Veltroni 132 - Nessuno 113
Io mi rendo conto che a volte mi rendo noioso, con Veltroni, che per quante ne dica e ne faccia non è senz'altro sulla lista dei primi dieci problemi di ciascuno di noi. Però stavolta penso che valga la pena di insistere, almeno qui. Ha anche a vedere con quello che si diceva lunedì, l'esigenza di darsi obiettivi precisi, anche minuscoli, ma raggiungibili. Ecco, stasera potrei scrivere di tante cose (la Libia, la scuola, la crisi) senza riuscirne a cambiare neanche una. Oppure potrei insistere su Veltroni, perché forse stasera qui si può fare un passo concreto per ridimensionarlo. Esatto, ormai Veltroni è alla mia portata. Non significa che io sia diventato importante, eh, attenzione. Significa semplicemente che Veltroni sta diventando piccolo, e che le sue dichiarazioni strampalate stanno cominciando a perdersi nel brusio di fondo (che sarei poi io, ciao, mi chiamo Leonardo e produco brusio).
Del resto, giudicate voi. Domenica Veltroni ha chiamato nelle piazze il popolo pacifista. Ha deciso di farlo attraverso facebook, il che a mio parere rappresenta una mossa suicida, una dimostrazione abbastanza plateale di non conoscenza delle dinamiche internettiane – nessuno pretende del resto che WV le conosca, di sicuro ha meglio da fare che imparare cosa sono i tag e i like – ma non dovrebbe esserci qualcuno in grado di consigliarlo? Non è il rappresentante di un'importante corrente del PD? Non si sa. Sia come sia, l'appello è ancora là. Ha collezionato centinaia di commenti, e non sono tutti ingiuriosi come ho scritto lunedì. Ci mancherebbe, il mondo è bello perché è vario. Ma vogliamo parlare dei “like”, o come si chiamano in italiano i “mi piace”? Il pezzo di Veltroni, pubblicato la domenica mattina, piace per ora a 132 persone. Vi sembrano tante? A me non sembrano tante. Mi sembrano quasi 132 sassolini sulla tomba del carisma di un leader. Esagero? Un importante uomo politico si domanda perché le piazze non si riempiono per la pace, o contro Gheddafi (come se fosse la stessa cosa manifestare per la pace e contro Gheddafi), e il suo accorato invito alla mobilitazione... piace a 132 persone. Così, a occhio non ci riempi una piazza. D'altro canto è solo un numero, e i numeri da soli non dicono molto.
Ma è sufficiente accostarli ad altri numeri: per esempio io (che non sono nessuno), lunedì mattina ho pubblicato sull'Unita.it un pezzo in cui rispondevo a Veltroni. Mi è venuto magari un po' pedestre, va bene, chiedo scusa, in ogni caso la mia risposta a Veltroni piace per ora a 113 persone. Sono molte? Sono poche? Per i numeri che faccio di solito io su facebook, sono parecchie. In termini assoluti sono pochissime. Ma se le confrontiamo col dato di Veltroni... Pensateci, è un ex segretario del PD, uno che va ancora in prima pagina con le sue dichiarazioni (ieri ha dato un'intervista sul Sole 24 Ore, sconclusionata come al solito, dove continua a domandarsi perché i pacifisti non sostengono i guerriglieri. Veltroni, insomma, quelli che manifestavano contro l'intervento in Iraq erano pacifisti; quelli che marciano su Tripoli sono guerriglieri. Davvero è così difficile capire la differenza?) Ecco, una personalità del genere chiama i pacifisti alle armi su facebook, e ottiene 132 like. Uno sfigato gli risponde, e ne ottiene 113. E con un po' di sforzo secondo me quel 113 potrebbe anche superare il 132. Esatto, sì, vi sto chiedendo di votare per me su Facebook. Lo so che è imbarazzante, ma credo che potrebbe avere un pur minuscolo significato mediatico. Come minimo, sarebbe la dimostrazione che è meglio non usarlo, Facebook, se sei Walter Veltroni e vuoi chiamare il tuo popolo alle barricate. Non è l'ambiente adatto. Lo so che fuori c'è un mondo che non saprà mai chi sono io e conosce e stima WV. Lo so, Facebook non è assolutamente rappresentativo di nessun bacino elettorale. Però un flop su Facebook è pur sempre un flop. Il ridimensionamento di un personaggio che non sta facendo bene al PD passa anche attraverso momenti come questi: lui prova una sortita, rimedia pernacchie, la prossima volta starà più attento.
