo sapremo mai, Signore".
"Che assurdità. Va bene, Agente, direi che il tuo rapporto è finito. Arrivederci".
"Grazie Signore. A proposito, posso smettere di pedalare, adesso?
Signore?
Signore?
Perché si è fatto tutto buio, ora?

Giù in Antartide
Ci stan venti piramidi
Giù in Antartide
Ci stan venti piramidi
Giù in Antartide
Ci stan venti piramidi
Una è bianca
E diciannove, no.

lunedì 12 dicembre 2005

- 2025

Il secondo modo di acchiappare un coniglio

E insomma, Signore, andò proprio così: alla fine di luglio Leonardo-Immacolato entrò in una Stanza 68… e scomparve. Qualcuno, in un qualche modo, lo aveva fatto evadere. Si pensò a un passaggio segreto, che non fu mai trovato. Si torchiò l'inquilino della stanza, che non disse una parola. Allora lo si condannò per favoreggiamento a tot anni, che in seguito, grazie all'interessamento di amici e ammiratori, divennero tot anni al quadrato. Ma il fuggitivo sembrava scomparso per sempre. E con lui, spariva ogni possibilità di tornare nel nostro Grande Paese con una storia decente da raccontare.

Allh gli o detto: kretino d 1 Kap Amerika, lo sai ke c sono 2 modi X dare la kaccia a 1 koniglio no?
Modo 1: lo insegui (ma e' troppo tard, lui e' stato + veloce & adesso nn lo trovi +!!!).
Modo 2: LO ASPETTI AL VARKO!!!
Ke varko??? dice lui. Nn lo so, ma prima o poi salta fuori, e allora troviamo il posto dove e' + facile ke salta fuori, & lo aspettiamo la'!!! Ma nn sapevamo in ke posto aspettarlo.


È andata così.
In via del Guasto c'erano in effetti i due tizi antipatici in occhiali scuri – il fatto d'aver poi scoperto che non si tratta di due tizi veri, ma di due software ispirati a due giornalisti del secolo scorso, non me li ha resi più simpatici di tanto. Mi hanno ficcato in una Nuova Duna bianca senz'aria condizionata, e siamo rapidamente filati via nelle paludi padane. Ogni tanto qualche indigeno devoluto ci salutava sbracciando e grugnendo. È gente simpatica, in fondo, quando non ha fame.

Devo confessare, Signore, che l'idea di attenderlo al varco mi fu suggerita da Aurel… dall'agente bizantina. La sparizione di Immacolato, in effetti rientrava in una casistica abbastanza diffusa: ogni tanto nel Teopop qualcuno scompare, per riapparire mesi dopo davanti a una centralina elettrica con indosso una pettorina esplosiva. Non ci era ancora chiaro se Immacolato fosse una semplice pedina o addirittura il Vecchio della Montagna: in ogni caso il posto più adatto dove aspettarlo era una centralina elettrica. Detto questo, nella sola San Petronio ce n'era ancora una manciata in funzione.

Qstione d qlo. Ql mattino in via Martiri di Kanale 5 poteva esserci lui o io. C davamo i turni, xché le centraline da sorvegliare erano tante!!!
Avevamo deciso ke il 1° a trovarlo se lo portava a kasa.
L'a trovato lui. RABBIA & RAKKAPRICCIO!!! (Xo'… il Kap America mi e' rimasto 1 po' simpa ;-P)


Dopo qualche ora la macchina è scomparsa in una grotta – credo che si trattasse del Grande Tunnel Subalpino, quello che secondo una leggenda dovrebbe sbucare a Lione. Ma secondo me non sbuca proprio da nessuna parte: dopo un poco mi sono addormentato. Forse per la mancanza di ossigeno.
O forse per le chiacchiere dei due. Esasperanti.
"E io ti dico che il cardinale Cirillo è fuori di testa".
"Sono d'accordo solo a metà".
"Perché sei un fighetto ignorantello".
"Non sono un fighetto ignorantello".
"Vuole dare il voto agli spermatozoi! Il voto!"
"Lo so che sbaglia. Ma non ha tutti i torti. Cioè, se ammettiamo che abbiano un'anima, perché non possono avere un voto?"
"Ma chi lo ha detto che hanno un anima?"
"C'è stato un referendum popolare".
"E tu credi nei referendum popolari?"
"Dipende, e tu?"
"Dipende, e tu?"
"L'ho detto prima io".
"Perché sei un fighetto!"
"Non è vero!"
"Sì è vero".
"Allora diciamo che è vero solo a metà, così siamo entrambi d'accordo".
"Non sono d'accordo. Tu sei un fighetto al cento percento".
"Settantacinque".
"Cento".
"Ottantasette virgola cinque".
"Cento".
"Io proprio non ti capisco. Sembra che tu non voglia dividere nessuna verità con gli altri. Ma che senso ha avere una verità, se non la dividi?"
"Che senso ha dividerla? Non è mica un pallone, la verità. Me la tengo io e ci gioco solo io".

