Coraggio, ormai ci siamo. Ancora qualche mese, forse appena qualche settimana, e poi Cesare Battisti sarà estradato in Italia: e il mondo finalmente sarà un luogo più sicuro per tutti. Un giardino fiorito dove portare i figli a giocare, senza più dover temere le insidie degli empi Proletari Armati per il Comunismo.
Sul serio, fa bene al cuore sapere che non c'è luogo al mondo dove un terrorista possa nascondersi all'occhio di una Giustizia implacabile. Anche se dopo tante chiacchiere forse abbiamo perso un po' di vista la vicenda in sé. Forse è meglio tornare ai fondamentali: perché merita di scontare l'ergastolo, Cesare Battisti?
Per aver ucciso il maresciallo della polizia penitenziaria Antonio Santoro? Questo almeno secondo il pentito Mutti, ex compagno di Battisti. In cambio del nome dell'assassino, Mutti ottenne uno sconto di pena. Quando poi nuove prove costrinsero Mutti ad ammettere che Santoro lo aveva ucciso lui, Battisti rimane collegato all'omicidio in qualità di “copertura”. Uhm.
Per aver ucciso il macellaio Sabbadin? Anche questo risulterebbe dalla testimonianza del pentito Mutti. A un certo punto però un altro ex compagno, Diego Giacomin, confessa di aver ucciso Sabbadin insieme a Mutti. E anche stavolta quella di Battisti rimane una “copertura armata”.
Per aver ucciso il gioielliere Pierluigi Torregiani? Eh, ma in questo caso ha un alibi: stava facendo la “copertura armata” ai due che lo stesso giorno ammazzavano Sabbadin. In questo caso Battisti è stato condannato in qualità di co-ideatore e co-organizzatore.
Per aver ferito il figlio di Torregiani, che è quel signore sulla sedia a rotelle che spesso viene intervistato in qualità di parente delle vittime, e vittima egli stesso? Ma a ferirlo fu proprio il padre, che rispose al fuoco dei Proletari Armati. Battisti nemmeno c'era (stava coprendo, secondo Mutti, gli assassini di Sabbadin).
Allora per aver ucciso l'agente Digos Andrea Campagna... in questo caso almeno è stato riconosciuto come esecutore materiale... sì, ma sempre in base alla testimonianza di Mutti, (altro giro, altro sconto di pena). E dire che anche in questo caso c'è un reo confesso, Giuseppe Memeo. Aveva un complice, biondo, alto 1 metro e 90. L'identikit preciso di Cesare Battisti, cotonato, e con 30 cm. di tacco.
E allora, insomma, siamo sicuri che se lo merita un ergastolo, Cesare Battisti? Altroché. Almeno per i motivi che vado ad elencare.
1. Perché ha scommesso sugli asili politici sbagliati: il Sudamerica e soprattutto la Francia, con quella Dottrina Mitterand che all'inizio sembrava il bengodi, ma a ben vedere non era che la capricciosa concessione di un sovrano illuminato. Morto il re, fine della Dottrina. Se Battisti si fosse studiato un po' meglio il mondo, se avesse scelto come asilo un Paese davvero serio, ad es., il Giappone... oggi probabilmente gestirebbe una fiorente attività di import-export, e ogni tanto si farebbe anche fare qualche intervista telefonica in Rai. Peggio per lui, doveva pensarci prima: ergastolo.
2. Perché ha fatto lo scrittore e diciamolo, un ex terrorista che fa lo scrittore non ce la conta giusta. Specie lo scrittore noir. Insomma, non ha l'aria di una cosa seria. Vuoi mettere con Zorzi e il suo import-export? è roba da adulti, un modo per dire lasciatemi stare, non faccio più politica, faccio soldi. Oppure un bell'impegno nel sociale, tipo che so, attivista di Nessuno Tocchi Caino... ecco, se prima ammazzavi la gente e poi ti trovi un posto a Nessuno Tocchi Caino, è chiaro che lo fai perché sei pentito del male che hai fatto, perché vuoi salvare tante meritevoli vite umane, e questo noi italiani lo capiamo: siamo cattolici, perdio, anche Pannella. Cioè alla fine cosa vuoi che sia la complicità in quattro omicidi, per giunta comprovata in processi farsa... quello che ci premeva, Cesare, è che tu ti facessi un pianto, che ci chiedessi scusa. Ma i noir, come si fa a chieder scusa coi noir? E allora ergastolo, tie'.
3. Perché può farsi tutti i romanzi e tutti gli scioperi della fame che vuole, ma in fin dei conti resta sempre e solo un ladruncolo, Cesare Battisti. Uno che se lo arrestano, cosa fa? Scappa! Che razza di comportamento. Proletario, proprio. Un terrorista di classe non si comporta così. Un terrorista di classe per prima cosa vende qualche ex compagno in cambio di uno sconto di pena. Vedi Mutti: ha ammazzato più o meno le stesse persone che ha ucciso Battisti, e in otto anni si è sistemato, altro che ergastolo. Oppure si ficca in qualche meritevole Onlus, e facendo due conti... se Fioravanti per una novantina di omicidi si è fatto 26 anni, a Battisti con quattro morti e qualche altra rapina quanti mesi avrebbero dato? Giusto il tempo di buttar giù un noir di tema carcerario. Che poi come minimo glielo avrebbe pubblicato Mondadori. Ecco, si vede da queste piccole cose che non è uomo di mondo, Battisti. E allora basta, ergastolo. Niente di personale, ma te lo meriti tutto.
A questo punto però io ho una proposta. Visto che ormai lo abbiamo preso, e con tutto il baccano che ha fatto è difficile che lo libereremo mai più (è diventato un simbolo, e coi simboli non si scherza); visto che i vecchi processi non si possono rifare... non potremmo aprirne altri, e condannarlo per qualcosa di più importante, come per esempio la bomba alla stazione di Bologna? Rifletteteci bene. A lui non costerebbe un giorno solo in più, ma in compenso il suo sacrificio ci aiuterebbe a crescere i nostri bambini. Sì, perché questa cosa della liberazione di Fioravanti e Mambro alla lunga si rivelerà destabilizzante. Come si fa a crescere dei bimbi rispettosi della legge, in un Paese dove uno che si è preso 8 ergastoli gira per strada... secondo me persino Fioravanti e la Mambro hanno qualche difficoltà.
F. MAMBRO: Non devi picchiare i tuoi compagni con la catena del motorino.
BAMBINO: Perché?
F. MAMBRO: Perché non è giusto.
BAMBINO: Sì, ma concretamente cosa rischio? Mi togliete l'uso della playstation per cinque minuti con la condizionale?
F. MAMBRO: I prepotenti fanno una brutta fine.
BAMBINO: Ahahah, mamma, sei un vero spasso.
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La cosa che mi sconvolge (e credo sia il motivo del tuo post) è che tutti questi dettagli di come siano andate le cose non sono quelli che ci vengono passati dai quotidiani internet - è chiaro che, volendo approfondire la questione, facedno un po' di ricerche, potrei ottenere un po' più di dettagli sugli avvenimenti, ma :
RispondiEliminaa) non di tutto si è in grado (o si ha voglia/tempo) di approfondire; a volte ci si accontenta di un mix di informazioni di "prima mano", confidando sulle sorgenti.
b) ci sei tu, che fai il lavoro e mi risparmi la fatica ;-)
ammetto alla grande, quale esempio umano appartenente alla specie "popolo bue", che sulla questione Battisti avevo delle idee preconcette che però ritenevo assolutamente affidabili...
Sigh ! Sono messo male ?
gf
sull'informazione
Ma siamo sicuri che stia a noi giudicarlo?
RispondiEliminaChe ci mettiamo a fare i processi via blog?
Porta a Porta 2.0?
Questo signore è stato condannato. Ci sarà un perché. Io non voglio entrare nel merito del perché: non sono un avvocato, non sono un magistrato, non ho le competenze né l'autorità per mettere in dubbio una sentenza. La giustizia non è infallibile, ci mancherebbe altro. Ma è innanzitutto sulla giustizia che si fonda il rispetto per le istituzioni che va tanto decantato in questo periodo.
Di lati oscuri la vicenda ne ha di sicuro tanti. Cosi come molte vicende di quel periodo: vogliamo pensare a Sofri? Quello che intendo dire è che io, da cittadina, sento che sia giusto che una persona che ha sulle spalle ben 4 condanne venga riconsegnata al suo paese. INDIPENDENTEMENTE dal fatto che nella mia personale opinione la persona in questione possa essere innocente o meno.
Alessandra
Mi fa piacere che si parli del caso Battisti su un Blog con tanti contatti come questo. A suo tempo mi ero informato su Carmilla, la rivista online diretta da Valerio Evangelisti, che contiene delle FAQ davvero esaustive. Su "Il Fatto Quotidiano" del 20 novembre 2009, Stefano Caselli ha firmato un articolo in cui accusa i PAC addirittura del ferimento di Alberto Torregiani. Ho già mandato quattro email alla redazione chiedendone la rettifica, ma non ho ancora ricevuto risposta: un peccato per una testata che si propone come spiraglio di luce nel buio italiano.
RispondiEliminaUna cosa è certa. Battisti è scappato e non si è fatto processare...come Craxi. Ha rinunciato alla facoltà di potersi difendere.
RispondiEliminaMarco
AlessandraG, ma quindi con questo Giuseppe Mazzini che facciamo, lo rispediamo a Roma?
RispondiEliminaLa "giustizia" negli anni di piombo era altamente politicizzata, roba che manipulite al confronto pare una causa tra amministratori di condominio. Che peraltro e' il punto del post. E' piu' giusto far pagare (salato) a Battisti anche le colpe dei suoi compagni di merende oltre alle sue, o trattarlo come sono stati trattati gli altri?
Il dipietrismo ha proprio messo un altro chiodo nella bara del progressismo italiano. La gggiustizzia, la certezza della pena, dura lex sed lex... seee.
Ignoravo il caso del Giappone, ma mi chiedo se due torti facciano una ragione...
RispondiEliminaMi chiedo se la signorina AlessandraG abbia letto il tuo post prima scrivere, perché si direbbe di no. Nel riassunto che hai fatto emergono non solo punti importanti, ma anche incontrovertibili: due accuse di omicidio che prevederebbero la bilocazione di Battisti (roba da chiederlo "Santo subito" visto il miracolo!); condanne fondate sulle parole di un pentito che poi è stato condannato a sua volta per uno degli omicidi ecc...
RispondiEliminaA fronte di queste gravi indizi, penso che sia DOVERE di ogni cittadino farsi un'opinione sul caso Battisti e non solo star lì fermo belando bravi ai giudici solo perché rappresenterebbero la Giustizia.
Buongiorno,
RispondiEliminaè la prima volta che leggo questo blog, colpevolmente :-) Vorrei dire giusto un paio di cose:
@ Alessandra: La condanna in primo grado per Battisti fu di 12 anni (ossia 6 x2 perchè durante le leggi speciali raddoppiarono le pene per alcuni reati). Poi evase. Poi, durante la latitanza, gli fecero i processi senza che si potesse difendere. Da contumace.
@ Marco: eviterei il paragone con Craxi. Battisti qualche anno di galera l'ha fatto. E i processi glieli hanno fatti DOPO l'espatrio, e su dichiarazioni di pentiti inaffidabili.
In tutto il mondo la contumacia non consente sentenze definitive, tranne che in Italia.. sarà il caso di valutare anche questo, credo.
Anche da questi commenti si evince come l'informazione a senso unico che c'è in Italia abbia prodotto seri danni cerebrali: lo capite o no che i processi agli ex terroristi degli anni '70 con le cosiddette "leggi speciali" sono stati una farsa (o una tragedia, a seconda del ruolo ricoperto)? Ci fu chi fu condannato a trent'anni di galera per "concorso esterno a banda armata" (in pratica, per aver partecipato a qualche riunione) mentre chi aveva sparato a Tobagi (Marco Barbone), "pentito", veniva scarcerato e si sposava in duomo con 5 concelebranti (tra cui, se non ricordo male, un cardinale).
RispondiEliminaQuesta è la giustizia che è stata applicata a Battisti in contumacia (e certo che era scappato! voi avreste affrontato questo tipo di processo?); peraltro da 30 anni il soggetto in questione fa lo scrittore e non mi risulta abbia più commesso reati, a differenza di chi mena vanto della sua prossima estradizione (senza fare nomi).
Io però continuo a non capire una cosa: ma Giacomin e Memeo, rei confesssi di cui nessuno ha messo in dubbio l'attendibilità, hanno confermato o smentito la compartecipazione di Battisti agli omicidi?
