Non parla di Sanremo.
Sanremo alla fine è semplicemente una cosa che succede tutti gli anni, e come le ferie e le feste comandate ti rimbalza ricordi e fototessere più o meno sgraditi. Non c'è niente di meglio di queste scadenze per misurare quanto stai crescendo e/o invecchiando e/o morendo.
Qui bisognerebbe spiegare un carattere poco noto della mia generazione, ovvero che noi - anche grazie a Sanremo - siamo cresciuti non nella Contemplazione della Morte, come i monaci che fissavano i teschi cercando di interiorizzare il concetto di putrefazione, ma nella Contemplazione dell'Imborghesimento. Ogni volta che vedevamo un 40enne sul palcoscenico - e ne vedevamo già troppi - lo trovavamo insopportabilmente bolso, "commerciale" che a quel tempo era un'offesa orribile; ad esempio prendi i Pooh, erano già circonfusi da un disprezzo che oggi neanche Maria Nazionale. Però poi saltava sempre fuori qualcuno che la sapeva più lunga e ti diceva che da giovani erano bravi i Pooh, avevano fatto dei dischi progressive. Era sempre così, con tutti (tranne Toto Cotugno). Erano stati tutti prog, o punk, o fighi in qualche altra maniera, finché non eravamo arrivati noi ed erano diventati bolsi, assimilati, ogni resistenza era inutile. Dylan, Bowie, McCartney, Neil Young, Sting, erano tutti in circolazione, stavano tutti facendo dischi nel migliore dei casi noiosi, ma i fratelli maggiori ci giuravano che erano stati grandi e risalire ai dischi vecchi non era semplice come adesso. Ci sembrava di vivere in qualcosa di strano e deprimente, come quando nella pièce di Ionesco tutti diventano rinoceronti, finché i Litfiba - i già splendidi, assurdi Litfiba di 17 Re - uscirono con Pirata e per la prima volta assistemmo al fenomeno in diretta, vedemmo la new wave fiorentina tramutarsi in pochi mesi in un trucido pachiderma da mostrare al circo mentre caga puzzolenti pezzi di canzoni altrui mescolate a crusca e feci. Eravamo troppo giovani per capire il concetto di "tengo famiglia", la cosa ci sembrava semplicemente disumana, come se a 24 anni uno gnomo salisse a scavarti il cervello col cucchiaio - perché va bene la tossicodipendenza, va bene tutto, ma come si fa a passare in cinque anni da Eroi nel vento ad ariba ariba el diablo? Come funziona, com'è fisicamente possibile che un giorno sei un comunista e il giorno dopo Giuliano Ferrara? E sul serio succede a tutti?
Sarebbe successo anche a noi?
Avevamo la grossa paura che potesse succedere anche a noi, che saremmo stati assimilati anche noi. Ancora oggi non sono sicuro che si trattasse di un peccato d'ingenuità (sul serio pensavamo che il carrozzone avesse posti anche per noi?) o se tutto sommato non avessimo ragione - siamo stati assimilati. Forse ci siamo imborghesiti, nei limiti in cui ci si possa imborghesire ultimamente, ma comunque potrebbe essere successo. È difficile rendersene conto, perché ora siamo dall'altra parte e ci sembra tutto naturale, l'unico modo è leggere vecchie pagine di diario, o di blog, o pensare a come ci sentivamo fino a qualche anno fa alle feste comandate, o a Sanremo.
Io per esempio ho un blog, il che mi consente a volte di imbattermi in versioni antiche, spesso imbarazzanti, talvolta incomprensibili di me stesso. Per esempio ho trovato un pezzo in cui me la prendo con Sanremo, chiedo a tutti di non parlarne, di spezzare il circolo vizioso dell'autoreferenzialità di un festival che festeggiava sé stesso in quanto festival delle canzoni da festival. Guardatelo pure, dicevo, ma per amordiddio non scrivete niente. Ecco. In seguito poi ci dev'essere stata una mutazione antropologica, oppure il famoso gnomo col cucchiaio, perché a farci caso sono sempre riuscito a parlare un po' di Sanremo, anche quando non lo guardavo, persino nel 2025, sempre. Un anno ho pubblicato persino un pezzo sulle vallette sull'Unita.it, e non posso nemmeno dire che quella domenica non avessi nient'altro di interessante da scrivere, ricordo benissimo anzi che avevo già due pezzi abbozzati ma sentivo l'inderogabile esigenza di scrivere un pezzo su Belen e la Canalis. Cosa mi è successo. Due teorie.
