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giovedì 11 giugno 2009

Prima della battaglia

Un discorso di destra

Nei prossimi mesi nel Pd voleranno pugnali. Niente di nuovo ma, vorrei aggiungere, niente di male. È questo che farà del Pd un vero partito: discussioni serrate intorno a idee e candidati, con scontri veri, vincitori e caduti. Non cominciamo a stracciarci le vesti intorno al solito partito litigioso coi soliti D'Alema e Veltroni che litigano. Il problema di Veltroni e D'Alema non era che litigassero; è che non l'abbiano mai fatto fino in fondo. Dai, che potrebbe essere la volta buona.

Il punto è capire su cosa si litiga. Se lo scontro sarà semplicemente per imporre l'apparato dalemiano (diciamo bersaniano, così almeno sembra una cosa nuova) contro quello degli ex veltroniani, ci perderanno entrambi, e il Congresso sarà una cosa deprimente. Attenti, perché anche il dibattito sulla Serracchiani rischia di portarci su quella strada: giovani sì, giovani no, quelli delle primarie contro “i professionisti che fanno il giro delle sezioni”, eccetera.

Se invece lo scontro è tra due o più concezioni della politica e del partito, sarà una cosa appassionante, chiunque vinca alla fine: e una lezione di democrazia per tutti (ok, a nessuno interessano lezioni per ora, ma in futuro non è detto).

Si tratta quindi di capire in cosa consista il dalem... il bersanismo, Bersani a parte. È un'ideologia? Forse per adesso è più facile definire il franceschinismo.

Come chiave di lettura prendo una frase buttata lì da Franceschini in campagna elettorale, che fece molto rumore e divise profondamente lo stesso elettorato pd (perlomeno quella esigua porzione che conosco io). “Fareste educare i vostri figli da Quest'Uomo?” Ci fu chi inorridì, chi la trovò una perfetta provocazione. Ecco, per me in quel momento ci siamo trovati davanti a una quintessenza del franceschinismo. Berlusconi va rigettato in quanto incapace non solo di governare, ma di educare. Gli italiani devono essere educati a riconoscere in Berlusconi una figura diseducativa, e quindi a non votarlo – e magari a scegliere un tipo dimesso ma autorevole come Franceschini, che è ancora un giovane arbusto, ma da come si porta lo capisci che si presta a invecchiare come una quercia alla Berlinguer (un Berlinguer cattolico: l'Arma Finale. Se gli italiani che votano oggi fossero quelli del 1978).

Di fronte a un discorso del genere, il dalem... il bersaniano scrolla la testa: non capirete mai. Ma come, non li conoscete gli italiani? A loro Berlusconi piace così com'è. Cialtrone com'è, e come sono loro. Chi non vorrebbe la megavilla al mare con gelato e gnocca gratis. Faresti educare tuo figlio dall'Ospite di Topolanek? Magari, così mi viene su bello solare e senza complessi. No. Finché si continua a insistere sulla figura di Berlusconi ci si mette dalla parte dei perdenti. Invece noi, noi dalem... democratici, dobbiamo spostare il discorso sui problemi, sui veri problemi del Paese. Eccetera.

Chi ha ragione? Tutti ne hanno un po'. Chi è più a sinistra? Forse non è così importante. Da che parte sto io? Con Franceschini, per ora. No, pensandoci bene sto con Franceschini da una vita. Io nell'importanza delle figure autorevoli ed educative ci ho sempre creduto. Forse perché sono di formazione più cattolica che eurocomunista. Sia come sia, per me in quel momento F. aveva centrato il punto: sappiamo benissimo che Berl. è un punto di riferimento esistenziale per gli italiani. Persino per noi. Una villa, una velina o una squadra di calcio gliela invidiamo tutti con piacere. Ma questo non ci porta a eleggerlo nostro rappresentante, o Presidente del Consiglio dei Ministri. O per lo meno, questo non dovrebbe succedere. Non chiediamo agli italiani nemmeno di essere migliori, ma almeno di non eleggere il rappresentante degli interessi del loro Basso Ventre Collettivo. Un leader, non un capocomico; un diplomatico, non un intrattenitore; un esempio per i giovani, non il vecchietto bavoso. Cosa c'è di male in un discorso del genere.

