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martedì 28 novembre 2023

Gerusalemme, sopra ogni gioia


Il cessate-il-fuoco distende parzialmente i nervi e allenta i riflessi che fin qui vi hanno risparmiato diverse riflessioni oziose, ad esempio: avete presente quelli che hanno preso le distanze dalla manifestazione di Non Una Di Meno perché Non Una Di Meno non prendeva le distanze da Hamas, ecco, molto probabilmente stavano usando un argomento pretestuoso (Non Una Di Meno ha preso le distanze da Hamas), ma secondo voi qual era il vero pretesto: la violenza sulle donne o la causa israelopalestinese?

Ovvero: hanno usato la Palestina come scusa per boicottare una manifestazione contro la violenza di genere, o hanno approfittato della grande esposizione che ha avuto in questi giorni il dibattito sulla violenza di genere per aprire un altro fronte contro i nemici di Israele e chi li appoggia? Gerusalemme è semplicemente una scusa per far notare la propria distanza insormontabile con un certo tipo di sinistra, o è l'unica vera cosa che interessa, il motivo stesso per cui la distanza con quel tipo di sinistra è diventato insormontabile?

Vi avevo avvertito che era una riflessione oziosa – è nato prima l'uovo o la gallina? Può essere l'occasione per mettere a verbale una questione che mi intriga da decenni, ovvero: perché in qualsiasi situazione che preveda una presa di posizione politica, a un certo punto ci si mette a litigare su Gerusalemme, come se fosse una questione di fondamentale importanza, mentre a mente fredda bisognerebbe invece concludere che non lo è? Nemmeno dopo giorni come questi, in cui un piccolo conflitto asimmetrico in una piccola regione del mondo ha fatto più vittime che la grande guerra russo-ucraina su un fronte di centinaia di chilometri: nemmeno oggi, se volessimo restare razionali, potremmo concludere che il destino del mondo dipende dalla risoluzione del conflitto israelopalestinese. È una situazione terribilmente intricata, forse la più intricata di tutte, ma è anche una guerra come tante: perché ci appassiona così? Perché (ma questa forse è una sensazione mia) sembra diventare sempre più cruciale, man mano che il tempo passa? Se è una guerra di civiltà, ne abbiamo altre; se è un conflitto postcoloniale, non sarà l'ultimo; se è una delle caselle del Grande Gioco del Medio Oriente, non è quella più popolata né contiene la maggior parte delle risorse. 

Calenda vigila.

Dopodiché, è chiaro che mi dispiace per israeliani e palestinesi. Ma se dal generico dispiacere passo all'ansia per il futuro, se dovessi mettere per iscritto le prime dieci cose che mi preoccupano, ho la sensazione che Gerusalemme non ci entrerebbe. C'è l'emergenza climatica, è l'anno più caldo di sempre; non sappiamo esattamente cosa mangeranno i nostri figli quando avranno la mia età; dalla Cina sta arrivando un'altra ondata di polmoniti sospette, eccetera eccetera. Abbiamo così tanti motivi di preoccuparci, ma per qualche motivo Gerusalemme ciclicamente torna a catalizzare non solo la nostra attenzione, ma la nostra aggressività. Non saprei dire il perché. Quel che posso dire è che da quando mi ricordo di essere al mondo e partecipo a iniziative politiche, ho avuto modo di notare che procedendo il tempo in senso lineare sulla retta t, prima o poi si arriva sempre a un punto che definirò Y, in cui qualcuno ti chiede di prendere una posizione su Israele e Palestina. 