RispondiElimina@ Francesco Greco
RispondiEliminaQui le FAQ di Carmilla: http://www.carmillaonline.com/archives/2009/01/002924.html#002924
E finalmente!
RispondiEliminaE' possibile che nessuno prenda in considerazione le aberrazioni delle leggi speciali. Ho firmato dal primo giorno l'appello per Battisti e continuo a sperare che Lula non si lasci trascinare da questa ondata di risentimento e odio.
Le FAQ di Carmilla le conosco, ma la risposta alla mia domanda non c'è: se gli esecutori materiali hanno confessato e sono stati condannati, avranno avuto sicuramente modo di scagionare o meno Battisti.
RispondiEliminahai ragione praticamente su tutta la linea ma battisti, se tanto convinto della sua innocenza, poteva rimanere e farsi processare: collaborando alle indagini se la sarebbe cavata con poco come gli altri.
RispondiEliminanon l'ha fatto perchè perseguitato politico.
ecco, vorrei dire questo: la persecuzione giudiziaria o esiste per tutti o non esiste per nessuno. non amo fare discriminazioni per simpatia.
Onestamente non capisco il senso di questo pezzo: qual è l'ipotesi? qual è la tesi?
RispondiEliminaNotoriamente lo stato italiano, pur di sconfiggere le BR, ha sparpagliato - peraltro continua a farlo - decine d'anni di carcere su persone che talvolta una pistola manco sapevano che forma avesse. Per contro, alcuni autori di omicidio sono stati scarcerati con le mani ancora grondanti di sangue - vedi Barbone.
Su questo ognuno scelga da che parte vuol stare: decida, cioè, se lo stato debba essere in primo luogo la sua Costituzione, e dunque, se i principi in essa sanciti debbano essere sovraordinati ad ogni cosa; ovvero se, nel caso esso percepisca una seria minaccia alla sua stessa sopravvivenza, sia legittimo ricorrere ad eccezioni di diritto (come suggerito a suo tempo dalla stessa Corte Costituzionale).
In pratica, il fine giustifica i mezzi?
Se si risponde no, la questione è chiusa.
Se si risponde sì, resta da determinare il range delle leggi speciali, ed in particolare se un gruppuscolo come i PAC vada o meno trattato come le BR.
Nel caso Battisti, la scelta di rifugiarsi in Francia potrebbe non essere dipesa esclusivamente dall'"offerta" di Mitterand, ovvero la concessione di una sorta di asilo politico informale concesso a chi non si fosse macchiato di reati di sangue ed avesse rinunciato ai propositi di lotta armata. Se non ricordo male, infatti, la Francia, almeno per questo tipo di reati, non concedeva l'estradizione sulla base di condanne in contumacia, quindi almeno inizialmente ciò avrebbe messo Battisti al sicuro anche su un piano giuridico, e non solo sulla base della "promessa" di Mitterand.
Poi, però, da un lato alcune sentenze di corti supreme hanno negato valore giuridico alla dottrina Mitterand, dall'altro l'armonizzazione degli ordinamenti dei diversi paesi europei ha fatto cadere alcune contestazioni procedurali, così Battisti ha pensato bene di scapparsene in Brasile.
Battisti ha un altro fondamentale difetto, che lo rende reo di qualsiasi cosa capiti per la testa: è complicato da difendere. Parlare CONTRO Battisti è facile, se sei qualunquista. Difenderlo richiede ricerca, coraggio e in fondo in fondo richiede di avere dei principi (che non cambino in base all'argomento, come capita ormai quotidianamente in Italia a chi ha il potere di essere intevistato).
RispondiEliminaTemo che il peggio in questa vicenda lo dobbiamo ancora vedere...
@Francesco Greco: se gli esecutori materiali sono stati condannati dei delitti di cui Battisti era stato inizialmente accusato, esattamente di cosa dovrebbe essere scagionato?
RispondiEliminaSe la risposta e' "del ruolo accessorio successivamente attribuitogli", c'e' da discutere la validita' di testimoni con un interesse diretto a incastrare piu' nomi possibili per ottenere ulteriori sconti di pena, che e' il risultato della giustizia ultra-politicizzata degli anni di piombo.
@essere disgustoso: lasciamo gli straw-man altrove, grazie. In generale, "si conosce distinguendo".
La persecuzione giudiziaria vera, negli anni di piombo, e' scritta nero su bianco nelle ridicole leggi speciali, approvate di gran fretta mentre il Paese era in subbuglio, concernenti esclusivamente il diritto penale (i.e. quello tosto), e con meccanismi giudiziari da dittatura sudamericana.
La persecuzione giudiziaria farlocca (quella contro i vari Craxi, Forlani, Berlusconi etc) e' invece figlia di leggi comuni, approvate molto prima degli avvenimenti contestati, in gran parte appartenenti al "leggero" diritto civile, e che non hanno mai toccato il processo giudiziario di per se'.
I processi degli anni di piombo non hanno niente a che vedere con il moderno dibattito sulla Giustizia (manipulite, Mondadori, conflitto di interessi etc etc etc), e' semplicemente un altro mondo. Chi paragona la corruzione di David Mills (btw, chi e' stato poi? mah) con gente che corre per strada con gli AK47, o e' malizioso o e' poco intelligente.
Sono piegata dal ridere! se non ci fosse anche da piangere
RispondiEliminaAlessandra ha ragione: i processi non si fanno né in TV né sui blog, per quanto autorevoli essi siano. Inoltre: quando si enunciano teorie in contrasto con accertamenti approfonditi (come quelli svolti durante processi penali in presenza di avvocati difensori), le prove a sostegno delle teorie antagoniste devono essere "pesanti" (suffragate da elementi riscontrabili) per lo meno quanto gli accertamenti che si vogliono contestare. I sillogismi non bastano. Infine: Battisti, come un altro celebre signor B., non si difende nei ma dai processi confidando, come l'altro celebre signor B., su amicizie influenti e complicità ideologiche. Un atteggiamento senz'altro sospetto, in entrambi i casi.
RispondiEliminaè davvero istruttivo, c'è gente che avrebbe fucilato dostoievskij qua...
RispondiEliminaLeonardo, mi fa davvero piacere che la pensi così su Battisti. Era da un po' che le tue idee non mi sembravano così perfettamente condivisibili. Aggiungo che è in situazioni come questa che viene fuori il vero volto dei dipietristi. Meditate piddini meditate... Consiglio anch'io a tutti la lettura del dossier raccolto dal sito di Carmilla.
RispondiEliminaGuido
Io però non capisco una cosa. Discutere di una sentenza significa "fare i processi su un blog"? E se invece di parlarne qua ne parlavo dal barbiere, rifacevo il processo dal barbiere?
RispondiEliminaInoltre: quando si enunciano teorie in contrasto con accertamenti approfonditi (come quelli svolti durante processi penali in presenza di avvocati difensori), le prove a sostegno delle teorie antagoniste devono essere "pesanti" (suffragate da elementi riscontrabili) per lo meno quanto gli accertamenti che si vogliono contestare.
Questa è una legge che sta scritta da qualche parte, o ce la siamo appena inventata? Se uno ha dei dubbi, può parlare dei suoi dubbi. C'è libertà di espressione in Italia, e se non c'è io me la prendo lo stesso, tanto ho il server in California.
Quello che deve produrre 'prove' è il magistrato, e ahimè, tutte queste 'prove pesanti' non le ha, fin qui, esibite. Parere mio. Non particolarmente autorevole: semplicemente mio.
Fa piacere che si scopra anche in questi ambienti che la Giustizia in Italia fa schifo. Attendo la stessa serietà quando si parlerà del Berlusca, accusato di aver corrotto un testimone (Mills) le cui dichiarazioni sono servite a condannarlo in un altro processo, e per di più lo paga dopo. Vabbè che è ricco, ma proprio per questo è uno che sta attento alla moneta.
RispondiElimina@atlantropa
RispondiEliminail fine può sì giustificare i mezzi, nella logica dello stato, ma una volta raggiunto il fine il mezzo decade. Finita la guerra, insomma, c'è l'armistizio e il nemico non è più tale.
Oppure i reati di cui è accusato Battisti sono criminalità comune, come dice la Corte Costituzionale brasiliana, ma allora perché le leggi speciali? Insomma, un criminale comune giudicato con leggi sui crimini politici? Non è questa l'ennesima contraddizione?
Blog sicuremente interessante, ma a questo punto le domande da farsi sono:"Le condanne decise in base a dichiarazioni di pentiti sono valide o no? I pentiti che hanno accusato Battisti possono essere ritenuti sinceri o agivano solo per il proprio tornaconto? Bisogna annullare le condanne orientate da dichiarazioni dei pentiti? E i pentiti di mafia? Se le dichiarazioni dei pentiti non valgono per i terroristi perchè dovrebbero valere per i mafiosi? Hanno forse meno tornaconti personali?
RispondiEliminaIo non mi fermerei neanche qui. La giustizia esiste? Esiste la stessa esistenza? E' nato prima l'uovo o la gallina? Su questo Heidegger mi pare evasivo.
RispondiEliminaE' fantastico questo riflesso condizionato per cui appena ti metti a dubitare di una sentenza pronunciata da un giudice, diventi uno che mette in dubbio tutta la giustizia italiana. A quel punto addirittura ti fai degli amici, perché se parli male dei giudici allora per forza ce l'hai anche coi seicento giudici di Berlusconi.
Il caso Mills è concluso: è stato corrotto. Lo ha ammesso, fine. Da chi? Dalla fata turchina.
"Le condanne decise in base a dichiarazioni di pentiti sono valide o no?"
Esistono trent'anni di letteratura su questo campo. Un buon inquirente è in grado di stabilire con una buona approssimazione se un pentito è attendibile o no. Nel caso di Battisti le rivelazioni dei pentiti non appaiono in generale molto attendibili, tutto qui.
Qui la questione è stata posta come: Battisti è stato condannato dai pentiti, i pentiti non sono attendibili, la sentenza non è valida. Considerato che in Italia all'ordine del giorno ci sono dichiarazioni di pentiti, la domanda mi pare valida. Anche perchè gli stessi inquirenti che ci hanno dato una versione rivelata dai pentiti come oro colato per un decennio, oggi smontano la stessa versione sulla base di un altro pentito. Perlomeno fino a quando non spunta un nuovo pentito con nuove versioni. (questo a riguardo della tua affermazione "Un buon inquirente etc....")
RispondiEliminaIn sintesi: se la critica ai giudici va all'utilizzo delle dichiarazoni dei pentiti a discapito delle prove, trovo che sia interessante allargare il ragionamento anche all'altro ambito in cui si fa gran uso dei collaboratori di giustizia. Altrimenti accettiamo la sentenza o contestiamola su altri punti, ma non sull'utilizzo di dichiarazioni dei pentiti; in caso contrario, come visto sopra, il discorso va ampliato.
Nonostante la replica ironica, mi sembrava utile aggiungere nuovi elementi al dibattito, perchè se ci limitiamo ad approvare semplicemnte la linea del blogger non si ha alcuna discussione, cosa che invece credo sia l'obiettivo di chi ha aperto questo sito.
Per la cronaca: il caso Mills non c'entra niente. I pentiti non sono mai coinvolti e, in ogni caso, lui non ha ammesso, ma ritrattato una precedente dichiarazione di colpevolezza che in Inghilterra è stata defnita inattendibile.
Leonardo, il tuo post dimostra che un qualunque cittadino animato dalla sana cultura del sospetto e della verifica dei fatti e delle fonti non fa fatica a scoprire che quello che raccontano su Cesare Battisti è cosa ben diversa dalla realtà.
RispondiEliminaA chi ti accusa di "fare i processi sul blog" (questa devo averla già sentita...) rispondo con le parole di uno studente di vent'anni che venerdì scorso a Fahrenheit, alla domanda "perché leggere Sciascia?", ha risposto: perché ci insegna a non prendere per vere verità superficiali.
girolamo
@Pietro
RispondiEliminaPurtroppo è lo stato italiano a non essere pronto all'armistizio.
Vedi le condanne nel caso delle "nuove BR", o addirittura le polemiche sul fatto che gli attori del recentissimo film su prima linea sono troppo belli.
Gran parte della classe politica et la fronda degli "intellettuali" in quota Repubblica non sono affatto disposti ad ammettere che il cosiddetto "terrorismo rosso" fu un fenomeno con una base sociale larghissima.
Poi le leggi speciali possono far sempre comodo, e peraltro via referendum il popolo sovrano decise di mantenere in vigore la legge Reale.
Infine ci sono i parenti delle vittime; non prendiamoci in giro con la storia della riabilitazione sociale, i parenti delle vittime nel 90% dei casi voglion solo vendetta; ed ora come ora a costoro non mancano certo le tribune, vedi Vespa.
