Satellite d'amor
Caro Leonardo,
sempre su Taddei:
come sai, quell'uomo è in perenne agitazione, non riesce a star fermo in un posto per più di qualche minuto. Per molto tempo ho pensato che si trattasse della reazione standard di una persona che si sveglia dopo vent'anni di congelamento: come una foga di voler recuperare il tempo perduto, eccetera. Pensavo anche che col tempo si sarebbe attenuata. Ma passano i mesi, e lui resta indiavolato come il primo giorno. Di più: sta contagiando l'ambiente circostante. Quando vado in facoltà sento come un'agitazione che monta, echi di assemblee autogestite, cose da cui cerco di tenermi lontano.
Nel frattempo, comincio a pensare che non ci sia nulla di eccezionale nella sua agitazione. È semplicem il modo di fare standard di un trentenne-e-qualcosa nel 2004. A quel tempo, si viveva a una certa velocità, a un certo ritmo. Col tempo, e con le varie crisi economiche, questo ritmo si è via via rallentato, in modo troppo graduale perché noi riuscissimo ad accorgercene. Ma se potessimo tornare a vent'anni fa, probabilm ci accorgessimo che tutti a quel tempo schizzavano di qua e di là a velocità oggi impensabili.
"Ah, sei qua. Ma dove cazzo…"
"Taddei, insomma!"
"…sei stato, ti ho cercato tutto il giorno".
"Sono dovuto venire a piedi perché il filobus non passava, c'è stato una specie di attentato a una centralina energetica e…"
"Maledetti terroristi!"
"Sì, sì, certo. Comunq sono in ritardo solo di sei ore".
"Sei ore? Ti sembra una cosa normale? Dovevi fare degli esami oggi! I tuoi studenti saranno esasperati"
"I miei studenti sono in ritardo come me, non c'è nulla di eccezionale".
"Ma ti rendo conto che per sei ore sei stato irreperibile? Nessuno poteva sapere dove stavi. Magari eri rimasto vittima di un attentato e…"
"Taddei, ti vuoi calmare? Sono qui. Sono arrivato. Adesso, se c'è qualcuno da interrogare, lo interrogo e amen. Non stiamo a fare un duemilaesedici".
"Un che?"
"Niente. Taddei, devi abituarti ad aspettare le persone. Tutti qui passiamo ore ad aspettare le persone. E finché non arrivano, non possiamo sapere con certezza dove si trovano".
"È intollerabile".
"Sul serio? Ma perché?"
Flash! Come la classica lampadina nei fumetti.
"Aspetta, Taddei. Forse ho capito il tuo problema. Ora ti faccio una domanda: qual è la tecnologia di vent'anni fa che oggi rimpiangi di più?"
"Non so, forse la moka".
"Quella esiste ancora, manca il combustibile. Ma sei sicuro di non avere un profondo e sottaciuto rimpianto per la telefonia cellulare?"
"Ah, sì, beh, non è che io fossi un appassionato di telefoni, ma…"
"Ma ti manca la reperibilità. Sapere dov'è la gente in tempo reale".
"Ah, sì, quello era importante. Ma che fine hanno fatto i cellulari?"
"Nessuna fine. Sono invecchiati e si sono rotti. Siccome nel Bel Paese nessuno li produceva più, quando c'è stato l'embargo anti-bizantino…"
"Non è possibile. Qualcuno funzionerebbe ancora. Almeno di contrabbando".
"Ah, ma comunq non ci sono più i satelliti".
"Ce li hanno tolti a causa della guerra, vero?"
"No, perché? Anche in guerra non c'è motivo per non fare buoni affari, e far telefonare gli italiani è sempre stato un buon affare per i bizantini e tutti gli altri. Ma a un certo punto ci hanno impedito di trasmettere perché facevamo troppi guai".
"Guai?"
"È una storia un poco imbarazzante. Fu durante gli attentati del 2011… o del …13? Non mi ricordo".
"Attentati? Chi attentava chi?"
"Guarda, non mi ricordo con precisione, comunq tutte le capitali bizantine furono prese di mira. A quel tempo c'erano ancora molti cittadini del Bel Paese in giro per il mondo, per studiare o lavorare per farsi i fatti altrui, sai".
"Per turismo".
"Ecco. Insomma, a un certo punto ci fu un attentato più grosso degli altri, in una grande capitale… Londra o Parigi o Vilnius, non mi ricordo… e la copertura satellite andò in tilt. Andò talm in tilt che un paio di satelliti artificiali esplose, disseminando cocci su un'orbita ellittica che interseca pericolosam l'atmosfera ogni tredici novembre. Peccato che da noi sia sempre nuvolo, perché lo spettacolo di stelle cadenti dicono sia notevole".
"Un sovraccarico di informazione. Tutti volevano sapere dov'erano tutti".
"Magari. In realtà le indagini appurarono che il sovraccarico era stato causato da un solo messaggino di testo, hai presente? Quelli che si digitavano coi tasti numerici…"
"Gli sms"
"Esse-emme-esse, già, li chiamavamo così".
"Un solo sms?"
"Sì, che proveniva dall'unità di crisi della Farnesina, insomma, dal nostro ministro degli esteri del tempo".
"E cosa c'era di così distruttivo in questo sms?"
"Nulla, era un semplice messaggio di testo. Ma il ministero aveva pensato bene di spedirlo a tutti gli italiani all'estero. Siccome l'Italia era nello spazio Schengen, era impossibile capire quali italiani fossero all'estero e quali no, così una cima dell'unità di crisi pensò bene di tagliar la testa al toro spedendo l'sms a tutti gli italiani".
"Cinquantasette milioni".
"No, no, almeno centoottanta".
"Centoottanta milioni di italiani?"
"Centoottanta milioni di cellulari, ogni italiano ne aveva a testa tre. Così questo semplice sms di testo fece esplodere i satelliti".
"Ma cosa c'era di così importante da comunicare a tutti gli italiani?"
"Beh, sai, in un'emergenza del genere… le solite cose: PER FAVORE, CHIAMA A CASA PAPA' E MAMMA, LORO MOLTO IN PENSIERO, eccetera eccetera".
"Stai scherzando?"
"No, era un modo per accelerare il lavoro dell'unità di crisi, sai… reperire tutti gli italiani all'estero, chiamare i papà e le mamme".
"Vuoi dire che nel momento in cui un ignobile attentato paralizzava una capitale d'Europa, e i soccorsi avevano bisogno di comunicare tra loro, la Farnesina sovraccaricò il satellite per una cazzata del genere?"
"Non era una cazzata, si trattava di calmare il legittimo cardiopalma di tutte le mamme italiane, e dei papà!"
"Non posso credere che sia successo".
"Ma in realtà era già successo altre volte, e la comunità internazionale aveva portato pazienza, perché si sa come siamo noi, siamo dei simpatici cazzoni e…"
"Dei simpatici cazzoni? Noi siamo i figli di mamma che alla prima bomba frignano e telefonano ai fottuti parenti. Noi siamo la vergogna del continente, noi. Peggio degli albanesi, siamo! Dei fottutissimi…"
"Sssst, Taddei, per favore! Qua di fianco c'è il dipartimento di studi schipetari, e i madrilinguisti sono molto sensibili".
Se n'è andato, in una nuvola di livore. A volte mi chiedo se non esploderà, un giorno.
Proprio come i satelliti.
leo ancora, scrivine un'altra, un'altra storia
RispondiEliminaCiao sono Antonio potete gentilmente inserire un link Ef Education - studiare all'estero (www.ef-italia.it).
RispondiEliminagrazie.
Antonio