Qualche tempo fa ho affermato che la "Definizione operativa di antisemitismo" dell'IHRA è un pasticcio; oggi proverò con un esempio. Avrete sentito dell'albergatore trentino che si è rifiutato di ospitare una coppia di turisti israeliani: una forma di protesta senz'altro discutibile – tutte le forme di boicottaggio lo sono – e comunicata in modo maldestro: come spesso succede quando iniziative del genere vengono prese da singoli e non da collettivi.
Qualcuno ha accusato l'albergatore di antisemitismo. Vediamo. La definizione IHRA include diversi "esempi contemporanei di antisemitismo", almeno undici.
– Incitare, sostenere o giustificare l’uccisione di ebrei o danni contro gli ebrei in nome di un’ideologia radicale o di una visione religiosa estremista. L'albergatore non fa nulla di tutto questo, e non ha nemmeno parlato di "ebrei".
– Fare insinuazioni mendaci, disumanizzanti, demonizzanti o stereotipate degli ebrei come individui o del loro potere come collettività – per esempio, specialmente ma non esclusivamente, il mito del complotto ebraico mondiale o degli ebrei che controllano i mezzi di comunicazione, l’economia, il governo o altre istituzioni all’interno di una società. L'albergatore non ha fatto nessun tipo di insinuazione nei confronti degli ebrei. Non ne ha parlato.
– Accusare gli ebrei come popolo responsabile di reali o immaginari crimini commessi da un singolo ebreo o un gruppo di ebrei, o persino da azioni compiute da non ebrei. L'albergatore non ha accusato gli ebrei di nulla. Non ha parlato di ebrei.
– Negare il fatto, la portata, i meccanismi (per esempio le camere a gas) o l’intenzione del genocidio del popolo ebraico per mano della Germania Nazionalsocialista e dei suoi seguaci e complici durante la Seconda Guerra Mondiale (l’Olocausto). L'albergatore non ha parlato di nazisti, Germania o seconda guerra mondiale (e nemmeno di ebrei).
– Accusare gli ebrei come popolo o Israele come stato di essersi inventati l’Olocausto o di esagerarne i contenuti. L'albergatore non ha parlato dell'Olocausto (né degli ebrei "come popolo").
– Accusare i cittadini ebrei di essere più fedeli a Israele o a presunte priorità degli ebrei nel mondo che agli interessi della loro nazione. L'albergatore non ha formulato nessuna accusa nei confronti di alcun cittadino ebreo. In generale non ha proprio parlato di ebrei.
– Negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo. L'albergatore non ha negato agli ebrei il diritto all'autodeterminazione (non ha proprio parlato di ebrei), né ha sostenuto che Israele sia un'espressione di razzismo.
– Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico. All'ottavo punto, fateci caso, la parola "ebrei" è scomparsa, e l'antisemitismo viene a indicare soltanto chi se la prende con "Israele". È il caso dell'albergatore? Se avesse usato "due pesi e due misure" – un cliché linguistico che è tipico della propaganda israeliana – se avesse richiesto a Israele "un comportamento non atteso da" / "non richiesto a nessun altro Stato democratico"... ecco, mettiamola così: se ogni "Stato democratico" si arrogasse il diritto a commettere almeno un genocidio, le critiche dell'albergatore dimostrerebbero questa volontà di applicare "due pesi e due misure". Qualcuno potrebbe obiettare che è andata proprio così: se gratti bene sotto ogni "Stato democratico" trovi un ex impero coloniale che qualche genocidio potrebbe averlo commesso. Non siamo forse ipocriti, a criticare Israele per cose non molto dissimili da quelle che gli italiani fecero in Libia o in Etiopia? (È una domanda retorica. No, non siamo ipocriti. La memoria dei genocidi passati non scusa i genocidi presenti).
– Usare simboli e immagini associati all’antisemitismo classico (per esempio l’accusa del deicidio o della calunnia del sangue) per caratterizzare Israele o gli israeliani. Notate anche qui come la parola "ebrei" sia scomparsa del tutto: il problema qui è che qualcuno potrebbe prendersela con gli israeliani. E senz'altro se li chiamasse deicidi o usasse contro di loro "la calunnia del sangue", che non viene ulteriormente definita perché chi ha scritto queste righe dà per scontato che tutti la conoscono, starebbe attingendo a un repertorio antisemita, ma è comunque curioso il lapsus per cui queste dicerie sarebbero antisemite se rivolte agli "israeliani". E se qualcuno le rivolgesse agli ebrei non israeliani, non sarebbe ugualmente antisemita? Sembra ovvio, ma la "definizione" non lo dice: e non lo dice per il semplice motivo che è scritta male. Comunque l'albergatore "non ha usato simboli e immagini associate all'antisemitismo classico", andiamo avanti.
– Fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei Nazisti. Il famoso reato di "Holocaust inversion" per cui molti sionisti vorrebbero le dimissioni dell'Albanese. Ne abbiamo parlato e ne riparleremo – qui in sostanza sono gli israeliani a chiedere per loro un peso e una misura diversi da tutte le altre nazioni, le cui politiche possono essere paragonate al nazismo, mentre ciò che fanno loro dovrebbe essere imparagonabile per definizione. Per ora ci è sufficiente notare che l'albergatore non ha fatto paragoni coi nazisti.
– Considerare gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele. Beh, diciamo che ci è andato vicino, considerando due turisti israeliani "collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele". Il che tra l'altro è nello spirito di qualsiasi boicottaggio. Ma i due turisti sono stati respinti in quanto israeliani, non in quanto ebrei.
Insomma l'azione intrapresa dall'albergatore, per quanto criticabile, non sembra rientrare negli esempi contemplati dalla Definizione Operativa. È pur vero che la stessa Definizione ammette di non essere esaustiva, il che introduce un altro problema: quanti altri casi di antisemitismo possono sussistere, e a chi spetta identificarli?
Forse a Gramellini?
Passiamo sopra il virgolettato assurdo ("ritenendoli responsabili": chi lo ha detto?), e il tentativo maldestrissimo di arruolare Primo Levi, che dal sionismo prese le distanze con una lucidità chiaroveggente. Gramellini è convinto che qualsiasi forma di boicottaggio nei confronti di Israele sia antisemitismo. Siccome ha bene in mente esempi di boicottaggio nei confronti di altri Paesi (la Russia), li liquida come poco seri: va bene, sarà stato cancellato un seminario su Dostoevskij, e che sarà, una barzelletta. No, non è una barzelletta: abbiamo rinunciato al turismo russo, abbiamo smesso di vendere i nostri prodotti ai russi, tuttora paghiamo bollette salate pur di comprare meno gas possibile dai russi. (E prima dei russi boicottavamo i sudafricani, ecc.) L'episodio dell'albergatore viene incluso in una serie di episodi che dimostrerebbero "un umore diffuso nella società civile che associa ogni ebreo alle azioni del governo d'Israele". Si tratta di una serie brevissima: due episodi appena, e molto circoscritti. Nel caso dell'albergatore, come abbiamo visto, non si può proprio dire che quest'ultimo abbia associato "ogni ebreo" alle azioni del governo di Israele: non se l'è presa coi due clienti in quanto ebrei. Non ha proprio usato la parola.
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