La guerra è finita (se lo vuoi)
Alla fine lo hanno ucciso, il capo-terrorista noto come Al Zarkawi. Come prima di lui Bin Laden. E hanno preso Saddam Hussein, e in Afganistan hanno spodestato i talebani. Insomma, il bilancio di questa guerra al terrore non è proprio da buttar via.
E invece nessuno riesce a fare festa. Qualche graduato comincia anche a dirlo alla stampa: la guerra in Iraq è persa (via Asphalto). Persa? Sul serio?
La guerra in Iraq si può vincere, invece. Tra due anni, o uno, o anche meno. Non c'è nessun reale impedimento. La mesopotamia non è la jungla vietnamita, gran parte è sabbia e sassi e si fa presto a rastrellare. Dietro i vietkong c'era l'Urss; dietro i guerriglieri iracheni c'è senz'altro una scaltrita opera di fundraising che fa appello alla frustrazione di un miliardo di fratelli islamici – alcuni dei quali petrolieri – ma anche quei rubinetti non sono infiniti. La supremazia tecnologica e militare americana è un fatto: hanno ucciso Al Zarqawi, uccideranno anche il successore. Possono ucciderli tutti, pacificare l'Iraq e passare al prossimo Stato canaglia, se vogliono.
Il problema è tutto lì: lo vogliono davvero?
A sentire la cronaca, si direbbe di no: agguati, rapimenti di massa, eccidi di sciiti. Il contingente angloamericano sembra impotente. In effetti lo è. Ma è anche un contingente numericamente inadeguato, che non riesce a difendere non dico gli iracheni, ma sé stesso. Come si diceva quest'estate, George W. Bush sta cercando di controllare due grandi Paesi con due piccoli eserciti da guerricciola coloniale. Tutto sommato è sorprendente che non abbia ancora del tutto fallito.
È anche sorprendente che i neocon di tutti i Paesi e i colori cerchino ancora di venderci la sòla del regime change. Che per carità, è un'idea interessante. Anche il ponte sullo stretto di Messina, se è per questo. Personalmente non ho chiusure ideologiche nei confronti né dell'uno né dell'altro. Chiedo solo di andare a vedere il preventivo, perché secondo me sono operazioni molto rischiose e – soprattutto – costosissime. Mentre George W, fin qui, non mi è sembrato uno spendaccione.
Invece è un gran cristiano, George W, e probabilmente conosce la parabola che dice: il regno dei cieli è come un uomo che trova un tesoro in un campo: sai che fa? Vende tutti i suoi averi e col ricavo compra quel campo. Il regno dei cieli è così. Anche il regime change è un po' così. Può funzionare, ma solo se ci credi fino in fondo, se vendi tutto quel che hai. Non puoi crederci al risparmio.
Se George W volesse crederci, avrebbe già vinto. Potrebbe raddoppiare il contingente – quadruplicarlo. Costringere gli alleati a partecipare al conflitto seriamente, pena sanzioni commerciali. Ah, ma per farlo dovrebbe reintrodurre la leva militare e aumentare le tasse – in pratica, dovrebbe smettere di essere trotskista in politica estera e neoliberale in economia. E allora vincerebbe la guerra in Iraq – forse ne scoppierebbe una in Arizona – ma i problemi si risolvono uno alla volta.
E allora perché non lo fa? È al secondo mandato, di che si preoccupa? Il regime change è o non è una priorità? Perché continua a trattare Iraq e Afganistan come fronti coloniali di terz'ordine? Io naturalmente non lo so, ma ho comunque preparato tre ipotesi: una grezza, una media e una sottile.
BUSH MANTIENE IN IRAQ E AFGANISTAN UN CONTINGENTE INADEGUATO PERCHÉ:
1) Teoria grezza: è un deficiente, circondato da deficienti.
2) Teoria media: È un "idealista al risparmio" (secondo la calzante definizione del Braccini), seriamente convinto che esportare la democrazia e cambiare i regimi sia una buona cosa, fintanto che riesce a farlo senza aumentare le tasse. Un atteggiamento compromissorio che spesso la Storia punisce (si perde la guerra e poi alla fine le tasse aumentano lo stesso).
3) Teoria sottile, anche troppo: È il degno reggitore dell'Impero Mondiale, che ha fatto proprio il diabolico motto dei predecessori latini: divide et impera. Non ha nessuna intenzione di vincere la guerra al terrore: vuole solo combatterla. Il suo orizzonte non è la liberazione dell'Iraq, ma la trasformazione di Iraq e Afganistan in sfiatatoi per il terrorismo mondiale, i luoghi dove sfogare le frustrazioni della comunità islamica e le ambizioni del complesso militare-industriale. La guerra al Terrore sarà infinita, come il Terrore. Morto un Bin Laden si fa un Al Zarqawi, morto Al Zarqawi si farà un altro.