Ciò avviene invariabilmente e indifferentemente dal motivo per cui è stata organizzata l'iniziativa, ovvero potrebbe trattarsi di una raccolta fondi per gli ex gattini ciechi o per il buco dell'ozono, non importa; la prima volta che assistei con i miei increduli occhi a un evento Y stavamo cercando di organizzare un circolo Arci, che dalle nostre parti significava un bar e una pista per ballare, e mentre ne discutevamo un tizio prese la parola per spiegarci che Arafat voleva mettere gli ebrei nei forni. Lì per lì ci restammo male: non perché credessimo in quel momento che Arafat volesse mettere gli ebrei nei forni, ma insomma come si fa a discutere di un bar quando ci sono problemi del genere all'ordine del giorno, che figura ci stavamo facendo, altro che bar, parliamo un poco di questo Arafat. Vorrei poter dire che è l'ultima volta che ci sono cascato ma ahimè no, altre discussioni furono fatte, altre posizioni furono prese, il bar rimase aperto due mesi (due mesi incredibili, va detto) e però cinque anni dopo mi ritrovavo a Khan Yunis a fissare le torrette di guardia degli israeliani e i buchi delle granate nel cemento, domandandomi: ma che ci faccio, cos'è successo, io ero lì che volevo aprire un bar.

Ma io non faccio probabilmente testo. Ho questa strana formazione biblica (non particolarmente cattolica) per cui in fondo me lo aspetto che ogni strada dialettica ci conduca prima o poi a Gerusalemme, e che l'Armageddon debba cominciare in una spianata lì nei pressi; mentre non ho mai capito come mai gente in teoria laicissima si lasci coinvolgere con tanta foga in dilemmi così assurdi. Davvero, perché non succede mai in mezzo a un corteo femminista scoppi una diatriba sulla Libia o lo Yemen del Nord, cos'ha di Gerusalemme di così fondamentale per tutti, non si sa. Escludo che siano gli ebrei italiani, i primi a dividersi in squadre e a prendere posizioni molto forti (forse anche perché non sentono, come altri adulti, un impulso ad autocensurarle: capita così che tra tutti gli organi di stampa in Italia, un pezzo che ricollega l'attivismo filopalestinese a George Soros, insomma il complotto ebraico contro gli ebrei, venga pubblicato proprio su Open). Si tratta di una piccola comunità, certo ben rappresentata sui media, ma mi sembra comunque inverosimile che riescano a scatenare una diatriba così diffusa e capillare.

  

Io me la ricordo già così

Poi ci sono gli israeliani, ovviamente, e i palestinesi, e ogni volta che li vediamo all'opera nel tentativo di difendere la propria parte, con toni che tradiscono un'aggressività ancora difficile da accettare alle nostre latitudini, mi trovo a rammentare a osservatori sbigottiti che no, non sono simpatici; cosa vi aspettate da gente che si odia da 80 anni, che può nominare padri nonni e bisnonni che si sono fatti fuori a vicenda? Hanno un pelo sullo stomaco che noi neanche ci immaginiamo. È inevitabile che se c'è una manifestazione nazionale su qualsiasi argomento loro cercheranno di parteciparci con più bandiere possibili o mostrare polemicamente che sono stati esclusi con più bandiere possibili. È la continuazione della guerra con altri mezzi, lo hanno sempre fatto ed entro certi limiti è consentito che lo facciano, c'è libertà di espressione qui da noi. Il che non significa che sia giusto dare loro più visibilità di quanta ne meritano, certo, dipende tutto dai giornalisti.

Non credo di essere stato l'unico a notare che nel paio di giorni precedenti a una manifestazione nazionale contro la violenza di genere, sugli organi di stampa più vicini a Israele si è cominciato a ricordare che il 7 ottobre erano stati commessi stupri etnici. Nulla che non sapessimo già, ma improvvisamente se ne riparlava. Sono operazioni di comunicazione che mi lasciano sempre a metà tra l'ammirato e l'allibito, perché davvero, c'è qualcosa di geniale ma anche di molto cinico nel saper sempre trovare in ogni argomento il punto Y, quello che dividerà gli ascoltatori in due fronti che non hanno mai niente a che vedere con la causa per cui stavano marciando, ma sempre con questa benemaledetta Gerusalemme. 

