[Si legge intero qui]
Nel centro dell'Europa, perenne spina nel fianco destro tedesco, c'è una nazione che da quattordici anni non sappiamo come chiamare. Sulle cartine c'è scritto Repubblica Ceca. Manco fosse l'unica repubblica d'Europa: per dire, e invece l'Italia cos'è? L'Estonia? E il Lussemburgo? No, aspetta, il Lussemburgo è un Granducato. Però non leggerai su nessuna mappa d'Europa "Repubblica Estone" o "Granducato di Lussemburgo", anche perché ti occuperebbe mezzo Belgio e tutta la Renania. Non è che i cechi siano più repubblicani degli altri: è che in italiano abbiamo l'aggettivo ma non il sostantivo. "Cechia" è una parola che proprio non riusciamo a dire. Qualcuno ci prova: ricordo in tal senso il coraggio di Claudio Lippi nel presentare Giochi Senza Frontiere. E però a un certo punto dovremmo anche rassegnarci: ci sono parole che funzionano e altre che non prendono mai il largo, e "Cechia" in italiano non ce l'ha fatta.
Io sarei per tornare a "Boemia", che suona infinitamente meglio. E però ogni volta che su internet provo a proporre questa cosa, qualcuno protesta che sarebbe un'offesa ai moravi. In realtà non sono mai riuscito a capire perché un moravo dovrebbe offendersi meno se invece che "ceco" lo chiamiamo "boemo" (conoscete un moravo? Glielo chiedete per favore? grazie). I moravi in verità non sono né cechi né boemi. Sono una cospicua minoranza etnica all'interno della Repubblica Ceca: costituiscono il 30% della popolazione e occupano il 30% del territorio. Però non sono cechi. Sono moravi, appunto. Se ci tenessimo davvero alla loro opinione, dovremmo chiamarla Cecomoravia. Per fortuna non sembrano tenerci troppo neanche loro.
Nel Settecento, una volta fatto santo, Jan divenne anche piuttosto bello, grazie a un anonimo di scuola fiorentina che ne dipinse il santino più famoso. |
D'altro canto come potrei definire San Jan Nepomucký patrono della Repubblica Ceca? Una delle nazioni più agnostiche al mondo, dove i cattolici non superano il 10% della popolazione, e nell'ultimo censimento il 35% si è definito "irreligioso" e il 40% non ha nemmeno risposto alla domanda? Jan di Nepomuck era un pio suddito del Regno di Boemia, Stato piccolo ma importante; specie quando alla fine del Trecento il suo re, Venceslao (Václav) il Pigro, riesce a farsi eleggere Sacro Romano Imperatore. Non deve fare una campagna elettorale a tappeto: gli elettori sono sei, uno dei quali è proprio lui. Non solo, ma essendo re di Boemia e principe del Brandeburgo, la Bolla d'Oro gli riconosce il doppio voto (come il jolly ai GSF).
Essendo Imperatore, Re e Principe, Venceslao ritiene di avere il sacrosanto diritto di nominare vescovo un suo sodale; purtroppo nessuna diocesi è vacante. In compenso è appena morto l'abate del monastero di Kladruby; Venceslao converte l'abbazia in diocesi e ordina ai monaci di sospendere le procedure per l'elezione dell'abate. I monaci non lo ascoltano e nel marzo 1393 eleggono il loro collega Olenus. Jan è il vicario generale dell'arcivescovo di Praga, che ratifica la nomina. Venceslao lo fa arrestare insieme ad altri tre membri dello staff; li fa torturare finché gli altri tre non cambiano idea, e infine condanna l'irremovibile Jan a morte per annegamento nella Moldava (il fiume che attraversa Praga - da non confondere con l'omonima repubblica che sta molto più a est). Fin qui Jan ha tutte le carte per diventare il Thomas Becket boemo: un ecclesiastico tutto d'un pezzo che non si arrende ai diktat del potere temporale e difende fino alla morte l'autonomia della Chiesa. E però la fortuna di Jan sarà molto inferiore a quella del collega inglese: i tempi stanno cambiando. Proprio in quel 1393 a Praga un giovane studente squattrinato sta prendendo la laurea breve in filosofia. Si chiama Jan Hus (continua sul Post...)
Se ci tenessimo davvero alla loro opinione, dovremmo chiamarla Cecomoravia.
RispondiEliminaNon a caso già esiste la "Komunistická strana Čech a Moravy". Senza che crei molti problemi.
Certe seghe mentali ve le fate solo in italia.
(ormai anche in situazioni semiufficiali, come la propaganda politica, si usa la parola Cesko senza troppi problemi).
Ah, per la cronaca c'è anche la Slesia.
Però la Slesia riguarda solo in minima parte la "Cecomoravia"... rigurda soprattutto la Polonia, o meglio la "Poloslesia" ;)
Eliminaio voto senz'altro boemia
RispondiElimina[i miei quattro neuroni - e du' figure - associano senza esitazione la parola "boemia" a stanlio e ollio zingari (guarda la combinazione) che travasano il vino. e tanto basta]
la Cechia è un po come la Padania serve a mettere insieme pezzi di regioni diverse più per motivi pratici che veri motivi culturali.
RispondiEliminaguarda... qualche giorno fa ho sfiorato un programma tipo "america's next top model" però in questo i tre giudici sono tre super top model, naomi campbell e altre due, una delle quali è una modella ceca...
RispondiEliminaio l'ho visto di sfuggita, ma abbastanza per chidermi: come fa una modella ceca a lavorare? come fa a guidare e istruire il suo gruppo di modelle?
sì, certo: era ceca nel senso della repubblica, non della vista...
comunque è una gran gnocca, per quanto ceca nel senso della repubblica
sono andato un po' ot, nevvero?
Conosco bene alcuni moravi: sono fieri della loro identità di popolo. Chiamarli "boemi" è paragonabile a un'offesa...
RispondiEliminaE come vivono l'essere definiti cechi? Cechi sì, Boemi no?
EliminaEppure mi par di capire che non cambi nulla tra i due termini.
mi scusi, ma visto che lo ammette nel suo scritto, perché prima non si fa un paio di amici cechi e un paio di amici moravi e poi lo riscrive questo articolo?
RispondiEliminaNel frattempo le consiglio di trovare un nuovo nome per l'Italia, che ormai è passato di moda, non ci piace più.