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lunedì 9 maggio 2016

Fascista io, fascista tu

In questi mesi sapete quante volte avrei potuto tirar fuori tutto il nero che mi cresceva dentro, e invece no.

Tutte le volte in cui si parlava di premio di maggioranza, e avrei potuto far notare che l'inventore del concetto "premio di maggioranza" si chiama Benito Mussolini, e non l'ho (quasi) mai fatto, perché... boh, perché era troppo facile, forse un po' sleale.

Tutte le volte in cui ho sentito dire che la governabilità è importante, e che ovunque nel mondo se arrivi al 40% ti fanno governare lo stesso, salvo che non è vero, tranne forse in Grecia e in Ispagna; e avrei potuto far notare che in comune con questi due Paesi mediterranei abbiamo anche un passato di regimi totalitari; e non l'ho fatto.

E avrei potuto chiamare l'Italicum Acerbo-bis, ma non l'ho fatto, perché non sono tanto accecato dal mio antirenzismo da non notare la differenza tra la soglia del 25% prevista da Giacomo Acerbo nel 1923 e quella del 40% a cui Renzi si è fermato (certo, all'inizio voleva il 35%...)

E quella volta che in una bozza di riforma la Boschi aveva ribattezzato il Senato "Camera delle Autonomie", e aveva previsto che ne facessero parte ventuno membri nominati direttamente dal Presidente della Repubblica “per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Ventuno. E avrei potuto scrivere ehi ehi ehi, guardate che l'Accademia d'Italia l'aveva già fondata Mussolini: sarebbe stato un goal a porta vuota, e non ho tirato (almeno ai tempi di Mussolini il Capo di Stato non avrebbe potuto usare un pacchetto così consistente per assicurarsi la rielezione, perché era già sovrano a vita).

E quando la Camera delle Autonomie è ridiventata il Senato, ma comunque un senato assurdo pieno di consiglieri provinciali nominati per cooptazione, quanto sarebbe stato facile parlare di Camera dei Fasci e delle Corporazioni? Ma non l'ho fatto: anche lì, troppo facile. Ma fuorviante.

E tutte le volte che ho letto un titolo sull'"ira di Renzi", e ho pensato che a quasi un secolo di distanza, il trucchetto di Mussolini funzionava ancora, e mi sono chiesto se Renzi fosse consapevole di copiarlo: ma me lo sono chiesto tra me e me, e non l'ho scritto da nessuna parte; perché pensavo che il mondo non avesse bisogno di un altro pezzo dove Renzi era paragonato a Mussolini.

Perché alla fine io non credo che Renzi sia un fascista, o più precisamente un Mussolini.

Certo, è sospinto da un'ambizione ugualmente smisurata. E tende, più o meno come tutti gli autocrati, a circondarsi di mediocri e allontanare i migliori. Ma non si è formato su Nietzsche e Sorel, non disprezza (così tanto) la democrazia parlamentare, non crede nel destino del popoli, non è un violento. Sulla crisi dei profughi, fin qui, è stato persino bravo. Quindi no, non ha senso cogliere nel mucchio tutti i piccoli dettagli che il renzismo ha in comune con quell'altra cosa. E di solito non lo faccio.

Poi un giorno il ministro Boschi mi fa notare che se voto no alla sua riforma costituzionale la penso come Casa Pound. 

E quindi, insomma.

Cara ministra, se io la penso come Casa Pound, lei la pensa come quel tale Giacomo Acerbo che preparò un premio elettorale per far vincere le elezioni a Mussolini. Mus-so-li-ni. Lo sa chi è stato il primo a vincere un'elezione col premio? Mus-so-li-ni. E allora sa cosa le dico, rispettosamente? la sua Camera dei Fasci e delle Corporazioni - pardon, il suo Senato di cooptati dalle regioni, se lo vota lei. Mi dispiace che non è riuscita a reintrodurre gli accademici d'Italia con le loro belle feluche, ma sarà per la prossima volta. Tenga duro, lo sa quanto ci mise Bottai? Ma forse preferisce che le dia del Voi.

Rispettosamente vostro, Eja eja, eccetera.

5 commenti:

  1. Eh bell articolo mi hai fatto morire dal ridere... Ma oggi danno del fascista pure alle mosche nere....

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  2. Come non essere d'accordo? Purtroppo certe idee e modi di fare hanno facile presa nel nostro paese. Resta solo da capire se il balcone sia stato sostituito da porta a porta o che tempo che fa. In fondo anche l'intermediazione l'ha inventata quello l^.

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  3. Be', il pezzo invoglia molto all'applauso liberatorio, ti dirò.
    Ti si apre un ampio ventaglio di possibilità su come riceverlo.
    Se lo prendi appoggiando le mani sui fianchi, è fascismo. Se alzi una manina, è nazismo. Se sorridi e ti unisci all'applauso anche tu, è stalinismo.
    Tutti gli altri modi di ricevere l'applauso invece rientrano nell'alveo costituzionale: per il momento anche restarsene impettiti con la faccia da castorone soddisfatto (e le mani in tasca, opzionale), ma chi vivrà vedrà.
    Comunque,

    Clap Clap

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  4. " non sono tanto accecato dal mio antirenzismo da non notare la differenza tra la soglia del 25% prevista da Giacomo Acerbo nel 1923 e quella del 40% a cui Renzi si è fermato "
    balla renziana, che si dimentica volutamente che l'italicum ha due turni, e quindi impone un vincitore senza porre limiti minimi al numero dei voti presi al primo turno. Insomma, con 5 partiti (o più) che prendono quasi gli stessi voti, al ballottaggio vanno due partiti che hanno UN VOTO SU CINQUE, e uno dei due avrà la maggioranza assoluta. con la legge Acerbo (che comunque era solo un passaggio verso la dittatura. e infatti le elezioni furono vinte più con le bastonature sistematiche, la cui denuncia in parlamento costò la vita a Matteotti, che con la legge elettorale), tecnicamente era possibile che non ci fosse un vincitore. Con l'Italicum ci dev'essere per forza, il che è una violenza alla democrazia senza pari al mondo (e per favore, non fatemi il confronto con le elezioni presidenziali nei paesi dove il voto è diretto, quello del presidente è un ruolo politico che non può essere diviso, mentre un governo può benissimo essere fatto da più partiti).

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