Ciò detto, due domande urbi et orbi.
1. Sulla base di cosa si dice che le condanne comminate a Battisti sono pencolanti?, avete letto tutti gli incartamenti processuali?, o solo quello che un amico di Battisti ha scritto sul suo sito web?
2. Sulla base di cosa l'ergastolo alla Lioce va benissimo mentre la condanna di Battisti dovrebbe sollevare l'indignazione generale?
Vabbè, qui passiamo da una sbandata all'altra.
RispondiElimina1. No, non abbiamo letto tutti gli incartamenti processuali, siamo persone che si tengono un po' informate e si fidano di quello che hanno letto durante gli anni sulla vicenda. Non siamo studiosi degli anni di piombo, non stiamo scrivendo un libro o un film sull'argomento, stiamo solo avanzando un parere, anzi addirittura un dubbio, su un blog che non pretende di avere un'autorevolezza particolare.
2. Ho mai scritto che l'ergastolo alla Lioce va benissimo? Oddio, a occhio mi sembra che il processo sia stata una cosa più seria, però di questo passo si finisce sempre per parlare dell'universo mondo e non del caso particolare. Io non ho nessuna teoria unificata sui problemi della giustizia italiana: ogni tanto osservo dei dettagli che m'interessano più di altri, non lo so il perché. Qualcun altro, in un altro sito internet, starà parlando del caso della Lioce. E' così che funziona.
Non pretendo neanche che la condanna di Battisti sollevi l'indignazione generale. Mi basterebbe che il caso Battisti uscissi dal cono di luce accecante per cui il tizio è diventato l'incarnazione degli anni di piombo. Come se non ci fosse giustizia in Italia finché non lo riprendiamo: e intanto ci sono altri assassini di cui nessuno chiede l'estradizione, ed ergastolani che girano in libertà.
@ CoB: altra cosa agghiacciante apparsa sul Fatto sono le quattro parole di Nando Dalla Chiesa sulla morte del giudice Laudi. Le sue responsabilità (di Laudi, non di NDC) su DUE suicidi in carcere (non uno, come NDC dice sostenendo il falso) sono gravi e comprovate eppure NDC non trova di meglio che vomitare odio contro alcune scritte sui muri.
RispondiEliminaVadano pure a cuccia i furbetti che sperano nel colpo di spugna per Papi, ma la verità è una generazione intera è stata falciata via dai processi som(m)ari dell'Emergenza. E finché non sarà sanata questa ferita ci sarà una parte importante dell'Italia che avrà ragione a non fidarsi della giustizia.
@atlantropa: la 2 è facilissima. La Lioce ha ammazzato un tipo in treno poco tempo fa e urbi et orbi, su Battisti basta rileggere Leo e Evangelisti...
NelloF
Beh, insomma, sollevare dubbi sulla fondatezza dell'azione della magistratatura sulla base del sentito dire non è poi così diverso dal dire che la Juve ruba.
RispondiEliminaLa seconda domanda - Leo, nessuna delle due era rivolta a te in particolare - è più che altro una curiosità: perchè le sorti di qualcuno stanno sovente più a cuore delle sorti di qualcun'altro?, perchè è più bello?, più intelligente? più fascinoso? Se il discorso fosse davvero svolto in punta di diritto, chessò, incentrandolo sulla costituzionalità delle leggi speciali o sull'affidabilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, una siffatta anisotropia non dovrebbe sussistere. Vale anche in molti altri casi, beninteso.
NelloF, ammetto di non aver mai seguito da vicino le vicende delle cosiddette ""nuove BR""; mi risultava che la Lioce si fosse limitata ad assistere ad una sparatoria - e non si trattava certo di un omicidio; infatti l'agente ed il rivoluzionario si sono ammazzati a vicenda - e che non sia colpevole di alcun reato di sangue. Comunque, se mi sbaglio, sostituisci "ergastolo alla Lioce" con "x anni di carcere a D'Elia".
RispondiElimina@ atlantropa
RispondiEliminaCredo che molti qui facciano un altro lavoro, diverso da quello del giornalista o il magistrato, per me almeno è così. Questo per dire che non si può essere informati a fondo su tutto. Per sopperire io cerco di costruirmi una serie di fonti affidabili e che mi costringano il meno possibile a fare verifiche. Quindi se Evangelisti getta ombre sulla vulgata anti-Battisti faccio qualche incrocio in internet, ma non vado a cercarmi gli incartamenti.
@ Anonimo
L'articolo di NDC me lo sono perso, anche perché non conosco a fondo la vicenda. Ma è una ragione in più per rompere le scatole alla redazione di FQ come sto facendo per avere una rettifica. Se Castelli mi frega su Battisti, allora può darsi che mi fregherà anche su qualcos'altro e così ci perde la faccia tutto il giornale.
Ma infatti qui non siamo molto lontano dal bar in cui abbiamo il diritto di sostenere che la Juve ruba, senza aver consultato gli incartamenti del processo a Moggi e Giraudo.
RispondiEliminaQuesto è il blog di una persona che ha dei dubbi sulla colpevolezza di Cesare Battisti, e li fa presente. Ad altre persone che credo non abbiano studiato gli incartamenti più di me: però magari adesso gli verrà la curiosità.
Rimane la domanda: perché m'interessa più Cesare Battisti di Pincopallo? Perché è più bello, intelligente, fascinoso? La terza, senz'altro la terza. Sono stato indubbiamente sedotto da quell'aria da maudit, quelle grimace de vieille canaille. E' ingiusto, non bisogna fare così. Ogni volta che si parla - in un blog, dal barbiere, in tv - bisogna riaprire tutti i processi, anche di quelli di gente brutta e antipatica. Oppure prendere per buone tutte le sentenze da Giustiniano in poi. La giustizia è così: prendere o lasciare.
Ma soprattutto, uno con un nome e un cognome così, vogliamo lasciarlo libero? E non si può, sarebbe un cattivo esempio per le giovani generazioni che hanno ancora delle speranze.
RispondiEliminaMinimah
Leo, per prima cosa ti ringrazio della risposta su Battisti, penso tu sia stato più che semplicemente onesto nello scoprire le tue carte.
RispondiEliminaCiò detto: le distorsioni del diritto, in primo luogo del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, in particolare l'idea di poter comminare una pena spropositata in ragione di una aggravante ideologica [i.e. nell'occhio di chi guarda], l'arrivare alla sentenza mediante testimonianze dubbie, prove farraginose e compagnia, la punizione dell'l'irriducibile di turno col carcere duro, sono l'abc di moltissimi processi nei confronti di gruppi ritenuti potenzialmente sovversivi - siano essi le BR o un clan delinquenziale del mezzogiorno.
Bisognerebbe riflettere sul fatto che lo stato, in alcuni casi, punisce la semplice militanza, il pensarla in un certo modo; e che le idee sono tollerate solo se all'interno di un recinto più o meno sotto controllo; si sta parlando di centinaia di episodi di giustizia sommaria - oltre che di aver resocontato un intero periodo storico della repubblica in maniera caricaturale. In merito a ciò occorrerebbe dire in tutta generalità - e non solo nel caso di chi ci sta (del tutto legittimamente, beninteso, e per il motivo che più si preferisce) a cuore - da che parte si sta.
...sempre ammesso, Leo, che su Battisti tu mi abbia risposto in modalità non ironica... insomma, se mi hai preso in giro in giro non me ne sono neppure accorto...
RispondiEliminaspero di sbagliarmi...
RispondiEliminaNoi siamo libertari, perchè Battisti merita l'ergastolo,se le accuse vengono solo da un pentito smentito dai fatti?
Non ti rendi conto, libertario dei miei stivali, dell'utilizzo uguale e contrario che ne farebbero berluscones e dipietristi? Ascolta un uomo di mondo, mettiamolo in galera e dimentichiamocelo.
E infine pure Leonardo pisciò clamorosamente di fuori.
RispondiEliminaBella soprattutto il tentativo di proporzione matematica:
" se Fioravanti per una novantina di omicidi si è fatto 26 anni, a Battisti con quattro morti e qualche altra rapina quanti mesi avrebbero dato"
Sembra ormai finito il periodo di libertà di Cesare Battisti. Servono soltanto due cose per vedere il latitante italiano più mediatico occupare una cella nostrana: che il presidente del Brasile, Luiz Ignácio Lula da Silva, rispetti la decisione della massima autorità giudiziaria brasiliana – non senza colpi passionali – e che la pena venga commutata a trenta anni di carcere. Questo perché un paese non può deportare un cittadino per compiere una pena che non esista nel paese in cui si trova il latitante.
RispondiEliminaQuestione di giorni. Battisti è diventato un ospite incomodo in Brasile e il presidente Lula ha saggi consiglieri.
Caro Leonardo,
RispondiEliminaNon le leggi ma il buon senso ci dicono che più grossa la si spara e più solide devono essere le prove di quanto si va dicendo o suggerendo o insinuando. Poi, ovviamente, ciascuno è libero di gestire il proprio blog come meglio crede: alla maniera di chi conduce Voyager, o Misteri, tanto per citare esempi tratti dal piccolo schermo. Invitando i lettori a dibattere sull'esistenza o meno degli alieni. Se però si sollecitano commenti, sia pure in manierta passiva, bisogna lasciare da parte la suscettibilità e accettare anche quelli meno gratificanti.
Per la cronaca: ombudsman e albigin sono la setssa persona.
RispondiEliminaNon voglio perdermi porta a porta e la maratona di nove giorni sullo spostamento di battisti. Con un nonno irredentista e uno zio cantautore non si può non diventare terroristi.
RispondiEliminaIl post dell'anno, del lustro, del decennio, del secolo. Davvero, Leonardo. Riuscire a far ridere parlando di questa tragedia (che è la tragedia della stupida violenta ottusa miopia endemica in questo paese, plurisecolare), beh... solo tu ce la potevi fare.
RispondiEliminaVoyager? Lasciar perdere la suscettibilità? Eh?
RispondiEliminaQui secondo me dobbiamo ripartire dai fondamentali.
Intanto, è chiaro a tutti dove siamo? Questi sono i commenti di un blog. E' il blog di una persona normale che scrive le cose che pensa e i dubbi che ha.
In questo caso ho dei dubbi su una sentenza di colpevolezza. E mi chiedete le prove. Le prove dei dubbi? Non è così che funziona. Quando si parla di una cosa seria come la colpevolezza di una persona (non filosofumi tipo Dio c'è o no, ecc.) l'onere della prova spetta a chi accusa. Non a chi ha i dubbi.
Ora io, non un esperto di diritto penale né di anni di piombo; io, sul mio blog personale, compio un atto di fede: mi fido della ricostruzione del caso Battisti che è stata fatta su Carmilla. Magari mi sbaglio, ci possiamo sbagliare tutti. Però è la ricostruzione più accurata che ho mai trovato, chissà, non avrò cercato abbastanza. Non ho mai consultato gli incartamenti, ma forse nemmeno voi.
In ogni caso. Non ho nemmeno scritto che Battisti è innocente. Ho fatto presente le obiezioni abbastanza sensate che su Carmilla si fanno alle accuse. Peraltro il fatto che tutte e quattro siano un controsenso non significa che una delle quattro non possa essere fondata. Ma così come si presenta, il caso è piuttosto traballante. Mia opinione, espressa su mio sito.
Se poi mi sbaglio, qualcuno sarà così gentile da mostrarmi una ricostruzione più accurata (magari qualcuno che gli incartamenti li ha studiati per davvero, così diventiamo tutti più informati). La conoscenza, sui blog personali, cresce in questo modo.
L'ho sparata grossa? Sollevare dubbi è spararla grossa? Voyager? Ho scritto che Torregiani è stato ucciso da un templare che si esercitava col raggio laser su un disco volante? No? E quindi, Albigin, che cazzo dici? Cioè, almeno argomenta. Spiega perché le testimonianze che inchiodano Battisti ai 4 casi sono più affidabili di quelle che le smentiscono, perché sul serio, questo io non l'ho capito.
Devo mettere da parte la suscettibilità? E perché? E' una regola nuova? Scusa, eh, ma questo non è il blog di un giornale, gestito da qualcuno che è pagato per essere gentile con te. Io faccio un altro mestiere, nel quale sì, debbo mettere da parte la suscettibilità. Ma qui no, questo è il mio passatempo. A volte ci vengo proprio per il gusto di essere un po' suscettibile con degli sconosciuti che non sanno argomentare.
Voyager.
Cioè, praticamente è come sventolarmi un fazzoletto rosso nella plaza de toros. Voyager.