E così, Signore, non è del tutto una colpo di fortuna se il giorno 14 del mese scorso mi è capitato di imbattermi in Immacolato-Leonardo, in via Martiri di Canale 5 (ex via Mentana) a San Petronio – proprio nel momento in cui si accingeva a saltare in aria davanti a una centralina.

Sembra ke c sia stata una colluttazione… era suXpericoloso, Leonardo poteva saltare in aria, ma il Kapitano e' riuscito a tramortirlo col suo pugno…… poi Xo' non siamo riusciti a farci rakkontare la storia, quando e' rinvenuto era ancora ½ skonvolto…

Dicevo: mi sono addormentato sulla Nuova Duna, al buio del Grande Tunnel.
Quando mi sono svegliato, non ero a Lione.
Ero all'inferno.
E pedalavo.
E una voce alle spalle mi ha detto: Caro Leonardo,
(se ha ancora senso adesso chiamarti così)
rieccoci qui, insomma. Da dove comincio?

mercoledì 7 dicembre 2005

- 2025

I ricordi puzzano – un prigioniero

Sì, quel che racconta risponde al vero. Verso la fine di luglio – non ricordo bene il giorno – ebbi un diverbio con Pioquinto, che dirigeva il reparto Nostalgia.

Vuole sapere il perché. Oh, le solite futili risse da redazione. Pioquinto, come sa, era un papista convinto… Per lui il compito del Reparto era dimostrare come già vent'anni fa il futuro Papa avesse già in mente il Teopop fatto e finito. Ci spingeva a forzature esagerate, in questo senso.
A un certo punto però passò il segno. Credo che fu quando mi chiese un pezzo su una dichiarazione dell'estate 2005. A quel tempo il futuro Papa aveva parlato dell'Italia come di una terra felice, in cui tutti i ragazzini avevano un paio di telefoni cellulari. In fede, può persino darsi che allora le cose andassero così: erano anni incredibili.
Ma Pioquinto voleva spingermi a scrivere un pezzo sull'"accorato invito all'austerità del predestinato Pontefice", e per quanto spingesse (e anch'io spingevo) il pezzo non usciva, niente. La crisi del foglio bianco – consideri che facevano 35° all'ombra, e niente elettricità: battevamo su vecchie macchine da scrivere dal nastro scolorito, e il sudore ci colava sui tasti. E Pioquinto faceva la voce grossa perché voleva il pezzo. A un certo punto devo semplicemente avergli suggerito dove infilarselo, il pezzo. E lui ha chiamato la sicurezza – due buttafuori partime – e mi ha fatto portare nella Stanza 68 del MinCul, sede di San Petronio.

Se ho avuto parua? E beh certo, che mi crede, un eroe? Io sono sempre stato sensibile a questo tipo di cose.
No, in realtà non sempre.
Fino a trent'anni io non ho mostrato un solo sintomo. Un po' di insofferenza, è vero, per certi ritornelli. Per dire, appena sentivo dire "io sono figlio di una generazione", mettevo mano al telecomando. Come si fa a dire "io sono figlio di una generazione"?
Ricordo una delle prime crisi. Fitte allo stomaco, poi vomito, diarrea, una cosa molto penosa. Per sbaglio facendo zapping ero incappato in Albano Carrisi.
Sulle prime fui incapace di collegare davvero causa ed effetto, voglio dire, l'espressione "Albano mi fa cagare" poteva avere un senso figurato, ma… non potevo davvero credere che questo signore che in realtà non conoscevo (benché ne sapessi parecchio su, di lui: ma mai abbastanza, secondo i direttori di rete) mi facesse cagare, concretamente (molto concretamente). Non sapevo ancora che in quegli stessi giorni, in tutta la penisola, centinaia di miei coetanei condividevano la mia stessa incredulità.
Nei mesi seguenti, però, divenne sempre più difficile negare a sé stessi l'evidenza. Nausea, vomito, diarrea. Foruncoli. Emicranie lancinanti. Raptus nervosi e fenomeni di autolesionismo. Fosse stato solo Albano: ma anche Celentano sortiva lo stesso effetto (il che poneva dei problemi ai palinsesti: c'era forse qualcosa d'interessante da offrirci, a parte Albano e Celentano?) E Morandi e i Rolling Stones. E i filmati inediti in esclusiva di Lucio Battisti. Fu proprio durante la trasmissione di un filmato inedito in esclusiva in un tg estivo che avvenne il primo caso d'intossicazione di massa: centinaia di chiamate al pronto soccorso in tutt'Italia, un suicidio a Viterbo e almeno tre stragi famigliari in Lombardia. In tutti i casi erano coinvolti dei trentenni, come me.

Appariva evidente che gli Anni Sessanta ci avessero stracciato definitivamente. Ma era difficile dare una spiegazione scientifica a un fenomeno siffatto. Psicosi collettiva? Sindrome? I medici scuotevano la testa: non è possibile essere davvero intolleranti agli anni Sessanta. Sono stati anni meravigliosi – sa, io sono figlio di una generazione che…
(In molti casi il soggetto tendeva ad avere una ricaduta davanti al medico).

