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mercoledì 7 maggio 2014

La tentazione democristiana

Quindi, insomma, Renzi prende atto che il centrosinistra è minoritario (anche la sua versione di molto annacquata) e, mentre a parole sventola una "vocazione maggioritaria", nei fatti si prodiga per trovare la quadra che gli consenta di governare anche se non supererà il tetto del trenta-e-qualcosa per cento dei consensi. Possibilmente senza troppi contrappesi istituzionali, che sono quella cosa noiosa della politica USA che né lui né Veltroni hanno ricavato dalle serie tv: per cui, insomma, il senato è solo un intoppo da sostituire con una parata di amministratori eletti da altri amministratori, eccetera. Tutto questo è pericoloso non solo per Renzi - il quale mi pare animato dalla buona fede talvolta micidiale di certi timonieri e padri della patria - ma soprattutto per chi verrà dopo di lui e non sarà necessariamente altrettanto animato da buone intenzioni.

Questo è il rischio a cui ci espone Renzi e la sua dissennata strategia: ma esistono alternative? Perché bisogna essere abbastanza onesti da ricordare che Renzi non ha vinto la leadership del centrosinistra alla lotteria, ma rilevando la direzione del PD al termine di una serie di tentativi forse meno dissennati, forse più ragionevoli, ma tutti comunque terminati in modo fallimentare. Fallì l'Ulivo del '96 per questioni bertinottiane che è sempre più difficile non confondere con capricci; fallì la gestione D'Alema-Amato, che pure le provò tutte per conquistare quella fetta di elettorato mancante (anche loro ci misero qualche soldo in busta prima delle elezioni, inutilmente). Fallì il nuovo Ulivo decapartitico dopo aver vinto le elezioni per un soffio; fallì la vocazione maggioritaria veltroniana; fallì Bersani che pure fece solo mosse ragionevoli. Siamo in uno di quei momenti della Storia in cui si fa imperatore chiunque passi di lì e abbia un paio di sesterzi da lanciare alla plebe o ai pretoriani; Matteo Renzi i sesterzi li aveva e pare che finalmente i finanziatori siano tutti on line; la sua proposta non pare proprio il massimo, ma ne abbiamo una migliore?

Forse sì.

Non dico che sia la migliore in senso assoluto - non lo è affatto - però è migliore del disastro a cui Renzi e le sue coorti un po' improvvisate stanno attendendo. Peraltro è una proposta molto semplice, lontana dalle macchinosità a cui ci hanno abituato i nostri ultimi riformatori, da Calderoli in giù (Calderoli ci sta facendo una figura da statista, rendiamoci conto). Ed è la proposta - pensate - di Beppe Grillo: torniamo al proporzionale. Ognuno vada alle elezioni con i suoi, ognuno strappi quei due o tre punti che riesce a strappare, e poi?

E poi cosa volete che succeda: quello che già succede adesso. Il PD, sospinto da populismi di segno opposto, si ritroverà al centro del parlamento, non necessariamente maggioritario ma indispensabile a qualsiasi maggioranza: in pratica, la nuova Democrazia Cristiana. E a quel punto sceglierà, come sceglievano i democristiani, se puntare moderatamente verso un populismo più berlusconiano o più grillino: come si diceva? Avanti al Centro contro gli opposti estremismi. All'inizio la comunella con Berlusconi o qualche frammento berlusconiano come il NCD sarà l'opzione più realistica, anche Grillo ci tiene molto a recitare il suo ruolo di predicatore-speaker della minoranza offesa.