E poi "metti da parte la suscettibilità". Voyager. Tua sorella, lei sì ha da metter da parte la suscettibilità. Io, se vieni in casa mia e mi dici Voyager, non metto da parte la suscettibilità.
Ciao, ma se fosse Battisti a tornare e a dire e provare la sua verita'? Sarebbe sconsiderato? Sarebbe anticostituzionale? Non so se ha fatto o non ha fatto quello che dicono abbia fatto, ma una persona coscente di cio' che ha realmente fatto non dovrebbe (o almeno potrebbe) semplicemente dirlo? Va bene anche dal Brasile o da Timbuctu... se rifiuti di collaborare non trovo altra spiegazione se non che tu abbia qualcosa (o troppo) da nascondere...
RispondiEliminala pena inflitta a battisti, come a tanti altri, e' dovuta a "leggi speciali".
RispondiEliminama la legge dovrebbe essere uguale per tutti, sempre.
gia' questo dovrebbe bastare per riflettere sull'intera faccenda.
sono d'accordo con leonardo. al 1000%
anche se battisti non e'che mi entusiasmi come romanziere...
vorrei ricordare che toni negri e' stato l;unico parlamentare a cui il parlamento, che oggi non fa arrestare i collusi con la mafia, non ha concesso l'immunita'.
(a scanso di equivoci io non lo avrei mai votato)
Al 48mo post o giù di lì hai la bontà di informare che la tua fonte è Carmilla, il cui slogan è: "letteratura, immaginario e cultura di opposizione". Dunque, per rifare la storia del perchè e del percome C.B. è finito nei guai hai usato uno strumento che più di parte non si poteva ma ti sei ben guardato dal dirlo. Ecco perchè Voyager: anche lì non è tanto l'enormità di quello che si racconta quanto l'uso spregiudicato (e selettivo nell'escludere quella parte di verità scomoda di cui però si è a conoscenza) delle informazioni a rendere indigesta l'operazione.
RispondiEliminaAltro non serve argomentare, quando si fa informazione come su questo blog, per cui è inutile tirarla per le lunghe. Infine: non ho sorelle.
questo non e' un blog di informazione, ma di opinione e' una cosa diversa.
RispondiEliminaMa albigin perchè, mettere un link in un blog non equivale a citare una fonte?
RispondiEliminaAlbigin, ok, al 56esimo commento o giù di lì ci avverti che non hai una sorella. Che dire, ne prendo atto.
RispondiEliminaE gli occhi per vedere i link ce li hai? Perché erano nel post. Il post che hai commentato. Hai commentato un post con delle cose scritte in marron, che se ci clicchi sopra si apre il sito che ho usato come fonte.
In pratica: sei arrivato qui credendo che si trattasse di un sito d'informazione. Non c'è scritto da nessuna parte, ma lo hai capito. Forse dal pezzo in cui denuncio la possessione demoniaca della Santanchè, o quello in cui incontro Gesù in un corridoio della scuola.
Detto questo, non è che ti sei fermato a leggere, a cliccare un po' per vedere le fonti. Perché mai? si fa molto prima a chiederle allo scrivente, con un commento stizzosetto.
Ma naturalmente il suscettibile sono io: tu sei senz'altro per tutti un esempio di equilibrio e buona educazione.
Cito Leo di pochi post or sono, tanto per chiarire chi ha tirato in ballo le sorelle:
RispondiElimina"Cioè, praticamente è come sventolarmi un fazzoletto rosso nella plaza de toros. Voyager.
E poi "metti da parte la suscettibilità". Voyager. Tua sorella, lei sì ha da metter da parte la suscettibilità."
Per il resto, decidano i lettori.
Mai dire Voyager. Comunque io un'opinione sull'innocenza di Battisti non ce l'ho, e non desidero neanche averla, però mi sta un po' sulle palle, sì, proprio per quell'aria da maudit, di quelli che guardano in camera e sforzandosi di dire una cosa intelligente, gli escono fuori cavolatine come "noi stavamo a fa' 'a rivoluzione, ma si sa, la storia la scrivono i vincitori".
RispondiEliminaAlbigin, sai che hai scritto 3 o 4 commenti e non hai ancora portato uno straccio di argomento, uno, alla tua tesi?
RispondiEliminaGuarda che non hai proprio capito. Io non sono la rai, sono un privato cittadino. Nessuno mi obbliga a citare fonti di più parti.
D'altro canto, se io cito una parte, non ti proibisco di citare l'altra parte, e magari di convincermi con documenti e argomenti migliori dei miei. Perché sono un individuo rude ma ospitale, alla fine.
Ma tu ti guardi bene da arricchire la discussione con argomenti o documenti. Sei solo venuto a dire: prrrr, Voyager, sei di parte e non lo avevi detto, non fai informazione (e sticazzi), decideranno i lettori.
Ecco, il punto è che i pochi lettori di questo sito hanno già deciso, da settimane o mesi o anni, che i miei punti di vista sono magari non sempre condivisibili ma interessanti. Altrimenti non verrebbero, no? Nessuno li paga, nemmeno loro.
Quindi se tu pensi di arrivare, darmi del voyager, fare l'offeso, e poi pensare che i lettori ti troveranno più convincente di me, mah, secondo me continui a non aver capito dove sei e come funziona il giochino.
Sei convinto che Battisti sia colpevole? Spiega qui perché un teste è affidabile e un altro no. Non chiedo di meglio.
Capisco che tu scriva per provocare, ma, al solito: quante banalità, e per di più tutte assieme, e per di più da una persona che leggo da mesi e che stimo parecchio, e da una persona che ha dichiarato pubblicamente di essersi rotto le palle di subire ricatti di fiducia. Ma no, ciò che sto per scrivere lo intendo seriamente, e te lo scrivo esclusivamente per dialogare: di certo non ti nego la fiducia che t'ho accordata in questi mesi.
RispondiEliminaHo esitato molto prima di scrivere: non avevi ancora visto un mio commento tra queste pagine, ma sapevo che sarebbe stato inevitabile che finisse per comparire proprio nel momento in cui non avrei potuto concordare meno. E non nel merito dei fatti in oggetto, ma sulla logica che sottende l'intero ragionamento.
Un intero ragionamento che mi appare negare il totale relativismo che rivendicavi, per farne in più punti un'incredibile questione ideologica, che nega in se stesso il fatto politico per ricondurre ogni comportamento alla ratio legislativa, per invocare implicitamente una sorta di criterio di proporzionalità al quale l'accusato ha scelto, sua sponte, di sottrarsi.
La vicenda giudiziaria di Battisti è complessa e molto controversa, come giustamente su Carmilla fan notare. E' stato condannato a parecchi anni (poi all'ergastolo in contumacia) per delitti che sembra non abbia commesso, sulla base delle confessioni determinanti di un pentito che si è dimostrato più volte inaffidabile.
Ma sì, è esatto: il problema è innanzitutto che è scappato. Il secondo problema è che ha continuato a volersi presentare come personaggio pubblico, ha scritto del suo passato, ha continuato a parlare. E' stato il primo a volersi trasformare in un simbolo, e adesso che l'ha ottenuto, e dopo decenni di fiorente cresta dell'onda, costantemente amplificati dai ripetuti assalti politici italiani e richieste di estradizione e passaggi di documenti, che creavano un hype neanche fosse Inglourious Basterds (perché negare gli effetti collaterali, ovvero i benefici economici e politici che gli son derivati dalla sua latitanza? Battisti non è ricco, scrivono su Carmilla. Battisti non è affatto povero, ed ha tanti amici, gli si dovrebbe spiegare); dopo tutto questo, adesso è spacciato. A ragione, secondo me.
A Delfo Zorzi non si tributa la giusta attenzione? Non direi: se non fosse che è entrato in occultamento, ed ha rinunciato a farsi simbolo, il caso sarebbe pressoché identico. A nulla osta il fatto che il Giappone non sia disponibile a concedere l'estradizione: è stata esattamente, e per anni, la condizione francese. E allora latita, dal Messico alla Francia e al Brasile; ma alla fine prendilo in culo, torna in Italia, sconta i tuoi anni di galera, attenditi che siano pesanti. Ormai sei un simbolo.
(2 - cont.)
RispondiEliminaBattisti ha creato Battisti: ricordo le sue dichiarazioni antigovernative in Francia. Ricordo le interviste al vetriolo, in cui dichiarava cose incredibili, in cui surrettiziamente negava il pentimento (già, su Carmilla dicono bene: non rileva in affari giudiziari; ma rileva se sei latitante, perché diventa una faccenda prettamente politica, e di scambio e mercimonio tra stati, e di figure e di simboli, non più legale. Eppure si pretende l'immunità dallo Stato, mentre si agisce in tutto e del tutto in maniera politica? Uau, che acume. Negare che Battisti non abbia valutato ogni conseguenza delle sue azioni equivale davvero a sottrargli quell'intelligenza che per altre parti gli si riversa addosso (per dire: i suoi romanzi fanno proprio cagare - o vogliamo sempre e per forza difendere l'uomo del popolo, l'ex-portinaio che ha imparato a mettere un paio di frasi in fila? E vabbé, neanche questo rileva).
Quanto poi all'exploit su persone uscite dal carcere ed entrate in Nessuno Tocchi Caino, penso che mai punto più basso sia stato toccato su queste pagine virtuali. La solita storia: la pena è ingiusta. Troppo poco!, troppo!, e urliamo. Giustizia retributiva, completa negazione delle possibilità di recupero. Le carceri servono a confinarci le persone che non ci piacciono in attesa che schiattino. Peccato che abbiano chiuso i nosocomi - quello stronzo di Basaglia, eh.
Le persone che ci piacciono, invece, nelle carceri non dovrebbero entrare. Hanno scelto di trasformarsi in simboli? Sono degli eroi.
Cum grano salis, ed esponendo la patente logica del tutto relativista del mio discorso: se Battisti non fosse evaso e fuggito, e se in questo momento (ma ne dubito fortemente) fosse ancora in carcere, adesso mi starei battendo per lui.
(sì, buonanotte: volevo dire 'manicomi'. Resta la sostanza. :) )
RispondiEliminaSì, ma se io fossi Battisti preferirei essere libero e che tu ti battessi per qualcun altro.
RispondiEliminaLe mie sono banalità, senz'altro (scrivo pezzi brevi e ironici) ma tu me le confermi tutte quante: "delitti che sembra non abbia commesso, sulla base delle confessioni determinanti di un pentito che si è dimostrato più volte inaffidabile". Se concordi con questo, non capisco di cosa dovremmo discutere. Siam d'accordo.
Poi ho scritto che il motivo per cui Battisti sconterà l'ergastolo è che si è fatto simbolo: sarà una banalità, ma tu hai scritto la stessa cosa.
Però scusa, dov'è che faccio di Battisti un eroe? Sul serio, dove? Mi sta anche un po' sulle palle. Non desidero il suo ergastolo per quello, certo.
E poi c'è il colpo di pedale. Parlo di questo passaggio qui:
Quanto poi all'exploit su persone uscite dal carcere ed entrate in Nessuno Tocchi Caino, penso che mai punto più basso sia stato toccato su queste pagine virtuali. La solita storia: la pena è ingiusta. Troppo poco!, troppo!, e urliamo. Giustizia retributiva, completa negazione delle possibilità di recupero. Le carceri servono a confinarci le persone che non ci piacciono in attesa che schiattino. Peccato che abbiano chiuso i nosocomi - quello stronzo di Basaglia, eh.
Allora, questo è il classico punto in cui si alza la voce per evitare di capirsi. Nosocomi, Basaglia, fine pena mai, eccetera. Non ho scritto niente di tutto questo, semplicemente. Vedi, è soprattutto questione di sfumature. Ci sarà anche chi augura a Fioravanti e Mambro di schiattare in galera, ma io semplicemente non l'ho fatto, non è la cosa che si legge qui sopra.
Qui sopra si cerca di fare ironia su una cosa che è pesantissima, mi rendo conto. Per me però è liberatorio. Non ho niente di personale contro la Mambro e Fioravanti: se hanno fatto un loro percorso personale me ne rallegro. Loro però sono due, al massimo tre; gli italiani sono sessanta milioni e hanno bisogno, per vivere in un Paese civile, di credere in alcuni punti fermi. Ad esempio, la certezza della pena. Non "fine pena mai": la certezza che se ti prendi otto ergastoli, con tutti i gradi di giudizio al loro posto, non è che dopo 26 anni sei libero come appena nato. C'è una sproporzione. Sì, lo so, 26 anni sono sempre 26 anni. Lo so, la giustizia italiana non è retributiva. Lo so, si può cambiare, cambiare vita, convertirsi (è buffo che me lo vengano a spiegare i laicissimi radicali). Però ti hanno dato 8 ergastoli, santo Dio. Ho come il sospetto che un qualsiasi tagliagole romeno farà molta fatica a convertirsi allo stesso modo, ma questo è un altro discorso.