A me – e credo anche a voi – la numero 3 suona sinistramente familiare. Come si chiama quella situazione in cui invece di risolvere un problema lo si amministra? Si può chiamare in tanti nomi, come Satana. Da noi si chiama spesso mafia. Saddam Hussein, Al Zarqawi: non hanno fatto un po' la fine di certi boss, spremuti fino all'osso e poi rivenduti allo Stato quando non servivano più a nulla? (Però anche la numero 1 non è da sottovalutare).
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Teoria per teoria, io sono per una teoria evoluzionistica. Tu dipingi un quadro statico, in cui sin dal principio era o 1 o 2 o 3, mentre secondo me è partito dalla 2, la guerra è stata preparata seguendo la 1 (io parlerei di invasati più che deficienti, comunque il risultato è lo stesso) e ora volente o nolente ha dovuto adottare lo schema 3, amministrare sperando che le cose si calmino con gli anni.
RispondiEliminaforse c'è un pò di dietrologia ma la tre
RispondiElimina- "trasformazione di Iraq e Afganistan in sfiatatoi per il terrorismo mondiale, i luoghi dove sfogare le frustrazioni della comunità islamica" - in parte è centrata (ed è anche una buona idea!)
a.
anch'io penso che la situazione sia un po' fluida (anche per via dello scorrimento di sangue).
RispondiEliminadiciamo che la teoria 2 e 3 non escludono la 1 (chi sono io per negare che bush sia un deficiente?).
d'altra parte anche la 3 non esclude la 2, anzi sembrerebbe la conseguenza della 2...
ma (per principio) diffido di tutte le teorie dove il "nemico" viene dipinto come scemo, sia bush o bin laden o berlusconi (e qui finisco che non trovo altri "nemici" con la "b")...
marcell_o
io invece diffido delle teorie dove il nemico viene dipinto come particolarmente intelligente. la gente va presa sul serio, non mitizzata.
RispondiEliminaquindi, per quel che vale, secondo me sono partiti un po' alla cogliona, fai 1, sinceramente convinti che "la democrazia è sexy" e che bastavano due bottarelle, un piano Marshall e sarebbe andata. devo anche averlo letto da qualche parte il paragone con Germania e Italia dopo nazismo e fascismo. Secondo me la gente bisogna prenderla sul serio, ci credevano veramente, erano (sono?) veramente coglioni.
Dato 1, ergo 2. Di più non possono.
grazie per avermi dato la possibilità di fare l'analista, eh, sono soddisfazioni.
Mi chiamo Giovanna Nigris, da lunghi anni subisco soppressioni con un mobbing estremo. Per saperne di più puoi visitare il mio sito internet: http://www.mobbing-sisu.com
RispondiEliminaVorrei farti conoscere la mia storia. Se lo ritieni opportuno, per cortesia cerca di divulgarlo e fare firmare la petizione.Se vuoi lascia un segno del tuo passaggio con un messaggio nel nuovo Libro degli Ospiti.
Poi leggere anche qui
http://oltreilbuio.blogspot.com Scusa se ho arrecato disturbo. Grazie infinite per l'attenzione.
beh, la 3 mi ricorda anche "la guerra è pace"... di orwelliana memoria
RispondiEliminala teoria evoluzionistica de "l'elvetico" mi sembra curiosa...ma interessante.
RispondiEliminaIo proporrei anche una teoria "sostitutiva": inventi un nemico, lo ammazzi, ne inventi un altro, lo ammazzi...e vai avanti così finchè ci sono nemici (e cioè finchè rimaniamo da soli sulla faccia della terra...senza più nemici, cioè senza più altri, a parte noi stessi ed il nostro specchio di Biancaneve...
PS Invito l'autore e tutti voi sul mio blog
passineldeserto.blogosfere.it
Lo ho appena scritto da V.U.E. che riimandava qui da te, lo ripeto:
RispondiEliminaShakespeare fa dire ad un Enrico IV morente che la guerra con la Francia è una una via "to busy giddy minds with foreign quarrels", un modo per distrarre il popolo dalle crisi domestiche.
Il popolo globale necessità altre distrazioni, il club del potere transnazionale concepisce nuove modalità per convogliare la violenza delle menti più riottose.