(Non mi stanco di notare il paradosso: da una parte c'è un Renzi apparentemente bonario che sta, nei fatti, rottamando le istituzioni democratiche, al punto di rischiare concretamente che Grillo si ritrovi dopo un ballottaggio in maggioranza al parlamento. Dall'altra c'è un Grillo urlatore che, se gratti appena un po' la patina apocalittica, in sostanza ti sta proponendo un accordo ragionevolissimo: non mi fate governare, che non saprei che cazzo fare. Tu e Berlusconi vi pigliate il potere e io mi gestisco il malcontento che ne deriverà. E bisogna pure ringraziare che ci pensa lui e non un Genny La Carogna. Al confronto Grillo è veramente un gentiluomo. Una volta che gli è quasi scappata una marcia su Roma ha fatto dietrofront immediatamente. Ogni sua campagna sembra voler escludere sapientemente qualsiasi possibile attrito con la realtà pratica: impeachment a Napolitano! Referendum consultivo sull'euro! persino quando raccoglie le firme per qualcosa, non si preoccupa di rispettare le scadenze di legge. Se escludi l'audio frastornante dei suoi comizi e rifletti su come il grillismo sia riuscito a incanalare un enorme malcontento in forme di protesta pacifiche e civili, ancorché inconcludenti, ti rendi conto che è il migliore cane da guardia dell'opposizione che una nuova democrazia cristiana potrebbe meritarsi).

Ora io non voglio dire che l'opzione proporzionale sia la mia preferita: ma mi sembra che la Storia soffi da quella parte, perlomeno negli ultimi mesi. Grillo ci terrebbe tanto; anche il PD ne trarrebbe un sicuro beneficio; Berlusconi ne soffrirebbe ma gli resterebbe un margine per contrattare. E allora perché Renzi insiste, perché non cede a un'ancestrale tentazione democristiana? È solo cocciutaggine, o ha capito qualcosa di più?

Diamogli una chance: forse ha capito qualcosa di più. Ovvero, che il sistema tripolare è soltanto transitorio, e che non c'è un vero motivo per cui il PD debba rimanere al centro del quadrante. Anche se non possono allearsi, per motivi in un certo senso personali, Grillo e Berlusconi hanno profonde affinità e parlano a bacini elettorali parzialmente sovrapponibili. Prima o poi uno dei due personaggi ridimensionerà la sua presenza, e il populismo tornerà a occupare un solo polo, a votare un partito, a sventolare una bandiera. Che bandiera sarà? Cosa potrà sintetizzare, stavolta, l'antipolitica e la rivolta fiscale, il leghismo con il salario garantito? A occhio c'è una sola bandiera disponibile, ed è quella antieuropea. Il populismo che verrà non potrà che ritrovarsi nel grande ingorgo dell'antieuropeismo, e a quel punto probabilmente vincerà. Ma nel frattempo, a noi malgrado tutto europeisti, che portabandiera rimane? Matteo Renzi? (continua)

19 commenti:

  1. Comunque c'é un precedente storico al sistema di Renzi per il Senato: é il senato degli Stati Uniti fino al 1913, i cui membri erano eletti dalle assemblee legislative dei singoli stati.

    Forse é bene ricordarsi che questo sistema, per nulla innovativo, é stato cambiato, proprio perché era poco rappresentativo ed aperto alla corruzione nelle nomine dei senatori. Meglio pensarci ora, prima di tornare indietro di un secolo.

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    1. Per quanto quel che dici sia vero, c'e' una differenza fondamentale fra il Senato USA (attuale o di un secolo fa) e quello proposto da Renzi: il Senato USA conta quanto (forse leggermente piu'.. ad es., la ratifica dei trattati internazionali e' di esclusiva competenza del Senato) la Camera.
      Invece il Senato proposto da Renzi conta poco piu' di zero.
      Suppongo (ma posso sbagliare) che il modello di Renzi sia quello olandese, dove la camera alta viene nominata dai consigli provinciali ed ha poteri ristretti (non puo' emendare le proposte di legge approvate dalla camera bassa; puo' solo approvarle o respingerle in toto).. per quanto non ridicoli quanto quelli del senato "renziano" (ad es., l'approvazione della camera alta e' necessaria per ogni legge.. e non puo' essere "superata" con ulteriori votazioni nella camera bassa). Francamente, se Renzi vuole che il Senato non conti nulla, perche' non lo abolisce completamente?

