Il mistero di Lost - beh, ma è presto detto. No, non è senz'altro una botola o una sequenza di cifre. Il vero mistero di Lost, ma non si è ancora capito? siamo noi. La nostra resistenza pluriennale di spettatori, vincitrice su ogni logica e verosimiglianza. Abbiamo visto isole che scompaiono, morti che tornano in vita, un fumo che afferra le persone e le uccide sbattendole contro gli alberi, e non abbiamo cambiato canale: se non è un mistero questo. Speravamo che trovassero una via per uscire dall’isola, e quelli hanno trovato un sistema per tornarci. È da un bel pezzo che non sappiamo più chi siano i buoni o i cattivi, probabilmente la cosa nemmeno ci interessa. Cosa ci aspettiamo, ancora? Mistero. Anche se forse io ho capito... (Fffffffroscccccccccc)
Il redesign dei Klingon
Dicevamo che ogni storia nasce come un mito: un personaggio esce dall’oscurità, combina qualcosa e scompare al momento giusto. Tanto basterebbe, se restassimo bambini. Ma cresciamo, sviluppando curiosità morbose e inutili (almeno finché continuiamo a esercitarle sulle fiabe dei bambini). Avrei centinaia di esempi, ma prendiamo Star Trek. La serie storica, intendo. Ogni puntata è un mito. Un’astronave arriva su un pianeta diverso. Ma da dove arriva? non è chiaro, non si sa (da dove viene Zeus? E Cappuccetto Rosso?) Da qualche parte c’è una Federazione, sull’Enterprise in effetti c’è scritto U.S.S. che qualcosa vorrà dire – ma in realtà l’Enteprise proviene dalle tenebre: atterra su un pianeta e fa partire la storia. Quando la storia finisce l’astronave bianca ritorna alle tenebre. I miti (le storie primigenie, autoconclusive), funzionano così.
Trent’anni dopo intorno all’Enterprise non c’è più un solo centimetro di ombra, ma un garbuglio inestricabile di informazioni che farebbe impallidire la ruota di Tiberio. Sappiamo tutto sulla Federazione, sui suoi alleati e sui suoi nemici – l’Universo non è più una frontiera, è un suk di popoli che litigano o fanno affari, e se abbiamo pazienza possiamo guardare le puntate che ci spiegano il perché. Possiamo prendere appunti, perché in vent’anni la storia si è complicata parecchio. Oppure possiamo crescere ulteriormente e mandare a quel paese l’intera franchise (come molti fecero al penultimo episodio). Ma non è colpa degli autori se l’universo misterioso e pieno di promesse della prima serie era diventato una struttura iperdefinita dove tutto era intrecciato in complicati rapporti di causa ed effetto. Siamo noi che lo abbiamo voluto così, crescendo con la Saga. A un certo punto le favole dei bambini non ci sono bastate più, abbiamo voluto sapere chi fossero i romulani e perché, i vulcaniani e perché, perché, perché, maledetti perché puberali. Non potevamo più berci le favolette del capitano Kirk, ma avevamo ancora paura a spegnere la televisione e farci una vita complicata nel mondo vero. Pretendevamo che la vita complicata se la facessero i discendenti del capitano Kirk.