Da decenni la questione israelopalestinese è una cartina al tornasole molto più efficace di teorie economiche o statistiche sul reddito: così come una volta per capire con che ragazzo uscivi dovevi chiedergli che musica ascoltava, da trent'anni per capire se una persona è di sinistra, e di che sinistra è, gli devi semplicemente chiedere cosa ne pensa dei Territori Occupati. E non ci sono sfumature, presentatemi una sola persona che ha cambiato idea sull'argomento almeno dall'assassinio di Rabin in poi. Sono successe tante cose, ma chi stava con gli israeliani sta ancora con loro, e chi stava coi palestinesi, beh, magari la kefiah l'ha messa via, ma a parte questo è ancora dalla stessa parte. Insomma per quanto ne abbiamo parlato in questi trent'anni, non stavamo davvero discutendo. Abbiamo imparato qualcosa? Più che altro abbiamo imparato come ragionano gli avversari, ormai i discorsi sono diventati slogan, gli slogan sono diventati meme, i meme un puro gesticolio. Il vero motivo per cui non litigo più con i sionisti è che mi annoio. Dicono sempre le stesse cose e probabilmente le dovrei dire anch'io. Ogni tanto passo a controllarli e mi sembra il giorno della marmotta, stanno di nuovo parlando di com'è davvero andata nel '48 e del Gran Muftì. Rispetto a loro mi sembra di avere una vita piena e complessa, e allo stesso tempo capisco che per loro dev'essere riposante avere un solo argomento, e su quell'argomento delle idee così chiare e definitive. Hanno un'idea da difendere, che tra le altre cose nel 1948 si è fatta nazione (per quanto a chiamarli nazionalisti si offendano), e per difenderla sono pronti a qualsiasi paradosso, a qualsiasi espediente retorico, il che consentirebbe loro un'esplosione di creatività, se fossero persone creative – salvo che non è quasi mai il caso, non so il perché, forse la creatività rifugge le idee chiare e definitive. Israele deve sopravvivere (dal momento che è minacciata, ogni istante, nella sua stessa esistenza) e questa sopravvivenza è prioritaria su qualsiasi altro problema, anzi, ogni altro problema è conseguente e vale la pena di essere risolto soltanto se contribuisce alla sopravvivenza di Israele e nella modalità in cui contribuisce alla sopravvivenza di Israele. Fiat Israel pereat mundus, è una cosa che leggendoli a volte mi esce dalle labbra. E un po' ci credo, il mondo potrebbe davvero finire. Magari non stavolta, ma intanto c'è già chi suggerisce che Biden si stia giocando la rielezione. Lì c'è un problema a monte: possibile che i Democratici in quattro anni non abbiano trovato meglio del vecchio Biden? Anzi due problemi a monte: possibile che con la loro invidiabile civiltà giuridica Donald Trump sia ancora in lizza? 

Dua Lipa contro il sionismo: chi vincerà?

Quando tutto intorno a me diventa un problema, non posso non sospettare che il problema sia io, il modo in cui mi ostino a vedere le cose. La mia pretesa di individuare problemi che ci minacciano in quanto umanità, problemi che riusciremo a risolvere soltanto tutti assieme: l'ambiente, la pace (intesa anche come riduzione progressiva e sistematica della violenza di genere), eccetera. Non è che alla fine ho sviluppato la mia forma di socialismo utopico? Non è che mi sto illudendo anch'io che il mondo si salverà convincendo i tycoon a convertirsi all'energia pulita e al riciclaggio, mandando qualche esperto a insegnare le emozioni nelle scuole... Gerusalemme sta lì per ricordarmi che no, i problemi non si risolvono mettendosi tutti d'accordo, ma sconfiggendo un avversario che ha una soluzione diversa dalla tua. Con tutte le armi metaforiche e non metaforiche, consentite e non consentite. Filoisraeliani e filopalestinesi mi fanno paura perché capisco che alla fine hanno una priorità che viene prima della pace del mondo, della tutela dell'ambiente e della mia, della loro stessa sopravvivenza, e benché quella priorità da fuori sembri tanto assurda quanto piantare una cazzo di bandierina su una spianata, forse il punto è semplicemente questo: il mondo ha il senso che tu decidi di dargli; non può averne tanti, ne ha uno solo e gli altri dipenderanno da quello. L'avevo pur letta questa cosa, da qualche parte: se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; resti la mia lingua attaccata al palato, se io non mi ricordo di te, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.