C'è che forse non è più un discorso di sinistra. Dietro la parola “Autorevole” c'è pur sempre “Autorità”. Il leader che viene preso ad esempio dai giovani, proiezione del Padre, ci riporta a un modello pre-berlusconiano di società che è fondato sulla gerarchia, e che se non è cattolico è fascista addirittura.

D'altro canto educazione ed autorevolezza dei leader erano chiodi fissi anche del vecchio PCI. D'altro canto, ehi, date un'occhiata in giro. La sbornia consumistica è finita: il berlusconismo è un rito edonistico che sopravvive a sé stesso. Lo scontro prossimo venturo sarà tra chi, come Berlusconi, insisterà per considerarci “undicenni neanche tanto intelligenti”, mero bacino di consumo, e chi proverà per primo a proporci qualcosa di nuovo. Prima o poi gli italiani dovranno accantonare le fantasie di lusso sfrenato, rimboccarsi le maniche e combinare qualcosa: cosa, dal momento che nessuno per anni gli ha insegnato nulla? C'è già una certa voglia di autorevolezza in giro. Ce ne sarà sempre di più nei prossimi anni.

È triste che tutta questa voglia debba essere intercettata da un personaggio come Gianfranco Fini. Triste perché Fini, di autorevole, ha solo la facciata messa tempestivamente in piedi da quando si è trovato senza partito di riferimento. Ma dietro c'è sempre la solita banderuola, l'uomo che può cambiare opinione sugli stranieri, sulle guerre coloniali, su Israele, sui grandi statisti del Novecento, a seconda della convenienza del minuto secondo.

A questo punto, se il Pd nel frattempo fosse diventato il partito della serietà, del primato dell'educazione, con candidati autorevoli e credibili, potrebbe sfondare anche a destra. Non al centro, dove ormai non cresce più l'erba, e il gioco è sempre a chi riceve più prontamente i diktat dei vescovi. A destra, dove c'è una certa idea del rispetto per l'autorità, e quindi la necessità di individuare padri autorevoli, e Berlusconi non lo è; La Russa non lo è; Capezzone non lo è; nessuno che negli anni scorsi si sia inchinato al clown di Arcore lo è.

Quello che vorrei estrarre da questi pensieri ad alta voce è che l'esigenza di una leadership autorevole può essere anche un problema “di destra”, ma non è per questo meno necessaria, meno legittima, meno importante. Senz'altro è un mio problema, e mi è piaciuto che Franceschini lo mettesse sul piatto della bilancia. Certo, i problemi della sinistra sono altri. Ma magari ne parliamo un'altra volta, con idee più chiare.

34 commenti:

  1. Nel panorama dei dirigenti attuali del PD semplicemente NON c'è nessun personaggio autorevole. Anche se ci fosse , come singola personalità dotata di carattere e rispettabilità (chi? Bersani?! D'Alema?! Franceschini...?) ammettendo che ne abbia comunque non sarebbe votato rispetto a quel 30% che vota comunque a destra.
    Quindi un po' come i socialisti in Francia , il PD in Italia è costretto a passare la mano ancora 4-6 anni come minimo.

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  2. sono perfettamente d'accordo sull'analisi non sulle premesse. mi sembra che ti illudi sulla correttezza del litigio all'interno del PD.
    anche a me va bene che si litighi e discuta ma al proprio interno. se c'è un segretario e siamo in democrazia il partito dovrebbe far uscire una sintesi condivia (almeno a maggioranza) non una serie di opinioni contrastanti da i mille Leader (autoreferenziati) che pensano di aver titolo di dire la loro.

    Carlo

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  3. Basta con la foresta dei pugnali volanti. Non se ne può più. Se tra una tregua e l'altra si trovassero punti condivisi si guadagnerebbero ben più di 6 punti percentuali su scala nazionale. Perchè mentre bersaniani e veltroniani se le danno stile "sfida all'o.k. corral, quello che rimane a terra sanguinante è il PD. Come il pianista a cui arriva un proiettile vagante alle spalle.

