(Ricordo che oggi, domenica 26, alla festa democratica di Modena, presentiamo la Scossa, il libro di cui forse avete sentito parlare).
...Nel frattempo, siccome non si vive di sole madeleine, si tentava anche di restare aggiornati. Parliamo dei primi anni zero, la svolta prog dei Radiohead, quella fase lì. Proprio in quel momento - ma c'è voluto del tempo e della distanza per accorgersene, e forse anch'io sto semplificando troppo - accadde una cosa interessante alla confezione commerciale della canzone standard, che più o meno era rimasta stabile per tutti gli anni Novanta: un involucro di solito abbastanza ricercato, una specie di tappeto sonoro con tutti gli effetti necessari, tutti i bip e i bump al posto giusto. Ecco, secondo me a un certo punto questa tendenza a iperprodurre si invertì, e si invertì in quel momento, mentre Napster andava forte e tutti cominciavano a scaricare come disperati perché il processo stava per finire e chi lo sapeva, poteva anche essere la fine del free downloading. Proprio in quel momento arrivarono gli Strokes, per esempio, che erano sensibilmente una cosa nuova, proprio perché suonavano come una cosa vecchia. Mettevano assieme pezzi di passato in modo non più nostalgico (si capiva che era un passato non loro), ma archeologico direi; ma non è neanche questo il punto. Ricordo che il batterista veniva accusato di suonare come una drum machine, ecco, fuochino.
Potrei dire che erano grezzi, ma non sarebbe una gran novità, stiamo parlando di rock. Quel che posso dire - e qui escono fuori i miei limiti di non-critico musicale - è che gli Strokes in cuffia davano una sensazione di 16bit, di suonare 16 dei 256bit disponibili. Prendi uno stilema qualunque: la voce effettata. È come saturare i colori per far sembrare le tue foto più artistiche, è il rinunciare a una complessità per privilegiare l'insieme, l'effetto in superficie. Per farla breve, gli Strokes suonavano già compressi: la band ideale per gli mp3. Non mi spingo al punto da spiegare così il loro successo, in realtà in quel momento avevano anche le canzoni più belle nei paraggi, però è curioso. In seguito ci hanno spiegato che l'mp3 non suona affatto bene, che toglie alle tracce un sacco di spessore, di complessità. Simili discorsi non è che impressionavano molto gente come noi, che ascoltava musica nel traffico: noi alla qualità avevamo sempre preferito altre cose, e non potevamo non preferire anche l'mp3. Ma in realtà probabilmente lo avevamo capito al primo ascolto, che l'mp3 era un supporto scadente, e istintivamente ci eravamo messi a cercare musica che si potesse ascoltare senza grosse perdite anche su un supporto così. Meno effetti, pochi strumenti: e i White Stripes fecero il botto. I White Stripes: sostanzialmente, un tizio che canta e strimpella. Lo avremmo immaginato appena due anni prima? La butto lì: senza la diffusione degli mp3 non sarebbe stato neanche lontanamente concepibile. Ma in generale, non fu semplicemente l'arrivo dell'ennesima ondata di nuovi artisti grezzi che dovevano sovvertire l'ondata precedente. Fu una tendenza alla semplificazione che interessò più generi. La compressione dinamica, in generale una certa semplificazione degli arrangiamenti, il ritorno delle chitarre, che è un fenomeno ricorrente e già ricorso tante volte, ma stavolta per esempio erano chitarre senza assoli. Molti blip e bump e zzap scomparvero, ed era anche ora.
Invece, se devo trovare uno stilema degli anni zero, credo sia il tan-tan-tan-tan martellante di tante canzoni degli Strokes, i quattro accordi uguali svelti in battere che troppo spesso il chitarrista ritiene inevitabili, subito ripresi da centinaia di altre band, indie o meno. Per quattro o cinque anni mi è sembrato che tutti suonassero tan-tan-tan-tan, sembrava di essere tornati a lezione di chitarra. Forse anche il punk era stato così, i primi mesi, ma si era immediatamente evoluto in qualcos'altro, perché appena inizi a suonare una chitarra vuoi subito strafare, e ti vergogni subito dei tuoi tan-tan-tan. Invece gli Strokes o gli Interpol o i Franz Ferdinand facevano tan-tan-tan consapevolmente, magari avevano avuto un'educazione classica ma ora avevano deciso di usare la chitarra come un giocattolo, tanto qualunque altro suono più complesso in un mp3 non si sarebbe apprezzato più di un bel tan-tan-tan-tan.
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Ma che palle, quand'e` che finisce questo pippone superautoreferenziale sulla musica e su come eravamo? Con affetto e stima
RispondiEliminaLeonardo ormai ha tre blog, qua potrà anche scrivere quello che vuole no? ;)
EliminaMa i White Stripes erano una specie di installazione artistica itinerante prima che una band (un'ottima band, peraltro); per quello erano solo in due, per quello nessun colore tranne il nero, il bianco e il rosso, eccetera: minimizzare l'impatto visivo e massimizzare quello acustico.
RispondiEliminaa me piace 'sto pippone superautoreferenziale sulla musica: non è che si vive di solo monti.
RispondiEliminami fa un po' ridere perché la musica è morta, ma succede ogni 10 anni all'incirca.
quindi fra un po' ri-succederà daccapo (lo so che ri e daccapo suona ridondante, ma volevo proprio che fosse così: ormai ai funerali della musica nn mi metto più il vestito scuro e la faccia di circostanza)
Forse gli Strokes, come White Stripes, Green Day, Foo Fighters ecc. hanno avuto successo semplicemente perché rappresentano la presunta ribellione dei giovani americani, ragazzi che hanno tutto e nonostante questo ce l'hanno col mondo - con gli insegnanti, con le regole, con il divieto di acquisto di superalcolici per i minori di ventun anni. (La musica di quelli che ce l'avevano col mondo e non avevano niente era/è il rap.)
RispondiEliminaIl suono grezzo, per i teenagers, non è solo bello perché sporco, disordinato e quindi più vicino al loro atteggiamento (perché quello è, durante l'adolescenza), ma anche perché permette di sognare (o di attuare) un'emulazione: basta riunirsi in power trio e suonare in garage, tra skateboard, cappellini e magliette che arrivano ad altezza ginocchio - molto più semplice e diretto che realizzare un brano con cori armonizzati, batterie elettroniche varie, incastri di voicing e rivolti tra tastiere e più chitarre, forme d'onda sintetizzate e post-produzione della madonna.
Punk, grunge, alternative ecc. sono sempre stati sinonimo di ribellione, persino musicale: al progressive di Yes e Genesis era-Gabriel, a Destiny's child o Mariah Carey, poco importa, sono cicli.