Prendi i Klingon. La prima volta che appaiono, nella serie classica, sono una manciata di alieni brutti, cattivi e di colore. Un cerone bronzeo, vestiti e costumi medievali, barbette e tratti somatici orientali, perché i giapponesi erano ancora il Pericolo Giallo dell’insonscio collettivo americano. Le loro astronavi erano invisibili più per limiti di budget che per altro. È chiaro che la storia, a raccontarla così, non può reggere i limiti dell’infanzia. E quindi lentamente i Klingon si evolvono. Gli sceneggiatori si improvvisano etnologi e cominciano a spiegarci che dietro la loro presunta cattiveria ci sono nobili tradizioni… insomma è vero che mangiano animali vivi, ma vanno capiti, è la loro cultura… tutto un corso di relativismo culturale applicato a un popolo inesistente. Quando crolla il muro di Berlino se ne accorgono anche i Klingon, che diventano alleati della Federazione più o meno quando i polacchi chiedono di entrare nella Nato. Nel frattempo sono diventati un fenomeno di costume, sugli scaffali delle librerie trovi i dizionari klingon, qualcuno traduce Shakespeare in klingon, qualcun altro apre la wikipedia in klingoniano, eccetera. Siamo in piena fase mitologica: al nerd non basta la storia, vuole un mondo organizzato e coerente. Fino al punto di litigare con gli autori della storia, perché c’è sempre qualcosa che non torna.
Qui arriviamo all'annoso problema della cresta dei Klingon. Nella serie storica non c’era. I Klingon hanno cominciato a portare la cresta solo vent’anni dopo. Questa cosa inquieta il nerd, che vuole sapere il perché (According to the official Star Trek web site, the Klingons' varying appearance is "probably the single most popular topic of conversation among Star Trek fans”). Il perché sarebbe presto detto: negli anni Sessanta il Klingon era il cattivo asiatico in un telefilm a basso costo; trent’anni dopo è un fenomeno culturale in una franchise miliardaria, il minimo che si potesse fare era truccarlo meglio, farlo meno umano e più alieno… questa spiegazione non può soddisfare il nerd, perché esce dall’universo chiuso e mitologico di Star Trek e si ricollega al mondo reale, a problemi prosaici come il budget. No, il nerd vuole una spiegazione mitologica che risolva la contraddizione per cui i cattivi del capitano Picard hanno la cresta e i loro nonni no. Vengono quindi elaborate numerose teorie: clonazioni? Mutazioni genetiche causate da incidenti nucleari? E perché non chirurgia estetica? Finché finalmente gli autori non acconsentono a spendere un paio di puntate per fornire ai nerd una spiegazione canonica. Quella discrepanza, quel segno di discontinuità, minacciava l’autocoerenza della mitologia di Star Trek. Era una fessura verso il mondo reale e le sue brutte incoerenze. Doveva essere risolta, spiegata, illuminata. La mitologia uccide il mito inondandolo di luce, e chiudendo i portali oscuri che lo riconducevano alla realtà. Una mitologia perfetta si racconta da sola: intricata, ma ormai slegata dal mondo, può interessare ancora soltanto chi è cresciuto sentendola raccontare. Chi viene da fuori si tiene istintivamente a distanza. Le ragazze specialmente (invece voi maschietti non perdetevi la prossima puntata, in cui sarà finalmente rivelato il mistero di Lost!)
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Pazzesco, sono praticamente cresciuta (si fa per dire) a pane e Star Trek e non mi ero per niente accorta della cresta di troppo. Certo, sarei curiosa di scorpire che cosa hanno architettato gli sceneggiatori per dare una spiegazione abbastanza ... mito-logica di questo fatto, ma comunque li considero già dei mezzi eroi. Si rende conto? Hanno inventato una lingua-che-non-c'è sono pure riusciti afarci recitare decentemente dei dialoghi a discreti attori. Sì, lei ha ragione, Muccino dovrebbe proprio tornare a fare un lungo lunghissimo stage a Holliwood.
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo, come pure per il blog e tutto il resto.
Cordialmente, Luisa Licia.
io sono una femminuccia e adoro sia Lost che Star Trek (la serie classica), gli alieni della serie classica erano poco più che gentemscherata (male) però con un fascino innegabile.
RispondiEliminaSu Lost concord, il vero mistero siamo noi!
Cecilia
Come quelli che, mentre stiamo guardando lo spettacolo di un prestigiatore, si sentono in dovere di ricordarci che c'è il trucco e come funziona. Come se avesse importanza, come se non lo sapessimo già, come se ce ne fregasse qualcosa. Goditi l'effetto e resta a bocca aperta, anzi chiusa, imbecille!