Una risposta l'avrebbe data soltanto Arci, anni dopo, in un corollario della sua Teoria dei Cristalli che riguardava appunto l'intolleranza agli anni Sessanta (e Settanta, come purtroppo scoprimmo quando iniziammo a vomitare davanti a dibattiti su Italia-Germania 4-3 e il movimentismo e gli Anni di Piombo). Secondo Arci il ricordo può essere cristallizzato e immagazzinato così per molti anni. Perfetto. La cristallizzazione è una specie di pastorizzazione del ricordo: si perde un po' del gusto, ma in compenso il prodotto si conserva molto meglio.
Però non è che si possa conservare in eterno – dopo un po' anche i ricordi puzzano. La sindrome dei Sessanta-Settanta non era stata che l'esposizione al pubblico di una partita di ricordi pesantemente avariata. Gli operatori dell'infotainment avevano colpevolmente lasciato in commercio ricordi fuori data di scadenza. Tutto qui?

No, non tutto qui. Se siete arrivati fin qui, lo sapete che tipo era Arci. Per lui non esisteva teoria astrusa senza applicazione pratica. La sua prima e ultima domanda era sempre: "Questo può servire al Teopop?" Un nuovo modo per far soffrire la gente? Eccome se poteva servire al Teopop! Così, quando si pose il problema dello smaltimento degli anziani babyboomers (nessuno aveva più intenzione di pagare le loro pensioni, e avrei voluto anche vedere), Arci si fece promotore del progetto "Stanza 68". Trasformare innocui e ciarlieri pensionati in aguzzini. Poteva venire in mente solo a lui.

Come forsegià sa io con Arci ci ho lavorato, insomma, il settore non mi è del tutto sconosciuto. Per esempio so che c'è una stanza 68, a San Prospero, dove quando abbassano il reticolato c'è Mario Capanna che ti schizza in faccia e inizia a spiegarti quanto erano formidabili quegli anni. È due piani sottoterra, ma ugualmente si sentono le urla. A San Lazzaro c'è un posto dove ti fermano le palpebre e ti costringono a vedere Bertolucci per ore e ore. Ecco, io temevo una cosa del genere.
Mi trovo invece davanti un vecchietto mite, quasi nascosto da una pila di libri e giornali (una cosa indecente, con quel che costa la carta. Ma il Teopop non lesina certo in crudeltà).

"Oh, eccoti finalmente. Non abbiamo molto tempo".
"Ci conosciamo?"
"No. Tu forse hai sentito parlare di me. Io sono un prigioniero".
"Certo, e chi non lo è".
Fa una faccia come chi ingoia un rospo. "Io lo sono da molto tempo, Immacolato. Prima che tu…"
"Sì, certo, certo, prima che io nascessi tu eri già prigioniero, tu sei figlio di una generazione di prigionieri, e come ci si divertiva in prigione quando la tua generazione dava assalti alle prigioni, perché credevate in una prigione migliore, dove secondini e prigionieri avessero tutti insieme il diritto di bleaaaaaaaaaargh…"

Ho rovesciato il pranzo lì per lì, credo su un trattato di Spinoza. Lui ha scosso impercettibilmente la testa. Se mi disapprovava, lo faceva con un certo stile.