36 commenti:

  1. Il problema di Gerusalemme lo risolsero i Romani spianandola e costruendoci sopra Aelia Capitolina, magari le cose fossero rimaste così...

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    1. Stavo per scriverlo io. Per fortuna la storia dell'uomo non è stata solo Gersualemme.

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    2. Per dire, è notizia di ieri che gruppi jihadisti hanno compiuto un attacco su larga scala nella zona della città di Djibo, nel nord del Burkina Faso. Consultando alcune fonti OSINT, avevo letto che i jihadisti insorti sono circa 3000... che è un vero e proprio esercito, mica spiccioli.
      Ovviamente l'esercito burkinabé ha risposto e solo in questa battaglia quanti morti ci saranno stati? Io credo che il numero sia superiore a quello dei morti causati dall'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.
      Però, come già detto, non è una gara e non è che chi ha più morti vince, altrimenti potrei giocarmi la guerra di successione polacca.

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  2. Ecco, anche questo dato buttato lì e ripreso da Leonardo, ossia che in un mese il conflitto israeliano-palestinese avrebbe fatto più vittime di tutta la guerra di invasione dell'Ucraina... ma ne siamo sicuri?
    Innanzi tutto non è una gara e non è che chi ha più morti è più ganzo: le guerre fanno tutte schifo.
    Facciamo però due conti. Non esistono dati ufficiali perché le due parti controllano tale informazione, ma soltanto di soldati russi si stimano fra le 80 e le 120 mila perdite, calcolate da alcune ONG incrociando i dati di varie altre statistiche, mentre per i soldati ucraini circola la stima fra i 30 e i 60 mila.
    E poi ci sono i civili; solo a Mariupol vivevano 200 mila persone prima della guerra e a decine di migliaia sono rimasti bloccati nell'assedio, morendo di stenti nelle cantine; quanti sono i morti? Difficile a dirsi, ma anche qui le stime sono dell'ordine di grandezza dei 50 mila, anche confermati dalle foto satellitari di fosse comuni: tutte le volte che i russi rimuovevano un blocco di condomini distrutto per ricostruirlo, nel cimitero di Mariupol era possibile osservare una nuova fossa comune.
    Insomma, io non voglio fare gare a chi ha più morti, altrimenti potrebbe saltar fuori Belisario e rivendicare la guerra greco-gotica, però questa sparata del fatto che in Terrasanta vi siano stati in un mese più morti che in Ucraina mi sa di tentativo di riportare l'attenzione sul conflitto israeliano-palestinese anche quando non era all'ordine del giorno.
    Organizziamo un evento sull'Ucraina? Non si può, ecco che subito salta fuori un attivista a millantare che in Terrasanta ci sono più morti.

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    1. Quando si dice che Israele ha ammazzato più gente in un mese di Putin e delle sue orde subumane slavoasiatiche in quasi due anni si parla di civili.

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    2. Molto interessante.
      Ecco un tizio che crede che la città di Mariupol fosse una gigantesca base militare da 1/4 di milione di soldati.
      Suppongo che i bambini andassero a scuola in tuta mimetica, giusto?

      Hai altre allegre carnevalate da aggiungere, oppure la possiamo interrompere qui?

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    3. Non è che se il tuo "esperto" di fiducia stima coi satelliti, i precog e chat gpt che metà della popolazione di Mariupol è stata sterminata poi gli altri sono obbligati a crederci. Tra l'altro mi pare che nemmeno i più prestigiosi professionisti del settore delle bubbole faciano propria questa "tesi".