È qualcosa che è già successo, in passato, per esempio a Francesco Rutelli. Ve lo ricordate, Rutelli? Vi ricordate che a un certo punto siete persino arrivati a considerare il pensiero di votare per lui? Per molto tempo la sua figura dominò il dibattito politico: la sua scelta di campo prodiana, le sue sbandate centriste, riempivano le prime pagine. Poi successe qualcosa. Lentamente, molto prima che scomparisse dalla scena, Rutelli smise di essere interessante. Cos'era successo? Non si è capito bene, ma nessuno mi toglierà mai dalla testa che fu a causa delle Winx, le popolari bamboline. Ovvero, a un certo punto qualcuno pubblicò un sondaggio sui leader del centrosinistra (Rutelli era evidentemente tra i candidati), qualche buontempone tra i leader inserì le Winx, che non sbancarono, ma guadagnarono un dignitoso uno o due per cento, attestandosi – questo è importante – molto al di sopra del dato di Francesco Rutelli. A quel punto forse anche ai vertici capirono. Continuarono a candidarlo, perché l'autolesionismo a sinistra è un dato oggettivo: riuscirono persino a perdere il municipio di Roma: però ormai era andata, dopo il confronto con le Winx Rutelli non è più stato lo stesso. Era già antipatico più o meno a tutti, ma tutti davano per scontato che fosse il candidato adatto a qualcun altro. I comunisti pensavano ai cattolici, i cattolici pensavano ai radicali, i radicali pensavano mboh, mal che vada ce lo siamo tolti di dosso. Le Winx ci hanno liberato dal sortilegio, grazie Winx. E infatti poi Rutelli è persino uscito dal PD, e sapete quanto ha perso nei sondaggi il PD quando Rutelli è uscito con tutti i suoi teodem? Niente, anzi, ha guadagnato un po'. Grazie Winx.
Ecco, forse il caso, o il destino, o il complotto plutomassogiudaicofacebookiano, mi ha dato la possibilità di essere la Winx di Walter Veltroni. Credo sia mio dovere giocare il mio ruolo fino in fondo. Non sono nessuno, sono un personaggino inutile che scrive pezzi lunghi e seriosi. Però su facebook forse sono più popolare di Walter Veltroni. Quindi, cari giornalisti, non pretendo certo che mi prendiate sul serio. Ma la piantiamo piuttosto di prendere sul serio Walter Veltroni?
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confermo l'ipse dixit di morettiana memoria con questi leader non vinceremo mai!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaEcco, arrivato a 124. Ci manca poco.
RispondiEliminaSiamo nuovamente in risalita: 129.
RispondiEliminaSi vede che ha contattato la famiglia.
nella politica italiana serve un leader, vedi ad esempio Berlusconi, è andato a farsi operare e subito i suoi si sono messi a far casino tra di loro (dico gente del calibro di Scajola e Dell'Utri), il problema è che questa odierna sinistra (o centro sinistra o democratici, come preferisci tu) storicamente non può avere un capo, non è nella sua natura, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Senza un punto di riferimento forte e senza una certa obbedienza verso questo punto non si va da nessuna parte.
RispondiEliminaSaluti
Mauro
Il genio a volte fa cose sublimi senza neanche accorgersene. Nella foto ne manca una, Stella, la più stupidina. E' un caso che hai messo la foto di Veltroni in modo da coprirla? o ci vuoi dire qualcosa?
RispondiEliminaBell'articolo, grazie per le informazioni.
RispondiEliminaBellissimo ed istruttivo, soprattutto per Veltroni.
RispondiEliminaE' un po' patetico vedere un ex leader trombato che sgomita alla cieca sui media cercando masse da capeggiare.
sei a 160
RispondiEliminaIo ti ho votato, e con immenso godimento vedo che Veltroni è ancora fermo a 132. Se non gettiamo a mare questa gentaglia (D'Alema per primo, ovviamente), Berlusconi ce lo toglierà di mezzo solo la Signora con la Falce. E gli intitolaranno piazze strade e monumenti, i suoi ghignanti successori, peggiori di lui.
RispondiEliminaQuesto pomodoro avrà più fan.