Qui potrebbe anche partire un altro post, tesi: le conversioni era meglio quando le facevano i preti, che conoscevano il mestiere. Prima cosa ti cambiavano il nome (possibilmente anche i connotati), e magari ti spedivano a fare il missionario nella jungla nera, lontano dagli occhi e dalla memoria della gente a cui avevi ammazzato i parenti. Una saggezza che s'è persa, adesso c'è D'Elia che se sollevi qualche dubbio sulla conversione degli ergastolani ti dà dello stronzo in diretta tv. C'è ancora molto da imparare.
peccato per l'articolo, ma Battisti resterà in Brasile, mi pare che Mazzetta sul suo blog sia quello che ha spiegato meglio perché
RispondiEliminaM'è piaciuta la risposta: ficcante quanto basta per punzecchiare, ritrattante quanto basta per uscirne con la coscienza candida.
RispondiEliminaInizio dalla fine: d'Elia. Immagino tu abbia fatto un brevissimo giro sul mio blog, oppure è una divertita coincidenza - in ogni caso, sembra messo lì apposta. Anche lui ha i suoi problemi, come scrivevo in quelle sperdute lande (nonostante Adinolfi continui ad essere molto, ma molto più stronzo, secondo me).
Anzitutto, ammetto che mi son fatto prendere la mano: però, anche tu, d'accordo con il post ironico e tutto il resto, ma sembrava che per te la tesi fosse una, ed una sola: i fascisti, colpevoli per loro stessa ammissione, si aggirano impuniti per il mondo; Battisti, poveraccio, vittima di un sistema giuridico repressivo, di una condanna politica (come si tenta di spiegare malamente su Carmilla, senza aver evidentemente inteso quale fosse il punto sul quale si sarebbero dovuti esprimere i giudici brasiliani), dentro.
Visto che sulla questione Battisti, una volta spiegato il tuo punto di vista, siamo tornati suppergiù sulle stesse posizioni: se non che io non 'desidero' l'ergastolo, ma ne comprendo tutti gli estremi giuridici, ed anche la plausibilità dei motivi per i quali il governo italiano abbia premuto per un decennio buono per la sua consegna. Ripeto: il sistema non è retributivo se tu accetti di farne parte. E ripeto: presa la sua condanna a dodic'anni, ridotta in appello, scontata per metà, sarebbe stato fuori in poco o nulla. Vuoi un mero parere fuori dai denti? Adesso, dopo una quindicina di libri, un pacco di articoli, un bel po' di soldini, l'amicizia di molti personaggi politici influenti, sono cazzi suoi.
E' un punto sul quale restiamo distanti anni luce: per me dopo vent'anni, e dopo le perizie psichiatriche del caso, devi essere fuori (ristretto, controllato, ma fuori dal carcere. Sì, lo so che a volte si esce anche prima). E so che non sarei altrettanto lucido se mi avessero ammazzato la famiglia, ma altrimenti davvero non ha alcun senso mantenere un sistema carcerario di questo tipo. Diventa preferibile scegliere un territorio alpino, cingerlo e presidiarlo, costruirci tante casette e infilarci dentro l'intera popolazione ergastolana italiana: che si autoregoli e viva lì dentro senza più alcun contatto con il mondo esterno, e non rompano più il cazzo al mondo.
Non voglio questo, sinceramente.
(scusa, ho pasticciato un po' con il post; passa oltre, e rispondimi sui punto, se vuoi)
RispondiEliminaSono andato un pò in giro in Internet a raccogliere notizie su Battisti. Anche Arrigo Cavallini ex ideologo e fondatore dei PAC lascia chiaramente intendere che Battisti mente quando dice di essere estraneo agli omioidi. Cavallini non è un pentito ed oggi è un libero cittadino che ha pagato il suo conto con la giustizia. Battisti non era un ladruncolo prima di entrare nei PAC ma un delinquente con i tratti del balordo, è strano che fosse entrato in una formazione terroristica per poi stare a guardare. Perché non ha raccontato la sua verità nei processi? Saremmo stati felici di sentirla.
RispondiEliminaIo posso capire quelli che odiano Battisti e lo vorrebbero vedere in galera.
RispondiEliminaQuello che non capisco sono quelli che considerano immorale il fatto che sia evaso e scappato.
Siete peggio dei peggio preti, sappiatelo.
Corri Cesare, corri ancora!
Battisti ha avuto la possibilità di scegliere, come tanti della sua generazione poteva "farsi il culo" lavorando per uno stipendio di fame, per mantenere una famiglia e per costruire qualcosa. Ma no, lui ha preferito aderire ai PAC e rubacchiare e sparacchiare qua e la. Farlo diventare un simbolo dell'iniquità della giustizia italiana mi sembra quantomeno offensivo per chi, in quegli anni, ha fatto altre scelte. Non mi importa se è stato lui a tirare il grilletto, certo non era uno stinco di santo. Quindi ora se ne torni in Italia per rispetto alla sentenza, poi ingaggi un avvocato per dimostrare la sua estraneita agli omicidi.
RispondiEliminaOvviamente l'ideologo dei PAC si chiama Arrigo Cavallina e non Cavallini. Un'ultima cosa: Cesare Battisti non vuol farsi processare perchè dice di essere perseguitato da dei giudici fascisti e bla bla bla....Mi ricorda un tipo molto in vista che non vuol farsi processare perché dice di essere perseguitato da dei giudici comunisti e bla bla bla...Chissà perché mi ricordano il tifoso romanista che uccise con un razzo antigrandine il tifoso laziale Vincenzo Paparelli e diceva di temere i giudici laziali e bla bla bla....
RispondiEliminaalla fin fine, dai commenti sembra emergere una quarta motivazione più forte delle prime tre: battisti magari è innocente, ma ci sta sui coglioni, e quindi ergastolo.
RispondiElimina@ L. Rotundo
RispondiEliminaIn questo post di Leonardo e in quelli di Carmilla ci vedo (anche? solo? soprattutto?) la voglia di capire come sono andate davvero le cose. Le chiacchiere stanno a zero: esistono prove inconfutabili degli omicidi commessi da Battisti? Che io sappia no, ma sarei ben felice se qualcuno che le possiede le divulgasse.
A proposito del "tipo molto in vista", tanto per dirne una, ricordo delle sue telefonate a Saccà in cui parla di ragazze da piazzare in RAI, di Senatori cui far saltare il fosso, di fiction a carico dei contribuenti per far contenti gli alleati... insomma, fermandoci ai fatti per ora non li metterei proprio sullo stesso piano. E senza tirare in ballo conflitto di interessi e monopolio mediatico. No?
Scusate se faccio un passo indietro, è solo per capire.
RispondiEliminaLa provocazione iniziale di Leonardo - che alle mie orecchie suona così: visto che le responsabilità del Battisti sono già state ricostruite un po' a casacciо e visto che ora l'abbiam pure catturato, magari mettiamogli in conto anche qualche mistero d'Italia; così lui è ancora più colpevole e noi archiviamo qualche grosso caso irrisolto - a me sta tutto sommato bene; purtroppo, non capisco dove si voglia andare a parare, ma non vedo alcun problema nel convenire sull'idea che Battisti non è ubiquo, e/o che le "confessioni" di coloro cui è promesso uno sconto di pena andrebbero prese - ma dove? in un mondo ideale? - con le pinze.
Altro discorso, però, è sollevare "dubbi su una sentenza di colpevolezza". Qui innanzitutto c'è una lacuna da colmare: i capi di imputazione di Battisti erano parecchi, dalla banda armata all'omicidio, per cui: su quali di questi si stanno avanzando dei dubbi? su tutti o solo su alcuni? quali imputazioni si voglion contestare? solo gli omicidi? solo i reati di sangue? tutti?
Va poi detto se questa contestazione la si sta facendo dall'interno o dall'esterno del sistema, ovvero accettandone o meno le regole.
Infine: con quale strategia? dei reati ordinari sarebbero stati erroneamente puniti come reati speciali? il teorema accusatorio si reggerebbe interamente sulle testimonianze di Mutti o chi per lui, che però sarebbero completamente inventate? le irregolarità procedurali avrebbero viziato a monte tutto quello che è seguito?
La risposta a queste domande passa per la conoscenza esatta dei i reati contestati, delle sentenze sui singoli capi di imputazione, e delle loro motivazioni; insomma non certo per la consultazione delle FAQ di Carmilla. Senza questa conoscenza non dovrebbe esserci opinione; a meno, ovviamente, di non voler definire opinione una qualsivoglia frase che inizia con la formula magica "secondo me", nel qual caso secondo me il sole è una gigantesca tazza di the vista dall'alto.
Un altro piccolo problemino mi pare il seguente: "mi chiedete le prove. Le prove dei dubbi? Non è così che funziona. Quando si parla di una cosa seria come la colpevolezza di una persona (non filosofumi tipo Dio c'è o no, ecc.) l'onere della prova spetta a chi accusa"; ora lasciam peredere gli dei, intorno a cui evidentemente si può ciarlare a piacere, ma qui, ovvero contro Battisti, ci sono già delle sentenze definitive; quindi: le si vuol contestare? bene, lo si faccia, io resto in ascolto; ma proprio per questo non è certo Albigin quello che deve sbattersi!
E poi ci sarebbero mille altre cose da dire.
Una l'ho già detta: quelli che, pur non essendo stati riconosciuti colpevoli di reati di sangue, e magari condannati anch'essi in base a dubbie delazioni, si son beccati una bella valanga d'anni di carcere non sono pochi; perciò mi meraviglia che ci si meravigli solo per Battisti, specie se poi è acquisito il punto del discorso politico soggiacente - su cui credo abbia detto bene qubrick.
Ancora: il pentitismo in fondo ha pagato; le BR hanno subito più danni dalle testimonianze di Peci che dal resto dell'universo degli eventi; certo poi sarebbero state comunque sgominate dalla Milano da bere, o dai videogames, ma per sicurezza teniamoci Peci; certo poi l'emergenza rappresenta comunque una "sconfitta" dello stato, perchè il nemico è stato battuto solo attraverso la negazione di alcuni principi basilari, e dunque dello stato stesso; ma appunto trattasi di "sconfitta", con le virgolette, cioè di un qualcosa che interessa davvero a pochi. Le leggi speciali, peraltro, non hanno massacrato soltanto il "terrorismo", ma la stessa idea di libertà individuale, di cittadinanza, di normalità.
PS: "onere della prova" no, dai; puzza lontano un parsec di it.wiki, attivissimo, e compagnia; e non è che sia roba molto letteraria, quella là.
@atlantropa
RispondiEliminaappunto. C'era una guerra, riconosciuta come tale dallo stato visto che ha adottato un regime di leggi speciali come avviene solo in guerra, la guerra è stata vinta e quindi l'eccezione termina. Questo vale per Battisti e per tutti coloro che hanno abbracciato la lotta armata, visto che in base a quelle leggi furono giudicati con sentenze già scritte dall'inizio.
Il discorso è del tutto inutile perché Battisti non verrà estradato.
RispondiEliminavedi caro leonardo, il problema è che purtroppo chi difende la magistratura e invita i politici a rispettarne le sentenze lo fa con due pesi e due misure. sicché le scelta di concedere la libertà alla mambro la si ritiene "destabilizzante" (perché la mambro non fa parte della propria cerchia ideale) mentre per battisti si è pronti a stracciarsi le vesti e a fare accurate, accuratissime ricerche. allo stesso modo, quelli che (molto giustamente) criticano e attaccano il presidente del consiglio per il suo modo di relazionarsi all'universo femminile, sono gli stessi che scendono in campo a difendere polanski. perché polanski è un grande regista, un intellettuale, suvvia.
RispondiEliminasicché apprendiamo oggi che i registi (e gli scrittori) possono godere di uno speciale trattamento di fronte alla legge. "primi super pares", esattamente come qualcun altro vorrebbe stabilire per sé, a colpi di legge...
mi spieghi perché a battisti dovrebbe essere riconosciuto lo status di rifugiato politico?
io ingenuamente credevo che i rifugiati politici fossero persone che scappano dai regimi dittatoriali e dalle persecuzioni, minacciate per la semplice rivendicazione del diritto all'esercizio delle libertà democratiche, isolate e segregate per le loro opinioni e le loro idee.
insomma io ero convinto che gli esuli politici italiani fossero sandro pertini, piero gobetti, carlo rosselli, filippo turati, pietro nenni, ferruccio parri. invece scopro oggi che devo aggiungere alla lista il nome di cesare battisti.
ma ripeto, io sono un povero ingenuo.
quando non puoi subire un equo processo, se scappi sei un rifugiato politico.