RispondiEliminaDi nuovo bravo leonardo.
Mi interessa anche il caso dei Romulani. Mi ha sempre colpito una così sincera ammissione del profondo rifiuto nordico (sia nordamericano che nordeuropeo) verso l'europa latina. Mi ricorda il titolo di un certo libro: Anti-catholicism, The Last Acceptable Prejudice. Ovvero l'antipatia verso l'europa latina come forma di razzismo leggero e socialmente ammissibile, dato che tutti gli altri razzismi sono irrimediabilmente inaccettabili. Una valvola di sfogo, anche perché chi vuoi che protesti? I romani, a differenza di cinesi, russi e musulmani, semplicemente non ci sono più.
RispondiEliminaNon ho mai visto una puntata di Lost so che esiste ma non mi ha mai interessato,perche non mi piace la Tv in generale non ho nessuna trasmissione di preferenza ne genere,non sono costante con gli appuntamenti ,pero Star Trek lo ricordo benissimo era un bel guardare nel futuro in quasi buco nero , quasi innocente (o eravamo noi che guardavamo ad esserlo?)Ogni tanto mi capita di vedere immagini dei nuovi personaggi credo che siano ricorsi al chirurgo plastico di H Orror paese dei campanelli ,in sintesi acchiappal’occhio- vicino a Pandora,
RispondiEliminadestinazione ciberspazio,ora che la realtà ha superato di gran lunga la fantasia è non c’è da scoprire neanche un uovo di Dinosauro (tanto sono stati sfruttati nel cinema compresi i Vampiri)e virus letali,sindromi cinesi e sottoboschi al nichel,mi sento di stare dalla parte di Cappuccetto Rosso legata al lupo da un legame quasi matrimoniale (il bene e il male)la storia è sempre quella il bene vince sul male LO DEVE!!!anche se non sempre è possibile ma almeno provarci,e anche provarci non è poco,mi faccio mangiare o no?sono storie dove li si che si deposita la polvere di secoli polvere pesante,del nostro Dna che rivela l’abbruttimento generale del ‘uomo.,in tutte le sue idee di mondo nuovo e vecchio.
Sai Leonardo devo avere un pessimo pc è già il terzo post che mi sparisce non dipende da te credo da me cioè dal meccanismo invia post
o dal pc carretta carretta:)
Vabbè non succede niente -
Infondo siamo tutti in un non luogo
A presto
ciao a tutti.
Amelie Anna
accidenti, nella chiusa dell'articolo sei sfociato nel relativismo antropologico, con punte di perfetta conoscenza dei meccanismi mitologici!
RispondiEliminaFilippo V.
Sulla cresta dei Klingon:
RispondiEliminahttp://memory-alpha.org/en/wiki/Klingon_augment_virus
Che ci fosse una spiegazione logica per la cresta non l'avrei mai detto.
RispondiEliminaPerò in una puntata di Deep Space Nine i protagonisti fanno un viaggio nel tempo e incontrano Kirk e Soci. La puntata è un pretesto per mischiare pezzetti di telefilm d'epoca con pezzetti di telefilm nuovo. E lì la questione si presenta in modo ironico: Worf, abbastanza imbarazzato, spiega ai colleghi che è una cosa di cui i Klingon(iani) non parlano mai volentieri...
Caro Leonardo,
RispondiEliminasei stato bravissimo a condensare (??) il mio pensiero sulle serie. La ricerca della spiegazione di ogni meandro porta all'indiscutibile collasso della storia.
Comunque io non guardo la televisione da 7 anni e non ne sento la mancanza e non sento nemmeno di aver perso qualche cosa non avendo mai visto Lost o chi per essa; specialmente ora che lo spettatore e' considerato --ma lo e'-- un consumatore seriale e bulimico.