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venerdì 2 maggio 2025

Uccidere gli schiavi non era reato

2 maggio: Santi Espero, Zoe, Ciriaco e Teodulo, un'intera famiglia martire in Attalia, II secolo

È bella la Panfilia, ci sono stato. 

Questo gruppo di martiri costituisce un nucleo famigliare: Ciriaco e Teodulo erano i figli di Espero e Zoe. A differenza della maggior parte dei martiri dei primi secoli, la condanna a morte non è attribuita a un imperatore o a un suo delegato, ma al padrone di casa, un tale Cato o Catlo (Catullo?), possidente di origine romana impiantato in Panfilia: del resto erano suoi schiavi. Il cristianesimo si stava diffondendo in tutte le classi sociali, e il suo messaggio egalitario doveva essere particolarmente apprezzato tra gli schiavi. Ciriaco e Teodulo, in occasione della nascita di un figlio del padrone non accettano di partecipare ai festeggiamenti mangiando cibo che sospettano consacrato alla Dea Fortuna, molto venerata nella casa. Catlo glielo ordina, loro disobbediscono; Catlo li fa torturare, loro non cedono. Decide infine di chiuderli nella fornace insieme ai genitori, come i tre ragazzi del libro di Daniele. Ma a differenza che nella Bibbia, i quattro non escono più sani e belli che mai: vengono probabilmente inceneriti, ma la Chiesa ne ricorda il sacrificio. È un ricordo stringato, conservato nei sinassari bizantini, privo di miracoli che attenuino l'orrore dei fatti. Il che ci porta più facilmente a domandarci: può essere successo davvero? 

La prima risposta, istintiva è: no. Le agiografie sono tutte più o meno leggendarie, perché questa dovrebbe dire la verità? Semplicemente perché non contiene nessun dettaglio favoloso o miracolistico, e non coinvolge nemmeno qualche celebrità come Decio o Diocleziano? Non è lo stesso supplizio – la classica fornace – già abbastanza favolosa, perché suvvia: chi è che si sbarazzerebbe così non di uno, ma di quattro schiavi di proprietà? Una famiglia mediamente benestante poteva permettersene appena uno. Disfarsi di due ragazzi nel fiore degli anni equivaleva a dar fuoco a una proprietà immobile. Bisogna essere pazzi per farlo volontariamente, ma è appunto questo il problema: i pazzi pur troppo li abbiamo da che mondo e mondo. La dimostrazione è a portata di clic ormai. Faccio l'esperimento, digito "family killed by a landlord". Come può indovinare chi è abituato a fare ricerche simili, il primo risultato è localizzato in Florida. Per qualche motivo, che avrà a che fare con l'antropologia ma anche con l'abilità dei cronisti del luogo nell'indicizzare i propri contenuti, la Florida è sempre in cima ai risultati della cronaca nera. Non so in tutto il mondo quanti padroni di casa abbiano bruciato nel camino i resti di una famiglia di quattro membri negli ultimi anni, ma sicuramente è successo a Pasco County nel giugno scorso. E ora immaginiamo lo storico che si porrà lo stesso problema, tra mille anni, che noi ci poniamo nei confronti di Catlo: può essere esistito un mostro del genere? Per qualche motivo credo che si farà meno dubbi lui, di quanti me ne sono fatto io. 

Da un punto di vista strettamente legale, Catlo non doveva temere nessun procedimento nei suoi confronti; nel secondo secolo il testo di riferimento per quanto riguardava gli omicidi era la lex Cornelia varata da Silla nell'82 a. C., che in effetti colpiva i padroni che uccidevano gli schiavi, ma solo per ingiusta causa. La disobbedienza di Ciriaco e Teodulo al padrone era una causa già sufficiente. Non è chiaro se anche i genitori avessero disobbedito, ma anche in questo caso è difficile immaginare che un uomo libero avrebbe denunciato Catlo. L'unica consolazione che restava ai compagni schiavi era ricordare i quattro caduti, consegnando i loro nomi alla Storia: e ce l'hanno fatta, ne stiamo parlando ancora quasi duemila anni dopo. Il cristianesimo si è diffuso anche per questo motivo: dava agli schiavi una possibilità di esprimersi, di dare un nome a sé stessi e ai propri martiri. 

(Il terzo risultato che mi dà Google è Joseph Czuba, un settantatreenne di Planfield, Illinois, condannato per aver ucciso un bambino di 6 anni di origine palestinese, Wadee Alfayoumi, e per aver ferito sua madre, Hanan Shaheen. Il duplice accoltellamento è avvenuto il 14 ottobre del 2023: com'è stato appurato dal processo, Czuba era sconvolto per le notizie che arrivavano dalla Palestina. Gran parte di queste notizie, lo sappiamo, erano false o grottescamente esagerate. Wadee è stato colpito 27 volte. Ricordo il suo nome).

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