      Comunque tu hai esordito con cifre in libertà sulle perdite militari. Incidentalmente, perdita militare ≠ soldato morto. Not even wrong.

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    4. Discutere con te è utile quanto discutere con un'anfora, aspettandosi che risponda.

      Come chiunque sa tranne Atlantropa, i dati non si confermano affidandosi a un esperto, bensì a tante verifiche indipendenti fra loro, possibilmente appartenenti a schieramenti differenti.

      Siccome non sei fisicamente in grado di svolgere una ricerca Osint, né di accedere alle fonti satellitari, né di andare a cercare le persone che vivono sul territorio, mi limiterò a consigliarti questo documentario.

      Ovviamente tu non ci crederai, poiché per te è tutto un complotto dei poteri forti appoggiati dalla NATO e dai rettilinei Massoni, ma d'altronde ti conosciamo: vivi in un mondo tutto tuo, completamente staccato dalla realtà.

      https://en.m.wikipedia.org/wiki/20_Days_in_Mariupol#:~:text=20%20Days%20in%20Mariupol%20

      PS: e poi se tu avessi veramente letto il mio commento, avresti notato che dicevo che non è una gara e non si possono confrontare conflitti così diversi, però hai letto "Ucraina" e l'anti-Nato che è in te ha visto rosso senza capire più nulla.

      Io non ho altro da aggiungere: le anfore son buone per metterci dentro il vino, non per discuterci. Tornatene sulla tua nave oneraria 😜

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    5. Verifiche indipendenti, schieramenti differenti, ma poi questo telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali, e l'unico riferimento è una voce di wikipedia (!) a un documentario ucraino (!) — il che, per stare in tema, è come chiedere all'oste se il vino è buono.

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    6. Che le tue capacità mentali siano quelle di un'anfora è noto a chiunque abbia letto i tuoi commenti che da anni vengono pubblicati su questo blog.

      Se tu sapessi come funzionano le ricerche Osint, sapresti che non si possono citare in un singolo post centinaia di geolocalizzazioni e testimonianze accumulate nel corso di mesi e mesi su vari canali, ciascuna delle quali riferita a un singolo episodio e dunque trascurabile se presa singolarmente, ma rilevante solo nella grande somma.

      Ma sarebbe come spiegare le serie numeriche a uno che rifiuta il concetto che una somma infinita di valori possa convergere a un valore finito.

      Ciao, anfora! 😉

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    7. Se persona adulta mi arriva dicendo di non credere alla teoria dell'evoluzione o alla deriva dei continenti, io non posso mettermi a replicare le prove sperimentali, magari portandola su un vulcano o facendole calcolare le omotetie delle ossa dei vertebrati, soprattutto se la persona in oggetto non sa calcolare le omotetie e giunta in cima al vulcano attribuisce la lava alla fucina di Efesto.

      Constato l'incomunicabilità e pazienza.

      Tu non credi all'assedio di Mariupol.
      Pazienza, in fondo c'è gente che non crede nel genocidio armeno, che ci possiamo fare?

      Una differenza personale per me e che a Mariupol c'era gente con cui ero in contatto, mentre non ho alcun bisnonno armeno sopravvissuto, ma pazienza: tu non ci credi e stop.

      Constato l'incomunicabilità e chi se ne frega; è meglio pero che non venga a cena da me, che conosco gente che potrebbe trovare poco divertente il fatto che tu non creda alla loro esistenza.

      Adesso però basta davvero.
      Ciao, anfora negazionista! 😜

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    8. Nelle serie numeriche ciò che può convergere è il limite di una somma finita. Not even wrong.

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    9. Somme di uno su due alla enne converge a uno.
      Parmenide non ci credeva.

      Ciao, anfora parmenidea!