    Fatto il morto (PD) si cercherà qualcuno a cui dire "Suonala ancora Sam."

    Basta.

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  4. "Gli italiani devono essere educati a riconoscere in Berlusconi una figura diseducativa, e quindi a non votarlo".

    D'accordissimo.

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  5. "Faresti educare tuo figlio dall'Ospite di Topolanek? Magari, così mi viene su bello solare e senza complessi."
    Ecco, io, questa frase, la sento sempre più spesso. Quel "senza complessi" che è un'accusa a me, in realtà. La dice mia madre parlando dei suoi nipoti: l'importante è che vengano su senza complessi. Che significa: non come sei venuto tu. E significa: non proibiamogli niente. Che a te ho proibito troppe cose, quando eri piccolo e non hai combinato niente (insegnare è niente, ovviamente).
    E mia madre è una persona di destra, parecchio di destra. E ho paura che gran parte delle persone di destra siano diventate un po' così, anche le migliori (la mamma è sempre la mamma), e che la destra sia questo, non molto altro.

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  6. Avete perso , volete mettervelo in testa , siete la minoranza del paese e dovete accettare senza fiatare , l'odio verso Berlusconi ci sta dando una grande mano , continuate pure , tanto anche voi avete gli sceletri nell'armadio . Avete forse dimenticato gli scandali che hanno travolto politici del Pd qualche mese fa? La destra non ne parla perchè forse sono un po più signori , voi invece continuate ad accanirvi contro un governo e un premier che nonostante tutto qualcosa tenta di farlo. Per dovere di cronaca vorrei ricordare che in Campania e in altre regioni del sud sono usciti dei bandi di finanziamenti alle imprese che coprono fino al 50% del capitale a fondo perduto oltre al credito d'imposta di cui le aziende possono usufruire. Queste sono le cose che contano , non i gossip e i fatti del premier. Andate a lavorare cari sinistroidi che è meglio.

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  7. Io tornerò a votare PD quando vedrò sparire personaggi com D'Alema, Rutelli, La Torre, Fassino....che se ne vadano per sempre e che nuovi personaggi freschi e puliti ne prendano le redini.
    Solo dando forti segni di pulizia e rinnovamento tornerò a credere in loro....la questione morale a sx è ancora importante e per far credere il popolo italiano in un rinnovamento bisogna farlo veramente.

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  8. Io sono convinto che lo scontro dalemismo/veltronismo (come Concezione e Visione della politica e dei partiti) fosse reale e molto più profondo e alto delle varie e pigre rappresentazioni(scontro di potere tra apparati: era anche questo, del resto inevitabile, ma conseguente).
    Ma questo è il passato, il veltronismo non c'è più, vivaddio.
    La speranza è che il nuovo corso, fino al congresso e nel congresso sia più elevato, aperto (e duro, se necesario).
    Quello che si vede in giro non promette bene.

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  9. @ anonimo: forse non hai dimestichezza con i numeri ma, vedi, nemmeno il tuo capo assieme ai naturali alleati (guarda, contiamoci pure la destra e l'mpa di lombardo, anche se non è affatto scontato il suo appoggio in futuro) raggiunge il 50% delle preferenze.. e, nota, mi riferisco ai voti validi, che sono circa i due terzi di tutto l'elettorato avente diritto.
    dunque, in realtà, il tuo capo ha molto meno del 50% di supporto in italia.
    naturalmente ne ha di più del centrosinistra e molto di più del pd da solo, ma questo è noto e qui, o nei blog, come dire, "accuginati" a questo, non lo si è mai negato, né si sono mai risparmiate le critiche ai partiti di csx.

    vedi, nessuno ha dimenticato gli scandali, ecc.
    almeno, nessuno di mia conoscenza della base di csx o sinistra. mi pare, invece, che molti, se non tutti, della base di destra abbiano dimenticato scandali e malefatte dei loro referenti politici.. se mai ne sono stati scandalizzati, cosa di cui dubito.

    riguardo al gossip, una qualsiasi comune anziano risponderebbe davanti a un giudice delle sue frequentazioni con minorenni. e risponderebbe davanti ai suoi elettori, se politico, per le continue smentite e controsmentite e, a conti fatti, menzogne.