"Va meglio?"
"No".
"Vedo che ormai riesci a fare tutto da solo".
"Sarà l'ambiente, non so… l'odore dei libri. Com'è che hai tutti questi libri?"
"Ti offendono?"
"No, ma è…"
"È sempre così, con voi. Mi invidiate perché ho il tempo per leggere. «Avessi io il tempo che ha lui». Poi vi vergognate della vostra invidia e state male. Ma io non ci posso fare niente. Ogni tanto riesco a farmi dare un libro dalla direzione, tutto qui".
"Ma qui ce n'è parecchi".
"Sono prigioniero da molti anni, Immacolato".
"E non hai fatto altro che leggere?"
"All'inizio scrivevo anche. Scrivevo piuttosto bene. Non c'è niente come la reclusione, per scrivere".
"Lo so".
"So che lo sai. Scrivevo parole piene di buon senso, e vuoi sapere una cosa? La gente le leggeva. La gente amava le mie parole piene di buon senso. Si commuoveva. Diceva a gran voce: quanto buon senso, questo prigioniero".
"Quanto buon senso".
"Lui sì che ha capito. Lui sì che si è pentito. Lui sì che ha parole di buon senso".
"Ma non ti hanno liberato".
"No, perché? A loro piaceva leggere, tutti i giorni, le mie parole di buon senso. Che interesse avrebbero avuto a liberarmi?"
"Ma perché eri dentro?"
"Storia lunga".
"In soldoni"
"Ho desiderato la morte di un uomo".
"Tutto qui?"
"In seguito quell'uomo è stato ucciso".
"Ma questo non vuol dire che…"
Scuote la testa. "Lascia perdere. Ero giovane, avevo un certo ruolo, scrivevo già cose non del tutto piene di buon senso, erano anni difficili… forse non puoi del tutto capire. La mia generazione…"
"Bleeeeargh!"
"Ecco appunto. Mi dispiace".
"Bleeeeeargh!"
"E mi dispiace essere qui a torturarti con questa storia. D'altro canto…"
"Bleeeeeeeeeeargh!"
"…erano mesi che ti aspettavo".
"Come… come sapevi che sarei venuto?"
"Prima o poi avresti fatto incazzare Pioquinto, è matematico. D'altronde, io sono solo una pedina in tutta questa storia. Il mio compito è farti uscire dalla porta sul retro".
"C'è una porta sul retro?"
"È un passaggio segreto, come nei romanzi d'appendice. Sbuca in via del Guasto. Troverai due vecchie conoscenze che ti accompagneranno a un'auto parcheggiata. Per di qui".
"Un momento. Cosa sta succedendo?"
"Stai per entrare in clandestinità, Immacolato. Per la seconda volta. C'è un movimento di opposizione al Teopop che…"
"Bleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeargh!"
"Vedo che sei già alla bile, mmm. D'altronde puoi ancora scegliere. Qui c'è il VHS della Meglio Gioventù: scegli. Puoi accomodarti sul divano e morire di conati o…"
"C'è Defarge dietro a tutto questo, vero?"
"Non sono autorizzato a rispondere".

lunedì 5 dicembre 2005

- 2025

Cosa c'è nella stanza 68

"E proprio quando io e Aureliana credevamo, Signore, di aver scoperto chissà quale mistero intorno a Leonardo – la sua doppia personalità, intendo, Immacolato vs. Arci – bene, proprio in quel momento lo perdemmo. Smise di venire in facoltà. Le mogli lo cercavano. Sulle prime pensammo che ci avesse scoperto. La verità era più banale: si era cacciato nei guai. Guai professionali. Guai politici.
Come forse non le ho ancora detto, Immacolato lavorava partime per il Ministero della Propaganda del Teopop, presso il Reparto Nostalgia. Pare che fosse stata la bismoglie più giovane a brigare per fargli avere quel posto, nel quale sembrava particolarmente dotato. La cosa non sorprende, visto che il reparto stesso era stato fondato da "Arci", ovvero da lui medesimo.

Gli impiegati del Reparto Nostalgia (detto anche "Progetto Duemila") sono addetti alla memoria collettiva. Riciclano materiali audiovisivi di repertorio risalenti a 20 anni fa e li trasformano nel Passato Ufficiale del Teopop. Ovviamente tagliano le cose che intendono dimenticare e far dimenticare. Immacolato aveva una buona memoria (requisito importante per lavorare al Reparto), ma che a volte lo tradiva, mettendolo nei guai. Per esempio, in occasione del ventennale della morte di Papa Giovanni Paolo II, sostenne davanti a un alto prelato di aver visto ai suoi tempi l'immagine video del Grande Papa che stringeva le mani a un dittatore cileno. Un finto ricordo, tipica illusione dell'inconscio. Ma Immacolato scelse male il tempo e il modo, e la figuraccia davanti al cardinale costò il posto al suo principale (mentre lui rimediò solo un'espulsione). In questo modo favorì involontariamente l'ascesa di Pioquinto, un viscido funzionario clericale che fu nominato responsabile del reparto. Immacolato lo conosceva già (e lo disprezzava), ma non poteva sapere che Pioquinto apparteneva alla fazione papista del Teopop – una corrente che appoggiava il Papa del Teopop, e il suo tentativo di riprendere saldamente il controllo del regime.
Pioquinto si era affrettato a richiamare Immacolato al lavoro – ne conosceva le doti e preferiva averlo con sé che contro. Ma Immacolato non era più l'impiegato remissivo di un tempo. Forse la possibilità di confidarsi liberamente a un blog aveva risvegliato in lui sopiti istinti di ribellione… fatto sta che Pioquinto si trovò più volte ai ferri corti con lui, e alla fine, per una banale divergenza di vedute, lo condannò alla Stanza 68. Non mi faccia quella faccia, Signore. Non ha mai sentito parlare della stanza 68?

La Stanza è una delle peculiarità logistiche del Teopop italiano, un po' come i bunker di cemento in aperta campagna erano la peculiarità del comunismo albanese. Ogni edificio pubblico (cioè, in pratica, ogni edificio) è equipaggiato con una stanza 68. Di solito è in fondo al corridoio, di fianco all'infermeria. A volte manca l'infermeria, ma di solito non manca la stanza 68.
Si tratta sostanzialmente di un'elementare forma di castigo, prevista dal regime: se qualcuno continua a pestare i piedi al superiore, quest'ultimo come extrema ratio può indirizzarlo alla stanza 68. Lo stesso Immacolato, nell'unico luogo dove era in grado di esercitare un minuscolo potere (la facoltà di Scienza Inutili) aveva qualche tempo prima ricorso alla Stanza 68 con uno studente che lo innervosiva. Va detto che si tratta di solito di casi molto rari; tutti preferiscono essere buoni e ubbidienti piuttosto che passare una mezza giornata nella Stanza 68. Ora lei, Signore, vorrà sapere cosa ci sia di così universalmente deterrente nella Stanza 68. Beh, non mi crederà.

