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sabato 19 luglio 2025

Elia: profeta o angelo?

Catacombe di Anagni. 
20 luglio: Sant'Elia, profeta sterminatore (IX secolo aC) 

Elia è il protagonista di una delle pagine più poetiche della Bibbia – per lo meno oggi a noi suona poetica; chissà come suonava quand'è stata scritta, ma insomma nel capitolo 19 del primo libro dei Re, Elia è così preoccupato per la situazione che decide di andare a trovare il Signore direttamente sull'Oreb/Sinai, dove Egli aveva già parlato a Mosè. È il primo dopo Mosè a salire sul monte. Dopo 40 giorni e 40 notti di cammino e una breve anticamera in una grotta, una voce gli dice di uscire e fermarsi alla presenza del Signore. "Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna".

Questo Dio, che dopo aver promesso fuochi e fulmini si manifesta con una brezza leggera, è molto poetico, ma ciò che reputiamo 'poetico' molto spesso non è che il fraintendimento di una frase o di un segno che hanno perso il loro significato originario: come se la poesia fosse quel che resta di una preghiera quando non credi più nel dio a cui era indirizzata. Forse l'autore pativa il caldo come noi e voleva semplicemente farci notare come non ci sia nulla di più divino di un filo di vento fresco; forse era un monoteista duro e puro e ci teneva a distinguere la Divinità dagli elementi della natura (Dio manda il fuoco, ma non è il fuoco; manda il terremoto, ma non è il terremoto, ecc); distinzione quanto mai necessaria nelle storie di Elia, profeta associato al fuoco e alla folgore, il quale più di una volta dà la sensazione di non essere esattamente un uomo, o almeno di esserlo diventato solo a un certo punto della tradizione. Un bel paradosso, dal momento che di questa tradizione Elia è arcigno difensore. 

Il suo nome non può non ricordarci quello del Dio-Sole dei Greci, Helios: costui porta la luce sulla terra guidando un carro infuocato nel cielo, un'immagine tipica del folklore indeuropeo con cui gli ebrei avrebbero potuto venire in contatto durante la dominazione persiana. Elia invece salirà in cielo, primo tra i mortali, su un "carro infuocato". Ma forse è solo una coincidenza: in ebraico il suo nome non ha niente a che vedere col sole, bensì contiene in poche lettere due volte il nome di Dio. È un manifesto preciso: El è Yah, ovvero Elohim e JHVH, i due nomi che nella Torah sono usati per indicare la divinità, sono lo stesso Dio, il quale essendo il punto di partenza di tutti i significati non può che essere definito in modo ricorsivo: Dio è dio, l'Ente è colui che è, e a Mosè lo aveva pur detto: io sono colui che sono.

"Dio è il Signore": sembra una tautologia, ma nel IX secolo avanti Cristo, nel regno settentrionale di Israele (separato dal regno di Giuda, da Gerusalemme in giù), il monoteismo non se la sta passando così bene: il re Acab ha sposato una principessa-sacerdotessa fenicia, Gezabele, e sta promuovendo il culto fenicio di Baal, dio del tono e della folgore: ed ecco che il passo riportato sopra assume un significato diverso. Anche Elia ha la facoltà di scagliare folgori; questo non fa di lui ovviamente un Dio (solo El è Yah!), ma forse gli va stretta anche la definizione di profeta. I profeti per lo più si lamentano; indirizzano ai potenti della terra lunghe tirate grevi di minacce; Dio parla loro attraverso illuminazioni o visioni. Anche Elia qualche volte si lamenta e minaccia re Acab e consorte, ma in linea di massima è un uomo d'azione, che mostra il potere dell'unico Dio compiendo straordinari prodigi. Anche il suo rapporto con Dio non sembra indiretto e sfuggente come quello dei suoi colleghi: Elia non ha visioni, se vuole sapere cosa Dio vuole da lui deve andarlo a trovare (sull'Oreb). Sul monte Elia non riceve illuminazioni, non sperimenta visioni; Dio gli parla come un boss a un sottoposto, impartendo ordini secchi e chiari. Più che coi Profeti, Dio tende a comportarsi così con gli angeli. Esseri soprannaturali, non necessariamente alati, ma di certo esecutori materiali della volontà di Dio, che molto spesso prevede stragi e distruzione. Condividono tutti la radice "El" nel nome (Michele, Gabriele, Raffaele); in particolare Elia sembra la risposta alla domanda contenuta nel nome dell'arcangelo Michele, "chi è come Dio"? JHVH è Dio: gli altri non sono nemmeno Dei, bensì falsi idoli. È un'idea rivoluzionaria, che Elia propone in un momento in cui si dà per scontato che ogni popolo abbia i suoi Dei, e che gli incontri/scontri tra due culture contemplino l'ampliamento sincretico dei rispettivi pantheon. No, obietta Elia: esiste un solo Dio (il suo), e non si difende con le parole, ma coi fatti: sfidando i sacerdoti di Baal a incenerire, con la sola forza delle preghiere, una vittima sacrificale. I sacerdoti provano ogni espediente (incluse non meglio specificate automutilazioni), ma non ottengono nulla. Elia invece ci riesce al primo colpo: è il passo della Bibbia che più somiglia a un moderno esperimento scientifico, anche se purtroppo non replicabile. Elia punisce i sacerdoti di Baal  "scannandoli" tutti e 450, il che ci fa di nuovo sospettare che più che di un profeta si tratti di una creatura angelica, magari equipaggiata con una spada fiammeggiante o qualche altra arma molto efficiente. Anche perché, una volta compiuta la sua missione, Elia è rapito al cielo da un carro di fuoco: destino unico per un profeta dell'Antico Testamento. Questa miracolosa assunzione in cielo – la prima della Bibbia – è la radice di tutta l'ipotesi messianica (se Elia non è morto, forse un giorno tornerà) nonché della leggenda dell'ebreo errante (se Elia non è morto, dov'è? forse sta vagando su questa terra). Il testimone diretto del prodigio, il discepolo Eliseo, ne proseguirà l'opera, compiendo anche lui miracoli spettacolari che però spesso sembrano coppie sospette  dei prodigi del vecchio maestro

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