RispondiEliminal'italia non estrada persone in paesi in cui vige la pena di morte ad esempio.
per quanto riguarda la lotta armata, si puo' non essere solidali con chi scelse quel percorso, ma certo non si possono ritenere dei vigliacchi, dato che rischiavano la pelle.
la polizia prima ti sparava e poi vedeva chi eri in quegli anni, si sparava a vista.
i nap sono stati quasi tutti uccisi dalle froze dell'ordine.
ci credevano ma hanno perso.
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=OFC03
RispondiEliminaI pentiti sono buoni solo contro i morti di fame.
@Cob
RispondiEliminaNon ho letto le carte processuali ma da quello che tutti riferiscono si sa che Battisti nei processi non è stato accusato solo da Mutti. Certo, si può pensare che abbiano tutti mentito per poter accusare un altro e così usufruire degli sconti di pena; si può inoltre pensare che i giudici fossero degli stupidi che non l'hanno capito o che fossero anche loro d'accordo, si può aggiungere che i giornalisti che si sono occupati del caso siano dei pennivenmdoli e che le associazioni internazionali per i diritti umani in tutti questi anni non si siano accorti di nulla.Insomma c'è stato il solito complotto che spiega tutto. Se fosse avvenuto tutto questo però ci sarebbe la soluzione, Battisti potrebbe chiedere la revisione dei processi, in Italia questo è previsto, il Brasile potrebbe concedere l'estradizione con la clausola che i processi vengano svolti di nuovo, accordi di questo tipo avvengono fra gli stati. Adesso l'emergenza del terrorismo di sinistra è finita, Battisti sorretto da parte dell'opinione pubblica internazionale avrebbe un processo equilibrato e potrebbe raccontare la sua verità e sputtanare ai 4 venti i suoi accusatori che sarebbero oltre che degli assassini anche dei bugiardi che hanno fatto condannare un innocente. Ma voi ed io sappiamo benissimo che Battisti questo non lo farà mai.
Ma anch'io penso che Battisti non sia estraneo ad almeno uno dei quattro omicidi; il punto non è questo: il punto è che alle sue sentenze definitive ci si è arrivati in modo secondo me discutibile. In quegli anni si sono fatti processi molto discutibili: sarà anche stato un modo per risolvere un emergenza, ma non è che possiamo far finta di sorprenderci se qualcuno si contrabbanda all'estero come rifugiato politico.
RispondiEliminaAlcuni paletti. Battisti non è della mia "cerchia": non nutro nemmeno molta simpatia per lui. Credo, questo sì, che la strategia della fuga non sia meno disonorevole di quella della delazione; comunque è evidente, ha sbagliato strategia, sbagliato "cerchia", sbagliato via di fuga, e se andrà in galera sarà fondamentalmente per questo.
Nel pezzo faccio solo presente questo: non applico "due pesi due misure". Al massimo faccio presente che sono stati applicati pesi e misure molto diverse: vedi Zorzi, vedi Fioravanti.
Quibrick, no, confesso che non avevo letto il tuo blog, però questo pezzo ha cominciato a maturarmi nella testa proprio mentre vedevo D'Elia che dava dello stronzo ad Adinolfi. Proprio su un argomento (la possibilità di convertirsi, diventare uomini nuovi) dove un radicale e un cattolico dovrebbero andare d'amore e d'accordo. Cosa succede? Succede che se da un lato Adinolfi è un cattolico con dei rancori (ma nessuno è santo), dall'altra D'Elia è, almeno in questo caso, un arrogante che conosce la verità e non perde due minuti a tentare di convincere qualcun altro: voi non capite, voi non c'eravate, la gente può cambiare, stronzi.
Di questo passo non si va da nessuna parte: si resta nel partitino da prefisso telefonico, ci si finanzia in un qualche modo, si costruisce una lobby di amici che riescono a convertire qualche amico di amico (non so quanti tagliagole rumeni abbiano la possibilità di lavorare per Nessuno Tocchi Caino, magari centinaia, nel qual caso chiedo scusa per i miei pregiudizi). Poi, effettivamente, a un certo punto qualche ex assassino di massa si ritrova in libertà, e a te va bene, e magari hai ragione. Ma si ritrova in libertà in un Paese in cui l'italiano medio si scopre di giorno in giorno sempre più un linciatore in potenza, perché nessuno ha l'umiltà di spiegargli la storia del perdono, della riabilitazione, ecc. ecc. E questo a te va ancora bene? Così, te lo chiedo. Dando dello stronzo ad Adinolfi e a tutti quelli che si sentono un po' offesi dalla libertà di Fioravanti, pensi che D'Elia abbia convinto qualcuno? Pensi che oggi in Italia ci sia anche solo un linciatore in meno? Giudicando dai dati di vendita del Fatto Quotidiano, direi di no.
Anch'io ho visto l'intervista di Adinolfi a D'Elia - via Malvino - e qualche altro dubbio su Bologna onestamente m'è venuto.
RispondiEliminaSe ti ha fatto venire dei dubbi su Bologna tanto meglio (io li avevo già e non mi pare che D'Elia abbia messo sul fuoco qualche nuovo dettaglio), ma non era quello il punto.
RispondiEliminaIl punto è: ci sono centinaia di migliaia di italiani, lì fuori, che pensano che la loro civile convivenza sia fondata sulla certezza della pena. Molti di loro si sentono offesi dal fatto che un pluriergastolano sia in libertà. Non perché sono parenti delle vittime. Non perché non appartengono alla "cerchia" del colpevole. Non perché negli anni Settanta credevano in questo o in quello. Ma semplicemente perché vorrebbero vivere in un Paese dove c'è giustizia, e la giustizia si fonda sulla certezza della pena.
A tutte queste persone, rappresentate in quell'occasione da Adinolfi, cosa dice D'Elia sostanzialmente? Voi non sapete, le cose non sono andate come ve le hanno raccontate, stronzi.
Io ci leggo un po' l'atteggiamento del radicale italiano nei confronti delle masse: io so le cose, voi no, fottetevi. Magari è un pregiudizio mio. Mi limito a osservare che chi si sentiva offeso dalla libertà di Fioravanti, quando si sente chiamare "stronzo" non comincia a mettere in discussione le sue idee. Che sarebbe poi l'unica cosa importante.
@ L. Rotundo
RispondiEliminaIo non sto supportando nessuna teoria del complotto: mi capita, sempre più raramente per fortuna, di vedere la televisione e in parecchi tg la vicenda di Battisti è stata data come prima notizia. Conoscendola marginamente ho cercato informazioni e la ricostruzione più circostanziata mi è sembrata quella di Carmilla. Confrontando con la versione ufficiale mi sono venuti parecchi dubbi e in questo non ci trovo niente di male, anzi tutt'altro.
Se poi la domanda è cosa avrei fatto io al posto di Battisti, istintivamente penso che avrei cercato di essere scagionato formalmente. Ma non sono un frequentatore abituale di carceri, né ho vissuto braccato dall'FBI, nel qual caso avrei potuto mettere sul piatto della bilancia altre motivazioni per cercare di restare in Brasile.
Se però oggi si parla ancora di testimonianze, ricostruzioni, pentiti, probabilmente una prova inconfutabile che scagioni o accusi Battisti non c'è e in questo caso non vedo come potrebbe sputtanare chicchessia o essere sputtanato a sua volta.
@ Leonardo
Non ho capito se la tua ultima considerazione è un boutade, ma indipendentemente da questo cosa ti fa collegare FQ al linciaggio? A me sembra piuttosto che tra classe politica e classe dirigenziale, in quanto a moralità e rispetto delle regole, abbiamo toccato il fondo e scavato parecchio. Pur essendo un Amnistiano quindi nel denunciare lo sfacelo del nostro Paese facendo nomi e cognomi - e ovviamente con le carte alla mano - non ci trovo niente di disdicevole.
Sì, linciatori è un po' forte. Diciamo che i lettori del FQ condividono un'ossessione giustizialista che in questo momento storico è perfettamente giustificata.
RispondiEliminaMa appunto: Adinolfi si offenda pure; ma siamo sicuri che poi debba avere il diritto di prendere la sua offesa e piazzarla su un piatto della bilancia sociale?
RispondiElimina"Le pene [...] devono tendere alla rieducazione del condannato", insomma ce ne sarebbe abbastanza per stabilire l'anticostituzionalità dell'ergastolo. E la pretesa che il proprio sentrirsi offesi debba avere una ricaduta sociale è una delle prime cose di cui ci si dovrebbe sbarazzare, ammesso si voglia lavorare affinchè la società abbia un suo senso; altrimenti c'è sempre Hammurabi.
D'Elia, certo, in quell'intervista non porta alcun elemento nuovo da un punto di vista storico o processuale; quel suo rifiuto nei confronti dell'etichettatura permanente di "omicida" è pretenzioso ed azzardato, specie se per contro Adinolfi, d'istinto, è "stronzo". Il punto interessante, per me, è quando dice che Bologna non poteva rientrare nella logica dei NAR; la novità chiaramente non è nell'affermazione in sè, ma nella modalità con cui viene fatta.
Ma io li sento da vent'anni dei discorsi così:la tale organizzazione non poteva fare la tale cosa perché non rientrava nella loro strategia.
RispondiEliminaNon mi hanno mai convinto. Le organizzazioni terroristiche italiane non erano fatte da persone serie e razionali che si davano obiettivi precisi e li perseguivano con una strategia razionale.
Mi viene in mente il rogo di Primavalle: non poteva essere stato Potere Operaio perché i comunisti non se la prendono coi proletari. Cazzate. La gente fa cose stupide, compresa la gente che entra in PotOp, anzi forse la percentuale aumenta.
Il discorso di D'Elia da questo punto non aggiunge né toglie né niente, è il classico stucchevole discorso da reduce dei Settanta che dice e non dice, sa e non sa, embè? Ma c'è anche la possibilità che Fioravanti fosse eterodiretto, e allora? Se avete nomi e circostanze, ditecele. Se non volete dirle, state zitti, ma se volete semplicemente disquisire sui moventi, lasciamo perdere. A quel punto è davvero più eccitante Voyager.
E la pretesa che il proprio sentrirsi offesi debba avere una ricaduta sociale è una delle prime cose di cui ci si dovrebbe sbarazzare, ammesso si voglia lavorare affinchè la società abbia un suo senso
RispondiEliminaLa società è fatta di persone, e le persone si offendono. Bisogna accettarla, questa cosa, lavorarci su.
Altrimenti ci facciamo una società a compartimenti stagni, i giustizialisti sempre più forcaioli, i garantisti sempre più arroganti, e poi nel giro di una generazione cosa succede?
tutti coloro che sono stati coinvolti in atti di terrorismo (stragismo e spontaneismo di destra e bande armate di sinistra) avrebbero un solo dovere: raccontare tutto quello che sanno e che ancora non è stato raccontato. e per il resto avere il buongusto di tacere sull'argomento. cercare forme di autolegittimazione, giustificazioni politiche è imbarazzante. che lascino fare agli storici e non tentino di sopravvalutare una lotta armata con grandi ideali e piccoli uomini. non dimentichiamo che i grandi e coraggiosi rivoluzionari rossi uccidevano il compagno operaio guido rossa. le persone cambiano e la pena non è marcire in carcere ma battisti dovrebbe essere estradato e, una volta in italia, se vuole, chiedere la grazia. certo, grida vendetta che la stessa foga forcaiola e la stessa pretesa di giustizia non siano state esercitate con forza nei confronti di delfo zorzi per piazza fontana (anche se poi è stato assolto e, non dimentichiamolo, con una sentenza che indica espressamente i nomi dei colpevoli) e oggi per piazza della loggia (c'è un processo, è un latitante).
RispondiElimina@leonardo @Cob
RispondiEliminaLe indagini ed i processi contro i gruppi terroristici politici hanno degli aspetti molto simili a quelli contro i gruppi terroristici mafiosi. Quando si individuano i responsabili di una serie di fatti delittuosi di questo tipo i magistrati hanno davanti dei gruppi che collettivamente pianificano ed eseguono azioni criminose seguendo un preciso disegno e distribuendo i ruoli fra i componenti. Per questo motivo i giudici davanti a questi crimini seguono il principio della responsabilità collettiva, per i delitti Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino sono stati condannati tutti i componenti della cupola mafiosa e non solo chi ha premuto il grilletto o guidato l'auto. Per i delitti del terrorismo brigatista è stato considerato sullo stesso piano degli esecutori materiali anche chi faceva la telefonata di rivendicazione e credo che sia stato ineccepibile. La considerazione che in qualcuno dei quattro omicidi non sia stato definito in modo convincente il ruolo di Battisti non potrà mai trasformare la sua figura da colpevole ad innocente. Perciò non si è mai sognato di chiedere la revisione del processo.