La Stanza 68 è una capsula del tempo.
Contiene libri, riviste, manifesti, materiale audiovisivo, tutto risalente a un determinato periodo della storia d'Italia. E di solito, in ogni stanza 68 seria c'è anche una persona, anch'egli risalente a quel periodo, il cosiddetto "aguzzino". Da questo punto di vista la Stanza 68 risolve uno dei problemi fondamentali del Teopop: lo smaltimento di una generazione in esubero. Si tratta ovviamente della generazione nata tra il 1940 e il 1955 – i babyboomers.
Come sicuramente sa, Signore, in tutto l'Occidente la generazione del baby boom è quella che ha avuto la possibilità di crescere, mettere famiglia e conquistare il potere nella fase migliore di tutto il Novecento – e forse di tutta la storia dell'umanità: la Guerra fredda garantiva stabilità (e una relativa pace); i mercati si espandevano, c'era lavoro quasi per tutti, ecc. ecc.. Furono gli anni della conquista dello spazio e della rivoluzione sessuale, Signore, senz'altro lo sa meglio di me, non aggiungo altro. In ogni caso, già verso gli anni Ottanta questa fase di benessere stava rapidamente declinando. In alcune nazioni declinò molto più bruscamente che in altre – è il caso dell'Italia, naturalmente.

Deve sapere che durante la Guerra fredda l'Italia aveva goduto di una sorta di rendita di posizione. Voi americani avevate tutto l'interesse a mantenere a un certo livello di benessere una nazione al centro del Mediterraneo, a ridosso della cortina di ferro e del Medio Oriente. Era un modo per dimostrare la superiorità dell'Occidente, della Nato. Ma dopo il 1989, le priorità cambiarono. L'Italia doveva tornare a camminare con le sue gambe, e riprendere il mediocre destino di sottosviluppo a cui sembrava condannata dalla Storia. Questo lasciò spiazzati i babyboomers. Essi erano nati e cresciuti in un mondo pieno di opportunità. In un certo senso, pensavano che tutto fosse loro dovuto: pensioni sempre più cospicue, scuole sempre più formative, ospedali sempre più puliti, lavori sempre meno faticosi… ma questo non era più sostenibile. Economicamente.
La reazione emotiva di questi babyboomers fu devastante. Si chiusero in un passato fatto di canzoni e immagini della loro gioventù. Siccome erano la fascia di popolazione più numerosa, il mercato rispose massicciamente alla loro fuga della realtà, producendo un revival infinito sugli anni Sessanta-Settanta. Il processo regressivo fu tale, che l'Italia fu l'unico Paese in cui i babyboomers non andarono mai al potere. Nella stanza dei bottoni ci rimasero i nonni: i papà a un certo punto si rintanarono nella stanza dei giochi e non ne uscirono più.

Il Teopop – che era stato ideato da esponenti della generazione dei figli, cioè dalla mia – si era naturalmente posto il problema: cosa facciamo di 'sti bamboccioni – nel frattempo diventati tutti arzilli pensionati, assolutamente improduttivi, ma ancora pieni di voglia di raccontare dei loro anni ruggenti in cui loro sì che sapevano divertirsi ballare fare la rivoluzione? Ci sarebbero voluti ancora molti anni prima di smaltirli: i babyboomers avevano usufruito di una sanità pubblica efficiente e avevano un'aspettativa di vita altissima. Si calcolava che l'ultimo scaglione di babyboomers non avrebbe smesso di intonare canzoni di Battisti prima del 2035. Bisognava dunque rassegnarsi ad altri vent'anni di ritornelli di Battisti in tv? Qualche membro del Teopop iniziava già a parlare di eutanasia di massa.
Ma altri si opponevano. "Nel Teopop c'è posto per tutti", dicevano. "Possiamo trovare un posto anche per loro".
La soluzione definitiva fu piuttosto ingegnosa, e non mi stupirei se il diabolico Arci non fosse stato tra gli ideatori. Rientra un po' nel suo stile, per così dire. I babyboomers furono esaminati per quello che erano: un branco di sessanta-settantenni inutili e nostalgici. Che cosa potevano ancora fare, di utile?
"L'unica cosa che sanno fare è tediare il prossimo con nostalgie inutili. È una tortura".
"Già, ma nel Teopop c'è bisogno di tutto. Anche di torturare il prossimo, quando se lo merita".