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    10. I numeri sui morti e sui feriti civili in Ucraina, quelli che non ti piacciono, sono quelli di ohchr, cioè del baraccone onu. Chiaramente si tratta di numeri che possono solo aumentare; questo proprio perchè le morti sono accertate con una procedura un po' più rigorosa di quella dei vari brosint pro nato, una conventicola in cui si estrapola sulle base delle proprie convinzioni — il contrario di ciò che dovrebbe essere la ricerca, per lo meno in questi ambiti.

      In una serie, tu consideri la successione di somme finite; nel tuo esempio (tu non stai sommando sull'indice zero; di solito lo si include, perchè gli sviluppi in serie di potenze hanno bisogno dell'ordine zero), la tua successione è 1/2, 1/2+1/4, 1/2+1/4+1/8; quel limite, con gli amici, lo puoi chiamare "somma infinita". Il possibile problema con gli eleatici non è pensare che la successione non converga (non c'era alcuna nozione, manco azzoppata, di convergenza; ad essere buoni, c'era un'idea vaghissima di infinito; la stessa nozione di esaustione dovrebbe venire un po' dopo), è pensare (molto confusamente, ma una confusione ampiamente giustificata) che il fatto di poter suddividere qualcosa (in Zenone di solito è un moto) in infiniti "passi" implicherebbe una qualche sorta di "risultato" o "esito" infinito.

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    11. Allora visto che lo scopo sembra fare a gara a chi ha più morti, io mi gioco le guerre di religione francesi.
      Chi offre di più?

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    12. Non so perchè non sia chiaro. I numeri sui due conflitti di cui si sta parlando sono quelli su cui "convergono" il grosso dei media occidentali, il grosso delle organizzazioni internazionali, il grosso dell'industria della bontà, insomma il grosso del baraccone degli amici tuoi — faranno eccezione una dozzina di tizi, di solito grassocci e sudaticci (tra voi milleniali si dice incel; un'etichetta davvero inclusiva, devo dire), che prima giocavano al tale videogioco sparatutto, ed ora giocano ad essere osint. La carta dei numeri Hamas-controlled o Gaza-based è stata già giocata, ma con successo scarsino, persino tra gli sceriffi.

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    13. Volevo fare un altro giro, ma purtoppo ho pescato due carte schifose: la spedizione dei Mille del 1860 e la rivolta del Nord Ovest canadese del 1885.
      Con queste carte direi che ho perso la partita.
      Addirittura i morti della rivolta del Nord Ovest credo non arrivino a 500: con queste carte in mano, dove vai?

      Lascio il tavolo.

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  3. Per fortuna che gli israeliani un po’ li capivi. Pensa se no. E’ un fatto che la condanna degli stupri di Hamas sia stata molto flebile, molto tardiva (solo quando la stampa “vicina a Israele” ha fatto notare la cosa, magari?) da parte di un certo femminismo italiano e occidentale, da NUDM a Me Too. E gli slogan pro-Hamas, ma anche solo pro-Palestina, che cazzo c’entravano al Circo Massimo, visto che tra le tante colpe di Israele nell’ultimo mese e mezzo almeno non c’è quella di aver violentato donne palestinesi? Del resto anche per le donne iraniane non mi sembra ci sia mai stata tutta questa mobilitazione di piazze femministe o pacifiste, da noi; magari ricordo male. In generale l’importante è prendersela con l’occidente, coi sionisti, con l’imperialismo e col patriarcato, certo. Quel patriarcato che notoriamente a Gaza e in tutto il mondo islamico non sanno neanche cosa sia.. (per dire un paio di giorni fa su Repubblica c’era un’intervista a una donna di Gaza, una delle tante, che raccontava di come adesso suo marito la menasse un po’ di meno, non che avesse smesso del tutto, visto il ruolo così importante che lei aveva assunto in famiglia nelle ultime settimane; un evidente fake della stampa sionista).