Carissimo, sempre che la cosa non ti disturbi (nel qual caso fammelo sapere e cancello tutto immantinente), ho ripreso il tuo sofferto e assai informato intevento su CARMILLA (http://www.carmillaonline.com/archives/2009/11/003257,html). La redazione tutta ti ringrazia, ma davvero non farti problemi a censurare la nostra iniziativa!!! E, al di là del caso Battisti, complimenti per la tua opera di militanza e pedagogia che dura da tanto e che tutti seguiamo costantemente...
RispondiEliminaGiuseppe Genna (http://www.giugenna.com)
Cioè, fammi capire.
RispondiEliminaUna persona che viene condannata ad una certa pena e messa in carcere.
Dopo circa un quarto di secolo passato nelle patrie galere a scontare quella pena acquisisce il diritto alla libertà condizionata; tutto ciò avviene in maniera pienamente legittima, almeno quanto la condanna inflittale e gli anni di prigionia scontati; ecco, a questo punto secondo te cosa dovrebbe succedere? deve restare in carcere perchè se no Adinolfi si offende?
E se i cattolici si offendono perchè i barbuti si inginocchiano sul "loro" "sagrato", o perchè magari un bel giorno appendere il pezzo di legno scaro non sarà più obbligatorio?, gli si cede la proprietà delle piazze duomo e delle aule scolastiche?
E se i padani si offendono perchè ci sono troppi immigrati?, gli si permette di rastrellare e cannoneggiare i barconi?
E se illo tempore i nazisti si offendevano se non gli si faceva bruciare qualche milione di comunisti ed ebrei?, bene com'è andata?
(ad lib.)
"Perché se no Adinolfi si offende".
RispondiEliminaOk, il problema secondo te è la sensibilità di Adinolfi? Va bene, allora fottitene. Lui è uno stronzo, tu hai ragione.
Ah, c'è da dire che Fioravanti non ha passato esattamente un quarto di secolo nelle patrie galere: è in semilibertà dal '99.
RispondiEliminaE dal 2009 non è in "libertà condizionata", come hai scritto tu: è libero. Punto. Come me e come te, che probabilmente abbiamo ammazzato qualche persona in meno.
Va beh, ma effettivamente Fioravanti, per quanto mi ripugni la cosa, è libero non perché ha degli amici potenti che lo hanno protetto o sta simpatico a qualcuno, ma è libero a norma di legge. Se la cosa non ci piace dobbiamo cambiare la legge (solo che allora diventerebbe difficile raccontare che le prigioni non sono uno strumento di vendetta). Battisti era libero perché è scappato. Se era innocente (cosa della quale dubito), magari ha fatto pure bene, ma i due casi davvero non sono comparabili.
RispondiEliminaBoh, innanzitutto ammetto di non capire se stai facendo un discorso cucito addosso al signor Fioravanti o una critica del tutto generale alla liberazione prima dei termini.
RispondiEliminaNel caso di Fioravanti, avendo egli scontato un numero minimo di anni (25 o 26, non ricordo) ed essendo (immagino) stato giudicato idoneo da un magistrato, ha usufruito della libertà vincolata; questa poi si è conclusa automaticamente, esattamente come previsto dal nostro ordinamento.
La possibilità di essere scarcerati se ritenuti idonei non è nulla di sorprendente o di offensivo; è un istituto che ha piena cittadinanza nel nostro ordinamento giudiziario, ed ottempra allo spirito della Costituzione.
Che poi ciò offenda Adinolfi, o te o chiunque altro, è ininfluente: far parte di una società significa, volenti o nolenti, bersi tutto il beverone del patto sociale, che deriva da un'esperienza millenaria; evidentemente non è possibile tenere solo le regole che ci piacciono - tantomeno farlo a posteriori a seconda del ruolo che ci si ritrova ad interpretare.
Non so se te ne rendi conto, ma nello stesso discorso sei passato dal criticare l'assenza di garanzie implicato dalle leggi speciali, e dunque una violazione dei diritti, a criticare un istituto giuridico che invece implementa perfettamente lo spirito della Costituzione (che anzi alla lettera dovrebbe portare ad espungere completamente l'ergastolo), dunque, in definitiva, la concessione di un diritto.
bersi il beverone significa dover dire che e' buono? il beverone ce lo trangugiamo tutti, alcuni esprimono giudizi. si puo'?
RispondiEliminaatlantropa, non so se te ne rendi conto, ma hai fatto l'elogio della Reazione. "Far parte di una società significa, volenti o nolenti, bersi tutto il beverone del patto sociale". Che questo patto sociale non l'abbia firmato la generazione di Battisti, o la nostra, o quella di Hammurabi, conta niente ? I giacobini avrebbero dovuto bersi il beverone del privilegio di casta, derivante da "un'esperienza millenaria" pure quello?
RispondiEliminaDai, hai detto una cazzata. Si puo' anche essere giustizialisti senza esporre principi reazionari, ma ma va fatto con cura.
Il punto di Leonardo rimane: Battisti si becca l'ergastolo perche' e' un simbolo, non perche' sia colpevole di reati X e Y (che magari lo e' pure), nonostante siano passati 30 anni dalla "guerra" in questione.
Ho letto il dossier Battisti su "Carmilla" e condivido i dubbi emersi sulla faccenda.
RispondiEliminaVorrei dire che la cosa che veramente mi disgusta sono gli articoli di Omero Ciai su Repubblica.
GiacomoL, osservato che premettevo di non aver capito se il discorso di Leonardo era riferito al solo Fioravanti o agli istituti giuridici in generale, quello che ho detto - o almeno quello che penso di aver detto - è che non si può contemporaneamente contestare allo stato il fatto che Tizio non abbia - a suo tempo, ben prima di diventare un simbolo, di avere amici famosi, di scrivere libri e compagnia - avuto un processo equo e che Caio sia libero al termine della libertà vincolata; o meglio non lo puoi fare dall'interno del sistema; entra in clandestinità; combatti la tua guerra contro il sistema: allora sì.
RispondiEliminaCon ciò non voglio certo affermare ch'io non dica cazzate; ne dico eccome; ne ho dette in questa stessa discussione, per esempio quando ho ricostruito la vicenda che portò all'arresto della Lioce: l'agente ucciso da Galesi nella sparatoria non fu quello che lo uccise, ma quello su cui per primo aveva fatto fuoco.
L'esempio che fai per me c'entra molto poco, non penso proprio che difendere il concetto di una carcerazione mirata al reinserimento sociale abbia granchè a che fare con la difesa dei privilegi degli aristocratici e del clero. Se per te difendere quel principio implica essere reazionari, boh, allora sarò reazionario; ed in ogni caso non capisco in che senso l'essere a favore di una giustizia che non sia mera vendetta possa essere considerato "giustizialista".
"Esperienza millenaria" effettivamente è un'espressione infelice, potrebbe sembrare che si vogliano tirare in causa i re taumaturghi o le crociate. Volevo, invece, esprimere la convinzione che, rivoluzioni a parte, la società si evolva mediante aggiustamenti "continui", alla ricerca di un equilibrio, di una stabilità, in senso termodinamico; in particolare la giustizia non è la Giustiza, ma solo un qualcosa di più efficiente del biblico punire fino alla terza o alla quarta generazione; l'idea, per esempio, che un avvocato difensore faccia assolvere per insufficienza di prove un imputato pur conoscendone la colpevolezza non è per niente Giusto; ma questa cosa dà più stabilità al sistema e dunque col tempo è diventata una regola del gioco; stessa cosa per il carcere che in sè non ha nulla di più Giusto della legge del taglione. Continuando a parlare liberamente, è evidente come il patto sociale non l'abbia firmato nessuno; il patto sociale è pura metafisica, come la mano invisibile o la Giustizia; che ci debbano essere il leviatano ed un corredo di regole che vengono imposte ai nuovi venuti come il battesimo cattolico è addirittura meno naturale dell'idea di star fermi col rosso e di passare col verde; essere inseriti per forza in una società mediante un'istruzione obbligatoria non è troppo dissimile nelle finalità e nei modi dalle rieducazioni; etc.
Non credo che in questa sede si voglia ascoltare questo tipo di decostruzione o delirio che dir si voglia; ho preferito, come dire, rimanere all'interno dell'arco costituzionale.
atlantropa, non criticavo il tuo difendere il (sacrosanto) principio della scarcerazione di Fioravanti (di cui probabilmente anche Battisti potrebbe usufruire, un giorno), ma il tuo appoggiarlo sull'accettazione dello strumento giudiziario corrente come immutabile e intoccabile, un'Autorita' a cui tutti dobbiamo inginocchiarci sempre e comunque. La Legge e' uno strumento, non un fine. Quando e' ingiusta va riconosciuta come tale, e Battisti potrebbe essere uno di questi casi.
RispondiEliminaCome dici anche tu, la societa' si evolve; perche' non dovrebbe evolversi anche nel caso di Battisti? La guerra e' finita 30 anni fa, chi ha vinto ha vinto e chi ha perso ha perso, perche' dovremmo ossessionarci sul far rispettare strumenti legislativi usati nel pieno dell'emergenza e largamente riconosciuti come indegni per situazioni "normali"?
Lo so che e' un discorso difficile da fare in Italia, dove il problema e' spesso l'opposto (che e' poi il motivo per cui DiPietro e e Grillo sono cosi' popolari), ma dovrebbe essere la base per qualsiasi progressista moderno degno di questo nome :)
Ma come ho già detto a Pietro, io qui in Italia non vedo tutta questa voglia di conciliazione; chi la vuole 'sta conciliazione? non lo Stato, non i parenti delle vittime, non gli "intelletuali" di Repubblica... chi allora?
RispondiEliminaLa legge Reale fu confermata nello stesso referendum che confermò l'ergastolo; i fantasmi del passato tornano buoni solo se quel passato resta prossimo.
L'idea stessa che ci sia stata una guerra è formalmente contestata; la natura sociale del fenomeno non è affatto ammessa, per contro mi pare ci sia una larga maggioranza trasversale che preferisce pensare agli anni di piombo come all'impazzimento di pochi esaltati. Del resto se si ammettesse che c'è stata una guerra, non si starebbe al contempo ammettendo la possibilità che le verità giudiziarie sono state verità di regime? perchè in quel caso lo stato non avrebbe processato e condannato suoi cittadini, ma suoi nemici, proprio come a Norimberga; in quel caso, tra le altre cose, Battisti smetterebbe di essere un criminale di cui si può chiedere l'estradizione, perchè diventerebbe formalmente un rifugiato politico.
a proposito di due pesi e due misure...
RispondiEliminawww.democrazialegalita.it/marco/marco_seromba_9settembre2005.htm
I processi ai terroristi non sono certamente stati (per rito e per normativa vigente, anche emergenziale) il massimo della garanzia, quindi quello che viene raccontato sul processo a Battisti è credibile. Nel caso specifico l'errore che sconta oggi è quello di essere evaso, di essersi sottratto a un processo. E' una discussione molto complessa perché deve avere come presupposto la risposta alla domanda, è giusto sottrarsi alla giustizia se si ritiene una sentenza sbagliata? L'ordinamento concede un mezzo straordinario che è la revisione dei processi in caso di nuove prove a discarico, ma fuori dall'ordinamento come ci comportiamo? Perché se oggi ragioniamo in questi termini per Battisti allora dobbiamo ragionare in questi termini per tutte le sentenze che affermano responsabilità in forza di dichiarazioni de relato e prove logiche. Se questo governo non avesse ministri e sostenitori che negli anni settanta hanno condiviso percorsi con soggetti che (poi?) hanno preso una cattiva strada, sarebbe naturale pensare che Battisti abbia un solo dovere: tornare e chiedere la grazia. Il fatto che non sia così legittima qualche perplessità che però può risolversi solo stabilendo un precedente micidiale. La giustizia è come la tela del ragno e bla,bla,bla.
RispondiEliminaTutto giusto, e anche scritto con acume e ironia. Bello. Peccato per la parte finale, quella relativa a Fioravanti e alla Mambro. Quella è una storia ancora più complessa e simbolica di quella di Battisti. Prima informarsi e poi parlare. Anzi, penso che tu sia perfettamente informato. E questo non depone a tuo favore. Gli scivoloni tipo questo, sono gli elementi che squalificano (anzi, de-qualificano, che sennò la capite come metafora sportiva, ohibò), dicevo, sono gli elementi che de-qualificano la stragrande maggioranza delle posizioni non ortodosse e non allineate come la tua.