E fu così che nacque il progetto "Stanza 68". Il babyboomer, detto anche "aguzzino" fu preso e isolato nella sua Stanza dei giochi – poster, libri, dischi, film, tutto il più possibile originale, tanto di quella paccottiglia ce n'era in eccesso. E quando qualcuno si comporta male… lo si manda nella Stanza 68 a farsi raccontare i vecchi tempi: la Vespa, Celentano, quel che Pasolini disse agli studenti di Valle Giulia, ecc., ecc., ecc..
Il risultato (anche solo dopo mezza giornata) è devastante. Pare che tu possa sentire le tue cellule grigie liquefarti. Non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico.
Ora che ci penso, il mio peggior nemico era lui.

venerdì 2 dicembre 2005

- 2025

Me lo ricordo come fosse ieri – ventun anni fa.
Defarge e Arci intorno al tavolino di un bar, che discutevano.
Di chiudere i blog, di scendere in campo, di darsi da fare. Defarge forse no, ma io ricordo. Tutto.
Anche il nome del Bar.
Taddei

(Io ho pagato i caffè).


Estratto da: UNION DES ÉTATS UNIS EUROPÈENS - ISTANBUL
BUREAU CENTRAL DES AFFAIRES CONFIDENTIELLES ET RESERVÉES – STRICTEMENT CONFIDENTIEL

Rapporto finale sul caso Defarge (dicembre 2025)

Il rapporto è stato inviato dall'agente ****** (d'ora in poi "Aureliana", nome da lei assunto durante la missione) mediante il telefono satellitare celato nel suo Ipodo, attraverso un protocollo desueto che gli americani non sanno decifrare (perché non si sono mai abbassati a usarlo): il protocollo SMS. Trattasi di un sistema per inviare brevi messaggi di testo attraverso una tastiera numerica, avete capito bene, non alfanumerica, proprio numerica, pazzesco, ma è così. È un protocollo che ha avuto un discreto successo in Europa durante il boom della telefonia satellitare (anni '90-'00), per poi decadere rapidamente, resistendo soltanto come cultura residuale in quelle comunità di italiani della diaspora che sono fiorite in tutto il mediterraneo durante l'emigrazione degli anni '00-10 (nota come La Grande Fuga dei Cervelli). Questo fa sì che oggi la lingua comunemente usata per gli SMS sia una versione particolare dell'italiano, con abbreviazioni e grafie particolari che la rendono incomprensibile a chiunque non la padroneggi dall'infanzia. Perfetto per le informazioni confidenziali, no? Un po' come il dialetto degli indiani Navajo che gli americani usavano durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli americani hanno i Navajo con i loro dialetti, e noi abbiamo gli italiani con i loro messaggini.

Ciaooooooooo! Qui è sempre la vsa Aureliana!!!! Come butta???
A me, ALLA GRANDE! Ho kapito finalm il mistero d Leonardo
A malinqre, devo konfessare ke nn ce l avrei mai fatta senza il super-neo-con from USA, veram un connard (ma dooooolce…………) Lui mi a fatto leggere il blog di Leonardo!!!! & li ho capito ke c trovavamo davanti 1 psicopatico + skizofreniko + gravi rimorsi!!!
Il suX-neo-con cerkava il misterioso Arci. 6-1-scem8, gli o detto, nn ai capito ancora??? Sai fare 1+1=? Prova:
1. Arci non è 1 nome d bisbattesimo (i cittadini del Teopop anno tutti nomi d santi del calendario, es. Aureliana)
2. Dove compare X la prima volta il nome Arci??? Sul blog Leonardo, nel 7mbre 2004, in un post ke non fa ridere.
3. Ki parla sempre & solo d lui??? Leonardo!!!!
4. Leonardo è il solo membro della 1ma cellula del Teopop ke sopravvissuto dopo 20 anni. Eppure dice sempre ke nn a fatto niente d importante. Nel suo blog è terribilm evasivo.

"Era nato il Teopop. Io portavo le paste".
"Io dirigevo il traffico".
"Io preparavo il caffè"...
Ora io t chiedo: È MAI POSSIBILEEE??? Ke in 20 anni di rivoluzione tu conosci tutti i pezzi grossi come Defarge & Arci, ap., & resti sempre uno sfigato ke porta paste & caffè alle ri1ioni???? Tu c credi? Io nn c credo.
E poi: sai qnti anni di rieducazione si e' fatto qst'uomo, prima d essere riammesso nel Teopop? Credi ke facciano qsto trattam X tutti i pesci pikkoli? Maddai……

Adesso prova a fare 1+2+3+4= NON AI ANCORA KAPITO?

IMMACOLATO=LEONARDO=ARCI!!!

ARCI È 1 NICKNAME KE USAVA NEL SUO BLOG 20 ANNI FA, UN XSONAGGIO DEI SUOI POST BUFFI (ke a me nn mi fanno ridere)!!!