La teoria sottile mi convince più della 1) e della 2).
A me di voi pacifisti mi sta sul cazzo una cosa : l'antiamericanismo,il vostro non è pacifismo,è antiamericanismo.
RispondiEliminaSono cose diverse.
....Dove cazzo erano i "pacifisti" quando Saddam ammazzava come cani i Kurdi ?
Dove cazzo erano le manifestazioni
per la pace quando Saddam sterminava il proprio popolo?
Pacifi....NTI ! Pacifinti
CATACLISMA POLITICO IN GIALLO
RispondiEliminaGiacomo Montana
Politica in giallo, qui sta a significare carenza di civiltà, di diritti umani e di democrazia che impedisce un cammino coerente, dignitoso, maturo senza una strada da battere nella miriade di soluzioni politiche. Essa è una politica pericolosa, che infine spinge alla scissione della personalità, introducendo nei cittadini torturati, in mille diverse maniere, una propria base spirituale completamente mutata e indipendente da quella della persona umana originaria. Ciò è notoriamente più marcato negli individui che vivono sotto i regimi totalitari.
Mettendo i cittadini gli uni contro gli altri, tirando in ballo le diverse ideologie e correnti politiche, l'effetto che si ottiene è quello di distruggere la “Società”, distruggendo lo “spirito di società”. Una politica così, che va contro il bene pubblico porta con sé la rovina, perché piena di scandali, disumanità, ambiguità e infine colma di inerzie, per mancati interventi, persino in situazioni estreme di pericolo. La distruzione della originaria personalità dell'individuo diviene più marcata di volta in volta che l'arretratezza politica prosegue verso il totalitarismo.
Ogni qualvolta viene privato un soggetto della libertà, trattandolo senza imparzialità, senza giustizia, senza civiltà, gli si toglie un'essenza della vita, in quanto la libertà è l'assioma politico per eccellenza, che è in concerto con il cristianesimo. Laddove c'è meno libertà c'è in modo direttamente proporzionale meno cristianesimo. C'è meno cristianesimo e si va contro alla legge di Dio, anche quando essa viene presentata in modo falso al popolo, con torture nascoste e atrocità, perché in verità la libertà non viene dai cittadini o da chi comanda uno paese, essa non nasce neppure dal diritto politico, ma è sbocciata come un fiore dal diritto divino che ha creato la natura, ossia da Dio.
In Italia la schermografia probatoria della libertà denota lesioni, alterazioni e degenerazioni dell'apparato “libertà”, perché abbiamo constatato violenze psico-fisiche anche nei confronti di una donna ridotta in malattia grave, in ossigenoterapia quotidiana per dispnea causata dai postumi della tubercolosi contratta in servizio e per causa di servizio, in quanto da impiegata è stata privata persino dei più elementari mezzi di protezione da contagio e infezione.
Nonostante che la donna per tutto questo ha vinto per ben due volte al Tribunale Amministrativo della Regione Lombardia contro l'Ospedale ove lavora, oggi viene ancora raggirata, emarginata, derisa, schernita con gli effetti dei seguenti reati penali, lasciati sistematicamente impuniti da oltre dieci anni: lesioni colpose gravissime, falso ideologico, omissione di atti di ufficio e violenza privata da mobbing, tutto come meglio narrato, provato e documentato nei seguenti link:
http://48agimurad.blogspot.com
http://oltreilbuio.blogspot.com
http://www.mobbing-sisu.com
Anche nella fase che precede il totalitarismo, l'arretratezza politica sfrutta e trasforma quei cittadini che in tale contesto vengono torturati di nascosto e che in sé sarebbero stati degli esseri umani, senza problemi e pieni di vitalità. Difatti ho constatato più volte che la persona che subisce ignominie, abusi, violenze non rappresenta più un essere solo, ma più esseri a seconda delle circostanze criminali, che di volta in volta le vengono fatte forzatamente vivere, contro ogni legittima, naturale umana aspettativa.
Queste sono situazioni a tinte forti che scavano e denudano le fondamenta di tutti i sospetti, sino a vedere le sabbie mobili della palude politica, che fa sprofondare causando danno alla gente, con tensione, preoccupazione, devastazione morale e materiale. Non c'è civiltà se non c'è imparzialità, rispetto della persona, chiarezza, giustizia. Regna solo il caos, che fa sognare di vedere uno spirito politico positivo, che si opponga senza finzioni al negativo, ripristinando anche i sentimenti religiosi, oggi sempre più assopiti o assenti e oltraggiati.
http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=3582
http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=3571