La prima è che, crescendo, l'Italia mi è diventata sempre meno antipatica. Continuo a vederne molti difetti ma, come succede tra figli e genitori, capisco che sono gli stessi miei, e questo mi forza all'indulgenza. Toto Cotugno non è più un corpo estraneo da combattere, ormai so che Toto è in me, tutte le volte durante un giorno in cui potrei sforzarmi di trovare soluzioni eleganti ma preferisco tagliar corto col solito giro-di-Do che funziona sempre. C'entra molto anche la crisi, le crisi, questa costellazione di crisi una dentro l'altra, la crisi dei consumi più la crisi mondiale del mercato musicale e la forse conseguente crisi della creatività, per cui mi succede nel 2013 di non aver ancora ascoltato una canzone che mi piaccia, non solo del 2013; una sola canzone in assoluto - al che mi scopro ad aspettare persino Sanremo, c'è Elio, magari qualcosa tireranno fuori - e loro suonano una nota sola per tre minuti, perfetta sineddoche di come mi sento. In mezzo a tutte queste crisi persino i Moloch della mia adolescenza, il teatro Ariston, i Ricchi e Poveri, mi sembrano poveri diavoli da abbracciare, ormai siamo tutti sulla stessa zattera alla deriva. Negli ultimi anni mi sono messo a stimare gente che da giovane avrei odiato con un'intensità talebana; dopo aver ingiustamente disprezzato Jovanotti qualunque cosa provasse a fare ora appena un Fabri Fibra azzecca una rima gli voglio bene. Anche gli amici di Maria mi fanno tenerezza, loro almeno credono ancora in qualcosa. In loro stessi, sì, non è un granché, ma è meglio di tutta la depressione che ci circonda, per cui stringiamoci forte, cantiamo, televotiamo, coraggio, ha da passà 'a nuttata, Sanremo è il nostro ultimo Piave. Questa è la prima teoria.
La seconda è che mi sono rincoglionito.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi.
Noi no. Donate all'UNRWA.
La seconda che hai detto.
RispondiEliminaTi direi che è la prima, ma temo che sarebbe solo il frutto del fatto che è il mio rincoglionimento quarantenne a giustificare se stesso.
RispondiEliminaE la seconda sia!
RispondiEliminae comunque guarda che i Ricchi e Poveri da giovani qualche pezzo l'avevano azzeccato
RispondiEliminaguarda qua, puro progressive:)
http://www.youtube.com/watch?v=algH_HT78OQ
Approfonidrei la seconda: la prima è suggestiva, buona (in fondo non ho mai ascoltato Veltroni ma se ci sono andate dietro milioni di persone magari qualcosa di ben detto deve averlo ben detto ma ciò nonostante mi pare ingiusto dare del buonista seppure a uno che crede sia il caso di votare PD ) quasi convincente e sicuramente non priva di una corrispondenza ai fatti significativa.
RispondiEliminaMa la seconda non gode di altrettanta argomentazione. E non è da scartare.
Cosiccome la terza, quella di essere sempre stati in qualche modo coglioni, un modo sicuramente prolifico (come dev'esser per definizione un coglione) e che ha prodotto frutti così così, come è necessario per tutto ciò che è biologico da una parte e umano dall'altra, isnomma da tutte. E che però fra quei così ne manchi forse qualcuno di rilevante.
Credo che chiedersi questo non possa che far bene. Come me ne farebbe leggere che si risponde quello che a naso, a scanso di equivoci, definirei il blogger più intelligente che mi sovviene. Non certo il primo coglione per caso: al limite per merito e, chissà, mi augurerei, per consapevolezza.
'ogni resistenza è futile'.
RispondiEliminaCazzo, i fondamentali.
La seconda che hai detto, ma anche no. Non credo che si stia affermando con il tempo il Toto che è in te e che quindi stai diventando un "italiano vero", è che si fa l'abitudine a tutto perfino ai Ricchi e Poveri e ai Pooh, anche se francamente a parte il nome credo di non conoscerne nemmeno una canzone a memoria.Di successi internazionali da Sanremo ne sono usciti gran pochi,l'Italia continua a rimanere una provincia arretrata (in tutto)e i cantanti nati alla fine degli anni ottanta che si vestono come Prince non fanno certo primavera anche se la canzone poi vince ed è ascoltabile il tempo di una finale, per non parlare di una conduttrice che su un palco guardato in tv da tutto il mondo conduce con l'aplomb di una casalinga ai fornelli.
RispondiElimina"ormai so che Toto è in me"
RispondiEliminadevo cercarti l'indirizzo di Padre G. Amorth?
Cerca di resistergli, lascialo ai mangiaBambini
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ciao
MarcoBo
io faccio i tuoi stessi ragionamenti ma ho 23 anni, che vuol dire?
RispondiEliminaleo ti voglio far vedere una cosa che non c'entra niente con questo post ma che credo ti farà almeno sorridere, o piangere! ha del paradossale e, perciò, del comico!
RispondiEliminahttp://imageshack.us/f/15/leoqq.png/
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RispondiEliminaUn capolavoro!
RispondiEliminaSassari1967
Sei sei sei .... bravo!
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