QNDO A LASCIATO IL BLOG & È PASSATO IN CLANDESTINITA', HA USATO ARCI COME NOME DI BATTAGLIA, PROPRIO COME ********* SI E KIAMATO DEFARGE!

È STATA 1 FIGURA D PRIMO PIANO DEL TEOPOP! HA INVENTATO IL TRIMONIO (=rapporto matrimoniale tra 3 Xsone di sesso diverso), HA ABOLITO TUTTI I CONDIZIONALI DEI VERBI E LE DESINENZE DEGLI AVVERBI, XCHE' DOPO 5 ANNI D BLOG ERA STANCO D PERDERE TEMPO CON LA CONSECUTIO E TUTTE QLLE DESINENZE!!! (lo capisco!!!)

POI PERO' QNDO IL REGIME SI È NORMALIZZATO È CADUTO IN DISGRAZIA ANKE LUI, COME DEFARGE, COME TROTSKIJ, DANTON, ROBESPIERRE: E LO ANNO INTERNATO.
FORSE LO ANNO TORTURATO (& forse no)

LUI A TRADITO IL SUO MIGLIORE AMIKO DEFARGE. LA VERGOGNA (O I MALTRATTAMENTI SUBITI???) ANNO KAUSATO IN LUI 1 SDOPPIAM DI XSONALITA'. SI È IMMAGINATO UN ALTER EGO "IMMAKOLATO", TIMIDO MEDIOKRE & INCAPACE D FARE MALE A N.1 MOSKE!!! XCHE' NN VOLEVA AMMETTERE D AVER TRADITO IL SUO AMIKO!!!

A ql punto il SuX-Neo-Con from the USA mi a detto Shit, (lui sempre moooolto fine!!! Xò mi fa ridere……), Shit, se Leonardo è Arci, Arci nn può essere il fottuto Vekkio dlla montagna ke fottutam cerkiamo.
Ma io la pensavo altrim.
Pensavo: noi conosciamo solo 1 lato d Leonardo. Il lato Immakolato. Ma se lui a una 2ppia vita? Se nel tempo libero ri-diventa Arci e ordina ai suoi sudditi d farsi esplodere? Dovevamo fermarlo!!!

[...]

mercoledì 30 novembre 2005

- 2025

Mister T e Madame A

D'accordo, Signore, confesso. Ho avuto paura e ho disertato. Ma non è questa la mia colpa più grave, lo sa? Vuole sapere qual è, la mia colpa più grave? Aver perso la fiducia in me stesso. Non aver più creduto in me. Proprio quando ero così vicino alla meta…

(Del resto, non era facile mantenersi lucido laggiù, in un Paese sprofondato, fuori dalla grazia di Dio e dalle rotte commerciali del caffè).

Mi era bastato vedere Leonardo-Immacolato la prima volta, per convincermi di aver fatto un buco nell'acqua. Mi aspettavo un leader ancora lucido e battagliero. Mi sono trovato davanti un cinquantenne grigio, ingrassato, pavido. S'immagini che non osava rispondere alle mie domande sulla più recente storia del Teopop. Se le fece mettere per iscritto, e poi si diede malato. Col senno del poi, avrei potuto trovare sospetta tutta questa reticenza. Ma lì per lì non ci feci caso. Ogni tanto davo un'occhiata clandestina al suo blog personale: una palla. Pareva proprio che la politica non lo interessasse più: la guerra e gli attentati per lui erano solo seccature, lui preferiva parlare dei suoi lavori, della famiglia, delle corna che gli metteva la bismoglie…

Dopo un paio di mesi ero ancora all'Ospedale Maggiore – e avevo finito i soldi. A quel ho avuto paura che voi assumeste Damaso per riportarmi in America. Come ha ben detto lei, Signore, io sono una carta verde di terza categoria, e non avrei mai potuto rifondarvi i debiti con gli interessi. Così ho usato gli ultimi spicci per corrompere gli infermieri e me ne sono andato. Dalla porta, sì, dalla porta. La voce secondo cui li avrei aggrediti per poi spiccare il volo è una leggenda urbana che si è diffusa con facilità – nel suo blog Immacolato sostiene che avrei fatto saltare due denti a un infermiere. Ma quel tipo i due denti li aveva persi da un pezzo, lei non si immagina che dentature marce si vedono in giro nel Teopop.


All'inizio mi sono rifugiato sul litorale di Bologna, in una zona che mi è particolarmente cara perché vi sorge un cimitero di guerra americano. Per un poco ho campato di espedienti, pattugliando le centraline energetiche: ma i terroristi non si sono fatti vedere. Allora ho provato ad attirarli io, compiendo alcuni gesti vandalici che avrebbero potuto destare la curiosità del fantomatico Arci: un piano disperato, ora me ne rendo conto. Eppure in un certo senso funzionò. Arci non si fece vivo, ma Immacolato sì. Trovò il mio nascondiglio e mi spiegò che fino a quel momento non aveva potuto sbottonarsi per paura dei microfoni. Ma se mi aspettavo che mi rivelasse chissà quale congiura, rimasi ancora una volta deluso.