RispondiEliminavolevo solo farti sapere che anch'io mi rendo noioso con veltroni...che non ho apprezzato il suo intervento pro guerriglieri libici...insomma...non sei solo e il numero và ben oltre i 129...credimi!!
RispondiEliminaTroppi italiani sono dei "Veltroni".
RispondiEliminaFesteggiamenti ed Impeachment Napolitano
http://www.lagazzettadellosporco.it/150/
Vabbè Leo il politico cosi lo facciamo anche io e te volendo:basta prendere un perchè .e poi si fa cosi
RispondiEliminaEsempio:perchè l'acqua non è calda?
perchè l'italia è piena di matti?
perchè,perchè.in realtà sono domande:
che non hanno risposta:
contorsionismo verbale.
ciao :)
Amelie
Rutelli, anni che non pensavo a Rutelli...
RispondiEliminaMa vi ricordate l'imitazione di Corrado Guzzanti che fa Rutelli dopo aver perso le elezioni?
Quanto al Walter, l'ho anche votato alle politiche del 2008 (il Signore nella sua infinita Misericordia ha voluto che non fossi residente in veneto, altrimenti avrei avuto Calearo capolista e adesso vivrei sulle montagne aspettando la Rivoluzione, usando concetti desueti come "governo del popolo" ed "esproprio proletario")
Ho votato il Walter alle politiche 2008, a parte il calearo non ricordo che sparasse cazzate come in questi ultimi due anni.
Leonardo 376
Walter 132 (fermo da giorni)
Occhio Leo che d'Alema sta già tramando per segarti le gambe...
;-)
Ma è davvero così ridicolo per un leader di sinistra chiamare militanti, cittadini e simpatizzanti a una protesta/manifestazione/espressione visibile di pensiero contro Gheddafi che fa bombardare la piazza? Persino la Rossanda, ieri, bacchettava il suo stesso giornale per il fatto di non levare la voce contro Gheddafi. Bah, sono perplesso.
RispondiEliminaLa Rossanda, mi pare, chiedeva una maggiore attenzione a un movimento di liberazione, da parte dei redattori di un quotidiano che di solito li appoggia.
RispondiEliminaIo però non sono un giornalista, non mi si chiede una maggiore attenzione nei confronti di una causa. Mi si chiede di uscire in piazza "contro Gheddafi", come se esibirsi in piazza fosse potesse in qualche modo offenderlo. E dire che basterebbe poco: una proposta concreta. Un appello a Bruxelles, o a Ginevra, o a Roma. No: Veltroni non ha proposte ma deve ugualmente farmi la morale.
vabbè, dai, il tuo argomento è rigoroso ma corre su un filo. tutte le manifestazioni hanno una potenziale "utilità" (misurata - come sostieni - sulla capacità di incidere effettivamente sulle decisione politiche finali) che si collocano su uno spettro molto ampio, dallo 0 al, boh, a un numero non altissimo - in genere. Vuoi dire che nel mondo globale cento piazze mondiali "contro Gheddafi" non potrebbero (parliamo di manifestazioni, eh, siamo comunque nel campo delle aspirazioni) avere un qualche effetto internazionale? un effetto quantomeno vicino se non forse superiore a quello di un girotondo attorno a un tribunale o a un corteo fuori da una riunione dei "Grandi" del mondo?
RispondiEliminaTrino, forse su grande scala come dici tu smuoverebbe qualcosa, ma è fattibile ovvero è realizzabile sul discorso di Gheddafi?
RispondiEliminaTi faccio presente comunque che tranne l'Italia gli altri stati non vedono l'ora di menare le mani (come se per loro fosse tutto un gioco, tanto non sono loro fisicamente a dover intervenire, ci mandano i loro soldatini)
Saluti
Mauro
ma non dico di crederci (magari ci credo pure), dico solo che non capisco questo accanimento contro un tizio che dice cose che la sinistra dovrebbe dire. certo, poteva dire di meglio. ma non mi sembra così ridicolo o assurdo o causa di tanto sconvolgimento e agitazione e post di qua e post di là.