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    1. Ma cosa sappiamo esattamente degli stupri (e delle torure, delle sevizie, degli abusi), di hamas?, e come lo sappiamo?, a differenza delle morti e dei sequestri, qui non ho manco afferrato l'ordine di grandezza. Ovviamente uno stupro è grave di per sè. Altrettanto ovviamente mille stupri sono qualcosa di molto più grave.

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    2. Enrico mi spiace, però come giudice della psicopolizia lasci molto a desiderare.
      Non sta a te stabilire se io capisco o no gli israeliani (hai accesso alla mia coscienza?)
      Non sta a te stabilire se "un certo femminismo italiano e occidentale" ha condannato gli stupri in modo flebile invece che farlo in modo tonante: leggi regolarmente gli organi di stampa di "un certo femminismo italiano e occidentale"? Soppesi le dichiarazioni dei loro rappresentanti? No, spari nel mucchio come chiunque altro.
      Non sta a te fare servizio d'ordine al Circo Massimo: è una libera manifestazione, ci va un sacco di gente, c'erano anche i proPal, parlavano, per evitare questa cosa devi prima organizzare tipo un golpe.
      Non sta a te stabilire quanto chicchessia si sia mobilitato per le donne iraniane.
      Non sta a te evincere trend generali dalla lettura di un pezzullo su Repubblica.

      Non si fa come fai tu, stai sbagliando tutto. Se vuoi spiegare come la pensi tu, fallo (magari qui, a me sinceramente non interessa). Se vuoi censurare come la pensano gli altri sulla base di assiomi morali che sei convinto di conoscere, ecco, questo è inutile e ridicolo, non so chi vi abbia insegnato questa cosa, ma è inutile e ridicola.

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    3. Leonardo, ma che risposta è? Ma ogni volta 'sta reazione? Tu scrivi la tua, io scrivo la mia. Non è che "sta a me" o "non sta a me", sta a tutti noi, diciamo. Le cose che ho scritto si basano su diversi resoconti di quanto è successo negli ultimi giorni. E negli ultimi mesi. E sono state dette e scritte da tante altre persone molto più autorevoli di me. Poi può anche darsi che si sbaglino tutte, per l'amor di dio.. ma che c'entra con lo "sparare nel mucchio"? Non ero fisicamente presente alle manifestazioni quindi non posso dire la mia? Davvero? Dai, su, calma.

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    4. Leonardo, non si tratta di ergersi a giudici morali. Ma uno può giudicare quello che succede, o no? Tu su questo blog cosa fai, scusa? Commenti quello che avviene, e io commento quello che scrivi su quello che avviene. Io mi baso su quelle che sono state le dichiarazioni pubbliche di gruppi e associazioni, su quelli che sono i resoconti (di fonti diverse) di quanto è successo alla manifestazione al Circo Massimo e in altre, in Italia e nel mondo, nelle settimane dal 7 ottobre in poi. Un articolo che ti cito è per forza un “pezzullo”? Volevo solo dire che tra i palestinesi oggi tanto osannati dalle femministe non è che si trovino tutti questi esempi di rispetto per la donna, questo almeno me lo concedi? Visto che era per questo che si manifestava al Circo Massimo. Si vedono in giro contraddizioni politiche e ideologiche anche più gravi, d’accordo, ma un pochino non stride? E dirlo è da “psicopoliziotto”? Mah.

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    5. Anche se fossi stato fisicamente presente nel mucchio, avresti visto solo situazioni parziali e probabilmente non le avresti capite. Stai proprio sbagliando tutto, mi dispiace. Tu lo scrivi, io te lo spiego. Tu pensi che ci siano persone "più autorevoli di te" che ti autorizzano a farlo, io penso proprio che siano dei cialtroni. Se non vuoi ergerti a giudice morale, c'è un sistema: non farlo. Se non riesci a farlo, hai avuto cattivi maestri: ergiti a giudice morale nei loro confronti e mandali a cagare.