RispondiEliminaOssequi, e se vuoi dimmi cosa ne pensi.
che tristezza. che profonda tristezza. sono arrivato a questo bolg da carmilla xkè ho trovato l'articolo molto intelligente e corrosivo... ma .... ma alcuni commenti mi fanno letteralmente paura.
RispondiEliminail Trio La Forca (dipietro travaglio grillo) sta completamente inquinando il dibattito. non si riesce più a fare un discorso da adulti, tutto si riduce a parlare di pena, giudici, processi, reati, pm,pg, gip, gup, sostituti procuratori . mi sembra di ritornare bambino quando i miei guardavano le tribune politiche e c'era questo invasato dall'oratoria però sublime che parlava sempre di legalità, certezza della pena, esaltazione dei giudici e dei poliziotti e mio padre che immancabilmente sbottava:" almirante bastardo fascista dovrebbero mettere te in galera......"
@anonimo: il discorso mi sembra più complesso di una divisione tra forcaioli e figli dei fiori.
RispondiElimina@anonimo
RispondiEliminaAgli ex terroristi non piaciono le persone che dicono: hai commesso un reato dunque vai in galera. Ai loro occhi questi sono dei forcaioli reazionari e magari fascisti. quella che ci vuole è dunque una soluzione politica. A Berlusconi ed ai suoi slleati non piaciono le persone che dicono: hai commesso un reato dunque vai in galera. Ai loro occhi questi sono dei giustizialisti comunisti. quella che ci vuole è dunque una soluzione politica. Ai mafiosi non piaciono le persone che dicono hai commesso un reato dunque vai in galera, ai loro occhi queste sono persone malvage che complottano contro la gente per bene, quella che ci vuole è dunque una soluzione politica. Queste tre categorie di persone hanno goduto con alti e bassi di un certo consensno da una parte dell'opinione pubblica. Ma l'estremismo politico visionario e sanguinario, le classsi politiche corrotte ed il potere dei narcotrafficanti non sono tipici di nazioni come la Colombia? Non ti sei mai posto il problema che questi tre fenomeni siano tre aspetti di una società arretrata e tutto sommato incivile? E' così sbagliato chiedere il rispetto della legge da parte di tutti?
L'andamento della giustizia in Italia negli "anni di piombo" è esemplificato anche dal caso Sofri. Che ha scelto di restare e farsi condannare, certo; ma non si può pretendere tale comportamento da tutti. Sofri è stato condannato senza prove. E oggi la giustizia come funziona? Chissà. Io vedo finire in galera sempre poveracci... Ma sarà una mia impressione...
RispondiElimina@L.Rotundo, l'estremismo politico sanguinario l'ha avuto anche la Germania. Pero' non mi risulta (ma potrei sbagliarmi) che stiano ancora dando la caccia ai due o tre imbecilli di turno: c'e' stato un processo politico e giudiziario (anche li' alquanto opaco, ma vabbe'), la fase si e' chiusa, bon. E non mi risulta che la Germania sia in Sudamerica.
RispondiEliminaGiacomoL, nelle sollevazioni post-sessantottine la larghezza della base sociale ed il livello della violenza raggiunti in Italia non ha avuto eguali altrove; il fatto che in Francia certi militanti italiani, che qui da noi furono figure di secondo piano del movimento, siano stati trattati da eroi dipende non poco dal fatto che da quelle parti si aveva la sensazione di essersi limitati più che altro a parlare; ricorderei pure che in Germania i vertici della RAF furono (per dirla come nel comunicato del lago della Duchessa) "suicidati" in carcere.
RispondiEliminaGiacomoL, prima di fare paragoni a capocchia, magari informarsi?
RispondiElimina"La polizia di Berlino ha arrestato l'ex RAF Verena Becker, sospettata di aver preso parte (ma senza sparare), il 7 aprile 1977, all'assassinio del procuratore generale Siegfried Buback e di due suoi accompagnatori. L'accusa all'epoca non poté essere sostanziata, ma l'inchiesta è stata riaperta sulla base delle dichiarazioni dell'ex RAF Peter-Jürgen Boock. [...] Secondo il PM è risultato che Becker avrebbe fornito 'un contributo sostanziale alla preparazione e all'esecuzione dell'attentato'." (28-08-09)
http://buitenland.nieuws.nl/566691
Infatti la Germania, diversamente dall'Italia, è un Paese serio.
Ma anche i terroristi lì sono più seri e non praticano il chiagni&fotti (anzi: prima spara poi frigna) come Battisti.
tibi
@GiacomoL
RispondiEliminaIl terrorismo politico in Italia ha avuto dimensioni non paragonabili a quello tedesco. La reazione dello stato in Italia è stata incerta e tardiva, le pene detentive tutto sommato modeste visto che ex terroristi sono quasi tutti liberi. Cesare battisti sarebbe libero da un pezzo se avesse affrontato il processo e comunque lui e tutti gli altri stanno meglio delle loro vittime. Sono favorevole ad una chiusura di questa stagione con un intervento della politica ma dovrebbe essere legato ad un riconoscimento delle proprie responsabilità, in pratica a dire veramente tutta la verità. Ma ho il sospetto che hanno una certa difficoltà a fare un passo del genere. E comunque l'Italia ad esempio nel 1992-1993 era come la Colombia.
Purtroppo, caro Leonardo, le carte dicono che Battisti ha condotto una vita violenta e ha rovinato le vite di gente qualunque, non di potenti e intoccabili nemici del popolo.
RispondiEliminae si è fatto oltre vent'anni di serena vita parigina, circondato da agi e protezioni degli intellettuali francesi (che nulla sapevano della sua vicenda...). della vicenda Battisti mi vengono in mente un paio di considerazioni:
1) che il terrorismo rosso è sempre stato molto selettivo nella scelta delle vittime (caso Moro a parte); professionisti, magistrati, persone comuni. davvero un bel ruolino di marcia per la rivoluzione;
2) che un mediocre assassino è stato trattato come vittima, salvaguardato come un animale in via d'estinzione e persino lodato per le sue fatiche letterarie;
3) che è triste vedere persone intelligenti come te e come quelli di carmilla ostinarsi nella difesa di questo individuo pavido e meschino. la contesa ideologica forse merita altri soggetti per esercitarsi.. o no?
Happy...ancora!? Il punto non è la persona di Battisti. Rimando all'introduzione della redazione di Carmilla al dossier Battisti:
RispondiElimina"Confidiamo che una lettura pacata di quanto segue faccia sorgere, in chi è in buona fede, molti dubbi sull’effettiva colpevolezza di Battisti. Comunque, il punto non è nemmeno se Battisti sia innocente. Quel che ci preme è denunciare le distorsioni che la cosiddetta “emergenza” provocò, negli anni Settanta, nelle procedure processuali italiane, fondate, come ai tempi dell’Inquisizione, su “pentimenti” veri o fasulli."
Gentile Anonimo,
RispondiEliminaquesto "spostamento" freudiano sulle procedure mi sembra un maldestro tentativo per giustificare l'attuale condizione di Battisti sulla base del fatto che la macchina della giustizia abbia attuato delle procedure poco ortodosse nel compiere il suo dovere: accertare responsabilità e comminare pene.
da quel che mi risulta, comunque, il caso Battisti è passato in giudicato grazia ad ulteriori elementi di prova, esterni e indipendenti rispetto alle dichiarazioni dei vari pentiti (mitomani o meno che fossero).
il funzionamento della figura dei pentiti è inoltre molto controverso, non solo nelle inchieste per terrorismo. è uno strumento delicato, che dipende moltissimo dalla credibilità che si attribuisce ad un soggetto. dispiace comunque vedere come questi attacchi alla figura dei pentiti nel caso Battisti si saldino ai contemporanei attacchi dei fiancheggiatori dei mafiosi (provenienti anche da alti livelli istituzionali).
infine, ti ricordo che ai tempi dell'Inquisizione l'imputato aveva scarsi o nulli diritti garantiti a livello procedurale. e che soprattutto il sant'uffizio concedeva difficilmente la facoltà di svernare a parigi o nelle americhe (se entravi nella macchina inquisitoriale mi sa che non te la cavavi così alla buona).
concludo ribadendo una mia personale convinzione: che il caso umano e criminale di Battisti non meriterebbe di essere preso ad "exemplum" per "denunciare le distorsioni che la cosiddetta “emergenza” provocò, negli anni Settanta, nelle procedure processuali italiane".
è purtroppo, un caso di infima latitanza, che tanto dolore e vergogna ha provocato alle famiglie delle vittime e a qualche italiano liberale..
un saluto
Eccone un altro che parte lancia in resta contro un nemico immaginario. Qui non si fa nessuna apologia della 'rivoluzione' dei terroristi rossi. Qui ci facciamo dei dubbi su una giustizia che ha premiato chi accusava gli ex compagni, a torto a ragione.
RispondiEliminaPerò, Happy, tu hai l'aria di uno che la sa più lunga. Scrivi che a te risultano elementi di prova esterni. Va bene: falli presente anche a noi, così finalmente smetteremo di farci dei dubbi.
Mi piacerebbe tanto sentire la verità di Cesare Battisti soprattutto in un confronto con i suoi ex compagni di sventura, come mi piacerebbe sentire da Adriano Sofri quello che sa sull'omicidio Calabresi. Ma questo è un sogno, meglio per l'uno dire dal Brasile che i giudici italiani sono dei fascisti e per l'altro discettare dei Massimi Sistemi sulle prima pagina di un quotidiano.
RispondiEliminaCaro Leonardo,
RispondiEliminacapisco benissimo che non stai facendo l'apologia di un periodo nero della nostra storia (e della mia parte politica: e mi vergogno ancora se penso che qualcuno ha potuto ammazzare gente in nome della rivoluzione). capisco anche che la questione del pentitismo è molto delicata e difficile da mandare giù: ci sono mafiosi, per esempio, che adesso vivono sotto copertura.
il fatto però è che senza pentiti, a volte, non si riuscirebbe a far luce sulla reale entità di cupole mafiose o gruppi terroristi (che per statuto sono società segrete e impermeabili all'esterno).
fin qui credo possiamo trovarci d'accordo.
ritorno però a ribadire il mio punto di vista, perché vorrei fosse chiaro come il tuo: esercitarsi su simili questioni a proposito di Cesare Battisti trovo che sia inutile e un tantino inopportuno, dato il profilo umano, ideologico e criminale del soggetto in questione.
infine, oltre ai pentiti, i magistrati sono ricorsi, nel caso di Battisti, a ulteriori fonti di prova, come le testimonianze di vittime o altri testimoni che hanno validato alcune versioni (non tutte, ok) degli ex-compagni di Battisti.
Ho trovato queste notizie, per correttezza, non nelle carte processuali (che non ho sotto mano) ma in alcuni siti web delle organizzazioni dei famigliari vittime del terrorismo (rosso e nero). Come potrai valutare anche tu, si tratta di versioni dei fatti un po' più complesse degli sproloqui innocentisti che si leggono su carmilla, o sul sito di genna.
un saluto, davvero sincero
Cari Amici, nonostante quello che si vede e si racconta in giro io mi fido della Giustizia italiana. Una cosa è partecipare a una manifestazione,esprimere certe idee, altro frequentare violenti o partecipare alle loro azioni. Inoltre,sono sempre stato convinto che quasi tutti i gruppi di fuoco di quegli anni fossero infiltrati dai Servizi stranieri o italiani deviati che li manovravano come burattini...Pseudo terroristi, veri traditori.
RispondiEliminaSitting Bull
Beh no. Una cosa è condannare la cupola mafiosa per essere stata il mandante di un omicidio, un'altra condannare l'esecutore materiale dell'omicidio stesso, ancora diverso è condannare chi fa una telefonata di rivendicazione per un omicidio senza averlo commesso alla stessa pena di chi ha ucciso con le sue mani. Non c'è poi nessun rapporto con il condannare per concorso in banda armata chi assiste a qualche riunione, per poi andarsene magari pensando sono dei pazzi criminali. E comunque non c'è un solo dato di fatto in questi commenti che contesti realmente le argomentazioni di Carmilla. Quanto all'argomento "E' stato condannato un motivo ci sarà" la sola idea che si possa condannare qualcuno per due omicidi commessi lo stesso giorno in due regioni differenti d'Italia sputtana qualsiasi giustizia e qualsiasi fiducia si possa avere in una revisione! I soliti propagandisti dell'ordine farebbero bene a rendersene conto in fretta, prima di affondare da soli nel ridicolo.
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