    al trattare il proprio popolo come pezzenti teste di cazzo. esattamente quello che fa silvio, girando e rigirando ogni 5 minuti le frittate che combina. ma forse aveva ragione quando diceva che l'elettore medio ha una testa da "undicenne nemmeno tanto intelligente".

    e tu che parli di "cose che contano", ovvero sghei, immagino, non senti farfalle nello stomaco pensando al tuo portafoglio alleggerito dai voli privati del premier per portare menestrelli e mignottelle nella sua riserva, per il suo sollazzo personale, con aerei di stato, ovvero, appunto, pagati da noi?

    giusto per rimanere in "area gossip", come dici tu, e non toccare gli enormi problemi di questi paesi e di chi non li sa risolvere.

    ah, non ci crederai, ma i "sinistroidi" lavorano e -poveri fessi- spesso (non sempre, purtroppo) pagano pure le tasse..

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  10. Proviamo a capire che cosa è l'autorevolezza e da cosa viene. Per me sono necessari chiarezza di idee, limpidezza di pensiero e coraggio nelle azioni. Non ci metto l'onestà non perché io sia un pragmatico che preferisce disonesti abili ad onesti inetti, ma perché i disonesti li sopporto solo nei romanzi di Ellroy, e in politica non ne vorrei uno nemmeno ad arrostire le salsicce al Festival dell'Unità, figuriamoci come segretario del PD o candidato premier del centrosinis-tra.
    E' vero che per la destra autorevolezza ed autorità sono quasi sinonimi: si segue il capo fino alla morte (di qualcun altro, preferibilmente), gli si tributano onori, lo si scioglie eccezionalmente dall'osservanza delle leggi, si ha per lui una devozione quasi muliebre, persino con evidenti rimandi sessuali, anche omo.
    Spesso nel c-entrosinistra la figura del "capo" pare invece quella di un disgraziato a cui è toccata la pagliuzza più corta, e richiama un po' quella del re elettivo annuale che una volta esaurito il suo compito veniva fatto allegramente a pezzi.
    Però è anche vero che finora il centr-osinistra s'è dato guide non particolarmente popolari. D'Alema all'atto della investitura di Prodi disse "le conferiamo la nostra forza": era vero e giusto, perché si consegnava il peso elettorale e le aspirazioni del popolo di sinistra ad uno che di sinistra non era. Lo stesso fu fatto con Rutelli, poi idem con Veltroni che non s'è capito se fingeva di non essere più di sinistra, o se aveva finto di essere di sinistra fino agli anni 80 oppure se non si ricordava più che cosa voleva fingere di essere (comunque fingeva qualche cosa, questo l'hanno capito tutti). Nessuno di loro ha mai avuto più autorevolezza di quella "conferita" con riserva mentale da noi all'atto della loro investitura, nessuno di loro ha mostrato chiarezza di idee, limpidezza di pensiero e coraggio nelle azioni e (giustamente) li abbiamo fatti allegramente a pezzi.

    Sarà utopico, ma mi aspetto proprio queste caratteristiche nel prossimo candidato premier del ce-ntrosinistra (cavolo, non so mai dove mettere questo benedetto trattino). E non solo perché i miei echi genetici tribali, spero differenti da quelli dei Lemming, mi inducono a riconoscere e seguire un capobranco, ma anche perché questa misteriosa formula del "consenso maggiore della somma aritmetica" (la nemesi di Boselli, per rifarmi all'altro post di Leonardo) può funzionare solo se un leader con queste caratteristiche, portatore di un consenso personale, può rivolgere contro i suoi colonnelli la minaccia che senza di lui "non si va da nessuna parte".
    Benintesi, non mi piacciono i personalismi né auspico svolte autoritarie nel controsi-nistra, ma solo che i valori che i suoi elettori hanno in comune trovino uno sbocco naturale, che essi finalmente possano "conferire la loro forza" ad una persona che mostri di meritarla perché a quei valori ci crede, non ha paura di dirlo e vuole tentare di metterli in pratica.