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  2. insomma per Leonardo la risposta al cambiamento che propone Renzi è lo status quo, poi a sinistra si lamentano perchè li chiamano conservatori ...
    speriamo che nel prossimo post trovi qualcosa di meglio
    Matteo Z.

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  3. "la risposta al cambiamento che propone Renzi è lo status quo,"
    perchè, c'è il proporzionale adesso?

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    1. Non si riferiva al proporzionale, ma alle larghe intese.

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    2. Sì, però difensore-dello-status-quo sta diventando il nuovo motto del gregge: quattro zampe buono, due zampe difensore dello status quo.

      Considerare le riforme di Renzi peggiorative significa ritenere che persino lo status quo sia meglio: è una tautologia.

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    3. @Anonimo
      dato che l'Italicum non è stato approvato e la legge elettorale in vigore è quella uscita dalla Consulta possiamo tranquillamente dire che sì, attualmente c'è il proporzionale
      @Leonardo T
      non è tautologico affermare che chi difende lo status quo è quindi conservatore (parola non offensiva) ? che poi per me semplicemente una situazione peggiore (riferendomi all'architettura istituzionale e politica) di quella attuale è difficile immaginarla
      Matteo Z

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    4. Seguendo il tuo sillogismo ubriaco, in questo momento lo status quo è Matteo Renzi, e quindi benvenuto tra i difensori dello status quo.

      Canta con noi: https://www.youtube.com/watch?v=OVr9mHlUOuw

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    5. E piantala di insultare! Ma se i tuoi studenti in classe si mettessero a discutere così, saresti contento?
      Un po' di maturità, per cortesia...

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    6. Se un mio studente sapesse cos'è un sillogismo, e riuscisse a riconoscerne la gradazione alcolica, io non sarei contento, sarei forse euforico.

      Devo ammettere che il mio quotidiano rapporto coi preadolescenti forse deforma un po' il rapporto che ho con alcuni commentatori; nel senso che, se vi prendessi davvero per adulti, vi manderei a quel paese e stop.

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    7. Vabbè, sì, Leonardo, abbiamo capito...la tua inca33atura avrà ragione di qualsiasi post, di qualsiasi argomento e di qualsiasi idea opposta alla tua.
      Abbaia quanto ti pare, io me ne vado a dormire...

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    8. Non mi sembra proprio di abbaiare; tu, per contro, dovresti imparare a esprimerti senza piagnucolii.

      Sembra che tu goda a ribadire che il venerdì sera lo passi in casa a perfezionare modalità comunicative passivo-aggressive. A me non sembra il miglior servizio che tu possa fare a Matteo Renzi, o qualsiasi altra sia la tua causa.

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    9. Tu, per contro, dovresti solo ringraziare il Compagno G.

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  4. A me sembra che dire Renzi sta rottamando le istituzioni democratiche sia un pelino eccessivo. La riforma del Senato e del bicameralismo perfetto non è l'anticamera della dittatura, e il Senato come lo conosciamo non ha impedito a B di fare tutto quello che gli è passato per la testa.
    La legge elettorale di Renzi andrebbe benissimo se prevedesse il ballotaggio quando nessuno raggiunge il 50%, eliminando sta scemenza del premio di maggioranza a chi raggiunge il 37%.
    La legge elettorale proposta ieri dal movimento due stelle è una cretinata palese,ed è praticamente la fotocopia di quella attuale uscita dalle sentenze della Consulta.

    Hai perfettamente ragione quando dici che Grillo punta solo a stare all'opposizione e a costringere gli altri alle larghe intese, e temo che purtroppo riuscirà nel suo intento.