RispondiEliminaIo capisco, condivido l'insofferenza profonda e stizzosa nei confronti dei Veltroni - ma anche delle Bindi, dei Franceschini, dei Letta, tutte bravissime persone, per carità, gente che vorrei intorno alla mia tavola, cari come vecchi amici, ma ormai usurati oltre ogni ragionevole limite dalle liti, dai compromessi, dalle sconfitte - capisco, condivido l'incapacità, dopo gli annunci ad effetto, dopo gli errori e le batoste, di prendere sul serio Veltroni. Ma scusa, che razza di argomentazione è questa? Da quando si fanno solo le manifestazioni che possono avere effetti concreti, e non quelle che vanno fatte? E le manifestazioni di solidarietà nei confronti degli studenti di Tienanmen? E mille e mille altre? A ma pare che stavolta vi siate fatti un po' accecare dal risentimento nei confronti di Veltroni. Comprensibile, per carità. Ma sempre accecamento è.
RispondiEliminaSarò pure accecato, ma riconosco una tautologia quando la vedo. Cosa significa fare le manifestazioni "che vanno fatte"? Vanno fatte perché? C'è un'autorità trascendente che lo stabilisce?
RispondiEliminaE Tienanmen? Infatti: è servito essere solidali con gli studenti di Tienanmen? Comunque, al tempo, le manifestazioni servivano a chiedere al governo italiano un pronunciamento contro le violenze. Andreotti recepì così bene che ricevette Li Peng a Roma un anno dopo. C'è da dire che le stesse manifestazioni diedero inizio alla svolta della Bolognina (tant'è che un mese dopo Occhetto ottenne un buon risultato alle Europee), per cui in realtà hanno avuto una grande importanza. Non certo per la solidarietà a chi in quel momento era già morto o in carcere, e probabilmente della nostra solidarietà non ha mai nemmeno sentito parlare.
Ma un po' di materialismo, ogni tanto? Non è un po' astratta questa solidarietà che si manifesta senza fornire nessun sostegno concreto? Io Veltroni lo giudicherò dalle opere, non dalla sua buona volontà. Mi sbaglio?
va tutto bene Leo, ma mi sembra di ricordare che ai tempi della candidatura di Rutelli tu avessi la tendenza a coprire di ingiurie chi non se la sentiva e diceva "io per quello lì non voto". Lo so che lo facevi in nome di una distorta realpolitik che si tira fuori dall'armadio e si spolvera quando si è messi alle strette, ma adesso almeno ci vedi più chiaro?
RispondiEliminaUpdate domenicale:
RispondiEliminaLeo straccia Veltroni 492 a 135
;)
Magari il problema fose solo WV; è ovvio che aspettarsi azioni efficaci da questa leadership della sinistra è utopia pura ; direi quindi di rimboccarsi le maniche e cominciare a studiare Gene Sharp vedendo come è possibile e se conviene applicarlo alla situazione italiana.
RispondiEliminaMarcoGhibellino
Leonardo 508.
RispondiEliminaUolly 138.
sono tornato dopo aver riletto la lettera di veltroni su repubblica. sono anche riuscito a intravedere, tra i post, il possibile motivo di tanto astio da te mostrato, e cioè il sostegno alla diatriba veltroni-d'alema. a me sembra che il tuo scritto non fa un buon servizio ne a d'alema ne al partito democratico e neanche a te che appari arrogante e presuntuoso...per dare una qualche valenza alle tue critiche potevi almeno linkare oltre il tuo scritto demolitore anche la lettera di veltroni.
RispondiEliminaLe lettera di Veltroni è lincata nel pezzo dell'unità. Non c'è nessun astio, ormai, solo un po' di compassione.
RispondiEliminaHo letto il suo commento sulla lettera di Veltroni a Repubblica. Non era astioso, ma ingeneroso.
RispondiEliminaSic transit gloria mundi. Nell'autunno di quattro anni fa l'intera Italia progressista si mobilitò in massa per conferire l'investitura popolare al suo leader come segretario del PD e futuro candidato alla presidenza del consiglio.
Ora lo si accusa di tutti i nefasti e di tutte le sconfitte da allora subite,decine di commenti sul web lo denunciano come pessimo sindaco, improbabile dirigente politico, e così via. Una volta si sarebbe detto "nemico del popolo".
Non c'è da stupirsi: è dal 1789 che dura questa storia di tricoteuses e tribunali rivoluzionari che vorrebbero mandare sulla ghigliottina i malcapitati riformisti. Ma dover leggere il suo pezzo proprio "L'Unità" di cui Veltroni fu un eccellente direttore l'ho trovato semplicemente vergognoso, anzi peggio: la presa in giro del Veltroni-Bartleby è da maramaldo.