    Purtroppo con questa legge elettorale non è possibile per un outsider affacciarsi in un partito se non è cooptato dai vertici (vedi la sconosciuta Madia messa da Veltroni come capolista). Però le 144mila preferenze nelle Europee per la Serracchiani fanno ben sperare, sono un capitale da mettere a frutto con attenzione. Ma soprattutto in fretta.

    Per chiudere, mi lasciano freddo le osservazioni dei funzionari delusi: mi sembrano le lamentele di quelli che invidiano il vincitore del jackpot perché i numeri ce l'avevano anche loro ma non sono scesi in tabaccheria perché pioveva.
    Sono quelli che si trovano nel posto giusto al momento giusto che possono fare la Storia, oppure restare a guardare.

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  11. Di autorevole (vabbè) e carismatico nel Piddì aora vedo solo BERSANI. E lo dico da franceschiniano (ex-uolteriano), per capirci.

    Il Piddì bisogna di un leader forte, chiaro, in opposizione al modello pidielle.
    Boh. Stiamo a vedere..

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  12. Per l'ennesima volta hai messo nerosu bianco quello che più o meno stavo iniziando a pensare. Non ti nascondo che un po' mi spaventa...

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  13. Sono sempre stato più attratto dai progr...dalle idee, diciamo, piuttosto che dai leader, per cui non so esattamente quale sia il mio modello idealtipico di leader del PD. D'Alema no. Veltroni già di più, mi sembrava un po' una figura "rinascimentale", capace di parlare con proprietà non solo di politica ma anche di letteratura o musica...ma vabbé, pare non sia piaciuto, forse una figura così era più adatta a governare Roma. Nemmeno Prodi mi dispiaceva, mi sembrava la politica dal volto umano, quella politica un po' naives che la domenica va in bicicletta per l'Appennino. Ma l'ultimo suo governo stato penoso.
    Il mio modello di politico a ben vedere forse assomiglia poco ad un politico: non un uomo di apparato, insomma, né uno che si circondi di ceffi come Rondolino. Voglio un Berlusconi di sinistra? Forse sì, tutto sommato. Un Berlusconi di segno opposto, ovviamente, che incarni stili di vita e valori che sento essere propri della sinistra. Cultura, tolleranza, laicità, apertura mentale, una certa dose di libertarismo (siamo figli del '68, dopotutto, non di Togliatti). Parità fra i sessi, uguaglianza delle possibilità, senso della giustizia, un certo pauperismo di fondo (la sinistra eredita i sogni della classe operaia, anche se forse non la rappresenta adeguatamente).
    E poi, i valori nuovi: la meritocrazia (che è moolto di sinistra), i nuovi diritti di cittadinanza (in primis quello all'informazione), persino il divertimento (la sinistra non dev'essere per forza complessata e musona solo perchè non va ai festini con Topolanek e Noemi).
    Dove trovare tutto questo? In Franceschini? In Bersani? Mah, forse in Benigni.

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  14. Sentite a me: il PD è già bello e morto, non c'è nessun percorso possibile di dibattito che possa fare resuscitare un partito che non ha più alcun aspetto di vitalità. Qualunque procedura per tenerlo in vita è solo il prolungamento di un'agonia.
    "Niente accanimento terapeutico per il PD: procediamo con l'eutanasia"

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  15. Caro Leonardo, ma tu hai sentito Bersani criticare o fare spallucce a Franceschini per la sua uscita su Berlusconi educatore?
    Io non l'ho visto da nessuna parte.
    Capisco che magari a te serviva per marcare una differenza fra i due, però è un uso un po' ardito.
    In ogni caso, come dimostrano i risultati ottenuti dal PD, se avessimo affrontato anche, dico anche, i problemi dell'Italia e dell'Europa, le inquietudini economiche e sociali dei cittadini, forse saremmo stati più credibili.
    (ps: Franceschini non è un un giovane arbusto, ha i suoi anni e Berlinguer nel 1978 cominciò a perdere le elezioni purtroppo).
    Sul resto d'accordo con te.

