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sabato 8 giugno 2024

Il santo dei ladri di bestiame

8 giugno: San Medardo vescovo (VI secolo)

"S'il pleut à la Saint-Médard, il pleut quarante jours plus tard". La leggenda che associa San Medardo agli acquazzoni estivi prevede che il giovane aspirante santo incontri, all'età di dieci anni, un poveraccio disperato perché gli è morto il cavallo e non sa più come tirare il carretto o l'aratro. Decide quindi di donargli il suo, è una cosa che i santi fanno spesso, anche prima dell'introduzione delle stimmate avevano già le mani bucate; invece una cosa che fanno spesso i genitori dei santi è imbestialirsi quando scoprono che i figli stanno facendo i santi a spese loro. Il padre di Medardo, un nobile galloromano chiamato Nectar, quando scopre che suo figlio sta elargendo cavalli, esce immediatamente dal castello per andare a riprenderselo, e si porta il bambino con sé: ed è a questo punto che scoppia un violento acquazzone e Nectar, già completamente fradicio, si volta verso Medardo e si accorge che è completamente asciutto. Un'aquila lo sta riparando dalla pioggia battente; è un miracolo, un segno del cielo, insomma addio cavallo. I padri dei santi si devono rassegnare, magari sperando che col tempo i figli mettano la testa a posto, insomma quando toccherà a loro gestire il patrimonio la smetteranno di regalare cavalli a destra e a manca, o no? 

In effetti le leggende non riportano altri straordinari atti di prodigalità commessi da Medardo una volta cresciuto e ordinato sacerdote; un conto è regalare i cavalli del padre, un conto è intaccare il patrimonio della Chiesa. E tuttavia le leggende non nascondono un atteggiamento piuttosto eccentrico del santo nei confronti dei ladri. Quando Medardo ne scopre uno incastrato nei filari della vigna, lo perdona e lo lascia scappare, e questo fatto è registrato come "miracolo" benché ai nostri occhi contemporanei non risulti nulla di miracoloso, se non appunto la resistenza all'impulso di bastonare il ladro di frutta. Una cosa simile accade a un ladro di miele, che Medardo salva dalle api. Quando un altro furfante che nottetempo cercava di sottrarre una mucca viene tradito dal tintinnare delle campanelle, Medardo le fa tacere all'improvviso, dopo che avevano già svegliato tutto il vicinato: questo è già più simile a un miracolo, ma è un miracolo che serve a coprire la fuga del ladro di bestiame, che se ne va con la mucca di Medardo! Il quale è tradizionalmente considerato patrono dei prigionieri, di chi soffre di una malattia mentale o di semplice emicrania, degli agricoltori e dei birrai; ma a leggere storie del genere ci si domanda se per caso non sia anche il patrono ufficioso dei ladri. E se questo abbia a che fare con la sua popolarità in Francia, e con l'ascendente che ebbe Medardo su un ladro e assassino come re Clotario I.

In effetti il culto per Medardo comincia immediatamente dopo la sua morte (intorno alla metà del VI secolo), quando il re Clotario lo fa seppellire nella sua capitale, Soissons (oggi nell'Aisne), in un sito intorno al quale sorgerà una delle più importanti abbazie benedettine della Francia. Lo stesso Clotario si farà costruire la sua tomba lì accanto. Ma cosa aveva fatto Medardo, per meritare siffatti onori da parte di un re che aveva passato la vita a dar guerra a Visigoti, Burgundi, Turingi, nipoti, fratelli, figli? Lo aveva aiutato a sbarazzarsi di una moglie, Radegonda. 

No, non in modo cruento. Anzi, era stato forse uno dei pochi casi in cui Clotario era riuscito a risolvere un problema senza spargere sangue (era il tipo di re che quando un figlio si ribellava non condannava a morte soltanto lui, ma anche nuora e nipotini). Probabilmente Clotario non aveva mai amato Radegonda: l'aveva requisita come bottino di guerra in quanto figlia di un re di Turingia – quella volta che lui e un suo fratello avevano attraversato il fiume Unstrut sui cadaveri – e l'aveva sposata per le solite questioni politiche. Per le stesse questioni politiche gli era successo in seguito di far ammazzare un cognato; a quel punto Radegonda, rimasta senza parenti, era scappata, temendo per la sua stessa vita, e conoscendo i precedenti dei mariti è difficile darle torto. Clotario era un gangster; non è chiaro se aspirasse a unificare la Francia ammazzando tutti i parenti che ne possedevano una parte, o se l'unità della Francia fu semplicemente il risultato della sua propensione a uccidere tutti i parenti di cui poteva reclamare l'eredità. Presto o tardi avrebbe sentito la necessità di sposarsi con qualche altra principessa fornita di dote: tanto più che Radegonda non riusciva a dargli figli, almeno maschi. Così decise di scappare, e Dio fece crescere in un istante l'avena in un campo dove si era nascosta mentre le guardie di Clotario la cercavano. Trovò rifugio presso Medardo, che invece di riconsegnarla al re ebbe l'idea di nominarla diaconessa: Radegonda avrebbe trovato sollievo alle sue pene nella vita claustrale e fondato un monastero femminile a Potiers, una città assai distante dalle grinfie del marito. Invece di prendersela con Medardo, come alcuni temevano, Clotario ebbe da quel momento grande considerazione per lui e lo fece seppellire con tutti gli onori, poco prima di raggiungerlo. Aveva appena unificato la Francia, ma siccome la nuova moglie (che forse era una vecchia concubina) gli aveva dato cinque figli maschi, le guerre fratricide ripresero abbastanza presto. 

Secondo i francesi, se piove oggi, piove per altri 40 giorni – a meno che non faccia bello a San Barnaba, che è l'11. E almeno di pioggia i francesi s'intendono. 

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