Comunque Immacolato decise di aiutarmi (probabilmente pensava di rivendermi a Damaso, come ha detto lei, Signore). Mi portò all'università, cercò di spiegarmi come usare la consolle di una playstation per navigare sul Supernet. Ha mai visto una consolle, Signore? È un trabiccolo infernale. Tasti e cloches dappertutto. In confronto l'interfaccia utente di un sottomarino atomico è uno scherzo.

Fu proprio armeggiando malamente con la consolle che m'imbattei in una studentessa del corso di Immacolato, una biondina che mi sembrava troppo sofisticata per rimanere a studiare in quel regime da cerebrolesi. Sosteneva di chiamarsi Aureliana. Iniziò a puntarmi. Ora, l'aver perso vent'anni d'età non fa comunque di me l'oggetto del desiderio di ventenni sofisticate. E infatti sul più bello saltò fuori che per mantenersi all'università lei faceva l'agente segreto part-time, proprio come me, ma per i Bizantini. E che anche lei, come me, era a Bologna per lo stesso motivo: trovare il Vecchio della Montagna.

La differenza principale stava in questo: che mentre io mi ero incaponito in una sterile pista Leonardo-Arci, lei si era persuasa che il Vecchio fosse un altro vecchio esponente del Teopop, il misterioso Defarge. La cosa strana è che anche la pista di Defarge portava a Leonardo-Immacolato. In effetti, tutte le strade sembravano portare a questo individuetto insignificante. Aureliana aveva fatto una ricerca in archivio, e si era resa conto che del primo gruppo dei "Duemilacinquisti" (i fondatori del Teopop), solo Leonardo-Immacolato era ancora in circolazione: gli altri erano tutti finiti male o scomparsi, come Arci e come Defarge.

Non mi guardi così, Signore. È vero, a quel punto accettai di collaborare con un'agente bizantina. Non avevo più nulla da perdere; le informazioni che mi dava lei sembravano più importanti di quelle che ebbe in cambio da me; e poi, era tanto carina… Lavorando in coppia speravamo di carpire a Immacolato qualche informazione in più. Lei già da più di un mese tentava di sedurlo, con scarsi risultati: pur trovandola anch'egli carina, Immacolato continuava a dibattersi in puerili sensi di colpa postcristiani. A un certo punto corrompemmo i suoi studenti (non fu difficile) organizzando un vero e proprio teatrino: al termine di una lezione Immacolato si trovò circondato da un nugolo di giovani decisi a processarlo per non so più quale reato ideologico – finché non intervenni io a salvarlo. Era una tattica psicologica mirata ad accrescere in lui la fiducia nei miei confronti… eppure alla fine fu con Aureliana che si sbottonò maggiormente, un giorno, davanti a una macchinetta del caffè del surrogato alla cicoria. In quell'occasione ammise di essere stato il collaboratore di Arci, "allo stesso modo in cui il cane di Pavlov poteva essere considerato il collaboratore di Pavlov". Una specie di cavia per i suoi esperimenti. Arci era una specie d'inventore pazzo, con un pallino per la realtà virtuale: più volte aveva fatto indossare al suo assistente interfacce cerebrali (i vecchi "caschi"). Quando Aureliana mi diede queste informazioni, qualcosa nella mia testa iniziò a prendere consistenza. Interfacce cerebrali. Realtà virtuale. Nel 1200 il Vecchio della Montagna si serviva dell'hascisc e di un castello isolato per irretire i suoi discepoli. A suo modo, anche il paradiso artificiale del Vecchio era una realtà virtuale. Ma nel 2025, in un arcipelago impantanato in mezzo al mediterraneo, che strumenti avrebbe usato il Vecchio per dare l'illusione dell'eternità?

Un'interfaccia cerebrale. Un casco.

L'uovo di Colombo. Naturalmente mi guardai bene dal dirlo ad Aureliana.


DE: NOME EN CODE 'AURELIANA'
AGENT SECRET À LA PIGE POUR LE SECTEUR DE LA MEDITERRANéE CENTRALE

Á: BUREAU CENTRAL DES AFFAIRES CONFIDENTIELLES ET RESERVéES, ISTANBUL

Ciaoooooooo!!!! Mi mankate tutti 1 casino!
(Fare la Lolita monakella perbene per un po' è sympa! ma alla lunga superpallosissimo…………)
Raccolti altri indizi ke konfermano la mia ipotesi iniziale: il Vekkio usa un Kasko-interfaccia-cerebrale per attirare i poveretti nel suo paradis artificiel. Ke merdiqo! (Ma un po' l'ammiro….……)
Devo fare attenzione al super-con americano: riskio di metterlo al korrente delle mie scoperte. Ma! Mi sembra troppo connard per comprendre alkunkè!

Vogliate gradire i miei più distinti baciooooniiiiiiiiiiiiiiiiiiii! SMACK!