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  16. Scusate, ma Rutelli che fine ha fatto?
    Non che m'interessi lui in particolare, ma e' come per i bambini: quando non si vedono e non si sentono da un po', bisogna cominciare a preoccuparsi, stanno combinando qualcosa.

    tibi

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  17. Del PD non si sa neppure se sia presentabile come partito laico, lasciamo stare di sinistra.

    all'anonimo che ha lasciato quel messaggio bellissimo con tutti i clichè possibili messi insieme, invece, avete risposto con leggerezza, forse non realizzando che riflette con perizia ammirevole e piena di ecumenica comprensione, un terzo della popolazione italiana. Un terzo dedicato alla difesa dell'indifendibile. La mente occlusa a ogni ragionevole obiezione.

    Che si fa? Li si ammazza uno a uno con il machete come in Rwanda hanno fatto con gli Utu (o erano i Tutsi?).

    E' quello lo zoccolo duro DC-ForzaItaglia-PDL. C'è un bel discutere di cosa sbaglia la sinistra. Probabilmente sbaglia solo paese ... :)
    Andrea

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  18. @Andrea
    Nella nostra mente ci stanno dei contenuti che non nascono con noi, provengono dall'esterno, dalle nostre esperienze. Chi in questi ultimi decenni si è assunto la prerogativa di rappresentare politicamente una certa area culturale, prerogativa che anche oggi non vuole per nessunissima ragione mollare, malgrado i disastrosi risultati ottenuti, ha consentito a questo patetico guitto di governarci. Non starò ad indicare i singoli atti politici compiuti, e sopratutto quelli che hanno omesso di compiere: li dovremmo conoscere tutti.
    Ora tu te la prendi con gli avversari, ma che senso ha? E' con chi ha deciso di rappresentarti che te la devi prendere.
    Mandiamoli a casa al più presto, da soli non ci andranno proprio, è escluso.

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  19. Non credo il problema sia il leader (il "berlusconi di sinistra" che propone marco). Credo che il problema sia la mancanza di terreno comune: non dico un'ideologia come nel vecchio pci, ma quantomeno una cultura, un modo di pensare comune, un progetto. Dopo la fine del comunismo (è finito, spero si sia capito) la "sinistra", semplicemente, ha smesso di esistere. Nel pd ci stanno ex-comunisti ed ex-democristiani, e sono tenuti insieme solo ed esclusivamente dall'anti-berlusconismo. Bersani (di dalema non parlo, è più forte di me) propone di non parlare di Berl ma di idee, dei problemi del paese? Bene, dico io. E' ora di capire in che direzione vuole andare il pd. E' ora di capire quali sono le idee comuni, in cosa consiste l' "identità" della sinistra. Contrapporre un Grande Leader a un altro Grande Leader non serve a nulla. Per quanto possa essere difficile da sentirsi dire, la destra HA un'idea, un progetto per l'Italia. Anche al di là di Berlusconi. E' questo che votano le persone che votano a destra: idee chiare. Se voto Lega so bene cosa mi aspetta; se voto Pd, sinceramente, non ne ho la minima idea. Smettiamo di rincorrere gli altri e cerchiamo di capire chi siamo noi.
    Poi magari un leader salta fuori (chiusa ironica..)
    roberto

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  20. Vincenzo non sono daccordo.
    Nessuno puo' scegliere di rappresentarmi, sono io che scelgo chi mi rappresenta.

    Non mi sono mai sentito rappresentato dal PD (e del perche' ho avuto moltissime conferme, su piu' o meno l'intero spettro politico sociale e istituzionale delle scelte) ma neppure da rifondazione.

    Oggi mi trovo rappresentato principalmente da un partito di centrodestra (l'IDV) e da un gruppuscolo di incerta attribuzione politica (Per il Bene Comune) ma con probabile ascendente sinistra-verdi.

    E non venitemi a dire che e' perche' sono un ricco elitista, sono un emigrato per ragioni di lavoro!