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  5. A me sembra che a livello locale il m5s si comporti abbastanza bene. A livello nazionale invece ha delle pecche. Ma per come sono stati reclutati i rappresentati eletti era una cosa da aspettarsi.
    Di solito se uno vuole suonare la fisarmonica, prima impara su quella diatonica ad otto bassi, non vai subito su una cromatica a 92 bottoni e 120 bassi (ho un cugino che suona in un'orchestra di liscio, se vi domandate come mai ho tirato fuori questo esempio), con la diatonica si acquisiscono delle abilità che poi si recuperano sulla cromatica, magari con le opportune differenze, ma di sicuro se impari a suonare in 7/4 è piu' facile sulla prima che sulla seconda.
    Allo stesso modo farsi le ossa nella giunta di Graglia o Aramengo permette di capire come funziona la macchina amministrativa e di farsi le ossa.
    Finire direttamente in parlamento o addirittura a fare il presidente del consiglio pensando che dirigere un'industria televisiva sia la stessa cosa che dirigere il governo è una ricetta sicura per fare danni.

    Detto questo, il giaio grosso della proposta di legge elettorale è che si tratta di un inutile pasticcio, personalmente non credo nell'incapacità, ma nella malizia di voler avere un parlamento ed un senato di persone nominate e che si limitino ad approvare quello che il Premier (che in teoria sarebbe il presidente del consiglio dei ministri, del resto il Duce era formalmente il presidente del consiglio dei ministri, guarda un po').
    Se le proposte che vengonmo fatte sono verso una deriva autoritaria, forse è meglio fermarsi un attimo, mi sembra logico. Cambiare tanto per cambiare, ripeto, non è esattamente una cosa intelligente da fare, e se il cambiamento viene portaro come cosa sempre e comunque migliorativa, io inizio ad avere qualche sospetto che chi dice questo in realtà non sappia dove vuole andare a parare o non lo possa dire apertamente.

    Detto questo il problema della lentezza del parlamento è dovuto ai regolamenti, che obbligano a giri in commissione e prevedono un rimbalzo continuo tra una camera ed un altra, con la possibilità di inserire emendamenti su emendamenti, l'uso abnorme di decreti legge e votazioni di fiducia ed il fatto che si tratta di nominati dai partiti che non devono rispondere personalmente del loro operato davanti ai cittadini elettori.

    Basterebbe che un disegno di legge proposto dalla camera possa o essere approvato nella sua interezza dal senato, oppure se il senato decide di approvare delle modifiche, il decreto deve ritornare alla camera ed essere riapprovato o annullato completamente, per dire. Inoltre basterebbe che una legge debba essere discussa all'inizio in camera o senato in dipendenza dei contenuti.
    Si dovrebbe eliminare la cosiddetta fiducia su una legge per sostituirla con la possibilità per camera o senato di richiedere la sfiducia al presidente del consiglio o di uno dei mebri indipendentemente dall'approvazione di una legge...

    Si potrebbe decidere che un parlamentare può fare al più due mandati alla camera e due in senato, e che non deve aver subito condanne per reati non colposi superiori a due anni al netto di indulti e riduzioni di pena...
    Si possono ridurre linearmente i senatori a 129 ed i deputati a 257 ridisegnando semplicemente i collegi... si possono fare tante riforme per snellire l'attività parlamentare.

    Quella proposta da Renzi è inguardabile..


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    1. Ops... scusate se mi è scappato il pippone, ho scritto di getto una cosa un po' incomrensibile ... avrei dovuto riassumere un po'...

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  6. "Il nuovo deve essere migliore del vecchio, altrimenti non ha senso".
    Sapete chi diceva questo? Andrej Zdanov, il ministro della Cultura di Stalin, responsabile delle purghe del 1948 che misero al bando i lavori della poetessa Anna Akhmatova e dei compositori Prokofiev, Schostakovich e Kachaturjan

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  7. Ma cosa pretendete... http://machittevole.blogspot.com/2013/12/bim-bum-bam-generation-rulez.html

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