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    6. Niente, non ci saltiamo fuori. Continui con questa storia del "giudice morale". Continui a insultare ("non le avresti capite"). Continui a non rispondere nel merito. Quelli che hanno rilevato quelle contraddizioni per te sono tutti cialtroni che bisognerebbe mandare a cagare, e va bene. Non mi riparavo dietro di loro, comunque: giudico, e nel caso sbaglio, con la mia testa. Se quello che scrivo ti offende, perché la tua è proprio la reazione di una persona offesa, non so cosa farci.

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    7. Hey, fermi tutti: quelli che di solito qui si insultano siamo io e Atlantropa!
      (Però siamo bravi ragazzi e non ci offendiamo, al massimo insultiamo più forte 😀)

      Anzi, da quando la corte suprema russa ha dichiarato il movimento LGBT+ "organizzazione estremistica" io in quanto lesbica sono diventata una pericolosa terrorista (perlomeno in Russia), e tu sapessi che insulti tiriamo noi terroristi! 😜

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    8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    9. (Sei solo tu che "insulti" me. Non mi offendo in prima battuta perchè dici cose puerili, che risultano innocue. Ma a parti invertite probabilmente ti metteresti a piagnucolare. Non credo che insultarsi debba far parte del gioco.)

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    10. Atlantropa, tu insulti pesantemente gli altri in quasi tutti I tuoi commenti, ma non perché dici "cretino" o "figlio di madre ignota".
      Tu insulti gli altri perché fai sempre finta di non capire cosa dicano, travisando sempre a bella posta il discorso.
      Uno dice "rosso" e tu rispondo al fatto che "arancione" è sbagliato, facendo una filippica sull'argomento.
      Questo è estremamente offensivo perché significa solo due cose
      1) lo fai apposta, allora sei un provocatore
      2) non te ne rendi conto, allora c'è qualcosa che non va nel tuo rapporto con gli altri.
      Francamente non so quale sia peggio, ma ormai ho imparato il trucco e non mi offendo più , mi limito a percularti 😜

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    12. (Se l'"insulto" è nell'occhio di chi guarda, qualunque cosa può esserlo, e chissà dove si va a finire. Almeno una cosa, poi, dovrebbe essre oggettiva: chi tira in ballo chi ogni tre per due? Visto che sei esperta di un po' tutto, ne approfitterei per chiedere: ma tu hai capito di quanti stupri staremmo parlando? per lo meno: cinque o cinquemila?)

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    13. Sulla questione israelo-palestinese mi limito a seguire il Guardian e Al Jazeera.
      E soprattutto, preferisco non parlarne su internet: si rischia di scivolare in discussioni senza fine che non servono a nulla e in ogni caso si viene travisati.

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    14. Ma non voglio scivolare in alcuna discussione. Vorrei solo sapere se qualcuno di voi ha capito quanti stupri ci sarebbero stati. Perchè io no. Israele dice che il 7 ottobre ci sono state violenze sessuali (e sevizie, torture, e quant'altro). Sono dichiarazioni pubbliche e ufficiali. È possibile sapere quante? Tipo, sul guardian o su al jazeera, questi numeri ci sono?

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  4. Eppur si muove...

    Josep Borrell, EU's foreign policy chief, about Israeli Prime Minister Binyamin Netanyahu's opposition to a two-state solution:

    "Unfortunately, the Israeli Prime Minister has said that he is against such a policy. He guarantees that there will never be a Palestinian state.

    How can one oppose the political solution that the international community wants? Does it not make sense to support a two-state solution?

    We must ask ourselves whether Israel respects international law. This is a question we all have to answer. I will not answer this question because there is no unanimity (within the EU). But I personally believe that there are limits to this right. I believe that it is not morally justified. The killing of so many innocent people cannot be justified.

    I think we have the right to criticize the way the Israeli government behaves without being criticized for anti-Semitism. I demand the right to demand the existence of a Palestinian state without being accused of questioning the existence of the state of Israel."

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