    :D
    Andrea

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  21. A proposito delle conclusioni, non sono così sicuro che questa voglia di autorevolezza (siamo ottimisti, via!) verrà intercetata solo da Fini. Un personaggio che si propone come leader autorevole in relazione a valori che normalmente sono apprezzati a destra c'è.
    Si chiama Antonio Di Pietro.
    Quando il nano si sarà esaurito naturalmente e la sua attuale maggioranza esploderà (purtroppo è orami chiaro che non ce ne libereremo mai da soli, ogni volta che sembra politicamente finito la "sinistra", se così la si vuol chiamare, riesce miracolosamente a resuscitarlo) Di Pietro sarà un ottimo candidato per una destra tradizionalista e conservatrice, che non si identifica nel berlusconismo e nel malaffare (magari anche un po' populista e forcaiola...).

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  22. secondo me il pd dovrebbe trasformarsi da partito di ex-governo ed di de benedetti e fare un bel partito di incazzati e di protesta.

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  23. E daje a parlare di leader. Quando capiremo che il personalismo e' un gioco di destra, un inchinarsi alla logica dei media di intrattenimento, un adattamento a giocare con regole fatte su misura da/per Berlusconi e Rupert Murdoch?

    Cari signori del PD, se siete davvero "alternativi", tirate fuori una bella idea fresca, una prospettiva, una speranza. In fin dei guai, e' quello che fece il Prodi I: la sua visione era quella del matrimonio tra la tradizione cattolica di sinistra e quella dei socialdemocratici post-comunisti. Finita quella, e' stato tutto un navigare a vista, un discutere di nomi per non dover parlare di politiche (che non ci sono).

    Non e' questione di dire "bisogna parlare di politica", come fa Bersani/D'Alema; e' questione di presentarsi agli elettori con una visione gia' elaborata, "tosta" e ben chiara, e poi lottare nell'arena mediatica per imporla.

    Del resto, questa crisi non e' solo italiana: in Francia hanno lo stesso problema.

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  24. Il personalismo è di destra? E allora: Roosvelt, Kennedy, Obama, Mitterand, Blair? E stendiamo un velo pietoso su Lenin, Stalin, Mao Tze Tung, Fidel Castro, kim il Sung e compagnia cantando. La verità è che anche il personaggio giusto serve, puoi avere l'idea migliore del mondo ma se non riesci a essere convincente, a trascinare, ad entusiasmare, se non hai il giusto spirito combattivo, se non sai trovare le parole giuste al momento giusto nel confronto con i tuoi avversari, se non intuisci quando il clima politico sta cambiando raccoglierai ben poco. Di "brave persone" che sanno perdere ne abbiamo fatto la collezione.

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  25. Sono l'anonimo precedente mi chiamo Leo Rotundo non sono riuscito a loggarmi

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  26. @leo54: tu dici "puoi avere l'idea migliore del mondo ma se non riesci ad essere convincente raccoglierai ben poco". Ora, il problema è proprio questo: il pd non solo non ha l'idea migliore del mondo, ma non ha proprio un'idea. Ne ha poche (e ben confuse), e forse sarebbe il caso di far chiarezza su quelle.
    Certo che la questione idee vs leader comincia a somigliare in modo preoccupante a quella uovo vs gallina...

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  27. C'è questo tipo qui con tante idee, magari alcune che peccano un pò di eccessivo entisuasmo, ma almeno ne ha. E ben chiare. E per lo più di buona fattura.

    Ora se conosco i miei polli, una bella fetta di elettorato intelighenzioso del PD si metterà a discutere di quanto qualcuna di quelle idee possa essere più o meno inadatta e di come un programma così possa trovare problemi di attuazione. Per me, questo è il primo programma politico sufficientemente aggressivo politicamente di chiunque all'interno del PD.

    http://www.perunaltropd.net/images/stories/docu/programma.pdf

    E se non funziona l'indirizzo non prendeteval con me ma con Leonardo che ha disabilitato il copiaincolla nei commenti :P

    Andrea

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  28. Oops, ora funziona anche a me.
    Però il link resta interessante. Magari in queto posto che è molto (e ben) frequentato potrebbe scaturire una discussione...
    Andrea

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  29. E' che Franceschini è venuto su in parrocchia.
    (e io non lo farei educare in parrocchia, mio figlio se ne avessi uno: con quello che si sente in giro son mica ambienti sicuri, per i bambini, le parrocchie)

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